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ASSOCIAZIONE
I disturbi specifici                     ITALIANA


dell’apprendimento
                                         DISLESSIA




                              Corso di Formazione
                              MIUR
                              Insegnanti Referenti
                              Calabria
                              15 e 16.11.2010



                  Dott.ssa Eva Germanò
              Cattedra di Neuropsichiatria Infantile
                      Università di Messina
Negli ultimi anni è andata aumentando l’attenzione
nei confronti dei disturbi cognitivi in età evolutiva;
      così sempre più bambini con disturbi di
 apprendimento giungono ai servizi territoriali per
          un approfondimento diagnostico.

    Di conseguenza, è cresciuta la necessità di
  definire meglio la natura della disabilità, le sue
  caratteristiche, le possibilità di recupero e gli
       strumenti di intervento riabilitativo.
DIFFICOLTA’ DI
           APPRENDIMENTO
• Basso rendimento scolastico causato
    da una bassa potenzialità intellettiva
•   Basso livello socioculturale
•   Problemi emotivo-motivazionali
•   Disabilità sensoriali e cognitive
•   Disturbi specifici dell’apprendimento
Le difficoltà aspecifiche di apprendimento si riferiscono
ad una disabilità ad acquisire nuove conoscenze e
competenze, estesa a tutta l’esperienza scolastica e
sottesa da varie cause:

disturbi neurologici; deficit sensoriali; malattie croniche
invalidanti; ritardo mentale; disturbi dell’area affettivo-
relazionale; carenze degli stimoli educativi e culturali
dell’ambiente di appartenenza.
Problemi di apprendimento che derivano
         da fattori ambientali:


• Derivano da un’insufficiente quantità e qualità
  degli imput, sotto forma di stimoli culturali e
  opportunità educative (svantaggio socioculturale)
• I disturbi dell’apprendimento fanno invece
  riferimento a quelle situazioni in cui
  l’apprendimento è ostacolato da un cattivo
  funzionamento del sistema cognitivo, nonostante la
  presenza di condizioni ambientali adeguate.

• Quanto più la disfunzione è estesa, tanto più il
  disturbo sarà generalizzato, quanto più essa è
  circoscritta, tanto più gli effetti saranno specifici.
DSA: Disturbi Evolutivi Specifici di
 apprendimento

   Specificità: disturbo che interessa uno specifico
       dominio di abilità in modo significativo ma
    circoscritto, lasciando intatto il funzionamento
                   intellettivo generale



• Diagnosi: criterio della discrepanza




                    Consensus Conference – settembre 2006
• Dislessia = specifico disturbo nella velocità e nella
  correttezza della lettura

• Disortografia = specifico disturbo nella correttezza della
  scrittura (intesa come processo di trascrizione tra fonologia
  e rappresentazione grafemica della parola, da distinguere
  dalla correttezza morfosintattica)

• Disgrafia = specifica difficoltà nella realizzazione manuale
  dei grafemi

• Discalculia = debolezza nella strutturazione delle componenti
  di cognizione numerica (intelligenza numerica basale:
  subitizing, meccanismi di quatificazione, comparazione,
  seriazione, strategie di calcolo a mente) e/o difficoltà nelle
  procedure esecutive (lettura, scrittura e messa in colonna dei
  numeri) e/o difficoltà nel calcolo (fatti numerici e algoritmi
  del calcolo scritto)
I Disturbi Specifici di Apprendimento


Difficoltà nell’acquisizione del controllo del codice
scritto (lettura, scrittura, calcolo)
in presenza di:
• normodotazione intellettiva
• adeguate opportunità di apprendimento

in assenza di:
• disturbi neuromotori o sensoriali
• disturbi psicopatologici (pre-esistenti)
Esiste un sostanziale accordo sul fatto che:


• La compromissione dell’abilità specifica deve essere
  significativa (inferiore a -2ds dai valori normativi attesi per
  l’età o la classe frequentata)

• Il livello intellettivo deve essere nei limiti della norma cioè
  QI non inferiore a -1ds (equivalente ad un QI di 85) rispetto
  ai valori medi attesi per l’età.




                            Consensus Conference, 2006
DSA – Caratteristiche generali

• Compromissione significativa e persistente
della funzione interessata (-2ds)
• Capacità intellettive nella norma (entro
  1ds)
• Assenza di deficit sensoriali
• Assenza di danno neurologico
• Assenza di disturbi relazionali (primari)
• Presenza di normali opportunità educative
DSA – altre caratteristiche

• Familiarità per il disturbo nel 60-70% dei
  casi
• Prevalenza accentuata nei maschi
• Consistente associazione tra i diversi DSA
• Eterogeneità dei quadri funzionali
• Eterogeneità dei profili di sviluppo
• Associazione con disturbi psicopatologici
Il Disturbo Specifico di
              Apprendimento è:
• Una disabilità specifica dell’apprendimento di origine
  neurobiologica, caratterizzata dalla difficoltà ad
  effettuare una lettura accurata e/o fluente e da
  scarse abilità nella scrittura e nella decodifica,

• inattesa in rapporto altre abilità cognitive e alla
  garanzia di un’adeguata istruzione scolastica

• che influenza negativamente il rendimento
  scolastico o lavorativo
I DSA si caratterizzano

• Per difficoltà nucleari che permangono per
  l’intero percorso scolastico

• Per una diversa manifestazione di queste
  difficoltà nei diversi cicli scolari

• Per una interferenza variabile sugli
  apprendimenti curricolari nei diversi
  ambiti disciplinari
Il disturbo può compromettere
• La rapidità/fluidità della lettura/scrittura/calcolo:
Lettura/scrittura sillabica, pause, riletture,
  autocorrezioni;
Non automatizzazione fatti numerici e algoritmi

• La correttezza della lettura/scrittura/calcolo:
Sostituzioni, elisioni-inversioni-aggiunte, errori
  ortografici;
Errori di scrittura, incolonnamento, calcolo

• L’uso cognitivo della lettura/scrittura/calcolo:
Comprensione, studio; progettazione testo scritto
Risoluzione di problemi aritmetici e geometrici
DISLESSIA
EVOLUTIVA
•Disturbo Specifico di Lettura (dislessia)




Si parla di dislessia solo quando il disturbo di
transcodifica è isolato e non può essere messo in
relazione con altri disturbi di cui la difficoltà di
lettura può essere considerata una conseguenza
indiretta.
La dislessia evolutiva è un disturbo della
   lettura che si manifesta in individui in età
evolutiva, privi di deficit neurologici, cognitivi,
 sensoriali, e relazionali e che hanno usufruito
di normali opportunità educative e scolastiche.
                            (Principali Sistemi Nosografici)
Lettura

Caratterizzata da vari processi:
-riconoscimento dei segni dell’ortografia; conoscenza
delle regole di conversione dei segni grafici in suoni;
ricostruzione delle stringhe di suoni in parole del
lessico
-comprensione del significato delle singole frasi e del
testo


La dislessia riguarda solo i primi tre processi
cioè l’attività di decodifica à trasformazione
del codice scritto in c. orale.
DISLESSIA
significativa e persistente difficoltà ad
        acquisire e automatizzare i
     meccanismi di base della lettura
L’intelligenza è di solito implicata nell’impiego
delle abilità, ma in misura molto minore nella
loro acquisizione
per acquisire delle buone abilità è necessaria
soprattutto una buona dotazione specifica
l’intelligenza può in parte migliorare le capacità
specifiche o compensarle, ma non può da sola
portare un soggetto ad eccellere in un’abilità
                               (Stella, 2004)
Cosa accade nella
   dislessia ?
• La DE si manifesta all’inizio del processo di
apprendimento della lettura
• il bambino mostra subito difficoltà a
riconoscere le lettere, a fissare le
corrispondenze fra i segni grafici e i suoni, e ad
automatizzarle (compierle in modo rapido e
senza sforzo apparente)
• il primo segno riconoscibile della DE è il lento
e faticoso apprendimento della lettura ad alta
voce
DE: Come si manifesta – Le prime fasi             (inizio
elementare)


  Ø Difficoltà e lentezza nell’acquisizione del
    codice alfabetico e nella applicazione delle
    “mappature” Grafema-Fonema e viceversa
  Ø Controllo limitato delle operazioni di analisi e
    sintesi fonemica con errori che alterano in
    modo grossolano la struttura fonologica delle
    parole lette o scritte
  Ø Accesso Lessicale limitato o assente anche
    quando le parole sono lette correttamente
  Ø Capacità di lettura come riconoscimento di un
    numero limitato di parole note
La DE si differenzia dal ritardo di
    apprendimento per il fatto che il
  processo di transcodifica dei segni
grafici in suoni rimane lento e faticoso
  per molto tempo, con la presenza di
 errori frequenti e con la conseguente
    difficoltà a riconoscere le parole
       presentate in forma scritta
                             (Stella, 2004)
... LA DISLESSIA EVOLUTIVA

 Segni Clinici
üSostituzioni di lettere simili/omofone: d-b, p-q,m-n,t-f / b-p,
t-d, f-v, s-z
üInversione di lettere: da=ad, per=pre
üTroncamenti di parole
üDifficoltà nell’acquisizione dell’alfabeto
üDifficoltà a leggere e a pronunciare parole non familiari o
poco usate
üDifficoltà a mantenere il rigo di lettura o a procedere da
dx a sx
                                                                                                2
                                                                                      B
                                                                               1
                                                            A                                   3
                                                                        2
               -PERCORSI RIABILITATIVI NEI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO-   C
DE: Come si manifesta – La fase successiva
(2-4°elementare)

   Ø Graduale acquisizione del codice alfabetico
     e delle “mappature” Grafema-Fonema che
     non sono pienamente stabilizzate
   Ø Possono persistere difficoltà nel controllo
     delle “mappature” ortografiche più
     complesse
   Ø L’ analisi e la sintesi fonemica restano
     operazioni laboriose e scarsamente
     automatizzate
   Ø Migliora l’”accesso lessicale” anche se resta
     lento e limitato alle parole più frequenti
DE: Come si manifesta – La fase finale
(5°elementare/medie)

   Ø Padronanza quasi completa del codice
     alfabetico e stabilizzazione delle
     “mappature” Grafema-Fonema
   Ø L’ analisi, la sintesi fonemica e l’”accesso
     lessicale” cominciano ad automatizzarsi,
     almeno con le parole di uso più frequente
   Ø Limitato accesso al Lessico Ortografico
   Ø Scarsa integrazione dei processi di
     “decodifica” e “comprensione”: la lettura
     resta stentata
COME POSSIAMO SPIEGARE
  QUESTE DIFFICOLTA’?
deposito labile di alcune
      informazioni


mancata automatizzazione
    di alcuni processi
Le condizioni di partenza nella DE (mancanza di
pre-requisiti specifici) ostacolano la fissazione
della traccia:
•il bambino non apprende negli stessi tempi dei
suoi compagni
•ha bisogno di una quantità di stimoli molto
superiore per fissare la traccia
•ha la necessità di una maggiore stabilità nella
presentazione
perchè un’abilità sia definita tale
deve essere eseguita rapidamente e
           senza sforzo




 automaticamente
Lettura, scrittura
 e calcolo devono
diventare attività
  automatiche !
non produce un carico cognitivo
    (si può pensare al significato)


   non richiede attenzione
          (non ci si stanca)


     non si può sopprimere
(e neanche accelerare con la volontà )
Si ha dislessia quando
l’automatizzazione dell’identificazione
    della parola (decodifica) non si
     sviluppa o si sviluppa in modo
      incompleto e con difficoltà
                 (ISTITUTO S. DELLA SANITA’ OLANDESE 1999)
Sovraccarico della memoria di
            lavoro



    • Perdita di informazioni
       • Errori frequenti
Teoria del collo di bottiglia

                                (Perfetti, 1985)



Un ritmo lento nel riconoscimento delle
parole ostacola la capacità di trattenere
ampie unità di testo (più parole insieme)
         nella memoria di lavoro
Inoltre:

• Rapido esaurimento dell’attenzione-
  concentrazione
   – Facile stancabilità
   – Riduzione dei tempi di lavoro

• Uso compensativo delle competenze
  sovraordinate
   – Variabilità delle prestazioni
Approccio allo studio del bambino con
     DSA, sono possibili diversi
            atteggiamenti:

• Dipendenza
   Ho fatto bene? Mi dici come si fa?
• Evitamento/opposizione
   Non so fare, non voglio fare, non mi interessa
• “Eccessivo impegno”
   Voglio fare tutto, subito, come gli altri, senza
  aiuto
Modello di lettura a due vie


Via fonologica: l’assemblaggio della struttura
fonologica della parola avviene in modo sequenziale
con la trascrizione progressiva dei segmenti
grafemici nelle corrispondenti unità fonetiche
Via lessicale: la parola viene riconosciuta all’interno
del lessico ortografico, viene passata al sistema
semantico, segue un processo di ricerca all’interno
del lessico fonologico in uscita
Modello di lettura a due vie


Parola scritta     Analisi         Ricerca nel
                   grafemica         lessico



                 Assemblaggio
                 fonologico


Conversione                     Parola letta
segno-suono
Come il bambino arriva a costruire le abilità che stanno
alla base dei processi di lettura e scrittura:
Modello di U. Frith che prevede la presenza di fasi:
• stadio logografico (età prescolare): il bambino legge in base alla
forma globale delle parole ed, utlizzando degli indici visivi,
riconosce un numero limitato di parole
• stadio alfabetico: impara a riconoscere e ad applicare le regole
di conversione grafema-fonema (via fonologica)
• stadio ortografico: la parola viene analizzata secondo regole
ortografiche àriconosce e applica le regole di conversione
grafema-fonema a parti della parola, scopre le regolarità nella
successione delle lettere, segmenta le parole in unità più grandi
•stadio lessicale: giunge alla lettura della parola senza passare
attraverso la trasformazione grafema-fonema à formazione del
magazzino lessicale che permette l’accesso diretto al
riconoscimento delle parole
i bambini italiani imparano a leggere con la modalità
                      fonologica


         (lingua ad ortografia regolare e componenziale)




i b.ni anglosassoni devono usare da subito la via lessicale
   ( lingua ad ortografia irregolare processi indirizzati dal lessico)
Tuttavia…


 …anche noi dobbiamo attivare prima
 possibile la via lessicale…


 L’esercizio ripetuto determina un aumento di
 confidenza con la forma ortografica delle parole:
 PADRONANZA LESSICALE
anche se…

…le due vie non sono separabili e c’è un
reciproco supporto tra rappresentazioni
fonologiche e lessicali…


E’ possibile che la via fonologica possa essere
predominante nelle prime fasi di apprendimento, la via
lessicale prenderebbe poi il sopravvento in virtù della sua
maggiore rapidità ed efficienza, senza rimpiazzare
completamente la via fonologica, che resta necessaria a
leggere parole nuove e sconosciute
                                      (Stella e coll., 2003)
…e nella dislessia ?

• l’esercizio incrementa poco la
  padronanza lessicale
rare le dissociazioni
 (integrità di alcune componenti e danno di altre)



Più SPESSO entrambe le procedure non
      funzionano in modo ottimale



estrema variabilità dei profili clinici
ØSottogruppo con disfunzione verbale
difficoltà > nello spelling e nella decodifica




ØSottogruppo con disfunzione visuo-spaziale
difficoltà > nell’aritmetica e nell’organizzazione visuo-spaziale




ØSottogruppo misto
1. Ipotesi linguistica: deficit della
       processazione fonologica
  Deficit fonologico con difficoltà di processing fonologico


       (Stanovich e Siegel,1994; Tallal, 1997; Snowling, 2001)



Questa teoria postula che i dislessici hanno uno
specifico    problema      nella rappresentazione,
nell’immagazzinamento e nel recupero dei suoni del
linguaggio. Questo deficit impedisce o rallenta
l’apprendimento delle corrispondenze Grafema-
Fonema in un sistema alfabetico.
2. Ipotesi del deficit visivo/uditivo
magnocellulare: disabilità
nell’elaborazione degli stimoli visivi
e uditivi
                            (Stein e Walsh, 97)




Questa teoria presuppone che il deficit
fonologico sia secondario rispetto ad un altro
deficit nella percezione uditiva di suoni di breve
durata e a transizione rapida (es. consonanti) e
visiva di stimoli in movimento o in rapida
successione.
Ipotesi magnocellulare
    alterazione della via retino-genicolo-corticale
sistema magnocellulare à percezione di stimoli ad elevata frequenza
                    temporale e basso contrasto




    difficoltà di campionamento di stimoli
    in movimento o in rapida successione




                                  (Stein e Walsh, 1997; Tassinari, 1999)
3. Ipotesi di un deficit cerebellare
  dell’automatizzazione come possibile
  fattore causale
                                  (Nicolson e Fawcett, 2005)



Questa teoria postula sia che il cervelletto giochi un ruolo nei
processi articolatori che a loro volta influenzano le
rappresentazioni      fonologiche,    sia    che      intervenga
nell’automatizzazione delle attività sovrapprese (tra cui il
leggere).    Indirettamente      questa    teoria    si    fonda
sull’osservazione di scarse prestazioni dei dislessici in compiti
che richiedono coordinazione motoria.
Attualmente esiste un accordo quasi
unanime nel riconoscere che l’aspetto
centrale del disturbo della lettura abbia
un’origine linguistico –fonologica
                          Ramus et al. 2003



Tale interpretazione è stata sostenuta
anche dagli studi genetici che confermano
il ruolo critico della codifica fonologica
nella genesi della DE
                          Pennington, 1990
La dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento di
origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà
ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarsa
abilità nella scrittura e nella decodifica.
Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit della
componente fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa
in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di
un’adeguata istruzione scolastica.
Conseguenze secondarie possono includere i problemi di
comprensione nella lettura e una ridotta pratica della
lettura, che può impedire la crescita del vocabolario e della
conoscenza generale.
                               Lyon, Shaywitz and Shaywitz, 2003
Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit
della componente fonologica del linguaggio…


• abilità di combinare alcuni segmenti fonologici
(consonanti e vocali)
• collegare questi segmenti a caratteri arbitrari(lettere)
• trascrivere queste connessioni (lettura)
• collegare stringhe di lettere (ortografia)
Linguaggio orale e linguaggio scritto
          Continuità o discontinuità?


Sottili deficit:
recupero lessicale rapido
accesso al lessico su imput fonologico
memoria di lavoro fonologica
consapevolezza fonologica
Conoscenza              Consapevolezza
alfabetica                 fonemica




    l’apprendimento dei processi di
 transcodifica deve obbligatoriamente
passare attraverso la conoscenza della
   parola nella sua veste fonologica
Disturbo di lettura

               insufficienza fonologica




rappresentazioni meno chiare della forma fonologica
                   della parola




difficoltà a portarla allo stadio della consapevolezza
La prevenzione primaria
• Le    difficoltà    nelle competenze      comunicativo-
  linguistiche, motorio-prassiche, uditive e visuospaziali
  in età prescolare sono possibili indicatori di rischio di
  DSA, soprattutto in presenza di una anamnesi
  familiare positiva.

• Tali difficoltà devono essere rilevate dal pediatra nel
   corso dei periodici bilanci di salute, direttamente o su
   segnalazione da parte dei genitori e/o degli insegnanti
   della scuola dell’infanzia e del primo anno della scuola
   Primaria.

• Se persistenti nel tempo vanno segnalati ai servizi
  sanitari dell’età evolutiva per un approfondimento.
DE: FATTORI DI RISCHIO

ritardo nelle acquisizioni linguistiche (anche solo a
livello fonologico)

ritardo nelle acquisizioni prassiche più
complesse (nodo, costruzioni, pedalare)

ritardo o difficoltà nelle competenze grafico-
rappresentative (disegno)
Le ricerche degli ultimi anni hanno
sottolineato due principali fattori di
rischio:
•la presenza di un ritardo o di un deficit
del linguaggio (più il disturbo di linguaggio
persiste in età prescolare più aumentano i
rischi di un successivo deficit di
apprendimento)
•la familiarità
e la causa ?
disabilità
brain-based
Componente ereditaria


studi su gemelli
(Hallgren,1950; Stevenson, 1987; De Fries,
1985, Shaywitz,1990)


studi di linkage
(Smith, 1983; Rabin, 1993; Morton, 1998)


Maggiore incidenza nel sesso maschile
Il 40% circa dei fratelli e/o dei genitori di un soggetto
dislessico presenta una Dislessia
• la familiarità può essere condivisa con quella per
Disturbo Specifico di Linguaggio
• non sembra possibile stabilire un preciso pattern di
ereditabilità della dislessia
• differenti aspetti del processo di lettura sarebbero
mediati da geni diversi e quindi ereditati
separatamente
Basi Genetiche della Dislessia
Cromosoma 15 (15q21) locus DYX1, Grigorenko, 1997
– Taipele, 2002 DYX1C1 Locus di rischio per dislessia
• Cromosoma 6 (6p21.3-22) Kaplan, 2002, DYX2 Grigorenko 2000
– Abilità fonologiche e ortografiche e consapevolezza fonologica in
rapporto al QI.
• Cromosoma 2 (2p12-16) Francks, 2002, (2p15-p16 DYX3)
Fagerheim 1999
– Locus di suscettibilità per la dislessia
• Cromosoma 18 (18p11.2 ), (18p11 DYX6), Fisher 2001 e 2002
– Zona di rischio generico? Lettura di parole singole.
• Cromosoma 1 (1p34-p36) Rabin, 1993, Froster 1993
• Cromosoma 3 (3p14.1-q13 DYX5), Nopola-Hemmi, 1999; ROBO1
(3p12-q13)

•Cromosoma 6 (6p21.3-22     DCDC2 e KIAA0319)
Basi Genetiche della Dislessia


Alcuni dei geni candidati: ROBO1 (3p12-
q13), DYX1C1 (15q15-21), DCDC2 e
KIAA0319 (6p21.3-22) codificano proteine
coinvolte nello sviluppo e nella migrazione
neuronale
Basi genetiche della dislessia
… As for most cognitive and behavioural traits,
phenotypic definition is fraught with difficulties
and the genetic basis is complex, making the
isolation of genetic risk factors a formidable
challenge…
…Come per la maggior parte dei tratti
comportamentali e cognitivi, la definizione
fenotipica è piena di difficoltà e la base genetica è
complessa, pertanto il compito di isolare i fattori di
rischio genetico costituisce una sfida formidabile...

                                 Fisher and DeFries, 2002
Anomalie cito-architettoniche corticali

Ectopie e displasie (corteccia perisilviana sn, giro frontale
inferiore, opercolo parietale) (Galaburda, 1979, 1985)


Studi morfometrici

Simmetrie emisferiche (planum temporale)
(Pennington, 1999)

Evidenze di riduzioni volumetriche nel giro frontale
inferiore, nel cervelletto anteriore destro (Eckert et
al, 2003)

Ridotto volume di sostanza grigia nel giro fusiforme
e nel cervelletto anteriore bilateralmente (Kronbichler
et al, 2008)
Risultati degli studi di Neuroimaging
                 funzionale (1)
• Anomalie neurofunzionali in aree deputate
  all’elaborazione linguistica (corteccia temporale,
  parietale e occipitale sinistra)
• cervelletto
• ridotte connessioni funzionali tra aree corticali
  coinvolte nella transcodifica
  (Petersen, 1990; Salmelin, 1996; Paulesu, 1996; Courchesne,
  1997; Shaywitz, 1998; Price, 1997; Brunswick, 1999)
Risultati degli studi di Neuroimaging funzionale (2)


• Mancato funzionamento delle parti posteriori
dell’emisfero sinistro (sistema posteriore P-T e O-T)
durante la lettura e durante compiti di elaborazione visiva
(non lettura); attivazione compensatoria del sistema
anteriore e del sistema posteriore destro.
                   (Simos et al., 2000; Shaywitz et al, 2003)



• Alterata attivazione del giro frontale inferiore
sinistro
                   (Rumsey et al, 1997; Corina et al, 2001)
La natura dei geni identificati ad oggi
suggerisce che un disturbo nella migrazione
neuronale e una ridotta attività nelle
regioni cerebrali dell’emisfero sinistro sia il
correlato fisiopatologico della dislessia
                         (Schumacher et al, 2008)
I bambini dislessici, pur avendo buone
capacità intellettive, hanno limitate
capacità di riconoscimento visivo o limitate
capacità di analisi fonologica delle parole
A causa di queste limitazioni specifiche
incontrano grandi difficoltà
nell’acquisizione delle corrispondenze tra i
segni dell’ortografia e i suoni, oppure non
riescono a ricostruire la parola partendo
dai singoli suoni che la compongono
                              (Stella, 2004)
* La DISLESSIA e’ di origine costituzionale, è
presente quindi dalla nascita


* si tratta di un carattere ereditabile che non va
considerato come una patologia, ma come una
variante individuale dello sviluppo, che determina
nel soggetto condizioni che ostacolano
l’acquisizione e lo sviluppo di alcune abilità


* è pertanto la conseguenza funzionale di una
peculiare architettura neurofisiologica che, in
quanto tale, non è modificabile
Per tale ragione i DSA tendono a persistere
nel tempo, anche se la compromissione
funzionale dei diversi sottosistemi ha
andamenti diversi



Ciò significa che un dislessico mantiene
comunque un’efficienza di lettura diversa
da un pari livello di educazione
accademica anche dopo molti anni di
attività
• Carattere evolutivo
• diversa espressività del disturbo nelle diverse fasi
  evolutive
• quasi costante associazione ad altri disturbi
  (comorbidità) à marcata eterogeneità dei profili
  funzionali e di espressività
• carattere neurobiologico delle anomalie processuali
  che caratterizzano i DSA
• il disturbo specifico deve comportare un impatto
  significativo e negativo per l’adattamento
  scolastico e le attività di vita quotidiana

                                Consensus Conference, 2006
quanto è frequente la
        dislessia ?


3-4 % popolazione scolastica
Il dislessico può
leggere e scrivere ?



          Certamente SI !

ma…
            è più lento
       commette più errori
disortografia e disgrafia
DISGRAFIA

Disturbo correlato al linguaggio scritto che riguarda le
abilità esecutive della scrittura
Specifica difficoltà nella realizzazione manuale
dei grafemi
Si concretizza per una prestazione scadente dal punto
di vista della grafia di bambini con intelligenza normale,
privi di danni neurologici o di disabilità di tipo
percettivo-motorio.
Il loro tracciato è difforme rispetto alle convenzioni
della scrittura e può presentarsi incerto, inadeguato
nella forma e nelle dimensioni.
DISGRAFIA
Criteri guida per valutare la scrittura di tipo disgrafico




ü Velocità di scrittura
ü Tendenza alla macro o micrografia
ü Discontinuità nel gesto (interruzioni)
ü Ritoccatura del segno già tracciato
ü Direzionalità della scrittura
ü Scrittura in senso orario invece di
  antiorario
ü Inesatta legatura dei segni
ü Distanza tra le parole
Quando possiamo parlare di disgrafia?

PARAMETRI
• Lettere o parole mal allineate
• spazio insufficiente tra le parole
• curve acute di collegamento
• irregolarità nei collegamenti
(pause)
• assenza di collegamenti
• collisione di lettere
• forma e dimensione delle lettere
variabile
• deformazioni di lettere
• ripassature e correzioni
Disortografia
DISORTOGRAFIA
•Disortografia = specifico disturbo nella correttezza
della scrittura (intesa come processo di trascrizione tra
fonologia e rappresentazione grafemica della parola, da
distinguere dalla correttezza morfosintattica)

•Scrittura caratterizzata da errori ortografici
significativamente superiori per numero e
caratteristiche rispetto a quelli che ci si dovrebbero
aspettare, almeno tenendo conto dell’età, del grado di
istruzione della persona e della sua consuetudine alla
scrittura.
DISORTOGRAFIA
    Classificazione errori ortografici.

ü Errori fonologici (sostituzione, omissione, aggiunta di
grafema) difficoltà nell’identificazione dei suoni all’interno
delle parole: es conforto > convorto - pezzo – pesso

Sostituzione:
  - per somiglianza fonologica: (d-t; f-v; c-g;
      r-l)
  - per somiglianza morfologica:(a-o; n-u)
  - per entrambe: (d-b; m-n)

Omissione: foglia – folia

Aggiunta: gelato - gealato
DISORTOGRAFIA
   Classificazione errori ortografici.




 Errori non fonologici:
- inesatta rappresentazione ortografica delle parole (scuola >
squola; schiera – sciera)
- e. semantico-lessicali: conoscenza del significato della
parola all’interno della frase (l’ago > lago); uso degli accenti e
dell’h
l’ascia che vada; prendi lascia e taglia l’albero

 Errori di segmentazione: lirequieta – l’irrequieta
…E l’inglese ?
Ortografia non trasparente: irregolare
Inglese: 1000 combinazioni di lettere per 40 suoni
Italiano: 33 combinazioni per 25 suoni




  Ampiezza inusuale del vocabolario
           Ortografia Irregolare


 Incidenza significativamente più elevata di
        dislessia nei paesi anglofoni
I DISTURBI DEL CALCOLO
Discalculia

•Disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche che
si manifesta in bambini di intelligenza normale che
non hanno subito danni neurologici (Temple, ’92)


Circa il 40% dei soggetti dislessici ha anche un
disturbo di apprendimento della matematica
• Disturbo strumentale specifico
  nell’apprendimento delle capacità di
  calcolo, si manifesta attraverso
  difficoltà nell’acquisizione delle abilità
  aritmetiche e di conseguenza ostacola
  la corretta esecuzione delle operazioni
  matematiche
Consensus Conference
           2 profili distinti di discalculia,

• 1) debolezza nella strutturazione cognitiva
  delle componenti di cognizione numerica
  (cioè negli aspetti basali dell’intelligenza
  numerica, quali: meccanismi di quantificazione,
  seriazione, comparazione, strategie di calcolo
  mentale)

• 2) compromissioni a livello procedurale e di
  calcolo (lettura, scrittura e messa in colonna dei
  numeri, recupero dei fatti numerici e degli
  algoritmi del calcolo scritto).
1. La prima tipologia di discalculia è da
intendersi come una sorta di cecità ai numeri,
    ossia come l’incapacità del soggetto di
 comprendere le numerosità e di manipolarle



 Trova le sue basi teoriche negli studi di
 Butterworth (1999; 2007) che ha ipotizzato
 l’esistenza di un “cervello matematico”, una
 struttura innata, specializzata nel categorizzare il
 mondo in termini di numerosità
La discalculia sarebbe spiegata, secondo tale
cornice teorica, come un disturbo causato da
disfunzioni del modulo numerico che
compromettono la capacità di rappresentare ed
elaborare la numerosità

Tali difficoltà, che compromettono i meccanismi
basali, costituiscono un ostacolo all’acquisizione
delle abilità matematiche superiori
2. Il secondo profilo di discalculia si riferisce in
 modo specifico alle difficoltà nell’acquisizione
 delle procedure e degli algoritmi del calcolo
             (Temple, 1991, 1997)


• Dislessia per le cifre: difficoltà nell’acquisizione
  dei processi lessicali sia nel sistema di
  comprensione del numero che di produzione del
  calcolo
• Discalculia procedurale: difficoltà
  nell’acquisizione delle procedure e negli algoritmi
  del calcolo

• Discalculia per i fatti aritmetici
2. Tale profilo di discalculia riguarda in
 modo particolare quelle che possono
essere definite come abilità numeriche
  di base (low order numerical skills)

   Queste abilità si identificano con il
    processamento numerico (leggere e
     scrivere numeri, identificarne la
grandezza..), la conoscenza degli algoritmi
 di base del calcolo e l’apprendimento dei
               fatti aritmetici
Discalculia: CARATTERISTICHE

• Difficoltà nell’automatizzazione delle procedure
  del conteggio
• Difficoltà di transcodifica
• Difficoltà nell’acquisizione e nel recupero dei fatti
  aritmetici
• Difficoltà nell’esecuzione di calcoli
• Difficoltà nell’applicazione delle procedure di
  calcolo
• Difficoltà visuospaziali
quali difficoltà ?

§ nel conteggio all’indietro
 tempi lunghi ed errori soprattutto nel cambio di decina




§ nella ripetizione, lettura e scrittura di
numeri complessi
a 3-4-5 cifre, con lo 0 in mezzo, etc




§ controllo dei fatti numerici ed in modo
particolare nell’apprendere le tabelline
Quando fare la diagnosi?



Alla fine della II elementare si possono
            avere forti indizi

la diagnosi si fa però in III elementare
La DIAGNOSI dei DSA


Nei DSA assume un ruolo di primaria importanza,
in considerazione del fatto che è il primo passo
necessario a bloccare un circolo vizioso in cui il
bambino rischia di rimanere intrappolato.
Dare un nome, riconoscere e descrivere un
problema è la prima tappa per affrontarlo.




     In tal modo si restituirà al soggetto dislessico
     una corretta percezione di sé, rassicurandolo
      sulla sua intelligenza e sottraendolo al senso
      di frustrazione cui soggiace quando tenta di
              migliorare le sue prestazioni.
La prima terapia è la diagnosi



    Consapevolezza della presenza del disturbo
                   (non si vede ma c’è)


Inoltre auspicabile che ci sia collegamento tra chi fa
     la diagnosi, il terapista e gli insegnanti: che si
  costituisca cioè una rete intorno al bambino e che
    ci sia un approccio omogeneo, perché da questo
      dipende gran parte dell’esito degli interventi
             rieducativi che verranno attuati
il bambino lo deve sapere ?


   quando, come e perchè ?
Distinguere i disturbi dalle normali
 variazioni del rendimento scolastico




Distinguere tra difficoltà aspecifiche e
      specifiche di apprendimento
Sul piano diagnostico/operativo, il
  riconoscimento del criterio della “discrepanza”
  come aspetto cardine della definizione e diagnosi
  dei DSA, implica:
• la necessità di usare test standardizzati, sia per
  misurare l’intelligenza generale, che l’abilità
  specifica
• la necessità di escludere la presenza di altre
  condizioni che potrebbero influenzare i risultati
  di questi test come: menomazioni sensoriali e
  neurologiche gravi, disturbi significativi della
  sfera emotiva; situazioni ambientali di svantaggio
  socio-culturale che possono interferire con
  un’adeguata istruzione.
                    Consensus Conference, 2006
Disturbo Specifico di Lettura


• Necessità di somministrare prove standardizzate di lettura
  a più livelli: lettere, parole, non parole, brano
• Necessità di valutare congiuntamente i due parametri di
  rapidità/accuratezza nelle performances
• Necessità di stabilire una distanza significativa dai valori
  medi attesi per la classe frequentata dal b.no (-2ds dalla
  media per la velocità e <5° p.le per l’accuratezza) in uno o
  nell’altro dei 2 parametri menzionati



                          Consensus Conference, 2006
Disturbo Specifico di Scrittura


• Suddiviso in due componenti: una di natura linguistica (deficit
  nei processi di cifratura) e una di natura motoria (deficit nei
  processi di realizzazione grafica)

• Necessità di somministrare prove standardizzate: per la
  disortografia è condiviso il parametro di valutazione della
  correttezza (N° di errori e distribuzione percentilare);
  per la disgrafia i parametri principali di valutazione
  riguardano la fluenza (-2ds) e l’analisi qualitativa delle
  caratteristiche del segno grafico




                          Consensus Conference, 2006
Disturbi Specifici del Calcolo

• Vengono distinti profili connotati da debolezza nella
  strutturazione cognitiva delle componenti di cognizione
  numerica (intelligenza numerica basale) e profili che
  coinvolgono procedure esecutive (lettura, scrittura,
  incolonnamento di numeri) e il calcolo (fatti numerici e
  algoritmi del calcolo scritto)

• Accordo nell’escludere dalla diagnosi le difficoltà di
  soluzione dei problemi aritmetici

• Necessità di somministrare prove standardizzate che
  forniscano parametri per valutare la correttezza e la
  rapidità




                               Consensus Conference , 2006
La procedura Diagnostica è intesa come
 un insieme di processi necessari per:


• La Diagnosi clinica (nosografica)
• La Diagnosi Funzionale
Diagnosi Clinica
  Due distinte fasi finalizzate all’esame dei criteri diagnostici
  prima di inclusione e successivamente di esclusione.

Nella prima fase: valutazione del livello intellettivo e delle prove
   necessarie per l’accertamento di un disturbo delle abilità
   comprese nei DSA (decodifica e comprensione in lettura,
   ortografia e grafia in scrittura, numero e calcolo in aritmetica).
Tale fase consente di formulare una diagnosi provvisoria o di
   orientamento di DSA

Nella seconda fase: indagini cliniche necessarie per la conferma
  diagnostica mediante l’esclusione della presenza di patologie
  sensoriali, neurologiche, cognitive e psicopatologiche


                             Consensus Conference – settembre 2006
Diagnosi Funzionale
•     Approfondimento del profilo del disturbo

•     La Valutazione delle componenti dell’apprendimento si
    approfondisce e si amplia ad altre abilità fondamentali o
    complementari (linguistiche, percettive, prassiche, visuomotorie,
    attentive, mnestiche), ai fattori ambientali e alle condizioni
    emotive e relazionali per una presa in carico globale

• Esame delle comorbilità

• Profilo funzionale à presa in carico progetto riabilitativo



                             Consensus Conference – settembre 2006
Criteri diagnostici
•   Grado clinicamente significativo di compromissione
    dell’abilità scolastica specifica
•   La compromissione deve essere specifica, non
    attribuibile pertanto a ritardo mentale: criterio della
    discrepanza tra il potenziale del bambino ed i sui livelli
    di profitto
•   Non devono essere presenti deficit neurologici
•   Non devono essere presenti disturbi importanti e
    primari dell’area affettivo-relazionale
•   Non devono essere presenti fattori esterni capaci di
    fornire una sufficiente motivazione per le difficoltà
    scolastiche (assenze prolungate da scuola, istruzione
    inadeguata)
•   Il disturbo non deve essere dovuto a difetti non
    corretti della vista o dell’udito
Valutazione del livello cognitivo
                generale
• Scale Wechsler : attenzione al profilo interno
  delle prove (discrepanze tra subtest verbali e di
  perfomance)
• Profilo ACID: cadute nei subtest Aritmetica,
  Cifrario, Informazioni, Digit-span
• Difficoltà    nei subtest che richiedono degli
  automatismi (cifrario e ricerca simboli) e che
  coinvolgono la memoria di lavoro (ragionamento
  aritmetico e memoria di cifre)
Valutazione     del    livello   di   apprendimento
scolastico

Lettura: si analizzano i parametri di correttezza e
rapidità di lettura attraverso prove standardizzate di
lettura di un brano, di liste di parole e non parole; si
valuta inoltre la capacità di comprensione del testo
tramite prove di comprensione
Valutazione del livello di apprendimento
scolastico:

Scrittura: è necessario valutare grafia, velocità di
produzione (efficienza prassica, fino-motoria e
oculo-motoria), ortografia, sintassi, rispetto delle
regole   di   punteggiatura,    scelta   del   lessico,
organizzazione del contenuto.

Si utilizzano prove standardizzate di scrittura su
dettato (brano, frasi, liste di parole e non parole)
copiato e produzione spontanea.
Valutazione del livello di apprendimento
scolastico:


Processamento numerico:
valutazione di enumerazione, transcodifica,
calcolo a mente, calcolo scritto ed
immagazzinamento     dei   fatti  numerici
tramite prove standardizzate
Valutazione delle varie funzioni neuropsicologiche:


•Competenze linguistiche: linguaggio espressivo e
recettivo, abilità metafonologiche e di fluenza verbale.
•Competenze percettive visuo-spaziali e d’integrazione
visuo-motoria
•Abilità di memoria verbale e visuo-spaziale
•Abilità di attenzione
•Funzioni esecutive
•Abilità motorie
•Dominanza laterale
Quando fare la diagnosi?
• Dislessia e disortografia evolutiva: fine
  della seconda elementare

• Discalculia evolutiva: fine terza elementare

 Vanno ugualmente precocemente rilevati i
 segni importanti di discrepanza tra le
 competenze generali e l’apprendimento di
 lettura, scrittura e calcolo nel primo ciclo
 della scuola elementare.
Esiste un generale consenso sul fatto che il
disturbo specifico di lettura modifica la
sua espressione nel tempo!

                   Consensus Conference, 2006
Caratteristiche evolutive

i DSA tendono a persistere nel tempo, anche
se la compromissione funzionale dei diversi
sottosistemi ha andamenti diversi



Ciò significa che un dislessico mantiene
comunque un’efficienza di lettura diversa da
un pari livello di educazione accademica
anche dopo molti anni di attività
tende a persistere in
     età adulta
… tende a ridursi…


NON GUARIGIONE
       MA

 RECUPERO
       O
COMPENSO
C’è chi recupera e chi si limita a compensare.



Questi ultimi continuano ad avere affaticamento
quando leggono, anche se ai test non presentano
risultati inferiori alla media.
Portano avanti gli studi, ma con fatica
DE nell’adolescente/adulto

• DE compensata

- legge con discreta fluenza (> 3 sill/sec)
- legge stimoli significativi senza commettere errori
  (compenso lessicale)
- gli errori emergono negli stimoli a bassa frequenza
  (non parole – lessico specialistico)
- permane deficit automatizzazione
DE nell’adolescente/adulto
• DE compensata

- Conseguenze funzionali marcate:

- affaticabilità nei compiti che richiedono lettura,
  cefalea e disturbi funzionali
- difficoltà di comprensione e di studio
- difficoltà con le lingue straniere
- difficoltà nelle prove a tempo e con risposte a
  scelta multipla
- bassa autostima
DE nell’adolescente/adulto

• DE recuperata

• Prestazioni comparabili in tutti gli ambiti ai
  normolettori
DE nell’adolescente/adulto

• DE persistente:

- Lettura lenta e stentata (< 3 sill/sec.),
  inaccurata
- Impossibilità di studiare senza aiuto
- Rifiuto della scolarizzazione
- Disturbi di socializzazione
… ma il problema non è la
dislessia…


…è che la dislessia non si vede…..
…e la prognosi ?
La prognosi di un disturbo neuropsicologico in
 età evolutiva non è legata solo all’evoluzione di
quel disturbo ma alla sua frequente comorbidità
   con altre disabilità neuropsicologiche, alle
   interazioni sociali, ai risvolti emotivi che il
 disturbo sollecita ed all’eventuale associazione
          con problemi psicopatologici
                                      (Levi, 1995)
I bambini con disturbo specifico di lettura mostrano più
frequentemente difficoltà emotive e comportamentali
rispetto a bambini senza disturbo di lettura




rispetto a studenti senza disturbi di apprendimento
sono maggiormente esposti ad isolamento sociale e a
rifiuto da parte dei pari
                           (Arthur, 2003; Kuhne & Wiener, 2000)
adolescenti con DA appaiono socialmente più immaturi
 rispetto ai coetanei senza problemi di apprendimento
presentano difficoltà di adattamento scolastico, sintomi
  di sofferenza emotiva ed in particolare depressione


  i disturbi di apprendimento possono essere
considerati pertanto un fattore di rischio per lo
        sviluppo di difficoltà psicosociali
                            (Martinez & Semrud-Clikeman, 2004)
Il rapporto tra DE e problemi psicopatologici
associati è complesso e legato all’interazione di
una pluralità di fattori


•Fattori di rischio
•Fattori di protezione
E’ probabile che si realizzi un percorso che,
dal disturbo di lettura, porti all’ansia ed alla
depressione, con la mediazione di sentimenti di
bassa autostima e di instabilità emozionale
dipendenti dall’insuccesso scolastico

                     (Fleming & Offord, 1990)
In classe, come a casa nell’eseguire le attività
accademiche pomeridiane, il bambino è esposto
alla frustrazione di sentirsi intelligente e nello
stesso tempo incapace di fare una cosa che
risulta così semplice ad altri, come leggere
sei
  distratto       sei pigro
 non ti   asino
impegni
                    non
       sei        capisci
    svogliato
perdita dell’autostima e del
senso di autoefficacia


perdita dell’interesse e della
motivazione
insuccesso


sofferenza


  disagio
oppositività
aggressività
disturbo della condotta
Fobia scolare
Disturbi d’ansia
Attacchi di panico
Demoralizzazione
Depressione
Disturbi somatici
evitamento




fino all’abbandono
    scolastico…
soggetti con DA
(Dweck e Legget, 1988;
Butkowski e Willows, 1980)
                                 HELPLESS

                             evitamento del compito, ansia,
                             noia
                             pessimismo sulle proprie
                             capacità
                             distraibilità e tendenza a
                             divagare
                             incapacità di fronteggiare le
                             difficoltà
Disturbo
                          depressivo




Difficoltà di concentrazione
Inibizione
Carenza dell’iniziativa
Disturbi del sonno
disturbo d’ansia



Difficoltà a concentrarsi
Ansia da prestazione
Difficoltà di memoria
Disturbi del sonno
Attenzione che….

…le difficoltà si riducono ma il disagio
ed i problemi emotivi aumentano man
 mano che le richieste scolastiche si
 fanno più complesse ed implicano un
   approccio più attivo, autonomo e
    consapevole all’apprendimento


       media e media superiore
…la dislessia si compensa…


…le conseguenze psicologiche
   tendono a persistere !
Fattori di rischio per la strutturazione di
disturbi psicopatologici nei DSA:


•gravità del DSA
•segnalazione tardiva
•discontinuità nella presa in carico terapeutica
•discontinuità nella storia scolastica e nelle relazioni
educative
•modalità di elaborazione dei conflitti e organizzazione
di personalità
•peso e ruolo del DSA nelle interazioni familiari e sociali
Fattori di protezione


assistenza didattico-educativa
ambiente educativo e familiare
supportanti
creare un atteggiamento di collaborazione
reciproca tra scuola e famiglia senza perdere
fiducia nel bambino e nelle sue possibilità di
procedere comunque nel cammino scolastico


la capacità da parte degli adulti di sostenere e
riconoscere lo sforzo che il bambino fa
quotidianamente è fondamentale per il suo
benessere
fattori di protezione


ambientali                    personali

famiglia
                             temperamento
scuola
società
Il ruolo della scuola
 La scuola può rivestire una duplice
 funzione:

• individuare la presenza di difficoltà

• predisporre situazioni di
  apprendimento in grado di fornire
  risposte a tali difficoltà
Indicatori di rischio per DSA
  durante il ciclo scolastico
E’ a rischio di DSA un bambino che
     a metà della I elementare
• Non legge e non scrive autonomamente
  parole bisillabiche piane

• Compie errori che deformano
  completamente le parole

• Non controlla il rapporto numero-quantità
E’ a rischio di DSA un bambino che
    alla fine della I elementare
• Legge e scrive sillabando anche parole
  comuni

• Compie errori che deformano la parola

• Non legge o scrive autonomamente frasi
Fine I anno scolare: Indicatori per
     segnalazione lettura-scrittura

• Difficoltà nell’associazione grafema-
  fonema e/o fonema/grafema
• non raggiungimento del controllo sillabico in
  lettura e scrittura
• eccessiva lentezza nella lettura e scrittura
• incapacità a produrre le lettere in
  stampato maiuscolo in modo riconoscibile
Fine II anno scolare: Indicatori per
     segnalazione lettura-scrittura

• Legge ancora per parole
• Compie errori fonologici in lettura e
  scrittura
• Non sa staccare correttamente le parole
• Non sa ripetere quello che ha letto
Caratteristiche del DSA nel II
           ciclo elementare
• Lentezza e non fluidità del processo
• scarsa autocorrezione degli errori
• difficoltà nella programmazione del testo scritto
• difficoltà crescenti nella comprensione del testo
• scarsa consapevolezza della struttura del
  linguaggio
• difficoltà nell’imparare le tabelline
• difficoltà nel controllo delle procedure
  aritmetiche
Possibili indicatori dei DSA (7-12 anni)

• Capacità di lettura e scrittura significativamente
  inferiore alla vivacità intellettiva
• continua a confondere la sequenza delle lettere
  all’interno delle parole
• nella lettura la poca accuratezza, velocità e
  scorrevolezza pregiudicano la comprensione
• l’ortografia è inappropriata all’età (omette,
  inverte, sostituisce)
• nella scrittura spontanea usa un lessico limitato
• non può usare i propri appunti per studiare
Possibili indicatori dei DSA (7-12 anni)

•   Cerca delle scuse per non leggere
•   difficoltà ad apprendere le tabelline
•   confonde destra e sinistra
•   non prende o trascrive i compiti per casa
•   ha difficoltà a ricordare che giorno e mese è
•   ha difficoltà ad organizzarsi nell’uso del diario
    scolastico
•   ha difficoltà a ricordare il proprio numero di
    telefono e/o compleanno
•   ha una difficoltosa gestione del tempo
•   può avere poco senso dell’orientamento
•   ha poca autostima
Caratteristiche del DSA nella
    Scuola Secondaria di I grado
• Difficoltà ortografiche residue
• lentezza nei processi di lettura-scrittura
• necessità di controllo volontario dei processi di
  basso livello
• difficoltà nell’uso di lettura-scrittura come
  strumenti di pensiero, di apprendimento, di
  espressione di concetti
• difficoltà nel controllo delle procedure e delle
  regole (matematica, geometria, analisi logica)
Caratteristiche del DSA nella
    Scuola Secondaria di II grado
• Difficoltà ortografiche residue
• lentezza nei processi di lettura-scrittura
• necessità di controllo volontario dei processi di
  basso livello
• difficoltà nel controllo delle procedure e delle
  regole (matematica, geometria, analisi logica)
• difficoltà nello studio autonomo
• difficoltà nell’uso di linguaggi specifici
• difficoltà nelle lingue
Possibili indicatori dei DSA (oltre i 12
                   anni)
• Continua a leggere lentamente, in modo poco
  fluente e con errori
• ha un bagaglio culturale limitato
• continua ad avere difficoltà nello spelling
• scrive a mano lentamente, con difficoltà e il
  risultato è poco leggibile o illeggibile
• ha migliori competenze orali che scritte
• ha difficoltà nella pianificazione e nella
  composizione di un testo scritto
• ha difficoltà nella sintassi e punteggiatura
Possibili indicatori dei DSA (oltre i 12
                   anni)
• ha difficoltà a riassumere
• ha difficoltà a prendere appunti e a copiare dalla
  lavagna
• rimanda o evita di fare attività che richiedono la
  lettura e la scrittura
• non completa i compiti per casa
• difficoltà nella memorizzazione
• si confonde nell’usare parole lunghe
• ha difficoltà a ricordare i nomi di alcune parole o
  oggetti o nomi di persone familiari
Possibili indicatori dei DSA (oltre i 12
                      anni)

• ha una difficoltosa gestione del tempo
• ha una difficoltà nelle materie letterarie
• ha bassa autostima
• in classe disturba o fa il buffone o è troppo
  calmo
• può essere emotivo, ansioso o ipersensibile
Cosa possono fare gli insegnanti?


Modificazioni della didattica:


MISURE DISPENSATIVE

e STRUMENTI COMPENSATIVI
Il ruolo della famiglia

La famiglia costituisce un luogo
privilegiato, da cui il bambino apprende
esperienze significative che possono
contribuire al superamento del problema
CONCLUSIONI




La    corretta    identificazione   dei    disturbi   di
apprendimento è critica per il benessere del bambino nel
suo percorso scolastico e anche e soprattutto per il suo
futuro inserimento sociale
Possiamo prevenire molti problemi
sociali se identifichiamo i disturbi
dell’apprendimento e forniamo il più
precocemente possibile rimedi nella
educazione del bambino.
Quanto più comprendiamo la natura
della dislessia, tanto più possiamo
essere d’aiuto…; se non comprendiamo
la natura del deficit, rischiamo di
divenire intolleranti…
                         Uta Frith (1995)

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Formazione per insegnati, calabria, Germanò

  • 1. ASSOCIAZIONE I disturbi specifici ITALIANA dell’apprendimento DISLESSIA Corso di Formazione MIUR Insegnanti Referenti Calabria 15 e 16.11.2010 Dott.ssa Eva Germanò Cattedra di Neuropsichiatria Infantile Università di Messina
  • 2. Negli ultimi anni è andata aumentando l’attenzione nei confronti dei disturbi cognitivi in età evolutiva; così sempre più bambini con disturbi di apprendimento giungono ai servizi territoriali per un approfondimento diagnostico. Di conseguenza, è cresciuta la necessità di definire meglio la natura della disabilità, le sue caratteristiche, le possibilità di recupero e gli strumenti di intervento riabilitativo.
  • 3. DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO • Basso rendimento scolastico causato da una bassa potenzialità intellettiva • Basso livello socioculturale • Problemi emotivo-motivazionali • Disabilità sensoriali e cognitive • Disturbi specifici dell’apprendimento
  • 4. Le difficoltà aspecifiche di apprendimento si riferiscono ad una disabilità ad acquisire nuove conoscenze e competenze, estesa a tutta l’esperienza scolastica e sottesa da varie cause: disturbi neurologici; deficit sensoriali; malattie croniche invalidanti; ritardo mentale; disturbi dell’area affettivo- relazionale; carenze degli stimoli educativi e culturali dell’ambiente di appartenenza.
  • 5. Problemi di apprendimento che derivano da fattori ambientali: • Derivano da un’insufficiente quantità e qualità degli imput, sotto forma di stimoli culturali e opportunità educative (svantaggio socioculturale)
  • 6. • I disturbi dell’apprendimento fanno invece riferimento a quelle situazioni in cui l’apprendimento è ostacolato da un cattivo funzionamento del sistema cognitivo, nonostante la presenza di condizioni ambientali adeguate. • Quanto più la disfunzione è estesa, tanto più il disturbo sarà generalizzato, quanto più essa è circoscritta, tanto più gli effetti saranno specifici.
  • 7. DSA: Disturbi Evolutivi Specifici di apprendimento Specificità: disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale • Diagnosi: criterio della discrepanza Consensus Conference – settembre 2006
  • 8. • Dislessia = specifico disturbo nella velocità e nella correttezza della lettura • Disortografia = specifico disturbo nella correttezza della scrittura (intesa come processo di trascrizione tra fonologia e rappresentazione grafemica della parola, da distinguere dalla correttezza morfosintattica) • Disgrafia = specifica difficoltà nella realizzazione manuale dei grafemi • Discalculia = debolezza nella strutturazione delle componenti di cognizione numerica (intelligenza numerica basale: subitizing, meccanismi di quatificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo a mente) e/o difficoltà nelle procedure esecutive (lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri) e/o difficoltà nel calcolo (fatti numerici e algoritmi del calcolo scritto)
  • 9. I Disturbi Specifici di Apprendimento Difficoltà nell’acquisizione del controllo del codice scritto (lettura, scrittura, calcolo) in presenza di: • normodotazione intellettiva • adeguate opportunità di apprendimento in assenza di: • disturbi neuromotori o sensoriali • disturbi psicopatologici (pre-esistenti)
  • 10. Esiste un sostanziale accordo sul fatto che: • La compromissione dell’abilità specifica deve essere significativa (inferiore a -2ds dai valori normativi attesi per l’età o la classe frequentata) • Il livello intellettivo deve essere nei limiti della norma cioè QI non inferiore a -1ds (equivalente ad un QI di 85) rispetto ai valori medi attesi per l’età. Consensus Conference, 2006
  • 11. DSA – Caratteristiche generali • Compromissione significativa e persistente della funzione interessata (-2ds) • Capacità intellettive nella norma (entro 1ds) • Assenza di deficit sensoriali • Assenza di danno neurologico • Assenza di disturbi relazionali (primari) • Presenza di normali opportunità educative
  • 12. DSA – altre caratteristiche • Familiarità per il disturbo nel 60-70% dei casi • Prevalenza accentuata nei maschi • Consistente associazione tra i diversi DSA • Eterogeneità dei quadri funzionali • Eterogeneità dei profili di sviluppo • Associazione con disturbi psicopatologici
  • 13. Il Disturbo Specifico di Apprendimento è: • Una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica, caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura e nella decodifica, • inattesa in rapporto altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica • che influenza negativamente il rendimento scolastico o lavorativo
  • 14. I DSA si caratterizzano • Per difficoltà nucleari che permangono per l’intero percorso scolastico • Per una diversa manifestazione di queste difficoltà nei diversi cicli scolari • Per una interferenza variabile sugli apprendimenti curricolari nei diversi ambiti disciplinari
  • 15. Il disturbo può compromettere • La rapidità/fluidità della lettura/scrittura/calcolo: Lettura/scrittura sillabica, pause, riletture, autocorrezioni; Non automatizzazione fatti numerici e algoritmi • La correttezza della lettura/scrittura/calcolo: Sostituzioni, elisioni-inversioni-aggiunte, errori ortografici; Errori di scrittura, incolonnamento, calcolo • L’uso cognitivo della lettura/scrittura/calcolo: Comprensione, studio; progettazione testo scritto Risoluzione di problemi aritmetici e geometrici
  • 17. •Disturbo Specifico di Lettura (dislessia) Si parla di dislessia solo quando il disturbo di transcodifica è isolato e non può essere messo in relazione con altri disturbi di cui la difficoltà di lettura può essere considerata una conseguenza indiretta.
  • 18. La dislessia evolutiva è un disturbo della lettura che si manifesta in individui in età evolutiva, privi di deficit neurologici, cognitivi, sensoriali, e relazionali e che hanno usufruito di normali opportunità educative e scolastiche. (Principali Sistemi Nosografici)
  • 19. Lettura Caratterizzata da vari processi: -riconoscimento dei segni dell’ortografia; conoscenza delle regole di conversione dei segni grafici in suoni; ricostruzione delle stringhe di suoni in parole del lessico -comprensione del significato delle singole frasi e del testo La dislessia riguarda solo i primi tre processi cioè l’attività di decodifica à trasformazione del codice scritto in c. orale.
  • 20. DISLESSIA significativa e persistente difficoltà ad acquisire e automatizzare i meccanismi di base della lettura
  • 21. L’intelligenza è di solito implicata nell’impiego delle abilità, ma in misura molto minore nella loro acquisizione per acquisire delle buone abilità è necessaria soprattutto una buona dotazione specifica l’intelligenza può in parte migliorare le capacità specifiche o compensarle, ma non può da sola portare un soggetto ad eccellere in un’abilità (Stella, 2004)
  • 22. Cosa accade nella dislessia ?
  • 23. • La DE si manifesta all’inizio del processo di apprendimento della lettura • il bambino mostra subito difficoltà a riconoscere le lettere, a fissare le corrispondenze fra i segni grafici e i suoni, e ad automatizzarle (compierle in modo rapido e senza sforzo apparente) • il primo segno riconoscibile della DE è il lento e faticoso apprendimento della lettura ad alta voce
  • 24. DE: Come si manifesta – Le prime fasi (inizio elementare) Ø Difficoltà e lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e nella applicazione delle “mappature” Grafema-Fonema e viceversa Ø Controllo limitato delle operazioni di analisi e sintesi fonemica con errori che alterano in modo grossolano la struttura fonologica delle parole lette o scritte Ø Accesso Lessicale limitato o assente anche quando le parole sono lette correttamente Ø Capacità di lettura come riconoscimento di un numero limitato di parole note
  • 25. La DE si differenzia dal ritardo di apprendimento per il fatto che il processo di transcodifica dei segni grafici in suoni rimane lento e faticoso per molto tempo, con la presenza di errori frequenti e con la conseguente difficoltà a riconoscere le parole presentate in forma scritta (Stella, 2004)
  • 26. ... LA DISLESSIA EVOLUTIVA Segni Clinici üSostituzioni di lettere simili/omofone: d-b, p-q,m-n,t-f / b-p, t-d, f-v, s-z üInversione di lettere: da=ad, per=pre üTroncamenti di parole üDifficoltà nell’acquisizione dell’alfabeto üDifficoltà a leggere e a pronunciare parole non familiari o poco usate üDifficoltà a mantenere il rigo di lettura o a procedere da dx a sx 2 B 1 A 3 2 -PERCORSI RIABILITATIVI NEI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO- C
  • 27. DE: Come si manifesta – La fase successiva (2-4°elementare) Ø Graduale acquisizione del codice alfabetico e delle “mappature” Grafema-Fonema che non sono pienamente stabilizzate Ø Possono persistere difficoltà nel controllo delle “mappature” ortografiche più complesse Ø L’ analisi e la sintesi fonemica restano operazioni laboriose e scarsamente automatizzate Ø Migliora l’”accesso lessicale” anche se resta lento e limitato alle parole più frequenti
  • 28. DE: Come si manifesta – La fase finale (5°elementare/medie) Ø Padronanza quasi completa del codice alfabetico e stabilizzazione delle “mappature” Grafema-Fonema Ø L’ analisi, la sintesi fonemica e l’”accesso lessicale” cominciano ad automatizzarsi, almeno con le parole di uso più frequente Ø Limitato accesso al Lessico Ortografico Ø Scarsa integrazione dei processi di “decodifica” e “comprensione”: la lettura resta stentata
  • 29. COME POSSIAMO SPIEGARE QUESTE DIFFICOLTA’?
  • 30. deposito labile di alcune informazioni mancata automatizzazione di alcuni processi
  • 31. Le condizioni di partenza nella DE (mancanza di pre-requisiti specifici) ostacolano la fissazione della traccia: •il bambino non apprende negli stessi tempi dei suoi compagni •ha bisogno di una quantità di stimoli molto superiore per fissare la traccia •ha la necessità di una maggiore stabilità nella presentazione
  • 32. perchè un’abilità sia definita tale deve essere eseguita rapidamente e senza sforzo automaticamente
  • 33. Lettura, scrittura e calcolo devono diventare attività automatiche !
  • 34. non produce un carico cognitivo (si può pensare al significato) non richiede attenzione (non ci si stanca) non si può sopprimere (e neanche accelerare con la volontà )
  • 35. Si ha dislessia quando l’automatizzazione dell’identificazione della parola (decodifica) non si sviluppa o si sviluppa in modo incompleto e con difficoltà (ISTITUTO S. DELLA SANITA’ OLANDESE 1999)
  • 36. Sovraccarico della memoria di lavoro • Perdita di informazioni • Errori frequenti
  • 37. Teoria del collo di bottiglia (Perfetti, 1985) Un ritmo lento nel riconoscimento delle parole ostacola la capacità di trattenere ampie unità di testo (più parole insieme) nella memoria di lavoro
  • 38. Inoltre: • Rapido esaurimento dell’attenzione- concentrazione – Facile stancabilità – Riduzione dei tempi di lavoro • Uso compensativo delle competenze sovraordinate – Variabilità delle prestazioni
  • 39. Approccio allo studio del bambino con DSA, sono possibili diversi atteggiamenti: • Dipendenza Ho fatto bene? Mi dici come si fa? • Evitamento/opposizione Non so fare, non voglio fare, non mi interessa • “Eccessivo impegno” Voglio fare tutto, subito, come gli altri, senza aiuto
  • 40. Modello di lettura a due vie Via fonologica: l’assemblaggio della struttura fonologica della parola avviene in modo sequenziale con la trascrizione progressiva dei segmenti grafemici nelle corrispondenti unità fonetiche Via lessicale: la parola viene riconosciuta all’interno del lessico ortografico, viene passata al sistema semantico, segue un processo di ricerca all’interno del lessico fonologico in uscita
  • 41. Modello di lettura a due vie Parola scritta Analisi Ricerca nel grafemica lessico Assemblaggio fonologico Conversione Parola letta segno-suono
  • 42. Come il bambino arriva a costruire le abilità che stanno alla base dei processi di lettura e scrittura: Modello di U. Frith che prevede la presenza di fasi: • stadio logografico (età prescolare): il bambino legge in base alla forma globale delle parole ed, utlizzando degli indici visivi, riconosce un numero limitato di parole • stadio alfabetico: impara a riconoscere e ad applicare le regole di conversione grafema-fonema (via fonologica) • stadio ortografico: la parola viene analizzata secondo regole ortografiche àriconosce e applica le regole di conversione grafema-fonema a parti della parola, scopre le regolarità nella successione delle lettere, segmenta le parole in unità più grandi •stadio lessicale: giunge alla lettura della parola senza passare attraverso la trasformazione grafema-fonema à formazione del magazzino lessicale che permette l’accesso diretto al riconoscimento delle parole
  • 43. i bambini italiani imparano a leggere con la modalità fonologica (lingua ad ortografia regolare e componenziale) i b.ni anglosassoni devono usare da subito la via lessicale ( lingua ad ortografia irregolare processi indirizzati dal lessico)
  • 44. Tuttavia… …anche noi dobbiamo attivare prima possibile la via lessicale… L’esercizio ripetuto determina un aumento di confidenza con la forma ortografica delle parole: PADRONANZA LESSICALE
  • 45. anche se… …le due vie non sono separabili e c’è un reciproco supporto tra rappresentazioni fonologiche e lessicali… E’ possibile che la via fonologica possa essere predominante nelle prime fasi di apprendimento, la via lessicale prenderebbe poi il sopravvento in virtù della sua maggiore rapidità ed efficienza, senza rimpiazzare completamente la via fonologica, che resta necessaria a leggere parole nuove e sconosciute (Stella e coll., 2003)
  • 46. …e nella dislessia ? • l’esercizio incrementa poco la padronanza lessicale
  • 47. rare le dissociazioni (integrità di alcune componenti e danno di altre) Più SPESSO entrambe le procedure non funzionano in modo ottimale estrema variabilità dei profili clinici
  • 48. ØSottogruppo con disfunzione verbale difficoltà > nello spelling e nella decodifica ØSottogruppo con disfunzione visuo-spaziale difficoltà > nell’aritmetica e nell’organizzazione visuo-spaziale ØSottogruppo misto
  • 49. 1. Ipotesi linguistica: deficit della processazione fonologica Deficit fonologico con difficoltà di processing fonologico (Stanovich e Siegel,1994; Tallal, 1997; Snowling, 2001) Questa teoria postula che i dislessici hanno uno specifico problema nella rappresentazione, nell’immagazzinamento e nel recupero dei suoni del linguaggio. Questo deficit impedisce o rallenta l’apprendimento delle corrispondenze Grafema- Fonema in un sistema alfabetico.
  • 50. 2. Ipotesi del deficit visivo/uditivo magnocellulare: disabilità nell’elaborazione degli stimoli visivi e uditivi (Stein e Walsh, 97) Questa teoria presuppone che il deficit fonologico sia secondario rispetto ad un altro deficit nella percezione uditiva di suoni di breve durata e a transizione rapida (es. consonanti) e visiva di stimoli in movimento o in rapida successione.
  • 51. Ipotesi magnocellulare alterazione della via retino-genicolo-corticale sistema magnocellulare à percezione di stimoli ad elevata frequenza temporale e basso contrasto difficoltà di campionamento di stimoli in movimento o in rapida successione (Stein e Walsh, 1997; Tassinari, 1999)
  • 52. 3. Ipotesi di un deficit cerebellare dell’automatizzazione come possibile fattore causale (Nicolson e Fawcett, 2005) Questa teoria postula sia che il cervelletto giochi un ruolo nei processi articolatori che a loro volta influenzano le rappresentazioni fonologiche, sia che intervenga nell’automatizzazione delle attività sovrapprese (tra cui il leggere). Indirettamente questa teoria si fonda sull’osservazione di scarse prestazioni dei dislessici in compiti che richiedono coordinazione motoria.
  • 53. Attualmente esiste un accordo quasi unanime nel riconoscere che l’aspetto centrale del disturbo della lettura abbia un’origine linguistico –fonologica Ramus et al. 2003 Tale interpretazione è stata sostenuta anche dagli studi genetici che confermano il ruolo critico della codifica fonologica nella genesi della DE Pennington, 1990
  • 54. La dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarsa abilità nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit della componente fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura, che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale. Lyon, Shaywitz and Shaywitz, 2003
  • 55. Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit della componente fonologica del linguaggio… • abilità di combinare alcuni segmenti fonologici (consonanti e vocali) • collegare questi segmenti a caratteri arbitrari(lettere) • trascrivere queste connessioni (lettura) • collegare stringhe di lettere (ortografia)
  • 56. Linguaggio orale e linguaggio scritto Continuità o discontinuità? Sottili deficit: recupero lessicale rapido accesso al lessico su imput fonologico memoria di lavoro fonologica consapevolezza fonologica
  • 57. Conoscenza Consapevolezza alfabetica fonemica l’apprendimento dei processi di transcodifica deve obbligatoriamente passare attraverso la conoscenza della parola nella sua veste fonologica
  • 58. Disturbo di lettura insufficienza fonologica rappresentazioni meno chiare della forma fonologica della parola difficoltà a portarla allo stadio della consapevolezza
  • 59. La prevenzione primaria • Le difficoltà nelle competenze comunicativo- linguistiche, motorio-prassiche, uditive e visuospaziali in età prescolare sono possibili indicatori di rischio di DSA, soprattutto in presenza di una anamnesi familiare positiva. • Tali difficoltà devono essere rilevate dal pediatra nel corso dei periodici bilanci di salute, direttamente o su segnalazione da parte dei genitori e/o degli insegnanti della scuola dell’infanzia e del primo anno della scuola Primaria. • Se persistenti nel tempo vanno segnalati ai servizi sanitari dell’età evolutiva per un approfondimento.
  • 60. DE: FATTORI DI RISCHIO ritardo nelle acquisizioni linguistiche (anche solo a livello fonologico) ritardo nelle acquisizioni prassiche più complesse (nodo, costruzioni, pedalare) ritardo o difficoltà nelle competenze grafico- rappresentative (disegno)
  • 61. Le ricerche degli ultimi anni hanno sottolineato due principali fattori di rischio: •la presenza di un ritardo o di un deficit del linguaggio (più il disturbo di linguaggio persiste in età prescolare più aumentano i rischi di un successivo deficit di apprendimento) •la familiarità
  • 64. Componente ereditaria studi su gemelli (Hallgren,1950; Stevenson, 1987; De Fries, 1985, Shaywitz,1990) studi di linkage (Smith, 1983; Rabin, 1993; Morton, 1998) Maggiore incidenza nel sesso maschile
  • 65. Il 40% circa dei fratelli e/o dei genitori di un soggetto dislessico presenta una Dislessia • la familiarità può essere condivisa con quella per Disturbo Specifico di Linguaggio • non sembra possibile stabilire un preciso pattern di ereditabilità della dislessia • differenti aspetti del processo di lettura sarebbero mediati da geni diversi e quindi ereditati separatamente
  • 66. Basi Genetiche della Dislessia Cromosoma 15 (15q21) locus DYX1, Grigorenko, 1997 – Taipele, 2002 DYX1C1 Locus di rischio per dislessia • Cromosoma 6 (6p21.3-22) Kaplan, 2002, DYX2 Grigorenko 2000 – Abilità fonologiche e ortografiche e consapevolezza fonologica in rapporto al QI. • Cromosoma 2 (2p12-16) Francks, 2002, (2p15-p16 DYX3) Fagerheim 1999 – Locus di suscettibilità per la dislessia • Cromosoma 18 (18p11.2 ), (18p11 DYX6), Fisher 2001 e 2002 – Zona di rischio generico? Lettura di parole singole. • Cromosoma 1 (1p34-p36) Rabin, 1993, Froster 1993 • Cromosoma 3 (3p14.1-q13 DYX5), Nopola-Hemmi, 1999; ROBO1 (3p12-q13) •Cromosoma 6 (6p21.3-22 DCDC2 e KIAA0319)
  • 67. Basi Genetiche della Dislessia Alcuni dei geni candidati: ROBO1 (3p12- q13), DYX1C1 (15q15-21), DCDC2 e KIAA0319 (6p21.3-22) codificano proteine coinvolte nello sviluppo e nella migrazione neuronale
  • 68. Basi genetiche della dislessia … As for most cognitive and behavioural traits, phenotypic definition is fraught with difficulties and the genetic basis is complex, making the isolation of genetic risk factors a formidable challenge… …Come per la maggior parte dei tratti comportamentali e cognitivi, la definizione fenotipica è piena di difficoltà e la base genetica è complessa, pertanto il compito di isolare i fattori di rischio genetico costituisce una sfida formidabile... Fisher and DeFries, 2002
  • 69. Anomalie cito-architettoniche corticali Ectopie e displasie (corteccia perisilviana sn, giro frontale inferiore, opercolo parietale) (Galaburda, 1979, 1985) Studi morfometrici Simmetrie emisferiche (planum temporale) (Pennington, 1999) Evidenze di riduzioni volumetriche nel giro frontale inferiore, nel cervelletto anteriore destro (Eckert et al, 2003) Ridotto volume di sostanza grigia nel giro fusiforme e nel cervelletto anteriore bilateralmente (Kronbichler et al, 2008)
  • 70. Risultati degli studi di Neuroimaging funzionale (1) • Anomalie neurofunzionali in aree deputate all’elaborazione linguistica (corteccia temporale, parietale e occipitale sinistra) • cervelletto • ridotte connessioni funzionali tra aree corticali coinvolte nella transcodifica (Petersen, 1990; Salmelin, 1996; Paulesu, 1996; Courchesne, 1997; Shaywitz, 1998; Price, 1997; Brunswick, 1999)
  • 71. Risultati degli studi di Neuroimaging funzionale (2) • Mancato funzionamento delle parti posteriori dell’emisfero sinistro (sistema posteriore P-T e O-T) durante la lettura e durante compiti di elaborazione visiva (non lettura); attivazione compensatoria del sistema anteriore e del sistema posteriore destro. (Simos et al., 2000; Shaywitz et al, 2003) • Alterata attivazione del giro frontale inferiore sinistro (Rumsey et al, 1997; Corina et al, 2001)
  • 72. La natura dei geni identificati ad oggi suggerisce che un disturbo nella migrazione neuronale e una ridotta attività nelle regioni cerebrali dell’emisfero sinistro sia il correlato fisiopatologico della dislessia (Schumacher et al, 2008)
  • 73. I bambini dislessici, pur avendo buone capacità intellettive, hanno limitate capacità di riconoscimento visivo o limitate capacità di analisi fonologica delle parole A causa di queste limitazioni specifiche incontrano grandi difficoltà nell’acquisizione delle corrispondenze tra i segni dell’ortografia e i suoni, oppure non riescono a ricostruire la parola partendo dai singoli suoni che la compongono (Stella, 2004)
  • 74. * La DISLESSIA e’ di origine costituzionale, è presente quindi dalla nascita * si tratta di un carattere ereditabile che non va considerato come una patologia, ma come una variante individuale dello sviluppo, che determina nel soggetto condizioni che ostacolano l’acquisizione e lo sviluppo di alcune abilità * è pertanto la conseguenza funzionale di una peculiare architettura neurofisiologica che, in quanto tale, non è modificabile
  • 75. Per tale ragione i DSA tendono a persistere nel tempo, anche se la compromissione funzionale dei diversi sottosistemi ha andamenti diversi Ciò significa che un dislessico mantiene comunque un’efficienza di lettura diversa da un pari livello di educazione accademica anche dopo molti anni di attività
  • 76. • Carattere evolutivo • diversa espressività del disturbo nelle diverse fasi evolutive • quasi costante associazione ad altri disturbi (comorbidità) à marcata eterogeneità dei profili funzionali e di espressività • carattere neurobiologico delle anomalie processuali che caratterizzano i DSA • il disturbo specifico deve comportare un impatto significativo e negativo per l’adattamento scolastico e le attività di vita quotidiana Consensus Conference, 2006
  • 77. quanto è frequente la dislessia ? 3-4 % popolazione scolastica
  • 78. Il dislessico può leggere e scrivere ? Certamente SI ! ma… è più lento commette più errori
  • 80. DISGRAFIA Disturbo correlato al linguaggio scritto che riguarda le abilità esecutive della scrittura Specifica difficoltà nella realizzazione manuale dei grafemi Si concretizza per una prestazione scadente dal punto di vista della grafia di bambini con intelligenza normale, privi di danni neurologici o di disabilità di tipo percettivo-motorio. Il loro tracciato è difforme rispetto alle convenzioni della scrittura e può presentarsi incerto, inadeguato nella forma e nelle dimensioni.
  • 81. DISGRAFIA Criteri guida per valutare la scrittura di tipo disgrafico ü Velocità di scrittura ü Tendenza alla macro o micrografia ü Discontinuità nel gesto (interruzioni) ü Ritoccatura del segno già tracciato ü Direzionalità della scrittura ü Scrittura in senso orario invece di antiorario ü Inesatta legatura dei segni ü Distanza tra le parole
  • 82. Quando possiamo parlare di disgrafia? PARAMETRI • Lettere o parole mal allineate • spazio insufficiente tra le parole • curve acute di collegamento • irregolarità nei collegamenti (pause) • assenza di collegamenti • collisione di lettere • forma e dimensione delle lettere variabile • deformazioni di lettere • ripassature e correzioni
  • 84. DISORTOGRAFIA •Disortografia = specifico disturbo nella correttezza della scrittura (intesa come processo di trascrizione tra fonologia e rappresentazione grafemica della parola, da distinguere dalla correttezza morfosintattica) •Scrittura caratterizzata da errori ortografici significativamente superiori per numero e caratteristiche rispetto a quelli che ci si dovrebbero aspettare, almeno tenendo conto dell’età, del grado di istruzione della persona e della sua consuetudine alla scrittura.
  • 85. DISORTOGRAFIA Classificazione errori ortografici. ü Errori fonologici (sostituzione, omissione, aggiunta di grafema) difficoltà nell’identificazione dei suoni all’interno delle parole: es conforto > convorto - pezzo – pesso Sostituzione: - per somiglianza fonologica: (d-t; f-v; c-g; r-l) - per somiglianza morfologica:(a-o; n-u) - per entrambe: (d-b; m-n) Omissione: foglia – folia Aggiunta: gelato - gealato
  • 86. DISORTOGRAFIA Classificazione errori ortografici. Errori non fonologici: - inesatta rappresentazione ortografica delle parole (scuola > squola; schiera – sciera) - e. semantico-lessicali: conoscenza del significato della parola all’interno della frase (l’ago > lago); uso degli accenti e dell’h l’ascia che vada; prendi lascia e taglia l’albero Errori di segmentazione: lirequieta – l’irrequieta
  • 88. Ortografia non trasparente: irregolare Inglese: 1000 combinazioni di lettere per 40 suoni Italiano: 33 combinazioni per 25 suoni Ampiezza inusuale del vocabolario Ortografia Irregolare Incidenza significativamente più elevata di dislessia nei paesi anglofoni
  • 89. I DISTURBI DEL CALCOLO
  • 90. Discalculia •Disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale che non hanno subito danni neurologici (Temple, ’92) Circa il 40% dei soggetti dislessici ha anche un disturbo di apprendimento della matematica
  • 91. • Disturbo strumentale specifico nell’apprendimento delle capacità di calcolo, si manifesta attraverso difficoltà nell’acquisizione delle abilità aritmetiche e di conseguenza ostacola la corretta esecuzione delle operazioni matematiche
  • 92. Consensus Conference 2 profili distinti di discalculia, • 1) debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti di cognizione numerica (cioè negli aspetti basali dell’intelligenza numerica, quali: meccanismi di quantificazione, seriazione, comparazione, strategie di calcolo mentale) • 2) compromissioni a livello procedurale e di calcolo (lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri, recupero dei fatti numerici e degli algoritmi del calcolo scritto).
  • 93. 1. La prima tipologia di discalculia è da intendersi come una sorta di cecità ai numeri, ossia come l’incapacità del soggetto di comprendere le numerosità e di manipolarle Trova le sue basi teoriche negli studi di Butterworth (1999; 2007) che ha ipotizzato l’esistenza di un “cervello matematico”, una struttura innata, specializzata nel categorizzare il mondo in termini di numerosità
  • 94. La discalculia sarebbe spiegata, secondo tale cornice teorica, come un disturbo causato da disfunzioni del modulo numerico che compromettono la capacità di rappresentare ed elaborare la numerosità Tali difficoltà, che compromettono i meccanismi basali, costituiscono un ostacolo all’acquisizione delle abilità matematiche superiori
  • 95. 2. Il secondo profilo di discalculia si riferisce in modo specifico alle difficoltà nell’acquisizione delle procedure e degli algoritmi del calcolo (Temple, 1991, 1997) • Dislessia per le cifre: difficoltà nell’acquisizione dei processi lessicali sia nel sistema di comprensione del numero che di produzione del calcolo • Discalculia procedurale: difficoltà nell’acquisizione delle procedure e negli algoritmi del calcolo • Discalculia per i fatti aritmetici
  • 96. 2. Tale profilo di discalculia riguarda in modo particolare quelle che possono essere definite come abilità numeriche di base (low order numerical skills) Queste abilità si identificano con il processamento numerico (leggere e scrivere numeri, identificarne la grandezza..), la conoscenza degli algoritmi di base del calcolo e l’apprendimento dei fatti aritmetici
  • 97. Discalculia: CARATTERISTICHE • Difficoltà nell’automatizzazione delle procedure del conteggio • Difficoltà di transcodifica • Difficoltà nell’acquisizione e nel recupero dei fatti aritmetici • Difficoltà nell’esecuzione di calcoli • Difficoltà nell’applicazione delle procedure di calcolo • Difficoltà visuospaziali
  • 98. quali difficoltà ? § nel conteggio all’indietro tempi lunghi ed errori soprattutto nel cambio di decina § nella ripetizione, lettura e scrittura di numeri complessi a 3-4-5 cifre, con lo 0 in mezzo, etc § controllo dei fatti numerici ed in modo particolare nell’apprendere le tabelline
  • 99. Quando fare la diagnosi? Alla fine della II elementare si possono avere forti indizi la diagnosi si fa però in III elementare
  • 100. La DIAGNOSI dei DSA Nei DSA assume un ruolo di primaria importanza, in considerazione del fatto che è il primo passo necessario a bloccare un circolo vizioso in cui il bambino rischia di rimanere intrappolato.
  • 101. Dare un nome, riconoscere e descrivere un problema è la prima tappa per affrontarlo. In tal modo si restituirà al soggetto dislessico una corretta percezione di sé, rassicurandolo sulla sua intelligenza e sottraendolo al senso di frustrazione cui soggiace quando tenta di migliorare le sue prestazioni.
  • 102. La prima terapia è la diagnosi Consapevolezza della presenza del disturbo (non si vede ma c’è) Inoltre auspicabile che ci sia collegamento tra chi fa la diagnosi, il terapista e gli insegnanti: che si costituisca cioè una rete intorno al bambino e che ci sia un approccio omogeneo, perché da questo dipende gran parte dell’esito degli interventi rieducativi che verranno attuati
  • 103. il bambino lo deve sapere ? quando, come e perchè ?
  • 104. Distinguere i disturbi dalle normali variazioni del rendimento scolastico Distinguere tra difficoltà aspecifiche e specifiche di apprendimento
  • 105. Sul piano diagnostico/operativo, il riconoscimento del criterio della “discrepanza” come aspetto cardine della definizione e diagnosi dei DSA, implica: • la necessità di usare test standardizzati, sia per misurare l’intelligenza generale, che l’abilità specifica • la necessità di escludere la presenza di altre condizioni che potrebbero influenzare i risultati di questi test come: menomazioni sensoriali e neurologiche gravi, disturbi significativi della sfera emotiva; situazioni ambientali di svantaggio socio-culturale che possono interferire con un’adeguata istruzione. Consensus Conference, 2006
  • 106. Disturbo Specifico di Lettura • Necessità di somministrare prove standardizzate di lettura a più livelli: lettere, parole, non parole, brano • Necessità di valutare congiuntamente i due parametri di rapidità/accuratezza nelle performances • Necessità di stabilire una distanza significativa dai valori medi attesi per la classe frequentata dal b.no (-2ds dalla media per la velocità e <5° p.le per l’accuratezza) in uno o nell’altro dei 2 parametri menzionati Consensus Conference, 2006
  • 107. Disturbo Specifico di Scrittura • Suddiviso in due componenti: una di natura linguistica (deficit nei processi di cifratura) e una di natura motoria (deficit nei processi di realizzazione grafica) • Necessità di somministrare prove standardizzate: per la disortografia è condiviso il parametro di valutazione della correttezza (N° di errori e distribuzione percentilare); per la disgrafia i parametri principali di valutazione riguardano la fluenza (-2ds) e l’analisi qualitativa delle caratteristiche del segno grafico Consensus Conference, 2006
  • 108. Disturbi Specifici del Calcolo • Vengono distinti profili connotati da debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti di cognizione numerica (intelligenza numerica basale) e profili che coinvolgono procedure esecutive (lettura, scrittura, incolonnamento di numeri) e il calcolo (fatti numerici e algoritmi del calcolo scritto) • Accordo nell’escludere dalla diagnosi le difficoltà di soluzione dei problemi aritmetici • Necessità di somministrare prove standardizzate che forniscano parametri per valutare la correttezza e la rapidità Consensus Conference , 2006
  • 109. La procedura Diagnostica è intesa come un insieme di processi necessari per: • La Diagnosi clinica (nosografica) • La Diagnosi Funzionale
  • 110. Diagnosi Clinica Due distinte fasi finalizzate all’esame dei criteri diagnostici prima di inclusione e successivamente di esclusione. Nella prima fase: valutazione del livello intellettivo e delle prove necessarie per l’accertamento di un disturbo delle abilità comprese nei DSA (decodifica e comprensione in lettura, ortografia e grafia in scrittura, numero e calcolo in aritmetica). Tale fase consente di formulare una diagnosi provvisoria o di orientamento di DSA Nella seconda fase: indagini cliniche necessarie per la conferma diagnostica mediante l’esclusione della presenza di patologie sensoriali, neurologiche, cognitive e psicopatologiche Consensus Conference – settembre 2006
  • 111. Diagnosi Funzionale • Approfondimento del profilo del disturbo • La Valutazione delle componenti dell’apprendimento si approfondisce e si amplia ad altre abilità fondamentali o complementari (linguistiche, percettive, prassiche, visuomotorie, attentive, mnestiche), ai fattori ambientali e alle condizioni emotive e relazionali per una presa in carico globale • Esame delle comorbilità • Profilo funzionale à presa in carico progetto riabilitativo Consensus Conference – settembre 2006
  • 112. Criteri diagnostici • Grado clinicamente significativo di compromissione dell’abilità scolastica specifica • La compromissione deve essere specifica, non attribuibile pertanto a ritardo mentale: criterio della discrepanza tra il potenziale del bambino ed i sui livelli di profitto • Non devono essere presenti deficit neurologici • Non devono essere presenti disturbi importanti e primari dell’area affettivo-relazionale • Non devono essere presenti fattori esterni capaci di fornire una sufficiente motivazione per le difficoltà scolastiche (assenze prolungate da scuola, istruzione inadeguata) • Il disturbo non deve essere dovuto a difetti non corretti della vista o dell’udito
  • 113. Valutazione del livello cognitivo generale • Scale Wechsler : attenzione al profilo interno delle prove (discrepanze tra subtest verbali e di perfomance) • Profilo ACID: cadute nei subtest Aritmetica, Cifrario, Informazioni, Digit-span • Difficoltà nei subtest che richiedono degli automatismi (cifrario e ricerca simboli) e che coinvolgono la memoria di lavoro (ragionamento aritmetico e memoria di cifre)
  • 114. Valutazione del livello di apprendimento scolastico Lettura: si analizzano i parametri di correttezza e rapidità di lettura attraverso prove standardizzate di lettura di un brano, di liste di parole e non parole; si valuta inoltre la capacità di comprensione del testo tramite prove di comprensione
  • 115. Valutazione del livello di apprendimento scolastico: Scrittura: è necessario valutare grafia, velocità di produzione (efficienza prassica, fino-motoria e oculo-motoria), ortografia, sintassi, rispetto delle regole di punteggiatura, scelta del lessico, organizzazione del contenuto. Si utilizzano prove standardizzate di scrittura su dettato (brano, frasi, liste di parole e non parole) copiato e produzione spontanea.
  • 116. Valutazione del livello di apprendimento scolastico: Processamento numerico: valutazione di enumerazione, transcodifica, calcolo a mente, calcolo scritto ed immagazzinamento dei fatti numerici tramite prove standardizzate
  • 117. Valutazione delle varie funzioni neuropsicologiche: •Competenze linguistiche: linguaggio espressivo e recettivo, abilità metafonologiche e di fluenza verbale. •Competenze percettive visuo-spaziali e d’integrazione visuo-motoria •Abilità di memoria verbale e visuo-spaziale •Abilità di attenzione •Funzioni esecutive •Abilità motorie •Dominanza laterale
  • 118. Quando fare la diagnosi? • Dislessia e disortografia evolutiva: fine della seconda elementare • Discalculia evolutiva: fine terza elementare Vanno ugualmente precocemente rilevati i segni importanti di discrepanza tra le competenze generali e l’apprendimento di lettura, scrittura e calcolo nel primo ciclo della scuola elementare.
  • 119. Esiste un generale consenso sul fatto che il disturbo specifico di lettura modifica la sua espressione nel tempo! Consensus Conference, 2006
  • 120. Caratteristiche evolutive i DSA tendono a persistere nel tempo, anche se la compromissione funzionale dei diversi sottosistemi ha andamenti diversi Ciò significa che un dislessico mantiene comunque un’efficienza di lettura diversa da un pari livello di educazione accademica anche dopo molti anni di attività
  • 121. tende a persistere in età adulta
  • 122. … tende a ridursi… NON GUARIGIONE MA RECUPERO O COMPENSO
  • 123. C’è chi recupera e chi si limita a compensare. Questi ultimi continuano ad avere affaticamento quando leggono, anche se ai test non presentano risultati inferiori alla media. Portano avanti gli studi, ma con fatica
  • 124. DE nell’adolescente/adulto • DE compensata - legge con discreta fluenza (> 3 sill/sec) - legge stimoli significativi senza commettere errori (compenso lessicale) - gli errori emergono negli stimoli a bassa frequenza (non parole – lessico specialistico) - permane deficit automatizzazione
  • 125. DE nell’adolescente/adulto • DE compensata - Conseguenze funzionali marcate: - affaticabilità nei compiti che richiedono lettura, cefalea e disturbi funzionali - difficoltà di comprensione e di studio - difficoltà con le lingue straniere - difficoltà nelle prove a tempo e con risposte a scelta multipla - bassa autostima
  • 126. DE nell’adolescente/adulto • DE recuperata • Prestazioni comparabili in tutti gli ambiti ai normolettori
  • 127. DE nell’adolescente/adulto • DE persistente: - Lettura lenta e stentata (< 3 sill/sec.), inaccurata - Impossibilità di studiare senza aiuto - Rifiuto della scolarizzazione - Disturbi di socializzazione
  • 128. … ma il problema non è la dislessia… …è che la dislessia non si vede…..
  • 130. La prognosi di un disturbo neuropsicologico in età evolutiva non è legata solo all’evoluzione di quel disturbo ma alla sua frequente comorbidità con altre disabilità neuropsicologiche, alle interazioni sociali, ai risvolti emotivi che il disturbo sollecita ed all’eventuale associazione con problemi psicopatologici (Levi, 1995)
  • 131. I bambini con disturbo specifico di lettura mostrano più frequentemente difficoltà emotive e comportamentali rispetto a bambini senza disturbo di lettura rispetto a studenti senza disturbi di apprendimento sono maggiormente esposti ad isolamento sociale e a rifiuto da parte dei pari (Arthur, 2003; Kuhne & Wiener, 2000)
  • 132. adolescenti con DA appaiono socialmente più immaturi rispetto ai coetanei senza problemi di apprendimento presentano difficoltà di adattamento scolastico, sintomi di sofferenza emotiva ed in particolare depressione i disturbi di apprendimento possono essere considerati pertanto un fattore di rischio per lo sviluppo di difficoltà psicosociali (Martinez & Semrud-Clikeman, 2004)
  • 133. Il rapporto tra DE e problemi psicopatologici associati è complesso e legato all’interazione di una pluralità di fattori •Fattori di rischio •Fattori di protezione
  • 134. E’ probabile che si realizzi un percorso che, dal disturbo di lettura, porti all’ansia ed alla depressione, con la mediazione di sentimenti di bassa autostima e di instabilità emozionale dipendenti dall’insuccesso scolastico (Fleming & Offord, 1990)
  • 135. In classe, come a casa nell’eseguire le attività accademiche pomeridiane, il bambino è esposto alla frustrazione di sentirsi intelligente e nello stesso tempo incapace di fare una cosa che risulta così semplice ad altri, come leggere
  • 136. sei distratto sei pigro non ti asino impegni non sei capisci svogliato
  • 137. perdita dell’autostima e del senso di autoefficacia perdita dell’interesse e della motivazione
  • 143. soggetti con DA (Dweck e Legget, 1988; Butkowski e Willows, 1980) HELPLESS evitamento del compito, ansia, noia pessimismo sulle proprie capacità distraibilità e tendenza a divagare incapacità di fronteggiare le difficoltà
  • 144. Disturbo depressivo Difficoltà di concentrazione Inibizione Carenza dell’iniziativa Disturbi del sonno
  • 145. disturbo d’ansia Difficoltà a concentrarsi Ansia da prestazione Difficoltà di memoria Disturbi del sonno
  • 146. Attenzione che…. …le difficoltà si riducono ma il disagio ed i problemi emotivi aumentano man mano che le richieste scolastiche si fanno più complesse ed implicano un approccio più attivo, autonomo e consapevole all’apprendimento media e media superiore
  • 147. …la dislessia si compensa… …le conseguenze psicologiche tendono a persistere !
  • 148. Fattori di rischio per la strutturazione di disturbi psicopatologici nei DSA: •gravità del DSA •segnalazione tardiva •discontinuità nella presa in carico terapeutica •discontinuità nella storia scolastica e nelle relazioni educative •modalità di elaborazione dei conflitti e organizzazione di personalità •peso e ruolo del DSA nelle interazioni familiari e sociali
  • 149. Fattori di protezione assistenza didattico-educativa ambiente educativo e familiare supportanti creare un atteggiamento di collaborazione reciproca tra scuola e famiglia senza perdere fiducia nel bambino e nelle sue possibilità di procedere comunque nel cammino scolastico la capacità da parte degli adulti di sostenere e riconoscere lo sforzo che il bambino fa quotidianamente è fondamentale per il suo benessere
  • 150. fattori di protezione ambientali personali famiglia temperamento scuola società
  • 151. Il ruolo della scuola La scuola può rivestire una duplice funzione: • individuare la presenza di difficoltà • predisporre situazioni di apprendimento in grado di fornire risposte a tali difficoltà
  • 152. Indicatori di rischio per DSA durante il ciclo scolastico
  • 153. E’ a rischio di DSA un bambino che a metà della I elementare • Non legge e non scrive autonomamente parole bisillabiche piane • Compie errori che deformano completamente le parole • Non controlla il rapporto numero-quantità
  • 154. E’ a rischio di DSA un bambino che alla fine della I elementare • Legge e scrive sillabando anche parole comuni • Compie errori che deformano la parola • Non legge o scrive autonomamente frasi
  • 155. Fine I anno scolare: Indicatori per segnalazione lettura-scrittura • Difficoltà nell’associazione grafema- fonema e/o fonema/grafema • non raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura • eccessiva lentezza nella lettura e scrittura • incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile
  • 156. Fine II anno scolare: Indicatori per segnalazione lettura-scrittura • Legge ancora per parole • Compie errori fonologici in lettura e scrittura • Non sa staccare correttamente le parole • Non sa ripetere quello che ha letto
  • 157. Caratteristiche del DSA nel II ciclo elementare • Lentezza e non fluidità del processo • scarsa autocorrezione degli errori • difficoltà nella programmazione del testo scritto • difficoltà crescenti nella comprensione del testo • scarsa consapevolezza della struttura del linguaggio • difficoltà nell’imparare le tabelline • difficoltà nel controllo delle procedure aritmetiche
  • 158. Possibili indicatori dei DSA (7-12 anni) • Capacità di lettura e scrittura significativamente inferiore alla vivacità intellettiva • continua a confondere la sequenza delle lettere all’interno delle parole • nella lettura la poca accuratezza, velocità e scorrevolezza pregiudicano la comprensione • l’ortografia è inappropriata all’età (omette, inverte, sostituisce) • nella scrittura spontanea usa un lessico limitato • non può usare i propri appunti per studiare
  • 159. Possibili indicatori dei DSA (7-12 anni) • Cerca delle scuse per non leggere • difficoltà ad apprendere le tabelline • confonde destra e sinistra • non prende o trascrive i compiti per casa • ha difficoltà a ricordare che giorno e mese è • ha difficoltà ad organizzarsi nell’uso del diario scolastico • ha difficoltà a ricordare il proprio numero di telefono e/o compleanno • ha una difficoltosa gestione del tempo • può avere poco senso dell’orientamento • ha poca autostima
  • 160. Caratteristiche del DSA nella Scuola Secondaria di I grado • Difficoltà ortografiche residue • lentezza nei processi di lettura-scrittura • necessità di controllo volontario dei processi di basso livello • difficoltà nell’uso di lettura-scrittura come strumenti di pensiero, di apprendimento, di espressione di concetti • difficoltà nel controllo delle procedure e delle regole (matematica, geometria, analisi logica)
  • 161. Caratteristiche del DSA nella Scuola Secondaria di II grado • Difficoltà ortografiche residue • lentezza nei processi di lettura-scrittura • necessità di controllo volontario dei processi di basso livello • difficoltà nel controllo delle procedure e delle regole (matematica, geometria, analisi logica) • difficoltà nello studio autonomo • difficoltà nell’uso di linguaggi specifici • difficoltà nelle lingue
  • 162. Possibili indicatori dei DSA (oltre i 12 anni) • Continua a leggere lentamente, in modo poco fluente e con errori • ha un bagaglio culturale limitato • continua ad avere difficoltà nello spelling • scrive a mano lentamente, con difficoltà e il risultato è poco leggibile o illeggibile • ha migliori competenze orali che scritte • ha difficoltà nella pianificazione e nella composizione di un testo scritto • ha difficoltà nella sintassi e punteggiatura
  • 163. Possibili indicatori dei DSA (oltre i 12 anni) • ha difficoltà a riassumere • ha difficoltà a prendere appunti e a copiare dalla lavagna • rimanda o evita di fare attività che richiedono la lettura e la scrittura • non completa i compiti per casa • difficoltà nella memorizzazione • si confonde nell’usare parole lunghe • ha difficoltà a ricordare i nomi di alcune parole o oggetti o nomi di persone familiari
  • 164. Possibili indicatori dei DSA (oltre i 12 anni) • ha una difficoltosa gestione del tempo • ha una difficoltà nelle materie letterarie • ha bassa autostima • in classe disturba o fa il buffone o è troppo calmo • può essere emotivo, ansioso o ipersensibile
  • 165. Cosa possono fare gli insegnanti? Modificazioni della didattica: MISURE DISPENSATIVE e STRUMENTI COMPENSATIVI
  • 166. Il ruolo della famiglia La famiglia costituisce un luogo privilegiato, da cui il bambino apprende esperienze significative che possono contribuire al superamento del problema
  • 167. CONCLUSIONI La corretta identificazione dei disturbi di apprendimento è critica per il benessere del bambino nel suo percorso scolastico e anche e soprattutto per il suo futuro inserimento sociale
  • 168. Possiamo prevenire molti problemi sociali se identifichiamo i disturbi dell’apprendimento e forniamo il più precocemente possibile rimedi nella educazione del bambino.
  • 169. Quanto più comprendiamo la natura della dislessia, tanto più possiamo essere d’aiuto…; se non comprendiamo la natura del deficit, rischiamo di divenire intolleranti… Uta Frith (1995)