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I Quaderni di THINK!

TERZO SETTORE: OLTRE IL DIVARIO DIGITALE

I Quaderni di THINK! N°1

1

TERZO SETTORE:
OLTRE IL DIVARIO DIGITALE

Osservatorio ICT per il non-profit 2012
A cura di: Enrico Acquati

in collaborazione con:
TERZO SETTORE: OLTRE IL DIVARIO DIGITALE

Il portale web della Fondazione
THINK!: approccio e risultati
di david carollo
Premessa
La Fondazione THINK! nasce nell’Ottobre 2010 per volontà di un gruppo di
persone impegnate a promuovere l’Innovazione nei settori dell’Economia,
della Finanza, dell’Industria e dell’Università e si avvale della collaborazione
di un prestigioso Comitato Scientifico e di una rete di autorevoli esperti
internazionali.
L’attività della Fondazione punta all’individuazione di casi di successo per
la creazione di una “Mappa dell’Innovazione”, che ad oggi conta quasi 100
casi provenienti da tutto il mondo ed è in continua crescita grazie al lavoro
di ricerca svolto quotidianamente all’interno della Rete; alla promozione di
eventi, workshop e conferenze in collaborazione con università, centri di
ricerca, istituzioni locali e internazionali, alla promozione e al sostegno di
programmi non-profit per lo sviluppo umano basati sull’uso di tecnologie
informatiche e digitali nei paesi emergenti e in via di sviluppo.
Figura 4: Home page del sito thinkinnovation.org

Fonte: www.thinkinnovation.org website

A tal fine ha realizzato un sito multilingue per consentire lo scambio tra le
più svariate esperienze di innovazione in una logica di “open innovation”,
abbattendo ogni possibile barriera geografica e utilizzando al massimo tutte
le potenzialità dei social media.
Qui si descrive brevemente l’organizzazione e gli strumenti utilizzati per la
propagazione, in tutto il web, dei contenuti pubblicati sul portale. L’obiettivo
dell’attività descritta è far sì che gli articoli pubblicati sul portale vengano
diffusi, in modo possibilmente automatico e comunque con costi organizzativi
molto limitati, sui principali social media, come Facebook, Linkedin e Twitter.

107
Osservatorio ICT per il non-profit 2012

Figura 5: Il “ciclo di vita” dell’informazione di THINK!

Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation

La selezione dell’informazione
Il “ciclo di vita” dell’informazione di THINK!, dalla ricerca di notizie interessanti
alla diffusione crossplatform (fruibili in modo indipendente dalla specifica
piattaforma utilizzata dall’utente) dei contenuti, degli articoli e del blog della
Fondazione, nasce con la consultazione di notizie dal mondo dell’innovazione
tramite il lettore di Feed RSS della Fondazione.
L’ RSS è uno dei più popolari formati per la distribuzione di contenuti web che
permette, tramite un lettore (o aggregatore), di rimanere sempre aggiornati
su nuovi articoli o commenti pubblicati nei siti di interesse, precedentemente
selezionati, senza doverli visitare manualmente uno a uno, raccogliendo
contenuti web, come titoli di notiziari, blog, podcast, in un unico spazio per
una consultazione facilitata.
Figura 6: La fase di selezione dell’informazione

Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation

Strumenti come questo riducono il tempo e gli sforzi necessari per rimanere
regolarmente aggiornati su vari siti, permettendo di creare uno spazio di
informazione unico, in pratica un “notiziario personale”, ovviando nel migliore
dei modi (e in tempo reale) l’utilizzo di newsletter e mailing list.

108
TERZO SETTORE: OLTRE IL DIVARIO DIGITALE

All’interno del lettore è possibile, quindi, trovare una serie di Flussi RSS,
catalogati per tematiche (eGovernment, ICT4D, ecc) e derivanti da tutti i
blog che trattano tematiche quali innovazione e sviluppo di cui si è scelto di
seguire gli aggiornamenti.
All’interno di Google Reader, il lettore della Fondazione, oltre alle news dei
blog è possibile trovare un’altra sorgente di informazione: gli avvisi di Google
Alert.
Google Alert è un servizio gratuito di Google che permette di ricevere email
(o, come in questo caso, Feed RSS) quando Google trova nuovi risultati per
determinate parole chiave, preventivamente selezionate, all’interno di pagine
web, articoli di giornale o blog.
Figura 7: Google Reader

Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation

E’ possibile utilizzare Google Alert per monitorare tutti i contenuti del Web.
Ad esempio, molti utenti utilizzano Google Alert per scoprire che cosa si dica
sulla loro società o sui loro prodotti, per monitorare gli sviluppi di una notizia
o tenersi aggiornati su un determinato settore o sulla concorrenza.
Dopo aver inserito una query (parola chiave) di interesse, Google Alert
controlla regolarmente il Web per verificare se sono disponibili nuovi risultati
per la ricerca impostata.
Nel caso in questione sono stati creati query con parole chiave del tipo:
innovation case history, eGovernment project, ICT4D project, ecc.
Con l’utilizzo di uno strumento come questo è quindi possibile disporre di una
“rassegna stampa digitale” di contenuti relativi a tematiche personalizzabili,
sempre aggiornata e continuamente modificabile.

La generazione del contenuto
Una volta individuato l’argomento di interesse, può iniziare la scrittura del
nuovo articolo: partendo dall’articolo originale trovato è quindi possibile
cercare altre fonti riguardante la stessa notizia per arricchirla e/o aggiungere
ad essa elementi multimediali come video e presentazioni.

109
Osservatorio ICT per il non-profit 2012

Figura 8: La fase di generazione del contenuto

Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation

La diffusione automatica del contenuto
Una volta preparato l’articolo è possibile procedere alla sua pubblicazione
e, successivamente, condivisione su tutti i social media di interesse, con
l’obiettivo di diffondere il suo contenuto e raggiungere il maggior numero
possibile di stakeholder. Questa operazione è tanto importante quanto onerosa
in termini di tempo e risorse, soprattutto nel caso in cui un’organizzazione si
trovi a dover gestire svariati profili all’interno di numerosi social media.
Figura 9: La fase di diffusione automatica del contenuto

Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation

Tuttavia esistono una serie di strumenti che ci permettono di alleggerire il costo
(in termine di energie e risorse) di questo processo di diffusione, rendendolo
in buona parte automatico. Infatti appena l’articolo viene pubblicato genera
un Feed, che innanzitutto, in analogia con quanto descritto nella fase sulla
selezione dell’informazione, finisce all’interno dei lettori RSS di tutte le
persone nel mondo che si sono iscritte al blog di THINK!.
Ma non solo: questo Feed è anche utilizzato da applicazioni che, con un
processo che prende il nome di Syndacation, pubblicano in automatico il
contenuto del nuovo articolo sui social media prescelti. Il loro funzionamento

110
TERZO SETTORE: OLTRE IL DIVARIO DIGITALE

è molto semplice: si comportano come delle agenzie che, una volta ricevuto
l’input, si impegnano a trasmetterlo a tutte le destinazioni selezionate.
Nel caso di THINK! la pagina Fan di Facebook viene alimentata da
un’applicazione di nome “RSS Graffiti”, che in automatico espone in bacheca
gli aggiornamenti ogni qualvolta venga pubblicato un articolo sul blog. Inoltre
la stessa applicazione alimenta le bacheche di altri 6-7 profili di persone che
lavorano in THINK!.
Un’altra applicazione coinvolta nel processo di diffusione, è DLVR, che diffonde
il Feed su altri social media, come Tumblr, Linkedin, Twitter. Gli aggiornamenti
di quest’ultimo vanno poi ad alimentare un’ulteriore stream di informazioni
su Research Gate (community mondiale di ricercatori) ed un gruppo di Viadeo
(social network professionale in stile Linkedin). Il funzionamento è identico a
quello di RSS Graffiti.
In ultima istanza il Feed va a finire anche in un plugin di Wordpress (Syndacation
plugin) del blog personale del presidente di THINK!, alimentato anch’esso in
maniera automatica.
Questo genere di applicazioni permette una divulgazione semplice, veloce e
capillare di tutte le news, eventi e contenuti

La diffusione non-automatica del contenuto
A queste attività automatiche possono essere aggiunte altre azioni
“volontarie”, coinvolte nel processo di diffusione del contenuto, come la
condivisione del nuovo articolo su Gruppi Facebook e Linkedin. Questa
operazione deve essere eseguita manualmente, in quanto la selezione dei
gruppi è inevitabilmente un’attività umana. Lo stesso vale per altri social
network (es. Google+) e altre piattaforme di social news e social bookmark,
community dove è possibile segnalare, commentare e esprimere gradimento
su notizie di vario genere (es. Oknotizie e Diggita per i contenuti in italiano e
Stumbleupon e DIgg per quelli internazionali).
Figura 10: La fase di diffusione non automatica del contenuto da parte del Webmaster

Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation

Inoltre la diffusione può avvenire anche tramite i fruitori dei contenuti stessi,
i visitatori che, tramite i cosiddetti share button presenti all’interno di ogni
pagina, hanno la possibilità di condividerli sui propri social media con un
semplice click.

111
Osservatorio ICT per il non-profit 2012

Figura 11: La fase di diffusione non automatica del contenuto da parte dei visitatori
del sito

Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation

Risultati
I risultati, in termine di diffusione del brand, sono ottimi. Centinaia di utenti
sono costantemente informati sugli aggiornamenti della Fondazione.
Per citare qualche numero 1600 fan sulla Pagina Facebook della Fondazione,
650 membri del gruppo su Linkedin e 600 followers su Twitter. Anche le
sorgenti social di traffico verso il website sono significative: 7% da Facebook,
4% da Linkedin, NING 2% e 1% da Twitter, con una permanenza media sul
sito rispettivamente di 3, 4, 2 e 10 minuti circa.
In conclusione, l’utilizzo di un blog per la comunicazione via web dei contenuti
di qualunque tipo di organizzazione, può risultare fondamentale in termini di
presenza in Rete. L’infrastruttura descritta in questo articolo è di semplice
costruzione e gestione, permettendo ottimi risultati con risparmio di tempo
e risorse. Questo ma non deve però illudere riguardo all’importanza della
componente umana per quanto riguarda gli aspetti relazionali all’interno di
social media e community: le conversazioni e i commenti da esse scaturiti
sono probabilmente gli aspetti che generano più valore all’interno dell’intero
processo, ma richiedono di essere gestiti e non lasciati a se stessi.

112

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  • 2. TERZO SETTORE: OLTRE IL DIVARIO DIGITALE Il portale web della Fondazione THINK!: approccio e risultati di david carollo Premessa La Fondazione THINK! nasce nell’Ottobre 2010 per volontà di un gruppo di persone impegnate a promuovere l’Innovazione nei settori dell’Economia, della Finanza, dell’Industria e dell’Università e si avvale della collaborazione di un prestigioso Comitato Scientifico e di una rete di autorevoli esperti internazionali. L’attività della Fondazione punta all’individuazione di casi di successo per la creazione di una “Mappa dell’Innovazione”, che ad oggi conta quasi 100 casi provenienti da tutto il mondo ed è in continua crescita grazie al lavoro di ricerca svolto quotidianamente all’interno della Rete; alla promozione di eventi, workshop e conferenze in collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni locali e internazionali, alla promozione e al sostegno di programmi non-profit per lo sviluppo umano basati sull’uso di tecnologie informatiche e digitali nei paesi emergenti e in via di sviluppo. Figura 4: Home page del sito thinkinnovation.org Fonte: www.thinkinnovation.org website A tal fine ha realizzato un sito multilingue per consentire lo scambio tra le più svariate esperienze di innovazione in una logica di “open innovation”, abbattendo ogni possibile barriera geografica e utilizzando al massimo tutte le potenzialità dei social media. Qui si descrive brevemente l’organizzazione e gli strumenti utilizzati per la propagazione, in tutto il web, dei contenuti pubblicati sul portale. L’obiettivo dell’attività descritta è far sì che gli articoli pubblicati sul portale vengano diffusi, in modo possibilmente automatico e comunque con costi organizzativi molto limitati, sui principali social media, come Facebook, Linkedin e Twitter. 107
  • 3. Osservatorio ICT per il non-profit 2012 Figura 5: Il “ciclo di vita” dell’informazione di THINK! Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation La selezione dell’informazione Il “ciclo di vita” dell’informazione di THINK!, dalla ricerca di notizie interessanti alla diffusione crossplatform (fruibili in modo indipendente dalla specifica piattaforma utilizzata dall’utente) dei contenuti, degli articoli e del blog della Fondazione, nasce con la consultazione di notizie dal mondo dell’innovazione tramite il lettore di Feed RSS della Fondazione. L’ RSS è uno dei più popolari formati per la distribuzione di contenuti web che permette, tramite un lettore (o aggregatore), di rimanere sempre aggiornati su nuovi articoli o commenti pubblicati nei siti di interesse, precedentemente selezionati, senza doverli visitare manualmente uno a uno, raccogliendo contenuti web, come titoli di notiziari, blog, podcast, in un unico spazio per una consultazione facilitata. Figura 6: La fase di selezione dell’informazione Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation Strumenti come questo riducono il tempo e gli sforzi necessari per rimanere regolarmente aggiornati su vari siti, permettendo di creare uno spazio di informazione unico, in pratica un “notiziario personale”, ovviando nel migliore dei modi (e in tempo reale) l’utilizzo di newsletter e mailing list. 108
  • 4. TERZO SETTORE: OLTRE IL DIVARIO DIGITALE All’interno del lettore è possibile, quindi, trovare una serie di Flussi RSS, catalogati per tematiche (eGovernment, ICT4D, ecc) e derivanti da tutti i blog che trattano tematiche quali innovazione e sviluppo di cui si è scelto di seguire gli aggiornamenti. All’interno di Google Reader, il lettore della Fondazione, oltre alle news dei blog è possibile trovare un’altra sorgente di informazione: gli avvisi di Google Alert. Google Alert è un servizio gratuito di Google che permette di ricevere email (o, come in questo caso, Feed RSS) quando Google trova nuovi risultati per determinate parole chiave, preventivamente selezionate, all’interno di pagine web, articoli di giornale o blog. Figura 7: Google Reader Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation E’ possibile utilizzare Google Alert per monitorare tutti i contenuti del Web. Ad esempio, molti utenti utilizzano Google Alert per scoprire che cosa si dica sulla loro società o sui loro prodotti, per monitorare gli sviluppi di una notizia o tenersi aggiornati su un determinato settore o sulla concorrenza. Dopo aver inserito una query (parola chiave) di interesse, Google Alert controlla regolarmente il Web per verificare se sono disponibili nuovi risultati per la ricerca impostata. Nel caso in questione sono stati creati query con parole chiave del tipo: innovation case history, eGovernment project, ICT4D project, ecc. Con l’utilizzo di uno strumento come questo è quindi possibile disporre di una “rassegna stampa digitale” di contenuti relativi a tematiche personalizzabili, sempre aggiornata e continuamente modificabile. La generazione del contenuto Una volta individuato l’argomento di interesse, può iniziare la scrittura del nuovo articolo: partendo dall’articolo originale trovato è quindi possibile cercare altre fonti riguardante la stessa notizia per arricchirla e/o aggiungere ad essa elementi multimediali come video e presentazioni. 109
  • 5. Osservatorio ICT per il non-profit 2012 Figura 8: La fase di generazione del contenuto Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation La diffusione automatica del contenuto Una volta preparato l’articolo è possibile procedere alla sua pubblicazione e, successivamente, condivisione su tutti i social media di interesse, con l’obiettivo di diffondere il suo contenuto e raggiungere il maggior numero possibile di stakeholder. Questa operazione è tanto importante quanto onerosa in termini di tempo e risorse, soprattutto nel caso in cui un’organizzazione si trovi a dover gestire svariati profili all’interno di numerosi social media. Figura 9: La fase di diffusione automatica del contenuto Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation Tuttavia esistono una serie di strumenti che ci permettono di alleggerire il costo (in termine di energie e risorse) di questo processo di diffusione, rendendolo in buona parte automatico. Infatti appena l’articolo viene pubblicato genera un Feed, che innanzitutto, in analogia con quanto descritto nella fase sulla selezione dell’informazione, finisce all’interno dei lettori RSS di tutte le persone nel mondo che si sono iscritte al blog di THINK!. Ma non solo: questo Feed è anche utilizzato da applicazioni che, con un processo che prende il nome di Syndacation, pubblicano in automatico il contenuto del nuovo articolo sui social media prescelti. Il loro funzionamento 110
  • 6. TERZO SETTORE: OLTRE IL DIVARIO DIGITALE è molto semplice: si comportano come delle agenzie che, una volta ricevuto l’input, si impegnano a trasmetterlo a tutte le destinazioni selezionate. Nel caso di THINK! la pagina Fan di Facebook viene alimentata da un’applicazione di nome “RSS Graffiti”, che in automatico espone in bacheca gli aggiornamenti ogni qualvolta venga pubblicato un articolo sul blog. Inoltre la stessa applicazione alimenta le bacheche di altri 6-7 profili di persone che lavorano in THINK!. Un’altra applicazione coinvolta nel processo di diffusione, è DLVR, che diffonde il Feed su altri social media, come Tumblr, Linkedin, Twitter. Gli aggiornamenti di quest’ultimo vanno poi ad alimentare un’ulteriore stream di informazioni su Research Gate (community mondiale di ricercatori) ed un gruppo di Viadeo (social network professionale in stile Linkedin). Il funzionamento è identico a quello di RSS Graffiti. In ultima istanza il Feed va a finire anche in un plugin di Wordpress (Syndacation plugin) del blog personale del presidente di THINK!, alimentato anch’esso in maniera automatica. Questo genere di applicazioni permette una divulgazione semplice, veloce e capillare di tutte le news, eventi e contenuti La diffusione non-automatica del contenuto A queste attività automatiche possono essere aggiunte altre azioni “volontarie”, coinvolte nel processo di diffusione del contenuto, come la condivisione del nuovo articolo su Gruppi Facebook e Linkedin. Questa operazione deve essere eseguita manualmente, in quanto la selezione dei gruppi è inevitabilmente un’attività umana. Lo stesso vale per altri social network (es. Google+) e altre piattaforme di social news e social bookmark, community dove è possibile segnalare, commentare e esprimere gradimento su notizie di vario genere (es. Oknotizie e Diggita per i contenuti in italiano e Stumbleupon e DIgg per quelli internazionali). Figura 10: La fase di diffusione non automatica del contenuto da parte del Webmaster Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation Inoltre la diffusione può avvenire anche tramite i fruitori dei contenuti stessi, i visitatori che, tramite i cosiddetti share button presenti all’interno di ogni pagina, hanno la possibilità di condividerli sui propri social media con un semplice click. 111
  • 7. Osservatorio ICT per il non-profit 2012 Figura 11: La fase di diffusione non automatica del contenuto da parte dei visitatori del sito Fonte: Think! The Innovation Knowledge Foundation Risultati I risultati, in termine di diffusione del brand, sono ottimi. Centinaia di utenti sono costantemente informati sugli aggiornamenti della Fondazione. Per citare qualche numero 1600 fan sulla Pagina Facebook della Fondazione, 650 membri del gruppo su Linkedin e 600 followers su Twitter. Anche le sorgenti social di traffico verso il website sono significative: 7% da Facebook, 4% da Linkedin, NING 2% e 1% da Twitter, con una permanenza media sul sito rispettivamente di 3, 4, 2 e 10 minuti circa. In conclusione, l’utilizzo di un blog per la comunicazione via web dei contenuti di qualunque tipo di organizzazione, può risultare fondamentale in termini di presenza in Rete. L’infrastruttura descritta in questo articolo è di semplice costruzione e gestione, permettendo ottimi risultati con risparmio di tempo e risorse. Questo ma non deve però illudere riguardo all’importanza della componente umana per quanto riguarda gli aspetti relazionali all’interno di social media e community: le conversazioni e i commenti da esse scaturiti sono probabilmente gli aspetti che generano più valore all’interno dell’intero processo, ma richiedono di essere gestiti e non lasciati a se stessi. 112