Itinerary on the exiled people from Istria and Dalmatia in Udine. Journey to the places of historical memory from the Refugee Camp to the Metallic Village, 1945-1960. An innovative document created by students and teachers of "Stringher" Secondary High School in Udine to develop the Tourism of Memory.
1. Isis “B. Stringher” Udine - anno scolastico 2012-2013
prof. Elio Varutti - Allievi della classe 5^ C TUR, in collaborazione
con Sara Cumin, classe 4^ D ristorazione (discendente di esuli)
Itinerario giuliano a Udine
Esodo istriano, un brano sconosciuto di storia locale
Con tale iniziativa, come dalla nota
del Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca
(MIUR), prot. n. 73000 del 3.2.2010,
si intende dare spazio al “Giorno del
Ricordo”, fissato per legge al 10
febbraio. Si vuole così diffondere la
conoscenza dei tragici eventi, che nel
secondo dopoguerra colpirono gli
italiani vittime delle foibe e gli esuli
istriani, fiumani e dalmati.
2. Classe 5^ C tur e professoressa Maria Pacelli, Storia
Itinerario sull'esodo giuliano a Udine
1. Leoni marciani di Piazza Libertà a Udine.
2. Il Tiepolo nel percorso giuliano. Un riferimento biblico sull’esodo
dell’antichità.
3. Il Villaggio Metallico di Via Monte Sei Busi (zona di Via Gorizia);
oggi le baracche non ci sono più, anzi c'è un campo Rom.
4. Il Campo Profughi di Via Pradamano (lapide del 2007 e affreschi di
Afro Basaldella). Di qui passarono 100 mila profughi dall’Istria. da
Fiume e dalla Dalmazia; era un "Centro di Smistamento Profughi".
3. 5. Il Villaggio Giuliano di Via Cormor Alto - Via Casarsa,
piccole case anni '50 assegnate agli esuli istriani.
6. Il Tempio Ossario. Nei sotterranei furono accolti i profughi
istriani, quando il Centro di Smistamento non aveva più posto.
7. Chiesa della Beata Vergine del Carmine, Via Aquileia. Qui
furono celebrati decine di matrimoni di profughi del vicino
Centro Smistamento Profughi negli anni ‘50.
8. Monumento ai caduti istriani dalmati in Cimitero a Udine,
1990.
9. Parco Vittime delle foibe, Via Bertaldia, Via Manzini, 2010.
Negli anni ’45 e ’50 alcuni profughi si adattarono a vivere
nelle case diroccate di Via Bertaldia; tali abitazioni furono
colpite dai bombardamenti anglo-americani del 1944-’45, che
miravano alla vicina stazione ferroviaria.
4. Vogliamo descrivere le motivazioni della scelta del percorso. I leoni marciani di
Piazza Libertà sono stati un “rifugio visivo” per molti esuli istriani, fiumani e
dalmati. Tali sculture rappresentano la Repubblica di San Marco qui a Udine, come a
Capodistria, a Zara, nel resto della Dalmazia, nelle isole greche, in Medio Oriente e
in ogni territorio della Serenissima. A Venezia, prima di tutto. Guardare tali sculture
e consolarsi era un passatempo per i profughi nel periodo della Ricostruzione. Ecco
perché sono un “rifugio visivo”.
5. Un leone veneziano si trova sopra l’Arco Bollani, costruito nel 1556 su progetto di
Andrea Palladio, sulla salita per il colle del Castello. Questo terzo leone della piazza
ebbe un’esistenza travagliata, forse perché il più imponente. Esso ha però un
collegamento diretto con i leoni di Dalmazia. Fu, infatti, nel 1933 sotto il podestà Gino
di Caporiacco, che la giunta comunale udinese deliberò di ricollocare il leone, in
risposta all’abbattimento dei leoni veneziani, avvenuto a Traù, in Dalmazia, da parte
delle autorità del Regno di Jugoslavia.
Così negli anni ’30 fu riposto un modello di gesso. L’originale, pesante 35 quintali,
realizzato dall’artista vicentino Egisto Caldana, fu posizionato sopra l’arco palladiano
la sera del 6 luglio 1953, con la elegante novità che il felino volge la fronte, anziché la
coda ai cittadini che transitano ai suoi piedi.
6. Il tema dell’esodo
giuliano ci ha fatto
ricordare la
rappresentazione
dell’esodo biblico,
documentata a
Udine da un
affresco di
Giambattista
Tiepolo, col titolo:
“Rachele nasconde
gli idoli” (Museo
Diocesano d’Arte
sacra, Udine).
Tiepolo giunse a
Udine nel 1725, su
invito del patriarca
Dionisio Delfino,
per decorare il suo
palazzo, appena
ristrutturato.
7. IL MONDO CATTOLICO E I PROFUGHI
ISTRIANI E DALMATI
Fu l’arcivescovo di Udine Monsignor
Giuseppe Nogara (1872-1955) ad
attivare, il 2 settembre 1945, la
Pontificia Commissione di Assistenza
per aiutare i profughi istriani,
nominando presidente don Abramo
Freschi
10. Afro, Il trionfo dell’atleta, 1936
Campo
Profughi,
1947-1960
Progetto Ermes Midena, Collegio Convitto ONB 1934-36
11. Lapide in pietra d’Istria, collocata dal Comune di Udine, nel 50.mo
anniversario dell’apertura del Centro di Smistamento Profughi di Via
Pradamano 21.
12. L’Istituto Stringher di Udine
con l’ANVGD in Dalmazia
Nel 1996, dal 18 al 22 settembre, due allieve
della sezione turistica, guidate dalla
professoressa Nadia Tacus, hanno partecipato,
in veste di “ciceroni” ad un viaggio in Dalmazia,
con una comitiva di esuli e con l’ing. Silvio
Cattalini, presidente del Comitato di Udine
dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia
13. Laboratorio di Storia dell’Istituto Stringher di Udine
Dal 2008 lo Stringher con l’ANVGD opera
sul Giorno del Ricordo. Varie conferenze
dell’ing. Silvio Cattalini
2005 – Interviste ai discendenti di mons.
Giulio Vidulich (Lussinpiccolo 1927-Percoto
2003) a cura della prof.ssa Elisabetta Marioni.
3.12.2011 – Conferenza in classe 5^ C tur
dello Stringher di Rosalba Meneghini, figlia di
una profuga istriana di Rovigno.
Intervista a Nerea Mazzoli sul TLT a cura
della pronipote Desireé Mariotti, 2012.
Ricordi di Lidia Illusigh (Pola) a cura del
nipote Massimiliano Rosso, 2012.
Nel 1944-’45 gli istituti scolastici che vanno
da piazza Garibaldi a Largo Ospedale Vecchio
furono un lager delle SS naziste. Tratto da “Sot
la Nape”, 2, 2011.
Mostra “Giorno del Ricordo” 4.2.2012-31.03.2012 –
Stringher Via Crispi, 4 Udine. E’ in Internet.
14. Lavori di sistemazione stradale eedi
Lavori di sistemazione stradale di
riatto del Centro di Smistamento
riatto del Centro di Smistamento
Profughi di Via Pradamano aaUdine, in
Profughi di Via Pradamano Udine, in
una foto del 1955. (Fototeca dei Civici
una foto del 1955. (Fototeca dei Civici
Musei di Udine)
Musei di Udine)
Anni ‘50 - -Sala mensa del Centro
Anni ‘50 Sala mensa del Centro
Smistamento Profughi di Udine
Smistamento Profughi di Udine
(Archivio de IlIlGazzettino)
(Archivio de Gazzettino)
15. Udine, Via Pradamano, 1947-1960 Centro di Smistamento
Profughi. Passano di qui 100 mila esuli inviati nei 109 campi
allestiti in Italia. Oggi è la scuola media “E. Fermi”.
16. Progetto delle abitazioni del Villaggio Giuliano di Via Cormor Alto -
Via Casarsa a Udine, studio di Roma, 1950 – Archivio del Comune
di Udine
17. Villaggio Giuliano
di Via Cormor Alto - Via Casarsa a Udine
Dal 1952 esiste a Udine un insieme di quindici case a schiera,
di due famiglie ciascuna, chiamato dalla gente dell’esodo
“Villaggio Giuliano”. Secondo Giuseppe Marsich, che ricorda
di esservi andato ad abitare nel 1952, si tratta di costruzioni
fatte con i finanziamenti dell’Unrra Casas. Il Villaggio si trova
in un reticolo di strade tra Via Cormor Alto, Via Casarsa e Via
Cordenons. Esso viene ricordato anche da Bruno De Faccio.
Pure dai fratelli Mattini e dai fratelli Tancredi, tutti originari di
Pinguente d’Istria. “Al Villaggio Giuliano jera tanti de
Pinguente – hanno ricordato”.
19. Domenico Mastroianni (Arpino, Frosinone
1891-Roma 1962), Madonna della Rinascita,
bronzo, bassorilievo, Villaggio Giuliano,
Udine
20. Il progetto delle case del Villaggio
Giuliano è stato eseguito a Roma,
dal CNR (Centro Nazionale delle
Ricerche), presso il “Centro Studi
sull’Abitazione” in data 27 agosto
1950, con aggiornamento del
giorno 8 febbraio 1951. Il Comune
di Udine ha timbrato i progetti in
data 21 agosto 1951.
Un’altra informazione raccolta
nelle nostre ricerche scolastiche si
riferisce alla presenza di un
Villaggio Giuliano pure a San
Giorgio di Nogaro, in provincia di
Udine.
D. Mastroianni, Madonna della Rinascita, bronzo, bassorilievo, Villaggio Giuliano, Udine
22. Il pastore Agostino Piccirillo
che ha celebrato il battesimo,
dovrebbe aver lasciato traccia
nei registri della Chiesa
Metodista di Udine. Si
ringrazia il signor Paolo Grillo
di Udine, per la concessione
della fotografia.
Udine - La foto ritrae alcuni profughi istriani che hanno sostato
a Udine prima di trasferirsi in uno stato estero, probabilmente
dell'America del Sud. La foto, del 1955, di proprietà della
signora Giovanna Gandolfo Taverna (la persona al centro con
giacca chiara che tiene un bambino in braccio) è stata fatta in
occasione del battesimo dei due bambini, uno in braccio alla
Giovanna Gandolfo, l'altro in braccio alla madre di Giovanna,
nel locale di culto della Chiesa Evangelica Metodista, all'epoca
in via Romeo Battistigh, vicino a Via Roma.
23. Udine, il Tempio Ossario di Piazzale XXVI luglio, fu costruito dal
1925 al 1940. Usato come sacrario per 25.000 salme di giovani
caduti della Grande Guerra. Il progetto iniziale fu modificato dagli
architetti Alessandro Limongelli e Provino Valle.
24. Un’esule da Pola intervistata nel 2008 ha ricordato
che, verso il 1949, i suoi genitori Anna Sciolis e
Domenico Millia assieme ad altri profughi istriani
furono ospitati nel Tempio Ossario di Udine. Si
tratta di Maria Millia, nata a Rovigno nel 1920.
Si pensi che nel 1959, nel Tempio Ossario, erano
ancora ospitate alcune persone dell’esodo. “Una
famiglia è ospitata nella cripta del Tempio Ossario
– riporta L’Arena di Pola del 28 aprile 1959 – chi
all’asilo notturno e altri nelle case diroccate di Via
Bertaldia, ora demolite”. Si pensi alla coincidenza:
proprio nell’area di Via Bertaldia sorse, nel 2010, il
Parco Vittime delle foibe, citato nel presente
itinerario.
25. La chiesa della Madonna del Carmine sorge in Via Aquileia. E’ del ‘500, ad unica
navata. Presenta un ricco altar maggiore in stile barocco. Notevole è il soffitto, con
affreschi del Seicento di Giulio Cesare Begni. Nella cappella sinistra è stato ricomposto
(nel 1930), il sarcofago del Beato Odorico Mattiussi da Pordenone (1285-1331), opera
trecentesca su quattro colonne dello scultore veneziano Filippo de Sanctis.
Qui furono celebrati decine di matrimoni di profughi del vicino Centro
Smistamento Profughi negli anni ’50, come si può notare dal Libro dei
matrimoni. La sposa, terminata la cerimonia – secondo i racconti della
gente del quartiere – ritornava in gran fretta al Campo Profughi, per
spogliarsi e passare l’abito nuziale ad una coetanea che convolava pure
lei alle nozze.
26. Il monumento è stato inaugurato il 10
febbraio 1990. Si trova a sinistra
dell’ingresso principale del Cimitero
monumentale di Udine, in Viale
Firenze.
Sotto la scultura dell’artista Nino
Gortan, originario di Pinguente
d’Istria, durante le ricorrenze degli
esuli, viene deposta una corona
d’alloro.
Su una lapide in pietra di Aurisina,
l’altorilievo in bronzo di Gortan
rappresenta due uomini agganciati per un
braccio che cadono nel vuoto di una
foiba.
Nino Gortan (1931-2001), artista esule
dall’Istria, aveva radici carniche
ottocentesche a Luincis di Ovaro,
provincia di Udine. Dopo l’esodo l’artista
visse e lasciò varie opere a San Daniele
del Friuli, in provincia di Udine.
27. INTERVISTA SULL’ESODO DALL’ISTRIA
Domanda: Quando i familiari sono scappati dall’Istria?
Risposta: I miei familiari sono scappati da Visinada d’Istria alla fine della seconda guerra mondiale. L’Italia
aveva perso la guerra. Il territorio dell’Istria era passato alla Jugoslavia. Trieste nel 1954 è tornata italiana.
Gli italiani d’Istria furono costretti a lasciare le loro case e tutti i loro beni laggiù per evitare di essere uccisi o
gettati nelle foibe.
D.: Chi erano e dove arrivarono?
R.: I miei nonni materni (Francesco Urbino e Antonia Nina Roppa) e la mia mamma (Bruna Urbino)
scapparono a Trieste. Mio zio Enea Urbino, fratello di mia mamma era scomparso. Aveva solo 17 anni. I
compaesani dicevano che era stato “gettato in foiba”.
D. Dove vennero accolti? Passarono per i Campi Profughi?
R.: Prima passarono per il Silos di Trieste [che era uno dei 18 Campi Profughi del capoluogo giuliano], quello
vicino alla stazione, dove vennero registrati come esuli. In seguito furono ospitati da una famiglia di amici,
mentre la sorella di mia mamma, con la famiglia e i figli, venne mandata nel Campo Profughi di Latina, vicino
a Roma.
D.: In famiglia parlate di quei fatti storici?
R.: Sì, mia mamma mi raccontava di quel periodo, della guerra, di quanto fosse duro sopravvivere, ma anche
della sua vita di paese, del lavoro nei campi, del nonno che suonava le campane e improvvisamente hanno
dovuto lasciare tutto perché erano italiani e stranieri nella loro terra e poi stranieri in Italia.
Curiosità: Visinada si trova a 60 km da Trieste e 60 km da Pola.
Nome e cognome dell’intervistata: Patrizia Dal Dosso
Anno e città di nascita: 1959, Firenze. Data dell’intervista: 16 febbraio 2013
Intervistatrice: Sara Cumin, Mariano del Friuli (GO). Classe 4^ D rist, ISIS “B. Stringher”, Udine
Elaborazioni a cura del prof. Elio Varutti, Economia e gestione delle imprese ristorative
Prof.ssa Carla Maffeo, Storia.
Dott.ssa Anna Maria Zilli, Dirigente scolastico dell’ISIS “ B. Stringher”, Udine.
28. Udine, 2009 - Via Manzini angolo Via Bertaldia (Borgo Aquileia).
Lavori al Parco Vittime delle Foibe – Archivio del Comune di Udine
29. Udine, 25.06.2010 - Via Manzini angolo Via Bertaldia (Borgo Aquileia).
Autorità all’inaugurazione del Monumento alle Vittime delle Foibe con
l’ingegnere Silvio Cattalini, presidente del Comitato Provinciale di
Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd).
Fotografia dell’architetto Claudio Bugatto (Udine), di origine zaratina.
30. Targa commemorativa sul cippo di pietra istriana al Parco Vittime
delle Foibe di Udine, 25.06.2010.
Fotografia dell’architetto Claudio Bugatto (Udine), di origine zaratina. FINE