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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LE SUE TRASFORMAZIONI
ROCHDALE 1844 Nasce a Rochdale (UK) la prima società cooperativa (è la prima che riesce a resistere alla sfida del mercato) Prezzo migliore esistente sul mercato Avanzi di gestione accantonati o distribuiti tra i soci
IN ITALIA - 1 ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
IN ITALIA - 2 1854  Magazzino di previdenza della Associazione Generale degli Operai, a Torino 1856  Prima cooperativa di produzione, ad Altare 1864  Prima banca popolare,  a Lodi 1886  Federazione Nazionale  delle Cooperative
IN ITALIA - 3 Fine Ottocento  crescita notevole, in particolare centro-nord Italia (2.000 cooperative nel 1901) 1925  con il Fascismo soppressione di molte cooperative, organizzazione coatta delle rimanenti
DOPO IL FASCISMO  La Costituzione - art.45 “ La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata.  La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità” RIPRENDE IL MOVIMENTO COOPERATIVO
NASCITA DE “LA PROLETARIA”
GLI ANNI ’50 “ ANNI EROICI”
GLI ANNI ’60 Nel 1957 nasce l’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori I PRIMI PASSI DELLA MODERNIZZAZIONE
GLI ANNI ’70 UNA SVOLTA PER UNA NUOVA TAPPA DELLO SVILUPPO Fusione con  La Fratellanza
GLI ANNI ’70 Largo Agosta  (Marzo 1972) IL PRIMO SUPERMERCATO COOP A ROMA
GLI ANNI ’80 UNA FASE DI CONSOLIDAMENTO
GLI ANNI ’90 1991 - LA “PROLETARIA” DIVENTA COOP TOSCANA LAZIO Nuovo statuto sociale Ruolo delle sezioni soci
GLI ANNI ’90 I NUOVI PROGRAMMI DI SVILUPPO Arrivano  gli ipermercati
NASCE UNICOOP TIRRENO
LA CARTA DEI VALORI I principi:  democrazia, eguaglianza, equità, solidarietà ecc. I soci:  sono la Coop I consumatori:  la Coop opera per rappresentare gli interessi dei consumatori nel mercato e nella società I lavoratori:  chi lavora nella Coop contribuisce a realizzare la missione cooperativa I fornitori:  i rapporti sono improntati sulla trasparenza, l’onestà e la correttezza reciproca
LA CARTA DEI VALORI L’ambiente:  deve essere un bene di tutti La scuola e la cultura:  la Coop fa parte della comunità e dà il suo contributo per migliorarne le condizioni materiali, morali e culturali La pubblica amministrazione:  l’Unione Europea, il Governo centrale, le Regioni, le Amministrazioni locali trovano nelle cooperative disponibilità alla collaborazione La cooperazione:  la Coop ritiene vitale per la comunità lo sviluppo di una cooperazione democratica, unita ed efficiente
COOPERATIVA E ARCHIVIO La cooperativa comunica la sua identità attraverso l’archivio storico
L’ARCHIVIO  TRA ANALOGICO E DIGITALE Analogico:  materiali archivistici classici (documenti, carte, fotografie, ecc.) Digitale:  le nuove tecnologie raccontano l’archivio: la LIM e il Blog
LA LIM Favorisce  una riflessione sul rapporto fra storia,  memoria  e futuro
IL BLOG Identità  Memoria Cooperazione

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UnicoopTirreno - storia

  • 1. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E LE SUE TRASFORMAZIONI
  • 2. ROCHDALE 1844 Nasce a Rochdale (UK) la prima società cooperativa (è la prima che riesce a resistere alla sfida del mercato) Prezzo migliore esistente sul mercato Avanzi di gestione accantonati o distribuiti tra i soci
  • 3.
  • 4. IN ITALIA - 2 1854 Magazzino di previdenza della Associazione Generale degli Operai, a Torino 1856 Prima cooperativa di produzione, ad Altare 1864 Prima banca popolare, a Lodi 1886 Federazione Nazionale delle Cooperative
  • 5. IN ITALIA - 3 Fine Ottocento crescita notevole, in particolare centro-nord Italia (2.000 cooperative nel 1901) 1925 con il Fascismo soppressione di molte cooperative, organizzazione coatta delle rimanenti
  • 6. DOPO IL FASCISMO La Costituzione - art.45 “ La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità” RIPRENDE IL MOVIMENTO COOPERATIVO
  • 7. NASCITA DE “LA PROLETARIA”
  • 8. GLI ANNI ’50 “ ANNI EROICI”
  • 9. GLI ANNI ’60 Nel 1957 nasce l’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori I PRIMI PASSI DELLA MODERNIZZAZIONE
  • 10. GLI ANNI ’70 UNA SVOLTA PER UNA NUOVA TAPPA DELLO SVILUPPO Fusione con La Fratellanza
  • 11. GLI ANNI ’70 Largo Agosta (Marzo 1972) IL PRIMO SUPERMERCATO COOP A ROMA
  • 12. GLI ANNI ’80 UNA FASE DI CONSOLIDAMENTO
  • 13. GLI ANNI ’90 1991 - LA “PROLETARIA” DIVENTA COOP TOSCANA LAZIO Nuovo statuto sociale Ruolo delle sezioni soci
  • 14. GLI ANNI ’90 I NUOVI PROGRAMMI DI SVILUPPO Arrivano gli ipermercati
  • 16. LA CARTA DEI VALORI I principi: democrazia, eguaglianza, equità, solidarietà ecc. I soci: sono la Coop I consumatori: la Coop opera per rappresentare gli interessi dei consumatori nel mercato e nella società I lavoratori: chi lavora nella Coop contribuisce a realizzare la missione cooperativa I fornitori: i rapporti sono improntati sulla trasparenza, l’onestà e la correttezza reciproca
  • 17. LA CARTA DEI VALORI L’ambiente: deve essere un bene di tutti La scuola e la cultura: la Coop fa parte della comunità e dà il suo contributo per migliorarne le condizioni materiali, morali e culturali La pubblica amministrazione: l’Unione Europea, il Governo centrale, le Regioni, le Amministrazioni locali trovano nelle cooperative disponibilità alla collaborazione La cooperazione: la Coop ritiene vitale per la comunità lo sviluppo di una cooperazione democratica, unita ed efficiente
  • 18. COOPERATIVA E ARCHIVIO La cooperativa comunica la sua identità attraverso l’archivio storico
  • 19. L’ARCHIVIO TRA ANALOGICO E DIGITALE Analogico: materiali archivistici classici (documenti, carte, fotografie, ecc.) Digitale: le nuove tecnologie raccontano l’archivio: la LIM e il Blog
  • 20. LA LIM Favorisce una riflessione sul rapporto fra storia, memoria e futuro
  • 21. IL BLOG Identità Memoria Cooperazione

Notas del editor

  1. Rochdale viene ricordata come prima cooperativa per la sua capacità di esistere e resistere sul mercato, molte esperienze analoghe nate in quegli anni fallirono. I principi ispiratori di Rochdale, sia come valori che dal punto di vista pratico (accantonare avanzi di gestione, vendere al prezzo migliore sul mercato e non al prezzo di costo) animano ancora oggi la cooperazione di consumo. I fondatori vengono ricordati con il nome di Probi pionieri di Rochdale. Il primo seme ufficiale della cooperazione di consumo viene piantato nell’agosto del 1844 nella cittadina di Rochdale,a nord di Manchester, in Inghilterra:i principi a cui ancora oggi si ispira la cooperazione di consumatori sono ancora quelli di quei padri fondatori,”i probi pionieri”,come sono stati chiamati I “Probi Pionieri” di Rochdale A Rochdale, nei pressi di Manchester, nell’agosto del 1844 si riunirono quelli che saranno poi chiamati “Probi Pionieri” per ricostituire una cooperativa sorta nel 1833 e fallita nel 1835. Sulla base dell’esperienza il 21 dicembre 1844, di sera, aprirono il negozio di Toad lane. I loro [[principi 1131]] diventarono modello in tutto il mondo. Ecco un elenco dei Probi Pionieri: Charles Howarth ordinatore John Bent sarto James Smithies selezionatore di lane Joseph Smith selezionatore di lane Robert Barkley occupazione sconosciuta Edward Fitton tessitore John Holt tessitore James Lord tessitore Abraham Taylor tessitore James Knowles tessitore James Manock tessitore William William sovrintendente Benjamin Rudman venditore ambulante James Day falegname James Tweedale zoccolaio William Lee tessitore John Whitehead tessitore James Holt tessitore George Ashworth tessitore James Maden tessitore Abraham Holt tessitore Samuel Ashworth magazziniere William Cooper tessitore William Mellalieu filatore
  2. La enorme diffusione del movimento cooperativo in Italia alla fine dell’Ottocento fece progressivamente acquisire la consapevolezza di una identità di intenti sociali, economici e politici al suo interno. Nell’ottobre 1886 si riunì a Milano il I Congresso dei Cooperatori Italiani, al quale aderirono 248 società cooperative in rappresentanza di circa 74.000 soci. Il Congresso decise di costituire una ‘Federazione nazionale delle cooperative’ che iniziò la pubblicazione, dal 1° gennaio 1887, de « La Cooperazione Italiana », periodico che ne diventerà l’organo ufficiale. Nel 1892 la Federazione si trasforma nella Lega Nazionale delle Cooperative. Nella Lega confluiscono cooperative ispirate ai più svariati orientamenti politici. Del resto il dibattito sulla cooperazione coinvolgeva sia i socialisti, che i liberali, i conservatori sociali, i repubblicani, i cattolici; il confronto coinvolgeva anche questioni politiche, in relazione alla natura e alle basi sociali dello stato unitario. Tra i nomi di spicco si incontrano quelli del liberale Luigi Luzzatti (Presidente del Consiglio dei Ministri nel 1910), del cattolico Giuseppe Toniolo, del sindacalista-socialista Nullo Baldini. La Lega partecipa nell’agosto 1895 al Congresso di fondazione dell’Alleanza Cooperativa Internazionale a Londra. Nel 1906 essa promuove la Triplice alleanza del lavoro tra Cooperative, Mutue e Camere del Lavoro.
  3. A seconda dei bisogni nascono diverse forme di cooperative. Molto presto le cooperative sentono il bisogno di aggregarsi e collaborare per garantirsi un’adeguata rappresentanza a livello istituzionale e socio-politico
  4. Agli anni della grande espansione del movimento cooperativo, tra l’età giolittiana e la prima guerra mondiale, seguono gli anni dello squadrismo e dello scioglimento della Lega delle cooperative. Con l’avvento del fascismo si ha la costituzione di un Ente nazionale fascista della Cooperazione. Anni ’20 nascono i primi centri commerciali (la Rinascente), mentre i primi supermercati in Italia vengono realizzati alla fine degli anni ’50, a Milano
  5. All’indomani della liberazione dal fascismo ,dalle macerie della guerra ,in tanti comuni e in tanti paesi d’Italia fioriscono una miriade di punti vendita cooperativi,spinti dal vento di libertà e dalla necessità di combattere il caro vita, il mercato nero,la disoccupazione. Le aspirazioni ideali e sociali che sospingono tale movimento vengono riconosciute dalla stessa Costituzione repubblicana nell’art.45.
  6. E’ In tale contesto di rinascita che a Piombino il 26 febbraio 1945 un gruppo di lavoratori sottoscrive l’atto costitutivo de la Cooperativa popolare di consumo “La Proletaria”il cui compito è quello di provvedere al reperimento e alla distribuzione di generi di prima necessità per una popolazione stremata dalla guerra .
  7. Sono anni duri e difficili,in cui la cooperativa rischia di soccombere ;infatti al fuoco di sbarramento alimentato da tanti piccoli esercenti e bottegai si aggiunge un pesante attacco verso la cooperazione da parte dei governi centristi,in particolare quelli presieduti dall’on.-Mario Scelba. A questo si deve aggiungere la profonda crisi economica che attraversa il paese,una estesa crisi industriale che non risparmia l’area costiera della Toscana,tanto meno una città-fabbrica come Piombino. La situazione peggiora nel giro di pochi anni: ci sono 1600 licenziamenti e aggressioni agli operai e si arriva alla chiusura della Magona d’Italia, con la conseguente crisi economica e l'inasprimento delle lotte del lavoro.
  8. Passata la bufera sociale e politica degli anni precedenti,con gli anni ’60,gli anni del cosiddetto “miracolo italiano” caratterizzato dallo sviluppo industriale e dal mutamento rapido dei consumi e degli stili di vita,emerge la necessità di nuove prospettive per Coop se vuole stare all’altezza dei tempi. Anche in Italia,nonostante i ritardi accumulati rispetto agli altri paesi europei,comincia a prendere piede la grande distribuzione:nel 1957 viene costituita con capitalii americani ed in parte italiani la Supermarkets italiani,ora Esselunga;nel 1958 la Pam;tra il ’58 e il’59 anche due società storiche della grande distribuzione,la Standa e la Rinascente,entrano nel settore dei supermercati. La vecchia dimensione aziendale degli spacci cooperativi non è più adeguata alle nuove forme organizzative della grande distribuzione con l’ingresso dei moderni supermercati,con il libero esercizio.E’ necessario procedere ulteriormente nel processo di concentrazione ,tanto più che ci sono cooperative in evidente difficoltà finanziarie.Vengono compiuti dei passi importanti:si operano ,non senza contrasti,una serie di fusioni come quella con l’Alleanza Grossetana cooperativa di consumo , con le cooperative di scarlino e di Gavorrano, con l’Unione Cooperative della Val di Cornia di Venturina,con la cooperativa popolare di consumo di Campiglia,con la cooperativa di consumo “La Proletaria”di Suvereto.Ma congiuntamente alLe Fusioni si accompagna un processo di riorganizzazione della rete di vendita :si tratta di passare da una rete di spacci di 30-40 metri di superficie di area di vendita ad una moderna rete di superette e supermercati.Questa è la nuova sfida . Nel !957 nasce A.N.C.C. organismo di coordinamento nazionale reso necessario per affrontare i profondi processi di trasformazione che si presentavano nei consumi, nella grande distribuzione, nella società italiana. La cooperazione di consumo si presenta quindi come un sistema di imprese strettamente collegate, sistema unitario e dinamico; il sistema è costituito da più aziende che sono espressione di realtà sociali, economiche, ambientali diverse.
  9. La svolta per porre le basi della costruzione di una cooperativa provinciale e interprovinciale avviene Il 15 gennaio del 1971 quando le due più grandi cooperative di consumo della provincia di Livorno si unificano in un unico soggetto giuridico tramite incorporazione de La Fratellanza ,una cooperativa nata nel marzo del 1945 a Rosignano promossa da un gruppo di operai della Solvay e che nel corso degli anni,come è avvenuto a sud per la Proletaria,raggruppa tutte le piccole cooperative del territorio livornese.Nasce dunque la “Società Cooperativa di consumo La Proletaria” che trasferisce la sede sociale da Piombino a Livorno. Si tratta della conclusione di un processo di concentrazione faticosamente avviato nell’immediato dopoguerra e che giunge a compimento con il matrimonio tra due delle pochissime cooperative della.
  10. La consapevolezza della necessità dello sviluppo nel Lazio ed in particolare nella grande area metropolitana di Roma, in sintonia con i nuovi orientamenti dell’Associazione nazionale,si traduce nel marzo 1972 con l’apertura del primo supermercato Coop a Roma ,a Largo Agosta. Come per molti versi accadrà successivamente in Campania,La sua apertura non è una passeggiata:continui sono gli ostacoli frapposti dalle autorità politiche ed amministrative della città che ne pongono in discussione la legittimità,forte è la contrarietà dei commercianti,si assiste ad una forsennata campagna giornalistica,anche tra le forze politiche amiche c’è tiepidezza
  11. Sono anni in cui la cooperativa conosce ottimi bilanci,un prestito sociale in forte crescita a testimonianza della fiducia dei soci, un ritmo di crescita graduale.I piccoli negozi scompaiono e al loro posto sorgono supermercati e centri commerciali come a Grosseto e a Cecina,a Tarquinia e a San Vincenzo,a Viterbo e a Roma.Nel 1986,dopo 14 anni, a testimonianza di un percorso segnato da prudenza e difficoltà ambientali , si apre il secondo supermercato a Roma,a Colli Aniene,in una zona di nuovo insediamento popolare,dove è avvenuta una delle più significative esperienze di cooperazione di abitazione. Ma lo sviluppo nel Lazio acquista una accellerazione solo con l’acquisto nel 1990 della catena privata di supermercati Stella Market spa che viene riorganizzata secondo i valori e lo stile coop.
  12. Ormai cambiate le sue dimensioni , la sua distribuzione geografica,il suo volto complessivo,nel 1991 Coop la Proletaria diviene Coop Toscana Lazio.Il cambio del nome si accompagna all’approvazione di un nuovo statuto sociale e un nuovo regolamento dove si istituzionalizzano le sezioni soci,organismi di rappresentanza e di partecipazione,rendendo il socio ancor più partecipe ai diversi momenti della vita della cooperativa,svolgendo un ruolo di indirizzo e di controllo sulle scelte complessive.Si tratta di una innovazione che contribuisce notevolmente al dibattito nazionale sui connotati e regole della cooperazione di consumatori.
  13. Nei primi anni’90 ,dopo gli ottimi bilanci del decennio precedente ed un incremento rilevante dei risultati finanziari la cooperativa ritiene necessario,dopo un periodo di stasi,di promuovere importanti programmi di investimento.La decisione di investire negli ipermercati (di fatto l’apertura del primo è a Viterbo nel 1998),esperienza già avviata in altre cooperative (nel 1988 si sono aperti i primi cinque ipermercati cooperativi.), si rivela molto importante ai fini dello sviluppo territoriale ed in particolare di quello campano. I programmi avviati puntano sulla multicanalità :ovvero affidarsi alla garanzia dell’unicità del marchio e contemporaneamente offrire flessibili tipologie di vendita capaci di rispondere a diverse esigenze dei consumatori nelle diverse realtà territoriali,siano quelle della grande area urbana sia quelle del piccolo paese.E’ un periodo non facile quello della fine anni’90,le enormi difficoltà incontrate in Campania fanno si che i consistenti investimenti tardano a produrre risultati.
  14. Ma ormai Le nuove proporzioni e la nuova dimensione geografica sono tali da rendere del tutto insufficiente la denominazione di Coop Toscana Lazio.Dunque nel giugno 2004 Coop Toscana Lazio diviene Unicoop Tirreno.Un nome idoneo a esprimere il concetto di unione e di integrazione tra le varie regioni dove la cooperativa è presente.Un nome che porta dentro di sé tante storie
  15. I principi: la Cooperativa è basata sui valori dell’aiuto reciproco, della responsabilità di ognuno, del lavoro, della democrazia, dell’eguaglianza, dell’equità e della solidarietà. I soci: le Coop sono dei soci. Essi sono entrati volontariamente in cooperativa, l’organizzazione autonoma e democratica che lavora per il loro interesse di consumatori e di risparmiatori. I soci hanno dei vantaggi; vengono informati sull’andamento della cooperativa e le loro critiche o le proposte vengono prese in considerazione. Sono facilitati nel voto sulle scelte fondamentali della società ed eleggono gli amministratori. I consumatori: la Coop opera per rappresentare gli interessi dei consumatori nel mercato e nella società. Alla Coop i consumatori cercano la convenienza su prodotti di qualità, che diano sicurezza e il cui uso sia in armonia con la natura. I lavoratori: la Coop ritiene il lavoro uno degli elementi fondamentali dell’ impresa cooperativa. Per questo assicura alle proprie collaboratrici e ai propri collaboratori pari opportunità, condizioni di lavoro eque, rispetto della dignità personale, valorizzazione delle capacità professionali. Chi lavora nella Coop, qualsiasi funzione svolga, contribuisce a realizzare la missione cooperativa. I fornitori: la Coop sceglie i fornitori di merci e servizi nell’interesse dei suoi soci e di tutti i consumatori. Vengono apprezzati gli imprenditori che godono di buona reputazione, che hanno codici etici di comportamento, che sviluppano programmi sociali, che si dimostrano sensibili ai problemi ambientali, che adottano politiche del lavoro corrette, che si impegnano nell’innovazione e che riconoscono il valore dell’economia cooperativa. I rapporti con i fornitori non potranno che essere improntati a trasparenza, onestà e correttezza reciproche.
  16. L’ambiente: la Coop considera l’ambiente un bene di tutti, che va salvaguardato dagli attacchi della speculazione, dall’uso scriteriato dei beni di consumo, dall’incuria, dal malgoverno. Va anche coltivato per le generazioni future, per preservarne l’integrità e la memoria della storia passata. La scuola e la cultura: La Coop fa parte della comunità e dà il suo contributo per migliorarne le condizioni materiali, morali e culturali. Per questo collabora con la scuola, con istituzioni culturali e scientifiche, con i mezzi di informazione. La pubblica amministrazione: L’Unione Europea, il Governo centrale, le Regioni, le Amministrazioni locali trovano nelle cooperative disponibilità alla collaborazione, nell’interesse dei consumatori e nel rispetto dei diritti costituzionali garantiti alla cooperazione. La cooperazione: La Coop ritiene vitale per la comunità lo sviluppo di una cooperazione democratica, unita e efficiente, con scopi di mutualità, di solidarietà verso i più deboli e svantaggiati, di equità e di benessere e senza fini di speculazione privata.
  17. Esiste un legame tra la cooperativa ed il suo archivio, quest’ultimo considerato in passato un luogo polveroso e lasciato ai margini dell’attività imprenditoriale. Oggi si sta tentando di valorizzare l’Archivio Storico di Ribolla cercando di renderlo uno strumento che racconti l’identità della cooperativa attraverso la memoria contenuta nei suoi documenti.
  18. La peculiarità dell’Archivio Storico di Ribolla è la convivenza al suo interno di due dimensioni che caratterizzano questo contenitore di memoria; l’analogico ed il digitale. Definiamo analogico tutto ciò che riguarda i materiali archivistici classici (documenti, carte, fotografie ecc). La dimensione digitale, invece, riguarda le nuove tecnologie che sono entrate nell’archivio per raccontarlo e per raccontare una memoria ricca di storia utile nel presente e nel futuro. Due tecnologie hanno fatto ingresso nell’archivio attribuendogli un valore aggiunto di notevole importanza e che ancora oggi non è molto diffuso nella realtà archivistica; la LIM ed il Blog.
  19. La Lavagna Interattiva touch screen, amichevolmente chiamata LIM, trasforma il computer ed il proiettore in potenti strumenti per didattica, collaborazione e presentazione. (Con un'immagine del computer proiettata sulla lavagna smart, é possibile premere sull'ampia superficie touch-sensitive per controllare tutte le applicazioni del computer. Utilizzando una penna, é facile lavorare alla lavagna interattiva facendo annotazioni ed evidenziando informazioni rilevanti). Grazie all’ausilio della LIM è possibile (come abbiamo visto dalla presentazione di Antonella Ghisaura) esplorare l’archivio attraverso un viaggio virtuale. La LIM è particolarmente adatta a favorire una riflessione sul rapporto fra storia, memoria e futuro. Le immagini digitalizzate di inizio secolo, i filmati recuperati che si avviano solo con un tocco di un dito, la possibilità di sfogliare fotografie, di ingrandirle, di prenderci appunti sopra, danno nuova vita alle fonti, una vita a volte inaspettata.
  20. Il blog “Memorie Cooperative”, pubblicato all’indirizzo (www.memoriecooperative.it) è realizzato in collaborazione con il Communication Strategies Lab dell’Università degli Studi di Firenze, è uno spazio di discussione culturale centrato sulla memoria al futuro, in cui l’Archivio Storico si pone da subito al centro di un dibattito sui temi che gli sono più cari: cooperazione, memoria, identità e la loro comunicazione. In quest’ottica, il blog non è una semplice brochure pubblicata in rete: si tratta, al contrario, di un ambiente che serve a far vivere e a coordinare gli oggetti comunicativi rivolti non soltanto verso l’esterno, ma anche verso gli stakeholder interni, in una dinamica volta ad analizzare, elaborare e governare l’identità comunicativa dell’Archivio Storico attraverso un dibattito culturale su memoria e cooperazione.