1. Le tentazioni di Gesù
A cura del prof.Fabio Taralla
Testi tratti da «Gesù di Nazaret» di Benedetto XVI e
da «Una Comunità legge il Vangelo» di Silvano Fausti SJ
2. Introduzione
Nelle tentazioni di Gesù c’è il nocciolo
di ogni tentazione: rimuovere Dio,
perchè superfluo e fastidioso; contare
solo sulle proprie forze, mettere ordine
da soli, riconoscere come vere solo le
realtà materiali...Dio è solo un’illusione.
Ciò che conta è l’AVERE, il POTERE e
l’APPARIRE.
3. Introduzione
L’uomo ha la vita ma non è la vita. Come
mantenerla salvandosi dalla morte è il movente di
ogni suo pensare e fare. L’errore originario fu quello
di volerla possedere invece di riceverla in dono.
L’uomo è relazione con le cose, con le persone e con
Dio, che rispettivamente gli assicurano la vita
materiale, quella sociale e la vita spirituale.
Questi sono anche gli ambiti della tentazione con
possibilità di vittoria o caduta.
«e vide che il frutto dell’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per
acquistare saggezza» (Gen3,6)
Gli idoli dell’avere del potere e dell’apparire sono la struttura nullificante del mondo a cui
Dio risponde con il dare, il servire e l’amare.
4. Le tentazioni: non di solo pane
«Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto
per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato
quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il
tentatore allora gli si accostò e gli disse: “Se sei
Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane”. Ma
egli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà
l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di
Dio” (Mt 4,1-4)».
«Quaranta giorni e quaranta notti».
Per quaranta giorni cadde la pioggia del diluvio, quaranti giorni stette Mosè sul Sinai prima
di ricevere i 10 Comandamenti, 40 anni venne provato nel deserto il popolo d’Israele
prima di entrare nella terra promessa.
I quaranta giorni del digiuno di Gesù abbracciano il dramma della storia, che Gesù assume
in sè e sopporta fino in fondo.
5. Le tentazioni: non di solo pane
«fu portato nel deserto»
Nel deserto si trovò Adamo dopo il peccato, nel deserto
camminò Israele dopo la liberazione dall’Egitto: il deserto è il
luogo invivibile della prova.
Nel deserto Gesù è condotto per incontrare i fratelli che in
esso si erano perduti. Il nemico lo si incontra faccia a faccia
nel deserto, nella solitudine di quando ci si oppone a lui.
Fino a quando si è con altri, si può sempre pensare che
«l’inferno sono gli altri». Quando si è da soli, si vede il
nemico in se stessi.
«per essere tentato»
Le tentazioni non esistono finchè si fa il male, vengono
quando ci si ribella ad esso e con violenza proporzionale
all’impegno. In greco tentare viene da peiro che significa
attraversare, passare oltre. Così si fa esperienza, si
diventa periti o esperti a meno di non perire, perchè la
tentazione è una prova che ci fortifica o ci distrugge.
6. Le tentazioni: non di solo pane
«Dal Diavolo»
Diavolo in greco (dià ballo) significa
«divisore»: è colui che divide da Dio e ci
lascia soli. E’ chiamato anche «Satana»
cioè accusatore perchè una volta che
siamo caduti, ci accusa implacabilmente
inchiodandoci alla nostra colpa.
«avendo digiunato, ebbe fame»
Il digiuno di Gesù è riconoscere che la vita viene da Dio e non solo dal cibo; è ristabilire il
giusto ordine, non è il delirio del controllo della volonta sulla vita che si esercita con la
dieta, ma il segno che si riconosce Dio come vita e ogni cibo come suo dono.
La tentazione fa leva sul bisogno «ebbe fame», nel momento di debolezza si avvicina il
nemico.
7. Le tentazioni: non di solo pane
«Se sei Figlio di Dio».
Cristo deve dar prova di sè per diventare
credibile.
Questa richiesta di prove pervade tutto il
corso della vita di Gesù.
Anche noi rivolgiamo questa richiesta a Dio,al
Cristo e alla Chiesa: se esisti, allora
dimostrati!
«Di’ che questi sassi diventino pane».
Che cosa contraddice di più la fede in un Dio
buono se non la fame nel mondo?
La soluzione dei problemi sociali (la povertà, le
guerre, l’ingiustizia), non è forse questo che
dovrebbe fare Dio? La Chiesa non dovrebbe
anzitutto preoccuparsi di dare il pane al mondo?
8. Le tentazioni: non di solo pane
Ci sono altri due racconti sul pane nella vita di
Gesù. Uno è il miracolo della moltiplicazione del
pane (Mc 6,30-44). Perchè Gesù fa adesso quello
che un tempo era stato respinto come tentazione?
La gente sfamata dal pane miracoloso era venuta
per ascoltare Gesù, Parola di Dio; per farlo aveva
lasciato tutto, aperto il loro cuore a Dio e agli altri
in reciprocità e per questo ricevette il pane
quotidiano.
Il secondo racconto è quello dell’Ultima
cena, che diventa l’Eucarestia della Chiesa ed
il miracolo permanente di Gesù sul pane.
Gesù stesso è diventato il chicco di grano che
morendo produce molto frutto (Gv12,24).
Egli stesso è diventato pane per noi, nostro
nutrimento, nel cammino della vita.
9. Le tentazioni: non di solo pane
«Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce
dalla bocca di Dio».
Il pane è importante, la libertà è importante, ma la cosa più
importante di tutte è la costante fedeltà e l’adorazione mai
tradita.
Laddove questo ordine dei beni non viene rispettato ma
rovesciato, non ne consegue mai più giustizia per gli uomini.
Laddove Dio è secondario e messo da parte in nome di cose
più importanti, allora proprio queste cose presunte più
importanti falliscono.
Lo dimostra l’esito tragicamente negativo
dell’esperienza marxista, nata per
trasformare le pietre in pane ha finito per
dare pietre al posto del pane. Così gli aiuti
semplicemente tecnico-materiali dei paesi
ricchi hanno creato la fame dei Paesi del
Terzo mondo.
Se il cuore dell’uomo non è buono, nessun’altra cosa può diventare buona. In questo mondo
dobbiamo opporci alle false illusioni di false filosofie e riconoscere che non viviamo di solo
pane ma anzitutto dell’obbedienza alla parola di Dio. Solo dove si vive questa obbedienza
nascono e crescono quei sentimenti che permettono di procurare anche il pane per tutti.
10. Le tentazioni: non tentare il Signore Dio tuo
«Allora il diavolo lo condusse con sé nella città
santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli
disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta
scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché
non abbia a urtare contro un sasso il tuo
piede». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non
tentare il Signore Dio tuo» (Matteo 4,5-7).
L’intero colloquio della seconda tentazione si
configura come un dibattito tra due esperti della
Scrittura: il diavolo vi appare come teologo che cita e
si serve della Parola invece di mettersi al suo
servizio.
Nella prima tentazione Gesù ha invitato alla fiducia
nella parola del Padre; ora si tratta di mettere alla
prova la sua fiducia nella Parola e la Parola che
deve essere degna di fiducia.
«Gettati giù! Egli ti solleverà»
11. Le tentazioni: non tentare il Signore Dio tuo
«Sul pinnacolo del tempio»
E’ la tentazione centrale: un messianismo che
risponda alle attese religiose, garantendo il
possesso di Dio con segni visibili (Gott mit uns). La
sete del religioso è un’ansia di sicurezza che fa
ricercare i segni della presenza di Dio: così si
cercano i doni invece del Donatore, si pretende di
essere ascoltati invece di ascoltare.
Non conoscerà mai l’amore dei genitori il figlio che
ne cerca sempre conferme. Chi non ha fiducia ha
fame insaziabile di conferme
«Se sei il figlio di Dio, gettati giù»
Dio deve sottoporsi ad un esperimento. Viene provato,
come si provano le merci prima di acquistarle. Deve
sottostare alle condizioni che noi riteniamo necessarie
per ottenere una certezza. Se Dio non mi ascolta allora
non è Dio, se Dio non fa quello che gli chiedo allora
non c’è!
12. Le tentazioni: non tenterai il Signore Dio tuo
«non tenterai il Signore Dio tuo»
La presunzione, che vuole fare di Dio un oggetto
e imporgli le nostre condizioni sperimentali, non
può trovare Dio. Perchè mettiamo da parte
l’intera dimensione dell’amore, dell’ascolto
interiore e riconosciamo come reale solo ciò che
è sperimentabile.
«I puri di cuore vedranno Dio»
Gesù non si è gettato , non è saltato nell’abisso, non ha messo alla
prova Dio; tuttavia è disceso nell’abisso della morte, della notte,
dell’abbandono sulla croce. Ha osato questo salto come atto
dell’amore di Dio per gli uomini, sostenuto dalla fiducia certa
nell’amore del Padre per Lui.
Così si palesa il vero senso del Salmo citato dal diavolo: chi fà la
volonta di Dio sa che in mezzo a tutti gli orrori che può incontrare
non perderà mai un’ultima protezione.
Sa che il fondamento del mondo è l’amore e che anche là dove
nessun uomo può o vuole aiutarlo, egli può andare avanti
riponendo tutta la sua fiducia in Colui che lo ama.
13. Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte
altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la
loro gloria e gli disse:"Tutte queste cose io ti darò, se,
prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose:
"Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto".
Le tentazioni di Gesù: Tutte queste cose ti darò se mi adorerai
Il potere è concesso a chi adora Satana; il potere è il
vero idolo, l’alternativa unica a Dio, è il Dio di questo
mondo.
Gesù sarà Re e avrà «ogni potere in cielo e in terra
(Mt28,18)», ma sulla croce. Lì si rivelerà come libertà
assoluta, mettendo la vita a servizio di tutti, senza
dominare nessuno.
14. Le tentazioni di Gesù: Tutte queste cose ti darò se mi adorerai
«Tutti i regni del mondo con la loro gloria»
Nessun regno di questo mondo è il Regno di Dio.
Il potere che è dato da Dio a Gesù presuppone la croce e la
sua morte. Il Regno di Cristo sarà diverso dai regni della
terra e dal loro splendore, che Satana gli dispiega dinanzi.
La gloria del mondo si dissolve presto.
I regni del mondo, che Satana potè allora
mostrare, sono tutti crollati e la loro gloria si è
mostrata apparenza.
Ma la gloria di Cristo, umile e disposta a soffrire,
lo splendore del suo Regno d’amore non sono
tramontati e non tramonteranno, perchè
morendo hanno vinto la morte.