1. 2 BLUE
PITTORI DI PAESAGGI
ELETTRONICI
Dentro a un labirinto di spazi, fuori dall’uniformità dei tempi e delle musiche correnti, nasce il progetto
elettronico 2Blue. Lo scopo di questa avventura, a metà tra il mondo dell’arte e del suono, è di
scuotere le vecchie forme della musica urbana tracciando alcune linee mobili tra l’architettura, il
design sonoro e il breakbeat della scienza ritmica contemporanea. Sospesi tra dancefloor, spazi urbani
e gallerie d’arte, il duo dell’ elettronica turchese esordisce con la sonorizzazione del libro-catalogo
delle opere di Andrea Chiesi, committente pittorico e specchio su tela del progetto aurale dei 2 Blue.
In definitiva l’ambizione di 2 Blue è quella di fondere pensiero verticale e sonorità spaziali; di essere
ponte tra le diverse contemporaneità esplorate da realtà pulsanti come lo P.S.1 di New York, il Sonar
di Barcellona e le gallerie d’avanguardia come la Laljeputin di Trieste. E’ arrivato il momento
dell’advanced sound painting?
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2. Abbiamo rivolto alcune domande a te freddi, in frequenze metalliche,
Enrico Marani, spregiudicato in un uso diffuso di stanze molto
architetto e agitatore elettronico, ampie in cui disperdere il suono. Il
portavoce dei 2 Blue, e Luca timbro è l’aspetto in cui il piano
Roccatagliati – dj maffioso e percettivo si intrinseca fra udito
scienziato eterodosso del ritmo, vero e proprio e visione. Crediamo
sprofondati nelle ottomane sia l’ambito in cui il suono “si
avvizzite del Chemical Lab… vede”.
Quali sono le motivazioni, Per finire, cosa pensate della
musicali e non, dietro al pro- scena elettronica italiana e
getto 2blue? In primis è un internazionale? Ne siete
progetto maturato intorno al rappresentanti in qualche
Maffia, dove ci siamo conosciuti ed modo atipici…
abbiamo iniziato a discutere di Abbiamo amato questa musica fin
musica; poi molto lentamente è dalla più tenera età, dall’epoca dei
maturata una identità che da un Kraftwerk a “Domenica In”. La
lato è debitrice della club culture e scena elettronica italiana è rappre-
dall’altro della musica eletronica sentata da un manipolo di artisti
che sconfina nella contemporanea. con cui si potrebbe uscire a cena
2blue cerca la propria dimensione senza occupare molti tavoli in un
in spazi alternativi ai club, come le ristorante... il pubblico magari
gallerie e i musei, collaborando con occuperebbe i posti rimasti liberi.
artisti, registi e altri “attori” delle Come dire siamo due gatti. A
più disparate “arti visive”. Nel XXI meno di non considerare fenomeni
secolo appare con evidenza, a come Albertino e company quali
nostro avviso, come la parola non possibili alfieri del suono elettroni-
sia più uno strumento sufficiente co. In sostanza non c’è una scena
per “dire” dell’opera artistica. La elettronica italiana, che raccolga
musica può invece occuparsi di uno scambio fecondo. A parte
questo ambito “non detto”. La poche eccezioni, regnano gelosie e
motivazione principale del nostro ripicche varie da retrobottega.
agire sta nel fondare un progetto Cosa che ci lascia sempre stupe-
aperto, indirizzato verso l’elettroni- fatti. Un senso profondo dell’agire
ca più sperimentale e di ricerca, elettronico, ad esempio nella
cercando un’interazione con le arti composizione, è legato infatti
figurative. all’infezione fra artisti e al libero
circolare di suoni ed idee, vedi alla
Quali difficoltà avete trovato voce campionamento. Crediamo
nel lavorare su tematiche molto a questo aspetto e amiamo
pittoriche dato che la vostra considerare i 2blue un progetto
opera è la colonna sonora di aperto: la collaborazione con
alcuni quadri di Andrea Chiesi? Andrea Chiesi è esplicativa in
Nessuna difficoltà. Si è trattato proposito. Il medium elettronico
semplicemente di assumere un rimanda inoltre ad una scena
atteggiamento artistico aperto alle globale e non a dei confini nazio-
sollecitazioni che giungevano nali. In ogni caso, allargando il
dall’artista con cui stavamo discorso a una scala planetaria,
lavorando. Anzi, sono state proprio crediamo si possa dire che molti
le sue indicazioni che hanno musicisti elettronici non riescono a
generato spesso il suono e le superare la soglia dei cinque
composizioni. Siamo stati onorati album: mancano cioè di quella
text > Paolo Davoli - photo > Stefano Camellini
di aver lavorato con Andrea, robustezza artistica, di quel
discutendo con lui e tenendo bisogno di dire, che vada oltre il
davanti agli occhi i suoi quadri sound del momento. Manca
come spartiti virtuali. Questa l’elaborazione di un percorso
dimensione di lavoro “a program- artistico o esistenziale che non sia
ma” pensiamo sarà la prospettiva strettamente legato alle esigenze
preferenziale di 2blue. del dancefloor o del mercato. Per
questo motivo rispettiamo molto
Partendo dalle teorie estetiche Aphex Twin o dei molossi come i
di Klee, Kandinskj o Merleau- Kraftwerk.
Ponty sull’astrattismo e sulla
visione, quale influenza può
avere sul suono l’optometria? 2 Blue - Fattore Sonoro
Essenzialmente si tratta di un’in- cd (Kom Fut Manifesto - Italia
fluenza legata alla timbrica, ai 2003)
cromatismi del suono. Ne parlava- Andrea Chiesi - Monografia
mo con Andrea, facendogli notare (Lipanjepuntin)
come il blu metallizzato di molte
sue opere ed il gelo che le pervade
si riverberi in suoni particolarmen-
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3. A COME HOUSE
(Mario Caminita)
Gabriele D’Andrea & Andy Drag ‘n’ Drop – Bella Santos – Reset EP (Mantra
Funk – Demorou (Di Più?) Rumba (Stor Disco) Una Vibes ) Ancora un altro bel
Rimango in scia per segnalarvi coppia già collaudata quella di colpo messo a segno da Santos uno
un’altra produzione italiana Gemolotto e Massimino ancora dei pochi produttori italiani capaci di
tribaleggiante, o se preferite affascinati dalle sonorità rockare (passatemi il termine) la
latineggiante, se vogliamo essere latineggianti, ma niente a che dance dei giovani di oggi, perchè in
precisi si tratta di musica vedere con il periodo di Sueno realtà parliamo di musica giovane
afrocubana perfettamente adattata Latino. Qui siamo in piena fatta per i giovani, che non storcono
in chiave house, grazie a questo batucada, un groove indiscutibile il naso all’ascolto di contaminazioni
connubio tra il Maestro Heraldo Da ed un riff di fiati che arriva al di varia estrazione, e che magari
Silva & Rodrigo Amaral , postisi punto giusto , proprio per non non amano le catalogazioni, perché
(virtualmente) nelle mani dei due rendere il tutto un po’ monotono.Il in realtà sarebbe difficile catalogare
produttori. E quindi un turbinio di disco è stampato su un solo lato lo stile di Santos, di una cosa potete
timbales e sax che giocano (almeno quello che mi è capitato star certi, che quando c’è da dare
alternandosi e groovando su una per le mani) dovrei forse intender- potenza lui non è uno che si rispar-
ritmica di tutto rispetto. Un’unica lo come un test , o “poco tempo a mia, e lo sanno bene soprattutto i dj
versione da prendere seriamente disposizione per farne un’altra internazionali, come Pete Tong o
in considerazione, le altre sincera- versione?”. Fatboy Slim o ancora tanti altri dj
mente mi danno l’impressione di (purtroppo pochi italiani, Nemo
un esigenza per riempire il resto propheta in patria), che amano il
del vinile (Avranno fatto meglio suo stile. E così dopo l’energia
Gemolotto e Massimino?). Bob Sinclar – The Beat distribuita con il suo dj set in
goes on (D vision) C’era da occasione dell’evento Reset svoltosi
aspettarselo che quanto prima il a Bologna un paio di mesi fa, che
più veloce se lo sarebbe vedeva anche la presenza di Timo
Jolly Music - Talco Uno
accaparrato.Un disco di sicuro Maas , X-Press 2 , Richard Scanty...
(Illustrious) Jolly Music, due effetto sia in pista sia in radio. Il ecco che pubblica un nuovo EP
ragazzi romani ispirati dai suoni
soggetto in questione non ha dedicato proprio a quelle atmosfere
elettrodance di fine 70 inizi 80,e
sicuramente bisogno di troppe due traccie che tra l’altro suonò per
che già da qualche anno manipo- presentazioni. Dj e produttore da la prima volta proprio in quella
lando i suoni elettronici sono
oltre 15 anni, Bob Sinclar ha di occasione, e che considerando
riusciti ad aprirsi un varco impor-
recente sfornato questo brano l’effetto che hanno sortito , ha
tante nel mondo della dance destinato a diventare una hit voluto includerle in questo disco. Nel
internazionale . “Talco uno” è uno
mondiale. Oggettivamente aldilà di Lato A c’è “It’s Da House” in pieno
di quei dischi che tiene alto il buon
ogni possibile retorica, questo stile Santos, pattern ritmici possenti
nome dei produttori italiani brano è un ulteriore conferma che si avvinghiano ai demoniaci
all’estero, non a caso è stato
(casomai ce ne fosse ancora sinth costruiti per una configurazio-
parecchio suonato da illustri dj’s
bisogno) che anche i dj’s più ne da rock elettronico dell’anno
internazionali (tra gli eletti l’im- “fighi” sanno bene che sonorità 3000, e giù dritto nel più profondo
mancabile Pete “Mida’s touch”
creare se vogliono fare i soldini. delle coscienze di chi balla e non
Tong) prima di essere ufficialmente
Per l’occasione il bravo Bob ha vuole sentire menate su questo o su
publicato con due versioni curate affidato i remix a chi di dovere, quello, pura energia rock dritta allo
da altrettanti team vincenti, come
come “Roger Sanchez” che senza scopo. Non per essere ripetitivo ma
“Tiefschwarze” , sempre fedeli al
discostarsi più di tanto dal tema tenendo in considerazione una certa
loro sound accativante con una originale si è limitato a esterofilia che contraddistingue
linea di basso iper trainante che
“tribaleggiare” le ritmiche, con un buona parte di noi italiani, ci terrei a
supporta un cantato maschile
risultato non sconvolgente ma farvi sapere che il disco già circola
sicuramente originale . E poi c’è la efficace, e poi “Junior Jack” che da un pò in Inghilterra e che i
versione dei “Mutiny” più minimali
evidentemente non ha ancora consensi non hanno tardato ad
nella scelta dei suoni, sempre
voglia di stupirci e non cambia di arrivare, piazzandosi immediata-
fluttuando tra VCA e Oscillatori e un rigo le soluzioni di arrangia- mente tra le buzz charts proprio di
quindi rispettando la filologia
mento a lui (e Kid Creme) tanto Pete Tong. Ma torniamo al disco sul
elettronica tanto cara ai Jolly
care negli ultimi mesi, certo di un lato B ci sono due tracce “U#1” dove
music, caratterizzando il tutto con risultato che non vi deluderà, le ritmiche cavalcano tra il breakbeat
alcuni interventi (campioni) di
soprattutto in pista.Anche qui ed il funk sostenendo una poderosa
tromba non proprio definiti ma che
provare per credere. linea di basso (roba che se provate a
trovo ben calibrati nel contesto
suonarla con il giusto volume
generale.Se non avete avuto
buttate giù i palazzi) da urlo, e per
ancora l’opportunità di ascoltare
chiudere l’ormai classico dj tools ,
queste tracce sappiate che avete
che per l’occasione si chiama “X
perso del tempo. Provare per
Press Tool”, ovviamente ispirato
credere.
sempre alla serata Reset e alle
mentalizzazioni(?) del trio presente
all’evento. Insomma un Santos in
piena forma.
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4. Bomboniera - 16x16x10 cm
(scatola chiusa) tecnica mista
ADRIANO PERSIANI
“STRABILIA” E GIOCATTOLI NOTTURNI
(ORSETTI, TASSIDERMIE E PICCOLE LENZUOLA)
Cenerentola è diventata regina Volgiti, volgiti, guarda: c’è sangue nella scarpa.
solo perché i rispettivi piedi di Strettina è la scarpetta.
Anastasia e Genoveffa non poteva- La vera sposa è ancor nella casetta.
no “semplicemente” entrare nella (Jacob e Wilhelm Grimm)
scarpetta di vetro “sposa principe”.
Questo è quanto la tradizione orale
tramanda per conciliare il sonno
dei bambini. Ma nonostante
l’opportuna mutilazione censoria
con cui da sempre è raccontata la
fiaba, la “realtà” è un’altra. Le
sorellastre si tagliarono un dito ed
un pezzo di calcagno e finalmente
s’ infilarono la scarpa, il principe
intese l’inganno dal sangue che
sgorgava in rivoli sul suo cavallo
bianco e sposò infine la famigerata
protagonista. La stessa sprezzante
ironia con cui Jacob e Wilhelm
Grimm macchiano di sangue i
pastellati paradisi dell’infanzia, la
si ritrova magicamente nell’opera
di Adriano Persiani.
Per una sua personale capacità di
rivelazione di qualcosa d’altro di
notturno, micidiale e inquietante di
quel perduto mondo tenero
d’orsetti e di balocchi, di
animalucci imbalsamati e di
lenzuolina infantili, Adriano
Persiani si dedica alla creazione di
suppellettili tragicamente buffe,
nelle quali, se da un lato si
evidenzia una disarmante innocen-
za e dolcezza di bambino cresciuto
in fretta e furia, dall’altro si
comprende una sorta di
psicopatologia come di chi ha
prematuramente acquisito la
percezione feticista del suo interno
molle (le feci e le urine, le budella
e gli intestini, le lacrime e il
sangue, il vomito e la saliva). Con
“Sempre...” - 24x36x16 cm
(circa cad.) tecnica mista
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5. tali presupposti, vediamo dunque Nella notte c’era una volta
l’artista avventarsi con infinita una realtà che soffriva d’insonnia
dolcezza chirurgica sui balocchi Allora la fata matrigna veniva
spelacchiati che tutti dimenticano e realmente la prese per mano
negli scatoloni impolverati delle la re la re la realtà
proprie cantine, e, nel suo perso- (Luis Aragon)
nale istituto di medicina legale (in
cui l’atmosfera è come sempre
soffusa di rosa confetto), lo
vediamo alle prese con strani
esperimenti di anatomia in cui le
cavie sottoposte sono proprio
arruffati cagnolini e infeltriti orsetti
(tra i quali la famosa icona pop
dell’ammorbidente Coccolino) che
vengono di volta in volta sezionati, Adriano Persiani mette sangue nel demoni alle prese con pelucchi e
annegati, soffocati nel talco, marzapane. Decide una sospensio- sfilacci similari alle interiora di
mummificati e imbrattati di acide ne emotiva che sta tra il divertito e qualche loro vittima. La “classifica-
colorazioni transgenetiche. Ma in l’impaurito, tra il senso di tenerez- zione” potrebbe continuare oltre,
questo suo tentativo di rivelazione za e l’istinto sadico, tra l’adorazio- ma l’esito strabiliante d’ogni opera
di una drammatica presenza ne e lo schifo, tra la maternità e la rimane immutato. Pertanto,
d’atroci fluidi corporali all’interno di morte. Il suo lavoro è volto infatti incurante e disinteressato alla
questi giocattoli (con quelle stesse alla ricontestualizzazione artistica metropolitana attualità del presen-
intenzioni catartiche della Body Art dell’ingenuo e sereno mondo te, ma anzi, come un inconsapevo-
performativa dei tardi anni Settan- infantile in termini tali da esaltarne le frequentatore dell’entourage
ta), il fine che emerge dalla sua le valenze ironiche e surrealista del “Café de la Place
opera è una sorta di scarto ironico sadomasochistiche, grazie alle Blanche” (specialmente quando
e leggerezza ludica (la stessa con quali arriva a metterne in risalto prendeva il caffè impellicciato
cui il “piccolo chimico” giocherella l’irrimediabile assenza di vita. l’amica e musa Meret Oppenheim),
con il gas “Zyklon B”), attraverso Adriano Persiani si diverte (o forse
la quale, è indicata la constatazio- Neanche a dirlo, l’altro principale no) nella creazione di un desueto
ne e mostrazione di un rassicuran- interesse dell’artista è l’intervento neoreliquiario contemporaneo con
te materiale di gommapiuma e su un quotidiano bestiario sottopo- tanto di teche in vetro (o
soffice interno per cuscino. sto all’arte della tassidermia. plexiglas). Lì dentro, protette e
Avvenuta in questi modi ciò che si L’assenza di vita, o meglio, la vita adorate, si susseguono le rare
potrebbe definire come una disidratata (ma pur sempre apparizioni fiabesche sopra
spaesata riappropriazione consa- conservata e resa quasi eterna) di descritte, che forse, proprio per la
pevole del giocattolo così come granchietti, fagiani, coccodrilli, loro caustica e bizzarra bellezza,
deve essere (senza carne, feci e piccioni e scoiattoli, viene per così potrebbero avere ideale collocazio-
urine, intestina e budella, lacrime dire enfatizzata e immessa di ne tra i deliranti cadavres exquisis
e sangue, vomito e saliva), si calore attraverso deliziose collezio- di certe mostre parigine degli anni
delinea chiaramente una pratica ni haute couture memori dell’arte Trenta, nelle biblioteche di certe
indicazione per la corretta fruizione sartoriale del mondo piccino di fate vecchie case vittoriane e nella
dell’opera. In sostanza, dopo una e gnomi. Adriano Persiani cuce e cameretta dei giochi di Mercoledì
prima percezione di simulata ritaglia cappucci e mantelline, Addams.
atrocità verso quei piccoli corpicini, vestitini, mascherine e copricapi
emerge una sensazione di delicata rosa di pannolenci che, come in Meticoloso microchirurgo, giocatto-
piacevolezza e uno stupore una colta allucinazione onirica, laio barocco e aristocratico sarto
fanciullesco capace di sollevare e vengono fatti indossare ai piccoli delle favole, Adriano Persiani tenta
alleggerire l’intensa peculiarità cadaveri, denaturandone in questo l’iconismo artistico di due
concettuale delle opere. modo le loro macabre e tematiche “semplici”. Il gioco e la
angoscianti caratteristiche. E’ morte. Il loro confondersi a
Gli appunti di tali esperimenti di quindi possibile ravvisare un vicenda. Il dolce annientarsi l’un
microchirurgia sono presi a biro ribaltamento percettivo per il l’altro. Come se, il patologico
rossa su lenzuola imbottite. Il quale, allo spontaneo timore e sentimentalismo di quando si culla
disegno regressivo (o di bambino disgusto per le “cose della morte”, il proprio amico orsetto, fosse
rinchiuso in orfanotrofio), minimale si sostituisce candidamente un capace di distruggere l’orrore della
e sofferto, descrive atroci sorriso amaro e una vaga, nostal- morte. E viceversa.
menomazioni d’antichi amici gica allegrezza quasi circense.
orsetti. Il supporto tessile è intriso Così, a svelare il melanconico
e fiorato di quei fiorellini delle sense of humour del quale si serve
culle. Progressivamente, le l’artista, si dispiega tutto un
text > Patrizia Silingardi
lenzuola imbottite diventano repertorio neo-oggettuale estre-
sculture raffiguranti esanimi orsetti mamente chiassoso, pittoresco e
forse assassinati e gli gnomi kitsch che si rivela affine alle “Non ci posso pensare...”
decidono di appartenere al Ku Klux surreali naturalia delle Mostra personale di Adriano Persiani
a cura di Marco Mango con intervista di
Klan. Un cranio di cane viene wunderkammer secentesche. Daniele Astrologo
vestito come la Barbie e uno Piccoli cortigiani e mascherate
spaventoso animaluccio ibrido presenze funambole, incredibili prossimamente presso
interno&dumdum
viene idolatrato. Si crea il prototipo comparse del teatro elisabettiano e Bologna, via S. Maria Maggiore 4
degli omaggi che Isabella D’Este (o ieratiche divinità zoomorfe assise info: 051.251557 – 338.9583766
internoedumdum@libero.it
Lucrezia Borgia) distribuirà il su cuscini di broccato, saturnine
giorno delle sue nozze. Di nuovo, vestizioni di feltro e carnevaleschi
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6. ARTE ACCIAIO ARCHITETTURA
L’etichetta berlinese Scape ha creato un connubio singolare ma efficace tra suono e
territorio. All’interno del suo catalogo ha ospitato artisti di tutto il mondo, dal
californiano Kit Clayton al cosmopolita russo-berlinese Andrew Pekler, tutti
accomunati da una precisa identità stilistica. Il suono Scape coniuga infatti minimali
sequenze di pieni e vuoti in movimento, schegge dub, romanticismo urbano; il
demiurgo Scape, Stefan Betke sembra aver fatto suo il motto dell’architetto tedesco
Mies van der Rohe: less is more.
Berlino, 2002. La città, dopo gli Pole, fondatore della Scape. Clayton e Burnt Friedman. La cifra
storici eventi che risalgono ormai a Musicista attivo da tempo in di lavoro prodotta dall’etichetta,
più di dieci anni fa, ma dei quali campo elettronico, ha trovato la proprio per la sua recente appari-
tutti noi già portiamo un nitido dimensione ideale di zione nell’attuale panorama
ricordo “televisivo”, è ancora oggi sperimentatore e innovatore musicale tedesco, non è ancora
un cantiere a cielo aperto. Profon- proprio con la sua etichetta, nella rilevante dal punto di vista
de trasformazioni ne stanno quale hanno spazio artisti che, al quantitativo, tutt’altro invece da
ridisegnando il volto. pari di quanto avviene in campo quello qualitativo (si contano
A questi fermenti urbanistici si pittorico, sembrano riconducibili ad comunque già diverse raccolte e
accompagna un altrettanto intenso un unico canovaccio espressivo, lavori di remix collettivi). La strada
nascere di locali, personaggi e tanto che non è azzardato parlare intrapresa, infatti, sembra essere
movimenti che sembrano avere di vero e proprio movimento, ben delineata: forme ritmiche
trovato la loro dimensione più considerarlo una sorta di avan- assai leggere, appena accennate,
naturale, in campo musicale, guardia. forti influenze dub e jazzy (proprio
nell’elettronica e nelle sue forme Alcuni di questi artisti sono Andrew Pekler ha nel suo DNA musicale
più ardite e sperimentali. Pekler, di origini californiane, una forte impronta jazz) il tutto
Uno dei più interessanti personaggi autore dell’ottimo Station to filtrato dai computer e dalle
berlinesi, anche se non originario Station (2002), una delle opere macchine dalle quali Betke ha
della città, è Stefan Betke, in arte maggiori finora della Scape, Kit preso il nome (il Waldorf 4-Pole è
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7. un filtro da lui utilizzato). le altre arti può aiutare a meglio struttura portante dei loro quadri
Per apprezzare al meglio il concet- comprendere il linguaggio musicale musicali.
to musicale espresso da Pole della Scape. Si tratta quindi di qualcosa che
occorre tuttavia una sorta di Nella pittura, effetti ottici di forme stimola l’attenzione, qualcosa di
sforzo: nessuno dei singoli suoni e colori, bagliori e guizzi sulla tela, intelligente che spinge l’ascoltatore
che formano i suoi pezzi (veri e evocano paesaggi immaginari nella a compiere quello sforzo, quel
propri incastri sonori) va recepito fantasia del pubblico, è il caso processo di elaborazione dell’im-
come tale, bensì come elemento della cosiddetta optical art: la magine o del suono, che si descri-
portante di un qualcosa in diveni- struttura del quadro, o della veva in precedenza.
re. Come si diceva prima può composizione musicale, come nel Va ricordato infine che Betke, oltre
trattarsi, ad esempio, dell’accenno caso degli artisti della Scape, a produrre ottime cose attraverso
di un ritmo. Si intuisce quale sia, funzione come progetto mentale, l’etichetta, continua a portare in
lo si apprezza, anche se assai esile l’opera si riduce a forme elementa- giro i suoi personalissimi set per i
text > Francesco Marchese
nella sua struttura. È l’astrattismo ri e geometriche (particolare clubs di tutti i paesi, accompagna-
dei suoni, a caratterizzare la curioso: l’importante esponente to di volta in volta dai vari artisti
musica di Stefan Betke. Il risulta- italiano dell’Op’Art, Massimo che fanno riferimento alla Scape.
to, soprattutto nel caso dei diversi Salvadori, è egli stesso un musici- Sul sito dell’etichetta, dalla grafica
album di Pole, 1, 2, e in particolare sta). Lo stesso si può dire nell’am- e dai contenuti naturalmente
3, uscito nel 2000, è l’espressione bito musicale degli artisti apparte- minimal, si troverà l’indicazione di
più concreta di quello che tradizio- nenti all’etichetta tedesca: echi tutte le date dei prossimi mesi. Per
nalmente viene definito dalla dub, suoni sospesi, rumori di fondo ora gli appassionati italiani dovran-
critica o dagli amanti dei generi (noise) che potrebbero essere no aspettare o dirigersi verso i
etichettati, minimalismo elettroni- tranquillamente estrapolati e isolati luoghi mitteleuropei cuore di
co. dai cantieri che contribuiscono alla questi suoni, quali Vienna e
Proprio il parallelo con la pittura e trasformazione berlinese, sono la Berlino.
www.scape-records.com
www.scape-music.de
www.pole-music.com
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8. PREDESTINATO
INCONTRO CON PHIL ASHER
“La musica è veramente la mia vita: lavoro su di lei
tutto il giorno, lo studio è a casa mia. Ma anche mia
moglie è nella stessa situzione, pure lei la ama (e la
suona pure). Quando vado in macchina l’autoradio è
sempre accesa, quando sono fuori vado in posti dove
c’è musica, quando vado a fare shopping entro sempre
in negozi di dischi…”
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9. Evidentemente ci sono davvero delle L’avvento della house ha portato Brown”: ma questo è un maledetto
persone predestinate. Phil Asher è ad una sorta di democratizzazione, complimento, accidenti!! Ma non
una di queste. Personaggio ormai musica che tutti, anche i meno per loro. Che gente…”. A questo
veterano della club culture inglese, è coordinati!, possono ballare”. Ora, punto Asher approfondisce il
sempre rimasto in qualche modo a distanza di più di dieci anni, si discorso; mena fendenti, fa nomi e
sotto traccia, senza raggiungere mai parla placidamente di club culture, cognomi: “In giornali come Jockey
una fama da stella della console e come se fosse qualcosa di scontato Slut parlare male (a ufo) della
della produzione – eppure la sua e dato per acquisito, qualcosa gente fa figo, perché dà l’idea che
attività continua infaticabile, la lista penetrato a pieno titolo nella sei forte, che non hai paura di
di dischi in cui ha messo il suo tocco geografia sociale, alla pari di rock, nessuno, che sei incorruttibile. Ma
eclettico è virtualmente infinita così classica, jazz. Eccesso di ottimi- il dato di fatto è che loro i dischi
come non conosce sosta la sua smo, o realtà dei fatti? “Sì, la club spesso manco li ascoltano, partono
attività di dj. Una curiosa contraddi- culture esiste, è qualcosa di già col preconcetto, e con l’idea di
zione: ma questa intervista, fatta a tangibile; dal momento in cui in farsi grossi stroncando di qua e di
Milano in occasione di un suo dj set qualsiasi città c’è almeno un club là. Io ho deciso di non aver mai
ai Magazzini Generali, svela i motivi nel raggio di due chilometri più a che fare con iDJ e con
del perché di tutto ciò… ascoltate le quadrati, è evidente che sotto Mixmag, e mi sa tanto che a breve
parole e il piglio di Phil Asher (per dev’esserci per forza anche una estendo questo embargo anche a
altro molto gentile e disponibile, con cultura”. E di questa cultura, Asher Jockey Slut”. Facile immaginare il
noi), e capirete. Partiamo dalla è uno dei personaggi decisivi e risultato: “I giornalisti? A noi ci
predestinazione: “Mio padre era il influenti? Almeno per anzianità di odiano. Noi chi? Diciamo la scena
manager di un negozio che faceva servizio, si potrebbe dire di sì… West London. Continuano a dirci
parte di una catena commerciale: fin “No, non sono per intenderci uno “Ehi ragazzi, la scena broken beat
da piccolo il negozio di dischi mi di quelli che dà la direzione alle è morta”, come se un altro agnello
sembrava il posto più naturale, caldo cose… sono semplicemente uno sacrificale fosse stato allegramente
e confortevole del mondo. Quando che fa il suo. Ascolto tipi di musica sgozzato, in attesa che ne passi un
gironzolavo tra gli scaffali a nove, diversissimi, non ho un viaggio o altro. Bella roba, no? A noi non
dieci anni, mi sentivo già un piccolo una missione. Al massimo posso danno fastidio le critiche, perché
adulto completamente indipendente, dire che mi interesse essere noi per primi siamo critici fra di noi
ed era una sensazione meravigliosa. sempre fresco, tirare fuori cose e anche verso l’esterno, ma in certi
Non mi sono neanche accorto di che suonino bene, che siano vitali modi si va oltre. E vorrei sottoline-
quando ho cominciato davvero a fare (per qualcuno lo sono, per altri no: are anche che un conto è essere
collezione di dischi, tanto la cosa era ed è normale così). Ma non credo critici verso la musica, un conto è
naturale ed inevitabile. A scuola di essere uno che detta le coordi- esserlo verso le persone facendo
organizzavo delle grandi nate dell’evoluzione della club finta che sia invece solo una
compravendite di dischi, grazie anche culture… 4 Hero, Daft Punk, questione di musica”. A questo
a quello che mi passava mio padre. Basement Jaxx, Bugz In The Attic: punto è d’obbligo spendere su
Ed è scuola che ho cominciato, loro sì che sono dei personaggi che quello che, dopo una decennale
appena possibile, a fare pratica come spostano il corso degli eventi”. carriera, è in realtà il debutto di
dj. Insomma, quando i parenti mi E’ per vero che il giro di amici di Phil Asher con album a suo nome,
facevano la classica domanda del Phil Asher, tutti quanti coinvolti nel il suo primo progetto sulla lunga
cosa volessi fare da grande, la mia team di produzione Restless Soul, durata, che esce su etichetta
risposta è sempre stata solo una: più alcuni sodali ad honorem come Versatile: “Andando di metafora:
fare musica”. Patrick Forge o i 4 Hero, hanno diciamo che “Focus” è come un
Per tutti i wannabe music makers gli significato non poco all’interno ometto un po’ strano, che va un
anni dell’acid house hanno rappre- della storia della musica da club po’ di qua di là, che non sa bene
sentato quello che per la generazione inglese, anche per una scelta da dove arriva e qual è la sua
precedente è stato il punk: la estetica fortemente connotata: un meta, ma ha sempre presente
consapevolezza che le cose si eclettismo che tende a privilegiare dove sta e cosa sta facendo.
possono fare, non importa quanto il capitale storico della black music, Nell’album ci sono tracce felici,
siano nuove, quanto siano di rottura reinterpretandolo ora con freschez- tracce malinconiche, tracce
rispetto alla situazione contingente – za, ora con devozione, ora con aggressive, tracce rilassanti. Non
anzi, proprio per questo motivo ironia. La “West London Scene”, c’è nulla di organico nel suo
diventano ancora più travolgenti ed come viene chiamata… “Ci consi- complesso, ma ogni singolo
emozionanti: “La rivoluzione dell’acid derano una “scena” più che altro episodio vuole comunque suonare
house è stata indubbiamente una perché non riescono a capirci. Noi vivo e pulsante”. In mezzo a tutti
rivoluzione per tutti. Personalmente, non vogliamo escludere nessuno: questi stimoli, quale può essere il
all’improvviso mi ritrovavo fra le ci limitiamo a incontrarci, a fare la punto di riferimento per la bussola
mani dischi che suonavano in una nostra cosa, alcuni ci trovano dell’ispirazione? La risposta arriva
text > Damir Ivic - photo > web
maniera incredibile, tipo, che so?, le interessanti, altri no… sta tutto immediata: “La mia ispirazione
prime cose di Todd Terry. Avevo qui. E’ vergognoso certo tratta- arriva tutta dal mio bambino (dice
sempre amato ascoltare tutti i tipi di mento che abbiamo ricevuto, proprio così, usando la parola
musica, e quindi era doppiamente quando in realtà il problema era italiana, NdI). Da mia moglie, e da
emozionante ritrovarsi fra le mani che certi giornalisti non capivano lui: guardarlo, stare con lui,
qualcosa di completamente nuovo, e bene cosa stavamo facendo, e giocare con lui è una cosa meravi-
che era anche fruito dalla gente in nella loro ristrettezza mentale gliosa. La cosa più bella che possa
maniera completamente inedita. questo li spaventava, e una volta immaginare”.
Sono contento di aver visto nascere e spaventati pensavano di stare più
crescere tutto questo. Prima nei club al sicuro se ci attaccavano. E poi
furoreggiava la scena del rare sono ridicoli: per stroncare alcune
groove, ma lì se non eri un ballerino produzioni del nostro giro dicono in Phil Asher - Focus (Versatile)
più che abile avevi meno occasioni tono dispregiativo “Massì, sembra www.versatilerecords.com
per godere di tutta la faccenda. una roba di Roy Ayers o di James
37
10. BAD COMPANY
LA POTENZA DEL
DRUM’N’BASS
Se ascoltate drum’n’bass, è era pronto il secondo LP, “Digital
impossibile che non conosciate i Nation” (2000), nella quale erano
Bad Company. Anzi, se vi siete presenti i pezzi che tutti i maggiori
avvicinati a questo genere solo djs spingevano da mesi, come
negli ultimi anni è molto probabile “Son Of Nitrous”, “Crucafixion”, o dell’uscita ufficiale il terzo LP “Shot
Down On Safari”. Anche solo
che sia stato per colpa di uno dei “Breathe”. Il suono è sempre
loro pezzi. La loro storia è, in energico, possente e senza leggendo il nome dell’album si
breve, la seguente: i Bad fronzoli, ma inizia a prendere un capisce che ormai i cattivi ragazzi
non sono più tali, i dubplates
Company, conosciuti anche come pò di respiro con vocals e melodie,
)EIB(, sono un quartetto nato sintomo di una necessaria evolu- firmati )EIB( spinti dai dj di spicco
dall’unione del duo Future Forces zione per evitare di diventare dei negli ultimi mesi rivelano che c’è
ancora tanta voglia di fare casino
Inc, composto da Maldini e D- cloni di sé stessi. La prolificità del
Bridge, autori delle prime releases quartetto è impressionante, anche con spaccapista che entrano in
della ormai arcinota Renegade se le produzioni erano ormai testa al primo ascolto, come “The
Hornet” e “Torpedo”, ma che anche
Hardware, con l’altro duo Fresh & affidate quasi esclusivamente a
Vegas, che faceva parte del roster Dan ‘Fresh’ Stein, dopo pochi mesi il filone della d’n’b più musicale e
dell’etichetta Metro. Prima di incominciò la saga dei 3 EPs “Book housey tanto in voga negli ultimi
mesi ha contaminato il loro sound,
coalizzarsi erano solo dei produtto- Of The Bad”, nei quali l’evoluzione
ri come altri, ma quando nel 1998 continua, l’atmosfera si distende e come testimoniano “Jelly Bean” e
irruppero con “The Nine” vennero il suono diventa più festaiolo, “Dr Schevago”. Per non parlare di
“Start The Fire”, un putiferio
immediatamente elevati al rango come testimoniano “Dogs On The
di superstars. Il loro stile era Moon”, “Ladies Of Spain”, “Rodeo” sonoro scatenato da una selva di
semplice e immediato: beat e “Mindgames”, nonché il già percussioni devastanti e liriche
ragga a volontà manco fossimo
potente e veloce, bassi invadenti e classico “Planet Dust” che riusciva
reece a fine battuta che scatena ad unire l’usuale potenza )EIB( tornati nel 1992. Ma non è finita
l’urlo del pubblico. Dopo “The all’allegria di un synth vorticoso. E qui: c’è già in cantiere un nuovo
singolo per la Prototype nato dalla
Nine” non avevano nessuna per finire in bellezza il 2001 ci
intenzione di tornare nell’ombra e hanno dato la loro personale fusione di “Planet Dust” e
pubblicarono in sequenza “The interpretazione dello swingbeat “Speedball” (e infatti è intitolato
“Dustball”) la cui uscita è prevista
Pulse” sulla Prototype di con “Space Hopper” (RAM
Grooverider, l’EP “The Fear” ma Records). Arriviamo ad oggi e per il 2003 e addirittura un altro
soprattutto il mastodontico LP potremmo pensare che la vena singolo per la RAM Records. E se
eravate presenti al Reset 02 lo
“Inside The Machine” (1999) che creativa degli )EIB( si sia esaurita,
text > Luca Maini (luca.m@basebog.it) - photo > web
ottenne un successo di critica e dal momento che a loro nome avete sentito, perché Andy C ha
pubblico paragonabile solo a pochi hanno pubblicato solo un singolo l’esclusiva di “Elm Street”, questo
fantastico pezzo trascinante oltre
altri nell’ambito drum’n’bass. Non nel 2002, “Rush Hour”, ma in
passò nemmeno un anno che già realtà è già pronto e in attesa ogni limite. In mezzo a questa
impressionante tabella di marcia,
Fresh nell’inizio del 2001 ha avuto
anche il tempo di contribuire alla
nascita di un forum, chiamato
Dogs On Acid
(www.dogsonacid.com), che in
pochi mesi ha chiamato a raccolta
migliaia di membri da ogni parte
del mondo (il sottoscritto è il
numero 2620) diventato un punto
di riferimento per l’ambito
drum’n’bass e contribuendo allo
sviluppo della scena in modo
determinante.
Bad Company - Shot Down On
Safari (BC Recordings)
www.dogsonacid.com
7
11. ARTHUR BAKER
UNA LEGGENDA VIVENTE
In questo momento storico, dove lo se stessa perché fu il primo palese anni passano, i suoi ‘figli’ crescono,
spasmodico bisogno di ritornare incrocio tra la cultura tecnologica nascono così l’house e la techno, e
musicalmente agli anni ottanta musicale bianca con la musica Baker si immerge sempre più
sembra un imperativo, è assoluta- afroamericana, cioè il calore, la nell’underground producendo per
mente necessario fare luce su uno cultura ed il ritmo primordiale altri, sfornando singoli di dubbia
dei padri della musica dance sinteti- dell’Africa che passa attraverso il qualità ed un’album ‘Give In To
ca: Arthur Baker. Salto temporale: perfezionismo musicale antisettico The Rhythm’ nel 1991.
1979 a New York, primi vagiti del ed inquadrato della civiltà bianca. La sua maestosità doveva essere
rigurgito stradaiolo ‘all black’ chiama- Sull’entusiasmo Baker fonda la sua ripresa da un suo quasi coetaneo
to rap e divenuto nei successivi Streetwise records e crea un altro innamorato dall’electro e dalle sue
vent’anni il maggior fenomeno classico ‘Walkin On The Sunshine’ infinite potenzialità, l’inglese
musicale afroamericano dopo il jazz: dei Rockers Revenge contempora- Rennie Pilgrem, il quale a metà
Sugarhill Gang con ‘Rappers Delight’ neamente a ‘Lookin for the perfect anni ’90 avrebbe convocato Arthur
e GrandMaster Flash che impazza beat’ per Bambaataa. Il suono Baker a Londra per una serie di
facendo meraviglie con due giradischi arriva così a Detroit spingendo tal collaborazioni. In pieno fermento
ed un mixer. La Salsoul records, label Juan Atkins a decontestualizzare il breakbeat dall’etichetta TCR nasce
leader della disco fine ’70 vuole suono dalla scena rap, muovendo così un singolo, ‘Hey Funky
cavalcare l’onda commissionando a così primi passi nella Techno con People’, che sarà ancora una volta,
Joe Bataan un brano rap ‘Rap-O- ‘Clear’ dei suoi Cybotron. Nello per merito di Baker, il capostipite
Clap-O’, il quale si rivolge al bianco stesso anno dall’Inghilterra i New di un genere, il Nu skool breakz.
Arthur Baker, già famoso nel circuito Order commissionano a Baker di La scena dance d’Albione si inchina
per la produzione di due singoli per produrre il loro singolo ‘Confusion’, al Maestro e la Perfecto gli com-
text > Luca “Rocca” Roccatagliati - photo > web
la Emergency records. Il successo il quale, dopo l’immediato succes- missiona un CD mixato ‘Breakin’, e
porterà il Nostro ad entrare in so, inaugurerà la proficua carriera Pilgrem replica l’esperimento con
contatto con l’appena nata Tommy di Arthur come producer per ‘Like No Other’, seguito da Meat
Boy records e a sperimentare l’allora gruppi e cantanti pop. Un anno Katie che ri-esegue in chiave
nascente tecnologia sintetica musica- dopo, 1984, Baker crea un altro breakbeat-house ‘Walkin On The
le componendo per Africa Bambaataa classico senza tempo, cavallo di Sunshine’. A vent’anni di distanza,
una manciata di singoli. Probabil- battaglia dei breakdancers, incluso e a 47 anni suonati, Baker è
mente Arthur Baker non si accorse nella colonna sonora del film ‘Beat ancora sulla cresta dell’onda con il
che stava originando un fenomeno Street’: è ‘Breakers Revenge’, suono di oggi: mai una espressio-
musicale che sarebbe fermentato riferimento assoluto per tutto il ne come ‘cult dj’ è stata tanto
negli anni a venire delineando vari breakbeat degli ultimi anni. Ormai azzeccata, riferita a un artista
generi ora mainstream come la la musica sintetica e strumenti come Arthur Baker.
Techno, l’House e tutta la musica come la Roland TR606, o la TB303,
elettronica attuale. Il pensiero fu sono tools necessari per creare
semplicissimo, incrociare un classico beats e bassi, giganti come Herbie
della musica elettronica europea dei Hancock e Bill Laswell diventano Rennie Pilgrem & Arthur Baker -
Kraftwerk come ‘Trans Europe tra i loro maggiori utilizzatori. Face It ‘Rennie Pilgrem’s New
Express’ con la funkyness tutta nera Baker diventa così il producer più York Mix’ / from ‘Tribalizm’
derivata da James Brown di Africa richiesto, lavorando con personag- (RENN 3060)
Bambaata… nacque così ‘Planet gi come Diana Ross, Bob Dylan, www.arthurbaker.net
Rock’. L’intuizione però non fu fine a Jeff Beck e Bruce Springsteen. Gli
6
12. DOWN IN THE
BASSMENT
(Paolo Davoli)
“ambientalizzare” – questa volta
“technificando” alla lombarda ogni
Dj Spooky – Modern ORB – Auntie Aubrey’s
squarcio sonoro, ogni traccia da
Mantra (Shadow Records) Excursions Beyond the Call
sottoporre a remix - è il loro limite
“Poi, con grande accuratezza, fece of Duty Part.2 (Deviant) I
maggiore: li rende stucchevoli. Ma
fuoco.” Così termina un racconto di megalitici Orb, più sfavillanti che
noi, alla malia della prima parte, la
Borges in “Finzioni”. Ma così mai, si lanciano in orbita con zia
rigogliosa “giungla sonora” del
potrebbe iniziare il racconto di Dj Aubrey, grazie a uno speziale Orb
Remix Project, proprio non voglia-
Spooky in “Modern Mantra”, una Remix Project, un cd doppio della
mo rinunciare. Vorremmo essere
superba corsa a perdifiato tra i durata di due giorni. Incerto assai
sempre lì, in quel caffè extra-
suoni assemblati negli anni nel tentare la traballante sorte, mi
galassia dove compare
dall’etichetta newyorkese Shadow. sono infine avventurato nel
skancheggiando Jo il cameriere...
L’etichetta in questione è stata per coraggioso ascolto. Orb è un cu-cù
molto tempo una delle poche del passato, potrebbero pensare i
realtà discografiche statunitensi a più; e come dargli torto! Le ultime
promovuore la “nuova” musica prove orbiste sono esili, un po’ Rogall – In Session – No
elettronica negli States. A questo fuori fuoco, con la formula Zession/(Sonar Kollektiv)
proposito basti sottolineare la “ambient” da aggiornare all’epoca Ecco il cyberatleta dell’offbeat più
pubblicazione di parecchi titoli nostra. E invece no. (Meraviglia smisurato. Stefan Rogall è una
targati Ninja Tune oppure di opere delle Meraviglie!) L’astronave eco- delle due menti di Atomhockey,
firmate da Dj Cam o Dj Krush o dub piena di remix funziona alla forse il miglior segreto della
Sharpshooters. Avrete già capito grande; perlomeno il primo cd. Il Berlino elettronica odierna; e
che il “back catalogue” della secondo meno. Ma il primo, che si mentre gli Atomhockey indugiano,
Shadow è ricolmo di prelibatezze apre con le note del Danubio Blu di imbrigliati nel proprio torpore
“astratte”, di hip hop “contamina- Strass catturate dall’inno dei KLF 3 mitteleuropeo, Rogall porta avanti
to”, di elettronica a battuta AM Eternal e si chiude con la da solo e con abnegazione totale,
“fumosa” (i famosi dope beats!). Penguin Cafè Orchestra del la propria visione artistica forte-
Un catalogo intelligente e innovati- compianto Simon Jeffes, è vera- mente influenzata dal be bop
vo, coraggioso e “futuribile” se mente vertiginoso, quasi geniale. digitale e dal funk espressionista.
solo paragoniamo la qualità di Già dagli estremi avrete capito la Popola così le proprie session
queste uscite alla media della cornucopia di situazioni ri-ciclate, radiofoniche e la propria etichetta
musica “pop” statunitense. La anche perché rimescolati trovate No Zession di jazz ortogonale, di
scelta poi del sedizioso Dj Spooky pure i Primal Scream, Robbie girandole funky, di disco-bossa
come detonatore del lotto è Williams, Art of Noise e Tubeway sudata e radicale, di soul notturno
semplicemente deliziosa. Paul Army. L’olimpo pop inglese di un con bassi erranti e indolenziti. I
Miller è bravissimo nel “dramma- decennio almeno. L’irriverenza del ritmi folli, i bassi irrequieti, le
tizzare” le asperità dei beats, dottor Alex Patterson ha trasfor- implicazioni drammatiche e
poggiarsi su una rilettura molto mato gli inni popular in un florile- cupamente vitaliste dei suoni
“urbana” delle atmosfere e spal- gio di trovate sonore, bassi dub assemblati da Stefan Rogall
mare una sottile pellicola “jazz” caldissimi, girandole ritmiche, risplendono nella notte oscura di
molto NY-style su tutta la track- calembour elettronici da strapaese. Berlino, città di “santi suonatori”
list. Un’ecatombe quindi di hip E tutto, incredibilmente, funziona. che non cessa mai di stupire. Da
hop, drum and bass, jazz e urban Brani dal torpore giamaicano- ascoltare a futura memoria: Kasar,
beats che determina alla fin fine astroidale, in un qualche modo Karel Velebny, Rogall, Atomhockey,
una misteriosa elegia alla nostra extra-terreni, come I started a Eva Bè, Landslide. In modo ardito
contemporaneità e all’atmosfera joke di Robbie Williams vs Orb e Jo e strano, la cifra artistica del suono
caotica e perturbata di una città the waiter di Gary Numan sono di Stefan Rogall risulta del tutto
come New York, assai simile nelle memorabili, se non eterni, nella “collaterale” alle produzioni post-
sue nevrosi a molte metropoli al di loro circolarità dub. Altrove, come jazz e breakstep del Maffia Sound
quà dell’Atlantico. Questo disco è nella ri-mescola di Primal Scream System e di Zed Bias in versione
un omaggio sentito alla cultura dei Higher than the sun – un altro Maddslinky e Da Luq. Che stia per
“beats” e alla loro rara “potenza” classico sballato! – i risultati sono nascere una scuola? Nota finale
sovvertitrice. Un moderno mantra, enormi; insomma, tutte le tracce per il sito dove poter ascoltare le
come il titolo giustamente suggeri- del primo disco compongono una “late night session” di Rogall ed
sce. trama fitta di microcampioni, di Eva Bè: www.dj-sets.com
erbe elettroniche, di funghi ritmici,
di humus aurali tiepidi, di
rumorismi celesti, di preci
psichedeliche da galassia elettrica.
Un’elettronica barocca, colma di
dettagli, di particelle estranee al
tutto ma che fanno radice, rizoma:
ecco di che cos’è affollata la
bisaccia del dottore in orbita.
Così come è strabiliante la prima
parte, la seconda cade nel
manierismo; e questo
62
13. BREAKBEAT
(Luca “Rocca” Roccatagliati)
Red Star - West London Chase & Status - Like This B.L.I.M. - Crazy Things
(10 Kilo) Danny Briottet, ex (Vehicle) Quarta release per (TCR) Uno dei maestri del nu
Renegade Soundwave sforna il questa ottima label con tutte le skool break, ed anche bravissimo
secondo singolo come Red Star in caratteristiche del suono nu produttore di drum’n’bass, Blim è
compagnia dell’MC Spee. Un garage-breaks nata e cresciuta alla entrato a pieno titolo nella famiglia
classico giamaicano da rude-boy serata Forward. Dopo l’americano degli electro-breaks masters, come
trifolato in salsa breakbeat con DJ Abstract ed il favoloso Meat Katie, Rennie Pilgrem, Dark
quattro differenti versioni: l’origi- ‘Disturbed’ di Bogey Man, arriva Globe e Paul Daley. Secondo
nale supa-ragga con Spee in rap questo nuovo duo di break- sampler per l’uscita imminente del
seguita dall’Old Skool mix con solo scientists. Basso molto, ma molto suo album ‘Lost in Music’, sono qui
beats grezzi, bassi e vocal. Sul dark che si insinua tra i woofer riportate due bellissime tracce di
retro il favoloso Break-Nexx mix, accompagnato da una voce in loop moderna musica elettronica da
tutto diretto alla pista con super dopante, tale da darne una pista. ‘Crazy Things’ è un bell’ibri-
bassoni e breaks pesanti, quasi un dimensione lisergica. Molto do di electro funk e techno, con il
2step d’assalto, con la voce ragga somigliante ad un brano sample di Scorpio e voci estatiche
in evidenza, e per finire il Criminal drum’n’bass a 135 bpm, ‘Like this’ immerse. Il retro, ‘Coming to’, in
Beats mix sempre a cura di Danny. sottolinea l’attitudine breakbeat compagnia di Meat Katie è un altro
come scienza versatile e adatta a killerfloor tech funk.
tutte le piste.
Evil 9 - Flex
(Botchit&Scarper)
Super pezzone da Evil Nine, Agent X - Decoy (Public
talento di casa Marine Parade sulla Demand) Uscito già un anno Jammin - Tug Of War /
rampa di lancio per diventare una fa, questo ‘Decoy’ mantiene la Tonka (Bingo) Per gli
nuova star del breakbeat. freschezza di brano spacca-woofer appassionati del breakbeat,
Killerfloor da dieci e lode, pieno di come allora. Per essere sicuri di sicuramente non sarà passato
funk, techno e ragga, questo ‘Flex’, arrecare molto danno, il brano è inosservato questo artista a nome
adatto all’ora di punta per qualsiasi riproposto in versione ‘Triple Bass Jammin, che altro non è che Zinc
dancefloor adrenalinico. Il retro, Bashment Remix’, cosi che, come il in veste breakstep. Ora, sempre
‘Brainscan’, a cura di Funk Monster Valve Soundsystem di Dillinja per il per la sua mitica Bingo records
è uno di quei brani breakbeat che drum’n’bass, Agent X sottolinea la arriva un altro gioiellino già
fanno il verso alle colonne sonore, sua attitudine nel creare breaks presente nella super compila
in altre parole con una linea shuffle con contorno di pericolose ‘Bingo Beats vol.2’ della scorsa
melodica malinconica e affascinan- subfrequenze. Stile electro ragga, estate. ‘Tug Of War’ è un break col
te, ma creata da synth acidissimi e la melodia rimane semplice, ma la tema un po’ sciocco, quasi una
sostenuta da breaks sincopati vibrazione è assolutamente melodia da circo, ma la sciocchez-
magistrali. micidiale. Sul retro l’originale. za sparisce in un secondo, quando
parte il treno di breaks e i vocals
femminili. Bellissimo anche ‘Tonka’,
un po’ più ragga, ma devastante.
Tim Deluxe feat. Sam Goldspot Production -
Obernick - It Just Won’t Sonybeat /Thershold’
Do ‘Stanton Warriors Edit’ (Runnin’) Questo team nu-
(Underwater) Questo classico yorkese si sta facendo notare nel Mark One - Turn It Up
estivo, quello con il video delle campo del breaks che mischia 2 (Texture) Quarto singolo per
pallavoliste da svenimento, ha step, D’n’B e techno. Dopo il loro l’etichetta del grande Oris Jay, e
fatto il giro di tutti i club commer- ‘Party’ per la Vehicle approdano quarto centro per la scena
ciali e no. Il caro Darren Emerson, sulla sub label della Bingo con le breakstep. Incalzante drum
padrone dell’etichetta, commissio- scarpe da ginnastica con un doppio programming, che accompagna la
na agli Stanton Warriors una A side, vale a dire buono da bassline grassa e malvagia per
rielaborazione che ne produce un entrambe i lati. Già ‘Threshold’ su tutto il brano meravigliosamente
brano nuovo. Il cantato è ridotto, Bingo Beats vol.2 faceva la sua arrangiato. Melodie da soundtrack,
ma sottolineato da un breakbeat bella figura di Tech funk pieno di leggermente jazzate con synth
electro di tutto rispetto. Quasi un bassoni e ritmo steppato, ma insistente e vocals nei breaks su
movimento afro, per un drum anche il nuovo ‘Sonybeat’ è una ‘Turn it Up’, mentre cassa dritta
programming veramente serio, randellata di dopa tech’n’bass a per ‘Equalizer’ su B side e atmo-
supportato da un basso tech ed 135 bpm. sfere ultra dark per il terzo brano
un’arrangiamento sotto il vocal del singolo ‘Tribesman’.
originale molto spacey jazz.
57
14. CIMAROSA COLLECTIVE
MUTAMENTI RASSICURANTI
Qualche anno fa, quell’assurdo utopia per questo nuovo millennio Dare un’occhiata a cosa proviene
tizio che è Adamski segnò il suo può essere proprio questa. Un dalla piccola, placida Rovereto dà
ritorno alle scene (dopo varie tentativo che vale la pena di soddisfazione. Abbiamo già parlato
peripezie, anzi, odissee personali) essere percorso – coniugare del Summer Sessions, festival
con un album dal titolo “Mutant ascoltabilità e voglia di utilizzare estivo che dà a gruppi non proprio
Pop”: un modo di rivendicare alcune soluzioni sonore che hanno da top 10 la possibilità di esibirsi di
orgogliosamente la voglia di fare portato grosse innovazioni. Una fronte a grossi pubblici con prezzi
una musica che sia pop, che non cosa che negli anni ’70 era sconta- d’ingresso popolari. Sempre da
abbia nulla della nicchia altera, ma ta, ma che già nel decennio quelle zone arriva ora il Cimarosa
che al tempo stesso possa permet- successivo è diventata improponi- Collective. Senza velleità di
tersi di usare linguaggi non bile. Gli anni ’90 hanno portato a spaccare il mondo in due (vedi la
convenzionali. Ecco: forse una dei primi, pallidi tentativi di frase che apre questo articolo),
ragionevole (e raggiungibile?) ricomposizione. E ora? senza la pretesa di aver scoperto
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15. Il sound è quello che chissà cosa, Stefano Raffaelli e segreto è evitare le paludi di una
volevamo ottenere per Marcello De Angelis si sono fredda accademicità. Tentativo
questo primo lavoro, rimboccati le maniche e hanno sostanzialmente riuscito. Anche
quindi ci riteniamo sod- provato a fare qualcosa. Nelle perché si partiva avendo in mente
disfatti… Siamo consa- parole di Raffaelli: “Effettivamente punti di riferimento molto interes-
pevoli di aver fatto solo siamo consci del fatto che è santi: “Stimiamo molto gruppi
un primo passo, adesso difficile catalogare il disco all’inter- come Fun>Da>Mental e
per noi la priorità è farci no di un genere specifico, ma Transglobal Underground, così
conoscere con dei live questo è il risultato della formazio- come Badmarsh & Shri, gente che
set. Speriamo intanto ne musicale di ognuno di noi. Io è riuscita a creare uno stile
che pubblico e critica si provengo da un’area principalmen- personalissimo fondendo ritmiche
accorgano dell’uscita te jazzistica, ma ho sempre breakbeat con sonorità etniche. Li
dell’album. Poi si ve- ascoltato le cose più disparate: abbiamo visti più volte dal vivo e
drà… dalla classica al funk. Inoltre, ho siamo rimasti davvero impressio-
lavorato nell’ambiente discografico nati dalla qualità del suono e dalla
anche in ambito pop, ed ultima- chiarezza della direzione”. E’
mente ho realizzato parecchi significativo questo focalizzarsi
produzioni world music e chill out sulla “chiarezza della direzione”:
per la Halidon Records”. De anche perché essa non limita, anzi
Angelis: “Io invece ho ascoltato aiuta la possibilità di muoversi
rock per anni, poi – durante una partendo da territori musicalmente
mia permanenza a Londra – sono molto vasti: “La ricchezza di
rimasto folgorato dalla contenuti dell’ethno modale
drum’n’bass: le prime produzioni fornisce a noi musicisti stimoli
della V Recordings, la Moving sempre nuovi nel cercare una
Shadow… c’era un fermento relazione trasversale tra Oriente e
incredibile, era impossibile non Occidente. Così come nella musica
restare affascinati. Da lì ho iniziato elettronica sono presenti i volti più
ad appassionarmi all’elettronica in diversi: chi ha bisogno di comuni-
senso lato, ascolto breakbeat così care con la forma-canzone (anche
come le cose della Warp o della se pensiamo che essa si stia un po’
Rephlex”. Cosa succede quando si destrutturando), chi invece lavora
mettono insieme tutte queste esclusivamente sul groove.
attitudini? Succede, che molto Dipende sempre dal brano, dal
intelligentemente, si cerca di modo in cui lo si vuole sviluppare,
allargare il timbro espressivo, di non c’è una regola fissa in parten-
formare qualcosa che “respiri” za”. Ecco che quindi in questo
attraverso la contaminazione di album dei Cimarosa si ritrovano
sensibilità musicali diverse: “Il momenti che fanno venire alla
nome del progetto proviene da mente la tromba jazz-futurista di
Domenico Cimarosa, clavicembali- Nils Petter Molvaer (gli impasti
sta e compositore del ‘700. sofficemente drum’n’bass di
Volevamo infatti dare al progetto “Nubes De Priza” e “Dayz Go By”),
una connotazione italiana, da lì schegge del tipico suono-Dorado
questa scelta per il nome. Ma al dei tempi belli, ci riferiamo ad
tempo stesso abbiamo scelto sin Outside e D*Note, ovvero armonie
dall’inizio di far girare attorno a noi modali, bassi corposi ed ossature
due musicisti diversi a seconda breakbeat (“Floor 5”, “Gare Des
delle esigenze espressive. Nel Etrangers”), esotismi elettronici
nostro lavoro d’esordio hanno occidentalizzati ma non stucchevoli
collaborato Arup Kanti Das, tablista in cui affiora addirittura una cassa
indiano, Gilson Silveira, in quattro downtempo (“Plaza De
percussionista brasiliano, la Mayo”). Ma ci sono anche alcuni
cantante Elisa Amistadi, il pezzi che richiamano fortemente
text > Damir Ivic - photo > Monica Condini
trombettista jazz Walter Civettini; alla mente Elisa, quando può
così come su tre brani ci siamo permettersi di fare cose non
avvalsi del contributo di un banalmente commercialoidi
quartetto d’archi proveniente (soprattutto in “Where Life Hides”,
dall’Orchestra Haydn di Bolzano. Ci dove la prestazione vocale di Elisa
siamo divertiti un sacco in studio, Amistadi è davvero ottima: sarà
anche perché alcune cose sono una questione di nome?). Insom-
nate da improvvisazioni ma, musica che si ascolta volentie-
estemporanee. Un apporto prezio- ri, e che può parlare a molti – la
so in termini creativi è stato dato definizione di musica pop, no?
anche dal nostro fonico Fabio De Senza però cedere alla castrante
Pretis”. La risultante di tutte tendenza di bilanciare col misurino
queste forze (sembra quasi di i suoni più annacquati, rassicuranti
stare sui manuali di Fisica alle e radiofonici, ma anzi, venendo
superiori) è giocoforza un insieme animati dalla voglia di mettere in
Cimarosa Collective - Cimarosa di equilibri contrapposti. Nessuna piazza le proprie passioni musicali.
Collective (Halidon) estremizzazione, nessuna scelta Un’attitudine positiva, un’attitudine
www.halidononline.com che vada in una direzione precisa che può fare bene.
rifiutandone altre: in questi casi il
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35
16. NELL’ANIMA TRAGICA DI
UNA CITTA’ IMPERIALE
Il dossier Ipercittà del numero scorso (#17),
indagava il rapporto tra città, musica elettronica
ed architettura. Buona parte dell’inserto era
focalizzato sulla figura del musicista-architetto
Iannis Xenakis. Ora l’Asphodel – etichetta
dall’orecchio assetato di San Francisco – con
inaspettata celerità ci fornisce nuovo mate-
riale per l’itinere della sinfonia
“iperurbana” architettonica.
Zbigniew Karkowski, il curatore dell’operazione per
l’etichetta californiana, riesuma un capitolo poco frequen-
tato del compositore Xenakis dedicato a Parsa - chiama-
ta dai greci Persepolis – la capitale dell’impero persiano
fondata nel VI secolo avanti Cristo. L’opera fu realizza-
ta nel 1971 e venne commissionata dall’allora Shah
Mohammad Reza Palhavi per commemorare l’anni-
versario della fondazione della città avvenuta 2500
anni prima.
Non furono solo motivi d’intrattenimento e di
celebrazione quelli che animarono il despota
persiano; non giocò certo un ruolo secondario la
volontà “abbronzante” dello Shah attraverso la
riesumazione delle antiche gesta dei “Re dei Re”
persiani quali furono Serse, Dario e Ciro, di cui
egli si considerava legittimo erede. Lo Shah Reza
Pahlavi commissionò dunque a Xenakis una
piece commemorativa dai tratti giganteschi,
faraonici, con oltre seimila comparse coinvolte,
da eseguirsi nel sito archeologico originario
della città morta, abbandonata da oltre 2000
anni. Persepolis era ancora impregnata di quel
fascino “funereo” che ammantava città antiche
come Ebla o Pompei, grazie alle magistrali
“rovine” che ne testimoniavano gli antichi
splendori.
Chissà quanto fu combattuto Xenakis, nell’ac-
cettare il “peloso” compito sonorizzante.
Persepolis disco è una anabasi
interdisciplinare. E’ un mondo intero ad essere
evocato, fitto di trame e rimandi profondi e
lontani; da Dario il Grande– il re dei Persiani
che iniziò la costruzione di Persepolis nell’impo-
nente altopiano iraniano del sud – ad Alessan-
dro Magno – che la distrusse duecento anni
dopo; dall’imponderabile mondo mitico-
politeista ellenico all’imperscrutabile mondo pre-
monoteista della religione di Zarathustra; dall’
Apadana – il gioiello architettonico di Persepolis
utilizzato come sala delle udienze e in grado di
contenere oltre diecimila persone – all’agorà-stoà
– la piazza e il portico delle antiche città greche;
due concezioni dell’architettura che individuano e
accentuano le discontinuità tra i diversi “orizzonti”
dello spazio urbano esperiti dall’uomo nell’antichità:
il primo relativo alla polis e alla democrazia greca, il
secondo alla capitale dell’Impero e al dispotismo
orientale. Libertà e tirannia dunque a confronto in due
modelli socio-culturali antitetici e antagonisti: Grecia e
Persia, archetipi d’Occidente e d’Oriente. Ed è ancora
una città, Persepolis, a riassumere, a dare forma, al
pensiero di una civiltà e a essere il terreno in cui si
misura lo “scontro”: ma forse lo Shah scegliendo il
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