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Seconda Edizione
5- 12 Novembre 2013

RASSEGNA STAMPA
Milano, 10 Dicembre 2013
Sommario

La Settimana SRI 2013 – Rassegna stampa iniziativa...................................................................................3
Quotidiani e settimanali...............................................................................................................................3
Quotidiani e testate online...........................................................................................................................6
Siti web.......................................................................................................................................................12
La Settimana SRI 2013 – Rassegna stampa eventi.....................................................................................17
5 Novembre – Crescita, sostenibilità e coesione: il ruolo del risparmiatore...............................................17
6 Novembre – La Staffetta SRI delle Università italiane..............................................................................27
6 Novembre – Comunicazione SRI, frontiera sostenibile?..........................................................................33
7 Novembre – Regolare i mercati finanziari: il ruolo dei policy maker.......................................................38
7 Novembre – Social Venture Investing: coniugare efficacia ed efficienza.................................................39
7 Novembre – La Carta SRI un anno dopo..................................................................................................40
8 Novembre – Investire responsabilmente in commodity: si può?.............................................................45
8 Novembre – Social Impact Bond: la finanza al servizio dell’innovazione sociale?....................................48
9 Novembre – L’economia a misura d’uomo..............................................................................................53
11 Novembre – Climate Change Assicurazione, Finanza e Impresa: le vie del cambiamento.....................56
11 Novembre – La sostenibilità delle aziende italiane................................................................................59
12 Novembre – L’engagement: una nuova sfida per gli investitori istituzionali.........................................63
13,14,15 Novembre – Corso Impact Investing............................................................................................75

2
La Settimana SRI 2013 – Rassegna stampa iniziativa
Quotidiani e settimanali
SETTIMANA DELLA FINANZA SOSTENIBILE A ROMA DAL 5 AL 12 NOVEMBRE di Andrea Di Turi
07.09.2013

MILANO. Si terrà dal 5 al 12 novembre la seconda edizione della Settimana dell’Investimento sostenibile e
responsabile (Sri), il principale appuntamento in Italia dedicato alla finanza etica. Già confermati 14 eventi su tutto il
territorio nazionale, mentre quello finale si svolgerà a Roma (il calendario completo è consultabile al sito
www.settimanasri.it). Fra i temi caldi, si parlerà di cambiamenti climatici e dell’azionariato attivo. La Settimana Sri,
promossa dal Forum per la finanza sostenibile, ha il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare. (A.D.T.)

COSÍ LA FINANZA È SOSTENIBILE
26.10.2013

3
LA FINANZA ETICA DEVE FARSI CONOSCERE DI PIÙ. DA OGGI A MILANO, BOLOGNA E ROMA IL FORUM
SULL’INVESTIMENTO RESPONSABILE di Lucilla Incorvati
05.11.2013

4
IL GIRO D’ITALIA DELLA FINANZA SOSTENIBILE di Mattia Schieppati
11.11.2013

5
Quotidiani e testate online
SETTIMANA SRI, RITORNO COL RADDOPPIO
05.09.2013

La seconda edizione della Settimana Sri si annuncia col raddoppio. La principale iniziativa dedicata alla finanza Sri
(Sustainable and Responsible Investment), promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà
quest’anno in autunno, dal 5 al 12 novembre, allineandosi con le principali Sri Week in Europa. E ha già ottenuto un
evidente incremento di protagonisti rispetto alla prima edizione 2012. Sono quattordici gli eventi già confermati, oltre
trenta i promotori e gli sponsor coinvolti, con un deciso incremento dei soci del Forum che animeranno e di quelli che
agiranno da sponsor. Per questi ultimi, c’è stato un raddoppio rispetto al 2012: si riconfermano Axa Im, Etica Sgr,
Generali Investments Europe e Vigeo a cui vanno ad aggiungersi Dexia Am, Natixis, Société Générale Securities
Services, Ubs, Unipol e Vontobel.
La Settimana Sri prevede lo svolgimento di una serie di convegni, tavole rotonde e dibattiti distribuiti tra le principali
città italiane nell’arco di sette giorni, e capaci di affrontare un ampio spettro di tematiche. È il principale evento
nazionale dedicato alla finanza sostenibile e responsabile, nonché un appuntamento che si coordina con le
“settimane” organizzate, sempre in autunno, in altri Paesi europei. È significativo l’incremento di interesse registrato
da questa seconda edizione da parte dei gruppi finanziari operanti in Italia. Anche se i margini di sviluppo sono ancora
enormi, rispetto alle potenzialità italiane (mancano ancora all’appello nomi non certo secondari). Ed è anche un
segnale interessante che come media partner ci siano Plus del Sole-24Ore e Rai Economia. In qualità di media partner
ci sarà anche ETicaNews che seguirà in diretta twitter i principali appuntamenti della settimana.
Il programma della Settimana Sri è in corso di definizione (il progress dei lavori dei singoli eventi è consultabile sul sito)
ma «un’attenzione particolare – spiega il Forum – sarà dedicata al tema dell’engagement come nuova opportunità per
gli investitori istituzionali. Tra gli altri argomenti oggetto di dibattito evidenziamo: il cambiamento climatico e i rischi
per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact e del responsible property investing, la possibile “svolta
sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia».
Tra gli eventi ci sarà anche un convegno sulla “Comunicazione Sri” organizzato da ETicaNews. L’obiettivo è quello di
coinvolgere, da un lato, chi si occupa di comunicare le tematiche di finanza responsabile (gli uffici Crs e di
comunicazione di aziende e banche), e, dall’altro lato, chi si occupa di gestire le notizie (il mondo giornalistico). Il gap
tra le due parti è ancora estremamente profondo. Prevedibilmente, c’è un concorso di responsabilità in termini di
mancata comprensione dei nuovi paradigmi socio-economici. I dettagli saranno annunciati nelle prossime settimane.
Ma l’obiettivo è quello di analizzare l’attuale livello di consapevolezza del sistema, di evidenziare errori e opportunità
di comunicazione e posizionamento per l’industria della finanza, a fronte della necessità di recuperare posizioni da
parte dei media.
L’edizione 2013 della Settimana Sri è realizzata con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della tutela del
territorio e del mare.

FINANZA SOSTENIBILE: DAL 5 AL 12 NOVEMBRE TORNA LA SETTIMANA SRI
27.09.2013

6
Dopo il successo della prima edizione, torna la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: il più
importante appuntamento in Italia sul tema della finanza sostenibile. L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum
per la Finanza Sostenibile, si svolgerà quest’anno in autunno, dal 5 al 12 Novembre, allineandosi con le principali SRI
Week in Europa.
Sono già quattordici gli appuntamenti confermati – anche quest’anno tutti ad ingresso gratuito – e più di trenta i
promotori e gli sponsor coinvolti. Anche il mondo accademico contribuirà all’iniziativa con un evento che collegherà
virtualmente le principali università italiane. Wise Society è Media Partner dell’evento.
L’edizione 2013 si presenta più ricca anche dal punto di vista dei contenuti: sono molti gli argomenti che verranno
approfonditi nel corso della manifestazione, con l’obiettivo di tracciare una panoramica completa e trasversale su un
fenomeno complesso e differenziato come l’SRI.
Un’attenzione particolare sarà dedicata al tema dell’engagement come nuova opportunità per gli investitori
istituzionali. Tra gli altri argomenti oggetto di dibattito evidenziamo: il cambiamento climatico ed i rischi per il settore
assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property investing, la possibile “svolta
sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia.
“Siamo particolarmente soddisfatti della qualità del calendario di questa edizione” afferma il Segretario Generale del
Forum per la Finanza Sostenibile, Davide Dal Maso “Sarà una grande occasione di confronto, di riflessione e di
promozione della teoria e della pratica dell’investimento responsabile. Sono certo che la parte della comunità
finanziaria più attenta ai cambiamenti in atto saprà coglierla e valorizzarla”.

NATIONAL ETHICAL INVESTMENT WEEK AROUND THE WORLD di Ilaria Bertini
15.10.2013

National Ethical Investment Week is not the only event to discuss, debate and celebrate ethical and sustainable
investment. A range of other countriesacross Europe and in North America are hosting similar ones during October
and November.
The UK version was preceded in Europe by Sustainable and Responsible Investment (SRI) Week in the Netherlands
(October 7-13).
The event, organised by sustainable investment association VBDO, aims to “give private and professional investors
more understanding of sustainable and responsible investment and to show why it is more profitable”.
National Ethical Investment Week (NEIW) began on Sunday in the UK, bringing together charities, NGOs, financial
advisers and religious groups to discuss ways to make sustainable investment go mainstream.
There are various events in different cities, some open to all, others for investors only. NEIW wants to ensure that
everyone “knows that they have green and ethical options when it comes to their financial decisions”.
Read Blue & Green Tomorrow’s Guide to National Ethical Investment Week 2013 to find out more.
Meanwhile, across the Channel in France, La Semaine Pour L’Investissement Responsable (Responsible Investment
Week) began on Monday and runs until Sunday October 20, with various events taking place across the country.
In Italy, the country’s sustainable investment forum has set its SRI Week event to run from November 5-12, promoting
conferences in seminars in different cities about sustainable finance practices, impact investing , climate change and
the impact of various social and environmental challenges on insurers.
Elsewhere, the Spanish Social Investment Forum (SpainSIF)has scheduled an annual event for October 15, and in the
US, the Conference on Sustainable, Responsible, Impact Investing will take place in Colorado from October 28-30.
The US will focus on impact and community investment, ESG integration, shareholder engagement and environmental
and energy investment.

LA FINANZA PUÓ ESSERE SOSTENIBILE? di Beatrice Salvemini
7
30.10.2013

Anche la cosiddetta finanza sostenibile ha i suoi fermi oppositori, i suoi seguaci convinti e chi sta nel mezzo; un po’
come le scelte alimentari e quelle sulla mobilità.
Gli investimenti finanziari, di per sé, implicano rendite e tali rendite non sempre hanno origine dal lavoro né si
limitano, una volta investite, a fornire guadagna derivanti dal lavoro del singolo.
Quindi non si potrebbero effettivamente definire etiche né eque in un’ottica di corretta redistribuzione delle
ricchezze. Eppure finanza e investimenti non si fermano di fronte a queste considerazioni. Ma almeno c’è chi si pone il
problema di affrontare questi temi con un certo margine di sostenibilità e con meno iniquità possibile. Teoria del male
minore? Sicuramente. E qui si può essere o meno d’accordo. Ma per chi fosse interessato, ecco le informazioni sulla
settimana dell’investimento sostenibile e responsabile. Sono quattordici gli appuntamenti confermati – tutti a ingresso
gratuito – e più di trenta i promotori e gli sponsor coinvolti. Anche il mondo accademico contribuirà all’iniziativa con
un evento che collegherà virtualmente le principali università italiane. Verrà trattato anche il tema dell’engagement
come nuova opportunità per gli investitori istituzionali.
Tra gli altri argomenti oggetto di dibattito: il cambiamento climatico ed i rischi per il settore assicurativo, le nuove
frontiere dell’impact investing e del responsible property investing, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail,
il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia. “L'Investimento Sostenibile
Responsabile – spiegano i promotori - è la pratica in base alla quale considerazioni di ordine ambientale e/o sociale
integrano le valutazioni di carattere finanziario che vengono svolte nel momento delle scelte di acquisto o vendita di
un titolo o nell'esercizio dei diritti collegati alla sua proprietà. L'SRI si esplica attraverso la selezione di titoli di società,
per lo più quotate, che soddisfano alcuni criteri di responsabilità sociale, cioè svolgono la propria attività secondo
principi di trasparenza e di correttezza nei confronti dei propri stakeholder tra i quali, per esempio, i dipendenti, gli
azionisti, i clienti ed i fornitori, le comunità in cui sono inserite e l'ambiente. Investitori sostenibili e responsabili
possono essere sia i singoli individui (che operano direttamente o attraverso la mediazione dei gestori), che le
istituzioni: fondazioni, fondi pensione, enti religiosi, imprese o organizzazioni non-profit”.

RIFLETTORI PUNTATI SULL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE
01.11.2013

Si parte il 5 novembre, a Milano, con un importante convegno dedicato al ruolo dei risparmiatori. E si chiude a Roma,
una settimana dopo: si parlerà di engagement e si conoscerà il vincitore della prima edizione del premio per
l’investitore sostenibile. In mezzo eventi e convegni un po’ in tutta Italia.
È le seconda volta che il nostro paese ospita la Settimana dell'Sri, dedicata all’investimento sostenibile e responsabile,
sull’esempio delle “Sri Week” del resto d’Europa. Organizzata dal Forum per la finanza sostenibile, la settimana sarà
un’occasione di confronto, di riflessione, ma anche di promozione della teoria e della pratica dell'investimento
responsabile. Saranno 16 gli appuntamenti, tutti a ingresso gratuito, con 30 fra promotori e sponsor. Molti sono in
programma a Milano e a Roma, ma le iniziative coinvolgeranno anche Bologna, Venezia e Napoli, e molte università
italiane.
Lamiafinanza Green è media partner della Settimana Sri. Ecco una panoramica degli appuntamenti in programma.
Martedì 5 novembre Dalle 9 alle 16, a Milano, si svolge il convegno di apertura dal titolo Crescita, sostenibilità e
coesione: il ruolo del risparmiatore. La sede è la sala Colonne del palazzo Giureconsulti, in piazza Mercanti 2.
Il convegno è organizzato dal Forum per la finanza sostenibile, in collaborazione con: Camera di commercio di Milano
e con il contributo di: Natixis Global Asset Management, Unipol Gf, Ubs Global Asset Management ed Etica Sgr. Nel
corso della giornata sarà presentata la ricerca Gli italiani e la responsabilità sociale degli investimenti, realizzata da
Doxametrics. Gli asset manager discuteranno delle opportunità offerte dal mercato Sri, e dopo un intervento del
presidente del Censis Giuseppe de Rita, si parlerà di trasparenza, come elemento chiave per la credibilità dell’Sri.
Nel pomeriggio sarà illustrata un’altra ricerca, a cura di Vigeo, dedicata a I fondi retail di investimento sostenibili e
responsabili in Europa. Il Forum per la finanza sostenibile presenterà poi la risorsa multimediale Investi

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Responsabilmente e l’Osservatorio permanente sull’Sri in Italia. A chiudere la prima giornata sarà a tavola
rotonda Promuovere il mercato attraverso regole e incentivi.
Mercoledì 6 novembre La Staffetta Sri delle università italiane coinvolgerà Ca’ Foscari a Venezia, l’università Aldo
Moro di Bari, la Bocconi e il Politecnico di Milano, e le università di Roma Tor Vergata, di Parma e di Padova. In
streaming web (http://streaming.cineca.it/finanzasostenibile/), dalle 9 alle 13,30, si susseguiranno interventi su temi
che vanno dagli indici di sostenibilità alle performance degli investimenti Sri, dalla sostenibilità nel mondo della moda
italiana alla responsabilità aziendale delle banche.
Ancora a Milano (via De Castillia 28), dalle 11 alle 13, la fondazione Riccardo Catella organizza un seminario dedicato
al Responsible property investing, rivolto agli investitori istituzionali. Nel pomeriggio, dalle 14,30 alle 18,30 il Circolo
della stampa di corso Venezia 48 a Milano ospita un dibattito su Comunicazione Sri, frontiera sostenibile?
Giovedì 7 novembre Dalle 9 alle 12, Make a Cube3 organizza un workshop dedicato al Social Venture Investing.
Dedicato agli investitori professionali, l’evento si svolge a Milano in via Ampère 61/a. Dalle 10,30 alle 13,15 ci si sposta
a Roma (sala Aldo Moro di Montecitorio) per discutere de Il ruolo dei policy maker nella regolamentazione dei mercati
finanziari.Nel pomeriggio, dalle 14 alle 15 Febaf, la federazione delle associazioni finanziarie italiane (Abi, Ania,
Assogestioni e Aifi) invita gli operatori a fare il punto su La Carta Sri un anno dopo. L’incontro si svolge alla sede del
Cnel in viale Lubin 2, Roma.
Stessa sede per l’altro evento che Febaf dedica agli investitori istituzionali: dalle 15 alle 18 si discute de L’investimento
responsabile dei fondi pensione come strumento di democrazia economica. L’evento è realizzato in collaborazione con
le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.
Venerdì 8 novembre A Bologna, dalle 9,45 alle 13, il Forum per la finanza sostenibile, in collaborazione con Sulla fame
non si specula, organizza il dibattito: Investire responsabilmente in commodities: si può? L’incontro è ospitato dal
Centro Unipol Bologna, Piazza Vieira De Mello, 3-5.
Di nuovo a Milano (Hotel Four Seasons - Via Gesù 6/8): nell’ambito della Morningstar Etf Invest Conference Europe si
parla di Investimenti responsabili nelle strategie di gestione passive. Dalle 11,30 alle 12,15.
Nel pomeriggio, a Milano, la fondazione Cariplo organizza un convegno e una tavola rotonda dedicati a Social impact
bond: la finanza al servizio dell’innovazione sociale? Si svolgerà dalle 14,30 alle 17,30, alla sala convegni Intesa Sapaolo
in piazza Belgioioso 1.
Sabato 9 novembre Giornata dedicata a L’economia a misura d’uomo. Approcci ed esperienze di economie in sintonia
con lo sviluppo dell’uomo. Dalle 9 alle 17,30 il Centro congressi della fondazione Cariplo (via Romagnosi 8, Milano)
ospita una ricca serie di interventi di esponenti di spicco del mondo dell'economia, della cooperazione, delle scienze
psicologiche e sociali attorno ad una possibile human economy basata sulla consapevolezza, sulla comprensione e sul
coraggio di includere la dimensione della solidarietà e della condivisione. L’evento è promosso dall’associazione Sat
Italia, in collaborazione con Terra Institute.
Lunedì 11 novembre A Venezia per parlare di cambiamento climatico. L’incontro promosso da Assicurazioni Generali è
dedicato a Climate Change - Assicurazione, Finanza e Impresa: le vie del cambiamento. Si terrà dalle 9,30 alle 13
all’Università Ca’ Foscari. Finanza sostenibile, trasparenza e key performance indicator è invece il titolo dell’incontro
promosso a Napoli dall’Ordine dei dottori commercialisti napoletani. Si svolgerà dalle 15 alle 19 alla sala conferenze
dell’Ordine in piazza dei Martiri 30. A Milano si discute invece de La sostenibilità delle aziende italiane, dalle 15 alle
17,30 alla Sala Blu di Borsa italiana (piazza Affari 6). Nel corso dell’incontro verranno presentati i risultati dell’analisi
realizzata da Ecpi, promotore dell’evento.
Martedì 12 novembre Si svolge a Roma, dalle 9 alle 17,30, l’evento conclusivo, intitolato L’engagement: una nuova
sfida per gli investitori istituzionali. Nel corso della giornata saranno presentate le Linee guida sull’engagement per le
forme di previdenza complementare. Due tavole rotonde saranno dedicate al racconto di case history sui temi
dell’engagment, e nel pomeriggio si saprà chi è il vincitore della prima edizione dell’Investitore sostenibile. La giornata,
ospitata dal Palazzo Altieri (piazza del Gesù 49), è promossa dal Forum per la finanza sostenibile, con il contributo di
Axa investment managers, Dexia asset management, Generali investments Europe, Vontobel, e di Vigeo, Société
Générale securities services.
Dal 13 al 16 novembre A seguire la Settimana Sri, la Fondazione Lang e il Forum per la finanza sostenibile organizzano
infine, a Milano, il corso Impact investing, la nuova asset class per una finanza sostenibile.
Per ulteriori informazioni e per registrarsi agli eventi: www.settimanasri.it/.

SETTIMANA SRI, DOMANI SI PARTE di Fausta Chiesa
04.11.2013

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È ormai terminato il conto alla rovescia per la Settimana Sri. Partirà domani 5 novembre, a Milano, il più importante
appuntamento italiano sulla finanza responsabile e sostenibile, organizzato dal Forum per la Finanza Sostenibile, una
grande occasione di confronto, di riflessione e di promozione della teoria e della pratica dell’investimento
responsabile.
Su tutto il territorio nazionale si terranno eventi gratuiti per far conoscere e diffondere lo Sri (Sustainable and
Responsible Investment).
Ad aprire la “Settimana” sarà la conferenza “Crescita, sostenibilità e coesione: il ruolo del risparmiatore”, che si terrà,
appunto, domani 5 novembre dalle 9 alle 16,30 a Palazzo Giureconsulti a Milano, dove sarà presentata la ricerca “Gli
italiani e la responsabilità sociale degli investimenti”, cui seguirà una tavola rotonda con gli operatori, uno speech del
presidente del Censis Giuseppe De Rita e, nel pomeriggio, una seconda tavola rotonda intitolata “Promuovere il
mercato attraverso regole e incentivi”.
Un’attenzione particolare sarà dedicata al tema dell’engagement come nuova opportunità per gli investitori
istituzionali. Non a caso, infatti, a chiudere la Settimana sarà, il 12 novembre a Roma, la conferenza di profilo
internazionale “L’engagement: una nuova sfida per gli investitori istituzionali”.
ETicaNews, media partner dell’iniziativa, seguirà entrambi gli eventi, quello di apertura e quello di chiusura, con una
twittercronaca in diretta (hashtag #SettimanaSri).
Molti gli argomenti che saranno approfonditi nel corso della manifestazione, con l’obiettivo di tracciare una
panoramica completa e trasversale su un fenomeno complesso e differenziato come l’SRI. Tra questi, il cambiamento
climatico e i rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property
investing, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail e il ruolo dei decisori politici nella promozione di una
cultura della sostenibilità in Italia.
A differenza della prima edizione che si è svolta l’anno scorso, quest’anno la settimana è stata programmata in
concomitanza con le altre edizioni europee: si sono appena svolti il National Ethical Investment Week nel Regno Unito
e la Semaine de l’Isr in Francia.
In Italia la diffusione della finanza Sri è in ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Per quale motivo? Lo spiega Davide
Dal Maso, segretario generale del Forum. «Bisogna distinguere tra il ritardo del mercato istituzionale e quello del
retail. In Italia i fondi pensione sono più giovani e più piccoli degli omologhi nel resto d’Europa, sono meno strutturati,
hanno masse più piccole e di conseguenza sono meno pronti a investire in innovazione. Inoltre, hanno subìto cambi di
regolamentazione molto frequenti negli ultimi anni. Nel mercato retail la dinamica è diversa. Qui è l’offerta che crea la
domanda e c’è una responsabilità legata non tanto alle caratteristiche del risparmiatore, che sono analoghe a quelle
degli altri Paesi europei, quanto al fatto che l’industria finanziaria italiana ha ancora un modello bancocentrico in cui
contano le politiche commerciali delle banche e delle reti. Se non c’è un motivo particolare per innovare il prodotto, è
difficile che sia la domanda a trainare l’innovazione».
Ma è anche “colpa” dei media che danno pochissimo spazio alla finanza Sri? «Anche questo ha un peso – ammette Dal
Maso – . Se fosse più dibattuto a livello pubblico ci sarebbe più attenzione da parte degli operatori finanziari. Dai
risultati dalla ricerca che presenteremo durante la conferenza del 5 novembre, il profilo che emerge non è quello di un
risparmiatore cinico, ma di un risparmiatore che chiede trasparenza e lealtà da parte dell’istituzione finanziaria».
Per Dal Maso la finanza del futuro sarà sicuramente più Sri. «Oggi non ci sono più grandi alibi od ostacoli per non agire
in tal senso: credo che si tratti solo di spingere una porta che è già aperta. Prima partiranno il mercato istituzionale dei
fondi pensione e delle fondazioni, per fare massa critica. Poi sarà più facile proporsi anche al retail».

AL VIA LA SETTIMANA ITALIANA DELLA FINANZA SOSTENIBILE
05.11.2013

Da oggi fino al 12 novembre si tiene la Settimana SRI, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con
il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Sono sedici gli appuntamenti confermati per l'edizione 2013 - anche quest'anno tutti a ingresso gratuito - e più di
trenta i promotori coinvolti. Tra i temi che saranno approfonditi: l'engagement come nuova opportunità per gli
investitori istituzionali, il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, il ruolo dei decisori politici nella
promozione di una cultura della sostenibilità in Italia, la "svolta sostenibile" del mercato retail.
La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero
dell'Ambiente e del Ministero dell'Economia e delle Finanze.

AL VIA LA SETTIMANA ITALIANA DELLA FINANZA SOSTENIBILE
10
05.11.2013

Roma, 5 nov. Da oggi fino al 12 novembre si tiene la Settimana SRI, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza
Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Sono sedici gli
appuntamenti confermati per l'edizione 2013 - anche quest'anno tutti a ingresso gratuito - e più di trenta i promotori
coinvolti. Tra i temi che saranno approfonditi: l'engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali, il
cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura
della sostenibilità in Italia, la "svolta sostenibile" del mercato retail. La Settimana SRI è promossa e coordinata dal
Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dell'Economia e delle
Finanze. AFP

DAVIDE DAL MASO: “LA FINANZA SOSTENIBILE È PRONTA A SPICCARE IL VOLO” di Vincenzo Petraglia
13.11.2013

La Settimana SRI è stata l’occasione per incontrare Davide Dal Maso, segretario del Forum per la Finanza Sostenibile
(www.finanzasostenibile.it), che ci aiuta a capire meglio il mondo della finanza collegata agli investimenti socialmente
responsabili (Sri, acronimo di Sustainable and responsible investment).
Siamo finalmente pronti per una finanza sostenibile? Potremo parlare un giorno veramente di finanza sostenibile?
Diciamo che oggi molte più persone, anche tra gli addetti ai lavori, sono consapevoli del fatto che le vecchie ricette
non funzionano più. La crisi ha messo in discussione modelli e convinzioni che sembravano granitici e le forme di
finanza che venivano etichettate con un po’ di sufficienza come “alternative” vengono ora guardate con l’interesse
che meritano. Insomma, credo che quegli elementi di cambiamento che nei decenni più recenti sono cresciuti in
silenzio
adesso
siano
nelle
condizioni
per
esprimere
tutto
il
proprio
potenziale.
Ad oggi, che posto occupano i fondi sostenibili e responsabili rispetto a quelli tradizionali?
Si tratta ancora di una nicchia. In alcuni Paesi le percentuali sono più alte che in altri, ma complessivamente parliamo
di quote minoritarie. Ma va detto che il grosso degli investimenti sostenibili e responsabili non è gestito in fondi, ma è
nelle mani dei grandi investitori istituzionali, quindi fondi pensione, fondazioni, assicurazioni, casse previdenziali, e
così via. In questo segmento, le cifre sono molto più importanti.
In Europa le cose vanno meglio rispetto all’Italia?
L’Italia ha una struttura di mercato diversa rispetto ai paesi del Nord Europa. In particolare, ha investitori previdenziali
più giovani e con dimensioni mediamente più piccole. È naturale che in mercati più maturi queste pratiche siano più
diffuse.
Ci spieghi esattamente cosa sono questi fondi
L’idea è che, quando si selezionano i titoli in cui investire, oltre a considerare gli aspetti strettamente economici, si
guardino anche quelli ambientali, sociali e di governance. Se devo investire in un’impresa del settore
dell’abbigliamento, per esempio, mi preoccuperò anche delle politiche e delle pratiche che applica nella scelta delle
materie prime, nei processi produttivi, lungo la catena di fornitura, per essere sicuro che non venga danneggiato
l’ambiente e vengano rispettati i lavoratori. Questo non solo per soddisfare un principio di giustizia, ma anche perché
all’azienda, e quindi, indirettamente, all’investitore, un comportamento ambientalmente e socialmente proattivo alla
fine conviene: evita rischi – di mercato, legali, reputazionali – e, se valorizza i propri comportamenti virtuosi, può
ottenere un premio di prezzo presso i consumatori più attenti a questi temi.
Chi può accedere a questi fondi? Ci possono accedere anche i privati?

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Certo. Ormai l’offerta è ampia e soddisfa tutte le esigenze finanziarie in termini di rischio/rendimento e orizzonte
temporale.
C’è un investimento minimo per potervi accedere?
Dipende dal prodotto, ma, in generale, quelli destinati al mercato retail hanno soglie molto basse.
Dove sono nati questi fondi?
La finanza etica ha storicamente una matrice religiosa. Nelle forme moderne, i primi strumenti di finanza responsabile
sono nati negli Stati Uniti negli anni ’70. Poi, questa pratica si è estesa ad altri paesi ed è evoluta nelle forme. Oggi è
l’Europa la regione più all’avanguardia.
Quali sono i prodotti Sri più comuni?
Se parliamo del mercato retail, sono i fondi comuni.
E i settori in cui si trova una maggior concentrazione di fondi Sri?
Parlando di asset class, i fondi Sri sono per lo più azionari, e gli ambiti di mercato in cui si investe sono un po’ tutti, in
quanto la pratica delle esclusioni settoriali, fatta eccezione per settori quali, per esempio, le armi, il tabacco, il gioco
d’azzardo, è minoritaria. In generale, si cercano, infatti, le imprese più sostenibili e responsabili in tutti i settori
economici.
Quali i settori più promettenti e con maggiori potenzialità?
Se si parla di mercati, quello a maggior potenziale di crescita è indubbiamente quello previdenziale. I fondi pensione
sono gli investitori sostenibili e responsabili per eccellenza.
Quali sono le maggiori resistenze da parte dei risparmiatori/potenziali investitori rispetto a questo tipo di prodotti?
Le nostre ricerche dimostrano chiaramente che c’è disponibilità, ma manca la conoscenza. Nel dubbio, si preferisce
continuare a fare quello che si è sempre fatto, anche quando gli esiti non sono stati sempre felici.
È verosimile che alcune aziende possano utilizzare il loro impegno in sostenibilità come uno strumento di
maquillage e green washing? C’è ancora questo rischio? E se sì, come correre ai ripari?
È un rischio inevitabile, anche se ormai i clienti, gli investitori, gli altri stakeholder sono sempre più informati e
preparati. La rete permette un accesso alle informazioni facile e rapido. È molto più difficile di un tempo, per
un’impresa, dichiarare una cosa e farne un’altra, perché il rischio di essere scoperti è alto e, se accade, le conseguenze
possono essere molto serie.
Chi controlla questi fondi? Chi ne garantisce la bontà? Quali sono insomma le garanzie per il risparmiatore?
I fondi Sri hanno un livello di trasparenza che è ancora maggiore di quello dei fondi tradizionali, di per sé già alto.
Devono dichiarare i principi cui si ispirano, le regole che si danno e i processi che adottano e rendicontare i risultati
che ottengono. Non esiste una vera certificazione, ma, francamente, non se ne sente l’esigenza perché alla lunga è il
mercato che giudica: premia quelli bravi, onesti e coerenti e viceversa.
Esiste un sistema di rating? Quali sono i parametri di massima utilizzati?
Esistono diversi sistemi di rating sulle società oggetto di investimento, non sui fondi. Registriamo un processo di lenta
convergenza degli standard di valutazione, ma ogni agenzia di rating ESG (Environment, Social and Governance,
ovvero appunto le politiche ambientali, sociali e di governance societarie, ndr) ha la propria metodologia. Quindi può
accadere che la stessa società abbia rating ESG diversi a seconda dei criteri utilizzati da chi la valuta.
Quanto stanno rendendo i prodotti Sri? I loro rendimenti sono equiparabili a quelli tradizionali?
È difficile rispondere, perché Sri non è un asset class, è uno stile di investimento. E può essere applicato in modi
diversi. I risultati variano molto a seconda delle definizioni che si utilizzano e dei periodo temporali che si considerano.
Alla fine, tutto dipende dalla qualità della gestione. Così come non è vero che l’investimento Sri è meno remunerativo
di un investimento tradizionale, non si può dire che sia sempre vero il contrario.
Perché bisognerebbe preferire i prodotti Sri a quelli tradizionali? Quali i maggiori vantaggi e opportunità?
I prodotti Sri sono meno volatili e meno rischiosi. In generale, infatti, l’Sri è un approccio non speculativo, che guarda
alla creazione di valore nel medio-lungo periodo. È, quindi, particolarmente adatto a un investitore prudente e
paziente, non certo al classico investitore che “gioca in borsa”!

Siti web
STA PER INIZIARE LA SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE E RESPONSABILE
06.10.2013

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Dopo il successo della prima edizione, torna la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: il più
importante appuntamento in Italia sul tema della finanza sostenibile. L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum
per la Finanza Sostenibile, si svolgerà dal 5 al 12 Novembre, allineandosi con le principali SRI Week in Europa. Sono
sedici in totale gli appuntamenti confermati in tutta Italia – anche quest’anno tutti ad ingresso gratuito – e più di
trenta i promotori e gli sponsor coinvolti. Potete trovare il calendario completo qui:
http://www.settimanasri.it/calendario-2013/?cid=all&month=11&yr=2013/

SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE
06.10.2013

Si svolgerà dal 5 al 12 Novembre la seconda edizione della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: 17
appuntamenti in tutta Italia per parlare di finanza sostenibile.Tra i temi che verranno approfonditi nell’ambito della
seconda edizione: l’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali, il cambiamento climatico ed i
rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property investing e dei
social impact bond, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di
una cultura della sostenibilità in Italia. La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile,
con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

DAL 5 AL 12 NOVEMBRE SI SVOLGERÁ LA SECONDA EDIZIONE DELLA SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO
SOSTENIBILE E RESPONSABILE
16.10.2013

L’iniziativa, organizzata e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile con il patrocinio del Ministero dell’ambiente
e della tutela del territorio e del mare, si sostanzia in una serie di eventi, che interessano tutto il territorio nazionale,
aventi lo scopo promuovere e diffondere la pratica dell’SRI (Sustainable and Responsible Investment).
La settimana dell’SRI si basa su un format già consolidato in altri Paesi europei come Francia ed Inghilterra, e si
svolgerà allineamento con le altre SRI Week europee.
A chiudere la Settimana, una conferenza di profilo internazionale sul tema dell’engagement che coinvolgerà ospiti di
eccellenza e terminerà con la cerimonia di premiazione dell’Investitore Istituzionale Sostenibile dell’Anno.
Per maggiori informazioni vai al sito della Settimana SRI.

VIA IL 5 NOVEMBRE ALLA SETTIMANA SRI
21.10.2013

Partirà il 5 novembre, per concludersi il 12 novembre, la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: 17
appuntamenti in tutta Italia per parlare di finanza sostenibile.

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Tra i temi che verranno approfonditi nell’ambito della seconda edizione: l’engagement come nuova opportunità per gli
investitori istituzionali, il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact
investing e del responsible property investing e dei social impact bond, la possibile “svolta sostenibile” del mercato
retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia.
La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero
dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La partecipazione agli eventi è gratuita, previa
registrazione all’indirizzo mail eventi@finanzasostenibile.it

SETTIMANA PER LA FINANZA SOSTENIBILE
30.10.2013

Dopo il successo della prima edizione torna la Settimana SRI: la principale iniziativa in Italia per parlare di finanza
sostenibile. Sono sedici gli appuntamenti confermati per l’edizione 2013 - anche quest’anno tutti a ingresso gratuito e più di trenta i promotori coinvolti.
Tra i temi che saranno approfonditi: l’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali, il
cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura
della sostenibilità in Italia, la “svolta sostenibile” del mercato retail.
La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, di cui il WWF è socio, con il patrocinio
del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

SETTIMANA SRI
31.10.2013

La Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile (5-12 novembre 2013) rappresenta il culmine dell’attività
del Forum per la Finanza Sostenibile (FFS) e si sostanzia in una serie di eventi, che interessano tutto il territorio
nazionale, aventi lo scopo promuovere e diffondere la pratica dell’SRI (Sustainable and Responsible Investment).
L’iniziativa, che si basa su un format già consolidato in altri Paesi europei come Francia ed Inghilterra, è organizzata e
coordinata dal FFS e beneficia della collaborazione di altri soggetti promotori, soci del Forum o che ne condividono la
missione.

SETTIMANA DELLA FINANZA RESPONSABILE
04.11.2013

CSSPD.it
L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà dal 5 al 12 Novembre,
allineandosi con le principali SRI Week in Europa. Diciassette gli appuntamenti confermati per l’edizione 2013 con più
di trenta promotori coinvolti.
Dopo il successo della prima edizione, torna la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: il più
importante appuntamento in Italia sul tema della finanza sostenibile.

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L’edizione 2013 si presenta più ricca anche dal punto di vista dei contenuti: sono molti gli argomenti che verranno
approfonditi nel corso della manifestazione, con l’obiettivo di tracciare una panoramica completa e trasversale su un
fenomeno complesso e differenziato come l’SRI.
Sono diciassette gli appuntamenti confermati per l’edizione 2013 - anche quest’anno tutti a ingresso gratuito - e più di
trenta i promotori coinvolti.
L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà dal 5 al 12 Novembre, allineandosi
con le principali SRI Week in Europa.
Aumentano i promotori dell’iniziativa - Soci del Forum o che ne condividono la mission - che animeranno la Settimana
con incontri e seminari su tutto il territorio nazionale. Risulta già confermato ad oggi l’impegno di Avanzi, BCC Credito
Cooperativo, ETica News, FeBAF, Fondazione Cariplo, Fondazione Lang Italia, Fondazione Riccardo Catella, Hines Italia
SGR, l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Napoli, Morningstar e delle principali confederazioni sindacali.
Anche il mondo accademico contribuirà all’iniziativa con un evento che collegherà virtualmente le principali università
italiane.
Un’attenzione particolare sarà dedicata al tema dell’engagement come nuova opportunità per gli investitori
istituzionali. Tra gli altri argomenti oggetto di dibattito evidenziamo: il cambiamento climatico ed i rischi per il settore
assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property investing, la possibile “svolta
sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia.

SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE E RESPONSABILE
05.11.2013

II edizione
Dal 5 al 12 novembre 2013
Apertura: Camera di Commercio, Milano
Chiusura: Scuderie di Palazzo Altieri, Roma
Forum per la Finanza Sostenibile
Il più importante evento in Italia sul tema dell’investimento sostenibile e responsabile
La seconda edizione della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile si svolgerà nella prima metà di
Novembre 2013, in allineamento con le altre SRI Week europee.
A chiudere la Settimana, una conferenza di profilo internazionale sul tema dell’engagement che coinvolgerà ospiti di
eccellenza e terminerà con la cerimonia di premiazione dell’Investitore Istituzionale Sostenibile dell’Anno.
14 eventi su tutto il territorio italiano.
Più di 30 partner e sponsor coinvolti.
Relatori italiani ed internazionali di alto profilo.
Martedì 5 Novembre 2013
Evento di apertura
Camera di Commercio, Milano
Rilanciare il mercato retail con una svolta sostenibile
Un confronto con gli operatori del settore introdotto da Giuseppe De Rita, Presidente CENSIS.
Martedì 12 Novembre 2013
Evento conclusivo
Scuderie di Palazzo Altieri, Roma
L’engagement: una nuova sfida per gli investitori istituzionali
L’evento si chiuderà con la cerimonia di premiazione dell’Investitore Sostenibile dell’Anno.
Seguirà calendario e programma dettagliato degli eventi.
Tutti gli aggiornamenti su: www.settimanasri.it
Si prega di confermare la propria presenza a: eventi@finanzasostenibile.it
Per maggiori informazioni: +39 02 30516028 – info@finanzasostenibile.it

COMINCIA LA SETTIMANA ITALIANA DELLA FINANZA SOSTENIBILE
05.11.2013
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Da oggi fino al 12 novembre si tiene la Settimana SRI, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con
il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Dopo il successo della prima edizione torna la Settimana SRI: la principale iniziativa in Italia per parlare di finanza
sostenibile. Sono sedici gli appuntamenti confermati per l’edizione 2013 - anche quest’anno tutti a ingresso gratuito e più di trenta i promotori coinvolti. Tra i temi che saranno approfonditi: l’engagement come nuova opportunità per
gli investitori istituzionali, il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, il ruolo dei decisori politici nella
promozione di una cultura della sostenibilità in Italia, la “svolta sostenibile” del mercato retail.
La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero
dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE E RESPONSABILE: IL PIÙ IMPORTANTE APPUNTAMENTO
IN ITALIA SUL TEMA DELLA FINANZA SOSTENIBILE
12.11.2013

Dopo il successo della prima edizione, torna la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: il più
importante appuntamento in Italia sul tema della finanza sostenibile.
L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà quest’anno in autunno, dal 5 al 12
Novembre, allineandosi con le principali SRI Week in Europa.
Sono sedici in totale gli appuntamenti confermati su tutto il territorio nazionale – anche quest’anno tutti a ingresso
gratuito – e più di trenta i promotori e gli sponsor coinvolti. Tra i temi caldi: engagement e azionariato attivo, impact
investing, cambiamento climatico.
Il Premio per l’investitore sostenibile dell’anno, lanciato dal Forum per la Finanza Sostenibile nell’ambito della prima
Giornata Italiana dell’SRI, nasce con l’obiettivo di stimolare il mercato istituzionale italiano a compiere ulteriori passi
avanti nell’adozione di politiche di investimento responsabili, creando un’occasione di visibilità per quegli investitori
che già hanno scelto di integrare strategie SRI (Sustainable and Responsible Investment) nella gestione delle risorse
finanziarie.
Sei sono le categorie di investitori ammesse a concorrere: forme di previdenza complementare, casse di previdenza
professionali, fondazioni (di qualunque emanazione), compagnie di assicurazione, enti religiosi e non profit ed imprese
(ma solo nell’ambito dell’attività di gestione del patrimonio mobiliare di competenza).
A valutare le iniziative sarà una Giuria indipendente di esperti del settore, che considererà in particolar modo
l’impatto generato e l’innovatività delle proposte.
La cerimonia di premiazione dell’Investitore sostenibile dell’anno si terrà a Roma martedì 12 Novembre 2013, al
termine della conferenza conclusiva della Settimana SRI.
Consulta il calendario dell’evento.

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La Settimana SRI 2013 – Rassegna stampa eventi
5 Novembre 2013
“Crescita, sostenibilità e coesione: il ruolo del risparmiatore”
Agenzie
IL 45% DEGLI INVESTITORI DIREBBE SÍ A INVESTIMENTI RESPONSABILI
06.11.2013

Roma, 6 nov. - (Adnkronos) - Il 45% degli investitori sarebbe disposto ad investire parte dei suoi risparmi in
investimenti sostenibili e responsabili e il 18% dichiara di averte investito in aziende che hanno politiche di
sostenibilità sociale e ambientale. E' quanto emerge dalla ricerca 'Il risparmiatore responsabile' curata da Doxametrics
presentata in occasione della Settimana dell'investimento sostenibile e responsabile promossa dal Forum per la
finanza sostenibile in programma fino al 12 novembre. L'indagine ha preso in considerazione un campione di oltre
1000 investitori privati, tra i 30 e 50 anni. Sul livello di conoscenza della materia, dalla ricerca emerge che il 48% del
campione ha sentito parlare di investimenti sostenibili e responsabili ma non sa esattamente di cosa si tratta: il 29%
non ne ha mai sentito parlare, e solo il 23% sa di cosa si tratta. Il 43% degli intervistati ritiene che i temi ambientali,
sociali e di buon governo di impresa impattano 'abbastanza' nel mondo della finanza e delle banche; poco per il 27%.
I concetti che si associano quando si parla di investimenti responsabili sono: tutela dell'ambiente (46%); rispettare i
diritti sociali e umani (42%); trasparenza negli investimenti (40%) e rispetto e tutela del cliente (40%). Quanto
all'approccio agli investimenti, il 43% considera 'abbastanza' importante essere messo al corrente della sostenibilità
ambientale e sociale dei suoi investimenti; 'molto' per il 23%; poco per il 27% e 'per niente' per il 7%. Il 36% per poter
effettuare questo tipo di investimento si rivolgerebbe ad una banca .

IMPRESE/RESPONSABILITÀ SOCIALE: 61% AZIENDE INVESTE NONOSTANTE CRISI
07.11.2013

(OM NIM ILANO) Milano, 07 NOV - Responsabilità sociale in azienda: gli imprenditori milanesi continuano a crederci e
mantengono i propri investimenti in CSR nonostante la crisi nel 61,4% dei casi, solo uno su tre li riduce.
Lo fanno principalmente per motivazioni etiche e solo secondariamente per promuovere l’immagine aziendale.
Rispetto dell’ambiente (33%) e tutela dei lavoratori (29,1%) le aeree di intervento più significative. Vantaggi fiscali,
finanziamenti agevolati e formazione ad hoc: sarebbero secondo gli imprenditori gli strumenti più utili per
promuovere tali prassi “virtuose”. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su 400 imprese di
Milano e provincia con metodo CATI realizzata a giugno 2013 attraverso DigiCamere Scarl.

17
Sì è tenuta a Palazzo Giureconsulti la giornata di apertura della Settimana SRI (5-12 novembre), organizzata dal Forum
per la Finanza Sostenibile in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano. Presentata la prima ricerca in Italia
sul risparmiatore responsabile. Trasparenza, fiducia ed efficacia nella comunicazione le parole chiave. Per maggiori
informazioni e materiali, sito web della Settimana SRI ( www.settimanasri.it). “La Camera di commercio - ha dichiarato
Federica Ortalli, membro di giunta della Camera di commercio di Milano - è da tempo attiva nel promuovere e
sostenere, anche attraverso uno sportello dedicato, le azioni di responsabilità sociale messe in atto dalle imprese che
possono rappresentare un concreto fattore di competitività, credibilità e attrattività, soprattutto se il mercato
finanziario diventa sempre più attento a premiare tali prassi. Per questo la Camera di commercio ha partecipato a
questa iniziativa volta a sensibilizzare operatori e risparmiatori sul tema dell'investimento e della finanza sostenibile"

Quotidiani e settimanali
IL 54% DEI FONDI ETICI È AZIONARIO
02.11.2013

18
GLI INVESTIMENTI RESPONSABILI PIACCIONO. MA AGLI OPERATORI SERVE PIÙ CHIAREZZA. di Andrea Di
Turi

06.11.2013

19
INVESTIMENTI: IL 45% DEI RISPARMIATORI DIREBBE SÍ A QUELLI RESPONSABILI
09.11.2013

COSA NASCONDE LA CORSA AL RISPARMIO di Marco Lo Conte
23.11.2013

20
Quotidiani e testate online
UNA PIATTAFORMA PER SCEGLIERE IN MODO CONSAPEVOLE di Rosaria Barrile
05.11.2013

Investire in modo responsabile, scegliendo il prodotto più adatto alle proprie esigenze tra quelle proposti sul mercato
finanziario, d’ora in poi sarà più semplice. Grazie al Forum della finanza sostenibile le informazioni relative agli
strumenti e agli emittenti saranno finalmente più accessibili anche al piccolo risparmiatore.
In occasione della prima giornata di apertura della Settimana Sri, è stato presentato ufficialmente un progetto che
intende non solo raccogliere tutti i dati sul settore degli investimenti sostenibili in un’unica piattaforma web ma anche
renderli
rapidamente
consultabili
da
tutti,
risparmiatori
privati
e
addetti
ai
lavori.
Il progetto prevede lo sviluppo di due strumenti informativi: la piattaforma multimediale “Investi-re-sponsabilmente”
e l’Osservatorio permanente sugli investimenti sostenibili e responsabili.
La piattaforma, la cui idea originaria risale al 2008, con il programma Investire con i piedi per terra, comprende diverse
sezioni: una mini guida aiuta a comprendere cosa si intende per investimento responsabile e illustra le strategie

21
prevalenti sul mercato italiano, ognuna contraddistinta da specifici obiettivi e metodologia; completano il tutto un
glossario e un blog, in cui individuare i temi chiave del settore.
A breve verrà lanciato all’interno della piattaforma un test che consentirà a ciascun potenziale risparmiatore di
misurare la propria conoscenza e la propensione o meno all’investimento socialmente responsabile.
Ma la parte più ricca del sito è quella relativa ai prodotti. Il Forum della finanza sostenibile, che ogni hanno divulga un
rapporto in grado di fotografare lo stato della finanza Sri, compie infatti un balzo in avanti nel monitoraggio del
fenomeno con la pubblicazione aggiornata delle schede relative ai singoli prodotti di investimento o di previdenza che
investono secondo criteri Sri. In una prima fase saranno riportati soltanto i prodotti resi disponibili dagli operatori
italiani; presto seguiranno i prodotti collocati in Italia da gestori esteri.
Realizzato grazie alla collaborazione con Mefop per i fondi pensione e con Morningstar per i fondi di investimento, il
database dei prodotti, in forma semplificata, può essere consultato facendo ricorso a vari filtri: per tipologie di
investimento o per strategie di sostenibilità scelta dalla società emittente.
Quest’ultimo parametro, più sofisticato, comprende i sei criteri prevalenti sul mercato italiano: esclusioni, convenzioni
internazionali, best in class, investimenti tematici, engagement, impact investing. Una volta individuato il prodotto è
possibile tramite un link consultare la scheda tecnica elaborata da Morningstar e Che fornisce informazioni relative
alle performance, al grado di rischio e ai costi del prodotto.
Il progetto più ampio che ha portato allo sviluppo della piattaforma è quello dell’Osservatorio permanente sugli
investimenti sostenibili e responsabili. Per la prima volta in Italia verrà messo a disposizione anche dei non addetti ai
lavori un monitoraggio organico e permanente del mercato italiano dei prodotti di investimento Sri. Le informazioni,
che verranno aggiornate al primo semestre di ogni anno, saranno alimentate tramite la raccolta di dati pubblici, l’invio
di schede alle società emittenti e la consueta indagine annuale condotta dal Forum.

INVESTIMENTI SRI, TANTO INTERESSE MA POCA CONOSCENZA
05.11.2013

Il potenziale degli investimenti Sri (Sustainable and responsible investment) è elevato. Nel 47% dei casi gli investitori
privati si dichiarano disposti a modificare le proprie scelte di investimento a favore di prodotti Sri: il 45% del campione
li prenderebbe, infatti, in considerazione in caso di proposta. Lo ha messo in luce la ricerca sul “risparmiatore
responsabile” realizzata da Doxametrics e presentata oggi in apertura della settimana Sri 2013. C'è quindi una
predisposizione positiva da parte dei risparmiatori, e anche gli investitori privati si dimostrano aperti verso gli aspetti
di sostenibilità e responsabilità, ma ritengono centrali la chiarezza e la trasparenza nella gestione degli investimenti e
nella comunicazione con il mercato. Il driver più forte continua a essere la fiducia verso il proprio gestore. Il problema
è che l'offerta di prodotti sostenibili e responsabili oggi non è adeguatamente supportata a livello informativo. C'è
infatti ancora una conoscenza moto limitata di questi prodotti di investimento. Dalla ricerca di Doxametrics infatti
risulta che solo il 23% degli investitori sa esattamente di cosa si tratta. C'è quindi molto spazio di miglioramento e di
crescita in questo settore. Lo studio mette infatti in luce come gli strumenti di comunicazione e la mediazione offerta
attualmente dagli intermediari (banche, assicurazioni, promotori) “non sono adeguati e sufficienti per generare
consapevolezza su questi temi”. Il valore aggiunto dei prodotti Sri “dovrà essere trasferito dall'intermediario al
risparmiatore con una comunicazione efficace che sia in grado di informare ed educare”, conclude la ricerca.

GLI ITALIANI CI SONO, ORA TOCCA AGLI SRI di Fausta Chiesa
06.11.2013

22
Trasparenza, formazione e informazione. Sono i temi che hanno caratterizzato gli interventi e le presentazioni del
convegno “Crescita, sostenibilità e coesione: il ruolo del risparmiatore” che ha aperto ieri a Milano la Settimana Sri,
promossa e organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile. ETicaNews, in qualità di media partner, ha seguito
l’evento in twittercronaca (vedi una ampia sintesi dei tweet).
Dal punto di vista del risparmiatore, ma anche da quello degli addetti ai lavori come i promotori finanziari, la finanza
etica ha un compito: farsi conoscere di più. L’interesse c’è e lo ha dimostrato l’indagine di DoxaMetrics “Gli italiani e
la responsabilità sociale degli investimenti” condotta su un campione di oltre mille investitori privati tra i 30 e i 50 anni
che hanno investito almeno 1.000 euro nell’ultimo anno. Soltanto il 23% del campione dichiara di sapere esattamente
che cos’è lo Sri (sustainable and responsabile investment) e il 48% ne ha sentito parlare. Sri per gli intervistati significa
prevalentemente ambiente e diritti umani, ma anche trasparenza degli investimenti e rispetto e tutela del cliente. Il
45% si è dichiarato disposto a investire nello Sri e il 47% a modificare le proprie scelte di investimento a favore di
aziende che si differenziano positivamente per lo Sri.
C’è, quindi, una predisposizione positiva da parte dei risparmiatori. Ma allora perché la finanza Sri rappresenta in Italia
soltanto poco più di 2 miliardi di euro e lo 0,2% del totale degli investimenti? Il problema è che l’offerta di prodotti
sostenibili e responsabili oggi non è divulgata e questo forse per “colpa” delle banche e delle assicurazioni, che ancora
continuano a essere il punto di riferimento dei risparmiatori, rimanendo l’intermediario di elezione. Dalla ricerca
emerge, infatti, che nei confronti degli intermediari non c’è nessuna fiducia in generale (50%), ma che nei confronti
della propria banca il discorso cambia e l’italiano continua a fare affidamento al proprio gestore. Per Manuela
Mazzoleni di Assogestioni l’investimento Sri è ancora di nicchia ma c’è una domanda latente.
Il problema è la conoscenza anche da parte degli addetti ai lavori, come è emerso anche dalle tavole rotonde “Gli
operatori di fronte all’offerta del mercato Sri” e “Promuovere il mercato attraverso regole e incentivi”. «Il livello di
conoscenza dello Sri oggi è scarso anche tra addetti ai lavori - ha ammesso Joe Capobianco, direttore generale
dell’Organismo per la tenuta dell’albo dei promotori finanziari - e si studia solo se il cliente interessato lo chiede».
La Francia è diventata leader europea della finanza Sri (pesa per il 35% e il fondo etico più grandi in Europa è di Bnp
Paribas, secondo i dati presentati da Vigeo) perché – ha detto Jens Peers di Natixis – è stata fatta molta educazione
finanziaria. Per Gian Franco Guazzugli di Anasf bisogna formare gli operatori. Per Simone Rosti di Ubs la finanza Sri
deve uscire dal recinto dell’autoreferenzialità e arrivare al retail. Per Simone Matteucci di Unipol è necessario fare un
salto di qualità ed enfatizzare i risultati concreti ottenuti, un passaggio di mentalità importante se si vuole conquistare
la fiducia degli investitori.
Di trasparenza dell’intera offerta e non soltanto del singolo prodotto e di correttezza individuale ha parlato anche il
presidente del Censis Giuseppe De Rita, che ha fatto notare come oggi gli italiani vivano un ritorno alla sobrietà e a
valori
diversi
da
quelli
passati
che
la
crisi
sta
facendo
riscoprire.
Se di trasparenza c’è bisogno, in Europa Eurosif ha contribuito alla sua diffusione e oggi circa 600 sui 900 fondi Sri
retail esistenti hanno adottato il Transparency Code. Per Alessandra Viscovi, direttore generale di Etica sgr e
presidente del Forum per la Finanza Sostenibile, esiste un problema di conoscenza per cui è cruciale utilizzare una
definizione che si dà della finanza etica e un linguaggio comprensibili ed è per questo che il Forum ha validato una
definizione dell’investimento Sri.
Anche per Carlo Piarulli, presidente di Adiconsum Lombardia, c’è un problema di informazione e di conoscenza dei
prodotti Sri, che deve essere colmata anche perché, ha ammesso, «bisogna prevenire con l’informazione, perché tutte
le carte che mi arrivano sul tavolo sono già a danno avvenuto». Per colmare la lacuna, il Forum per la Finanza
Sostenibile ha creato una piattaforma web (www.investiresponsabilmente.it) dove è possibile capire che cosa è lo Sri,
con un osservatorio permanente sui prodotti.

RISPARMIATORI RESPONSABILI, MA POCO INFORMATI di Rosaria Barrile
06.11.2013

Cresce presso i risparmiatori la consapevolezza circa l’esistenza di prodotti di investimento alternativi a quelli
tradizionali, definiti secondo logiche responsabili e sostenibili. Ma non cresce di pari passo la conoscenza delle
opportunità attualmente già esistenti sul mercato. A pesare anche una relazione con gli intermediari finanziari spesso
poco soddisfacente.
Il potenziale dei prodotti Sri, elevato in termini commerciali, viene infatti a scontrarsi con una comunicazione
inefficiente allo sportello. In pratica, per far sì che tale tipologia di investimento possa finalmente affermarsi e trovare
il suo spazio nei portafogli degli italiani, banche, assicurazioni e promotori devono fare la loro parte e cambiare il
modo in cui tale proposta viene formulata al momento della consulenza.

23
E’ la conclusione a cui giunge una ricerca condotta da Doxametrics e realizzata nel mese di settembre per il Forum per
la finanza sostenibile e presentata nel corso della Settimana Sri.
L’indagine ha preso come panel di riferimento un campione di risparmiatori – tra i trenta e i cinquant’anni - con un
profilo culturale e patrimoniale più evoluto rispetto alla popolazione italiana e all’investitore “medio”. Tra i requisiti
fondamentali per rispondere al questionario vi era infatti l’aver investito almeno mille euro nell’ultimo anno.
Il dato più significativo, e di sicuro interesse per chi tali prodotti di investimenti li mette a punto o li propone tramite le
reti distributive, è il potenziale commerciale dei prodotti Sri: nel 47% dei casi gli investitori privati si sono dichiarati
disposti a modificare le proprie scelte di investimento a favore di prodotti Sri e ben il 45% li prenderebbe in
considerazioni in caso di una proposta specifica da parte del proprio consulente finanziario.
I risparmiatori rivelano infatti un’apertura verso gli aspetti di sostenibilità ma richiedono chiarezza e trasparenza sia
nella fase di proposta sia nella gestione degli investimenti.
Ed è proprio nella mancanza di trasparenza che l’industria dei prodotti Sri finisce con l’arenarsi: l’offerta non è
adeguatamente supportata a livello informativo e la conoscenza di tale alternativa all’investimento tradizionale si
ferma al 23% del campione.
Tale conoscenza risulta inoltre superficiale: manca una caratterizzazione specifica dei diversi strumenti finanziari –
fondi comuni, fondi pensioni, e altro - in senso Sri. I concetti associati al termine “investimento responsabile” sono
infatti molto eterogenei: il 46% del campione totale fa riferimento alla tutela ambientale, il 42% al rispetto dei diritti
sociali e umani, il 40% alla trasparenza negli investimenti e alla tutela del cliente, il 34% a rendimenti sicuri, il 31%
all’esclusione delle imprese dei settori quali armi e pornografia, il 30% al finanziamento di progetti sociali e
ambientali.
A dimostrare quanto la strada sia ancora lunga è quel 48% che dichiara di aver sentito parlare di prodotti Sri, ma non è
in grado di dare una definizione precisa di tale tipologia di investimento.

SRI, IN EUROPA I FONDI ARRIVANO A QUOTA 922
06.11.2013

Sebbene inizialmente colpito dalla crisi, l’investimento Sri ha saputo mantenere costanti le masse gestite e riprendere
velocemente la crescita degli asset. Secondo la ricerca Green, Social and Ethical Funds in Europe 2013, realizzata da
Vigeo in collaborazione con Mornigstar e presentata in occasione della seconda Settimana Sri in Italia, a giugno 2013 i
fondi socialmente responsabili in Europa sono aumentati del 4%, arrivando a quota 922, in crescita rispetto agli 884
dello scorso anno, con un patrimonio gestito che si è portato a 108 miliardi, il 14% in più rispetto al 30 giugno 2012.
La ricerca, ormai nella sua tredicesima edizione, ha confermato quindi il trend in atto nell’industria dei fondi
socialmente responsabili in Europa: una crescita iniziata nel ’99 e interrotta solo nel 2008 da una pausa di
consolidamento per la crisi dei mercati finanziari. Per la prima volta, però, dopo anni di crescita ininterrotta, la Francia
è scesa del 7% in termini di patrimonio, rimanendo comunque il mercato principale in Europa, davanti all’Inghilterra.
Al terzo posto si sono collocati a pari merito Olanda e Svizzera.
Anche in Italia però qualcosa si sta muovendo. “In un contesto fortemente differenziato per paese, l’Italia cresce nel
panorama del fondi Sri retail europei – spiega Federico Pezzolato, responsabile della ricerca per Vigeo, che poi
aggiunge che “le masse gestite al 30 giugno 2013 hanno superato i 2,3 miliardi di euro, in aumento del 24% rispetto
all’anno scorso, contribuendo al trend positivo riscontrato a livello continentale”. Tuttavia il nostro Paese è ancora
molto lontano dagli altri colossi europei. “Sul totale degli asset gestiti, l’Sri in Italia pesa l’1,2%, ancora lontano dalla
media europea”, conferma infatti Pezzolato. Dalla ricerca, risulta infatti che in Italia ci sono solo 12 fondi Sri retail, un
numero molto basso rispetto ai 238 della Francia, e che i tre fondi più grandi sono Pioneer Fds Global Ecology (926
milioni di euro), Pioneer Obbl EurCorp Etico (264 milioni) e Etica Obbligazionario Misto (235 milioni).
“Quello Sri è senz’altro un mercato in espansione, l’interesse c’è ma va stimolato. Per questo è necessario informare in
modo chiaro e dettagliato gli investitori, non solo esplicitando criteri e politiche ma anche enfatizzando gli elementi
concreti e misurabili di maggior valore aggiunto, che le imprese selezionate attraverso criteri di sostenibilità possono
fornire alla società nel suo complesso”, ha detto Simone Matteucci di Unipol, partecipando alla seconda Settimana Sri

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in Italia, mentre Simone Rosti di Ubs ha aggiunto che “è necessario fare un salto di qualità” e che “il compito degli
operatori è proporre prodotti di investimento sostenibili in grado di interessare il mercato mainstream e quindi di
uscire dall’auto referenzialità”.
CONIUGARE PROFITTO E CODICE ETICO È LA SFIDA DELLA FINANZA SOSTENIBILE di Vincenzo Petraglia

11.11.2013

La profonda crisi economica che stiamo attraversando ci pone in maniera sempre più pressante di fronte alla necessità
di ripensare il mondo della finanza, abbandonandone l’aspetto più prettamente speculativo e recuperandone invece il
legame con l’economia reale. Una finanza sostenibile, basata sul rispetto di un codice etico, capace di coniugare il
profitto per gli investitori e la salvaguardia degli interessi altrui e del mondo in cui viviamo, rappresenta senz’altro una
delle possibili risposte al problema. Di questo e degli strumenti pratici per attuare un nuovo modello finanziario si è
parlato nel corso della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile (Sri) con eventi, dibattiti e tavole
rotonde in diverse città italiane, promossa dal Forum per la Finanza Sostenibile (www.finanzasostenibile.it).
«Uno degli scopi fondamentali della finanza sostenibile – ha sottolineato a Milano, nel corso della giornata di
apertura, Alessandra Viscovi, presidente del consiglio di amministrazione del Forum – è creare valore per l’investitore
attraverso una strategia orientata al lungo periodo, tale da ridurre al minimo il rischio d’investimento grazie a una
governance guidata da considerazioni di natura etica, ambientale e di salvaguardia dei diritti umani. Scandali ed errori
del passato hanno d’altronde ampiamente dimostrato che la non attenzione da parte delle aziende a tutto ciò
conduce a una perdita di reputazione nei confronti degli stakeholder, con conseguenze devastanti sui propri titoli.
Ecco perché investire in fondi sostenibili e responsabili conviene, sia perché si contribuisce al bene comune sia perché
si rende più sicuri e affidabili nel tempo i propri investimenti».
Uno degli elementi di fondo emersi nella Settimana dell’Sri è proprio la necessità di superare la vecchia logica della
beneficenza legata ai fondi etici. «Nell’immaginario collettivo italiano – ha spiegato sempre nel corso della giornata di
apertura milanese Tiziana Togna, condirettore centrale della Consob – i prodotti di investimento socialmente
responsabile sono spessissimo ancora ricondotti alla semplice vecchia logica del fare del bene attraverso onlus e
quant’altro, ma in realtà oggi i fondi Sri non sono più soltanto questo. Investire in fondi etici può voler dire anche
questo, certo, ma significa pure contribuire allo sviluppo di un Paese perché fanno capo ad aziende che nel loro modus
operandi salvaguardano il bene comune attraverso, per esempio, la salvaguardia dell’ambiente, dei diritti dei
lavoratori e quant’altro. Come pure – ha concluso – bisogna sfatare il mito che l’etico non renda, che cioè investire in
fondi etici comporti costi maggiori per il cliente e significhi rinunciare alla profittabilità, mentre invece ampi studi
hanno dimostrato che la redditività dei fondi Sri è perfettamente in linea con quelli tradizionali».
Quello che emerge è, dunque, un problema di informazione nel nostro Paese che va indubbiamente colmato, anche
attraverso una maggiore trasparenza della comunicazione, se si vuole consentire a un mercato dal potenziale altissimo
(ad oggi in Italia, sul totale degli asset gestiti l’Sri pesa soltanto per l’1.2%, come emerso dalla ricerca “Green, Social
and Ethical Funds in Europe 2013”, realizzata da Vigeo in collaborazione con Mornigstar e presentata proprio in
occasione della Settimana della Sri) di attecchire in maniera sempre più decisa anche da noi, allineandolo a paesi in tal
senso più evoluti, in primis Francia e paesi nordici.
A dimostrarlo anche i dati emersi dalla ricerca “Gli italiani e l’investimento sostenibile e responsabile”, condotta da
Doxa Metrics e presentata per la Settimana della Sri, che registra come solo il 23% degli italiani affermi di conoscere i
prodotti di investimento socialmente responsabile, mentre ben il 77% ne abbia solo sentito parlare e il 47% si dichiari
disposto a modificare le proprie scelte di investimento a favore di prodotti Sri.
Cartina al tornasole di una tendenza ormai in atto anche nel nostro Paese, quella della «riscoperta – come l’ha definita
nella giornata di apertura della Settimana dell’Sri il professor Giuseppe De Rita, presidente del Censis – del cosiddetto
scheletro contadino». Vale a dire, ha spiegato, «la tendenza alla riscoperta di vecchi valori e all’interrogarci di più su

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quanto ci circonda, oltre al ritorno, dettato dalla crisi che stiamo vivendo, dell’italiano medio alla sobrietà e al
controllo rigoroso dei propri consumi. Un atteggiamento che comporta di conseguenza il desiderio di una maggiore
comprensione della realtà, che in ambito finanziario si traduce nel porsi maggiori domande sulla natura dei propri
investimenti e sull’impatto che essi hanno sulla propria vita e su quella della società».

L’SRI RITORNA SULL’EQUITY, MA L’ITALIA È IN CONTROTENDENZA
19.11.2013

Da un asset allocation principalmente monetaria o obbligazionaria, oggi anche per l'investimento sostenibile e
responsabile (Sri) stiamo assistendo a un ribilanciamento sull’esposizione azionaria, lasciando ben sperare in una
nuova fase di attivismo dei gestori. Ma l'Italia si muove in controtendenza. Per approfondire questa tendenza in atto,
ProfessioneFinanza ha intervistato Federico Pezzolato, senior Csr auditor & consultant di Vigeo.
Dott. Pezzolato, come si è modificato il comportamento dei gestori Sri nel corso degli anni e questo quali
ripercussioni ha avuto sulla rotazione nell'asset allocation?
Il track record di dati a nostra disposizione ci permette di notare che il comportamento dei gestori Sri non differisce
molto da quello degli asset manager tradizionali, in termini di aspettative verso il mercato. Negli anni in cui
l’investimento azionario, caratterizzato da un’alta volatilità, sembrava indicato solo per gli amanti delle montagne
russe e delle emozioni forti, anche i fondi Sri si dirigevano verso lidi più tranquilli e dal comportamento meno
imprevedibile. Peraltro, si trattava dello stesso periodo (seconda metà del primo decennio degli anni 2000), in cui la
legislazione di alcuni paesi europei (Francia, Belgio e Olanda, principalmente) era in corso di aggiornamento e
introduceva nuovi obblighi in materia di criteri d’esclusione oppure di trasparenza sulla politica d’investimento.
Cogliendo questa nouvelle vague, diversi fondi money market sono diventati Sri – diciamo con poco sforzo – e hanno
così contribuito alla crescita delle masse gestite con un asset allocation principalmente monetaria o obbligazionaria.
Oggi assistiamo a un ribilanciamento sull’esposizione azionaria, frutto sia delle mutate prospettive economiche, come
si diceva sopra, sia della crescente integrazione delle considerazioni Esg (environmental, social e governance ossia
considerazioni di ordine ambientale, sociale e etico, ndr) all’interno dei processi di analisi finanziaria mainstream, in
virtù della quale sempre più analisti e gestori sono chiamati a interessarsi non solo dei fondamentali delle aziende in
cui decidono di investire, ma anche della gestione oculata di eventuali rischi reputazionali, operativi, legali, che
trovano una descrizione efficace nell’analisi Esg.
Proprio sotto il profilo Esg, considerando che l’investimento azionario è storicamente il terreno elettivo su cui si è
maggiormente esercitato l’investimento sostenibile e responsabile, la crescita delle masse equity lascia sperare in una
nuova fase di attivismo dei gestori e, auspicabilmente, degli asset owner, in termini di dialogo con le imprese,
profondità e visibilità delle loro iniziative.
E come si sta muovendo l'Italia?
Rispetto al trend generale, l’Italia tuttavia si muove in controtendenza: a fronte di masse aumentate di circa 440
milioni di euro, infatti, l’investimento azionario oggi pesa il 51%, meno del 56% di un anno fa e a favore di fondi
obbligazionari e bilanciati, che hanno proporzionalmente aumentato il loro peso. Di fronte a un numero di fondi
essenzialmente stabile (12 contro i 13 del 2012), sembra quindi che le strategie di investimento siano ancora piuttosto
prudenti, rispetto a paesi come Francia (primo mercato retail Sri europeo), Germania e Belgio, dove le azioni hanno
accresciuto il loro peso del 10%, 7% e 5%, rispettivamente.
Ovviamente non tutto l’investimento obbligazionario è uguale: ci sono paesi in cui è marcata la scelta monetaria (in
Francia il 73% degli asset money market è gestito in cash), mentre altri – la maggioranza, tra cui l’Italia – in cui sono i
titoli di Stato a farla da padrone. Solo nel Regno Unito e in Danimarca, le obbligazioni corporate riescono a raccogliere
il 73% e l’86% rispettivamente, delle masse dei fondi fixed income.
Nella classifica europea, chi si colloca ai primi posti e dove si posiziona l'Italia?
A conferma di quanto già detto, come si può osservare dalla tabella, ai primi posti troviamo dei fondi monetari
francesi investiti in maniera rilevante in liquidità, seguiti da altri veicoli di matrice azionaria. Dai circa 4 miliardi gestiti
dal primo in classifica, tuttavia, si scende rapidamente di taglia e troviamo il primo italiano, Pioneer Global Ecology
(926 milioni di euro), solo al 17° posto, in posizione sensibilmente più arretrata rispetto alla 14° dell’anno scorso.
Quindi nel corso dell'ultimo anno abbiamo perso posizioni?

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Se scaviamo nel passato, vediamo che le posizioni perse dall’Italia sul palcoscenico europeo dell’Sri sono molte: nel
2004, il fondo obbligazionario Pioneer Euro Corporate era addirittura secondo per masse gestite a livello continentale.
Questo dato è indicativo del ruolo via via più marginale assunto dagli asset manager del nostro Paese dopo i primi anni
2000, in cui l’interesse per i fondi Sri, la vivacità della ricerca e di alcuni gestori e la crisi finanziaria ancora assenti dalle
nostre conversazioni quotidiane, sembravano presagire un futuro più felice per l’industria nostrana dell’investimento
sostenibile.
Cosa pensa succederà nel prossimo futuro?
Oggi è estremamente complesso tentare ogni stima per il futuro. Si possono osservare e commentare i trend e il
principale è che l’Sri retail non scomparirà, ma non potrà mai decollare a livello continentale (come in Olanda, per
esempio) finché non ci sarà un serio interessamento da parte di gestori e reti di distribuzione. Le imposizioni legislative
aiuterebbero, certo, ma le sensibilità nazionali al riguardo sono molto diverse. Una situazione in cui soggetti differenti,
tra cui in particolare gli asset owner, dessero il loro contributo in termini di esempio e testimonianza, scatenassero
l’emulazione e diffondessero la consapevolezza, sarebbe senz’altro auspicabile.

Siti web
RICERCA DOXAMETRICS SUI RISPARMIATORI RESPONSABILI
07.11.2013

In occasione della Settimana SRI (Sustainable and Responsible Investment) 2013, il Forum per la Finanza Sostenibile, in
collaborazione con Natixis, UBS, Unipol ed Etica SGR ha realizzato una ricerca dal titolo “Il risparmiatore responsabile“.
L’obiettivo della ricerca è quello di indagare le caratteristiche dei risparmiatori e degli investitori privati italiani per
quanto riguarda la loro propensione ad investire in prodotti sostenibili e responsabili: qual è la conoscenza dei
prodotti SRI, quali sono gli aspetti rilevanti nel processo decisionale, quali sono le aspettative degli investitori rispetto
a tali temi, ma soprattutto quanto pesano i valori intrinseci che spingono a tale tipo di investimento piuttosto che il
rendimento e la profittabilità effettiva.
La ricerca cerca, inoltre, di indagare il possibile tipo di comunicazione necessaria per informare, educare e accrescere
la conoscenza di questa tipologia di prodotti di investimento, nonché il ruolo degli intermediari finanziari che, secondo
quanto emerge dalla ricerca, risultano essere la chiave essenziale per la diffusione della conoscenza sulle tematiche
SRI.

SOSTENIBILE E DA CONOSCERE di Paolo Piacenza
07.11.2013

In Italia gli investitori responsabili esistono. E sono addirittura il 47% gli italiani che hanno effettuato investimenti
dell'ultimo anno e si dicono disposti a modificare almeno in parte le proprie scelte di investimento verso aziende
attente a sostenibilità e responsabilità sociale. Il problema è che degli investimenti responsabili e sostenibili gli italiani
ne sanno poco. Davvero troppo poco.
I dati emergono dalla ricerca elaborata da Doxametrics per il Forum per la Finanza Sostenibile e sono stati presentati
lunedì 5 novembre all'avvio della seconda edizione della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile,
principale appuntamento sul tema della finanza sostenibile: diciassette incontri gratuiti tra Milano, Roma e Bologna
con trenta tra promotori e sponsor tra cui Ministeri dell'Economia e dell'Ambiente. Promossa e coordinata dal Forum
quest'anno la Settimana SRI si chiude il 12 novembre, in parallelo alle principali SRI Week in Europa.
L'indagine di Doxametrics (basata su campione di 1005 interiviste a individui che abbiano investito almeno un migliaio
di euro nel corso dell'ultimo anno) indica nel 23% la percentuale degli investitori che afferma di sapere cosa siano i
prodotti di investimento socialmente responsabile (Sri), mentre il 77% ne ha solo sentito parlare. E poi scarsa
conoscenza, crisi e interesse prevalente per le performance fanno dubitare gli investitori circa la profittabilità degli

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investimenti in Sri. Eppure in Europa il panorama è in evoluzione e i prodotti Sri sono ormai 1,7% del mercato. Lo dice
lo studio di Vigeo "Green, social and ethical funds in Europe", che registra come il nostro Paese sia ancora indietro
rispetto agli altri partner europei.
Il problema però non riguarda solo la finanza responsabile e sostenibile, a sentire le organizzazioni del settore, bensì
anche gli investimenti tradizionali. Ad aprile l'Organismo per la Tenuta dell’Albo dei Promotori Finanziari aveva
lanciato una campagna di informazione, mentre il Consorzio Patti Chiari lavora da tempo su questo tema. Ma il mare è
vasto e l'opera è lunga.
La Settimana Sri, anche per questo, è un'opportunità. L'evento conclusivo, il 12 novembre, è incentrato sulle forme
previdenza complementare responsabile (altro argomento poco conosciuto nel nostro Paese) e vede anche, per la
prima volta, la consegna del premio per l'investitore sostenibile dell'anno.

ITALIANI SRI? L’IDENTIKIT DEL RISPARMIATORE RESPONSABILE
26.11.2013

I risparmiatori italiani sono propensi agli investimenti sostenibili e responsabili? Che aspettative hanno? Cosa va
cambiato
o
potenziato
nel
processo
informativo
di
questa
tipologia
di
prodotti?
Prova a rispondere a queste domande l'indagine ‘Il risparmiatore responsabile' condotta da Doxametrics in
collaborazione con Natixis, UBS, Unipol, Etica SGR e realizzata in occasione della Settimana SRI 2013.
Sui 1500 intervistati - distribuiti sul territorio nazionale, di età compresi tra i 30 e i 50 anni e con un profilo culturale e
patrimoniale evoluto - il 18% sostiene di aver investito in aziende che attuano politiche di sostenibilità, a fronte di un
portafoglio prodotti ampio (ne possiedono almeno 3), un livello di istruzione elevato (il 59% è laureato) e una buona
autonomia
nelle
proprie
decisioni
(il
57%
sceglie
da
solo
i
propri
investimenti).
Solo il 23% degli intervistati, tuttavia, dichiara di conoscere i prodotti di investimento SRI, mentre il 77% ne ha sentito
parlare o non li conosce.
Interrogato su quali siano gli investimenti sostenibili e responsabili, la maggioranza cita aspetti relativi al rispetto
dell'ambiente (46%) e ai diritti sociali e umani (42%), ma per 4 risparmiatori su 10, è responsabile anche un
investimento trasparente e che tutela i propri clienti. Gli aspetti sociali e di governance hanno un elevato impatto sulle
scelte di investimento per 1 risparmiatore su 4: la scarsa conoscenza del tema, la situazione economica attuale e
l'elevata sensibilità verso la performance finanziaria - sottolinea la ricerca - genera incertezza sulla profittabilità degli
investimenti SRI (per il 36% di intervistati i temi ambientali, sociali e di governance potrebbero mettere a rischio i
profitti).
Nonostante le decisioni di investimento ‘responsabile' si formino in autonomia o nella cerchia familiare ristretta quasi la totalità del campione (93%) sceglie da solo o con il partner – la ricerca evidenzia il ruolo importante degli
intermediari finanziari. Il 36% degli intervistati, infatti, individua la Banca come ente cui affidarsi per effettuare un
investimento sostenibile e responsabile. Interrogati su ‘quanto dei loro risparmi impiegherebbero in investimenti SRI',
la tendenza attuale è quella di una positiva apertura, con il 57% degli intervistati disposti a investire oltre il 10% del
proprio patrimonio.
Il potenziale dei prodotti SRI appare quindi elevato a fronte di un supporto a livello informativo non del tutto
adeguato: il ruolo degli intermediari e delle persone che sono in contatto con gli investitori privati, una comunicazione
più efficace ed esaustiva sui concetti di trasparenza, chiarezza e tutela - conclude la ricerca - fanno la differenza e
sono la chiave per la diffusione della conoscenza sulle tematiche SRI e la creazione di un rapporto fiduciario.

6 Novembre 2013
La Staffetta SRI delle Università Italiane
Quotidiani
FINANZA SOSTENIBILE
06.11.2013
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Quotidiani e testate online
LA STAFFETTA SRI DELLE UNIVERSITÁ ITALIANE
15.11.2013

Nell’ambito della Settimana SRI 2013, il 6 Novembre si è svolta la Maratona SRI per il Forum della Finanza Sostenibile,
trasmessa in diretta streaming da Cineca. Sette università italiane si sono passate virtualmente il testimone per
presentare le ultime e più innovative ricerche in tema di finanza sostenibile e responsabile.
Hanno aderito all’iniziativa: Università Ca’ Foscari di Venezia, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Università
Bocconi di Milano, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Università degli Studi di Parma,
Università degli Studi di Padova.
Di seguito “l’intervista staffetta” che abbiamo proposto ai relatori.
Prof. Angeloantonio Russo (Università Bocconi, Milano)
Le imprese, per creare valore economico, devono ragionare sia in ottica di necessità aziendali che di bisogni di tipo
sociale e ambientale, in una logica win-win. In questi termini, esiste concretamente un legame positivo tra
l’andamento delle performance aziendali e gli indici etici?
Non è un mistero che l’attività, la struttura, il funzionamento e soprattutto l’utilità degli indici etici sia spesso sotto
accusa. Non è sicuramente la prima, e non sarà l’ultima se il sistema economico globale non prenderà delle decisioni.
Bisogna ovviamente fare un distinguo. A essere sul banco degli imputati sono nella fattispecie gli indici etici ogni qual
volta non siano in grado di identificare in anteprima un determinato scandalo. Si pensi al caso di BP repentinamente
rimossa dal Dow Jones Sustainability Index (DJSI) solo dopo il verificarsi del disastro ambientale nel Golfo del Messico.
Il problema di fondo è probabilmente da ricercare nelle modalità di analisi spesso utilizzate. I fondi etici analizzano dei
dati che saranno successivamente sottoposti a giudizio. Per quanto l’analisi possa essere scrupolosa, è un’analisi
storica e quindi scarsamente prospettica. Il problema sarebbe fine a se stesso se, su quella valutazione, non si
basassero le decisioni di investimento di altri operatori. Chi più chi meno, gli investitori spesso dichiarano di basare le
proprie decisioni proprio a partire dal giudizio espresso all’interno di un determinato indice (c.d. politiche di
investimento orientate all’indexing).

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Ancora una volta, però, è l’etica delle decisioni a presentarsi tra i principali testimoni dell’accusa lanciata ai fondi etici
dal sistema economico. Il tema aperto non è tanto la capacità predittiva etica o non etica di un indice. Il modello nel
suo complesso è da ripensare, andando a modificare i parametri su cui si costruiscono oggi le valutazioni che, è bene
ricordarlo, sono fatte per aiutare gli investitori a valutare titoli relativamente oscuri e altrimenti difficili da decifrare.
In tale ampio dibattito, mai si sente parlare di etica delle decisioni strategiche o di competenze che rendano meno
rigidi i modelli econometrici alla base delle valutazioni degli indici. Non è un’eresia, infatti, affermare che i rating etici
stiano sempre più dimostrando migliori e più affidabili capacità predittive rispetto a rating c.d. tradizionali.
Certamente non sono la soluzione perfetta; non è da escludere, infatti, che gli attuali valutatori siano semplicemente
sostituiti da altri. Adeguatamente regolamentato a livello di mercato, lo strumento etico consente di andare più in
profondità nell’analisi, facendo emergere aspetti per esempio di competenza, governance e sostenibilità tanto delle
imprese quanto di interi sistemi-paese che oggi non sembrano essere parte della valutazione. L’economia e i mercati
internazionali stanno lanciando un segnale: oggi più che mai si ha necessità di etica professionale nelle decisioni,
competenza e merito delle persone, trasparenza e rigore nelle procedure e negli strumenti.
Prof. Stefano Herzel (Università degli Studi Tor Vergata, Roma)
Lo scenario finanziario dell’ultimo decennio ha comportato per molte aziende perdita di legittimità e credibilità. In che
modo la Responsabilità Sociale d’Impresa può essere considerata una risposta alla crisi e uno stimolo alla crescita?
La perdita di credibilità è il risultato ultimo della perdita di fiducia dei consumatori nel mercato come istituzione
preposta agli scambi. Questa perdita di fiducia è stata accelerata dalla asimmetria informativa tra consumatori e
imprese che è aumentata sempre di più nel tempo.
La responsabilità sociale d’impresa con la sua peculiarità di non obbligo ma di scelta libera può far diminuire e
auspicabilmente eliminare del tutto questa asimmetria.
Prof. Giorgio Bertinetti, Prof. Giovanni Vaia e Prof.ssa Chiara Mio (Università Ca’ Foscari, Venezia)
Il tema della Responsabilità Sociale dell’Impresa ha preso piede nel mondo nella moda. Numerosi brand globali hanno
adottato codici etici, protocolli di selezione dei fornitori, modelli di contratto di fornitura che hanno come fine ultimo
l’eticità della produzione. Etica della moda: si tratta di un paradosso sostenibile? Quali i vincoli e le opportunità che la
dimensione etica della moda solleva?
La sostenibilità nel mondo della moda non rappresenta un paradosso, come potrebbe sembrare ad una primissima
analisi. Durante un recente evento organizzato dall’Università Ca’ Foscari sul tema “Fashion e sostenibilità – Perché la
sostenibilità è di moda?”, è emerso un grande interesse da parte delle aziende operanti nel settore verso il tema della
sostenibilità. Le aziende sembrano essere sempre più consapevoli che la sostenibilità non è soltanto un “fronzolo” ma
è piuttosto un elemento fondamentale in una strategia di successo.
Numerose sono le evidenze di un cambiamento di approccio, da parte sia delle aziende sia degli standard setter. Ad
esempio, la Camera della Moda ha proposto un Decalogo della Sostenibilità ed è impegnata in altre iniziative affini.
Alcune ricerche mostrano come i consumatori, nonostante il periodo di crisi, prendano in considerazione nelle loro
scelte d’acquisto la sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti del fashion. Il prezzo per chilogrammo dei capi di
vestiario è molto elevato, se confrontato con quello di altre tipologie di prodotti. Questo impone una maggiore e
costante attenzione al tema della qualità fisica del prodotto, a partire dalle materie prime utilizzate. Sul versante delle
NGO, Greenpeace ha recentemente lanciato una nuova campagna (“The Fashion Duel – Let’s clean up fashion”), che
denuncia la mancanza di sostenibilità ambientale delle aziende più prestigiose operanti nel settore, pubblicando
anche i risultati di un’indagine condotta in merito. A prescindere da questo tipo di iniziative, il mancato rispetto di
standard ambientali e ed etici potrebbe causare problemi gravissimi da un punto di vista della reputazione aziendale.
Ciò avrebbe un impatto molto negativo sulle performance finanziarie, ed è tanto più probabile che ciò si produca
quanto meno monitorata è la supply chain.
Queste sono alcune delle riflessioni che inducono a considerare gli approcci di sostenibilità nel mondo della moda
come fondamentali per lo sviluppo di una strategia vincente nel lungo termine da parte delle aziende. Tale processo,
che può avere indubbi effetti benefici nel medio periodo, presenta anche dei vincoli. Le aziende del settore che
intendono proporsi come “sostenibili” debbono infatti guardarsi bene dal cosidetto “greenwashing”, che potrebbe
causare la perdita di fiducia da parte del mercato nel caso in cui l’ottica della sostenibilità sia abbracciata solamente a
fini comunicativi. In un mondo globale e connesso come quello attuale, vi sono elevatissime probabilità che tali
comportamenti vengano individuati e comunicati al mercato.
Prof.ssa Maria Antonietta Intonti (Università degli Studi di Bari "Aldo Moro")
A partire dagli anni Settanta, la logica dominante ha imposto anche ai grandi manager bancari il compito di perseguire
traguardi sempre più ambiziosi di bilancio e di redditività. La crisi in atto ha sottolineato le criticità e i rischi impliciti
nell'affermarsi di una logica di business improntata alla sola massimizzazione dell'efficienza e del profitto. Oggigiorno,
quanto nell’esercizio della propria attività d’impresa i gruppi bancari promuovono la cultura della sostenibilità? Quali i
driver da potenziare?
Nel nostro lavoro dal titolo On the drivers of corporate social responsibility in banks: evidence from an ethical rating
model” (di G. Birindelli, P. Ferretti, M. Intonti, A.P. Iannuzzi), pubblicato ad aprile 2013 sul Journal of Management and
Governance, ci siamo poste l’obiettivo di valutare il livello di responsabilità sociale di un campione composto dalle

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prime 30 banche europee per capitalizzazione di mercato (in base all’ultima classifica realizzata dall’European Banking
Report, osservatorio promosso dall’Associazione Bancaria Italiana). A questo scopo, abbiamo predisposto un modello
di analisi multidimensionale, che contempla numerosi profili del comportamento etico e socialmente responsabile
delle imprese bancarie e abbiamo calcolato per ciascuna banca del campione un rating di eticità. Il modello è suddiviso
in quattro aree: disclosure delle attività di responsabilità sociale, organizzazione e gestione delle stesse attività,
strumenti finanziari sostenibili e responsabili, international agreements, certification and indexes in materia di
sostenibilità.
L’analisi mostra come le banche del campione presentino un rating etico medio pari al 60,89%. Ciò significa che, se
consideriamo pari al 100% il rating etico di una banca ideale dal punto di vista del comportamento socialmente
responsabile, le banche del campione possono senz’altro migliorare la loro performance sociale, sebbene mostrino un
discreto orientamento verso le pratiche sostenibili e responsabili.
In particolare, dallo studio emerge come le banche possano potenziare il loro approccio alla sostenibilità agendo sui
seguenti drivers:
Riguardo alla disclosure, sarebbe opportuno migliorare il livello di conformità allo standard GRI per la redazione del
bilancio di sostenibilità e rendere omogenee le metriche di misurazione del valore sociale, evidenziando a quali
stakeholders esso viene distribuito; allo stesso tempo sarebbe auspicabile una maggiore diffusione del bilancio
integrato, basato sull’approccio contabile della triple bottom line, secondo il quale la performance d’impresa deve
essere valutata sotto l’aspetto economico, sociale e ambientale;
Riguardo all’organizzazione e gestione delle attività socialmente responsabili, a fronte di una buona presenza della
funzione CSR e della apprezzabile diffusione delle prassi di misurazione della customer and employee satisfaction,
appaiono migliorabili le attività di stakehoder engagement e la diffusione dell’analisi extrafinanziaria (ESG) sia nella
valutazione del merito creditizio che nella predisposizione delle politiche di remunerazione;
Nell’ambito degli SRI, appare sicuramente da migliorare la diffusione delle attività di migrant banking, destinate
all’inclusione finanziaria del segmento dei migranti, ad oggi particolarmente trascurate;
Infine, riguardo agli international agreements, certification and indexes, è auspicabile una maggiore adesione agli
accordi internazionali (in particolare in materia di gender equality e climate), così come una maggiore inclusione in
indici e rating etici e reputazionali.
Prof. Marco Giorgino (Politecnico di Milano)
SRI: espressione con cui si fa riferimento a quella tipologia di investimento che tiene conto, oltre che dei parametri
economico/finanziari, anche dei principi etici. La logica alla base degli “Investimenti Socialmente Responsabili” può
essere applicata ad altre tipologie finanziarie, anche al di fuori dell’ambito tradizionalmente di competenza della
finanza etica? Se sì, quali i benefici?
È un'importante sfida per il futuro.
La crisi ha fatto emergere una serie di interrogativi nuovi rispetto alle scelte allocative e di investimento degli
investitori istituzionali e privati. Come prima risposta, c'è stata una forte attenzione a progetti e veicoli di finanza etica.
In realtà, quello che potrebbe risultare di maggiore interesse non è lo sviluppo della finanza etica, bensì
un'interpretazione più etica della finanza. Inserire parametri SRI come elementi per la definizione dell'universo
investibile e delle conseguenti scelte allocative può essere una strada interessante, peraltro già percorsa da molti
investitori istituzionali 'tradizionali' in giro per il mondo.
Certo non è facile, ma il punto è di integrare nel mainstream dei processi di investimento logiche SRI. I benefici
possono essere significativi, come anche alcuni lavori in letteratura dimostrano. In particolare l'uso di logiche SRI può
offrire vantaggi sulla stabilizzazione della performance e sull'orientamento al lungo periodo, elementi senz'altro
coerenti con una prospettiva da investitore istituzionale, ossia in definitiva sul controllo del rischio.
Prof. Giulio Tagliavini (Università di Parma)
Scelte finanziarie ed obiettivi familiari: come creare uno “stakeholder engagement” da parte del mercato bancario e
stimolare la domanda dei piccoli investitori?
La crisi finanziaria ha reso alcuni difficili termini tecnici ora noti al pubblico. Anche l'espressione "too big to fail" è ora
nota al di fuori della cerchia degli specialisti ed è stata addirittura usata come titolo di un film. il nostro lavoro si è
occupato di un problema che potremo indicare con l'espressione "too small to fail" e vorremmo portare l'attenzione
su questa dimensione del problema.
I piccoli investitori non sono affatto interessati a concentrarsi sulla massimizzazione del rendimento del proprio
investimento, ma a rendere coerenti i risultati finanziari con i vincoli corrispondenti al proprio punto di vista su un
ampia gamma di problemi. Occorre aiutare il piccolo investitore a districarsi tra i pericoli e le opportunità offerte dalle
banche e c'è tanto da fare in questa direzione.
L'investitore coglie volentieri le occasioni per testimoniare la sua attenzione ai problemi che in qualche modo sono
legati all'uso finale che viene fatto del suo risparmio. Per stimolare la domanda da parte dei piccoli investitori è utile
capire quali sono le loro esigenze e le loro sensibilità. Organizzare una gamma di offerta coerente con questa
sensibilità consente di rafforzare gli elementi di appetibilità di prodotti finanziari evoluti.

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Settimana SRI 2013 - Rassegna stampa
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Settimana SRI 2013 - Rassegna stampa

  • 1. Seconda Edizione 5- 12 Novembre 2013 RASSEGNA STAMPA Milano, 10 Dicembre 2013
  • 2. Sommario La Settimana SRI 2013 – Rassegna stampa iniziativa...................................................................................3 Quotidiani e settimanali...............................................................................................................................3 Quotidiani e testate online...........................................................................................................................6 Siti web.......................................................................................................................................................12 La Settimana SRI 2013 – Rassegna stampa eventi.....................................................................................17 5 Novembre – Crescita, sostenibilità e coesione: il ruolo del risparmiatore...............................................17 6 Novembre – La Staffetta SRI delle Università italiane..............................................................................27 6 Novembre – Comunicazione SRI, frontiera sostenibile?..........................................................................33 7 Novembre – Regolare i mercati finanziari: il ruolo dei policy maker.......................................................38 7 Novembre – Social Venture Investing: coniugare efficacia ed efficienza.................................................39 7 Novembre – La Carta SRI un anno dopo..................................................................................................40 8 Novembre – Investire responsabilmente in commodity: si può?.............................................................45 8 Novembre – Social Impact Bond: la finanza al servizio dell’innovazione sociale?....................................48 9 Novembre – L’economia a misura d’uomo..............................................................................................53 11 Novembre – Climate Change Assicurazione, Finanza e Impresa: le vie del cambiamento.....................56 11 Novembre – La sostenibilità delle aziende italiane................................................................................59 12 Novembre – L’engagement: una nuova sfida per gli investitori istituzionali.........................................63 13,14,15 Novembre – Corso Impact Investing............................................................................................75 2
  • 3. La Settimana SRI 2013 – Rassegna stampa iniziativa Quotidiani e settimanali SETTIMANA DELLA FINANZA SOSTENIBILE A ROMA DAL 5 AL 12 NOVEMBRE di Andrea Di Turi 07.09.2013 MILANO. Si terrà dal 5 al 12 novembre la seconda edizione della Settimana dell’Investimento sostenibile e responsabile (Sri), il principale appuntamento in Italia dedicato alla finanza etica. Già confermati 14 eventi su tutto il territorio nazionale, mentre quello finale si svolgerà a Roma (il calendario completo è consultabile al sito www.settimanasri.it). Fra i temi caldi, si parlerà di cambiamenti climatici e dell’azionariato attivo. La Settimana Sri, promossa dal Forum per la finanza sostenibile, ha il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. (A.D.T.) COSÍ LA FINANZA È SOSTENIBILE 26.10.2013 3
  • 4. LA FINANZA ETICA DEVE FARSI CONOSCERE DI PIÙ. DA OGGI A MILANO, BOLOGNA E ROMA IL FORUM SULL’INVESTIMENTO RESPONSABILE di Lucilla Incorvati 05.11.2013 4
  • 5. IL GIRO D’ITALIA DELLA FINANZA SOSTENIBILE di Mattia Schieppati 11.11.2013 5
  • 6. Quotidiani e testate online SETTIMANA SRI, RITORNO COL RADDOPPIO 05.09.2013 La seconda edizione della Settimana Sri si annuncia col raddoppio. La principale iniziativa dedicata alla finanza Sri (Sustainable and Responsible Investment), promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà quest’anno in autunno, dal 5 al 12 novembre, allineandosi con le principali Sri Week in Europa. E ha già ottenuto un evidente incremento di protagonisti rispetto alla prima edizione 2012. Sono quattordici gli eventi già confermati, oltre trenta i promotori e gli sponsor coinvolti, con un deciso incremento dei soci del Forum che animeranno e di quelli che agiranno da sponsor. Per questi ultimi, c’è stato un raddoppio rispetto al 2012: si riconfermano Axa Im, Etica Sgr, Generali Investments Europe e Vigeo a cui vanno ad aggiungersi Dexia Am, Natixis, Société Générale Securities Services, Ubs, Unipol e Vontobel. La Settimana Sri prevede lo svolgimento di una serie di convegni, tavole rotonde e dibattiti distribuiti tra le principali città italiane nell’arco di sette giorni, e capaci di affrontare un ampio spettro di tematiche. È il principale evento nazionale dedicato alla finanza sostenibile e responsabile, nonché un appuntamento che si coordina con le “settimane” organizzate, sempre in autunno, in altri Paesi europei. È significativo l’incremento di interesse registrato da questa seconda edizione da parte dei gruppi finanziari operanti in Italia. Anche se i margini di sviluppo sono ancora enormi, rispetto alle potenzialità italiane (mancano ancora all’appello nomi non certo secondari). Ed è anche un segnale interessante che come media partner ci siano Plus del Sole-24Ore e Rai Economia. In qualità di media partner ci sarà anche ETicaNews che seguirà in diretta twitter i principali appuntamenti della settimana. Il programma della Settimana Sri è in corso di definizione (il progress dei lavori dei singoli eventi è consultabile sul sito) ma «un’attenzione particolare – spiega il Forum – sarà dedicata al tema dell’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali. Tra gli altri argomenti oggetto di dibattito evidenziamo: il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact e del responsible property investing, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia». Tra gli eventi ci sarà anche un convegno sulla “Comunicazione Sri” organizzato da ETicaNews. L’obiettivo è quello di coinvolgere, da un lato, chi si occupa di comunicare le tematiche di finanza responsabile (gli uffici Crs e di comunicazione di aziende e banche), e, dall’altro lato, chi si occupa di gestire le notizie (il mondo giornalistico). Il gap tra le due parti è ancora estremamente profondo. Prevedibilmente, c’è un concorso di responsabilità in termini di mancata comprensione dei nuovi paradigmi socio-economici. I dettagli saranno annunciati nelle prossime settimane. Ma l’obiettivo è quello di analizzare l’attuale livello di consapevolezza del sistema, di evidenziare errori e opportunità di comunicazione e posizionamento per l’industria della finanza, a fronte della necessità di recuperare posizioni da parte dei media. L’edizione 2013 della Settimana Sri è realizzata con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. FINANZA SOSTENIBILE: DAL 5 AL 12 NOVEMBRE TORNA LA SETTIMANA SRI 27.09.2013 6
  • 7. Dopo il successo della prima edizione, torna la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: il più importante appuntamento in Italia sul tema della finanza sostenibile. L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà quest’anno in autunno, dal 5 al 12 Novembre, allineandosi con le principali SRI Week in Europa. Sono già quattordici gli appuntamenti confermati – anche quest’anno tutti ad ingresso gratuito – e più di trenta i promotori e gli sponsor coinvolti. Anche il mondo accademico contribuirà all’iniziativa con un evento che collegherà virtualmente le principali università italiane. Wise Society è Media Partner dell’evento. L’edizione 2013 si presenta più ricca anche dal punto di vista dei contenuti: sono molti gli argomenti che verranno approfonditi nel corso della manifestazione, con l’obiettivo di tracciare una panoramica completa e trasversale su un fenomeno complesso e differenziato come l’SRI. Un’attenzione particolare sarà dedicata al tema dell’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali. Tra gli altri argomenti oggetto di dibattito evidenziamo: il cambiamento climatico ed i rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property investing, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia. “Siamo particolarmente soddisfatti della qualità del calendario di questa edizione” afferma il Segretario Generale del Forum per la Finanza Sostenibile, Davide Dal Maso “Sarà una grande occasione di confronto, di riflessione e di promozione della teoria e della pratica dell’investimento responsabile. Sono certo che la parte della comunità finanziaria più attenta ai cambiamenti in atto saprà coglierla e valorizzarla”. NATIONAL ETHICAL INVESTMENT WEEK AROUND THE WORLD di Ilaria Bertini 15.10.2013 National Ethical Investment Week is not the only event to discuss, debate and celebrate ethical and sustainable investment. A range of other countriesacross Europe and in North America are hosting similar ones during October and November. The UK version was preceded in Europe by Sustainable and Responsible Investment (SRI) Week in the Netherlands (October 7-13). The event, organised by sustainable investment association VBDO, aims to “give private and professional investors more understanding of sustainable and responsible investment and to show why it is more profitable”. National Ethical Investment Week (NEIW) began on Sunday in the UK, bringing together charities, NGOs, financial advisers and religious groups to discuss ways to make sustainable investment go mainstream. There are various events in different cities, some open to all, others for investors only. NEIW wants to ensure that everyone “knows that they have green and ethical options when it comes to their financial decisions”. Read Blue & Green Tomorrow’s Guide to National Ethical Investment Week 2013 to find out more. Meanwhile, across the Channel in France, La Semaine Pour L’Investissement Responsable (Responsible Investment Week) began on Monday and runs until Sunday October 20, with various events taking place across the country. In Italy, the country’s sustainable investment forum has set its SRI Week event to run from November 5-12, promoting conferences in seminars in different cities about sustainable finance practices, impact investing , climate change and the impact of various social and environmental challenges on insurers. Elsewhere, the Spanish Social Investment Forum (SpainSIF)has scheduled an annual event for October 15, and in the US, the Conference on Sustainable, Responsible, Impact Investing will take place in Colorado from October 28-30. The US will focus on impact and community investment, ESG integration, shareholder engagement and environmental and energy investment. LA FINANZA PUÓ ESSERE SOSTENIBILE? di Beatrice Salvemini 7
  • 8. 30.10.2013 Anche la cosiddetta finanza sostenibile ha i suoi fermi oppositori, i suoi seguaci convinti e chi sta nel mezzo; un po’ come le scelte alimentari e quelle sulla mobilità. Gli investimenti finanziari, di per sé, implicano rendite e tali rendite non sempre hanno origine dal lavoro né si limitano, una volta investite, a fornire guadagna derivanti dal lavoro del singolo. Quindi non si potrebbero effettivamente definire etiche né eque in un’ottica di corretta redistribuzione delle ricchezze. Eppure finanza e investimenti non si fermano di fronte a queste considerazioni. Ma almeno c’è chi si pone il problema di affrontare questi temi con un certo margine di sostenibilità e con meno iniquità possibile. Teoria del male minore? Sicuramente. E qui si può essere o meno d’accordo. Ma per chi fosse interessato, ecco le informazioni sulla settimana dell’investimento sostenibile e responsabile. Sono quattordici gli appuntamenti confermati – tutti a ingresso gratuito – e più di trenta i promotori e gli sponsor coinvolti. Anche il mondo accademico contribuirà all’iniziativa con un evento che collegherà virtualmente le principali università italiane. Verrà trattato anche il tema dell’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali. Tra gli altri argomenti oggetto di dibattito: il cambiamento climatico ed i rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property investing, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia. “L'Investimento Sostenibile Responsabile – spiegano i promotori - è la pratica in base alla quale considerazioni di ordine ambientale e/o sociale integrano le valutazioni di carattere finanziario che vengono svolte nel momento delle scelte di acquisto o vendita di un titolo o nell'esercizio dei diritti collegati alla sua proprietà. L'SRI si esplica attraverso la selezione di titoli di società, per lo più quotate, che soddisfano alcuni criteri di responsabilità sociale, cioè svolgono la propria attività secondo principi di trasparenza e di correttezza nei confronti dei propri stakeholder tra i quali, per esempio, i dipendenti, gli azionisti, i clienti ed i fornitori, le comunità in cui sono inserite e l'ambiente. Investitori sostenibili e responsabili possono essere sia i singoli individui (che operano direttamente o attraverso la mediazione dei gestori), che le istituzioni: fondazioni, fondi pensione, enti religiosi, imprese o organizzazioni non-profit”. RIFLETTORI PUNTATI SULL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE 01.11.2013 Si parte il 5 novembre, a Milano, con un importante convegno dedicato al ruolo dei risparmiatori. E si chiude a Roma, una settimana dopo: si parlerà di engagement e si conoscerà il vincitore della prima edizione del premio per l’investitore sostenibile. In mezzo eventi e convegni un po’ in tutta Italia. È le seconda volta che il nostro paese ospita la Settimana dell'Sri, dedicata all’investimento sostenibile e responsabile, sull’esempio delle “Sri Week” del resto d’Europa. Organizzata dal Forum per la finanza sostenibile, la settimana sarà un’occasione di confronto, di riflessione, ma anche di promozione della teoria e della pratica dell'investimento responsabile. Saranno 16 gli appuntamenti, tutti a ingresso gratuito, con 30 fra promotori e sponsor. Molti sono in programma a Milano e a Roma, ma le iniziative coinvolgeranno anche Bologna, Venezia e Napoli, e molte università italiane. Lamiafinanza Green è media partner della Settimana Sri. Ecco una panoramica degli appuntamenti in programma. Martedì 5 novembre Dalle 9 alle 16, a Milano, si svolge il convegno di apertura dal titolo Crescita, sostenibilità e coesione: il ruolo del risparmiatore. La sede è la sala Colonne del palazzo Giureconsulti, in piazza Mercanti 2. Il convegno è organizzato dal Forum per la finanza sostenibile, in collaborazione con: Camera di commercio di Milano e con il contributo di: Natixis Global Asset Management, Unipol Gf, Ubs Global Asset Management ed Etica Sgr. Nel corso della giornata sarà presentata la ricerca Gli italiani e la responsabilità sociale degli investimenti, realizzata da Doxametrics. Gli asset manager discuteranno delle opportunità offerte dal mercato Sri, e dopo un intervento del presidente del Censis Giuseppe de Rita, si parlerà di trasparenza, come elemento chiave per la credibilità dell’Sri. Nel pomeriggio sarà illustrata un’altra ricerca, a cura di Vigeo, dedicata a I fondi retail di investimento sostenibili e responsabili in Europa. Il Forum per la finanza sostenibile presenterà poi la risorsa multimediale Investi 8
  • 9. Responsabilmente e l’Osservatorio permanente sull’Sri in Italia. A chiudere la prima giornata sarà a tavola rotonda Promuovere il mercato attraverso regole e incentivi. Mercoledì 6 novembre La Staffetta Sri delle università italiane coinvolgerà Ca’ Foscari a Venezia, l’università Aldo Moro di Bari, la Bocconi e il Politecnico di Milano, e le università di Roma Tor Vergata, di Parma e di Padova. In streaming web (http://streaming.cineca.it/finanzasostenibile/), dalle 9 alle 13,30, si susseguiranno interventi su temi che vanno dagli indici di sostenibilità alle performance degli investimenti Sri, dalla sostenibilità nel mondo della moda italiana alla responsabilità aziendale delle banche. Ancora a Milano (via De Castillia 28), dalle 11 alle 13, la fondazione Riccardo Catella organizza un seminario dedicato al Responsible property investing, rivolto agli investitori istituzionali. Nel pomeriggio, dalle 14,30 alle 18,30 il Circolo della stampa di corso Venezia 48 a Milano ospita un dibattito su Comunicazione Sri, frontiera sostenibile? Giovedì 7 novembre Dalle 9 alle 12, Make a Cube3 organizza un workshop dedicato al Social Venture Investing. Dedicato agli investitori professionali, l’evento si svolge a Milano in via Ampère 61/a. Dalle 10,30 alle 13,15 ci si sposta a Roma (sala Aldo Moro di Montecitorio) per discutere de Il ruolo dei policy maker nella regolamentazione dei mercati finanziari.Nel pomeriggio, dalle 14 alle 15 Febaf, la federazione delle associazioni finanziarie italiane (Abi, Ania, Assogestioni e Aifi) invita gli operatori a fare il punto su La Carta Sri un anno dopo. L’incontro si svolge alla sede del Cnel in viale Lubin 2, Roma. Stessa sede per l’altro evento che Febaf dedica agli investitori istituzionali: dalle 15 alle 18 si discute de L’investimento responsabile dei fondi pensione come strumento di democrazia economica. L’evento è realizzato in collaborazione con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil. Venerdì 8 novembre A Bologna, dalle 9,45 alle 13, il Forum per la finanza sostenibile, in collaborazione con Sulla fame non si specula, organizza il dibattito: Investire responsabilmente in commodities: si può? L’incontro è ospitato dal Centro Unipol Bologna, Piazza Vieira De Mello, 3-5. Di nuovo a Milano (Hotel Four Seasons - Via Gesù 6/8): nell’ambito della Morningstar Etf Invest Conference Europe si parla di Investimenti responsabili nelle strategie di gestione passive. Dalle 11,30 alle 12,15. Nel pomeriggio, a Milano, la fondazione Cariplo organizza un convegno e una tavola rotonda dedicati a Social impact bond: la finanza al servizio dell’innovazione sociale? Si svolgerà dalle 14,30 alle 17,30, alla sala convegni Intesa Sapaolo in piazza Belgioioso 1. Sabato 9 novembre Giornata dedicata a L’economia a misura d’uomo. Approcci ed esperienze di economie in sintonia con lo sviluppo dell’uomo. Dalle 9 alle 17,30 il Centro congressi della fondazione Cariplo (via Romagnosi 8, Milano) ospita una ricca serie di interventi di esponenti di spicco del mondo dell'economia, della cooperazione, delle scienze psicologiche e sociali attorno ad una possibile human economy basata sulla consapevolezza, sulla comprensione e sul coraggio di includere la dimensione della solidarietà e della condivisione. L’evento è promosso dall’associazione Sat Italia, in collaborazione con Terra Institute. Lunedì 11 novembre A Venezia per parlare di cambiamento climatico. L’incontro promosso da Assicurazioni Generali è dedicato a Climate Change - Assicurazione, Finanza e Impresa: le vie del cambiamento. Si terrà dalle 9,30 alle 13 all’Università Ca’ Foscari. Finanza sostenibile, trasparenza e key performance indicator è invece il titolo dell’incontro promosso a Napoli dall’Ordine dei dottori commercialisti napoletani. Si svolgerà dalle 15 alle 19 alla sala conferenze dell’Ordine in piazza dei Martiri 30. A Milano si discute invece de La sostenibilità delle aziende italiane, dalle 15 alle 17,30 alla Sala Blu di Borsa italiana (piazza Affari 6). Nel corso dell’incontro verranno presentati i risultati dell’analisi realizzata da Ecpi, promotore dell’evento. Martedì 12 novembre Si svolge a Roma, dalle 9 alle 17,30, l’evento conclusivo, intitolato L’engagement: una nuova sfida per gli investitori istituzionali. Nel corso della giornata saranno presentate le Linee guida sull’engagement per le forme di previdenza complementare. Due tavole rotonde saranno dedicate al racconto di case history sui temi dell’engagment, e nel pomeriggio si saprà chi è il vincitore della prima edizione dell’Investitore sostenibile. La giornata, ospitata dal Palazzo Altieri (piazza del Gesù 49), è promossa dal Forum per la finanza sostenibile, con il contributo di Axa investment managers, Dexia asset management, Generali investments Europe, Vontobel, e di Vigeo, Société Générale securities services. Dal 13 al 16 novembre A seguire la Settimana Sri, la Fondazione Lang e il Forum per la finanza sostenibile organizzano infine, a Milano, il corso Impact investing, la nuova asset class per una finanza sostenibile. Per ulteriori informazioni e per registrarsi agli eventi: www.settimanasri.it/. SETTIMANA SRI, DOMANI SI PARTE di Fausta Chiesa 04.11.2013 9
  • 10. È ormai terminato il conto alla rovescia per la Settimana Sri. Partirà domani 5 novembre, a Milano, il più importante appuntamento italiano sulla finanza responsabile e sostenibile, organizzato dal Forum per la Finanza Sostenibile, una grande occasione di confronto, di riflessione e di promozione della teoria e della pratica dell’investimento responsabile. Su tutto il territorio nazionale si terranno eventi gratuiti per far conoscere e diffondere lo Sri (Sustainable and Responsible Investment). Ad aprire la “Settimana” sarà la conferenza “Crescita, sostenibilità e coesione: il ruolo del risparmiatore”, che si terrà, appunto, domani 5 novembre dalle 9 alle 16,30 a Palazzo Giureconsulti a Milano, dove sarà presentata la ricerca “Gli italiani e la responsabilità sociale degli investimenti”, cui seguirà una tavola rotonda con gli operatori, uno speech del presidente del Censis Giuseppe De Rita e, nel pomeriggio, una seconda tavola rotonda intitolata “Promuovere il mercato attraverso regole e incentivi”. Un’attenzione particolare sarà dedicata al tema dell’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali. Non a caso, infatti, a chiudere la Settimana sarà, il 12 novembre a Roma, la conferenza di profilo internazionale “L’engagement: una nuova sfida per gli investitori istituzionali”. ETicaNews, media partner dell’iniziativa, seguirà entrambi gli eventi, quello di apertura e quello di chiusura, con una twittercronaca in diretta (hashtag #SettimanaSri). Molti gli argomenti che saranno approfonditi nel corso della manifestazione, con l’obiettivo di tracciare una panoramica completa e trasversale su un fenomeno complesso e differenziato come l’SRI. Tra questi, il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property investing, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail e il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia. A differenza della prima edizione che si è svolta l’anno scorso, quest’anno la settimana è stata programmata in concomitanza con le altre edizioni europee: si sono appena svolti il National Ethical Investment Week nel Regno Unito e la Semaine de l’Isr in Francia. In Italia la diffusione della finanza Sri è in ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Per quale motivo? Lo spiega Davide Dal Maso, segretario generale del Forum. «Bisogna distinguere tra il ritardo del mercato istituzionale e quello del retail. In Italia i fondi pensione sono più giovani e più piccoli degli omologhi nel resto d’Europa, sono meno strutturati, hanno masse più piccole e di conseguenza sono meno pronti a investire in innovazione. Inoltre, hanno subìto cambi di regolamentazione molto frequenti negli ultimi anni. Nel mercato retail la dinamica è diversa. Qui è l’offerta che crea la domanda e c’è una responsabilità legata non tanto alle caratteristiche del risparmiatore, che sono analoghe a quelle degli altri Paesi europei, quanto al fatto che l’industria finanziaria italiana ha ancora un modello bancocentrico in cui contano le politiche commerciali delle banche e delle reti. Se non c’è un motivo particolare per innovare il prodotto, è difficile che sia la domanda a trainare l’innovazione». Ma è anche “colpa” dei media che danno pochissimo spazio alla finanza Sri? «Anche questo ha un peso – ammette Dal Maso – . Se fosse più dibattuto a livello pubblico ci sarebbe più attenzione da parte degli operatori finanziari. Dai risultati dalla ricerca che presenteremo durante la conferenza del 5 novembre, il profilo che emerge non è quello di un risparmiatore cinico, ma di un risparmiatore che chiede trasparenza e lealtà da parte dell’istituzione finanziaria». Per Dal Maso la finanza del futuro sarà sicuramente più Sri. «Oggi non ci sono più grandi alibi od ostacoli per non agire in tal senso: credo che si tratti solo di spingere una porta che è già aperta. Prima partiranno il mercato istituzionale dei fondi pensione e delle fondazioni, per fare massa critica. Poi sarà più facile proporsi anche al retail». AL VIA LA SETTIMANA ITALIANA DELLA FINANZA SOSTENIBILE 05.11.2013 Da oggi fino al 12 novembre si tiene la Settimana SRI, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Sono sedici gli appuntamenti confermati per l'edizione 2013 - anche quest'anno tutti a ingresso gratuito - e più di trenta i promotori coinvolti. Tra i temi che saranno approfonditi: l'engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali, il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia, la "svolta sostenibile" del mercato retail. La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dell'Economia e delle Finanze. AL VIA LA SETTIMANA ITALIANA DELLA FINANZA SOSTENIBILE 10
  • 11. 05.11.2013 Roma, 5 nov. Da oggi fino al 12 novembre si tiene la Settimana SRI, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Sono sedici gli appuntamenti confermati per l'edizione 2013 - anche quest'anno tutti a ingresso gratuito - e più di trenta i promotori coinvolti. Tra i temi che saranno approfonditi: l'engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali, il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia, la "svolta sostenibile" del mercato retail. La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dell'Economia e delle Finanze. AFP DAVIDE DAL MASO: “LA FINANZA SOSTENIBILE È PRONTA A SPICCARE IL VOLO” di Vincenzo Petraglia 13.11.2013 La Settimana SRI è stata l’occasione per incontrare Davide Dal Maso, segretario del Forum per la Finanza Sostenibile (www.finanzasostenibile.it), che ci aiuta a capire meglio il mondo della finanza collegata agli investimenti socialmente responsabili (Sri, acronimo di Sustainable and responsible investment). Siamo finalmente pronti per una finanza sostenibile? Potremo parlare un giorno veramente di finanza sostenibile? Diciamo che oggi molte più persone, anche tra gli addetti ai lavori, sono consapevoli del fatto che le vecchie ricette non funzionano più. La crisi ha messo in discussione modelli e convinzioni che sembravano granitici e le forme di finanza che venivano etichettate con un po’ di sufficienza come “alternative” vengono ora guardate con l’interesse che meritano. Insomma, credo che quegli elementi di cambiamento che nei decenni più recenti sono cresciuti in silenzio adesso siano nelle condizioni per esprimere tutto il proprio potenziale. Ad oggi, che posto occupano i fondi sostenibili e responsabili rispetto a quelli tradizionali? Si tratta ancora di una nicchia. In alcuni Paesi le percentuali sono più alte che in altri, ma complessivamente parliamo di quote minoritarie. Ma va detto che il grosso degli investimenti sostenibili e responsabili non è gestito in fondi, ma è nelle mani dei grandi investitori istituzionali, quindi fondi pensione, fondazioni, assicurazioni, casse previdenziali, e così via. In questo segmento, le cifre sono molto più importanti. In Europa le cose vanno meglio rispetto all’Italia? L’Italia ha una struttura di mercato diversa rispetto ai paesi del Nord Europa. In particolare, ha investitori previdenziali più giovani e con dimensioni mediamente più piccole. È naturale che in mercati più maturi queste pratiche siano più diffuse. Ci spieghi esattamente cosa sono questi fondi L’idea è che, quando si selezionano i titoli in cui investire, oltre a considerare gli aspetti strettamente economici, si guardino anche quelli ambientali, sociali e di governance. Se devo investire in un’impresa del settore dell’abbigliamento, per esempio, mi preoccuperò anche delle politiche e delle pratiche che applica nella scelta delle materie prime, nei processi produttivi, lungo la catena di fornitura, per essere sicuro che non venga danneggiato l’ambiente e vengano rispettati i lavoratori. Questo non solo per soddisfare un principio di giustizia, ma anche perché all’azienda, e quindi, indirettamente, all’investitore, un comportamento ambientalmente e socialmente proattivo alla fine conviene: evita rischi – di mercato, legali, reputazionali – e, se valorizza i propri comportamenti virtuosi, può ottenere un premio di prezzo presso i consumatori più attenti a questi temi. Chi può accedere a questi fondi? Ci possono accedere anche i privati? 11
  • 12. Certo. Ormai l’offerta è ampia e soddisfa tutte le esigenze finanziarie in termini di rischio/rendimento e orizzonte temporale. C’è un investimento minimo per potervi accedere? Dipende dal prodotto, ma, in generale, quelli destinati al mercato retail hanno soglie molto basse. Dove sono nati questi fondi? La finanza etica ha storicamente una matrice religiosa. Nelle forme moderne, i primi strumenti di finanza responsabile sono nati negli Stati Uniti negli anni ’70. Poi, questa pratica si è estesa ad altri paesi ed è evoluta nelle forme. Oggi è l’Europa la regione più all’avanguardia. Quali sono i prodotti Sri più comuni? Se parliamo del mercato retail, sono i fondi comuni. E i settori in cui si trova una maggior concentrazione di fondi Sri? Parlando di asset class, i fondi Sri sono per lo più azionari, e gli ambiti di mercato in cui si investe sono un po’ tutti, in quanto la pratica delle esclusioni settoriali, fatta eccezione per settori quali, per esempio, le armi, il tabacco, il gioco d’azzardo, è minoritaria. In generale, si cercano, infatti, le imprese più sostenibili e responsabili in tutti i settori economici. Quali i settori più promettenti e con maggiori potenzialità? Se si parla di mercati, quello a maggior potenziale di crescita è indubbiamente quello previdenziale. I fondi pensione sono gli investitori sostenibili e responsabili per eccellenza. Quali sono le maggiori resistenze da parte dei risparmiatori/potenziali investitori rispetto a questo tipo di prodotti? Le nostre ricerche dimostrano chiaramente che c’è disponibilità, ma manca la conoscenza. Nel dubbio, si preferisce continuare a fare quello che si è sempre fatto, anche quando gli esiti non sono stati sempre felici. È verosimile che alcune aziende possano utilizzare il loro impegno in sostenibilità come uno strumento di maquillage e green washing? C’è ancora questo rischio? E se sì, come correre ai ripari? È un rischio inevitabile, anche se ormai i clienti, gli investitori, gli altri stakeholder sono sempre più informati e preparati. La rete permette un accesso alle informazioni facile e rapido. È molto più difficile di un tempo, per un’impresa, dichiarare una cosa e farne un’altra, perché il rischio di essere scoperti è alto e, se accade, le conseguenze possono essere molto serie. Chi controlla questi fondi? Chi ne garantisce la bontà? Quali sono insomma le garanzie per il risparmiatore? I fondi Sri hanno un livello di trasparenza che è ancora maggiore di quello dei fondi tradizionali, di per sé già alto. Devono dichiarare i principi cui si ispirano, le regole che si danno e i processi che adottano e rendicontare i risultati che ottengono. Non esiste una vera certificazione, ma, francamente, non se ne sente l’esigenza perché alla lunga è il mercato che giudica: premia quelli bravi, onesti e coerenti e viceversa. Esiste un sistema di rating? Quali sono i parametri di massima utilizzati? Esistono diversi sistemi di rating sulle società oggetto di investimento, non sui fondi. Registriamo un processo di lenta convergenza degli standard di valutazione, ma ogni agenzia di rating ESG (Environment, Social and Governance, ovvero appunto le politiche ambientali, sociali e di governance societarie, ndr) ha la propria metodologia. Quindi può accadere che la stessa società abbia rating ESG diversi a seconda dei criteri utilizzati da chi la valuta. Quanto stanno rendendo i prodotti Sri? I loro rendimenti sono equiparabili a quelli tradizionali? È difficile rispondere, perché Sri non è un asset class, è uno stile di investimento. E può essere applicato in modi diversi. I risultati variano molto a seconda delle definizioni che si utilizzano e dei periodo temporali che si considerano. Alla fine, tutto dipende dalla qualità della gestione. Così come non è vero che l’investimento Sri è meno remunerativo di un investimento tradizionale, non si può dire che sia sempre vero il contrario. Perché bisognerebbe preferire i prodotti Sri a quelli tradizionali? Quali i maggiori vantaggi e opportunità? I prodotti Sri sono meno volatili e meno rischiosi. In generale, infatti, l’Sri è un approccio non speculativo, che guarda alla creazione di valore nel medio-lungo periodo. È, quindi, particolarmente adatto a un investitore prudente e paziente, non certo al classico investitore che “gioca in borsa”! Siti web STA PER INIZIARE LA SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE E RESPONSABILE 06.10.2013 12
  • 13. Dopo il successo della prima edizione, torna la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: il più importante appuntamento in Italia sul tema della finanza sostenibile. L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà dal 5 al 12 Novembre, allineandosi con le principali SRI Week in Europa. Sono sedici in totale gli appuntamenti confermati in tutta Italia – anche quest’anno tutti ad ingresso gratuito – e più di trenta i promotori e gli sponsor coinvolti. Potete trovare il calendario completo qui: http://www.settimanasri.it/calendario-2013/?cid=all&month=11&yr=2013/ SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE 06.10.2013 Si svolgerà dal 5 al 12 Novembre la seconda edizione della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: 17 appuntamenti in tutta Italia per parlare di finanza sostenibile.Tra i temi che verranno approfonditi nell’ambito della seconda edizione: l’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali, il cambiamento climatico ed i rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property investing e dei social impact bond, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia. La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. DAL 5 AL 12 NOVEMBRE SI SVOLGERÁ LA SECONDA EDIZIONE DELLA SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE E RESPONSABILE 16.10.2013 L’iniziativa, organizzata e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile con il patrocinio del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, si sostanzia in una serie di eventi, che interessano tutto il territorio nazionale, aventi lo scopo promuovere e diffondere la pratica dell’SRI (Sustainable and Responsible Investment). La settimana dell’SRI si basa su un format già consolidato in altri Paesi europei come Francia ed Inghilterra, e si svolgerà allineamento con le altre SRI Week europee. A chiudere la Settimana, una conferenza di profilo internazionale sul tema dell’engagement che coinvolgerà ospiti di eccellenza e terminerà con la cerimonia di premiazione dell’Investitore Istituzionale Sostenibile dell’Anno. Per maggiori informazioni vai al sito della Settimana SRI. VIA IL 5 NOVEMBRE ALLA SETTIMANA SRI 21.10.2013 Partirà il 5 novembre, per concludersi il 12 novembre, la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: 17 appuntamenti in tutta Italia per parlare di finanza sostenibile. 13
  • 14. Tra i temi che verranno approfonditi nell’ambito della seconda edizione: l’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali, il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property investing e dei social impact bond, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia. La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La partecipazione agli eventi è gratuita, previa registrazione all’indirizzo mail eventi@finanzasostenibile.it SETTIMANA PER LA FINANZA SOSTENIBILE 30.10.2013 Dopo il successo della prima edizione torna la Settimana SRI: la principale iniziativa in Italia per parlare di finanza sostenibile. Sono sedici gli appuntamenti confermati per l’edizione 2013 - anche quest’anno tutti a ingresso gratuito e più di trenta i promotori coinvolti. Tra i temi che saranno approfonditi: l’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali, il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia, la “svolta sostenibile” del mercato retail. La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, di cui il WWF è socio, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. SETTIMANA SRI 31.10.2013 La Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile (5-12 novembre 2013) rappresenta il culmine dell’attività del Forum per la Finanza Sostenibile (FFS) e si sostanzia in una serie di eventi, che interessano tutto il territorio nazionale, aventi lo scopo promuovere e diffondere la pratica dell’SRI (Sustainable and Responsible Investment). L’iniziativa, che si basa su un format già consolidato in altri Paesi europei come Francia ed Inghilterra, è organizzata e coordinata dal FFS e beneficia della collaborazione di altri soggetti promotori, soci del Forum o che ne condividono la missione. SETTIMANA DELLA FINANZA RESPONSABILE 04.11.2013 CSSPD.it L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà dal 5 al 12 Novembre, allineandosi con le principali SRI Week in Europa. Diciassette gli appuntamenti confermati per l’edizione 2013 con più di trenta promotori coinvolti. Dopo il successo della prima edizione, torna la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: il più importante appuntamento in Italia sul tema della finanza sostenibile. 14
  • 15. L’edizione 2013 si presenta più ricca anche dal punto di vista dei contenuti: sono molti gli argomenti che verranno approfonditi nel corso della manifestazione, con l’obiettivo di tracciare una panoramica completa e trasversale su un fenomeno complesso e differenziato come l’SRI. Sono diciassette gli appuntamenti confermati per l’edizione 2013 - anche quest’anno tutti a ingresso gratuito - e più di trenta i promotori coinvolti. L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà dal 5 al 12 Novembre, allineandosi con le principali SRI Week in Europa. Aumentano i promotori dell’iniziativa - Soci del Forum o che ne condividono la mission - che animeranno la Settimana con incontri e seminari su tutto il territorio nazionale. Risulta già confermato ad oggi l’impegno di Avanzi, BCC Credito Cooperativo, ETica News, FeBAF, Fondazione Cariplo, Fondazione Lang Italia, Fondazione Riccardo Catella, Hines Italia SGR, l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Napoli, Morningstar e delle principali confederazioni sindacali. Anche il mondo accademico contribuirà all’iniziativa con un evento che collegherà virtualmente le principali università italiane. Un’attenzione particolare sarà dedicata al tema dell’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali. Tra gli altri argomenti oggetto di dibattito evidenziamo: il cambiamento climatico ed i rischi per il settore assicurativo, le nuove frontiere dell’impact investing e del responsible property investing, la possibile “svolta sostenibile” del mercato retail, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia. SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE E RESPONSABILE 05.11.2013 II edizione Dal 5 al 12 novembre 2013 Apertura: Camera di Commercio, Milano Chiusura: Scuderie di Palazzo Altieri, Roma Forum per la Finanza Sostenibile Il più importante evento in Italia sul tema dell’investimento sostenibile e responsabile La seconda edizione della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile si svolgerà nella prima metà di Novembre 2013, in allineamento con le altre SRI Week europee. A chiudere la Settimana, una conferenza di profilo internazionale sul tema dell’engagement che coinvolgerà ospiti di eccellenza e terminerà con la cerimonia di premiazione dell’Investitore Istituzionale Sostenibile dell’Anno. 14 eventi su tutto il territorio italiano. Più di 30 partner e sponsor coinvolti. Relatori italiani ed internazionali di alto profilo. Martedì 5 Novembre 2013 Evento di apertura Camera di Commercio, Milano Rilanciare il mercato retail con una svolta sostenibile Un confronto con gli operatori del settore introdotto da Giuseppe De Rita, Presidente CENSIS. Martedì 12 Novembre 2013 Evento conclusivo Scuderie di Palazzo Altieri, Roma L’engagement: una nuova sfida per gli investitori istituzionali L’evento si chiuderà con la cerimonia di premiazione dell’Investitore Sostenibile dell’Anno. Seguirà calendario e programma dettagliato degli eventi. Tutti gli aggiornamenti su: www.settimanasri.it Si prega di confermare la propria presenza a: eventi@finanzasostenibile.it Per maggiori informazioni: +39 02 30516028 – info@finanzasostenibile.it COMINCIA LA SETTIMANA ITALIANA DELLA FINANZA SOSTENIBILE 05.11.2013 15
  • 16. Da oggi fino al 12 novembre si tiene la Settimana SRI, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Dopo il successo della prima edizione torna la Settimana SRI: la principale iniziativa in Italia per parlare di finanza sostenibile. Sono sedici gli appuntamenti confermati per l’edizione 2013 - anche quest’anno tutti a ingresso gratuito e più di trenta i promotori coinvolti. Tra i temi che saranno approfonditi: l’engagement come nuova opportunità per gli investitori istituzionali, il cambiamento climatico e i rischi per il settore assicurativo, il ruolo dei decisori politici nella promozione di una cultura della sostenibilità in Italia, la “svolta sostenibile” del mercato retail. La Settimana SRI è promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. SETTIMANA DELL’INVESTIMENTO SOSTENIBILE E RESPONSABILE: IL PIÙ IMPORTANTE APPUNTAMENTO IN ITALIA SUL TEMA DELLA FINANZA SOSTENIBILE 12.11.2013 Dopo il successo della prima edizione, torna la Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile: il più importante appuntamento in Italia sul tema della finanza sostenibile. L’iniziativa, promossa e coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile, si svolgerà quest’anno in autunno, dal 5 al 12 Novembre, allineandosi con le principali SRI Week in Europa. Sono sedici in totale gli appuntamenti confermati su tutto il territorio nazionale – anche quest’anno tutti a ingresso gratuito – e più di trenta i promotori e gli sponsor coinvolti. Tra i temi caldi: engagement e azionariato attivo, impact investing, cambiamento climatico. Il Premio per l’investitore sostenibile dell’anno, lanciato dal Forum per la Finanza Sostenibile nell’ambito della prima Giornata Italiana dell’SRI, nasce con l’obiettivo di stimolare il mercato istituzionale italiano a compiere ulteriori passi avanti nell’adozione di politiche di investimento responsabili, creando un’occasione di visibilità per quegli investitori che già hanno scelto di integrare strategie SRI (Sustainable and Responsible Investment) nella gestione delle risorse finanziarie. Sei sono le categorie di investitori ammesse a concorrere: forme di previdenza complementare, casse di previdenza professionali, fondazioni (di qualunque emanazione), compagnie di assicurazione, enti religiosi e non profit ed imprese (ma solo nell’ambito dell’attività di gestione del patrimonio mobiliare di competenza). A valutare le iniziative sarà una Giuria indipendente di esperti del settore, che considererà in particolar modo l’impatto generato e l’innovatività delle proposte. La cerimonia di premiazione dell’Investitore sostenibile dell’anno si terrà a Roma martedì 12 Novembre 2013, al termine della conferenza conclusiva della Settimana SRI. Consulta il calendario dell’evento. 16
  • 17. La Settimana SRI 2013 – Rassegna stampa eventi 5 Novembre 2013 “Crescita, sostenibilità e coesione: il ruolo del risparmiatore” Agenzie IL 45% DEGLI INVESTITORI DIREBBE SÍ A INVESTIMENTI RESPONSABILI 06.11.2013 Roma, 6 nov. - (Adnkronos) - Il 45% degli investitori sarebbe disposto ad investire parte dei suoi risparmi in investimenti sostenibili e responsabili e il 18% dichiara di averte investito in aziende che hanno politiche di sostenibilità sociale e ambientale. E' quanto emerge dalla ricerca 'Il risparmiatore responsabile' curata da Doxametrics presentata in occasione della Settimana dell'investimento sostenibile e responsabile promossa dal Forum per la finanza sostenibile in programma fino al 12 novembre. L'indagine ha preso in considerazione un campione di oltre 1000 investitori privati, tra i 30 e 50 anni. Sul livello di conoscenza della materia, dalla ricerca emerge che il 48% del campione ha sentito parlare di investimenti sostenibili e responsabili ma non sa esattamente di cosa si tratta: il 29% non ne ha mai sentito parlare, e solo il 23% sa di cosa si tratta. Il 43% degli intervistati ritiene che i temi ambientali, sociali e di buon governo di impresa impattano 'abbastanza' nel mondo della finanza e delle banche; poco per il 27%. I concetti che si associano quando si parla di investimenti responsabili sono: tutela dell'ambiente (46%); rispettare i diritti sociali e umani (42%); trasparenza negli investimenti (40%) e rispetto e tutela del cliente (40%). Quanto all'approccio agli investimenti, il 43% considera 'abbastanza' importante essere messo al corrente della sostenibilità ambientale e sociale dei suoi investimenti; 'molto' per il 23%; poco per il 27% e 'per niente' per il 7%. Il 36% per poter effettuare questo tipo di investimento si rivolgerebbe ad una banca . IMPRESE/RESPONSABILITÀ SOCIALE: 61% AZIENDE INVESTE NONOSTANTE CRISI 07.11.2013 (OM NIM ILANO) Milano, 07 NOV - Responsabilità sociale in azienda: gli imprenditori milanesi continuano a crederci e mantengono i propri investimenti in CSR nonostante la crisi nel 61,4% dei casi, solo uno su tre li riduce. Lo fanno principalmente per motivazioni etiche e solo secondariamente per promuovere l’immagine aziendale. Rispetto dell’ambiente (33%) e tutela dei lavoratori (29,1%) le aeree di intervento più significative. Vantaggi fiscali, finanziamenti agevolati e formazione ad hoc: sarebbero secondo gli imprenditori gli strumenti più utili per promuovere tali prassi “virtuose”. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su 400 imprese di Milano e provincia con metodo CATI realizzata a giugno 2013 attraverso DigiCamere Scarl. 17
  • 18. Sì è tenuta a Palazzo Giureconsulti la giornata di apertura della Settimana SRI (5-12 novembre), organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con la Camera di Commercio di Milano. Presentata la prima ricerca in Italia sul risparmiatore responsabile. Trasparenza, fiducia ed efficacia nella comunicazione le parole chiave. Per maggiori informazioni e materiali, sito web della Settimana SRI ( www.settimanasri.it). “La Camera di commercio - ha dichiarato Federica Ortalli, membro di giunta della Camera di commercio di Milano - è da tempo attiva nel promuovere e sostenere, anche attraverso uno sportello dedicato, le azioni di responsabilità sociale messe in atto dalle imprese che possono rappresentare un concreto fattore di competitività, credibilità e attrattività, soprattutto se il mercato finanziario diventa sempre più attento a premiare tali prassi. Per questo la Camera di commercio ha partecipato a questa iniziativa volta a sensibilizzare operatori e risparmiatori sul tema dell'investimento e della finanza sostenibile" Quotidiani e settimanali IL 54% DEI FONDI ETICI È AZIONARIO 02.11.2013 18
  • 19. GLI INVESTIMENTI RESPONSABILI PIACCIONO. MA AGLI OPERATORI SERVE PIÙ CHIAREZZA. di Andrea Di Turi 06.11.2013 19
  • 20. INVESTIMENTI: IL 45% DEI RISPARMIATORI DIREBBE SÍ A QUELLI RESPONSABILI 09.11.2013 COSA NASCONDE LA CORSA AL RISPARMIO di Marco Lo Conte 23.11.2013 20
  • 21. Quotidiani e testate online UNA PIATTAFORMA PER SCEGLIERE IN MODO CONSAPEVOLE di Rosaria Barrile 05.11.2013 Investire in modo responsabile, scegliendo il prodotto più adatto alle proprie esigenze tra quelle proposti sul mercato finanziario, d’ora in poi sarà più semplice. Grazie al Forum della finanza sostenibile le informazioni relative agli strumenti e agli emittenti saranno finalmente più accessibili anche al piccolo risparmiatore. In occasione della prima giornata di apertura della Settimana Sri, è stato presentato ufficialmente un progetto che intende non solo raccogliere tutti i dati sul settore degli investimenti sostenibili in un’unica piattaforma web ma anche renderli rapidamente consultabili da tutti, risparmiatori privati e addetti ai lavori. Il progetto prevede lo sviluppo di due strumenti informativi: la piattaforma multimediale “Investi-re-sponsabilmente” e l’Osservatorio permanente sugli investimenti sostenibili e responsabili. La piattaforma, la cui idea originaria risale al 2008, con il programma Investire con i piedi per terra, comprende diverse sezioni: una mini guida aiuta a comprendere cosa si intende per investimento responsabile e illustra le strategie 21
  • 22. prevalenti sul mercato italiano, ognuna contraddistinta da specifici obiettivi e metodologia; completano il tutto un glossario e un blog, in cui individuare i temi chiave del settore. A breve verrà lanciato all’interno della piattaforma un test che consentirà a ciascun potenziale risparmiatore di misurare la propria conoscenza e la propensione o meno all’investimento socialmente responsabile. Ma la parte più ricca del sito è quella relativa ai prodotti. Il Forum della finanza sostenibile, che ogni hanno divulga un rapporto in grado di fotografare lo stato della finanza Sri, compie infatti un balzo in avanti nel monitoraggio del fenomeno con la pubblicazione aggiornata delle schede relative ai singoli prodotti di investimento o di previdenza che investono secondo criteri Sri. In una prima fase saranno riportati soltanto i prodotti resi disponibili dagli operatori italiani; presto seguiranno i prodotti collocati in Italia da gestori esteri. Realizzato grazie alla collaborazione con Mefop per i fondi pensione e con Morningstar per i fondi di investimento, il database dei prodotti, in forma semplificata, può essere consultato facendo ricorso a vari filtri: per tipologie di investimento o per strategie di sostenibilità scelta dalla società emittente. Quest’ultimo parametro, più sofisticato, comprende i sei criteri prevalenti sul mercato italiano: esclusioni, convenzioni internazionali, best in class, investimenti tematici, engagement, impact investing. Una volta individuato il prodotto è possibile tramite un link consultare la scheda tecnica elaborata da Morningstar e Che fornisce informazioni relative alle performance, al grado di rischio e ai costi del prodotto. Il progetto più ampio che ha portato allo sviluppo della piattaforma è quello dell’Osservatorio permanente sugli investimenti sostenibili e responsabili. Per la prima volta in Italia verrà messo a disposizione anche dei non addetti ai lavori un monitoraggio organico e permanente del mercato italiano dei prodotti di investimento Sri. Le informazioni, che verranno aggiornate al primo semestre di ogni anno, saranno alimentate tramite la raccolta di dati pubblici, l’invio di schede alle società emittenti e la consueta indagine annuale condotta dal Forum. INVESTIMENTI SRI, TANTO INTERESSE MA POCA CONOSCENZA 05.11.2013 Il potenziale degli investimenti Sri (Sustainable and responsible investment) è elevato. Nel 47% dei casi gli investitori privati si dichiarano disposti a modificare le proprie scelte di investimento a favore di prodotti Sri: il 45% del campione li prenderebbe, infatti, in considerazione in caso di proposta. Lo ha messo in luce la ricerca sul “risparmiatore responsabile” realizzata da Doxametrics e presentata oggi in apertura della settimana Sri 2013. C'è quindi una predisposizione positiva da parte dei risparmiatori, e anche gli investitori privati si dimostrano aperti verso gli aspetti di sostenibilità e responsabilità, ma ritengono centrali la chiarezza e la trasparenza nella gestione degli investimenti e nella comunicazione con il mercato. Il driver più forte continua a essere la fiducia verso il proprio gestore. Il problema è che l'offerta di prodotti sostenibili e responsabili oggi non è adeguatamente supportata a livello informativo. C'è infatti ancora una conoscenza moto limitata di questi prodotti di investimento. Dalla ricerca di Doxametrics infatti risulta che solo il 23% degli investitori sa esattamente di cosa si tratta. C'è quindi molto spazio di miglioramento e di crescita in questo settore. Lo studio mette infatti in luce come gli strumenti di comunicazione e la mediazione offerta attualmente dagli intermediari (banche, assicurazioni, promotori) “non sono adeguati e sufficienti per generare consapevolezza su questi temi”. Il valore aggiunto dei prodotti Sri “dovrà essere trasferito dall'intermediario al risparmiatore con una comunicazione efficace che sia in grado di informare ed educare”, conclude la ricerca. GLI ITALIANI CI SONO, ORA TOCCA AGLI SRI di Fausta Chiesa 06.11.2013 22
  • 23. Trasparenza, formazione e informazione. Sono i temi che hanno caratterizzato gli interventi e le presentazioni del convegno “Crescita, sostenibilità e coesione: il ruolo del risparmiatore” che ha aperto ieri a Milano la Settimana Sri, promossa e organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile. ETicaNews, in qualità di media partner, ha seguito l’evento in twittercronaca (vedi una ampia sintesi dei tweet). Dal punto di vista del risparmiatore, ma anche da quello degli addetti ai lavori come i promotori finanziari, la finanza etica ha un compito: farsi conoscere di più. L’interesse c’è e lo ha dimostrato l’indagine di DoxaMetrics “Gli italiani e la responsabilità sociale degli investimenti” condotta su un campione di oltre mille investitori privati tra i 30 e i 50 anni che hanno investito almeno 1.000 euro nell’ultimo anno. Soltanto il 23% del campione dichiara di sapere esattamente che cos’è lo Sri (sustainable and responsabile investment) e il 48% ne ha sentito parlare. Sri per gli intervistati significa prevalentemente ambiente e diritti umani, ma anche trasparenza degli investimenti e rispetto e tutela del cliente. Il 45% si è dichiarato disposto a investire nello Sri e il 47% a modificare le proprie scelte di investimento a favore di aziende che si differenziano positivamente per lo Sri. C’è, quindi, una predisposizione positiva da parte dei risparmiatori. Ma allora perché la finanza Sri rappresenta in Italia soltanto poco più di 2 miliardi di euro e lo 0,2% del totale degli investimenti? Il problema è che l’offerta di prodotti sostenibili e responsabili oggi non è divulgata e questo forse per “colpa” delle banche e delle assicurazioni, che ancora continuano a essere il punto di riferimento dei risparmiatori, rimanendo l’intermediario di elezione. Dalla ricerca emerge, infatti, che nei confronti degli intermediari non c’è nessuna fiducia in generale (50%), ma che nei confronti della propria banca il discorso cambia e l’italiano continua a fare affidamento al proprio gestore. Per Manuela Mazzoleni di Assogestioni l’investimento Sri è ancora di nicchia ma c’è una domanda latente. Il problema è la conoscenza anche da parte degli addetti ai lavori, come è emerso anche dalle tavole rotonde “Gli operatori di fronte all’offerta del mercato Sri” e “Promuovere il mercato attraverso regole e incentivi”. «Il livello di conoscenza dello Sri oggi è scarso anche tra addetti ai lavori - ha ammesso Joe Capobianco, direttore generale dell’Organismo per la tenuta dell’albo dei promotori finanziari - e si studia solo se il cliente interessato lo chiede». La Francia è diventata leader europea della finanza Sri (pesa per il 35% e il fondo etico più grandi in Europa è di Bnp Paribas, secondo i dati presentati da Vigeo) perché – ha detto Jens Peers di Natixis – è stata fatta molta educazione finanziaria. Per Gian Franco Guazzugli di Anasf bisogna formare gli operatori. Per Simone Rosti di Ubs la finanza Sri deve uscire dal recinto dell’autoreferenzialità e arrivare al retail. Per Simone Matteucci di Unipol è necessario fare un salto di qualità ed enfatizzare i risultati concreti ottenuti, un passaggio di mentalità importante se si vuole conquistare la fiducia degli investitori. Di trasparenza dell’intera offerta e non soltanto del singolo prodotto e di correttezza individuale ha parlato anche il presidente del Censis Giuseppe De Rita, che ha fatto notare come oggi gli italiani vivano un ritorno alla sobrietà e a valori diversi da quelli passati che la crisi sta facendo riscoprire. Se di trasparenza c’è bisogno, in Europa Eurosif ha contribuito alla sua diffusione e oggi circa 600 sui 900 fondi Sri retail esistenti hanno adottato il Transparency Code. Per Alessandra Viscovi, direttore generale di Etica sgr e presidente del Forum per la Finanza Sostenibile, esiste un problema di conoscenza per cui è cruciale utilizzare una definizione che si dà della finanza etica e un linguaggio comprensibili ed è per questo che il Forum ha validato una definizione dell’investimento Sri. Anche per Carlo Piarulli, presidente di Adiconsum Lombardia, c’è un problema di informazione e di conoscenza dei prodotti Sri, che deve essere colmata anche perché, ha ammesso, «bisogna prevenire con l’informazione, perché tutte le carte che mi arrivano sul tavolo sono già a danno avvenuto». Per colmare la lacuna, il Forum per la Finanza Sostenibile ha creato una piattaforma web (www.investiresponsabilmente.it) dove è possibile capire che cosa è lo Sri, con un osservatorio permanente sui prodotti. RISPARMIATORI RESPONSABILI, MA POCO INFORMATI di Rosaria Barrile 06.11.2013 Cresce presso i risparmiatori la consapevolezza circa l’esistenza di prodotti di investimento alternativi a quelli tradizionali, definiti secondo logiche responsabili e sostenibili. Ma non cresce di pari passo la conoscenza delle opportunità attualmente già esistenti sul mercato. A pesare anche una relazione con gli intermediari finanziari spesso poco soddisfacente. Il potenziale dei prodotti Sri, elevato in termini commerciali, viene infatti a scontrarsi con una comunicazione inefficiente allo sportello. In pratica, per far sì che tale tipologia di investimento possa finalmente affermarsi e trovare il suo spazio nei portafogli degli italiani, banche, assicurazioni e promotori devono fare la loro parte e cambiare il modo in cui tale proposta viene formulata al momento della consulenza. 23
  • 24. E’ la conclusione a cui giunge una ricerca condotta da Doxametrics e realizzata nel mese di settembre per il Forum per la finanza sostenibile e presentata nel corso della Settimana Sri. L’indagine ha preso come panel di riferimento un campione di risparmiatori – tra i trenta e i cinquant’anni - con un profilo culturale e patrimoniale più evoluto rispetto alla popolazione italiana e all’investitore “medio”. Tra i requisiti fondamentali per rispondere al questionario vi era infatti l’aver investito almeno mille euro nell’ultimo anno. Il dato più significativo, e di sicuro interesse per chi tali prodotti di investimenti li mette a punto o li propone tramite le reti distributive, è il potenziale commerciale dei prodotti Sri: nel 47% dei casi gli investitori privati si sono dichiarati disposti a modificare le proprie scelte di investimento a favore di prodotti Sri e ben il 45% li prenderebbe in considerazioni in caso di una proposta specifica da parte del proprio consulente finanziario. I risparmiatori rivelano infatti un’apertura verso gli aspetti di sostenibilità ma richiedono chiarezza e trasparenza sia nella fase di proposta sia nella gestione degli investimenti. Ed è proprio nella mancanza di trasparenza che l’industria dei prodotti Sri finisce con l’arenarsi: l’offerta non è adeguatamente supportata a livello informativo e la conoscenza di tale alternativa all’investimento tradizionale si ferma al 23% del campione. Tale conoscenza risulta inoltre superficiale: manca una caratterizzazione specifica dei diversi strumenti finanziari – fondi comuni, fondi pensioni, e altro - in senso Sri. I concetti associati al termine “investimento responsabile” sono infatti molto eterogenei: il 46% del campione totale fa riferimento alla tutela ambientale, il 42% al rispetto dei diritti sociali e umani, il 40% alla trasparenza negli investimenti e alla tutela del cliente, il 34% a rendimenti sicuri, il 31% all’esclusione delle imprese dei settori quali armi e pornografia, il 30% al finanziamento di progetti sociali e ambientali. A dimostrare quanto la strada sia ancora lunga è quel 48% che dichiara di aver sentito parlare di prodotti Sri, ma non è in grado di dare una definizione precisa di tale tipologia di investimento. SRI, IN EUROPA I FONDI ARRIVANO A QUOTA 922 06.11.2013 Sebbene inizialmente colpito dalla crisi, l’investimento Sri ha saputo mantenere costanti le masse gestite e riprendere velocemente la crescita degli asset. Secondo la ricerca Green, Social and Ethical Funds in Europe 2013, realizzata da Vigeo in collaborazione con Mornigstar e presentata in occasione della seconda Settimana Sri in Italia, a giugno 2013 i fondi socialmente responsabili in Europa sono aumentati del 4%, arrivando a quota 922, in crescita rispetto agli 884 dello scorso anno, con un patrimonio gestito che si è portato a 108 miliardi, il 14% in più rispetto al 30 giugno 2012. La ricerca, ormai nella sua tredicesima edizione, ha confermato quindi il trend in atto nell’industria dei fondi socialmente responsabili in Europa: una crescita iniziata nel ’99 e interrotta solo nel 2008 da una pausa di consolidamento per la crisi dei mercati finanziari. Per la prima volta, però, dopo anni di crescita ininterrotta, la Francia è scesa del 7% in termini di patrimonio, rimanendo comunque il mercato principale in Europa, davanti all’Inghilterra. Al terzo posto si sono collocati a pari merito Olanda e Svizzera. Anche in Italia però qualcosa si sta muovendo. “In un contesto fortemente differenziato per paese, l’Italia cresce nel panorama del fondi Sri retail europei – spiega Federico Pezzolato, responsabile della ricerca per Vigeo, che poi aggiunge che “le masse gestite al 30 giugno 2013 hanno superato i 2,3 miliardi di euro, in aumento del 24% rispetto all’anno scorso, contribuendo al trend positivo riscontrato a livello continentale”. Tuttavia il nostro Paese è ancora molto lontano dagli altri colossi europei. “Sul totale degli asset gestiti, l’Sri in Italia pesa l’1,2%, ancora lontano dalla media europea”, conferma infatti Pezzolato. Dalla ricerca, risulta infatti che in Italia ci sono solo 12 fondi Sri retail, un numero molto basso rispetto ai 238 della Francia, e che i tre fondi più grandi sono Pioneer Fds Global Ecology (926 milioni di euro), Pioneer Obbl EurCorp Etico (264 milioni) e Etica Obbligazionario Misto (235 milioni). “Quello Sri è senz’altro un mercato in espansione, l’interesse c’è ma va stimolato. Per questo è necessario informare in modo chiaro e dettagliato gli investitori, non solo esplicitando criteri e politiche ma anche enfatizzando gli elementi concreti e misurabili di maggior valore aggiunto, che le imprese selezionate attraverso criteri di sostenibilità possono fornire alla società nel suo complesso”, ha detto Simone Matteucci di Unipol, partecipando alla seconda Settimana Sri 24
  • 25. in Italia, mentre Simone Rosti di Ubs ha aggiunto che “è necessario fare un salto di qualità” e che “il compito degli operatori è proporre prodotti di investimento sostenibili in grado di interessare il mercato mainstream e quindi di uscire dall’auto referenzialità”. CONIUGARE PROFITTO E CODICE ETICO È LA SFIDA DELLA FINANZA SOSTENIBILE di Vincenzo Petraglia 11.11.2013 La profonda crisi economica che stiamo attraversando ci pone in maniera sempre più pressante di fronte alla necessità di ripensare il mondo della finanza, abbandonandone l’aspetto più prettamente speculativo e recuperandone invece il legame con l’economia reale. Una finanza sostenibile, basata sul rispetto di un codice etico, capace di coniugare il profitto per gli investitori e la salvaguardia degli interessi altrui e del mondo in cui viviamo, rappresenta senz’altro una delle possibili risposte al problema. Di questo e degli strumenti pratici per attuare un nuovo modello finanziario si è parlato nel corso della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile (Sri) con eventi, dibattiti e tavole rotonde in diverse città italiane, promossa dal Forum per la Finanza Sostenibile (www.finanzasostenibile.it). «Uno degli scopi fondamentali della finanza sostenibile – ha sottolineato a Milano, nel corso della giornata di apertura, Alessandra Viscovi, presidente del consiglio di amministrazione del Forum – è creare valore per l’investitore attraverso una strategia orientata al lungo periodo, tale da ridurre al minimo il rischio d’investimento grazie a una governance guidata da considerazioni di natura etica, ambientale e di salvaguardia dei diritti umani. Scandali ed errori del passato hanno d’altronde ampiamente dimostrato che la non attenzione da parte delle aziende a tutto ciò conduce a una perdita di reputazione nei confronti degli stakeholder, con conseguenze devastanti sui propri titoli. Ecco perché investire in fondi sostenibili e responsabili conviene, sia perché si contribuisce al bene comune sia perché si rende più sicuri e affidabili nel tempo i propri investimenti». Uno degli elementi di fondo emersi nella Settimana dell’Sri è proprio la necessità di superare la vecchia logica della beneficenza legata ai fondi etici. «Nell’immaginario collettivo italiano – ha spiegato sempre nel corso della giornata di apertura milanese Tiziana Togna, condirettore centrale della Consob – i prodotti di investimento socialmente responsabile sono spessissimo ancora ricondotti alla semplice vecchia logica del fare del bene attraverso onlus e quant’altro, ma in realtà oggi i fondi Sri non sono più soltanto questo. Investire in fondi etici può voler dire anche questo, certo, ma significa pure contribuire allo sviluppo di un Paese perché fanno capo ad aziende che nel loro modus operandi salvaguardano il bene comune attraverso, per esempio, la salvaguardia dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e quant’altro. Come pure – ha concluso – bisogna sfatare il mito che l’etico non renda, che cioè investire in fondi etici comporti costi maggiori per il cliente e significhi rinunciare alla profittabilità, mentre invece ampi studi hanno dimostrato che la redditività dei fondi Sri è perfettamente in linea con quelli tradizionali». Quello che emerge è, dunque, un problema di informazione nel nostro Paese che va indubbiamente colmato, anche attraverso una maggiore trasparenza della comunicazione, se si vuole consentire a un mercato dal potenziale altissimo (ad oggi in Italia, sul totale degli asset gestiti l’Sri pesa soltanto per l’1.2%, come emerso dalla ricerca “Green, Social and Ethical Funds in Europe 2013”, realizzata da Vigeo in collaborazione con Mornigstar e presentata proprio in occasione della Settimana della Sri) di attecchire in maniera sempre più decisa anche da noi, allineandolo a paesi in tal senso più evoluti, in primis Francia e paesi nordici. A dimostrarlo anche i dati emersi dalla ricerca “Gli italiani e l’investimento sostenibile e responsabile”, condotta da Doxa Metrics e presentata per la Settimana della Sri, che registra come solo il 23% degli italiani affermi di conoscere i prodotti di investimento socialmente responsabile, mentre ben il 77% ne abbia solo sentito parlare e il 47% si dichiari disposto a modificare le proprie scelte di investimento a favore di prodotti Sri. Cartina al tornasole di una tendenza ormai in atto anche nel nostro Paese, quella della «riscoperta – come l’ha definita nella giornata di apertura della Settimana dell’Sri il professor Giuseppe De Rita, presidente del Censis – del cosiddetto scheletro contadino». Vale a dire, ha spiegato, «la tendenza alla riscoperta di vecchi valori e all’interrogarci di più su 25
  • 26. quanto ci circonda, oltre al ritorno, dettato dalla crisi che stiamo vivendo, dell’italiano medio alla sobrietà e al controllo rigoroso dei propri consumi. Un atteggiamento che comporta di conseguenza il desiderio di una maggiore comprensione della realtà, che in ambito finanziario si traduce nel porsi maggiori domande sulla natura dei propri investimenti e sull’impatto che essi hanno sulla propria vita e su quella della società». L’SRI RITORNA SULL’EQUITY, MA L’ITALIA È IN CONTROTENDENZA 19.11.2013 Da un asset allocation principalmente monetaria o obbligazionaria, oggi anche per l'investimento sostenibile e responsabile (Sri) stiamo assistendo a un ribilanciamento sull’esposizione azionaria, lasciando ben sperare in una nuova fase di attivismo dei gestori. Ma l'Italia si muove in controtendenza. Per approfondire questa tendenza in atto, ProfessioneFinanza ha intervistato Federico Pezzolato, senior Csr auditor & consultant di Vigeo. Dott. Pezzolato, come si è modificato il comportamento dei gestori Sri nel corso degli anni e questo quali ripercussioni ha avuto sulla rotazione nell'asset allocation? Il track record di dati a nostra disposizione ci permette di notare che il comportamento dei gestori Sri non differisce molto da quello degli asset manager tradizionali, in termini di aspettative verso il mercato. Negli anni in cui l’investimento azionario, caratterizzato da un’alta volatilità, sembrava indicato solo per gli amanti delle montagne russe e delle emozioni forti, anche i fondi Sri si dirigevano verso lidi più tranquilli e dal comportamento meno imprevedibile. Peraltro, si trattava dello stesso periodo (seconda metà del primo decennio degli anni 2000), in cui la legislazione di alcuni paesi europei (Francia, Belgio e Olanda, principalmente) era in corso di aggiornamento e introduceva nuovi obblighi in materia di criteri d’esclusione oppure di trasparenza sulla politica d’investimento. Cogliendo questa nouvelle vague, diversi fondi money market sono diventati Sri – diciamo con poco sforzo – e hanno così contribuito alla crescita delle masse gestite con un asset allocation principalmente monetaria o obbligazionaria. Oggi assistiamo a un ribilanciamento sull’esposizione azionaria, frutto sia delle mutate prospettive economiche, come si diceva sopra, sia della crescente integrazione delle considerazioni Esg (environmental, social e governance ossia considerazioni di ordine ambientale, sociale e etico, ndr) all’interno dei processi di analisi finanziaria mainstream, in virtù della quale sempre più analisti e gestori sono chiamati a interessarsi non solo dei fondamentali delle aziende in cui decidono di investire, ma anche della gestione oculata di eventuali rischi reputazionali, operativi, legali, che trovano una descrizione efficace nell’analisi Esg. Proprio sotto il profilo Esg, considerando che l’investimento azionario è storicamente il terreno elettivo su cui si è maggiormente esercitato l’investimento sostenibile e responsabile, la crescita delle masse equity lascia sperare in una nuova fase di attivismo dei gestori e, auspicabilmente, degli asset owner, in termini di dialogo con le imprese, profondità e visibilità delle loro iniziative. E come si sta muovendo l'Italia? Rispetto al trend generale, l’Italia tuttavia si muove in controtendenza: a fronte di masse aumentate di circa 440 milioni di euro, infatti, l’investimento azionario oggi pesa il 51%, meno del 56% di un anno fa e a favore di fondi obbligazionari e bilanciati, che hanno proporzionalmente aumentato il loro peso. Di fronte a un numero di fondi essenzialmente stabile (12 contro i 13 del 2012), sembra quindi che le strategie di investimento siano ancora piuttosto prudenti, rispetto a paesi come Francia (primo mercato retail Sri europeo), Germania e Belgio, dove le azioni hanno accresciuto il loro peso del 10%, 7% e 5%, rispettivamente. Ovviamente non tutto l’investimento obbligazionario è uguale: ci sono paesi in cui è marcata la scelta monetaria (in Francia il 73% degli asset money market è gestito in cash), mentre altri – la maggioranza, tra cui l’Italia – in cui sono i titoli di Stato a farla da padrone. Solo nel Regno Unito e in Danimarca, le obbligazioni corporate riescono a raccogliere il 73% e l’86% rispettivamente, delle masse dei fondi fixed income. Nella classifica europea, chi si colloca ai primi posti e dove si posiziona l'Italia? A conferma di quanto già detto, come si può osservare dalla tabella, ai primi posti troviamo dei fondi monetari francesi investiti in maniera rilevante in liquidità, seguiti da altri veicoli di matrice azionaria. Dai circa 4 miliardi gestiti dal primo in classifica, tuttavia, si scende rapidamente di taglia e troviamo il primo italiano, Pioneer Global Ecology (926 milioni di euro), solo al 17° posto, in posizione sensibilmente più arretrata rispetto alla 14° dell’anno scorso. Quindi nel corso dell'ultimo anno abbiamo perso posizioni? 26
  • 27. Se scaviamo nel passato, vediamo che le posizioni perse dall’Italia sul palcoscenico europeo dell’Sri sono molte: nel 2004, il fondo obbligazionario Pioneer Euro Corporate era addirittura secondo per masse gestite a livello continentale. Questo dato è indicativo del ruolo via via più marginale assunto dagli asset manager del nostro Paese dopo i primi anni 2000, in cui l’interesse per i fondi Sri, la vivacità della ricerca e di alcuni gestori e la crisi finanziaria ancora assenti dalle nostre conversazioni quotidiane, sembravano presagire un futuro più felice per l’industria nostrana dell’investimento sostenibile. Cosa pensa succederà nel prossimo futuro? Oggi è estremamente complesso tentare ogni stima per il futuro. Si possono osservare e commentare i trend e il principale è che l’Sri retail non scomparirà, ma non potrà mai decollare a livello continentale (come in Olanda, per esempio) finché non ci sarà un serio interessamento da parte di gestori e reti di distribuzione. Le imposizioni legislative aiuterebbero, certo, ma le sensibilità nazionali al riguardo sono molto diverse. Una situazione in cui soggetti differenti, tra cui in particolare gli asset owner, dessero il loro contributo in termini di esempio e testimonianza, scatenassero l’emulazione e diffondessero la consapevolezza, sarebbe senz’altro auspicabile. Siti web RICERCA DOXAMETRICS SUI RISPARMIATORI RESPONSABILI 07.11.2013 In occasione della Settimana SRI (Sustainable and Responsible Investment) 2013, il Forum per la Finanza Sostenibile, in collaborazione con Natixis, UBS, Unipol ed Etica SGR ha realizzato una ricerca dal titolo “Il risparmiatore responsabile“. L’obiettivo della ricerca è quello di indagare le caratteristiche dei risparmiatori e degli investitori privati italiani per quanto riguarda la loro propensione ad investire in prodotti sostenibili e responsabili: qual è la conoscenza dei prodotti SRI, quali sono gli aspetti rilevanti nel processo decisionale, quali sono le aspettative degli investitori rispetto a tali temi, ma soprattutto quanto pesano i valori intrinseci che spingono a tale tipo di investimento piuttosto che il rendimento e la profittabilità effettiva. La ricerca cerca, inoltre, di indagare il possibile tipo di comunicazione necessaria per informare, educare e accrescere la conoscenza di questa tipologia di prodotti di investimento, nonché il ruolo degli intermediari finanziari che, secondo quanto emerge dalla ricerca, risultano essere la chiave essenziale per la diffusione della conoscenza sulle tematiche SRI. SOSTENIBILE E DA CONOSCERE di Paolo Piacenza 07.11.2013 In Italia gli investitori responsabili esistono. E sono addirittura il 47% gli italiani che hanno effettuato investimenti dell'ultimo anno e si dicono disposti a modificare almeno in parte le proprie scelte di investimento verso aziende attente a sostenibilità e responsabilità sociale. Il problema è che degli investimenti responsabili e sostenibili gli italiani ne sanno poco. Davvero troppo poco. I dati emergono dalla ricerca elaborata da Doxametrics per il Forum per la Finanza Sostenibile e sono stati presentati lunedì 5 novembre all'avvio della seconda edizione della Settimana dell’Investimento Sostenibile e Responsabile, principale appuntamento sul tema della finanza sostenibile: diciassette incontri gratuiti tra Milano, Roma e Bologna con trenta tra promotori e sponsor tra cui Ministeri dell'Economia e dell'Ambiente. Promossa e coordinata dal Forum quest'anno la Settimana SRI si chiude il 12 novembre, in parallelo alle principali SRI Week in Europa. L'indagine di Doxametrics (basata su campione di 1005 interiviste a individui che abbiano investito almeno un migliaio di euro nel corso dell'ultimo anno) indica nel 23% la percentuale degli investitori che afferma di sapere cosa siano i prodotti di investimento socialmente responsabile (Sri), mentre il 77% ne ha solo sentito parlare. E poi scarsa conoscenza, crisi e interesse prevalente per le performance fanno dubitare gli investitori circa la profittabilità degli 27
  • 28. investimenti in Sri. Eppure in Europa il panorama è in evoluzione e i prodotti Sri sono ormai 1,7% del mercato. Lo dice lo studio di Vigeo "Green, social and ethical funds in Europe", che registra come il nostro Paese sia ancora indietro rispetto agli altri partner europei. Il problema però non riguarda solo la finanza responsabile e sostenibile, a sentire le organizzazioni del settore, bensì anche gli investimenti tradizionali. Ad aprile l'Organismo per la Tenuta dell’Albo dei Promotori Finanziari aveva lanciato una campagna di informazione, mentre il Consorzio Patti Chiari lavora da tempo su questo tema. Ma il mare è vasto e l'opera è lunga. La Settimana Sri, anche per questo, è un'opportunità. L'evento conclusivo, il 12 novembre, è incentrato sulle forme previdenza complementare responsabile (altro argomento poco conosciuto nel nostro Paese) e vede anche, per la prima volta, la consegna del premio per l'investitore sostenibile dell'anno. ITALIANI SRI? L’IDENTIKIT DEL RISPARMIATORE RESPONSABILE 26.11.2013 I risparmiatori italiani sono propensi agli investimenti sostenibili e responsabili? Che aspettative hanno? Cosa va cambiato o potenziato nel processo informativo di questa tipologia di prodotti? Prova a rispondere a queste domande l'indagine ‘Il risparmiatore responsabile' condotta da Doxametrics in collaborazione con Natixis, UBS, Unipol, Etica SGR e realizzata in occasione della Settimana SRI 2013. Sui 1500 intervistati - distribuiti sul territorio nazionale, di età compresi tra i 30 e i 50 anni e con un profilo culturale e patrimoniale evoluto - il 18% sostiene di aver investito in aziende che attuano politiche di sostenibilità, a fronte di un portafoglio prodotti ampio (ne possiedono almeno 3), un livello di istruzione elevato (il 59% è laureato) e una buona autonomia nelle proprie decisioni (il 57% sceglie da solo i propri investimenti). Solo il 23% degli intervistati, tuttavia, dichiara di conoscere i prodotti di investimento SRI, mentre il 77% ne ha sentito parlare o non li conosce. Interrogato su quali siano gli investimenti sostenibili e responsabili, la maggioranza cita aspetti relativi al rispetto dell'ambiente (46%) e ai diritti sociali e umani (42%), ma per 4 risparmiatori su 10, è responsabile anche un investimento trasparente e che tutela i propri clienti. Gli aspetti sociali e di governance hanno un elevato impatto sulle scelte di investimento per 1 risparmiatore su 4: la scarsa conoscenza del tema, la situazione economica attuale e l'elevata sensibilità verso la performance finanziaria - sottolinea la ricerca - genera incertezza sulla profittabilità degli investimenti SRI (per il 36% di intervistati i temi ambientali, sociali e di governance potrebbero mettere a rischio i profitti). Nonostante le decisioni di investimento ‘responsabile' si formino in autonomia o nella cerchia familiare ristretta quasi la totalità del campione (93%) sceglie da solo o con il partner – la ricerca evidenzia il ruolo importante degli intermediari finanziari. Il 36% degli intervistati, infatti, individua la Banca come ente cui affidarsi per effettuare un investimento sostenibile e responsabile. Interrogati su ‘quanto dei loro risparmi impiegherebbero in investimenti SRI', la tendenza attuale è quella di una positiva apertura, con il 57% degli intervistati disposti a investire oltre il 10% del proprio patrimonio. Il potenziale dei prodotti SRI appare quindi elevato a fronte di un supporto a livello informativo non del tutto adeguato: il ruolo degli intermediari e delle persone che sono in contatto con gli investitori privati, una comunicazione più efficace ed esaustiva sui concetti di trasparenza, chiarezza e tutela - conclude la ricerca - fanno la differenza e sono la chiave per la diffusione della conoscenza sulle tematiche SRI e la creazione di un rapporto fiduciario. 6 Novembre 2013 La Staffetta SRI delle Università Italiane Quotidiani FINANZA SOSTENIBILE 06.11.2013 28
  • 29. Quotidiani e testate online LA STAFFETTA SRI DELLE UNIVERSITÁ ITALIANE 15.11.2013 Nell’ambito della Settimana SRI 2013, il 6 Novembre si è svolta la Maratona SRI per il Forum della Finanza Sostenibile, trasmessa in diretta streaming da Cineca. Sette università italiane si sono passate virtualmente il testimone per presentare le ultime e più innovative ricerche in tema di finanza sostenibile e responsabile. Hanno aderito all’iniziativa: Università Ca’ Foscari di Venezia, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Università Bocconi di Milano, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Università degli Studi di Parma, Università degli Studi di Padova. Di seguito “l’intervista staffetta” che abbiamo proposto ai relatori. Prof. Angeloantonio Russo (Università Bocconi, Milano) Le imprese, per creare valore economico, devono ragionare sia in ottica di necessità aziendali che di bisogni di tipo sociale e ambientale, in una logica win-win. In questi termini, esiste concretamente un legame positivo tra l’andamento delle performance aziendali e gli indici etici? Non è un mistero che l’attività, la struttura, il funzionamento e soprattutto l’utilità degli indici etici sia spesso sotto accusa. Non è sicuramente la prima, e non sarà l’ultima se il sistema economico globale non prenderà delle decisioni. Bisogna ovviamente fare un distinguo. A essere sul banco degli imputati sono nella fattispecie gli indici etici ogni qual volta non siano in grado di identificare in anteprima un determinato scandalo. Si pensi al caso di BP repentinamente rimossa dal Dow Jones Sustainability Index (DJSI) solo dopo il verificarsi del disastro ambientale nel Golfo del Messico. Il problema di fondo è probabilmente da ricercare nelle modalità di analisi spesso utilizzate. I fondi etici analizzano dei dati che saranno successivamente sottoposti a giudizio. Per quanto l’analisi possa essere scrupolosa, è un’analisi storica e quindi scarsamente prospettica. Il problema sarebbe fine a se stesso se, su quella valutazione, non si basassero le decisioni di investimento di altri operatori. Chi più chi meno, gli investitori spesso dichiarano di basare le proprie decisioni proprio a partire dal giudizio espresso all’interno di un determinato indice (c.d. politiche di investimento orientate all’indexing). 29
  • 30. Ancora una volta, però, è l’etica delle decisioni a presentarsi tra i principali testimoni dell’accusa lanciata ai fondi etici dal sistema economico. Il tema aperto non è tanto la capacità predittiva etica o non etica di un indice. Il modello nel suo complesso è da ripensare, andando a modificare i parametri su cui si costruiscono oggi le valutazioni che, è bene ricordarlo, sono fatte per aiutare gli investitori a valutare titoli relativamente oscuri e altrimenti difficili da decifrare. In tale ampio dibattito, mai si sente parlare di etica delle decisioni strategiche o di competenze che rendano meno rigidi i modelli econometrici alla base delle valutazioni degli indici. Non è un’eresia, infatti, affermare che i rating etici stiano sempre più dimostrando migliori e più affidabili capacità predittive rispetto a rating c.d. tradizionali. Certamente non sono la soluzione perfetta; non è da escludere, infatti, che gli attuali valutatori siano semplicemente sostituiti da altri. Adeguatamente regolamentato a livello di mercato, lo strumento etico consente di andare più in profondità nell’analisi, facendo emergere aspetti per esempio di competenza, governance e sostenibilità tanto delle imprese quanto di interi sistemi-paese che oggi non sembrano essere parte della valutazione. L’economia e i mercati internazionali stanno lanciando un segnale: oggi più che mai si ha necessità di etica professionale nelle decisioni, competenza e merito delle persone, trasparenza e rigore nelle procedure e negli strumenti. Prof. Stefano Herzel (Università degli Studi Tor Vergata, Roma) Lo scenario finanziario dell’ultimo decennio ha comportato per molte aziende perdita di legittimità e credibilità. In che modo la Responsabilità Sociale d’Impresa può essere considerata una risposta alla crisi e uno stimolo alla crescita? La perdita di credibilità è il risultato ultimo della perdita di fiducia dei consumatori nel mercato come istituzione preposta agli scambi. Questa perdita di fiducia è stata accelerata dalla asimmetria informativa tra consumatori e imprese che è aumentata sempre di più nel tempo. La responsabilità sociale d’impresa con la sua peculiarità di non obbligo ma di scelta libera può far diminuire e auspicabilmente eliminare del tutto questa asimmetria. Prof. Giorgio Bertinetti, Prof. Giovanni Vaia e Prof.ssa Chiara Mio (Università Ca’ Foscari, Venezia) Il tema della Responsabilità Sociale dell’Impresa ha preso piede nel mondo nella moda. Numerosi brand globali hanno adottato codici etici, protocolli di selezione dei fornitori, modelli di contratto di fornitura che hanno come fine ultimo l’eticità della produzione. Etica della moda: si tratta di un paradosso sostenibile? Quali i vincoli e le opportunità che la dimensione etica della moda solleva? La sostenibilità nel mondo della moda non rappresenta un paradosso, come potrebbe sembrare ad una primissima analisi. Durante un recente evento organizzato dall’Università Ca’ Foscari sul tema “Fashion e sostenibilità – Perché la sostenibilità è di moda?”, è emerso un grande interesse da parte delle aziende operanti nel settore verso il tema della sostenibilità. Le aziende sembrano essere sempre più consapevoli che la sostenibilità non è soltanto un “fronzolo” ma è piuttosto un elemento fondamentale in una strategia di successo. Numerose sono le evidenze di un cambiamento di approccio, da parte sia delle aziende sia degli standard setter. Ad esempio, la Camera della Moda ha proposto un Decalogo della Sostenibilità ed è impegnata in altre iniziative affini. Alcune ricerche mostrano come i consumatori, nonostante il periodo di crisi, prendano in considerazione nelle loro scelte d’acquisto la sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti del fashion. Il prezzo per chilogrammo dei capi di vestiario è molto elevato, se confrontato con quello di altre tipologie di prodotti. Questo impone una maggiore e costante attenzione al tema della qualità fisica del prodotto, a partire dalle materie prime utilizzate. Sul versante delle NGO, Greenpeace ha recentemente lanciato una nuova campagna (“The Fashion Duel – Let’s clean up fashion”), che denuncia la mancanza di sostenibilità ambientale delle aziende più prestigiose operanti nel settore, pubblicando anche i risultati di un’indagine condotta in merito. A prescindere da questo tipo di iniziative, il mancato rispetto di standard ambientali e ed etici potrebbe causare problemi gravissimi da un punto di vista della reputazione aziendale. Ciò avrebbe un impatto molto negativo sulle performance finanziarie, ed è tanto più probabile che ciò si produca quanto meno monitorata è la supply chain. Queste sono alcune delle riflessioni che inducono a considerare gli approcci di sostenibilità nel mondo della moda come fondamentali per lo sviluppo di una strategia vincente nel lungo termine da parte delle aziende. Tale processo, che può avere indubbi effetti benefici nel medio periodo, presenta anche dei vincoli. Le aziende del settore che intendono proporsi come “sostenibili” debbono infatti guardarsi bene dal cosidetto “greenwashing”, che potrebbe causare la perdita di fiducia da parte del mercato nel caso in cui l’ottica della sostenibilità sia abbracciata solamente a fini comunicativi. In un mondo globale e connesso come quello attuale, vi sono elevatissime probabilità che tali comportamenti vengano individuati e comunicati al mercato. Prof.ssa Maria Antonietta Intonti (Università degli Studi di Bari "Aldo Moro") A partire dagli anni Settanta, la logica dominante ha imposto anche ai grandi manager bancari il compito di perseguire traguardi sempre più ambiziosi di bilancio e di redditività. La crisi in atto ha sottolineato le criticità e i rischi impliciti nell'affermarsi di una logica di business improntata alla sola massimizzazione dell'efficienza e del profitto. Oggigiorno, quanto nell’esercizio della propria attività d’impresa i gruppi bancari promuovono la cultura della sostenibilità? Quali i driver da potenziare? Nel nostro lavoro dal titolo On the drivers of corporate social responsibility in banks: evidence from an ethical rating model” (di G. Birindelli, P. Ferretti, M. Intonti, A.P. Iannuzzi), pubblicato ad aprile 2013 sul Journal of Management and Governance, ci siamo poste l’obiettivo di valutare il livello di responsabilità sociale di un campione composto dalle 30
  • 31. prime 30 banche europee per capitalizzazione di mercato (in base all’ultima classifica realizzata dall’European Banking Report, osservatorio promosso dall’Associazione Bancaria Italiana). A questo scopo, abbiamo predisposto un modello di analisi multidimensionale, che contempla numerosi profili del comportamento etico e socialmente responsabile delle imprese bancarie e abbiamo calcolato per ciascuna banca del campione un rating di eticità. Il modello è suddiviso in quattro aree: disclosure delle attività di responsabilità sociale, organizzazione e gestione delle stesse attività, strumenti finanziari sostenibili e responsabili, international agreements, certification and indexes in materia di sostenibilità. L’analisi mostra come le banche del campione presentino un rating etico medio pari al 60,89%. Ciò significa che, se consideriamo pari al 100% il rating etico di una banca ideale dal punto di vista del comportamento socialmente responsabile, le banche del campione possono senz’altro migliorare la loro performance sociale, sebbene mostrino un discreto orientamento verso le pratiche sostenibili e responsabili. In particolare, dallo studio emerge come le banche possano potenziare il loro approccio alla sostenibilità agendo sui seguenti drivers: Riguardo alla disclosure, sarebbe opportuno migliorare il livello di conformità allo standard GRI per la redazione del bilancio di sostenibilità e rendere omogenee le metriche di misurazione del valore sociale, evidenziando a quali stakeholders esso viene distribuito; allo stesso tempo sarebbe auspicabile una maggiore diffusione del bilancio integrato, basato sull’approccio contabile della triple bottom line, secondo il quale la performance d’impresa deve essere valutata sotto l’aspetto economico, sociale e ambientale; Riguardo all’organizzazione e gestione delle attività socialmente responsabili, a fronte di una buona presenza della funzione CSR e della apprezzabile diffusione delle prassi di misurazione della customer and employee satisfaction, appaiono migliorabili le attività di stakehoder engagement e la diffusione dell’analisi extrafinanziaria (ESG) sia nella valutazione del merito creditizio che nella predisposizione delle politiche di remunerazione; Nell’ambito degli SRI, appare sicuramente da migliorare la diffusione delle attività di migrant banking, destinate all’inclusione finanziaria del segmento dei migranti, ad oggi particolarmente trascurate; Infine, riguardo agli international agreements, certification and indexes, è auspicabile una maggiore adesione agli accordi internazionali (in particolare in materia di gender equality e climate), così come una maggiore inclusione in indici e rating etici e reputazionali. Prof. Marco Giorgino (Politecnico di Milano) SRI: espressione con cui si fa riferimento a quella tipologia di investimento che tiene conto, oltre che dei parametri economico/finanziari, anche dei principi etici. La logica alla base degli “Investimenti Socialmente Responsabili” può essere applicata ad altre tipologie finanziarie, anche al di fuori dell’ambito tradizionalmente di competenza della finanza etica? Se sì, quali i benefici? È un'importante sfida per il futuro. La crisi ha fatto emergere una serie di interrogativi nuovi rispetto alle scelte allocative e di investimento degli investitori istituzionali e privati. Come prima risposta, c'è stata una forte attenzione a progetti e veicoli di finanza etica. In realtà, quello che potrebbe risultare di maggiore interesse non è lo sviluppo della finanza etica, bensì un'interpretazione più etica della finanza. Inserire parametri SRI come elementi per la definizione dell'universo investibile e delle conseguenti scelte allocative può essere una strada interessante, peraltro già percorsa da molti investitori istituzionali 'tradizionali' in giro per il mondo. Certo non è facile, ma il punto è di integrare nel mainstream dei processi di investimento logiche SRI. I benefici possono essere significativi, come anche alcuni lavori in letteratura dimostrano. In particolare l'uso di logiche SRI può offrire vantaggi sulla stabilizzazione della performance e sull'orientamento al lungo periodo, elementi senz'altro coerenti con una prospettiva da investitore istituzionale, ossia in definitiva sul controllo del rischio. Prof. Giulio Tagliavini (Università di Parma) Scelte finanziarie ed obiettivi familiari: come creare uno “stakeholder engagement” da parte del mercato bancario e stimolare la domanda dei piccoli investitori? La crisi finanziaria ha reso alcuni difficili termini tecnici ora noti al pubblico. Anche l'espressione "too big to fail" è ora nota al di fuori della cerchia degli specialisti ed è stata addirittura usata come titolo di un film. il nostro lavoro si è occupato di un problema che potremo indicare con l'espressione "too small to fail" e vorremmo portare l'attenzione su questa dimensione del problema. I piccoli investitori non sono affatto interessati a concentrarsi sulla massimizzazione del rendimento del proprio investimento, ma a rendere coerenti i risultati finanziari con i vincoli corrispondenti al proprio punto di vista su un ampia gamma di problemi. Occorre aiutare il piccolo investitore a districarsi tra i pericoli e le opportunità offerte dalle banche e c'è tanto da fare in questa direzione. L'investitore coglie volentieri le occasioni per testimoniare la sua attenzione ai problemi che in qualche modo sono legati all'uso finale che viene fatto del suo risparmio. Per stimolare la domanda da parte dei piccoli investitori è utile capire quali sono le loro esigenze e le loro sensibilità. Organizzare una gamma di offerta coerente con questa sensibilità consente di rafforzare gli elementi di appetibilità di prodotti finanziari evoluti. 31