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WORKSHOP DEL CENTRO STUDI RISK MANAGEMENT E VALORE

RATING E BASILEA 3
Attendibilità e credibilità dei modelli di rating e possibili evoluzioni alla luce di
Basilea 3




                                        L’UTILIZZO E L’APPLICAZIONE DEL RATING
                                               ESTERNO DA PARTE DELLE BANCHE

                                                                      Intervento di Marco Nigra
                                                                  Responsabile Rischi di Credito
                                                                        Servizio Risk Management




                                                                                                   1
Premessa

  La presente relazione tratta dell’utilizzo dei rating esterni con
  particolare riferimento al rischio di credito e si sviluppa in due
  sezioni.

  La prima sezione è dedicata all’utilizzo e l’applicazione dei rating
  esterni – con alcuni riferimenti all’esperienza del Banco Popolare -
  principalmente per il calcolo dei requisiti di vigilanza a fronte del
  rischio di credito, con un cenno all’utilizzo “gestionale” e a fini di
  benchmarking dei modelli interni di rating.

  La seconda parte si focalizza, prendendo spunto dalle proposte di
  riforma della normativa prudenziale (note come Basilea III), sulle
  modalità attraverso le quali confrontare la coerenza tra le valutazioni
  espresse dai rating esterni rispetto a quelle dei rating sviluppati
  internamente.




                                                                            2   2
Rating esterni: utilizzo ed applicazione




                                           3   3
Utilizzo ai fini prudenziali: principi generali

   Le banche possono avvalersi, ai fini del calcolo del requisito patrimoniale a
   fronte del rischio di credito - nell'ambito del metodo standardizzato e
   nell'ambito del metodo IRB (limitatamente alle posizioni verso
   cartolarizzazioni) - delle valutazioni del merito di credito forniti da una
   agenzia di rating (ECAI-External Credit Assessment Institution) o da una ECA
   (Export Credit Agency).

   Le banche comunicano a Banca d’Italia (e aggiornano) l’elenco delle ECAI
   (ECA) di cui intendono avvalersi.

   Le valutazioni delle ECAI (ECA) vanno utilizzate in modo continuativo e per
   tutte le esposizioni appartenenti alla classe (regolamentare) di riferimento.

   In presenza di valutazioni da parte di due ECAI (ECA) viene scelta quella a cui
   corrisponde il fattore di ponderazione più alto: se le valutazioni sono più di
   due si selezionano le due abbinate ai fattori di ponderazione più bassi e si
   applica il più alto dei due.

   In presenza di valutazioni da parte di più ECAI di tipo solicited e unsolicited,
   questi ultimi possono essere utilizzati solo in assenza dei primi.

                                                                                      4   4
Utilizzo ai fini prudenziali: ponderazioni e mapping ECAI (1/2)

  Per ciascuna classe regolamentare di esposizione, la normativa di vigilanza
  prevede, nel caso vengano utilizzate valutazioni di ECAI, l’applicazione di
  ponderazioni differenziate in base al rating relativo al merito di credito
  della controparte.

  A titolo di esempio si riporta la griglia di classi di merito/ponderazioni
  riferita al portafoglio regolamentare delle esposizioni verso “imprese e
  altri soggetti”:




                                                                                5   5
Utilizzo ai fini prudenziali: ponderazioni e mapping ECAI (2/2)

  Il riconoscimento di una ECAI e la riconduzione dei rating ai coefficienti di
  ponderazione (mapping) vengono effettuati dalla Banca d'Italia sulla base
  dei criteri previsti dalla normativa di vigilanza.

  Di seguito un esempio di mapping relativo ai rating di Cerved Group:




                                                                                  6   6
Rating esterni: cambiamento del mapping

  Banca d'Italia può aggiornare periodicamente il mapping relativo alle ECAI:
  tale circostanza ha riguardato, di recente, i rating di Cerved Group per i
  quali è prevista l’entrata vigore – da dicembre 2010 – di un nuovo mapping.

          Classe di                                  Nuovi            Vecchi
                       Classe di rating Cerved
            merito                               coefficienti di   coefficienti di
                               Group
          creditizio                             ponderazione      ponderazione
              1                                       n.a.             20%
              2            da Aa1 a Aa3              50%               20%
              2            da A4 a Baa7              50%               50%
              3                Baa8                  100%              50%
              4                 Baa9                 100%              50%
              4            da Ba10 a B13             100%              100%
              5             da B14 a B15             150%              100%
              6                 B16                  150%              100%
              6            da C17 a C19              150%              150%


  Il nuovo mapping porterà - a parità di altre condizioni - ad un
  peggioramento della ponderazione media associata ai rating esterni: in casi
  del genere, una tempestiva simulazione di impatto è indispensabile al fine
  di individuare eventuali azioni correttive (es. coperture sulle principali
  esposizioni) e per una corretta rappresentazione dei rischi al top
  management (e, se del caso, al mercato).
                                                                                     7   7
Utilizzo dei rating unsolicited ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali

   Nell’esperienza del Banco Popolare, l’utilizzo dei rating esterni (in
   particolare unsolicited) ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali è
   preceduto da una analisi di coerenza rispetto alle valutazioni, sulle
   medesime controparti, calcolate dai modelli interni di rating.

   A seguito di tale analisi viene selezionato, per ragioni prudenziali, un
   sotto-insieme delle valutazioni esterne disponibili, escludendo i rating
   esterni le cui probabilità di default associate presentino un forte
   scostamento con le PD calcolate dai modelli interni.

   Obiettivo della selezione è, pertanto, riallineare le PD associate ai rating
   esterni con quelle interne.

   Ciò porta ad una riduzione del beneficio riveniente dall’utilizzo dei rating
   esterni (nel calcolo degli attivi ponderati) rispetto a quello massimo
   teoricamente conseguibile.




                                                                                  8   8
Utilizzo dei rating esterni a fini di gestionali: cenni

   L’utilizzo gestionale dei rating, in termini generali, può riguardare (i) la
   concessione del credito (livelli di facoltà per delibere e rinnovi), (ii) il
   pricing (differenziabile per classe di rating), (iii) l’allocazione del capitale,
   (iv) la misurazione e gestione dei rischi e (v) il governo societario, latu
   sensu.

   Nell’esperienza del Banco Popolare l’utilizzo gestionale è limitato ai rating
   interni, anche tenuto conto dell’obiettivo di maturazione del requisito di
   experience funzionale all’autorizzazione delle metodologie Irb per il calcolo
   dei requisiti prudenziali.

   L’eventuale utilizzo gestionale di rating esterni dovrebbe comunque
   presupporre una preventiva analisi di coerenza rispetto ad evidenze di
   tipo interno.

   Può essere ipotizzato un utilizzo dei rating esterni, ad esempio, ai fini della
   fissazione e del monitoraggio di obiettivi di ottimizzazione di RWA
   (metodologia standard): le previsioni di Basilea III potranno tuttavia
   influenzare la percorribilità di tale approccio.



                                                                                       9   9
Utilizzo dei rating esterni a fini di benchmarking: cenni

   I rating esterni - solicited e unsolicited – vengono utilizzati, tra l’altro, a fini
   di benchmarking dagli intermediari che sviluppano modelli interni di
   rating: il benchmarking è parte delle attività di convalida interna del
   “sistema” di rating.

   In altri termini, il rating esterno (modello benchmark) viene utilizzato per
   effettuare valutazioni di confronto rispetto al rating interno (modello
   target).

   Il confronto riguarda sia la performance del modello di rating (i.e. capacità
   di distinguere le controparti bonis vs quelle in default) sia la capacità
   predittiva e di classificare correttamente le controparti creditizie.

   Sono rilevanti, anche a fini di benchmarking, le differenze strutturali tra
   modelli interni ed esterni, in particolare per quanto concerne la definizione
   di default utilizzata: per effettuare un corretto esercizio occorre pertanto
   ricondurre le due misure ad una “scala maestra” attraverso un
   procedimento statistico (“ricalibrazione” delle PD del modello benchmark)
   ovvero almeno judgemental (riconduzione sulla base del giudizio assegnato
   dal rating esterno alle diverse classi, es. investment o speculative grade).

                                                                                          10   10
Rating esterni ed interni: valutazione di coerenza




                                                     11   11
Rating esterni ed interni: alcuni punti di attenzione da Basilea III (1/3)




        […] Credit risk: Banks should have methodologies that enable them to
        assess the credit risk involved in exposures […] should also assess
        exposures, regardless of whether they are rated or unrated, and determine
        whether the risk weights applied to such exposures, under the
        Standardised Approach, are appropriate for their inherent risk.

        […] where a bank determines that the inherent risk of such an exposure,
        particularly if it is unrated, is significantly higher than that implied by the
        risk weight to which it is assigned, the bank should consider the higher
        degree of credit risk in the evaluation of its overall capital adequacy […]


                           BCBS, Strengthening the resilience of the banking sector, dicembre 2009




                                                                                                     12   12
Rating esterni ed interni: alcuni punti di attenzione da Basilea III (2/3)




        […] Banks must not mechanistically rely on CRA ratings for assessing the
        creditworthiness of assets […] should have the capability to conduct their
        own assessment of the creditworthiness of […] the financial instruments
        they are exposed to and should satisfy supervisors of that capability […]

        Banks using the standardised Basel II approach currently have minimum
        capital requirements based on CRA credit ratings. As long as some banks
        continue to have capital requirements based on CRA ratings, supervisory
        processes should be put in place to check the understanding of the
        appropriate uses and limitations of CRA ratings by these banks’ risk
        managers […]


            Financial Stability Board, Principles for Reducing Reliance on CRA Ratings, 27 ottobre 2010




                                                                                                          13   13
Rating esterni ed interni: alcuni punti di attenzione da Basilea III (3/3)




        […]
        Should the use of standardized approaches based on external ratings be
        limited to smaller/less sophisticated firms?
        […]
        Do you agree that the requirement to use at least two external ratings for
        calculating capital requirements could reduce the reliance on ratings and
        would improve the accuracy of the regulatory capital calculation?
        […]
        What alternative measures of credit risk could be used in regulatory
        capital frameworks? What are the pros and cons of market based risk
        measures (such as bond prices, CDS spreads) compared to external credit
        ratings? […]

                            EU Commission, Public Consultation on CRA Ratings, 5 novembre 2010




                                                                                                 14   14
Rating esterni ed interni: le previsioni di Banca d’Italia




      […] gli intermediari provvedono ad effettuare costantemente autonome
      analisi sulla qualità dei singoli prenditori nonché, con periodicità almeno
      annuale, una specifica valutazione della complessiva coerenza dei rating
      delle ECAI con le valutazioni elaborate in autonomia.
      I risultati dell’esame andranno formalizzati in un documento approvato
      dall’organo con funzione di gestione e portato a conoscenza dell’organo di
      controllo.
      Ove dall’esame emergano frequenti e significativi disallineamenti fra
      valutazioni interne ed esterne, copia della citata relazione andrà trasmessa
      alla Banca d’Italia […]


             Banca d’Italia, Comunicazione 30 dicembre 2008 (Valutazione del merito creditizio)
                                                         Bollettino di Vigilanza dicembre 2008




                                                                                                  15   15
Valutazione di coerenza: principali profili

  La valutazione di coerenza, per gli intermediari che utilizzano - anche ai
  soli fini gestionali – modelli di rating sviluppati internamente, può essere
  condotta confrontando le valutazione espresse dai rating esterni con quelle
  dei rating interni.

  Il confronto deve, in via preliminare, tenere conto delle principali
  differenze tra rating esterni – in particolare unsolicited – e rating interni che,
  di norma, riguardano:
  •informazioni utilizzate: i modelli sviluppati internamente utilizzano
  informazioni di carattere “andamentale” (operatività tra le controparte
  affidate e la banca) di norma non disponibili per una ECAI;
  •definizione di default: il concetto di default utilizzato da una ECAI è, di
  norma, riferito alle sole procedure concorsuali (idealmente assimilabile allo
  stato di sofferenza) mentre quello sottostante ad un rating interno è più
  ampio (includendo past due, incagli e ristrutturati, a meno del trattamento
  dei cd “past-due tecnici”);
  •caratteristiche “strutturali”dei modelli: point-in-time vs through the cycle.




                                                                                       16   16
Valutazione di coerenza: articolazione (1/2)

La valutazione di coerenza tra rating interni ed esterni – in particolare
unsolicited -può essere articolata in tre step successivi.

Analisi andamentale.
Un primo ambito di analisi riguarda l’andamento degli RWA calcolati
sulla base dei rating esterni (i.e. andamento del coefficiente di
ponderazione medio): a questi fini occorre effettuare un esercizio di
statica comparata, vale a dire isolare un campione “chiuso” di
controparti per le quali siano disponibili rating esterni nel periodo di
analisi.

Successivamente possono essere confrontati gli andamenti relativi dei
rating medi interni ed esterni (per le controparti valutate da entrambi i
modelli) al fine di ottenere una prima elementare indicazione di
tendenza (periodo di inizio osservazione =100).

Un confronto, infine, tra (i) livelli e (ii) andamento delle probabilità di
default medie espresse da modelli interni ed esterni (su un campione di
controparti omogeneo) è utile per valutare, oltre che la coerenza delle
linee di tendenza, la “distanza” tra le valutazioni.

                                                                              17   17
Valutazione di coerenza: articolazione (2/2)

  Analisi di coerenza.
  Un ulteriore ambito di analisi riguarda la coerenza delle valutazioni
  espresse dai rating esterni ed interni relativamente ad un campione di
  controparti.
  A questo fine occorre ricondurre i rating esterni ed interni ad una “scala
  maestra” e distribuire le controparti all’interno di una matrice: quanto più
  le controparti saranno distribuite all’interno (o in uno stretto intorno) della
  diagonale principale (i.e. nella stessa “classe” di scala maestra), quanto più
  le valutazioni potranno dirsi coerenti.

  Analisi della capacità predittiva.
  Il confronto tra la capacità predittiva dei rating esterni ed interni può
  essere valutata mediante l’analisi dello scostamento medio tra il tasso di
  default osservato e la PD media associata a ciascuna classe di rating interno
  ed esterno.
  A questi fini è importante tenere conto delle differenze in termini di
  definizione di default utilizzata.




                                                                                    18   18
Valutazione di coerenza: principali punti di attenzione

  La valutazione di coerenza tra rating esterni ed interni deve tener conto
  delle differenze strutturali – i cui effetti sono spesso ineliminabili – tra
  modelli interni ed esterni: le eventuali incoerenze vanno pertanto
  interpretate anche alla luce di queste disomogeneità.

  Il confronto dovrebbe, tra l’altro, tener conto oltre che delle valutazioni
  espresse dai rating esterni (classe attribuita alla controparte e relativa PD)
  anche della ponderazione corrispondente (ai fini del calcolo degli RWA),
  che può cambiare nel tempo.

  L’assenza di modelli di rating sviluppati internamente - frequente negli
  istituti di minori dimensioni - rende più complessa la valutazione di
  coerenza e, in prospettiva, il rispetto delle indicazioni, per ora di carattere
  generale, contenute nella proposta di riforma della normativa prudenziale.




                                                                                    19   19
Grazie per l’attenzione

marco.nigra@bancopopolare.it




                               20   20

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L'utilizzo e l'applicazione del rating esterno da parte delle banche.

  • 1. WORKSHOP DEL CENTRO STUDI RISK MANAGEMENT E VALORE RATING E BASILEA 3 Attendibilità e credibilità dei modelli di rating e possibili evoluzioni alla luce di Basilea 3 L’UTILIZZO E L’APPLICAZIONE DEL RATING ESTERNO DA PARTE DELLE BANCHE Intervento di Marco Nigra Responsabile Rischi di Credito Servizio Risk Management 1
  • 2. Premessa La presente relazione tratta dell’utilizzo dei rating esterni con particolare riferimento al rischio di credito e si sviluppa in due sezioni. La prima sezione è dedicata all’utilizzo e l’applicazione dei rating esterni – con alcuni riferimenti all’esperienza del Banco Popolare - principalmente per il calcolo dei requisiti di vigilanza a fronte del rischio di credito, con un cenno all’utilizzo “gestionale” e a fini di benchmarking dei modelli interni di rating. La seconda parte si focalizza, prendendo spunto dalle proposte di riforma della normativa prudenziale (note come Basilea III), sulle modalità attraverso le quali confrontare la coerenza tra le valutazioni espresse dai rating esterni rispetto a quelle dei rating sviluppati internamente. 2 2
  • 3. Rating esterni: utilizzo ed applicazione 3 3
  • 4. Utilizzo ai fini prudenziali: principi generali Le banche possono avvalersi, ai fini del calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito - nell'ambito del metodo standardizzato e nell'ambito del metodo IRB (limitatamente alle posizioni verso cartolarizzazioni) - delle valutazioni del merito di credito forniti da una agenzia di rating (ECAI-External Credit Assessment Institution) o da una ECA (Export Credit Agency). Le banche comunicano a Banca d’Italia (e aggiornano) l’elenco delle ECAI (ECA) di cui intendono avvalersi. Le valutazioni delle ECAI (ECA) vanno utilizzate in modo continuativo e per tutte le esposizioni appartenenti alla classe (regolamentare) di riferimento. In presenza di valutazioni da parte di due ECAI (ECA) viene scelta quella a cui corrisponde il fattore di ponderazione più alto: se le valutazioni sono più di due si selezionano le due abbinate ai fattori di ponderazione più bassi e si applica il più alto dei due. In presenza di valutazioni da parte di più ECAI di tipo solicited e unsolicited, questi ultimi possono essere utilizzati solo in assenza dei primi. 4 4
  • 5. Utilizzo ai fini prudenziali: ponderazioni e mapping ECAI (1/2) Per ciascuna classe regolamentare di esposizione, la normativa di vigilanza prevede, nel caso vengano utilizzate valutazioni di ECAI, l’applicazione di ponderazioni differenziate in base al rating relativo al merito di credito della controparte. A titolo di esempio si riporta la griglia di classi di merito/ponderazioni riferita al portafoglio regolamentare delle esposizioni verso “imprese e altri soggetti”: 5 5
  • 6. Utilizzo ai fini prudenziali: ponderazioni e mapping ECAI (2/2) Il riconoscimento di una ECAI e la riconduzione dei rating ai coefficienti di ponderazione (mapping) vengono effettuati dalla Banca d'Italia sulla base dei criteri previsti dalla normativa di vigilanza. Di seguito un esempio di mapping relativo ai rating di Cerved Group: 6 6
  • 7. Rating esterni: cambiamento del mapping Banca d'Italia può aggiornare periodicamente il mapping relativo alle ECAI: tale circostanza ha riguardato, di recente, i rating di Cerved Group per i quali è prevista l’entrata vigore – da dicembre 2010 – di un nuovo mapping. Classe di Nuovi Vecchi Classe di rating Cerved merito coefficienti di coefficienti di Group creditizio ponderazione ponderazione 1 n.a. 20% 2 da Aa1 a Aa3 50% 20% 2 da A4 a Baa7 50% 50% 3 Baa8 100% 50% 4 Baa9 100% 50% 4 da Ba10 a B13 100% 100% 5 da B14 a B15 150% 100% 6 B16 150% 100% 6 da C17 a C19 150% 150% Il nuovo mapping porterà - a parità di altre condizioni - ad un peggioramento della ponderazione media associata ai rating esterni: in casi del genere, una tempestiva simulazione di impatto è indispensabile al fine di individuare eventuali azioni correttive (es. coperture sulle principali esposizioni) e per una corretta rappresentazione dei rischi al top management (e, se del caso, al mercato). 7 7
  • 8. Utilizzo dei rating unsolicited ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali Nell’esperienza del Banco Popolare, l’utilizzo dei rating esterni (in particolare unsolicited) ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali è preceduto da una analisi di coerenza rispetto alle valutazioni, sulle medesime controparti, calcolate dai modelli interni di rating. A seguito di tale analisi viene selezionato, per ragioni prudenziali, un sotto-insieme delle valutazioni esterne disponibili, escludendo i rating esterni le cui probabilità di default associate presentino un forte scostamento con le PD calcolate dai modelli interni. Obiettivo della selezione è, pertanto, riallineare le PD associate ai rating esterni con quelle interne. Ciò porta ad una riduzione del beneficio riveniente dall’utilizzo dei rating esterni (nel calcolo degli attivi ponderati) rispetto a quello massimo teoricamente conseguibile. 8 8
  • 9. Utilizzo dei rating esterni a fini di gestionali: cenni L’utilizzo gestionale dei rating, in termini generali, può riguardare (i) la concessione del credito (livelli di facoltà per delibere e rinnovi), (ii) il pricing (differenziabile per classe di rating), (iii) l’allocazione del capitale, (iv) la misurazione e gestione dei rischi e (v) il governo societario, latu sensu. Nell’esperienza del Banco Popolare l’utilizzo gestionale è limitato ai rating interni, anche tenuto conto dell’obiettivo di maturazione del requisito di experience funzionale all’autorizzazione delle metodologie Irb per il calcolo dei requisiti prudenziali. L’eventuale utilizzo gestionale di rating esterni dovrebbe comunque presupporre una preventiva analisi di coerenza rispetto ad evidenze di tipo interno. Può essere ipotizzato un utilizzo dei rating esterni, ad esempio, ai fini della fissazione e del monitoraggio di obiettivi di ottimizzazione di RWA (metodologia standard): le previsioni di Basilea III potranno tuttavia influenzare la percorribilità di tale approccio. 9 9
  • 10. Utilizzo dei rating esterni a fini di benchmarking: cenni I rating esterni - solicited e unsolicited – vengono utilizzati, tra l’altro, a fini di benchmarking dagli intermediari che sviluppano modelli interni di rating: il benchmarking è parte delle attività di convalida interna del “sistema” di rating. In altri termini, il rating esterno (modello benchmark) viene utilizzato per effettuare valutazioni di confronto rispetto al rating interno (modello target). Il confronto riguarda sia la performance del modello di rating (i.e. capacità di distinguere le controparti bonis vs quelle in default) sia la capacità predittiva e di classificare correttamente le controparti creditizie. Sono rilevanti, anche a fini di benchmarking, le differenze strutturali tra modelli interni ed esterni, in particolare per quanto concerne la definizione di default utilizzata: per effettuare un corretto esercizio occorre pertanto ricondurre le due misure ad una “scala maestra” attraverso un procedimento statistico (“ricalibrazione” delle PD del modello benchmark) ovvero almeno judgemental (riconduzione sulla base del giudizio assegnato dal rating esterno alle diverse classi, es. investment o speculative grade). 10 10
  • 11. Rating esterni ed interni: valutazione di coerenza 11 11
  • 12. Rating esterni ed interni: alcuni punti di attenzione da Basilea III (1/3) […] Credit risk: Banks should have methodologies that enable them to assess the credit risk involved in exposures […] should also assess exposures, regardless of whether they are rated or unrated, and determine whether the risk weights applied to such exposures, under the Standardised Approach, are appropriate for their inherent risk. […] where a bank determines that the inherent risk of such an exposure, particularly if it is unrated, is significantly higher than that implied by the risk weight to which it is assigned, the bank should consider the higher degree of credit risk in the evaluation of its overall capital adequacy […] BCBS, Strengthening the resilience of the banking sector, dicembre 2009 12 12
  • 13. Rating esterni ed interni: alcuni punti di attenzione da Basilea III (2/3) […] Banks must not mechanistically rely on CRA ratings for assessing the creditworthiness of assets […] should have the capability to conduct their own assessment of the creditworthiness of […] the financial instruments they are exposed to and should satisfy supervisors of that capability […] Banks using the standardised Basel II approach currently have minimum capital requirements based on CRA credit ratings. As long as some banks continue to have capital requirements based on CRA ratings, supervisory processes should be put in place to check the understanding of the appropriate uses and limitations of CRA ratings by these banks’ risk managers […] Financial Stability Board, Principles for Reducing Reliance on CRA Ratings, 27 ottobre 2010 13 13
  • 14. Rating esterni ed interni: alcuni punti di attenzione da Basilea III (3/3) […] Should the use of standardized approaches based on external ratings be limited to smaller/less sophisticated firms? […] Do you agree that the requirement to use at least two external ratings for calculating capital requirements could reduce the reliance on ratings and would improve the accuracy of the regulatory capital calculation? […] What alternative measures of credit risk could be used in regulatory capital frameworks? What are the pros and cons of market based risk measures (such as bond prices, CDS spreads) compared to external credit ratings? […] EU Commission, Public Consultation on CRA Ratings, 5 novembre 2010 14 14
  • 15. Rating esterni ed interni: le previsioni di Banca d’Italia […] gli intermediari provvedono ad effettuare costantemente autonome analisi sulla qualità dei singoli prenditori nonché, con periodicità almeno annuale, una specifica valutazione della complessiva coerenza dei rating delle ECAI con le valutazioni elaborate in autonomia. I risultati dell’esame andranno formalizzati in un documento approvato dall’organo con funzione di gestione e portato a conoscenza dell’organo di controllo. Ove dall’esame emergano frequenti e significativi disallineamenti fra valutazioni interne ed esterne, copia della citata relazione andrà trasmessa alla Banca d’Italia […] Banca d’Italia, Comunicazione 30 dicembre 2008 (Valutazione del merito creditizio) Bollettino di Vigilanza dicembre 2008 15 15
  • 16. Valutazione di coerenza: principali profili La valutazione di coerenza, per gli intermediari che utilizzano - anche ai soli fini gestionali – modelli di rating sviluppati internamente, può essere condotta confrontando le valutazione espresse dai rating esterni con quelle dei rating interni. Il confronto deve, in via preliminare, tenere conto delle principali differenze tra rating esterni – in particolare unsolicited – e rating interni che, di norma, riguardano: •informazioni utilizzate: i modelli sviluppati internamente utilizzano informazioni di carattere “andamentale” (operatività tra le controparte affidate e la banca) di norma non disponibili per una ECAI; •definizione di default: il concetto di default utilizzato da una ECAI è, di norma, riferito alle sole procedure concorsuali (idealmente assimilabile allo stato di sofferenza) mentre quello sottostante ad un rating interno è più ampio (includendo past due, incagli e ristrutturati, a meno del trattamento dei cd “past-due tecnici”); •caratteristiche “strutturali”dei modelli: point-in-time vs through the cycle. 16 16
  • 17. Valutazione di coerenza: articolazione (1/2) La valutazione di coerenza tra rating interni ed esterni – in particolare unsolicited -può essere articolata in tre step successivi. Analisi andamentale. Un primo ambito di analisi riguarda l’andamento degli RWA calcolati sulla base dei rating esterni (i.e. andamento del coefficiente di ponderazione medio): a questi fini occorre effettuare un esercizio di statica comparata, vale a dire isolare un campione “chiuso” di controparti per le quali siano disponibili rating esterni nel periodo di analisi. Successivamente possono essere confrontati gli andamenti relativi dei rating medi interni ed esterni (per le controparti valutate da entrambi i modelli) al fine di ottenere una prima elementare indicazione di tendenza (periodo di inizio osservazione =100). Un confronto, infine, tra (i) livelli e (ii) andamento delle probabilità di default medie espresse da modelli interni ed esterni (su un campione di controparti omogeneo) è utile per valutare, oltre che la coerenza delle linee di tendenza, la “distanza” tra le valutazioni. 17 17
  • 18. Valutazione di coerenza: articolazione (2/2) Analisi di coerenza. Un ulteriore ambito di analisi riguarda la coerenza delle valutazioni espresse dai rating esterni ed interni relativamente ad un campione di controparti. A questo fine occorre ricondurre i rating esterni ed interni ad una “scala maestra” e distribuire le controparti all’interno di una matrice: quanto più le controparti saranno distribuite all’interno (o in uno stretto intorno) della diagonale principale (i.e. nella stessa “classe” di scala maestra), quanto più le valutazioni potranno dirsi coerenti. Analisi della capacità predittiva. Il confronto tra la capacità predittiva dei rating esterni ed interni può essere valutata mediante l’analisi dello scostamento medio tra il tasso di default osservato e la PD media associata a ciascuna classe di rating interno ed esterno. A questi fini è importante tenere conto delle differenze in termini di definizione di default utilizzata. 18 18
  • 19. Valutazione di coerenza: principali punti di attenzione La valutazione di coerenza tra rating esterni ed interni deve tener conto delle differenze strutturali – i cui effetti sono spesso ineliminabili – tra modelli interni ed esterni: le eventuali incoerenze vanno pertanto interpretate anche alla luce di queste disomogeneità. Il confronto dovrebbe, tra l’altro, tener conto oltre che delle valutazioni espresse dai rating esterni (classe attribuita alla controparte e relativa PD) anche della ponderazione corrispondente (ai fini del calcolo degli RWA), che può cambiare nel tempo. L’assenza di modelli di rating sviluppati internamente - frequente negli istituti di minori dimensioni - rende più complessa la valutazione di coerenza e, in prospettiva, il rispetto delle indicazioni, per ora di carattere generale, contenute nella proposta di riforma della normativa prudenziale. 19 19