1. Cosa può fare la politica locale
per il lavoro
Luca Foresti, Ca del Buco
26 Giugno 2011
2. Politica nazionale
Fattori che condizionano il lavoro in mano alla politica
nazionale:
1. Statuto dei lavoratori (In Particolare art.18)
2. Legge Biagi
3. CCNL
4. Ammortizzatori sociali
5. Budget pubblico e suo uso, in particolare in termini di
impieghi pubblici
6. Tassazione: intensità, progressività, struttura
7. Relazioni con i mercati di esportazione
8. Politiche su istruzione e formazione
9. Attrattività del paese per le risorse: investimenti,
imprenditori, lavoratori
10.Qualità della giustizia civile
11.Burocrazia
3. Lavoro
• Quanto
• Quale
• Remunerazioni
• Possibilità di crescita per il lavoratore nelle aziende e tra
aziende
• Quanto dinamico è il mercato locale
• Ammortizzatori sociali
• Quale partecipazione femminile
• Quali supporti al reinserimento nel mercato sono presenti
4. Categorie di strutture che danno lavoro
• Grandi aziende
• PMI
• Istituzioni pubbliche
• Attività libero professionali
• Istituzioni non-profit
• Cooperative
Ogni categoria ha caratteristiche di carriera, remunerazione e
crescita professionale differenti e che vanno tenute in
considerazione
5. Fattori che condizionano l'offerta di
lavoro su un territorio
• Imprenditorialità dei cittadini
• Valore pro-capite degli investimenti nel capitale delle istituzioni che operano
in quel territorio
• Credito pro-capite e accesso al credito
• FDI (Foreign Direct Investment): capitali non locali che vengono investiti in
attività locali
• Investimenti pubblici in quel periodo e loro impatto sull’impiego locale
• Posti di lavoro pubblici presenti su quel territorio
• Burocrazia necessaria per aprire e gestire delle istituzioni che offrono lavoro
• Tassazione locale alle imprese e ai cittadini
• Presenza di filiere integrate di produzione di beni e servizi
• Accesso ai mezzi di trasporto e comunicazione per le aziende
• Andamento dei mercati sulle attività produttive più forti localmente
• Presenza di servizi pubblici e privati locali soddisfacenti per investitori,
management e lavoratori
• Disponibilità di forza lavoro ad alta produttività per i settori operanti in quel
territorio
6. Cosa deve fare la politica per sviluppare il
mercato del lavoro locale (1/2)
1. Sviluppare le infrastrutture necessarie alle aziende
2. Migliorare la qualità della vita di investitori, manager e lavoratori per attrarli: creare un
posto cool, scuole, costo delle case basso, buoni servizi, qualità dell'aria, cultura,
burocrazia contenuta, etc. etc.
3. Un uso dei soldi pubblici maniacalmente efficace ed efficiente: è molto difficile
chiedere ai cittadini di pagare le tasse se i soldi non vengono usati bene. Questo
porta al bisogno di trasparenza completa rispetto al costo di ogni servizio erogato:
quanto ti è costato a te cittadino questo pezzo di carta, questo pass, questo
matrimonio, etc. etc.
4. Amministrazioni "company-friendly" che abbattono la burocrazia e si fanno "amiche"
degli imprenditori. Non nel senso che fanno fare loro cose illegali, ma nel senso che
aiutano questi a superare le difficoltà ineliminabili della burocrazia
5. Amministrazioni che cooperano con le aziende per quanto riguarda tutte le questioni
di qualità della vita dei lavoratori (asili aziendali, trasporti pubblici per i lavoratori,
ammortizzatori sociali in caso di bisogno, etc. etc.)
6. Possibilità di avere aree dedicate attrezzate per le iniziative imprenditoriali (una volta
erano le aree industriali, oggi sempre più aree dedicate ai servizi)
7. Un supporto alla creazione di un mercato di capitali di rischio a sostegno dello
sviluppo dimensionale delle aziende (Private equity, Seed-capital, Venture-capital,
business angels)
7. Cosa deve fare la politica per sviluppare il
mercato del lavoro locale (2/2)
1. Una comunicazione pubblica che mette le imprese del territorio al centro dello
sviluppo della città e che crea "spirito di gruppo" tra cittadini e imprenditori di quel
territorio vendendo al mondo intero quello come un territorio business-friendly
2. Un coordinamento tra eventi pubblici rilevanti e aziende, non solo tramite sponsorship
in cui le aziende mettono soldi, ma attraverso l'organizzazione di tali eventi in cui
anche le aziende sono protagoniste
3. Attraverso accordi in cui le risorse pubbliche (terreni, urbanizzazioni, etc. etc.)
vengono messe sul piatto da parte delle amministrazioni e dall'altra parte vengono
presi impegni formali per progetti industriali su più anni: vincolanti e con penali
(Modello accordo USA-Fiat su Chrysler)
4. Rendendo i tempi di ascolto e risposta agli imprenditori in caso di problemi fulminei:
un numero di telefono, una persona di riferimento, un impegno a prendersi carico del
problema e a risolverlo nel più breve tempo possibile
5. Una classe politica che visita continuamente le aziende del territorio e cerca di capire
le "vocazioni" economiche aiutandole essendo la prima che fa sistema. Ovvero la
politica deve capire che sta succedendo e favorire quelle aree imprenditoriali a più
alta potenzialità di lungo periodo. Ad esempio a Bologna c'e' la più alta
concentrazione di aziende nanotech d'Italia ma nessuno lo sapeva prima che un prof
dell'Università (Lorenzoni) lo scoprisse e proponesse di fare un laboratorio High-tech
per queste aziende
6. Trasudare onesta, competenza, pragmatismo, ancoraggio ad una etica pubblica
solida e orientamento alla risoluzione dei problemi da tutti i pori
8. Cosa NON deve fare la politica per sviluppare il
mercato del lavoro locale
1. Salvare con soldi pubblici aziende ormai decotte
2. Mantenere servizi pubblici costosi e/o inutili per paura di toccare i lavoratori
3. Fare politica industriale attiva
4. Pretendere dalle aziende di non delocalizzare attività a basso valore aggiunto
5. Sostenere richieste sindacali che fanno scappare le aziende altrove
6. Privilegiare aziende amiche negli appalti pubblici (la metodologia più usata è
scrivere il bando in modo da restringere il campo di chi può partecipare solo a
quelle aziende)
7. Difendere i posti di lavoro invece che i lavoratori
8. Fare dichiarazioni minacciose quando ci sono problemi con una azienda
9. Fare progetti che non vengono portati in fondo minando la credibilità verso le
amministrazioni pubbliche
10.Fare il contrario delle due slide precedenti
9. Conclusioni
Creare lavoro in un territorio richiede un approccio sistematico
e spesso indiretto: ovvero non si crea lavoro in maniera diretta
ma si creano le condizioni perché le aziende creino lavoro
Le politiche fatte in Italia, sia a livello nazionale che a livello
locale sono state un fallimento, negli ultimi 10 anni
I politici locali non possono operare sui temi più caldi delle
politiche del lavoro (dualità del mercato, ammortizzatori sociali
rilevanti, velocità della giustizia civile ed effetto sull'economia,
etc. etc.) ma hanno altre leve, qui presentate
L'ideologia su questo tema ci fa sbattere contro un muro:
dobbiamo solo creare aziende competitive a livello globale e il
lavoro di qualità arriva inevitabilmente