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 Il romanticismo CONFRONTO TRA GERICAULT E DELACROIX FRANCESCA POZZOBON  CL. 5^G
THEODORE GERICAULT “Se gli ostacoli e le difficoltà scoraggiano un uomo mediocre, al contrario al genio sono necessari”
VITA Nasce a Rouen il 26 settembre 1791. Nel 1798 si trasferisce a Parigi dove inizia una buona carriera scolastica al Lycée Imperial. Ben presto manifesta i suoi interessi artistici che tuttavia a lungo sono bilanciati da un’attrazione per la vita militare. Abbandonati gli studi, nel 1808 entra come allievo nello studio di Carle Vernet; dopo due anni, decide di entrare nell'atelier di Pierre Narcisse Guèrin, pittore neoclassico allievo di David, presso il quale conosce anche Delacroix. Comincia la sua carriera con studi accademici di nudo. Nel 1812 frequenta l’Ecòle des Beaux-Arts. Divenuto pittore indipendente grazie alle notevoli risorse economiche della famiglia, nel 1816 Gericault si presentò al concorso per il Prix de Rome (premio che, sulla base di una selezione molto dura a forma di concorso a più prove, dava una borsa di studio per studiare un anno a Roma), ma non vinse. Per allontanarsi da Parigi e dalla problematica relazione con la moglie dello zio, progettò un viaggio di studi a Roma a sue spese dove soggiornò per un anno. Qui studiò Michelangelo, Caravaggio, i manieristi e i bamboccianti. Dopo una breve permanenza in Inghilterra tornò a Parigi. Nel 1819 termina ed espone al Salon il suo dipinto più celebre, La Zattera della Medusa, di dimensioni eccezionali (35mq). Seguendo le sue propensioni realistiche, dipinse dal vivo 10 ritratti di alienati monomaniacali tra il 1822 e 1823 su incarico del medico parigino Georget, presso il quale era in cura, e che sosteneva come si potessero stabilire i disturbi interiori  dall’analisi della fisionomia; conferì alle figure una tragica monumentalità, riflesso del dramma interiore dei personaggi. Per una lesione al midollo spinale in seguito a due cadute da cavallo morì precocemente all’età di 33 anni il 26 gennaio 1824 a Parigi. La sua poetica è sospesa tra Neoclassismo e Romanticismo (ma più propenso verso quest’ultimo). Trasse la sua ispirazione prima di tutto dalla storia e dalla cronaca contemporanea (corsa di cavalli bradi con cui si chiudeva il carnevale romano, tragico naufragio della nave Medusa, ritratti).
Corazziere ferito che abbandona il campo di battaglia AUTORE: Jean Louis Théodore Géricault DIMENSIONI: 358X294 cm   TECNICA E MATERIALI: olio su tela DATAZIONE: 1814  COLLOCAZIONE: Parigi, Museo del Louvre DESCRIZIONE: Il quadro rappresenta un soldato ferito che, con il suo cavallo, fugge dal campo di battaglia  mentre guarda in alto il cielo ostile e le scure nubi di fumo provenienti dagli incendi e dai fuochi dilagati nel campo. Esposto al Salon del 1814, è connesso alla disfatta napoleonica. Sostituisce la consueta celebrazione della vittoria con la sconfitta in una visione antieroica.
ANALISI COLORE:Nel quadro sono presenti colori molto scuri e minacciosi, usati dall’artista per realizzare le nubi di fumo a destra del dipinto. Queste sono ottenute con pennellate decise ed ampie. I colori vanno dal nero al grigio chiaro e solo in basso a sinistra si può scorgere la macchia chiara che segnala la luminosità del cielo lontano dalla battaglia (in contrasto con l’angolo scuro in alto a destra). La figura del soldato è molto luminosa: le sue vesti sono in gran parte chiare e sulla corazza e sull’elmo si vede il riflesso del sole . Sia il cavallo che il soldato sono caratterizzati dalla nitidezza dei profili e dalla perfezione delle forme (caratteri classicisti). SPAZIO:Il dipinto consiste in un primo piano del corazziere che fugge dal campo (continuando a guardare indietro) e che a stento tiene a freno il cavallo che sta scivolando a causa del terreno scosceso, rappresentato solo da una porzione di roccia e terreno che si confonde con i colore scuro del cielo. I due elementi del quadro occupano quasi tutta l’opera e il paesaggio consiste solo in nubi di fumo. La composizione è molto dinamica: ciò si percepisce dalla gamba tesa del soggetto e dall’impennata improvvisa del cavallo. Dominano infatti linee oblique (gamba, spada, zampa del cavallo, braccio, rupe). La presenza del contrasto tra chiaro-scuro e delle ombreggiature rende bene l’effetto di profondità e di spessore dei due soggetti del dipinto. Il cavallo è raffigurato in modo molto realistico e dettagliato, che denota una conoscenza anatomica profonda dell’animale. Con cura minuziosa l’artista disegna anche i dettagli dell’abbigliamento del soldato.
EUGENE DELACROIX “La prima qualità di un quadro è di essere una gioia per l’occhio”
VITA Nato il 25 aprile 1798 a Charenton, forse figlio naturale del marchese di Talleyrand, studiò al liceo Louis-le-Grand di Parigi. Ebbe  una cultura ricca e articolata: lesse Dante, Shakespeare, Byron, Scott, Stendhal e fu un grande appassionato di musica. Infatti nel suo Jurnal (tenuto dal 1822 fino alla morte) scrive di non passare giorno senza la sua dose di musica; inoltre la sera frequentava ambienti mondani che gli offrivano la possibilità di assistere a concerti. Dal 1815 fu allievo di Pierre Narcisse Guérin, nello studio del quale conobbe Gericault. A differenza di Gericault fu di salute fragile il che gli impedì di intraprendere una carriera militare ma lo portò a vivere fino a 65 anni (un’età alta per quell’epoca). Nel 1832 fece un viaggio in Marocco dal quale poté scoprire la luminosità dei paesi nordafricani e i colori accesi. Delacroix rimane estasiato dalle gente e dai loro abiti e il viaggio diventa fonte di ispirazione per molti dei suoi futuri lavori. È persuaso che i nordafricani, con il loro modo di vestirsi e le loro abitudini, gli permettano di vedere scene equivalenti a quelle che avrebbe visto nella Roma classica e nell’antica Grecia.  Morì il 13 agosto 1863.  Delacroix realizza la sua opera più importante nel 1830, con La Libertà che guida il popolo.  Si tratta probabilmente del suo dipinto più famoso e rappresenta un'indimenticabile immagine dei parigini che si sono sollevati in armi e marciano insieme sotto la bandiera tricolore. La donna rappresenta la libertà e l'indipendenza . Gli vengono commissionati dal governo numerosi affreschi e decorazioni di soffitti. Si staccò presto dalla cultura classicistica e divenne uno dei maggiori esponenti dei pittori romantici francesi .Anche il suo curriculum si apre con uno studio di nudo femminile (Gericault invece si era occupato di nudo maschile, solido, massiccio, quasi di creta) .
Arabo che sella il suo cavallo AUTORE: Eugène Ferdinand Victor  Delacroix DIMENSIONI: 56X47 cm TECNICA E MATERIALI: olio su tela DATAZIONE: 1855 COLLOCAZIONE: St. Petersburg, The State Hermitage  DESCRIZIONE: Il dipinto rappresenta un cavaliere che getta un tappeto da sella sul dorso del suo cavallo. La scena è ambientata in una scogliera vicino al mare. In primo piano, in basso a sinistra, si vede una sacca rossa su cui è appoggiato la sciabola dell’arabo. In lontananza si intravede anche un altro personaggio a cavallo.
analisi COLORE:Il dipinto presenta colori molto accesi e vivaci. Infatti Delacroix ha una  maggiore enfasi sul colore rispetto ai suoi contemporanei (dovuto all’influenza del suo viaggio in Marocco). Infatti l’arabo  indossa vesti bianche e blu acceso e questo gli conferisce una grande luminosità . Ciò che spicca maggiormente è , però, il tappeto rosso vivo con il quale viene sellato il cavallo. Il colore del cielo è distribuito in modo disomogeneo con colori che spaziano dall’azzurro, al rosa tenue,  al bianco con macchie scure che preannuncerebbero l’arrivo di qualche tempesta. La profondità del mare è data dall’evidente contrapposizione tra blu scuro, al largo, e azzurro vicino alla scogliera. C’è un forte contrasto tra i due elementi principali del quadro: il cavallo scuro e l’arabo che invece indossa vesti chiare.  SPAZIO:Il dipinto rappresenta un’immagine in cui le tensioni sono equilibrate e stabilizzate : dominano infatti le linee verticali che si intersecano con la linea dell’orizzonte, che è ben visibile. Il cavallo è fermo ad eccezione della criniera mossa da un debole vento proveniente da sinistra. L’unico movimento è il gesto dell’arabo di porre il mantello al cavallo evidenziato dalla leggera piegatura del ginocchio sinistro. L’effetto di volume è dato soprattutto dalle ombreggiature  (in contrasto col suolo) e dalla contrapposizione tra la luce proveniente da sinistra e l’oscurità proveniente dalle tonalità cupe del mare. In quest’opera si nota bene la linea dell’orizzonte.
                        CONFRONTOCorazziere ferito che abbandona il campo di battaglia(Gericault) VS Arabo che sella il suo cavallo (Delacroix) Il dipinto di Gericault presenta una pittura più uniforme e omogenea rispetto a quello di Delacroix nel quale il colore, più vivido e carico, è steso con meno precisione e i bordi mossi e imprecisi.  Entrambi rappresentano un uomo e un cavallo, quindi il rapporto tra essere umano e animale. Nel dipinto di Gericault è presente un parallelismo tra le azioni dei due personaggi, colti in un momento di pericolo e paura. Delacroix, invece, mira a rappresentare un’intesa e una complicità in un momento di calma.  Nel dipinto di Gericault la dinamicità del quadro suscita un coinvolgimento emotivo dello spettatore che prova  angoscia per la situazione in cui si trovano i due personaggi e si immedesima per il tema attuale che raffigurava (una battaglia napoleonica). L’opera di Delacroix suggerisce un’idea di armonia e si propone di diffondere l’immagine di un paese con una cultura diversa.   I due paesaggi di sfondo sono molto diversi: cielo scuro e minaccioso in Gericault, paesaggio marittimo e luminoso  in Delacroix.   Entrambi dipingono un’immagine realistica: Gericault rappresenta un episodio riferito alla storia dell’epoca (guerre napoleoniche); Delacroix riporta una scena vista probabilmente durante il suo viaggio in Marocco.

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  • 1. Il romanticismo CONFRONTO TRA GERICAULT E DELACROIX FRANCESCA POZZOBON CL. 5^G
  • 2. THEODORE GERICAULT “Se gli ostacoli e le difficoltà scoraggiano un uomo mediocre, al contrario al genio sono necessari”
  • 3. VITA Nasce a Rouen il 26 settembre 1791. Nel 1798 si trasferisce a Parigi dove inizia una buona carriera scolastica al Lycée Imperial. Ben presto manifesta i suoi interessi artistici che tuttavia a lungo sono bilanciati da un’attrazione per la vita militare. Abbandonati gli studi, nel 1808 entra come allievo nello studio di Carle Vernet; dopo due anni, decide di entrare nell'atelier di Pierre Narcisse Guèrin, pittore neoclassico allievo di David, presso il quale conosce anche Delacroix. Comincia la sua carriera con studi accademici di nudo. Nel 1812 frequenta l’Ecòle des Beaux-Arts. Divenuto pittore indipendente grazie alle notevoli risorse economiche della famiglia, nel 1816 Gericault si presentò al concorso per il Prix de Rome (premio che, sulla base di una selezione molto dura a forma di concorso a più prove, dava una borsa di studio per studiare un anno a Roma), ma non vinse. Per allontanarsi da Parigi e dalla problematica relazione con la moglie dello zio, progettò un viaggio di studi a Roma a sue spese dove soggiornò per un anno. Qui studiò Michelangelo, Caravaggio, i manieristi e i bamboccianti. Dopo una breve permanenza in Inghilterra tornò a Parigi. Nel 1819 termina ed espone al Salon il suo dipinto più celebre, La Zattera della Medusa, di dimensioni eccezionali (35mq). Seguendo le sue propensioni realistiche, dipinse dal vivo 10 ritratti di alienati monomaniacali tra il 1822 e 1823 su incarico del medico parigino Georget, presso il quale era in cura, e che sosteneva come si potessero stabilire i disturbi interiori dall’analisi della fisionomia; conferì alle figure una tragica monumentalità, riflesso del dramma interiore dei personaggi. Per una lesione al midollo spinale in seguito a due cadute da cavallo morì precocemente all’età di 33 anni il 26 gennaio 1824 a Parigi. La sua poetica è sospesa tra Neoclassismo e Romanticismo (ma più propenso verso quest’ultimo). Trasse la sua ispirazione prima di tutto dalla storia e dalla cronaca contemporanea (corsa di cavalli bradi con cui si chiudeva il carnevale romano, tragico naufragio della nave Medusa, ritratti).
  • 4. Corazziere ferito che abbandona il campo di battaglia AUTORE: Jean Louis Théodore Géricault DIMENSIONI: 358X294 cm TECNICA E MATERIALI: olio su tela DATAZIONE: 1814 COLLOCAZIONE: Parigi, Museo del Louvre DESCRIZIONE: Il quadro rappresenta un soldato ferito che, con il suo cavallo, fugge dal campo di battaglia mentre guarda in alto il cielo ostile e le scure nubi di fumo provenienti dagli incendi e dai fuochi dilagati nel campo. Esposto al Salon del 1814, è connesso alla disfatta napoleonica. Sostituisce la consueta celebrazione della vittoria con la sconfitta in una visione antieroica.
  • 5. ANALISI COLORE:Nel quadro sono presenti colori molto scuri e minacciosi, usati dall’artista per realizzare le nubi di fumo a destra del dipinto. Queste sono ottenute con pennellate decise ed ampie. I colori vanno dal nero al grigio chiaro e solo in basso a sinistra si può scorgere la macchia chiara che segnala la luminosità del cielo lontano dalla battaglia (in contrasto con l’angolo scuro in alto a destra). La figura del soldato è molto luminosa: le sue vesti sono in gran parte chiare e sulla corazza e sull’elmo si vede il riflesso del sole . Sia il cavallo che il soldato sono caratterizzati dalla nitidezza dei profili e dalla perfezione delle forme (caratteri classicisti). SPAZIO:Il dipinto consiste in un primo piano del corazziere che fugge dal campo (continuando a guardare indietro) e che a stento tiene a freno il cavallo che sta scivolando a causa del terreno scosceso, rappresentato solo da una porzione di roccia e terreno che si confonde con i colore scuro del cielo. I due elementi del quadro occupano quasi tutta l’opera e il paesaggio consiste solo in nubi di fumo. La composizione è molto dinamica: ciò si percepisce dalla gamba tesa del soggetto e dall’impennata improvvisa del cavallo. Dominano infatti linee oblique (gamba, spada, zampa del cavallo, braccio, rupe). La presenza del contrasto tra chiaro-scuro e delle ombreggiature rende bene l’effetto di profondità e di spessore dei due soggetti del dipinto. Il cavallo è raffigurato in modo molto realistico e dettagliato, che denota una conoscenza anatomica profonda dell’animale. Con cura minuziosa l’artista disegna anche i dettagli dell’abbigliamento del soldato.
  • 6. EUGENE DELACROIX “La prima qualità di un quadro è di essere una gioia per l’occhio”
  • 7. VITA Nato il 25 aprile 1798 a Charenton, forse figlio naturale del marchese di Talleyrand, studiò al liceo Louis-le-Grand di Parigi. Ebbe una cultura ricca e articolata: lesse Dante, Shakespeare, Byron, Scott, Stendhal e fu un grande appassionato di musica. Infatti nel suo Jurnal (tenuto dal 1822 fino alla morte) scrive di non passare giorno senza la sua dose di musica; inoltre la sera frequentava ambienti mondani che gli offrivano la possibilità di assistere a concerti. Dal 1815 fu allievo di Pierre Narcisse Guérin, nello studio del quale conobbe Gericault. A differenza di Gericault fu di salute fragile il che gli impedì di intraprendere una carriera militare ma lo portò a vivere fino a 65 anni (un’età alta per quell’epoca). Nel 1832 fece un viaggio in Marocco dal quale poté scoprire la luminosità dei paesi nordafricani e i colori accesi. Delacroix rimane estasiato dalle gente e dai loro abiti e il viaggio diventa fonte di ispirazione per molti dei suoi futuri lavori. È persuaso che i nordafricani, con il loro modo di vestirsi e le loro abitudini, gli permettano di vedere scene equivalenti a quelle che avrebbe visto nella Roma classica e nell’antica Grecia. Morì il 13 agosto 1863. Delacroix realizza la sua opera più importante nel 1830, con La Libertà che guida il popolo. Si tratta probabilmente del suo dipinto più famoso e rappresenta un'indimenticabile immagine dei parigini che si sono sollevati in armi e marciano insieme sotto la bandiera tricolore. La donna rappresenta la libertà e l'indipendenza . Gli vengono commissionati dal governo numerosi affreschi e decorazioni di soffitti. Si staccò presto dalla cultura classicistica e divenne uno dei maggiori esponenti dei pittori romantici francesi .Anche il suo curriculum si apre con uno studio di nudo femminile (Gericault invece si era occupato di nudo maschile, solido, massiccio, quasi di creta) .
  • 8. Arabo che sella il suo cavallo AUTORE: Eugène Ferdinand Victor Delacroix DIMENSIONI: 56X47 cm TECNICA E MATERIALI: olio su tela DATAZIONE: 1855 COLLOCAZIONE: St. Petersburg, The State Hermitage DESCRIZIONE: Il dipinto rappresenta un cavaliere che getta un tappeto da sella sul dorso del suo cavallo. La scena è ambientata in una scogliera vicino al mare. In primo piano, in basso a sinistra, si vede una sacca rossa su cui è appoggiato la sciabola dell’arabo. In lontananza si intravede anche un altro personaggio a cavallo.
  • 9. analisi COLORE:Il dipinto presenta colori molto accesi e vivaci. Infatti Delacroix ha una maggiore enfasi sul colore rispetto ai suoi contemporanei (dovuto all’influenza del suo viaggio in Marocco). Infatti l’arabo indossa vesti bianche e blu acceso e questo gli conferisce una grande luminosità . Ciò che spicca maggiormente è , però, il tappeto rosso vivo con il quale viene sellato il cavallo. Il colore del cielo è distribuito in modo disomogeneo con colori che spaziano dall’azzurro, al rosa tenue, al bianco con macchie scure che preannuncerebbero l’arrivo di qualche tempesta. La profondità del mare è data dall’evidente contrapposizione tra blu scuro, al largo, e azzurro vicino alla scogliera. C’è un forte contrasto tra i due elementi principali del quadro: il cavallo scuro e l’arabo che invece indossa vesti chiare. SPAZIO:Il dipinto rappresenta un’immagine in cui le tensioni sono equilibrate e stabilizzate : dominano infatti le linee verticali che si intersecano con la linea dell’orizzonte, che è ben visibile. Il cavallo è fermo ad eccezione della criniera mossa da un debole vento proveniente da sinistra. L’unico movimento è il gesto dell’arabo di porre il mantello al cavallo evidenziato dalla leggera piegatura del ginocchio sinistro. L’effetto di volume è dato soprattutto dalle ombreggiature (in contrasto col suolo) e dalla contrapposizione tra la luce proveniente da sinistra e l’oscurità proveniente dalle tonalità cupe del mare. In quest’opera si nota bene la linea dell’orizzonte.
  • 10. CONFRONTOCorazziere ferito che abbandona il campo di battaglia(Gericault) VS Arabo che sella il suo cavallo (Delacroix) Il dipinto di Gericault presenta una pittura più uniforme e omogenea rispetto a quello di Delacroix nel quale il colore, più vivido e carico, è steso con meno precisione e i bordi mossi e imprecisi. Entrambi rappresentano un uomo e un cavallo, quindi il rapporto tra essere umano e animale. Nel dipinto di Gericault è presente un parallelismo tra le azioni dei due personaggi, colti in un momento di pericolo e paura. Delacroix, invece, mira a rappresentare un’intesa e una complicità in un momento di calma. Nel dipinto di Gericault la dinamicità del quadro suscita un coinvolgimento emotivo dello spettatore che prova angoscia per la situazione in cui si trovano i due personaggi e si immedesima per il tema attuale che raffigurava (una battaglia napoleonica). L’opera di Delacroix suggerisce un’idea di armonia e si propone di diffondere l’immagine di un paese con una cultura diversa. I due paesaggi di sfondo sono molto diversi: cielo scuro e minaccioso in Gericault, paesaggio marittimo e luminoso in Delacroix. Entrambi dipingono un’immagine realistica: Gericault rappresenta un episodio riferito alla storia dell’epoca (guerre napoleoniche); Delacroix riporta una scena vista probabilmente durante il suo viaggio in Marocco.