This is my graduation thesis, (only in Italian). Corso di Laurea in Disegno Industriale, Politecnico di Milano, 1999.
The object of this thesis is a special television for the subway of Milan, which has been designed thinking about a short communication, because its enjoying time is short.
I’ve decided to call it «finestrino» (the Italian word for the train window), for the reason that the most common metaphor for television is a window viewing the world. In that way I’ve chosen to illustrate a more modest pretension: to make visible a limited space, only the urban one. The stream of passengers, moreover, involves a streaming communication which is not expressed by a window. This, infact, seems capable of bringing back some pictures of reality, some statics. Looking outside a train window, instead, you see different incessant photograms, which refers to the stream of the landscape that keeps on sliding in front of you. In the subway, however, slides a non-landscape. This is the reason why I’ve thought up a «virtual finestrino», so as to recreate a contact with the overground space.
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Un finestrino sulla città
1.
2. 9
A proposito del tempo libero tempo nel trasporto e, cosa più seccante, nell’attesa,
dove il tempo si rovescia: non conta più il tempo che
passa ma quello che manca all’arrivo del treno. È un
Il viaggio ha essenzialmente a che fare con il tempo
tempo al contrario, nel quale i minuti declinano sino
e con lo spazio. È anche uno dei modi più diffusi per
ad azzerarsi.
trascorrere il tempo libero. C’è un tipo di viaggio,
L’attesa è un momento di inattività, che proprio per
però, che forse è un po’ meno affascinante degli altri:
questo da l’impressione di un tempo dilatato, che
quello in metropolitana.
quasi non vuole scorrere: un tempo morto. Per
Per molti non è neanche un viaggio, ma un ordinario
distrarsi ci si può dedicare a qualche svago. C’è chi
spostamento; i viaggiatori non sono viaggiatori, ma
si dedica alla lettura e chi al chiacchierare, chi
semplici passeggeri. Le ragioni sono molteplici.
all’ascolto del walkman e chi al videogame tascabile.
Innanzitutto l’unico panorama visibile è quello artifi-
I più, tuttavia, sono soli, non hanno nulla da leggere,
ciale sotterraneo, a Milano uguale in tutte le stazioni.
tantomeno un walkman o un videogame. Semplice-
Si perde, poi, il contatto con il tempo atmosferico e
mente non fanno nulla, se non attendere silenziosa-
la vita in superficie. Inoltre si tratta per lo più di un
mente ed un po’ annoiatati.
rito ricorrente, regolare e privo di sorprese: lo stesso
È per queste persone che ho pensato ad un passa-
percorso obbligato di tutti i giorni, verso l’ufficio o la
tempo collettivo. Qualcosa, dunque, per rendere il
scuola. Insomma, il solito «tram tram quotidiano» o
tempo nel metrò più gradevole e simile a quello
il «métro, boulot, dodo» (metrò, lavoro, nanna),
libero. Un media non solo per intrattenere, ma anche
come dicono i francesi.
per informare sugli eventi della città e sulle occasioni
Il tempo nel metrò è a metà tra il tempo libero della
per consumare il tempo libero.
vita privata e quello del lavoro, a cui assomiglia
proprio per la sua ripetitività. Non è, però, un tempo
produttivo: è perciò un tempo perso. Si perde del
3. 1
Corso di Laurea in Disegno Industriale
Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura
Laboratorio di sintesi “Il tempo libero” coordinato dal Prof. Alessandro Polistina
Un finestrino sulla città
Progetto di videocomunicazione breve
per la metropolitana di Milano.
di Giovanni Antico
relatore: Prof. Giovanni Baule
anno accademico 98/99
4. capitolo
1
L’attesa in metropolitana
Inquadramento dello scenario
0
5. 24 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Preambolo
La coda di turisti per il battello che porta da Battery
Park alla Statua della Libertà, durante l’estate, si
fig 1 - Intrattenitori da strada
estende sino creare un serpente umano interminabile.
Battery Park, New York
Durante l’attesa, però, può capitare di assistere ad un Fotografia dell’autore
insolito intrattenimento. Alcuni artisti di strada,
poiché offrirebbero il solo servizio artistico e non
infatti, si dispongono lungo la fila ad intervalli
anche quello di passatempo.
regolari e si esibiscono nelle performance più
Situazione simile è quella dell’attesa in metropo-
disparate: dal suonatore di scodelle al chitarrista, dal
litana, anche se con tempi più concisi, dove non a
ballerino all’ammaestratore di serpenti, dal gioco-
caso riscontrano altrettanto successo musicisti e
liere agli acrobati. Non c’è da annoiarsi nemmeno se
performer. L’insieme di queste forme di espressione
si rimane fermi un po’ più a lungo nello stesso punto:
è il fulcro di quello che chiamerò lo «spettacolo
dopo qualche minuto il performer chiede un’offerta,
metropolitano». Quest’ultimo, gli altri modi di
ringrazia e prima di congedarsi presenta l’artista
consumare l’attesa, le attività dei viaggiatori e i loro
successivo. Il consenso del pubblico è sorprendente:
differenti comportamenti sono i temi di questo
per un’esibizione di pochi minuti riescono a racco-
capitolo, introdotto da una breve riflessione sulla
gliere sino anche una cinquantina di dollari.
metropolitana come nonluogo sotterraneo del
Credo che quegli artisti abbiano ben capito che
waiting market. Lo specifico problema delle video-
posizionandosi in un luogo di attesa hanno, oltre che
comunicazioni nel metrò, invece, verrà affrontato nel
raggiunto un pubblico più vasto, valorizzato il loro
capitolo successivo.
lavoro. Le stesse performance in altre situazioni
otterrebbero probabilmente un risultato più modesto,
6. 25
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Il waiting market in quanto permettono di distrarsi e trascorrere il
tempo più velocemente.1
I dentisti e gli studi medici sono stati tra i primi a
L’attesa è un momento di inattività forzata in cui
cercare una soluzione: si sono preoccupati di quali
aumenta la sensibilità agli stimoli comunicativi,
potessero essere i colori più rasserenanti per
proprio perché li si percepisce come occasione di
dipingere le loro sale di attesa, quale il sottofondo
svago e distrazione.
musicale migliore, quali riviste far trovare ai
Eppure per lungo tempo la comunicazione non ha
pazienti.
interessato i luoghi dell’attesa. Basti pensare alle
Un altro segmento del waiting market è l’ascensore.
anonime sale d’aspetto delle stazioni o degli studi
Per alcuni istanti siamo «costretti» all'inattività e
medici, dove ha regnato per molto tempo l’assenza di
subito cerchiamo un modo per passare il tempo: ci
qualsiasi stimolo. Solo recentemente si è sviluppato
specchiamo, leggiamo la targhetta dei dati tecnici,
un certo interesse e una certa attenzione per i luoghi
guardiamo l'ora, ecc. Negli Stati uniti, dove la cultura
e i tempi dell’inattività forzata. Precisamente da
dell'ascensore è più radicata e diffusa a causa della
quando il marketing ha iniziato a considerarli come
diversa tipologia degli edifici, il problema è stato
un grande mercato potenziale. È stato individuato un
riconosciuto, affrontato e parzialmente risolto
nuovo target: “il mercato dell’attesa”. Gente in
dotando gli ascensori di musica di sottofondo e di
attesa, annoiata e quindi sensibile alle sollecitazioni,
promozioni pubblicitarie.2
anche pubblicitarie. Tali sollecitazioni vanno oppor-
tunamente inframmezzate da comunicazioni
realmente interessanti o utili, per non far calare il
1. Brochure di Videoairport, 1998
livello di attenzione, ma vengono comunque gradite 2. Doviziani Luca e Marello Marco, 1992
7. 26 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
grandi schermi che, come delle affissioni animate,
propongono ininterrottamente i loro palinsesti
urbani. Uno degli esempi più noti a Milano è il
megaschermo di Piazzale Loreto, anche se ormai è
stato spento da qualche tempo. Più famosi sono gli
schermi di Times square a New York, dove la proli-
ferazione di insegne luminose, affissioni, display
animati sembrano quasi voler ricordare l’incubo del
grande fratello e fare allo stesso tempo una spetta-
colare caricatura dell’invadenza dei messaggi
pubblicitari.
La metropolitana è un altro segmento del waiting
market che ha in comune con quelli appena descritti
il fatto di essere un “luogo praticato” ed un “incrocio
di mobilità”, quindi un non luogo. Si moltiplicano i
punti di transito e si sviluppa una fitta rete di mezzi
di trasporto che sono anche spazi abitati. […] Il
viaggio costruisce un rapporto fittizio fra sguardo e
paesaggio […] lo spazio del viaggiatore sarà così
I luoghi del waiting market sono anche quelli di largo
l’archetipo del nonluogo.3
passaggio, le piazze e le grandi strade, dove l’attesa
fig 2 - Times Square, New York
è magari imposta solo da un semaforo o da una coda.
fig 3 - Times Square e schermi
In questi spazi hanno già trovato una certa diffusione 3. Marc Augé, 1992, pagg. 80-81
Fotografie dell’autore
8. 27
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 4 - Megaschermo della NBC
fig 5 - Particolare dello schermo
Fotografie dell’autore
fig 6 - Piazza Cinque giornate, Milano
fig 7 - Piazza S. Babila, Milano
Fotografie di Tecnovision
9. 28 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 8 - Infoscreen Tower
Stazione centrale di Monaco.
fig 9 - Retro del maxischermo
Fotografie dell’autore
fig 10 - Programma sportivo
fig 11 - News
Fotografie dell’autore
10. 29
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Un nonluogo Secondo la definizione di Marc Augé, la metropo-
litana è uno dei nonluoghi più emblematici della
nostra società, in quanto principale artefice della
Non ci troviamo sempre a nostro agio sottoterra. Non
“sovrabbondanza spaziale urbana”. Questa si
è proprio il nostro habitat naturale, o un luogo dove
esprime, l’abbiamo visto, in mutamenti di scala,
ci fermiamo volentieri soprattutto alle nostre
nella moltiplicazione dei riferimenti immaginifici e
latitudini dove il freddo non è così insistente da farci
immaginari e nelle spettacolari accelerazioni dei
entrare con piacere in un più “confortevole” clima
mezzi di trasporto. Essa comporta modificazioni
sotterraneo. La metropolitana è quasi lo stereotipo di
fisiche considerevoli: contrazioni urbane, trasferi-
un luogo artificiale e naturalmente la fantascienza
fig 12 - Alexanderplatz, Berlino
Fotografia di Marco Pesaresi menti di popolazioni e moltiplicazione di ciò che
(libri e film) ha spesso usato questo fattore per appro-
definiamo «non luoghi», in opposizione alla nozione
priarsi di questi spazi con le proprie storie lontane
sociologica di luogo. […] I non luoghi sono tanto le
anni luce da ambienti fatti da animali o da alberi. Ma
installazioni necessarie per la circolazione accelerata
nonostante questa connotazione non proprio
delle persone e dei beni […] quanto i mezzi di
accogliente che abbiamo nell’immaginario
trasporto stessi.5
collettivo, quasi un milione sono le persone che
La metropolitana è un nonluogo anche perché è uno
usufruiscono giornalmente a Milano di questo
spazio che non può definirsi né identitario, né
complesso sistema di trasporto sotterraneo. La
relazionale, né storico. Lo spazio del non luogo non
metropolitana è, in realtà, molto più che un “male
crea né identità singola, né relazione, ma solitudine e
necessario”, è sempre di più un vero e proprio
similitudine.
simbolo delle città occidentali, un non-luogo sempre
più familiare, ecologicamente corretto e, anche per il
nostro immaginano, efficiente. 4 4. AA.VV. Subway
5. Ibidem, pag. 36
11. 30 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Esso non lascia spazio nemmeno alla storia, semmai
la trasforma talora in elemento di spettacolo, il più
delle volte in testi allusivi. L’attualità e l’urgenza del
fig 13 - M1 Duomo, Milano
momento vi regnano. I non luoghi si percorrono e Fotografia dell’autore
dunque si misurano in unità di tempo. Gli itinerari
Il carattere del metrò? Allo stesso
non esistono senza orari, senza pannelli di arrivo e di tempo solitario e collettivo.
Poiché tale è per chi l’utilizza tutti i
partenza nei quali c’è sempre lo spazio per
giorni, la definizione prosaica del
menzionare eventuali ritardi.6 metrò: la collettività senza la festa e la
solitudine senza l’isolamento.
È inoltre significativo che Augé abbia scritto che i Marc Augé
nonluoghi si definiscono anche attraverso le parole o
indovina vagamente o si afferma più esplicitamente
i testi che ci propongono; insomma attraverso le loro
con ingiunzioni, consigli, commenti,
[…]
modalità d’uso, che si esprimono a seconda dei casi
«messaggi» trasmessi dagli innumerevoli supporti
in modo prescrittivo («mettersi in fila sulla destra»),
(cartelli, schermi, manifesti) che fanno parte
proibitivo («vietato fumare») o informativo («state
integrante del paesaggio contemporaneo.
entrando nel Beaujolais») e che a volte ricorrono a
[…] tutte le interpellanze provenienti dalle nostre vie
ideogrammi più o meno espliciti e codificati […]
di comunicazione […] mirano simultaneamente,
Così si organizzano condizioni di circolazione in
indifferentemente, a ciascuno di noi («Grazie della
spazi entro i quali si sa che gli individui interagi-
vostra visita», «Buon viaggio», «Grazie per la vostra
scono solo con dei testi, senza altri enunciatori che
fiducia»); non importa chi di noi: esse fabbricano
persone «morali» o istituzioni la cui presenza si
«l’uomo medio», definito come utente del sistema.
6. Ibidem, pag. 95
12. 31
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Un ambiente sotterraneo avventura e di scoperta. La caverna di Batman
ricorda l’antica idea di un rifugio misterioso. Molte,
insomma, sono anche le connotazioni positive del
La metropolitana è un nonluogo che si distingue
sotterraneo. Anche il suo carattere misterioso assume
innanzitutto per il suo carattere sotterraneo. Ciò le
per qualcuno una valenza positiva; per qualcun altro
permette di svolgere un servizio che migliora la vita
la metropolitana esprime la suggestione di un potere
di superficie, riducendone il traffico e quindi l’inqui-
magico che permette di apparire in ogni momento e
namento. Ciononostante il «sottoterra» porta da
in ogni luogo della città. Dino Buzzati scrisse
sempre con sé diverse connotazioni negative, prima
all’inaugurazione di quella di Milano: Fantasticando
tra tutte la morte. Il «sotto» risponde a un archetipo
di tunnel sepolti con dentro fulminei treni da Giulio
che è molto evocativo in termini affettivi e simbolici:
l'inferno, le tombe, il mistero, il buio, la notte. 7 Verne […] che avrebbero fatto di Milano la prima
città della terra.9
La storia, d’altra parte, dimostra che il mondo
Il «sotterraneo», tuttavia, costituisce a volte motivo
ipogeo, un luogo ricco di misteri e favorevole al
di inquietudini. Per alcune persone, questo ambiente
culto, protetto e rassicurante al punto da essere
abitato, è stato utilizzato in tutte le epoche.8 Lo testi- evoca fantasie in qualche modo spiacevoli, legate
all'idea di oscurità, del chiuso, della difficoltà a
moniano, per esempio, i templi dell’antico Egitto e
muoversi per il fatto di essere circondati da una
della Cina o il bisogno dell’uomo primitivo di
costruzione di cui non è facile liberarsi. In questo
rifugiarsi nelle caverne.
senso, il «sotterraneo» si collega a fobie classiche,
La letteratura del fantastico ci racconta di un sotto-
quali la paura del buio o la claustrofobia.10 In effetti
suolo magico, come il covo di Peter Pan o le dimore
dei folletti. Giulio Verne ne parla come un luogo di
9. Dino Buzzati, dall’articolo Purosangue milanese, Cor-
7. Carmi Stefano, 1981, pag. 166 riere della Sera del 1-11-1964
10. Pozzi Margherita, 1998, pag. 129
8. Pozzi Margherita, 1998, pag. 4
13. 32 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
nelle costruzioni sotterranee regna la totale
un certo disagio è in qualche modo inevitabile per gli
uniformità del clima.11
spazi ipogei, a causa della perdita del contatto con la
variazione della luce naturale, con il tempo La perdita del rapporto con la superficie riguarda
atmosferico, con i rumori e persino gli odori della anche il tempo delle stagioni: mentre l’avvicendarsi
superficie. L’ergonomia insegna proprio per questo dell’estate, dell’inverno, dell’autunno e della
quanto sia importante la presenza di una finestra primavera è ben visibile in superficie per il
mutamento del paesaggio, la sottocittà si sgrava
correttamente dimensionata e posizionata. Nella
dall’elemento spaziale così come si astrae dai vincoli
metropolitana di Milano, invece, manca qualsiasi
temporali: propone un paesaggio fissato nel
“finestra”, lucernario o vetrata (come è invece
momento della sua progettazione.12 Ciò comporta
accaduto in qualche stazione di Londra, Monaco,
Zurigo…) e per di più la luce artificiale è limitata a delle conseguenze che Gillo Dorfles ha sottolineato
in un intervista: non c’è dubbio che nel paesaggio
quella debolmente emessa da lampade fluorescenti,
dell'ambiente costruito sotto la città, nel sottosuolo,
che producono un’illuminazione asettica, fredda.
la mancanza di quegli elementi naturali che abbiamo
Altro problema intrinseco allo spazio ipogeo è quello
relativo all’aria. Grazie agli impianti di condiziona- invece nel paesaggio sopra il livello del suolo, fa sì
mento dell'aria si ottengono quasi tutte le prestazioni che l'attenzione sia rivolta molto di più a degli
necessarie per il comfort ambientale interno alle elementi artificiali. Quindi tutta l'efficacia simbolica
strutture ipogee. Forse uno dei pochi inconvenienti di dei segni della città o del luogo come tale finisce per
ciò consiste che in questo modo si è completamente acquisire un'importanza molto maggiore di quanto
estranei ai cambiamenti del clima presente in super- non sia negli spazi aperti.
ficie: mentre sopra il suolo la natura e la qualità
11. Pozzi Margherita, 1998, pag. 127
dell'aria cambia nell'arco della giornata e dell'anno,
12. Carmi Stefano, 1981, pag. 120
14. 33
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
L’affissione
L’immagine sotterranea di doppia ricorrenza: quella dei passeggeri e quella
del flusso comunicativo.
Si possono riconoscere anche delle differenze tra
Tra i primi protagonisti del waiting market vi sono
l’affissione sotterranea e quella di superficie. Marc
state sicuramente le pubblicità dell’affissione. Si
Augé, addirittura, ipotizza che ci si debba chiedere se
vende il flusso dei passeggeri di una certa stazione, la
la specificità delle immagini e degli annunci del
posizione dei manifesti e la loro grandezza. Si vende,
metrò non risulti dal loro carattere sotterraneo. In
insomma, la visibilità degli annunci, calcolata
effetti nelle campagne pubblicitarie create specifica-
secondo precisi indici comparativi.
mente per il metrò si possono riconoscere dei temi e
La loro prima caratteristica è il carattere fisso delle
delle forme comunicative privilegiate.
immagini, contrapposto a quello in movimento degli
Ma la peculiarità dell’immagine sotterranea non
audiovisivi. Marc Augé, tuttavia, sostiene che tale
sarebbe dovuta solamente ai suoi soggetti, ma anche
differenza sia relativa nella misura in cui, se si può
e soprattutto alle modalità di fruizione. L’immagine
dire che nel metrò, al contrario che in televisione, è
del metrò, come quella dei settimanali, è raramente
lo spettatore a passare e l’immagine a restare,
guardata in gruppo; è più frequentemente un
bisogna però aggiungere che, con lo spettatore-
fig 14 - Vecchi manifesti a Parigi
rapporto singolo, fuggevole e vagamente vergo-
viaggiatore che passa e ripassa, accade che i due tipi
Fotografia di RATP
gnoso, quello che s’instaura con essa, un rapporto
d’immagini traggono senza dubbio una pari efficacia
duplice, di connivenza torbida, che la pubblicità,
dal loro carattere ricorrente. Si può pensare allora
allorché propone delle immagini del corpo, pone
che un audiovisivo in metropolitana abbia una sorta
15. 34 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
sotto il segno dell’estetica per scaricarsi del voyeu-
rismo, quantunque queste immagini siano immedia-
tamente ed intimamente sentite come un
provocazione erotica. Di questo carattere provo-
catore testimoniano i graffiti, le scritte, i disegni
fig 15 - Declinazione del nome
osceni che le commentano o completano, a volte
Campari
rabbiosamente.13 Manifesto pubblicitario di Bruno Munari
per l’inaugurazione della metropoli-
Per quanto l’antropologo francese si riferisse al
tana di Milano.
metrò parigino, non si può nascondere come le sue
osservazioni siano perfettamente calzanti anche per
Un altro manifesto d’autore significativo è la Decli-
Milano, dove scritte e segni di vandalismo sono
nazione del nome Campari, che Bruno Munari creò
proliferati in maniera allarmante. Basti pensare allo
per l’inaugurazione della metropolitana di Milano.
scempio inferto ai marmi della linea gialla.
Munari fu certamente uno dei primi fautori della
Un’affissione significativa in proposito, è quella che
comunicazione breve. Anzi, ne fu anche un teorico.
ideò Italo Lupi, quando era art director di Domus.
Quello che non si può dire con poche parole, non si
Per promuovere la rivista concepì un gigantesco
può dire neanche con molte, sosteneva. Non si può
cruciverba proprio con l’intento di provocare la
dimenticare, del resto, quella geniale opera di design
reazione dei passanti: quasi tutti i manifesti furono
che è la «sedia per sedute brevi». Anche perché la sua
soggetti ad un completamento delle caselle vuote,
idea è stata effettivamente ripresa nei nuovi vagoni
molte volte con la soluzione corretta. Fu uno dei
della metropolitana di Madrid.
primi casi di pubblicità interattiva.
La semplicità e la sinteticità tipiche dei suoi lavori,
sono caratteristiche pregnanti anche del manifesto in
13. Marc Augé, 1986
16. 35
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
questione. La comunicazione breve, pensò Munari,
era l’unica strada per ideare un prodotto comuni-
cativo per un luogo come la metropolitana, dove i
tempi d’attesa sono brevi. Pensò, allora, che solo un
messaggio leggibile velocemente, magari di
sfuggita, potesse essere adeguato alla situazione.
Nel corso del tempo il linguaggio della cartelloni-
fig 16 - Campagna Virgilio, 1999
stica si è evoluto e raffinato proprio secondo quella
Fotografia dell’autore
direzione preannunciata in qualche modo da Munari,
quella appunto della comunicazione breve. La cartel-
che popolano il nostro mondo e il nostro tempo di
lonistica, non solo quella sotterranea, è diventata così
trasferimento.14
consapevole e padrona delle forme della sinteticità,
Non manca, tuttavia, qualche eccezione, in cui si
della contrazione e della sintesi.
cerca di dire più di quello che i tempi di lettura
Fermare l’attenzione, cogliere lo sguardo di chi ha
consentirebbero di leggere. La comunicazione risulta
fretta e vuole tornare al più presto a casa propria o
allora incompleta o interrotta.
deve raggiungere il proprio posto di lavoro o di
studio è una delle scommesse che i pubblicitari
devono superare ogni giorno. Così vediamo
messaggi sempre più strani, provocatori e sintetici 14. AA.VV. Subway
17. 36 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Distinzioni successiva. Anche in questo caso la promessa fu
mantenuta, solo che questa volta la ragazza si
presentava con le spalle al pubblico).
Una prima distinzione dovrebbe essere operata tra
[…] Certamente il metrò non ha il monopolio di
manifesti con periodicità regolare, che danno infor-
queste immagini né di questi temi, esso non è l’unico
mazioni sugli spettacoli […], manifesti di creazione
luogo ove si diffonde se non proprio «una visione del
molto più recente che tentano di lanciare un film e
mondo», certamente un'immagine dell'individuo e
cui l’esposizione è a volte originale, […] e manifesti
della vita. Ma è altrettanto certo che, da un lato,
che assicurano in modo più continuativo la promo-
queste immagini trovano una forza particolare dal
zione di un prodotto o di un marchio. Questi ultimi
fatto di accompagnare ogni giorno sotto terra tutti
possono giocare sia sulla familiarità della loro sigla e
coloro il cui percorso li isola il tempo per passare da
dei loro simboli […], sia su un rinnovamento della
una forma di socialità ad un'altra e, dall'altro, che la
loro immagine; inoltre possono anche giocare sul
natura stessa di queste immagini (corpi lanciati e
tempo, creare un’attesa, del tipo «la settimana
desiderabili, certo, ma più ancora stati d'animo,
prossima mi tolgo gli slip», per captare e trattenere
appezzamenti, andature, sguardi) deve essere presa
l’attenzione di uno spettatore che, contrariamente a
in particolare considerazione in un'epoca il cui punto
quello della televisione o del cinema, è un passante.
debole è l'antropomorfismo con la sua incessante
(N.d.C. Un paio di anni fa è apparsa, nel metrò, una
creazione di Soggetti storici […], le cui immagini e
pubblicità in cui una bella ragazza, in costume da
il cui chiacchiericcio tendono a suggerire che la
bagno a due pezzi, prometteva di togliersi il
verità dell'essere è nel sembrare: qual è la forma del
reggiseno la settimana seguente. E così fu: dopo una
presidente, qual è lo stato dell'opinione o la salute
settimana la pubblicità presentava la donna a seno
dell'impresa?
nudo. In quella stessa circostanza la ragazza
prometteva di togliersi anche gli slip per la settimana
18. 37
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 17 - Campagna Beretta
fig 18 - Campagna Abitare
Fotografie dell’autore
[…] siamo oggi sempre più sensibili all’apparenza combinazione delle due) e allo stesso tempo una
degli esseri e delle cose, la sola suscettibile a dare specie di conferma oggettiva della realtà del mondo
senso: così diamo attenzione più al tono della voce che lo circonda e dei valori che vi si dispiegano
che non al contenuto del discorso, alla determina- spettacolarmente: l'immagine continua a confermare
l'immagine.15
zione dello sguardo più che a quella del pensiero, al
look, al muscolo, alla «mandibola». Da questo punto
di vista, ciascuno scopre nel metrò ciò che vi porta (la
rivolta o la fascinazione e, più in generale, una sottile 15. Marc Augé, 1986, pag. 95
19. 38 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
L’impatto ambientale alla contemplazione – fruizione – assimilazione
pubblica. Oltre che ad un’ovvia, ma non prioritaria
sottolineatura dell’invadenza della pubblicità
La grandezza, la gigantografia dell’immagine affissa
nell’ambiente urbano, e nella nostra vita, ho voluto
comporta inevitabilmente delle relazioni con il
sottolineare in una sequenza, interna alla sequenza
pubblico e con il paesaggio circostante. A volte in
delle immagini, il carattere di serialità delle
modo bizzarro, banale, curioso e spesso invadente.
immagini odierne anche quando devono comunicare
Lo hanno capito per primi i fotografi attenti al cambi-
messaggi diversi, perché concepite e strutturate nello
amento del paesaggio, come Luigi Ghirri. In questo
stesso identico modo.17
dialogo fra figure mute e una realtà dinamica, le
Fotografare la cartellonistica vuol dire, per Ghirri,
immagini assumono un significato diverso e del tutto
produrre un affresco dei nostri tempi. Se l’affresco
nuovo; ciascuna di loro è in relazione con un
era momento di identità personale e collettiva, pure
momento del mondo fisico che stimola la visione e è
questi trittici ripetuti ci danno una immagine
testimone della sua storia e della sua presenza nel
nostro tempo.16 personale e collettiva; ma se per l’affresco il
momento della fruizione era un momento di attiva-
Ghirri è stato il primo fotografo in Italia, e probabil-
zione di coscienza, ri-conoscenza, il muro di
mente anche al mondo, che ha voluto sottolineare sia
immagini, letto e assimilato nella maggioranza dei
nella dimensione, sia nella ripetitività il carattere
casi dall’automobile, diventa come uno spezzone
storicamente nuovo di immagini che si propongono
cinematografico a velocità accelerata, ed i
16. Luigi Ghirri, Topographie-Iconographie, in fotogrammi, immagini indistinte e di fruizione total-
Camera Austria n.7, 1982, pag. 30
20. 39
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 19 - Km 0,250
fig 20 - Km 0,250
Modena, 1973.
Sequenze di Luigi Ghirri.
mente passiva, disattivazione critica per pseudo- di fuga, dovute agli spazi limitati delle banchine,
riconoscimenti.18 rendono le affissioni ancora più indiscrete e in
In metropolitana, tuttavia, il «muro di immagini» è qualche modo sfacciate.
letto dal passeggero ad una velocità rallentata Un altro fotografo, Marco Pesaresi, ci racconta con i
rispetto a quella dell’automobilista, e ad una distanza suoi scatti la presenza insinuante della cartellonistica
più ravvicinata. Si tratta anche in questo caso di una nelle metropolitane. Ne evidenzia le dimensioni
fruizione passiva, forse ancora più sommessa, poiché quasi grottesche, perché prevaricanti su quelle degli
l’assenza di un paesaggio di sfondo, amplifica il utenti e a volte persino dei treni. Ne coglie relazioni
messaggio dei manifesti sino a farli sembrare e rimandi alla realtà circostante. Ci descrive la parti-
strillati. Inoltre, le ridotte possibilità di movimento, o colarità della loro fruizione, così ravvicinata da
essere quasi immersiva. Ci racconta anche i compor-
17. AA. VV., Luigi Ghirri, Parma 1979, Feltrinelli,
tamenti degli spettatori, silenziosi e nervosi, curiosi
pag. 70
18. AA. VV., Luigi Ghirri, Parma 1979, Feltrinelli,
o distaccati, coinvolti o indifferenti.
pag. 70
21. 40 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 21 - Montparnasse, Parigi
fig 22 - Bethnal Green, Londra
Fotografie di Marco Pesaresi
fig 23 - Camden Town, Londra
fig 24 - Porte de Clignacourt, Parigi
Fotografie di Marco Pesaresi
22. 41
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 25 - Holborn, Londra
fig 26 - Bank, Londra
Fotografie di Marco Pesaresi
23. 42 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Forme di spettacolo metropolitano
Una delle prime attività apparse nel mercato i passanti con la loro musica. Li si trova per lo più
dell’attesa in metropolitana, (non considerando il negli spazi di passaggio o nei tunnel di collegamento,
borseggio e l’accattonaggio), è quella della perfor- dove si moltiplicano le possibilità di offerte.
mance musicale. Si tratta per lo più di musicisti I musicisti di professione hanno generalmente un
clandestini che con il loro strumento passano da un regolare permesso. A volte sono chiamati e
vagone all’altro. Marc Augé ha definito la loro coordinati dall’azienda dei trasporti: è questo il caso
organizzato».
prestazione come «mancia», poiché ogni esibizione che chiamerò «spettacolo
si conclude con una richiesta esplicita di una mancia. Quest’ultimo si distingue subito per l’attrezzatura dei
Non ci sono, però, solo musicisti improvvisati. Molti musicisti: mi è capitato di incontrare, nella metropo-
lasciano intuire un certa esperienza amatoriale o litana di New York, un batterista o interi gruppi jazz.
professionale. Marc Augé ha definito i loro servizi Manifesti, opuscoli o volantini sporadici testimo-
come «servizi artistici» poiché non chiedono esplici- niano l’ufficialità dell’iniziativa.
tamente una mancia, ma interpellano implicitamente
24. 43
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
La mancia A volte, però, il performer ricerca più la sensazio-
nalità e l’impatto, anche a rischio di infastidire il
pubblico. È questo il caso di uno stravagante sasso-
La mancia partecipa del dono imposto: profittando
fonista che si aggirava nella metropolitana di New
dello spazio chiuso del vagone, il cantante o il
York con un sassofono rotto. Gridava «Terrestri!
musicista dispone di circa tre minuti per il suo colpo
Vengo dal pianeta Xenon. Il mio sassofono è stato
di forza e di seduzione. Perec aveva notato che
distrutto da tre assalitori e mi serve il vostro aiuto!
l'intervallo di tempo medio fra due stazioni è di un
Suonerò finché non mi pagate!». E così faceva:
minuto e mezzo circa e che la lettura nel metrò
produceva rumori assordanti con il proprio
doveva organizzarsi in funzione di questo ritmo. È
strumento sfasciato. Mentre andava in giro per i
ancora più vero per le canzoni di pezzi per chitarra
vagoni, con delle antenne in plastica da marziano che
che i loro interpreti hanno tutto l'interesse ad eseguire
gli penzolavano dalla testa, i passeggeri gli cedevano
nell’intervallo massimo di tre stazioni se non
qualche moneta.
vogliono perdere il loro uditorio; essi hanno dunque
Forse anche questa è una delle ragioni per cui un po’
in media tre minuti, anche se lavorano in due, con il
ovunque avvisi ufficiali invitano il pubblico a non
secondo che fa la questua già quando il primo suona
incoraggiare queste attività, a dire il vero per lo più
o canta ancora, per imporre con il loro talento l’idea
invano. Nessuno ormai si meraviglia più oggigiorno,
di un necessario contro-dono; è ben vero che il
anche se l'intrusione di due giovani con la chitarra
talento fa spesso la differenza: i passeggeri si
nel vagone, dove ognuno pensa ai fatti propri, ha
sottraggono più difficilmente al sentimento della
come effetto di rinchiudere un po' più visibilmente i
reciprocità allorché sono stati sensibili alla bellezza
della voce o alla maestria di uno strumentista.19 solitari nella loro assenza risoluta dal mondo circo-
stante. E ciò sia nel caso che non abbiano i soldi, sia
nel caso che apprezzino esclusivamente del metrò la
19. Marc Augé, 1986, pag. 73
25. 44 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
sensazione di una intimità con se stessi, animale e monica o di violino, che sanno dosare con grande
riposante, che non hanno il tempo di gustare altrove tempismo pezzi famosi ed orecchiabili. A volte lo
e che ogni contatto esterno riesce arbitrariamente a straniero che ci chiede la mancia, sfoggia strumenti e
dissipare.20 motivi tipici del proprio paese di origine, come fanno
Nella metropolitana di Milano stanno diffondendosi i Peruviani. Un po’ più sofisticati e pretenziosi, per
i suonatori di flauto, strumento di semplice utilizzo, quello che può essere l’acustica di un vagone, sono i
molto economico e veloce da nascondere. Uno chitarristi. I più agguerriti sono quelli armati come
strumento, insomma, alla portata degli accattoni che «Ghostbusters» di amplificatori portatili. Non
per una “facile promozione” sono disposti ad mancano i fenomeni, seppur rari, che riescono a
improvvisare i più vari motivi. Lasciano immaginare suonare contemporaneamente una fisarmonica allac-
una certa esperienza, invece, i suonatori di fisar- ciata alla bocca, la chitarra appesa al collo e
qualcos’altro comandato col piede.
20. Marc Augé, 1986, pag. 74
26. 45
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 27 - Un cantautore, Milano
fig 28 - Un violinista, Milano
Fotografie dell’autore
fig 29 - Un artista, Madrid
fig 30 - Un mimo, Parigi
Fotografie di Marco Pesaresi
27. 46 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 31 - Violinista, Milano
fig 32 - Fisarmonicìsta, Milano
Fotografie dell’autore
fig 33 - Due clwon, Città del Messico
Fotografia di Marco Pesaresi
28. 47
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
I servizi artistici Per la maggior parte delle metropolitane le esibizioni
sono state a lungo bandite. Molti sono stati i segnali
La prestazione di servizi artistici può essere distinta
e gli avvisi di divieto, che gli addetti alla sicurezza e
da quella della mancia: a partire da un punto fisso
alla sorveglianza provvedevano a far rispettare allon-
essa si indirizza ai passanti, non ai passeggeri, e non
tanando o multando i trasgressori.
impone alcuna relazione duale, non sottolinea il
Nonostante tutto i più ostinati proseguivano ininter-
legame necessario fra dono e contro-dono. A
rottamente nella propria attività. La loro resistenza e
giudicare dalla qualità di certi strumentisti, in parti-
la bravura di alcuni hanno portato col tempo a ricon-
colare classici, nei corridori del metrò, ci si rende
siderarne il ruolo. Il gradimento del pubblico, infatti,
conto che numerosi giovani professionisti vengono
ha convinto alcune amministrazioni ad essere più
qui ad esercitarsi - cosa che sarebbe indubbiamente
tolleranti. Sono state pensate norme per consentire
più difficile a casa loro dove tra l'altro non guadagne-
uno spettacolo controllato: sono nati così permessi e
rebbero del denaro. Poiché ne guadagnano. Le cose
licenze per gli artisti del sotterraneo.
stanno in modo che quegli che non mostrano di
La cultura del servizio è nel frattempo cresciuta,
chiederli ne guadagnano di più. È la giusta ricom-
facendo intravedere l’opportunità di aumentare la
pensa ad un autentico talento che qualcuno riconosce
soddisfazione dei passeggeri. La situazione si è così
e che molti indovinano; dono gratuito anche, dono
ribaltata: alcune amministrazioni hanno organizzato
della felicità e del momento […], dono molto vicino
manifestazioni di spettacoli metropolitani, invitando
all'elemosina così come questa viene analizzata da
fig 34 - Chitarrista con fisarmo- quegli stessi artisti che anni prima avevano cacciato.
Mauss - dono a Dio più che solidarietà fra gli
nica, Milano
Indicativo è il caso di TTC, di Toronto. Nel luglio del
uomini? 21
Fotografia dell’autore
1979 avviò un programma sperimentale di conces-
sione dei permessi. Dopo sei mesi fece un’indagine
di gradimento, scoprendo che più del settantaquattro
21. Marc Augé, 1986, pag. 75
29. 48 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
per cento degli intervistati era favorevole alla interesse alla concessione di permessi per gli artisti.
presenza dei performer. Perciò, nell’Agosto del Nella metropolitana di Madrid sembrano essere
1980, il Subway Musicians' Programme fu approvato tollerati persino i mangiafuoco e le gitane che
ufficialmente, prevedendone un rinnovamento da predicono il futuro.
Nella metropolitana di Milano il servizio artistico più
decidere annualmente nell’interesse degli utenti.
Il programma non è stato solo rinnovato di anno in frequente è quello prestato con chitarra e amplifi-
anno, ma anche potenziato: nel 1979 cinquanta artisti catore. I più attrezzati cantano con un microfono e
leggono gli spartiti da un leggio pieghevole. Se
parteciparono alle audizioni, nel 1997 più di duecen-
l’acustica delle stazioni e dei corridoi permette di
tocinquanta. La maggior parte di questi suonavano
moltiplicare i rumori e difficilmente comprenderne
una chitarra. C’erano anche violini, violoncelli, flauti
l’origini… non c’è dubbio che possano anche
cinesi, sassofoni, mandolini e banjo. Diversi artisti
fungere da perfetto amplificatore per la musica
erano anche cantautori.
suonata.22 Luoghi privilegiati sono le stazioni di
Il permesso autorizza a suonare per quattro giorni
consecutivi in ognuna delle trentotto stazioni scambio, (Duomo, Centrale, Loreto, Cadorna), per i
selezionate. La concessione è rilasciata ogni anno gli spazi di passaggio più estesi, o comunque perché
tramite le audizioni, che selezionano settantacinque più frequentate. I tunnel più ambiti sono quelli più
performer. I criteri di scelta sono tre: presenza fisica, lunghi, perché la musica ha più tempo per convincere
talento musicale, capacità di intrattenere. il passante frettoloso a donare qualche spicciolo.
Anche New York, Parigi, Londra e molte altre metro-
politane, grandi e piccole, hanno già dimostrato 22. Davide Pedrizzetti, 1997, pag.45
fig 35 - Chitarrista, Parigi
Fotografia di Marco Pesaresi
30. 49
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Lo spettacolo organizzato Diverse altre metropolitane, grandi e piccole, hanno
organizzato e stanno organizzando festival e
rassegne. Anche i mezzanini della metropolitana di
Nel film Underground di Kusturica, una banda di
Milano hanno ospitato in passato esibizioni musicali.
ottoni suona in metropolitana le musiche di Goram
In ogni caso si tratta di manifestazioni limitate nel
Bregovic. Un’immagine poetica lontana dalla realtà?
tempo ad occasioni o ricorrenze particolari: una
Assolutamente no: ogni mese l’orchestra della SL
manifestazione continuativa sarebbe troppo costosa.
(metrò di Stoccolma) si esibisce all’ingresso della
Lo spettacolo organizzato, infatti, è offerto gratuita-
stazione centrale. È un’immagine molto rappresen-
mente al pubblico. Perciò è frequente e necessaria la
tativo di quello che chiamerei «spettacolo
fig 36 - Festa nel metrò di Belo
presenza di uno sponsor.
organizzato» in metropolitana.
Horizonte, Brasile
Fotografia di CBTU Lo spettacolo organizzato conosce anche forme
Il caso di Stoccolma, comunque, è tutt’altro che
diverse dall’esibizione dal vivo: repliche o dirette
isolato. Al momento della stesura di queste righe,
dalle radio e dai circuiti di musica filodiffusa. Questa
infatti, è in corso il programma En avant la musique,
è, anzi, una delle forme più diffuse nelle metropo-
alla stazione Auber della metropolitana di Parigi. Da
litane di tutto il mondo. Certo, ci sono anche i paesi
poco è terminato un festival di musica Jazz nella
come la Germania che non ammettono altro che un
metropolitana di New York City. La AIT sta pianifi-
rigoroso silenzio. Ci sono però anche quelli come la
cando per le vacanze di Natale uno special perfor-
Spagna che sembrano non poter vivere senza la
mance program, non solo di musica dal vivo, ma
musica: diffusa non solo nelle metropolitane ma
anche di altre forme di espressione artistica.
anche nelle ferrovie.
MARTA, TCL e la metropolitana di SaoPaolo stanno
pensando anche alle altre festività.
31. 50 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 37 - “En avant la musique”
Manifesto di promozione dell’iniziativa.
fig 38 - Programme “En avant la
musique”
Calendario della manifestazione
Fotografie di Fabrizio L’Abbate.
32. 51
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Arte e decorazioni
Anche esibizioni, mostre e iniziative legate al mondo
dell’arte, hanno trovato spazio negli ambienti della
metropolitana. Sarebbe molto affascinante scoprire
come le ricchezze culturali di ogni nazione abbiano
trovato forme espressive consone o addirittura nate
per lo spazio della metropolitana, ma ciò andrebbe
fig 39 - Poems in motion
Fotografia di Fabrizio L’Abbate. ben oltre gli scopi del mio lavoro. Mi vorrei sempli-
cemente limitare a far presente come anche l’arte sia
una forma di comunicazione per l’attesa in metropo-
litana. paesi, testimoniando ancora una volta la necessità di
Un esempio per tutti: Poems in motion della metro- una comunicazione breve.
politana di Stoccarda. Due volte all’anno la SSB L’arte in metropolitana, tuttavia, non è solo quella
affigge dei poster con poesie, di poeti più o meno delle manifestazioni occasionali e sporadiche, ma è
noti, all’interno dei vagoni della metropolitana o anche quella più duratura, se non fissa, che arric-
degli autobus. Iniziative analoghe, come il Concours chisce le banchine con decorazioni, mosaici, graffiti,
poésie Laureat a Parigi, si presentano in diversi altri bassorilievi, sculture, pitture… Non è, del resto,
anche l’architettura stessa delle stazioni una forma
d’arte?
33. 52 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
costringevano i figli a lavarsi le mani prima di
L’arte durevole nel metrò è uno strumento di affer-
entrarvi per non sporcare i treni. Le stazioni gareg-
mazione del genius loci di una certa città e di una
giavano in magnificenza, esibendo il meglio e il
certa zona, ed è sovente un richiamo alla realtà sopra-
peggio dell'arte sovietica. La stazione Mayako-
stante, come la famosa stazione del Louvre. La carat-
vskaya, completata nel 1938, ha una sala centrale
terizzazione delle stazioni comporta inevitabilmente
sorretta da bellissime colonne in acciaio e marmo
anche una loro differenziazione. Ciò rende gli
rosso che si innalzano fino ad un soffitto coperto di
ambienti, oltre che piacevolmente fruibili, ricono-
mosaici del socialismo reale. Nella stazione
scibili con una certa immediatezza.
A Parigi, a Mosca e in altre grandi città, le metropo- Ploshchad Revolyutsii gli archi del corridoio sono
litane presentano, ognuna a suo modo, strutture ed sorretti da vigorose sculture di soldati dell'Armata
elementi unici, non ripetuti in modo standardizzato Rossa. La stazione Kropotkinskaya ha una galleria
(come invece è avvenuto a Milano, dove nella realiz- superiore e una piattaforma con colonne.
zazione delle linee della metropolitana si è cercato di Per il visitatore, la metropolitana è di per se un'attra-
rendere gli spazi uniformi e ricorrenti in ogni parti- zione. Dopo cinquant'anni di costruzione, percorrere
colare e dettaglio) e con dettagli studiati ad hoc, così queste stazioni è come sfogliare una storia dei codici
da aiutare gli utenti a capire istantaneamente dove si estetici sovietici, dal classicismo stalinista alla
trovano in quel momento. 23 sobrietà pesante e indecisa dell'epoca brezhne-
viana.24
A Mosca, infatti, le stazioni erano progettate in modo
che ogni lavoratore potesse sentirsi uno zar mentre Anche a Città del Messico molte stazioni sono
percorreva i tunnel e aspettava ai binari. Una barzel- decorate con pitture murali. Nella stazione di Insur-
letta molto diffusa diceva che le mamme russe gencia, Rafael Cauduro ha dipinto scene realiste
24. Manuel Vázquez Montalbán, in Marco Pesaresi,
23. Carmi Stefano, 1981, pag. 70 1998, pag. 70
34. 53
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
tratte dalle metropolitane di Parigi e Londra. Nella (recentemente è stata inaugurata la quattordicesima
stazione di Copilco, il tema è la Gioconda. Le linea) e la stratificazione delle diverse architetture,
popolazioni indigene sono l'argomento dei dipinti arredi, stili, materiali, finiture. Il metrò di Milano,
della fermata di Tacubaya. Per placare gli dei che invece, ha poco più di un quarto di secolo. Le due
forse si sono opposti alla presenza della metropo- città stesse, inoltre, sono sensibilmente diverse.
litana la stazione di Zocalo è diventata un museo Mi è sembrato più appropriato un confronto con
messicana.25
virtuale con fotografie della storia Monaco, dove la costruzione della metropolitana ha
A Stoccolma la non finitura degli scavi ha reso le avuto inizio negli stessi anni di quella di Milano,
stazioni grotte uniche ed originali. Si potrebbero fare raggiungendo in entrambe le città un’ottantina di
molti altri esempi ancora. Quello più autorevole stazioni per più di settanta chilometri. La capitale
potrebbe essere Parigi, ma un suo confronto con della Baviera, poi, è il cuore economico della
Milano sarebbe alquanto azzardato, in quanto un Germania un po’ come lo è Milano per l’Italia. Le
secolo di storia ne spiega la meticolosa capillarità due città, infine, sono paragonabili per numero di
abitanti e dimensioni territoriali.
25. Vicente Leñero, in M. Pesaresi, 1998, pag. 92
35. 54 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Un caso significativo: Monaco “l’uomo è la misura per tutte le cose”, è anche la
linea direttiva nel caso delle stazioni del metrò: il
centro dell’attenzione del progetto è costituito dai
Da luogo concepito in un'ottica esclusivamente
passeggeri, cioè gli utilizzatori di un servizio di
funzionalista, le linee metropolitane, che sono
trasporto pubblico. I passeggeri non devono
l'infrastruttura sotterranea principale nelle grandi
solamente raggiungere la propria destinazione
città, oggi sono diventate spazi abitati per eccellenza
velocemente, con sicurezza e comfort, ma devono
in cui la funzionalità, pur essendo sempre impor-
anche vivere positivamente l’esperienza dell’attesa
tante, non rappresenta più l'unico elemento caratte- fig 40 - Stazione Westfriedhof
Fotografia di Robert Schwandl
26 nelle stazioni. L’uso di elementi artistici o decorativi
rizzante della struttura. Monaco ben rappresenta
può aiutare a rendere l’attesa piacevole, cosa che
questa tendenza: il design funzionalista delle prime
generalmente non si associa agli spazi sotterranei
stazioni, pensate per le Olimpiadi del 1972, ha
illuminati solo da luce artificiale. Ciò suggerisce già
ceduto presto il posto ad un’architettura moderna ed
come non debba essere una stazione della metropo-
innovativa. Hans-Jochen Vogel, ex sindaco della
litana: oppressiva, deprimente, aggressiva o provo-
città bavarese, fece valere la convinzione che l’archi-
catoria. Il design e l’arte delle stazioni devono
tettura delle stazioni della metropolitana fosse
suscitare un’atmosfera positiva in quanto i
importante almeno quanto quella degli edifici di
passeggeri sono obbligati a viverla tutti i giorni. […]
superficie.
Le decorazioni storiche-artistiche e le rappresenta-
Significative sono in proposito le parole di un
fig 41 - Stazione Dülferstraße
zioni di carattere locale sono nell’architettura i punti Fotografia di Stefan Müller-Naumann
consigliere comunale per la pianificazione del metrò,
di relazione a cui si possono riferire i passeggeri. Le
Rolf Schirmer: in apparenza ovvio, ma l’ancora
costruzioni e gli eventi nelle immediate vicinanze di
ambizioso principio filosofico di duemila anni fa,
una stazione – per esempio musei e gallerie d’arte –
offrono preziosi spunti di design, come nel caso della
26. Pozzi Margherita, 1998, pag. 23
36. 55
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 42 - Karlsplatz
Pannelli decorativi di Volker Sander:
rappresentano mezzi di trasporto del
passato.
fig 43 - Klinikum Großhadern
Fotografie di Stefan Müller-Naumann
stazione Königsplatz, dove un vuoto determinato da oltre che la funzionalità. Quello che vorrei sottoli-
requisiti tecnici è stato trasformato in uno spazio neare, però, è che le sue stazioni sono un esempio
espositivo.27 lampante di come l’impatto visivo delle decorazioni
In effetti le stazioni della metropolitana di Monaco aiuti l’utente nell’orientamento e nell’identificazione
fanno capire immediatamente come nella loro in un “genius loci microlocale”. Ciò non ha
progettazione siano state considerate con grande comunque compromesso l’efficacia di un indispen-
attenzione l’abitabilità e il benessere dei passeggeri, sabile filo conduttore comune per tutte le stazioni:
quello della grafica coordinata, espressa innanzitutto
27. traduzione da Christoph Hackelsberger, 1997,
da una chiara segnaletica.
pag. 11
37. 56 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 44 - St. Quirin Platz
La grande copertura vetrata illumina la
banchina con luce naturale
fig 45 - Mangfallplatz
M1 San Babila, opera di Paola di Bello
Fotografie dell’autore
fig 46 - Wetternsteinplatz
I colori differenti per i muri delle due
banchine permettono di riconoscerne
immediatamente la direzione
Fotografia dell’autore
fig 47 - Großhadern
Murali di Johannes Klinger
Fotografia di Stefan Müller-Naumann
38. 57
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 48 - Hasenbergl
Banchina con volta riflettente
fig 49 - Klinikum Großhadern
murale di Eckard Hauser
Fotografie di Stefan Müller-Naumann
fig 50 - Brudermühlstraße
fig 51 - Machtlfingerstraße
Opera di Rupprecht Geiger
Fotografie di Stefan Müller-Naumann
39. 58 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 52 - CandidPlatz, banchina
direzione Mangfallplatz
fig 53 - CandidPlatz, banchina
opposta
Fotografie dell’autore
fig 54 - Max Weber Platz
Modello di uno dei primi tram a cavallo
fig 55 - Pilastro decorato
Riproduzioni di vecchi giornali di
Monaco, opera di Volker Sander e Her-
mann Wilhelm
Fotografie di Stefan Müller-Naumann
40. 59
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 56 - Feldmoching
Fotografie storiche del villaggio “Feld-
moching” interrompono la semprepre-
sente banda col nome della stazione.
Fotografia di Stefan Müller-Naumann
fig 57 - Theresienwiese
Stazione del parco usato per l’Oktober-
fest: le decorazioni richiamano una
tipica birreria di Monaco.
Fotografia dell’autore
fig 58 - Interno di un vagone
Si noti il posizionamento della mappa
sul soffitto.
fig 59 - Particolare della mappa
Fotografie dell’autore
41. 60 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 60 - Thalkirchen
Decorazioni di Ricarda Dietz
fig 61 - Particolare dei murales
Fotografie di Stefan Müller-Naumann
fig 62 - Haderner Stern
Decorazioni murali con blocchi di vetro
modulati da cornici metalliche colorate.
fig 63 - Dettaglio del mosaico
Opera di Ricarda Dietz
Fotografie di Stefan Müller-Naumann
42. 61
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 64 - Rilievi di Waki Zöllner
Stazione Olimpiazentrum
fig 65 - Feldmoching
Fotografie di Stefan Müller-Naumann
fig 66 - Forstenrieder Allee
Schizzi di Helmut Pfeuffer
fig 67 - Messegelände
Decorazioni di Volker Sander
Fotografie di Stefan Müller-Naumann
43. 62 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
Le stazioni di Milano delle stazioni, le quali si distinguono solamente attra-
verso la segnaletica e la parola scritta, unici elementi
che permettano di individuare il luogo in cui ci si
La rivista Domus del Maggio 1966 definì quel nuovo
trova.28
paesaggio sotterraneo milanese che è la metropo-
Mentre a Monaco agli architetti è stata affidata la
litana come il più esteso «disegno» cittadino, il più
progettazione di intere stazioni, a Milano gli sono
grande ambiente milanese concepito con unità. […]
state lasciate limitate possibilità di intervento. Nella
La prima volta che il design compare a Milano in un
loro relazione tecnica, infatti, i progettisti (Franco
servizio pubblico in modo così unitario e completo.
Albini e Franca Helg) scrissero: il lavoro di finitura
La segnaletica disegnata da Bob Noorda è diventata
delle stazioni MM si è svolto su di una struttura già
un punto di riferimento indiscutibile.
realizzata e con limitatissime possibilità d'intervento
Se si guarda l’esempio di Monaco, però, ci si accorge
sul piano distributivo per quanto riguarda sia i
immediatamente che qualcosa è mancato a Milano.
percorsi del pubblico, sia il ridimensionamento degli
La linea 1, progettata e realizzata negli anni sessanta
ambienti. […] I plafoni e la parte superiore delle
con criteri diversi da quelli attualmente accettati, che
pareti delle banchine e dei mezzanini sono stati
facevano riferimento ad una impostazione concet-
rivestiti con vernice plastica vinilica di colore
tuale che privilegiava un'ottica funzionalista […] I
marrone scuro e verde scuro. […] Il colore scuro
soffitti delle stazioni sono bassi, l'illuminazione è
rende meno evidenti le irregolarità di superficie delle
piuttosto ridotta, i materiali e gli elementi strutturali
strutture in calcestruzzo.
sono uguali in tutte le stazioni, i contatti con l'esterno
La ripetitività e l’uniformità delle stazioni, invece,
sono ridotti al minimo. Questa realtà del sottosuolo è
sono state ricercate volutamente, come riporta la
ben diversa dalla realtà di superficie.
Tutto questo è stato realizzato volutamente, con il
preciso scopo di arrivare a una totale omologazione 28. Pozzi Margherita, 1998, pag. 26
44. 63
capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 68 - Duomo, Linea 1
fig 69 - Piola, Linea 2
Fotografie dell’autore
stessa relazione: i criteri conduttori del lavoro si sono Le linee 1 e 2 sono identiche nei materiali,
basati su di una ricerca di uniformazione dei nell’organizzazione degli spazi e nei dettagli […]
materiali, scelti a seconda delle esigenze delle Tutte le stazioni sono caratterizzate da una forte
singole parti e conformi al concetto di serie e ripeti- uniformità nell’organizzazione delle finiture. […]
bilità. Le soluzioni di dettaglio studiate per una differiscono solo per il colore dei corrimano […]
stazione campione sono state ripetute in tutte le altre delle transenne […] e della fascia continua di lamiera
e adattate nei casi anomali, comunque comuni a verniciata, posta in alto lungo i muri perimetrali del
piano mezzanino e di quello delle banchine.29
piccoli gruppi di stazioni. Questo è stato l’approccio
al progetto anche per la linea 2, che moltiplica la
ripetitività della linea 1. 29. Pozzi Margherita, 1998, pag. 165
45. 64 capitolo 1 - L’attesa in metropolitana
fig 70 - Rogoredo, Linea 3
fig 71 - Direzione Zara
Fotografie dell’autore
Occorre rivolgere principalmente la propria atten-
Con la linea 3, invece, si è cercato di conferire
zione alle «parole scritte», perché esse, in assenza di
all’ambiente una maggiore luminosità, sicurezza ed
efficienza. L’accoppiamento del giallo dei controsof- altre diversificazione formali nel paesaggio sotter-
fitti, il rosso delle doghe e il bianco dei pavimenti, raneo, rappresentano l'unico veicolo di informa-
produce una sensazione “solare”, riduce l’oppres- zione. […] non compaiono mai elementi formali che
sione che spesso ci accompagna quando si scende in caratterizzino l'ambiente in modo da renderlo
ambienti sotterranei non sufficientemente illuminati «unico», non ripetuto e inconfondibile nell'intera rete
colorati.30 metropolitana.31
e giustamente
Anche per la linea 3, tuttavia, la maggior parte dei Eppure a Milano non mancano di certo gli spunti per
dettagli sono ripetuti ed identici per tutte le stazioni. un riferimento alla superficie, e nemmeno i talenti
Non è possibile, perciò, riconoscere immediatamente per realizzarli. Non si è realizzato neanche il
una stazione dall’altra, se non leggendo le insegne. desiderio di Piero Bottoni che rivolse al sindaco di
30. AA.VV., 1995, pag. 179 31. Carmi Stefano, 1981, pag. 72