5. IL PEER-REVIEW
FUNZIONA SEMPRE?
Nel 1997 il New England Journal of Medicine, con
un'indagine interna, scoprì che ben 19 dei 40
articoli di review su terapie farmacologiche
pubblicate erano stati proposti da scienziati con
un conflitto di interesse non esplicitato».
Questo esempio, ed altri simili, che rimandano
tutti al conflitto di interessi hanno posto la
rivista scientifica più famosa al mondo, Nature,
nella condizione di chiedersi: "Possiamo credere
a ciò che leggiamo?"».
6. IL PEER-REVIEW
FUNZIONA SEMPRE?
I risultati delle ricerche sulle cellule staminali
presentati come una novità mondiale nel 2005 e
pubblicati su Science dal professore sudcoreano
Hwang Woo Suk, 53 anni, erano falsificati.
Hwang Woo Suk
7. COME (E PERCHE’) SI COSTRUISCE
LA NOTIZIA
Il caso Folkman - 1
• Domenica 3 maggio 1998: sulla prima pagina del New York
Times, con grossa evidenza, sono annunciati i risultati di
una ricerca condotta dal professor Judah Folkman. Lo
scienziato aveva scoperto, lavorando sui topi, che certe
proteine possono sopprimere un tumore impedendo ai vasi
sanguigni di portargli nutrimento.
8. COME (E PERCHE’) SI COSTRUISCE
LA NOTIZIA
Il caso Folkman - 2
• Fino all'uscita dell'articolo sul giornale Folkman era un
professore che aveva chiesto (spesso invano)
finanziamenti per la sua ricerca. Uno scienziato senza
lustrini e senza piume che, con i colleghi, si divertiva
anche a minimizzare il suo lavoro.
• In prima pagina il professore è arrivato con un progetto
di comunicazione ben studiato. A tessere per primo le
sue lodi è stato uno dei padri della scienza moderna,
James Watson, vincitore del premio Nobel con Francis
Crick per aver scoperto la struttura del Dna. Queste le
sue parole nell'articolo: "Judah curerà il cancro in due
anni, sarà ricordato fra i grandi scienziati come Charles
Darwin".
9. COME (E PERCHE’) SI COSTRUISCE
LA NOTIZIA
Il caso Folkman - 3
• In America, subito dopo l'uscita dell'articolo, partì una
campagna stampa che mise in discussione anche la
portata della ricerca. Si scatenarono tutti: dagli
scienziati agli operatori di borsa che rivelarono i
retroscena del boom a Wall Street dei titoli delle case
farmaceutiche produttrici delle sostanze utilizzate da
Folkman.
• Sul banco degli imputati venne fatta sedere l'autrice
dell'articolo, Gina Kolata (la più nota delle giornaliste
mediche statunitensi) già pronta, a pochi giorni dalla
pubblicazione sul giornale, a scrivere un libro sul
professore. Con Folkman che, da vero animale di
laboratorio, continuava a ripetere: "Passare dal topo
all'uomo è un grosso salto, che spesso fallisce".
10. COME (E PERCHE’) SI COSTRUISCE
LA NOTIZIA
Il caso Folkman - 4
• Un amico malato di cancro gli chiese di provare
la terapia su di lui ormai allo stadio terminale. Lo
scienziato rispose no.
• La sperimentazione è partita all'inizio del
Duemila e si sta ancora lavorando.
• Ecco come si confeziona il fast food della
ricerca. Ecco come si ingenera la sete di novità
che fa lievitare titoli, servizi televisivi, fa
diventare "scoop" anche un lavoro che, magari
per gli addetti ai lavori, non è poi così
rivoluzionario.
11. COME (E PERCHE’) SI COSTRUISCE
LA NOTIZIA
• Pubblicazione multipla dello stesso lavoro,
magari cambiando un solo dettaglio.
• Citazione nello studio del nome di chi non
ha partecipato, per inserire un nome
“importante”, oppure per lanciare una
persona che non ha meriti scientifici
• Lancio nel mondo dell'informazione di
massa: importante è farsi "pubblicità".
14. OGM
• IL DIBATTITO NON HA AUTONOMIA NE PRESENZA
COSTANTE DURANTE L’ANNO MA SI CONCENTRA
ATTORNO ALLE EMERGENZE
• IL CONTENUTO SCIENTIFICO DELL’INFORMAZIONE
VIENE POSTO IN SECONDO PIANO RISPETTO ALLA
CRONACA
• GLI OGM SONO TRATTATI IN MANIERA GENERICA,
RARAMENTE SI ENTRA NELLO SPECIFICO DELLA
SINGOLA APPLICAZIONE
15. OGM
• IL DIBATTITO SI CONCENTRA IN MANIERA RILEVATE
TRA POLITICI E GIORNALISTI
• SCIENZIATI ED ESPERTI SONO PRESENTI NEL 16% NEI
MOMENTI DI MASSIMA CONCENTRAZIONE
DELL’INFORMAZIONE
• IL LESSICO RIFLETTE IL TENTATIVO DI
DELEGITTIMARE L’AVVERSARIO PIUTTOSTO CHE LA
RICERCA DI UN’ARGOMENTAZIONE RAZIONALE
– VALUTAZIONE DEL RISCHIO
– VALUTAZIONE COSTI-BENEFICI
16. OGM
•UN’ AZIENDA (Monsanto) CONTROLLA IL 91% DELLA
(Monsanto)
COLTIVAZIONE DI OGM
•IL 77% DELLE APPLICAZIONE OGM RIGUARDA LA
TOLLERANZA AGLI ERBICIDI
•TRE PAESI HANNO IL 96% DELL’AREA COLTIVATA
AD OGM (USA 68%, ARGENTINA 22%, CANADA 6%)
•CINQUE MULTINAZIONALI (Monsanto, DuPont,
(Monsanto,
Sygenta, Bayer, Dow) DOMINANO IL MERCATO OGM
Sygenta, Dow)
•GLi OGM IN AGRICOLTURA GENERANO UN GIRO
D’AFFARI DI OLTRE 1 MILIARDO DI DOLLARI
ALL’ANNO
18. OGM
CONTAMINAZIONE
• OBIETTIVO: VERIFICA DELLA DISPERSIONE DI TRANSGENI
NELL’AMBIENTE. Analisi di una varieta di mais ancestrale (MAIS CRIOLLO)
derivante da zone impervie e incontaminate dall’industria agricola.
• METODO: RICERCA TRAMITE PCR DI SEQUENZE NUCLEOTIDICHE
MODIFICATE IDENTIFICATIVE DELL’INSERIMENTO DI TRANSGENI.
Ricerca delle sequenze del promotore p35S di CMV.
• RISULTATI: AMPLIFICAZIONE POSITIVA IN 5 CAMPIONI SU 7
(negativi: Blue mais (Perù) e storica collezione di Oaxaca
del 1971, prima dell’esistenza di colture OGM)
RILEVAZIONE DI SEQUENZE DI DNA RIFERIBILI A
DIVERSI PLASMIDI SINTETICI (Novartis Bt11)
SITI DIVERSI DI INTEGRAZIONE E RIASSORTIMENTO DI
SEQUENZE DI DNA INDICE DI EVENTI DI
RIASSORTIMENTO GENICO
19. OGM
CONTAMINAZIONE
• LA COMUNITA SCIENTIFICA ENTRA IN IMBARAZZO: LA
CONTAMINAZIONE GENETICA E’ VIRTUALMENTE IMPOSSIBILE!
• CAMPAGNA DI DISCREDITO SUI DUE RICERCATORI AUTORI
DELLA RICERCA.
• IL CIMMYT, IL PIU IMPORTANTE ISTITUTO AL MONDO PER GLI
STUDI SUL MAIS RIFIUTA DI CONFERMARE TALE
CONTAMINAZIONE (I PRINCIPALI FINANZIATORI SONO
INDUSTRIE BIOTECH!), ALLO STESSO TEMPO PERO’ INTERROMPE
LA RACCOLTA DI MAIS PER IMPEDIRE LA CONTAMINAZIONE.
• LA PRESSIONE INTERNAZIONALE INDUCE NATURE A METTERE IN
DUBBIO IL LAVORO, DUE STUDI INDIPENDENTI RICHIESTI DAL
GOVERNO MESSICANO OTTENGONO GLI STESSI RISULTATI E
VENGONO INVIATI A NATURE: VENGONO RIFIUTATI!
23. EFFETTI SULLA
SALUTE
• GLI OGM FANNO MALE?
• CHI DECIDE SE FANNO MALE E
CON QUALI CRITERI?
• COME POSSIAMO SCEGLIERE?
24. OGM
SICUREZZA
SOSTANZIALE EQUIVALENZA
Come possiamo allora essere sicuri dell’affidabilità degli alimenti GM? Come
possiamo escludere che essi non possano causare un certo numero di
allergie? Semplicemente, non possiamo. Noi tutti saremo, nostro malgrado,
la cavia di un esperimento i cui risultati sono imprevedibili e probabilmente
irreversibili. Anzi, lo siamo già, visto che gli alimenti GM sono già tra noi.
Eppure, ogni giorno si scoprono nuove allergie a nuovi prodotti e si conosce
relativamente poco di queste patologie e delle cause scatenanti. Sarebbe,
quindi, opportuno non aumentare inutilmente i rischi.
25. OGM
SICUREZZA
OGM: Gli impatti sulla salute
La società Pioneer, prima compagnia mondiale nella produzione di semi, ha prodotto
una soia più ricca di metionina (amminoacido essenziale che il nostro organismo non
sa produrre) grazie ad un gene proveniente dalla noce brasiliana. Gli esperimenti di
laboratorio, finalizzati proprio a valutare la possibile insorgenza di nuove allergie,
avevano tutti dato esito negativo.
L’inaffidabilità di queste procedure è stata svelata da un test semplice e poco costoso, che
evidentemente la Pioneer, che ha investito miliardi nel progetto, non voleva fare. Infatti, la
noce brasiliana è nota per la sua forte potenzialità allergenica, che significa che molte persone
sono allergiche alla noce brasiliana. Non è poi difficile raccogliere una collezione di campioni di
sangue di questi soggetti, estrarne il siero e farci un test allergologico con la soia manipolata
da Pioneer. In breve, ci si è accorti che persone allergiche alla noce brasiliana, ma non alla soia
normale, erano allergiche anche alla soia manipolata della Pioneer, la cui commercializzazione è
stata bloccata per un pelo. Senza questi esperimenti, abbiamo tutti rischiato di mangiare
qualcosa di pericoloso.
26. OGM
SICUREZZA
1. Non esiste nessun OGM commercializzato che contenga l’allergene
2. L’allergenicità dell’albumina 2S è una proprietà della proteina
nativa, non un effetto della modificazione genetica
27. OGM
SICUREZZA
•L’EPRESSIONE DI UNA PROTEINA, L’α-AMILASI
INHIBITOR I, NORMALMENTE PRESENTE NEL FAGIOLO
IN UN DIVERSO ORGANISMO (PISELLO) DETERMINA NEI
TOPI EVENTI INFIAMMATORI SEVERI.
SOSTANZIALE EQUIVALENZA???
28. •L’EPRESSIONE DI UNA PROTEINA, L’ α-AMILASI
INHIBITOR I, NORMALMENTE PRESENTE NEL FAGIOLO
IN UN DIVERSO ORGANISMO (PISELLO) DETERMINA NEI
TOPI EVENTI INFIAMMATORI SEVERI.
29. La privatizzazione della vita:
brevetti e OGM
• Per brevettare un’invenzione è
necessario che risponda almeno a tre
requisiti principali:
• 1. deve essere il frutto dell’inventiva;
• 2. deve poter essere prodotta a
livello industriale;
• 3. deve rappresentare una novità
30. La privatizzazione della vita:
brevetti e OGM
• La necessità delle aziende biotech di
tutelare i propri interessi economici
e garantirsi dei ritorni remunerativi,
ha portato all’estensione del
concetto di brevettabilità anche agli
organismi viventi o parti dei essi,
come singoli geni o intere sequenze
di DNA
31. La privatizzazione della vita:
brevetti e OGM
• Le aziende biotecnologiche in questo
modo si sono garantite non solo i
diritti brevettuali sulla tecnica
utilizzata per raggiungere un
determinato prodotto transgenico,
fattore che rappresenta la vera
invenzione, quanto la proprietà di ogni
individuo che presenti quelle
caratteristiche.
32. Convenzione Europea dei
Brevetti (EPC)
• Vieta il brevetto alle varietà di piante ed
animali (Art.53b EPC); nonostante ciò, sin
dai primi anni '90, l'EPO ha iniziato a
concedere brevetti per piante ed animali
• Nel 1995, dopo la vittoria di un ricorso di
Greenpeace contro la concessione di un
brevetto a piante geneticamente
modificate, l'EPO cessò temporaneamente
di riconoscere i diritti di proprietà
intellettuali su organismi viventi
33. Direttiva CE/44/98
(invenzioni biotecnologiche)
• Nel ’98 la Commissione Europea, ha
emanato una Direttiva che riconosceva
l’estensione del concetto di invenzione
anche agli organismi viventi ottenuti da
tecniche biotecnologiche
• Anche se la Direttiva europea sui
brevetti non è vincolante per l'EPO, nel
1999 il suo Consiglio d’Amministrazione
(CdA) ha deciso di attuarne i principi
riprendendo a rilasciare brevetti sugli
organismi viventi
34. PIRATI DEL DNA
• La possibilità concessa alle aziende
private, istituzioni pubbliche ed
università di potersi impossessare di
materiale genetico ha avviato una
corsa all’identificazione di nuovi geni o
sequenze geniche da brevettare
• La biopirateria non è molto diversa
dall’invasione dei paesi colonizzatori
nelle zone ricche di giacimenti di
minerali
35. I PIRATI DEL DNA
• Molto spesso le aziende biotech hanno
brevettato geni i porzioni di DNA di
piante, funghi, licheni o animali di cui
le popolazioni indigene usano da secoli,
o millenni, i prodotti
• L’esercito statunitense detiene il
brevetto di una pianta delle Isola
Samoa da sempre usata come essenza
medicinale dagli abitanti del luogo
36. I PIRATI DEL DNA
• Il National Cancer Institute statunitense da
solo ha raccolto e analizzato il patrimonio
genetico di oltre 50.000 piante ed animali
provenienti da circa 30 paesi
• In almeno 62 brevetti concessi si possono
ravvisare atti di biopirateria e circa 132
riguardano specie vegetali endemiche di paesi
in via di sviluppo tra cui 68 tipi di mais, 17 di
patate, 25 di soia e 22 di grano
37. I PIRATI DEL DNA
• Il 90% della diversità biologica si
trova in paesi via di sviluppo mentre il
97% dei brevetti sono già in possesso
di aziende del mondo industrializzato
• In Europa, l'EPO di Monaco ha già
concesso oltre 300 brevetti su geni
umani, circa 12 su animali e circa 100
su piante
38. I PIRATI DEL DNA
• Le richieste in attesa di essere
liquidate dall‘EPO sono circa 15.000
per i prodotti transgenici, oltre 2000
per geni umani, 600 per animali e
circa 1.500 per varietà di piante
• Ogni mese l’EPO riceve di media circa
40 nuove richieste di brevetti su
animali e/o piante
39. I PIRATI DEL DNA
• la Myriad Genetics, dello stato dello
Utah, ha acquisito i diritti intellettuali di
due geni umani, il BRCA1 ed il BRCA2
• Per quest’ultimo la Myriad ha presentato
domanda di brevetto alcune ore prima che
la scoperta del gene venisse pubblicata
sulla rivista Nature dai ricercatori che
ancora ne rivendicano la primogenitura
40. I PIRATI DEL DNA
• La Myriad ha già inviato lettere a
molti laboratori ordinando di
interrompere l’uso diagnostico dei due
geni in assenza del pagamento dei
diritti brevettuali
• in Europa ha spinto 17 istituti di
ricerca francesi hanno fatto ricorso
contro l’EPO di Monaco
41. I PIRATI DEL DNA
• la concessione del monopolio d’uso dei
due geni alla Myriad porterà al
raddoppio dei costi dei test
diagnostici rispetto a quanto operato
normalmente nelle strutture
pubbliche
42. BREVETTABILITA’ E
BIOETICA
• Anche se la Direttiva 44/98 prevede
l'esclusione della brevettabilità del
corpo umano o anche di suoi singoli
elementi, compresa la sequenza di
geni totale o parziale (art.5 comma 1),
questo limite decade se riguarda un
elemento isolato del corpo attraverso
un procedimento tecnico
• Ciò rende di fatto inapplicabile
l'esenzione dell'uomo, o parti di esso,
dai processi di brevettazione
43. TEST
GENETICI
Gli organizzatori lavorano sul sicuro perché essere
“predittivi” è facile e non comporta rischi. L’eventuale
errore di “previsione” si avvererà, eventualmente, tra
10, 20 o 30 anni…
44. TEST
GENETICI
TEST PREDITTIVI DI SUSCETTIBILITÀ GENETICA -
consentono l'individuazione di genotipi che - in seguito
all'esposizione a fattori ambientali favorenti, oppure in
seguito ad altri fattori genetici scatenanti - comportano un
rischio più grande di sviluppare una determinata patologia.
1. Il test predittivo non “prevede”, identifica dei fattori di rischio.
2. Il test predittivo è mirato alla prevenzione precoce.
3. Il test predittivo ha l’obiettivo di scongiurare l’insorgere delle
patologie e dei danni derivanti da varianti genetiche sfavorevoli.
45. QUANTO INFLUISCE LA
VARIABILITÁ GENETICA?
EFFETTO EFFETTO
MONOGENICO POLIGENICO
NUMERO DI GENI
FATTORI AMBIENTALI
L’INFLUENZA DELLA VARIABILITÁ GENETICA SUI PROCESSI METABOLICI
DIPENDE DA COMPLESSE INTERAZIONI GENOMA-AMBIENTE
47. INFORMAZIONE CORRETTA?
"Ammalarsi di cancro ai polmoni e non aver mai toccato una
sigaretta: è possibile. Ma c’è una spiegazione genetica. La «colpa»
sarebbe di un gene, il «GPC5». Gli scienziati ritengono che una
scarsa attività di questo gene sia responsabile della patologia."
48. Se leggiamo la frase che ho riportato all’inizio la cosa
che se ne ricava è che il gene GPC5 sia il responsabile
del cancro al polmone nei non fumatori. Quindi viene da
pensare la variane genetica che determina una riduzione
dell’attività del gene sia responsabile della malattia.
Abbiamo finalmente trovato il
colpevole!!! Ma è proprio così?
Purtroppo no.
49. “44 top candidate SNPs were identified that might alter the risk of lung cancer in
never smokers. rs2352028 at chromosome 13q31.3 was subsequently replicated with
an additive genetic model in the four independent studies, with a combined odds ratio
of 1·46 (95% CI 1·26—1·70, p=5·94×10−6). A cis eQTL analysis showed there was a
strong correlation between genotypes of the replicated SNPs and the transcription
level of the gene GPC5 in normal lung tissues (p=1·96×10−4), with the high-risk
allele linked with lower expression. Additionally, the transcription level of GPC5 in
normal lung tissue was twice that detected in matched lung adenocarcinoma tissue
(p=6·75×10−11).”
Quindi, tradotto per i non addetti ai lavori, una scarsa attività del
gene, legata alla presenza di una variante genetica presente nei colpiti
dalla malattia (rs2352028) determina un “odds ratio” di 1.46. L’odds
ratio (OD) è una misura del rischio associato ad una determinata
condizione. Senza entrare nei particolari dell’analisi statistica possiamo
approssimare il risultato (statisticamente non è corretto ma seguite il
filo logico) come un aumento, per i portatori della variante sfavorevole,
del 46% del rischio di contrarre la malattia rispetto ai non portatori.
E’ molto o poco?
50. Se andiamo a vedere i numeri scopriamo che la ricerca ha
individuato la presenza della variante sfavorevole nel 32% dei
malati. Già da questo si deduce che per il 68% dei non-
fumatori che sviluppano il tumore (quindi i 2/3) al polmone il
gene GPC5 non è responsabile o coinvolto. Inoltre il 26% dei
controlli, cioè di non fumatori che non presentano la malattia
è portatore della variante sfavorevole del gene. Quindi
portare la variante che riduce l’attività del gene non comporta
obbligatoriamente lo sviluppo del tumore.
Cosa si deduce da questo? Che il gene GPC5 è un fattore di
rischio per lo sviluppo del tumore al polmone nei non fumatori,
ma che non è “il responsabile” della patologia, o perlomeno non
è il solo responsabile.
51.
52. Il principale protagonista del progetto genoma, ma
anche per essere un uomo capace di unire grandi
doti di ricercatore ad altrettanto grandi capacità
imprenditoriali e comunicative. Una sua frase, ormai
divenuta leggenda, ci svela immediatamente qual è la
caratura del personaggio, alla domanda di un
giornalista che gli chiedeva se con questa scoperta
volesse giocare a fare Dio la risposta è stata: “…io
non sto affatto giocando!”.
53. ROMA - È stata costruita in laboratorio la prima cellula
artificiale, controllata da un Dna sintetico e in grado di
dividersi e moltiplicarsi proprio come qualsiasi altra cellula
vivente. Il risultato, pubblicato su Science, è stato ottenuto
negli Stati Uniti, nell'istituto di Craig Venter. Si tratta di una
svolta epocale nella ricerca.
La prima cosa che è necessario puntualizzare è che non è
stata creata nessuna cellula ne tantomeno una nuova
forma di vita. In sintesi è stato creato artificialmente il
DNA di un batterio (Mycoplasma mycoides) copiandolo
dall’originale. Questo DNA inserito in una cellula
batterica di Mycoplasma mycoides ricevente (non
artificiale) ha dimostrato di poter funzionare
correttamente, consentendo al batterio di replicarsi.
54. La novità della ricerca ce la spiega lo stesso Venter
nell’articolo: “The demonstration that our synthetic
genome gives rise to transplants with the
characteristics of M. mycoides cells implies that the
DNA sequence upon which it is based is accurate enough
to specify a living cell with the appropriate properties”.
In poche parole per la prima volta si è riusciti a copiare
ed assemblare un genoma intero, e la copia effettuata
ha dimostrato di essere abbastanza accurata da poter
funzionare all’interno di una cellula vivente.
55. PER UN’INFORMAZIONE
OBIETTIVA
1. FARE RIFERIMENTO AI FATTI
PRIMA CHE ALLE OPINIONI
2. CAPIRE, PRIMA DI GIUDICARE
3. PLURALITA’ DELLE FONTI DI
INFORMAZIONE