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                 Inserto
                       vo
                esclusi
                                                                 re sono pura
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              SOL
                   BONATQuasi n
                         «I    iente. Tutte le m ono i libri ci me
                AB                     elli che scriv     u              rtire i              r far dive
                              ★★★
                                     fantasia. Sai, q                    er la mente. Pe
                                                           li passa p
                                                           li                                       o di storie,
                                                                                                          to
                                     to quello che g                           ventato un sacc he mio
                                                                                     tato
                                                             ollodi si è in
                                                              ll           in
                                      bambini quel C tasie. La sola cosa vera è c   la           ra
                                                   tutt fa  fa n ie                            in , insomma,
                                      ma sono tutte                eva ave      re un bambino
                                                                                re
                                                                                                     in
                                                          tto vol le
                                                                                          ta im he i       io na-
                                      padre Geppett                                  morta prima c di fa-
                                                                sua moglie è li
                                       e allora siccome ravo falegname, ha pensato
                                                   ic                                                   to
                                                              un b  ra fale                             e con un
                                       scessi e lui era
                                                  lu                                  ha costruito m
                                                                                             tr
                                           da solo un figli
                                                  lo           lio burattino e
                                                                       rattin
                                       re
                                                    le ».
                                        pezzo di legno                                                   facendo
                                                                                                         fa
                                                                          , guard  rd o cosa stanno
                                                                                                ta
                                                               omento  to
                                        «Aspetta un m
                                                tt
                                                              à».
                                         mamma e pap                   ll stanza.
                                                                             ta
                                                    bina esce dalla
                                                       n                                              ente tra di
                                                                                                         te
                                         L a bam
                                                           ta no     parlan
                                                                         rl     do sommessam
                                         I genitori stan
                                                it
                                         loro.
                                                                   t
                                                               ipete   la            in tornando.
                                                                     e la bambina to sono due giorni
                                          «Hai fame?» rip nde Pinocchio, «
                                                 fa                              in       io
                                          «Un po      ’ sì» rispo
                                                          ì» is
                                                        in o».
                                          che vado in gir                                             to».
                                                                                     rà re upato
                                                                           tto, sarà preocc
                                                                           tt
                                                            re eppe
                                           «E tuo padre, G più».
                                               u
                                                                   c’è
                                           «Geppetto non n po’ in silenzio.
                                                       tt
                                                                                  in il io
                                           I due r   imangono u
                                                     im
                                                                        ti muovere».
                                            «A spetta qui, non


                                    B A McchiIN I toS Ia protIV EaN T Aro:
                                           B che rn D agonist di un lib
                                       Pino o,
                       Come
                                                                           o adulto)
                  una fiaba di Silvano Agosti (adatta anche a un pubblic to
                                                                      untamen
                    di cui vi regaliamo i primi due capitoli. È l’app
                                                                         più fedeli
                   con  la lettura che «Vanity Fair» riserva agli amici



11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 1                                                                                         11-03-2010 12:16:33
I L RITORNO
                                                                                           DI P INOCCHIO

             Silvano Agosti                                                                    «Ora sono un bambino, non sono
             Che ne è stato di Pinocchio
             dopo che ha lasciato il suo abito
                                                   alla fine, riceve la visita
                                                   di uno strano amico, che dice
                                                                                                più un burattino. La mia storia
             da burattino e ha assunto
             le sembianze di un bambino come
                                                   di chiamarsi Pinocchio e che
                                                   conosce a memoria interi brani
                                                                                               non è finita, anzi, si può dire che
             tutti gli altri? Se lo è chiesto
             lo scrittore bresciano Silvano
             Agosti (72 anni il prossimo 23
                                                   dell’opera di Collodi. Affascinata
                                                   dal suo spirito libero, la piccola
                                                   accetta di accompagnarlo
                                                                                            proprio di lì è cominciata». Non capita
             marzo) che su questa idea ha
             costruito il suo nuovo libro
                                                   in un viaggio notturno
                                                   alla scoperta di ciò che accade                tutti i giorni di fare amicizia
             Il ritorno di Pinocchio (Salani       quando i bambini dormono.
             pagg. 126, 12 euro; in libreria dal
             18 marzo). La storia, una fiaba
                                                   Dagli incontri con ladri, prostitute,
                                                   drogati e panettieri, la bambina
                                                                                           con un personaggio delle fiabe. È quello
             ambientata ai nostri giorni, parte
             quando una notte una bambina,
             il cui nome viene svelato solo
                                                   imparerà il vero volto della vita.
                                                   Alla faccia delle ore passate
                                                   sui libri e sui banchi di scuola.
                                                                                            che accade a una bambina che, grazie
                                                                                            al nuovo compagno di giochi, passerà
                                                                                                la notte più bella della sua vita
                 Copyright © 2010, Adriano Salani Editore S.p.A.                                         di Silvano Agosti
                 Gruppo editoriale Mauri Spagnol
                 www.salani.it




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                                Cari bambini,

                                  qualcuno ha portato fin qui in Kirghisia la storia Il ri-   case di tutto il sapere. Trovano moltissimi compu-
                                torno di Pinocchio e tanti ormai l’hanno letta e si sono     ter che rispondono a qualsiasi domanda e così impara-
                                stupiti del vostro coraggio.                                 no tutto quello che desiderano.
                                  Qui da noi i bambini non vanno a nessuna scuola ma            Poi ne parlano con i loro genitori che, lavorando solo
                                giocano nei parchi tutto il giorno fino all’età di diciotto   tre ore al giorno, hanno tutto il tempo per conoscere i
                                anni e invece di studiare imparano, come dice il bambi-      loro figli e giocare con loro.
                                no Pinocchio nel vostro libro.                                  Qui da noi nessun genitore lega alcun bambino o
                                  E sanno tutto ciò che occorre per essere se stessi, co-    bambina alla gamba del letto come succede nel vostro
                                me ogni albero sa come si fa a fiorire, a mutare le foglie    libro Il ritorno di Pinocchio, perché anche i più piccoli
                                e a fare dei magnifici frutti, senza che nessuno glielo       vengono trattati con infinito rispetto, ognuno è sereno e
                                insegni.                                                     le porte delle case sono sempre aperte.
                                  Ma come imparano tutti?                                       Quando sarete più grandicelli venite a trovarci qui in
                                  Semplice, quando piove o quando lo desidera-               Kirghisia, sarete nostri ospiti e vedrete come vive felice
                                no entrano nelle varie case che circondano i par-            un popolo capace di organizzare la vita per il benessere
                                chi, la Casa del corpo umano, la Casa della storia, la       di tutti e non solo di pochi.
                                Casa delle lingue, la Casa della pittura, insomma le            Con molto affetto vi saluto e vi aspetto.
                                                                                                                           Il presidente della Kirghisia




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                                  È sera.                                                                       L’incontro
                                  Nella strada di una città qualsiasi. In una casa come
                                ce ne sono tante, una bambina di sette anni vive col
                                padre, la madre e il nonno.
                                  Nella sua cameretta, la bimba legge il libro di Pinoc-
                                chio.
                                  È arrivata all’ultima pagina:



                                             «… E il vecchio Pinocchio di legno
                                                                                           «L           a storia è finita, peccato» dice la bambina e
                                                                                                        gira l’ultima pagina, chiude la copertina e
                                                                                                        ripone il libro di Pinocchio.
                                                                                                        Toglie di tasca un involucro di carta argen-
                                                                                                        tata, lo apre, mette in bocca un pezzo di
                                                                                           cioccolata, spegne la luce e s’infila sotto le coperte.
                                           dov’è nascosto?» chiede Pinocchio                  Dall’altra stanza arriva la voce della mamma.
                                           divenuto bambino.                                  «Ti sei lavata i denti?»
                                             «Là» risponde Geppetto, e accenna                «Sì» risponde assonnata la bambina.
                                           a un burattino appoggiato alla                     Non è vero. Ha raccontato la solita bugia.
                                           seggiola, con il capo girato da una                Si nasconde sotto le lenzuola e tocca il naso per ve-
                                                                                           dere se si è allungato, come succede a Pinocchio ogni
                                           parte, le braccia ciondoloni.
                                                                                           volta che dice le bugie.
                                             Pinocchio si volta e, dopo averlo
                                                                                              Il naso è intatto. Sorride e cerca di dormire. La cioc-
                                           guardato, dice dentro di sé:
                                                                                           colata si scioglie lentamente nel piacere del sonno.
                                             «Com’ero buffo, quand’ero un
                                                                                              Meno male che non sono un burattino, così posso dire
                                           burattino!                                      le bugie quanto mi pare e nessuno se ne accorge.
                                             E ora come sono contento di essere               I genitori sono accanto al focolare, guardano la tele-
                                           diventato un ragazzino perbene!»                visione e, prima di andare a letto, come ogni sera ver-
                                                                                           ranno a salutarla.
                                                                                              «Dormi adesso e buona notte» grida la madre.
                                                                                              Silenzio.
                                                                                              La bambina sta per cadere in un sonno profondo,
                                                                                           quando qualcuno bussa ai vetri della finestra socchiu-




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                                sa. Allora si alza e sporgendosi assonnata sulla strada,         «Chiamami pure Pinocchio» risponde Pinocchio
                                vede un ragazzino più o meno della sua età: è sudato,         con un sorriso.
                                ha i capelli arruffati e spicca alcuni salti per raggiunge-      «Senti un po’. Cosa c’è di vero in tutta la tua sto-
                                re il davanzale della finestra.                               ria?»
                                   «Fammi salire» chiede con voce affannata.                     Pinocchio si sfiora un orecchio in segno d’imbaraz-
                                   «Non ti conosco. Chi sei?»                                 zo.
                                   «Sono un bambino come te. Aiutami!»                           «Quasi niente. Tutte le mie mille avventure sono pu-
                                   Lo aiuto pensa la bambina, poi sussurra sottovoce:         ra fantasia. Sai, quelli che scrivono i libri ci mettono
                                   «Aspetta, ti aiuto».                                       tutto quello che gli passa per la mente. Per far divertire
                                   Apre la finestra, tende le braccia oltre il davanzale.     i bambini quel Collodi si è inventato un sacco di sto-
                                   «Allunga una mano!» grida l’altro dalla strada.            rie, ma sono tutte fantasie. La sola cosa vera è che mio
                                   La bambina si sporge il più possibile, lo aiuta a en-      padre Geppetto voleva avere un bambino, insomma,
                                trare nella stanza.                                           e allora siccome sua moglie è morta prima che io na-
                                   Il piccolo sconosciuto parla ansimando:                    scessi e lui era un bravo falegname, ha pensato di fare
                                   «Passavo sotto la finestra. Ho sentito che dicevi: Pec-    da solo un figlio burattino e ha costruito me con un
                                cato, la storia di Pinocchio è finita. Giusto?»               pezzo di legno».
                                   «È vero, sul libro c’è scritto Fine».                         «Aspetta un momento, guardo cosa stanno facendo
                                   La bambina si siede sul letto.                             mamma e papà».
                                   «Ma tu chi sei?»                                              La bambina esce dalla stanza.
                                   «Anche se sembro un bambino qualsiasi, io sono Pi-            I genitori stanno parlando sommessamente tra di
                                nocchio. Come c’è scritto nel libro ora sono un bam-          loro.
                                bino, non sono più un burattino. La mia storia non è             «Hai fame?» ripete la bambina tornando.
                                finita, anzi, si può dire che proprio di lì è cominciata.        «Un po’ sì» risponde Pinocchio, «sono due giorni
                                Devi sapere che quando sono diventato un bambino              che vado in giro».
                                vero… È successo alcuni anni fa… Giusto?»                        «E tuo padre, Geppetto, sarà preoccupato».
                                   Pinocchio siede sul letto accanto alla bambina.               «Geppetto non c’è più».
                                   «Hai fame? Hai sete? Posso chiamarti Pinocchio o              I due rimangono un po’ in silenzio.
                                hai cambiato nome?»                                              «Aspetta qui, non ti muovere».




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                                      La bambina sguscia in cucina, prende dal frigorifero      sonnata.
                                  il formaggio, un pane e dalla cesta della frutta una me-         «Il mio stomaco è pieno di un gran vuoto, mi ha in-
                                  la, poi torna in camera da letto.                             terrotto il sonno e ora la fame non mi lascia dormire».
                                      Quando rientra il bimbo Pinocchio, disteso sul tap-          «Aspetta, accendo la luce». Prende il cibo da sot-
                                  peto, si è addormentato ai piedi del letto.                   to il cuscino e lo porge a Pinocchio. «Mangia» dice la
                                      «Sveglia! Devi mangiare».                                 bambina infilandosi sotto le lenzuola.
                                      Niente da fare. Pinocchio dorme profondamente.               Pinocchio con un balzo si avvicina al tavolo e si sie-
                                      La bambina ripone pane, formaggio e mela sotto il         de. Addenta prima la mela, poi il pane e infine il for-
                                  cuscino e siede sul letto.                                    maggio.
                                      L’emozione è grande.                                         «È meglio se mangi prima il pane, poi il formaggio
                                      Questo bambino dai capelli scomposti è proprio lui,       e la mela».
                                  Pinocchio in persona, il famoso burattino che prima              «A me piace così» mormora Pinocchio con la boc-
                                  viene trasformato in asino, poi, dopo infinite avventu-       ca piena.
                                  re, da burattino di legno diventa un bambino vero.               «Non si parla con la bocca piena» dice ridendo la
                                      Pinocchio, quello vero! Proprio lui! È qui accanto a me   bambina.
                                  nella mia stanza pensa la bambina e sorride, ma il son-          «Sembri il maestro di scuola, ‘questo non si fa, quello
                                  no poco a poco le copre gli occhi e la mente.                 non si fa’».
                                      E se invece è un bugiardo, e se volesse solo prendermi       Un rumore di porte aperte e chiuse li fa trasalire.
                                  in giro?                                                         «Nasconditi, i miei genitori stanno per andare a dor-
                                      Si infila sotto le coperte.                               mire. Vengono a salutarmi. Vai sotto il letto».
                                      Tutto intorno diventa scuro.                                 Appena in tempo. La porta della camera si schiude
                                      La finestra sparisce lentamente nel buio, poi il tavo-    lentamente e la madre si avvicina alla bambina che fin-
                                  lino, e infine il letto e le coperte.                         ge di dormire. Anche il padre appare.
                                      Nel cuore della notte una piccola mano calda la              «Guarda come dorme».
                                  scuote:                                                          La madre si china sulla figlia e la bacia, poi rimboc-
                                      «Ehi, hai detto che trovavi qualcosa da mangiare          ca dolcemente le coperte. Anche il padre si avvicina e
                                  per me».                                                      bacia la bambina sulla fronte.
                                      «L’ho portato ma dormivi» sussurra la bambina as-            «Come dorme. Sembra quasi che finga. Ha dimen-




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                                  ticato la luce accesa, come sempre... Guarda, legge          ridiventare un burattino».
                                  Pinocchio. Quello stupido burattino ha ossessionato             «Eppure» sussurra la bambina, «il libro dice che
                                  la mia infanzia. Lo sognavo di notte che mi abbrac-          quando non volevi andare a scuola sei scappato nel
                                  ciava e mi pungeva le guance con quel suo ridicolo           paese dei balocchi e ti sei trasformato in un ciuchino.
                                  naso».                                                       Forse, se un bambino gioca soltanto senza studiare
                                     Arriva anche il nonno, un vecchietto arzillo che ac-      mai, gli crescono davvero le orecchie d’asino».
                                  carezza dolcemente la nuca della nipotina e rimbocca            «No» dice Pinocchio, «la verità è che quando un
                                  a sua volta le coperte.                                      bambino per giocare ha bisogno dei balocchi non è
                                     «Come dorme, beata lei».                                  più un vero bambino. È già un asino».
                                     «Andiamo nonno, è tardi anche per te» dice la                «E i miei giocattoli?» dice la bambina.
                                  mamma.                                                          Pinocchio si avvicina a un angolo della stanza dove
                                     I tre escono dalla stanza, spengono la luce e chiudo-     sono ammucchiati i giocattoli.
                                  no la porta.                                                    «Si può giocare con qualsiasi cosa, con una piuma,
                                     La debole luminosità dei lampioni entra dalla fi-         una ruota, lo spago o con dei legnetti e anche con nien-
                                  nestra e nella penombra della notte ingrandisce ogni         te. Io gioco spesso con niente. Immagino di prendere
                                  cosa.                                                        tre, quattro o a volte perfino sei palline invisibili e le
                                     «Psst, Pinocchio, vieni fuori. Ormai fino a domani        faccio ruotare nell’aria senza farne cadere neppure
                                  non tornano» dice la bambina.                                una. Il paese dei balocchi dopo un po’ era noioso, ci si
                                     Pinocchio esce di sotto il letto e siede al centro del-   perdeva, come i grandi che giocano a carte o a dama o
                                  la stanza. Finisce di mangiare la mela con appetito. A       alla lotteria e a tutti i giochi che non inventano loro».
                                  ogni boccone sorride contento.                                  La bambina lo guarda affascinata.
                                     «Tuo padre ha detto che sono stupido».                       «E quando ti sei bruciato i piedi ti faceva male?»
                                     «Per lui tutti i bambini sono stupidi. Ma tu perché          «Non si sono bruciati i piedi, ma gli zoccoletti.
                                  sei scappato di casa?»                                       Li ho appoggiati al braciere perché erano bagnati.
                                     «Non mi andava di andare a scuola. Il maestro non         Geppetto non c’era. Avevo fame. Sono andato per
                                  faceva che dire: Seduto, composto, non parlare, stai         strada in cerca di cibo. Un vecchio dalla finestra ha
                                  attento, non muoverti, apri il libro, chiudi il quaderno,    promesso del pane, invece mi ha versato addosso un
                                  torna a posto, rispondi quando ti tocca. Avevo paura di      secchio di acqua gelata. Così ti cheti ha gridato e ti




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                                  passa pure l’appetito. Tutto bagnato sono rientrato in         «Lo sai a memoria il libro di Pinocchio?»
                                  casa e la fame era così grande che mi sono addor-              «L’ho raccontata mille volte la mia storia. Sì, la so
                                  mentato. Quando Geppetto è tornato mi ha sveglia-            proprio a memoria, tutta, parola per parola».
                                  to, la casa era piena di fumo perché gli zoccoletti,           «Eh già, sei Pinocchio… Come lo ripeti bene, sem-
                                  che avevo appoggiato al braciere per farli asciugare,        bra proprio quello che c’è scritto nel libro. Mi racconti
                                  si erano bruciati. Ho dovuto promettere che non sa-          di quando ti hanno impiccato?»
                                  rei più scappato di casa».                                     «Dunque, dunque, quando m’hanno impiccato,
                                     «Però nel libro c’è scritto che ti sei bruciato i         vediamo un po’… Buono il formaggio, buona la tua
                                  piedi».                                                      mela!»
                                     «Eh già, nel libro. Te l’ho detto che gli scrittori in-     Pinocchio socchiude gli occhi, per aiutarsi a ricor-
                                  ventano sempre tutto. Figurati se ero così stupido da        dare.
                                  poggiare sulla brace i miei piedi di legno... Però fa          «Il libro mi pare dice così.
                                  più effetto scrivere che mi sono bruciato i piedi, in-
                                  vece di dire la verità e cioè che si erano bruciati gli
                                  zoccoletti. Sai, immaginare le cose è bello, è un po’                     In quel mentre che il povero
                                  come volare».                                                           Pinocchio impiccato dagli assassini
                                     Pinocchio socchiude gli occhi e ripete a memoria:                    a un ramo della Quercia grande,
                                  «Senti cosa dice il libro sui piedi bruciati:                           pare ormai più morto che vivo, la
                                                                                                          bella Bambina dai capelli turchini si
                                                                                                          affaccia alla finestra, e impietosita
                                               Pinocchio chiude gli occhi e fa                            alla vista di quell’infelice sospeso
                                             finta di dormire. E nel tempo che si                         per il collo, che balla alle ventate di
                                             finge addormentato, Geppetto con                             tramontana, batte per tre volte le
                                             un po’ di colla sciolta in un guscio                         mani e fa tre piccoli colpi.
                                             d’uovo gli appiccica i due piedi al loro                       A questo segnale si sente un gran
                                             posto, e glieli appiccica così bene,                         rumore di ali che volano con foga
                                             che non si vede nemmeno il segno                             precipitosa, e un grosso falco si posa
                                             dell’attaccatura.




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                                            sul davanzale della finestra.                 di scuola non lo imparo mai. Ma perché allora si deve
                                             ‘Cosa comandi, mia graziosa Fata?’           andare a scuola?»
                                           dice il Falco abbassando il becco in             «Lo vuoi sapere un segreto?» sussurra Pinocchio.
                                           atto di reverenza.                               «Mi piacciono i segreti» risponde la bambina.
                                             ‘Vedi quel burattino attaccato                 «Se gli alberi andassero a scuola li farebbero diven-
                                                                                          tare tutti pali della luce…»
                                           penzoloni a un ramo della Quercia
                                                                                            La bambina lo guarda stupita.
                                           grande?’
                                                                                            «Niente più foglie?»
                                             ‘Lo vedo’.
                                                                                            E Pinocchio: «No. Niente più foglie…»
                                             ‘Vola subito laggiù, rompi col tuo
                                                                                            «E niente più fiori?» sussurra allarmata la bambi-
                                           fortissimo becco il nodo che lo tiene          na.
                                           sospeso in aria e posalo                         «Niente più fiori…» dice solenne Pinocchio.
                                           delicatamente sdraiato sull’erba ai              Poi strizzando l’occhio, conclude: «… e purtroppo
                                           piedi della Quercia’.                          niente frutti».
                                             Il Falco vola via e dopo due                   Pinocchio fa uno sberleffo, fingendo di essere un bu-
                                           minuti torna dicendo: ‘Quel che hai            rattino.
                                           comandato, è fatto’.                             «Se non si va a scuola come si fa a studiare?»
                                             ‘Come l’hai trovato? Vivo o morto?’            «A scuola è meglio andarci il meno possibile. Te l’ho
                                             ‘A vederlo, pareva morto, ma non             detto. La scuola è una specie di ospedale per ignoranti.
                                           dev’essere ancora morto perbene,               Chi non riesce a imparare niente deve andare lì e viene
                                           perché, appena gli ho sciolto il nodo          obbligato a studiare e a stare sempre seduto. È meglio
                                           scorsoio che lo stringeva intorno alla         imparare piuttosto che studiare. A scuola si studia, si
                                           gola, ha lasciato andare un sospiro,           studia e non si sa mai niente di preciso. Invece veden-
                                                                                          do e girando il mondo si imparano tante cose. È molto
                                           balbettando a mezza voce: ‘‘Ora mi
                                                                                          divertente!»
                                           sento meglio!’’
                                                                                            «Davvero il falco parlava? Ma come è possibile?»
                                                                                            «Be’, nei libri tutto è possibile».
                                  «Sei proprio bravo. Io quel che c’è scritto sui libri     «Dici che si può imparare anche senza studiare? So-




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                                  lo vedendo il mondo…»                                                    Nella città, il barbone,
                                     «Dico davvero, se non ci credi, vestiti! Ti porto a fa-
                                                                                                         il drogato e il cane Ulisse
                                  re un giro».
                                     «Un giro? Non posso… È notte, e poi il babbo chiu-




                                                                                               I
                                  de sempre la porta a chiave. Se tiri il catenaccio si sve-          due bambini si calano dalla finestra e con un bal-
                                  gliano tutti».                                                      zo sono sulla strada.
                                     «Ho un’idea» dice trionfante Pinocchio. «Usciamo                 L’asfalto è bagnato e riflette le luci dei lampioni.
                                  dalla finestra».                                                    L’acqua disegna macchie gigantesche, forme mi-
                                     «Ma è notte, c’è buio! E poi sono in pigiama».                   steriose e irreali che vibrano alla brezza della notte
                                     «Vestiti e andiamo. Di notte tutto è più bello. Quan-     e lottano come cavalieri medioevali. Sembra di sentire il
                                  do è buio, il mondo un po’ lo vedi e un po’ lo immagi-       rumore di spade che feriscono solo l’acciaio delle coraz-
                                  ni».                                                         ze. Così è certo che i cavalieri sono immortali e devono
                                     «E se poi succede qualcosa?»                              solo combattere senza mai fermarsi né per dormire, né
                                     «E se poi e se poi…»                                      per mangiare e neppure per sognare, solo lottare fino al-
                                     La bambina emozionata si veste in fretta e, in punta      l’ultimo sangue, anch’esso fatto di acqua notturna na-
                                  di piedi, va verso la finestra. Il cuore le batte forte.     scosta tra le crepe dell’asfalto.
                                     «E se piove?»                                                La bambina è affascinata.
                                     È molto eccitata all’idea di un’impresa tanto specia-        «Muoviti, cosa fai?» le grida Pinocchio.
                                  le, ormai la sua mente è già nella città.                       Le strade sono deserte. Col cuore in gola la bambi-
                                                                                               na segue la sua guida, Pinocchio, che si avvia verso il
                                                                                               centro della città.
                                                                                                  «E se ci perdiamo? E se non troviamo più la strada
                                                                                               per tornare?»
                                                                                                  «Le conosco a memoria le vie della città. Non aver
                                                                                               paura, prima dell’alba torniamo» dice Pinocchio, «che
                                                                                               bell’aria fresca! Corriamo?»
                                                                                                  «Sei proprio matto! Dove andiamo?»
                                                                                                  «Andiamo in centro, lì ci sono tante cose da vede-




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                                  re».                                                       come neve, poi col sole dell’estate la neve si scioglie,
                                    I due si mettono a correre muovendo le braccia co-       forma i torrenti, che scendono nelle valli, l’acqua scor-
                                  me eliche e facendo grandi cerchi nelle vie deserte.       re sopra e sotto la terra e attraverso i fiumi torna fino al
                                    Sul ciglio della strada, ricoperto da alcuni fogli di    mare. Ma un po’ arriva nelle fontanelle. Come questa
                                  giornale, un uomo dorme, disteso su una panchina.          che state bevendo».
                                    «Perché quello dorme lì?» chiede la bambina.                «Ma perché se viene dal mare l’acqua non è sala-
                                    «Non ha una casa. Forse è povero o non trova lavo-       ta?» chiede la bambina.
                                  ro».                                                          «Il sale è pesante e non può salire verso le nuvole
                                    «Se uno non trova lavoro dorme sulle panchine?»          insieme al vapore, perciò resta nel mare».
                                    «Eh già, o da qualche amico».                               «Quante cose sai. Chi te le ha insegnate?»
                                    Pinocchio e la bambina si fermano a bere a una fon-         «Facevo il maestro nelle scuole, ma mi hanno cac-
                                  tanella che ha la forma di un delfino in bronzo intento    ciato perché non mi andava di tenere i bambini seduti
                                  a spiccare un salto nell’aria. Dalla bocca del delfino     nei banchi. Li facevo solo giocare. Questa storia del-
                                  esce uno zampillo di acqua.                                le nuvole me l’ha insegnata un marinaio quando ero
                                    «Mmmh, che buona».                                       bambino come voi. Be’, buona notte».
                                    «L’acqua viene dalle montagne, per questo è fre-            «Buona notte» rispondono insieme Pinocchio e la
                                  sca».                                                      bambina, poi si incamminano verso l’altro lato del-
                                    «Buona davvero».                                         la piazza. Si fermano di fronte a una grande insegna
                                    L’uomo che sembrava addormentato sulla panchina          spenta.
                                  alza la testa e dice con voce calma e chiara: «Ehi bam-       «Guarda, Il Gambero Rosso, ha lo stesso nome di
                                  bini, volete sapere chi porta l’acqua sulle montagne?»     quella locanda dove hai mangiato col gatto e la vol-
                                    «Sì» dice la bambina sedendo sulla panchina.             pe».
                                    «Le nuvole».                                                «Sì, ma quella della mia storia era in mezzo a un bo-
                                    «E le nuvole da dove vengono?»                           sco, le pareti erano buie e il posto faceva paura».
                                    «Si formano col vapore che sale dall’acqua del mare         «Ti ricordi cosa dice il libro di quella cena che hai
                                  quando il sole la riscalda. Poi il vento le spinge via e   fatto col gatto e la volpe?»
                                  quando arrivano sopra le montagne fa freddo e le goc-         Pinocchio siede a cavalcioni sul piede di un monu-
                                  ce di vapore si ghiacciano, diventano pesanti e cadono     mento a Giuseppe Garibaldi ai margini dei giardini




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                                  pubblici. L’eroe dei due mondi è immobile seduto su                   e d’uva paradisa; e poi non vuole
                                  un trono di bronzo e tiene le gambe accavallate.                      altro».
                                     «Senti un po’ cosa dice il libro sulla cena al Gambe-
                                  ro Rosso».
                                     Pinocchio racconta cercando nella memoria con gli          «Accidenti che mangiata!» dice la bambina.
                                  occhi socchiusi.                                              «Io invece» dice Pinocchio, «quella volta ho sgra-
                                                                                             nocchiato solo un tozzo di pane con una noce».
                                                                                                «Guarda là!» dice la bambina.
                                                «Il povero Gatto, giunto alla                   Un ragazzo, nascosto dietro un cespuglio, si lega
                                             locanda, sentendosi gravemente                  uno spago intorno al gomito e infila una siringa nel
                                             indisposto di stomaco, non mangia               braccio.
                                             altro che trentacinque triglie con                 Pinocchio si gratta la testa.
                                             salsa di pomodoro e quattro porzioni               «Quello sta male».
                                             di trippa alla parmigiana; poiché                  «È un drogato».
                                             la trippa non gli pare condita                     «È un drogato?»
                                             abbastanza, chiede tre volte il burro e            «Uno che soffre grandi dolori e non riesce a vivere
                                                                                             senza quella roba che si mette nel braccio con la sirin-
                                             il formaggio grattato!
                                                                                             ga. È una specie di veleno che va nelle vene, è la droga.
                                                La Volpe avrebbe assaggiato
                                                                                             Così per un po’ dimentica tutto. Ma poi l’effetto del
                                             volentieri qualche cosina anche lei:
                                                                                             liquido passa e lui ricorda di essere infelice e deve fare
                                             ma siccome il medico le ha ordinato
                                                                                             un’altra iniezione, ma se non smette muore».
                                             una grandissima dieta, si accontenta               La bambina corre verso il giovane, si ferma a pochi
                                             di una semplice lepre dolce, con un             passi da lui.
                                             leggerissimo contorno di pollastre                 «Perché ti pungi?»
                                             ingrassate e di galletti.                          «Vattene».
                                                Per finire la Volpe si fa portare               «Pinocchio dice che se non smetti muori».
                                             un vassoio di pernici, di starne, di               «Vattene mocciosa o ti sgozzo, te e il tuo Pinocchio.
                                             conigli, di ranocchi, di lucertole              Così vedi chi muore».




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                                     La bambina si allontana e raggiunge Pinocchio, ri-       notte, e che prima fanno le strisce di pasta fresca, che
                                  masto immobile ad aspettarla, ha gli occhi impauriti e      poi tagliano e i blocchetti diventano panini» dice la
                                  gonfi di lacrime: «Mi ha detto vattene mocciosa».           bambina.
                                     «Sono cattivi quando si drogano, poi dopo un po’           «Ciao Pinocchio, sempre in giro per il mondo, eh!
                                  che si sono punti diventano più buoni e si addormen-        Passa più tardi che ci sono le brioche» grida il fornaio,
                                  tano. Andiamo».                                             per far salire la voce oltre il rumore della macchina im-
                                     «Ma perché si pungono?»                                  pastatrice.
                                     «Te l’ho detto, per dimenticare il dolore, ma poi sof-     Pinocchio fa una piroetta e ringrazia inchinandosi,
                                  frono ancora di più».                                       con un bel gesto della mano.
                                     Nel viale passa un grosso camion che lancia due            «Ti danno le brioche?»
                                  grandi ventagli di spruzzi a destra e a sinistra. Pinoc-      «Quando passo verso l’alba offrono sempre qualco-
                                  chio gioca toccando i getti luccicanti dell’acqua.          sa. Poi qualche volta durante il giorno io faccio le con-
                                     «È bello andare in giro di notte. Giusto? Guarda i       segne. Porto il pane nelle case dei clienti».
                                  riflessi come brillano sull’acqua!»                           «E dove lo porti il pane?» chiede la bambina.
                                     «Sembra una pioggia di luce» sussurra incantata la         «A certe vecchiette che non escono mai di casa.
                                  bambina.                                                    Buon lavoro!» grida Pinocchio. «A più tardi signor
                                     Pinocchio attraversa la strada.                          fornaio».
                                     «Vedi, i fornai stanno facendo il pane».                   «Ah, che mattacchione quel Pinocchio, signor for-
                                     In un’ampia stanza con la porta che dà sulla via si      naio… dice».
                                  intravedono due uomini e tre ragazzi vestiti di bian-         Dai grandi alberi di tiglio una nube di profumi deli-
                                  co che impastano il pane. Si muovono agili tra varie        cati si posa sulle strade e i semi degli alberi, come fioc-
                                  macchine e con grande rapidità tagliano a blocchetti        chi trasparenti di luce, vagano nell’aria.
                                  le lunghe strisce di pasta arrotolata e le trasformano in     «Che bello, sembra neve».
                                  panini, disponendoli in file parallele.                       La luna piena, perfettamente rotonda, è al centro
                                     «Fanno lievitare il pane, poi verso l’alba lo mettono    del cielo.
                                  nel forno. Quando torniamo ci fermiamo a fiutare il           Da un terrazzo si sente cantare. È la voce di una
                                  profumo delle torte».                                       donna intenta a stendere i panni.
                                     «Mangio sempre il pane ma non sapevo che si fa di          «A quest’ora fa il bucato?» chiede la bambina.




11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 24-25                                                                                                                             11-03-2010 12:18:54
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                                     «Ma quello è l’ospedale» ride Pinocchio, «e la don-         «No, non sono neppure malato. All’inizio ho fatto
                                  na è un’infermiera. Deve tenere puliti i malati a qual-     finta di avere male di pancia, perché a casa ero sempre
                                  siasi ora del giorno e della notte. Giusto? Vieni a vede-   solo. Nel quartiere quando sei vecchio nessuno ti dà
                                  re».                                                        più retta. Almeno qui parlo con qualcuno. Quando so-
                                     «Perché quando parli dici sempre ‘giusto’?»              no arrivato ho detto che avevo mal di testa, e mi hanno
                                     Pinocchio non risponde e sale la scaletta di ferro che   curato la testa, poi ho detto che avevo male anche al
                                  porta all’ingresso dell’ospedale.                           collo e mi hanno curato il collo e poi le braccia e il pet-
                                     Nella guardiola un uomo in camice bianco dorme,          to, le gambe, i piedi. Adesso mi sono rimasti i mignoli
                                  col capo posato sulle braccia. Nel posacenere davanti       delle mani e dei piedi, ma per poter stare ancora qui
                                  a lui una pipa abbandonata fuma debolmente.                 continuerò a dire che sento male allo stomaco e poi al
                                     I due bambini entrano inosservati nell’ospedale, at-     fegato e insomma uno per uno tutti gli organi del cor-
                                  traversano lunghissimi corridoi ricolmi di letti provvi-    po. Ci vorranno un paio d’anni per esplorare tutto, poi
                                  sori occupati dai malati.                                   magari ricomincio col mal di pancia. Così posso rima-
                                     «Perché i malati dormono nel corridoio?»                 nere qua ancora per un po’, coi miei amici malati».
                                     Pinocchio si gratta la nuca e risponde: «Perché nelle       «Cosa stai leggendo?»
                                  stanze non ci sono più posti. Giusto?»                         Il vecchio mostra la copertina del libro. «La storia
                                     «Non sapevo che c’erano tanti malati…»                   dei tre moschettieri».
                                     «I grandi si ammalano perché fumano o mangiano              «È bello?» chiede Pinocchio.
                                  male, o lavorano troppo o a casa litigano sempre, in-          «Racconta tante avventure. Sono storie di qualche
                                  somma non sono felici e allora prendono le malattie,        secolo fa, però mi diverto e così passo il tempo, mi
                                  così poi dicono che sono infelici perché sono malati».      sembra di viaggiare all’indietro».
                                     Un vecchio è sveglio, e alla luce debole di una picco-      «E dove sei arrivato?»
                                  la torcia elettrica legge un libro sotto il lenzuolo.          «È un libro molto lungo e ogni tanto mi vien voglia
                                     «Ehi bambini, che fate in ospedale?»                     di saltare alla fine. Stavo leggendo di quando Porthos,
                                     «Visitiamo i malati» dice Pinocchio.                     uno dei tre moschettieri, corre con la dinamite in ma-
                                     «A quest’ora di notte? Adesso dormono tutti, tran-       no e improvvisamente si chiede qual è il misterioso
                                  ne quelli gravi che sono svegli perché soffrono».           meccanismo che fa muovere le gambe e non trovando
                                     «E tu cos’hai? Sei malato grave?»                        risposta si paralizza e non riesce più a muoversi. Così




11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 26-27                                                                                                                             11-03-2010 12:19:08
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                                  muore perché intanto che lui pensa la miccia raggiun-        bambini stanno per avviarsi quando un infermiere en-
                                  ge l’esplosivo. Non bisogna farlo mai quello che ha fat-     tra minaccioso.
                                  to lui» conclude il vecchio.                                    «Che ci fanno due bambini di notte in ospedale? Ve-
                                     Si sente all’improvviso una voce flebile che proviene     nite subito qua!»
                                  da una stanza vicina.                                           Pinocchio e la bambina cominciano a correre scen-
                                     «È la Lina, ha novantotto anni e ancora chiama la         dendo a tutta velocità le scale.
                                  mamma».                                                         «Non pensiamo alle gambe, se no ti si fermano, co-
                                     I due bambini ridono.                                     me al moschettiere…» grida la bambina e nel correre
                                     «Fatemi un piacere, bambini. Andate da lei. La Lina       si appoggia a una sedia a rotelle che scende le scale
                                  è nel letto, vicino alla finestra. Fatele una carezza così   inseguendo i due bambini.
                                  la smette, altrimenti va avanti tutta la notte a chiamare       In un batter d’occhio si ritrovano per strada. Anche
                                  mamma. Poi tornate che vi do le caramelle».                  la sedia a rotelle infila miracolosamente la porta di
                                     I bambini vanno nella stanza e si avvicinano alla Li-     uscita e si ferma contro un palo della luce ai limiti del
                                  na che continua a chiamare ‘Mamma, mamma’.                   marciapiede.
                                     «Che bella, sembra la mia nonna» dice la bambina.            Pinocchio si siede e muovendo le ruote con le mani
                                     «Dov’è tua nonna?»                                        la spinge nell’atrio dell’ospedale. Poi riprende a cor-
                                     «La mia nonna non c’è più. È morta».                      rere.
                                     La bambina accarezza il capo della Lina che conti-           Affacciato alla finestra l’infermiere grida nella notte:
                                  nua a chiamare ‘Mamma, mamma’. Poi d’improvviso              «Se vi acchiappo… Vi tiro su una gamba dalla boc-
                                  la vecchietta si gira. Fissa a lungo la bambina in silen-    ca…»
                                  zio.                                                            I due bambini corrono a perdifiato e arrivano in una
                                     «Ciao, il mio angioletto. Cosa fai qui figlia mia, la     piazza.
                                  mia piccolina?»                                                 «Che spavento» dice ansimando la bambina, «dav-
                                     Gli occhi della bambina si riempiono di lacrime. La       vero se ci prendeva ci tirava su una gamba dalla boc-
                                  vecchia le sfiora la fronte con la mano tremante poi         ca?»
                                  torna a rannicchiarsi e ricomincia a chiamare: ‘Mam-            «Ma no, è solo così per dire…» risponde Pinocchio
                                  ma, mamma’.                                                  ridendo.
                                     Si sente il rumore di una porta che si apre. I due           In una grande fontana un uomo sta lavando il suo




11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 28-29                                                                                                                              11-03-2010 12:19:17
|   IL   RITORNO DI   PINOCCHIO   |




                                  cane, un bastardino nero con una macchia bianca a             sul bordo della fontana e scuote il corpo velocemente
                                  forma di stella tra le due orecchie. Il cagnetto è coper-     a destra e a sinistra, schizzando acqua ovunque. I due
                                  to dalla schiuma dello shampoo e si lascia docilmente         bambini si allontanano gridando.
                                  sciacquare.                                                     L’uomo fa uscire il cane dalla fontana e lo avvolge in
                                     «Come si chiama?» chiede la bambina.                       un grande asciugamano.
                                     «Ulisse».                                                    «Buono, Ulisse, li hai schizzati per bene quei poveri
                                     «Ma Ulisse è il nome di un uomo».                          bambini».
                                     «Eh sì, di un uomo molto intelligente, che sapeva in-        «Non è niente» dice Pinocchio, «siamo riusciti a
                                  gannare tutti e nessuno riusciva mai a ingannare lui».        non farci bagnare. Ma quanti baffi ha Ulisse?»
                                     «Perché il cane l’hai chiamato Ulisse?»                      «Ora li contiamo».
                                     «Perché è un randagio e prima di accucciarsi davan-          Il cane tranquillamente porge il muso in avanti.
                                  ti alla porta di casa mia ha viaggiato in lungo e in largo,     «Uno, due, tre e quattro cinque sei, sette e otto. Ha
                                  chissà come e chissà dove, proprio come Ulisse, l’eroe        otto baffi bianchi. Otto per dieci fa ottanta, ottanta di-
                                  greco. Volevo chiamarlo Stella per via della macchia          viso sette fa undici e tre. Ulisse ha undici anni e tre
                                  bianca che ha sul capo, ma è maschio».                        mesi».
                                     «Così non sai quanti anni ha?»                               «Ma perché hai diviso per sette?» chiede Pinoc-
                                     «Certo che lo so. Basta contargli i baffi, moltiplicare    chio.
                                  per dieci e dividere per sette».                                «Perché un anno di vita del cane è come sette anni
                                     «Posso contare i baffi?» chiede Pinocchio incurio-         di vita per l’uomo».
                                  sito.                                                           In quel momento si sente una voce gridare e Ulisse
                                     «Aspetta, finisco di lavarlo, lo asciugo, poi contia-      parte come una freccia dirigendosi oltre la piazza. I
                                  mo i baffi».                                                  due bambini e il proprietario del cane lo seguono cor-
                                     L’uomo spinge dolcemente il cane immergendolo              rendo. Giunto sull’ampio marciapiede il cane fa un
                                  nell’acqua e la schiuma del sapone disegna una coro-          balzo sul muretto.
                                  na candida intorno al corpo dell’animale.                       «La mia bambina, là, là!» grida una donna zingara.
                                     «Ecco, adesso è sciacquato. A Ulisse piace il fresco         Il cane Ulisse si tuffa nel fiume e raggiunge una bam-
                                  dell’acqua».                                                  bina che si agita tra i flutti, afferra coi denti il colletto
                                     Improvvisamente il cane mette le zampe anteriori           del vestito e trascina il corpicino verso la riva.




11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 30-31                                                                                                                                 11-03-2010 12:19:33
|   IL   RITORNO DI   PINOCCHIO   |




                                  Intanto si è radunata una piccola folla di zingari.
                                  Il cane depone la bimba vicino alla carovana dei no-
                               madi poi inspiegabilmente torna a tuffarsi nell’acqua.
                                  Tutti, stupiti, lo seguono con lo sguardo mentre la
                               madre abbraccia la bambina salvata per miracolo.
                                  Ulisse nuota fieramente verso il pilone centrale del
                               ponte. I gorghi sono profondi e le onde minacciose.
                               Dopo poco il cane riappare trascinando un altro cor-
                               picino, molto più piccolo.
                                  Finalmente, tra gli applausi di tutti, il cane depone
                               sulla riva una piccola bambola grondante di acqua.
                                  Uno zingaro incomincia a suonare col violino un’al-
                               legra ballata e tutti gli uomini formano danzando un
                               grande cerchio.
                                  La bambina si avvicina, manda con la mano un ba-
                               cio al cagnetto ansimante e prende tra le braccia la sua
                               bambolina.
                                  Ulisse, ruotando il corpo a destra e a sinistra, lancia
                               schizzi d’acqua un po’ dappertutto.
                                  Ora tutti sembrano soddisfatti, anche il venditore di
                               salsicce che allunga due wurstel ben cotti al cane.
                                  Ulisse, dopo averli a lungo fiutati e leccati, li man-
                               gia in un boccone. Anche Pinocchio e la sua piccola
                               compagna entrano nel cerchio dei danzatori e imitano,
                               ridendo, il ballo degli zingari.




11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 32                                                                11-03-2010 12:19:53

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silvano agosti - il ritorno di pinocchio

  • 1. ★★★ Inserto vo esclusi re sono pura O PER VOI ie mille avventu ttono tut- SOL BONATQuasi n «I iente. Tutte le m ono i libri ci me AB elli che scriv u rtire i r far dive ★★★ fantasia. Sai, q er la mente. Pe li passa p li o di storie, to to quello che g ventato un sacc he mio tato ollodi si è in ll in bambini quel C tasie. La sola cosa vera è c la ra tutt fa fa n ie in , insomma, ma sono tutte eva ave re un bambino re in tto vol le ta im he i io na- padre Geppett morta prima c di fa- sua moglie è li e allora siccome ravo falegname, ha pensato ic to un b ra fale e con un scessi e lui era lu ha costruito m tr da solo un figli lo lio burattino e rattin re le ». pezzo di legno facendo fa , guard rd o cosa stanno ta omento to «Aspetta un m tt à». mamma e pap ll stanza. ta bina esce dalla n ente tra di te L a bam ta no parlan rl do sommessam I genitori stan it loro. t ipete la in tornando. e la bambina to sono due giorni «Hai fame?» rip nde Pinocchio, « fa in io «Un po ’ sì» rispo ì» is in o». che vado in gir to». rà re upato tto, sarà preocc tt re eppe «E tuo padre, G più». u c’è «Geppetto non n po’ in silenzio. tt in il io I due r imangono u im ti muovere». «A spetta qui, non B A McchiIN I toS Ia protIV EaN T Aro: B che rn D agonist di un lib Pino o, Come o adulto) una fiaba di Silvano Agosti (adatta anche a un pubblic to untamen di cui vi regaliamo i primi due capitoli. È l’app più fedeli con la lettura che «Vanity Fair» riserva agli amici 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 1 11-03-2010 12:16:33
  • 2. I L RITORNO DI P INOCCHIO Silvano Agosti «Ora sono un bambino, non sono Che ne è stato di Pinocchio dopo che ha lasciato il suo abito alla fine, riceve la visita di uno strano amico, che dice più un burattino. La mia storia da burattino e ha assunto le sembianze di un bambino come di chiamarsi Pinocchio e che conosce a memoria interi brani non è finita, anzi, si può dire che tutti gli altri? Se lo è chiesto lo scrittore bresciano Silvano Agosti (72 anni il prossimo 23 dell’opera di Collodi. Affascinata dal suo spirito libero, la piccola accetta di accompagnarlo proprio di lì è cominciata». Non capita marzo) che su questa idea ha costruito il suo nuovo libro in un viaggio notturno alla scoperta di ciò che accade tutti i giorni di fare amicizia Il ritorno di Pinocchio (Salani quando i bambini dormono. pagg. 126, 12 euro; in libreria dal 18 marzo). La storia, una fiaba Dagli incontri con ladri, prostitute, drogati e panettieri, la bambina con un personaggio delle fiabe. È quello ambientata ai nostri giorni, parte quando una notte una bambina, il cui nome viene svelato solo imparerà il vero volto della vita. Alla faccia delle ore passate sui libri e sui banchi di scuola. che accade a una bambina che, grazie al nuovo compagno di giochi, passerà la notte più bella della sua vita Copyright © 2010, Adriano Salani Editore S.p.A. di Silvano Agosti Gruppo editoriale Mauri Spagnol www.salani.it 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 2-3 11-03-2010 12:16:59
  • 3. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | Cari bambini, qualcuno ha portato fin qui in Kirghisia la storia Il ri- case di tutto il sapere. Trovano moltissimi compu- torno di Pinocchio e tanti ormai l’hanno letta e si sono ter che rispondono a qualsiasi domanda e così impara- stupiti del vostro coraggio. no tutto quello che desiderano. Qui da noi i bambini non vanno a nessuna scuola ma Poi ne parlano con i loro genitori che, lavorando solo giocano nei parchi tutto il giorno fino all’età di diciotto tre ore al giorno, hanno tutto il tempo per conoscere i anni e invece di studiare imparano, come dice il bambi- loro figli e giocare con loro. no Pinocchio nel vostro libro. Qui da noi nessun genitore lega alcun bambino o E sanno tutto ciò che occorre per essere se stessi, co- bambina alla gamba del letto come succede nel vostro me ogni albero sa come si fa a fiorire, a mutare le foglie libro Il ritorno di Pinocchio, perché anche i più piccoli e a fare dei magnifici frutti, senza che nessuno glielo vengono trattati con infinito rispetto, ognuno è sereno e insegni. le porte delle case sono sempre aperte. Ma come imparano tutti? Quando sarete più grandicelli venite a trovarci qui in Semplice, quando piove o quando lo desidera- Kirghisia, sarete nostri ospiti e vedrete come vive felice no entrano nelle varie case che circondano i par- un popolo capace di organizzare la vita per il benessere chi, la Casa del corpo umano, la Casa della storia, la di tutti e non solo di pochi. Casa delle lingue, la Casa della pittura, insomma le Con molto affetto vi saluto e vi aspetto. Il presidente della Kirghisia 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 4-5 11-03-2010 12:17:10
  • 4. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | Capitolo primo È sera. L’incontro Nella strada di una città qualsiasi. In una casa come ce ne sono tante, una bambina di sette anni vive col padre, la madre e il nonno. Nella sua cameretta, la bimba legge il libro di Pinoc- chio. È arrivata all’ultima pagina: «… E il vecchio Pinocchio di legno «L a storia è finita, peccato» dice la bambina e gira l’ultima pagina, chiude la copertina e ripone il libro di Pinocchio. Toglie di tasca un involucro di carta argen- tata, lo apre, mette in bocca un pezzo di cioccolata, spegne la luce e s’infila sotto le coperte. dov’è nascosto?» chiede Pinocchio Dall’altra stanza arriva la voce della mamma. divenuto bambino. «Ti sei lavata i denti?» «Là» risponde Geppetto, e accenna «Sì» risponde assonnata la bambina. a un burattino appoggiato alla Non è vero. Ha raccontato la solita bugia. seggiola, con il capo girato da una Si nasconde sotto le lenzuola e tocca il naso per ve- dere se si è allungato, come succede a Pinocchio ogni parte, le braccia ciondoloni. volta che dice le bugie. Pinocchio si volta e, dopo averlo Il naso è intatto. Sorride e cerca di dormire. La cioc- guardato, dice dentro di sé: colata si scioglie lentamente nel piacere del sonno. «Com’ero buffo, quand’ero un Meno male che non sono un burattino, così posso dire burattino! le bugie quanto mi pare e nessuno se ne accorge. E ora come sono contento di essere I genitori sono accanto al focolare, guardano la tele- diventato un ragazzino perbene!» visione e, prima di andare a letto, come ogni sera ver- ranno a salutarla. «Dormi adesso e buona notte» grida la madre. Silenzio. La bambina sta per cadere in un sonno profondo, quando qualcuno bussa ai vetri della finestra socchiu- 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 6-7 11-03-2010 12:17:22
  • 5. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | sa. Allora si alza e sporgendosi assonnata sulla strada, «Chiamami pure Pinocchio» risponde Pinocchio vede un ragazzino più o meno della sua età: è sudato, con un sorriso. ha i capelli arruffati e spicca alcuni salti per raggiunge- «Senti un po’. Cosa c’è di vero in tutta la tua sto- re il davanzale della finestra. ria?» «Fammi salire» chiede con voce affannata. Pinocchio si sfiora un orecchio in segno d’imbaraz- «Non ti conosco. Chi sei?» zo. «Sono un bambino come te. Aiutami!» «Quasi niente. Tutte le mie mille avventure sono pu- Lo aiuto pensa la bambina, poi sussurra sottovoce: ra fantasia. Sai, quelli che scrivono i libri ci mettono «Aspetta, ti aiuto». tutto quello che gli passa per la mente. Per far divertire Apre la finestra, tende le braccia oltre il davanzale. i bambini quel Collodi si è inventato un sacco di sto- «Allunga una mano!» grida l’altro dalla strada. rie, ma sono tutte fantasie. La sola cosa vera è che mio La bambina si sporge il più possibile, lo aiuta a en- padre Geppetto voleva avere un bambino, insomma, trare nella stanza. e allora siccome sua moglie è morta prima che io na- Il piccolo sconosciuto parla ansimando: scessi e lui era un bravo falegname, ha pensato di fare «Passavo sotto la finestra. Ho sentito che dicevi: Pec- da solo un figlio burattino e ha costruito me con un cato, la storia di Pinocchio è finita. Giusto?» pezzo di legno». «È vero, sul libro c’è scritto Fine». «Aspetta un momento, guardo cosa stanno facendo La bambina si siede sul letto. mamma e papà». «Ma tu chi sei?» La bambina esce dalla stanza. «Anche se sembro un bambino qualsiasi, io sono Pi- I genitori stanno parlando sommessamente tra di nocchio. Come c’è scritto nel libro ora sono un bam- loro. bino, non sono più un burattino. La mia storia non è «Hai fame?» ripete la bambina tornando. finita, anzi, si può dire che proprio di lì è cominciata. «Un po’ sì» risponde Pinocchio, «sono due giorni Devi sapere che quando sono diventato un bambino che vado in giro». vero… È successo alcuni anni fa… Giusto?» «E tuo padre, Geppetto, sarà preoccupato». Pinocchio siede sul letto accanto alla bambina. «Geppetto non c’è più». «Hai fame? Hai sete? Posso chiamarti Pinocchio o I due rimangono un po’ in silenzio. hai cambiato nome?» «Aspetta qui, non ti muovere». 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 8-9 11-03-2010 12:17:32
  • 6. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | La bambina sguscia in cucina, prende dal frigorifero sonnata. il formaggio, un pane e dalla cesta della frutta una me- «Il mio stomaco è pieno di un gran vuoto, mi ha in- la, poi torna in camera da letto. terrotto il sonno e ora la fame non mi lascia dormire». Quando rientra il bimbo Pinocchio, disteso sul tap- «Aspetta, accendo la luce». Prende il cibo da sot- peto, si è addormentato ai piedi del letto. to il cuscino e lo porge a Pinocchio. «Mangia» dice la «Sveglia! Devi mangiare». bambina infilandosi sotto le lenzuola. Niente da fare. Pinocchio dorme profondamente. Pinocchio con un balzo si avvicina al tavolo e si sie- La bambina ripone pane, formaggio e mela sotto il de. Addenta prima la mela, poi il pane e infine il for- cuscino e siede sul letto. maggio. L’emozione è grande. «È meglio se mangi prima il pane, poi il formaggio Questo bambino dai capelli scomposti è proprio lui, e la mela». Pinocchio in persona, il famoso burattino che prima «A me piace così» mormora Pinocchio con la boc- viene trasformato in asino, poi, dopo infinite avventu- ca piena. re, da burattino di legno diventa un bambino vero. «Non si parla con la bocca piena» dice ridendo la Pinocchio, quello vero! Proprio lui! È qui accanto a me bambina. nella mia stanza pensa la bambina e sorride, ma il son- «Sembri il maestro di scuola, ‘questo non si fa, quello no poco a poco le copre gli occhi e la mente. non si fa’». E se invece è un bugiardo, e se volesse solo prendermi Un rumore di porte aperte e chiuse li fa trasalire. in giro? «Nasconditi, i miei genitori stanno per andare a dor- Si infila sotto le coperte. mire. Vengono a salutarmi. Vai sotto il letto». Tutto intorno diventa scuro. Appena in tempo. La porta della camera si schiude La finestra sparisce lentamente nel buio, poi il tavo- lentamente e la madre si avvicina alla bambina che fin- lino, e infine il letto e le coperte. ge di dormire. Anche il padre appare. Nel cuore della notte una piccola mano calda la «Guarda come dorme». scuote: La madre si china sulla figlia e la bacia, poi rimboc- «Ehi, hai detto che trovavi qualcosa da mangiare ca dolcemente le coperte. Anche il padre si avvicina e per me». bacia la bambina sulla fronte. «L’ho portato ma dormivi» sussurra la bambina as- «Come dorme. Sembra quasi che finga. Ha dimen- 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 10-11 11-03-2010 12:17:43
  • 7. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | ticato la luce accesa, come sempre... Guarda, legge ridiventare un burattino». Pinocchio. Quello stupido burattino ha ossessionato «Eppure» sussurra la bambina, «il libro dice che la mia infanzia. Lo sognavo di notte che mi abbrac- quando non volevi andare a scuola sei scappato nel ciava e mi pungeva le guance con quel suo ridicolo paese dei balocchi e ti sei trasformato in un ciuchino. naso». Forse, se un bambino gioca soltanto senza studiare Arriva anche il nonno, un vecchietto arzillo che ac- mai, gli crescono davvero le orecchie d’asino». carezza dolcemente la nuca della nipotina e rimbocca «No» dice Pinocchio, «la verità è che quando un a sua volta le coperte. bambino per giocare ha bisogno dei balocchi non è «Come dorme, beata lei». più un vero bambino. È già un asino». «Andiamo nonno, è tardi anche per te» dice la «E i miei giocattoli?» dice la bambina. mamma. Pinocchio si avvicina a un angolo della stanza dove I tre escono dalla stanza, spengono la luce e chiudo- sono ammucchiati i giocattoli. no la porta. «Si può giocare con qualsiasi cosa, con una piuma, La debole luminosità dei lampioni entra dalla fi- una ruota, lo spago o con dei legnetti e anche con nien- nestra e nella penombra della notte ingrandisce ogni te. Io gioco spesso con niente. Immagino di prendere cosa. tre, quattro o a volte perfino sei palline invisibili e le «Psst, Pinocchio, vieni fuori. Ormai fino a domani faccio ruotare nell’aria senza farne cadere neppure non tornano» dice la bambina. una. Il paese dei balocchi dopo un po’ era noioso, ci si Pinocchio esce di sotto il letto e siede al centro del- perdeva, come i grandi che giocano a carte o a dama o la stanza. Finisce di mangiare la mela con appetito. A alla lotteria e a tutti i giochi che non inventano loro». ogni boccone sorride contento. La bambina lo guarda affascinata. «Tuo padre ha detto che sono stupido». «E quando ti sei bruciato i piedi ti faceva male?» «Per lui tutti i bambini sono stupidi. Ma tu perché «Non si sono bruciati i piedi, ma gli zoccoletti. sei scappato di casa?» Li ho appoggiati al braciere perché erano bagnati. «Non mi andava di andare a scuola. Il maestro non Geppetto non c’era. Avevo fame. Sono andato per faceva che dire: Seduto, composto, non parlare, stai strada in cerca di cibo. Un vecchio dalla finestra ha attento, non muoverti, apri il libro, chiudi il quaderno, promesso del pane, invece mi ha versato addosso un torna a posto, rispondi quando ti tocca. Avevo paura di secchio di acqua gelata. Così ti cheti ha gridato e ti 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 12-13 11-03-2010 12:17:53
  • 8. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | passa pure l’appetito. Tutto bagnato sono rientrato in «Lo sai a memoria il libro di Pinocchio?» casa e la fame era così grande che mi sono addor- «L’ho raccontata mille volte la mia storia. Sì, la so mentato. Quando Geppetto è tornato mi ha sveglia- proprio a memoria, tutta, parola per parola». to, la casa era piena di fumo perché gli zoccoletti, «Eh già, sei Pinocchio… Come lo ripeti bene, sem- che avevo appoggiato al braciere per farli asciugare, bra proprio quello che c’è scritto nel libro. Mi racconti si erano bruciati. Ho dovuto promettere che non sa- di quando ti hanno impiccato?» rei più scappato di casa». «Dunque, dunque, quando m’hanno impiccato, «Però nel libro c’è scritto che ti sei bruciato i vediamo un po’… Buono il formaggio, buona la tua piedi». mela!» «Eh già, nel libro. Te l’ho detto che gli scrittori in- Pinocchio socchiude gli occhi, per aiutarsi a ricor- ventano sempre tutto. Figurati se ero così stupido da dare. poggiare sulla brace i miei piedi di legno... Però fa «Il libro mi pare dice così. più effetto scrivere che mi sono bruciato i piedi, in- vece di dire la verità e cioè che si erano bruciati gli zoccoletti. Sai, immaginare le cose è bello, è un po’ In quel mentre che il povero come volare». Pinocchio impiccato dagli assassini Pinocchio socchiude gli occhi e ripete a memoria: a un ramo della Quercia grande, «Senti cosa dice il libro sui piedi bruciati: pare ormai più morto che vivo, la bella Bambina dai capelli turchini si affaccia alla finestra, e impietosita Pinocchio chiude gli occhi e fa alla vista di quell’infelice sospeso finta di dormire. E nel tempo che si per il collo, che balla alle ventate di finge addormentato, Geppetto con tramontana, batte per tre volte le un po’ di colla sciolta in un guscio mani e fa tre piccoli colpi. d’uovo gli appiccica i due piedi al loro A questo segnale si sente un gran posto, e glieli appiccica così bene, rumore di ali che volano con foga che non si vede nemmeno il segno precipitosa, e un grosso falco si posa dell’attaccatura. 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 14-15 11-03-2010 12:18:02
  • 9. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | sul davanzale della finestra. di scuola non lo imparo mai. Ma perché allora si deve ‘Cosa comandi, mia graziosa Fata?’ andare a scuola?» dice il Falco abbassando il becco in «Lo vuoi sapere un segreto?» sussurra Pinocchio. atto di reverenza. «Mi piacciono i segreti» risponde la bambina. ‘Vedi quel burattino attaccato «Se gli alberi andassero a scuola li farebbero diven- tare tutti pali della luce…» penzoloni a un ramo della Quercia La bambina lo guarda stupita. grande?’ «Niente più foglie?» ‘Lo vedo’. E Pinocchio: «No. Niente più foglie…» ‘Vola subito laggiù, rompi col tuo «E niente più fiori?» sussurra allarmata la bambi- fortissimo becco il nodo che lo tiene na. sospeso in aria e posalo «Niente più fiori…» dice solenne Pinocchio. delicatamente sdraiato sull’erba ai Poi strizzando l’occhio, conclude: «… e purtroppo piedi della Quercia’. niente frutti». Il Falco vola via e dopo due Pinocchio fa uno sberleffo, fingendo di essere un bu- minuti torna dicendo: ‘Quel che hai rattino. comandato, è fatto’. «Se non si va a scuola come si fa a studiare?» ‘Come l’hai trovato? Vivo o morto?’ «A scuola è meglio andarci il meno possibile. Te l’ho ‘A vederlo, pareva morto, ma non detto. La scuola è una specie di ospedale per ignoranti. dev’essere ancora morto perbene, Chi non riesce a imparare niente deve andare lì e viene perché, appena gli ho sciolto il nodo obbligato a studiare e a stare sempre seduto. È meglio scorsoio che lo stringeva intorno alla imparare piuttosto che studiare. A scuola si studia, si gola, ha lasciato andare un sospiro, studia e non si sa mai niente di preciso. Invece veden- do e girando il mondo si imparano tante cose. È molto balbettando a mezza voce: ‘‘Ora mi divertente!» sento meglio!’’ «Davvero il falco parlava? Ma come è possibile?» «Be’, nei libri tutto è possibile». «Sei proprio bravo. Io quel che c’è scritto sui libri «Dici che si può imparare anche senza studiare? So- 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 16-17 11-03-2010 12:18:12
  • 10. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | Capitolo secondo lo vedendo il mondo…» Nella città, il barbone, «Dico davvero, se non ci credi, vestiti! Ti porto a fa- il drogato e il cane Ulisse re un giro». «Un giro? Non posso… È notte, e poi il babbo chiu- I de sempre la porta a chiave. Se tiri il catenaccio si sve- due bambini si calano dalla finestra e con un bal- gliano tutti». zo sono sulla strada. «Ho un’idea» dice trionfante Pinocchio. «Usciamo L’asfalto è bagnato e riflette le luci dei lampioni. dalla finestra». L’acqua disegna macchie gigantesche, forme mi- «Ma è notte, c’è buio! E poi sono in pigiama». steriose e irreali che vibrano alla brezza della notte «Vestiti e andiamo. Di notte tutto è più bello. Quan- e lottano come cavalieri medioevali. Sembra di sentire il do è buio, il mondo un po’ lo vedi e un po’ lo immagi- rumore di spade che feriscono solo l’acciaio delle coraz- ni». ze. Così è certo che i cavalieri sono immortali e devono «E se poi succede qualcosa?» solo combattere senza mai fermarsi né per dormire, né «E se poi e se poi…» per mangiare e neppure per sognare, solo lottare fino al- La bambina emozionata si veste in fretta e, in punta l’ultimo sangue, anch’esso fatto di acqua notturna na- di piedi, va verso la finestra. Il cuore le batte forte. scosta tra le crepe dell’asfalto. «E se piove?» La bambina è affascinata. È molto eccitata all’idea di un’impresa tanto specia- «Muoviti, cosa fai?» le grida Pinocchio. le, ormai la sua mente è già nella città. Le strade sono deserte. Col cuore in gola la bambi- na segue la sua guida, Pinocchio, che si avvia verso il centro della città. «E se ci perdiamo? E se non troviamo più la strada per tornare?» «Le conosco a memoria le vie della città. Non aver paura, prima dell’alba torniamo» dice Pinocchio, «che bell’aria fresca! Corriamo?» «Sei proprio matto! Dove andiamo?» «Andiamo in centro, lì ci sono tante cose da vede- 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 18-19 11-03-2010 12:18:21
  • 11. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | re». come neve, poi col sole dell’estate la neve si scioglie, I due si mettono a correre muovendo le braccia co- forma i torrenti, che scendono nelle valli, l’acqua scor- me eliche e facendo grandi cerchi nelle vie deserte. re sopra e sotto la terra e attraverso i fiumi torna fino al Sul ciglio della strada, ricoperto da alcuni fogli di mare. Ma un po’ arriva nelle fontanelle. Come questa giornale, un uomo dorme, disteso su una panchina. che state bevendo». «Perché quello dorme lì?» chiede la bambina. «Ma perché se viene dal mare l’acqua non è sala- «Non ha una casa. Forse è povero o non trova lavo- ta?» chiede la bambina. ro». «Il sale è pesante e non può salire verso le nuvole «Se uno non trova lavoro dorme sulle panchine?» insieme al vapore, perciò resta nel mare». «Eh già, o da qualche amico». «Quante cose sai. Chi te le ha insegnate?» Pinocchio e la bambina si fermano a bere a una fon- «Facevo il maestro nelle scuole, ma mi hanno cac- tanella che ha la forma di un delfino in bronzo intento ciato perché non mi andava di tenere i bambini seduti a spiccare un salto nell’aria. Dalla bocca del delfino nei banchi. Li facevo solo giocare. Questa storia del- esce uno zampillo di acqua. le nuvole me l’ha insegnata un marinaio quando ero «Mmmh, che buona». bambino come voi. Be’, buona notte». «L’acqua viene dalle montagne, per questo è fre- «Buona notte» rispondono insieme Pinocchio e la sca». bambina, poi si incamminano verso l’altro lato del- «Buona davvero». la piazza. Si fermano di fronte a una grande insegna L’uomo che sembrava addormentato sulla panchina spenta. alza la testa e dice con voce calma e chiara: «Ehi bam- «Guarda, Il Gambero Rosso, ha lo stesso nome di bini, volete sapere chi porta l’acqua sulle montagne?» quella locanda dove hai mangiato col gatto e la vol- «Sì» dice la bambina sedendo sulla panchina. pe». «Le nuvole». «Sì, ma quella della mia storia era in mezzo a un bo- «E le nuvole da dove vengono?» sco, le pareti erano buie e il posto faceva paura». «Si formano col vapore che sale dall’acqua del mare «Ti ricordi cosa dice il libro di quella cena che hai quando il sole la riscalda. Poi il vento le spinge via e fatto col gatto e la volpe?» quando arrivano sopra le montagne fa freddo e le goc- Pinocchio siede a cavalcioni sul piede di un monu- ce di vapore si ghiacciano, diventano pesanti e cadono mento a Giuseppe Garibaldi ai margini dei giardini 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 20-21 11-03-2010 12:18:30
  • 12. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | pubblici. L’eroe dei due mondi è immobile seduto su e d’uva paradisa; e poi non vuole un trono di bronzo e tiene le gambe accavallate. altro». «Senti un po’ cosa dice il libro sulla cena al Gambe- ro Rosso». Pinocchio racconta cercando nella memoria con gli «Accidenti che mangiata!» dice la bambina. occhi socchiusi. «Io invece» dice Pinocchio, «quella volta ho sgra- nocchiato solo un tozzo di pane con una noce». «Guarda là!» dice la bambina. «Il povero Gatto, giunto alla Un ragazzo, nascosto dietro un cespuglio, si lega locanda, sentendosi gravemente uno spago intorno al gomito e infila una siringa nel indisposto di stomaco, non mangia braccio. altro che trentacinque triglie con Pinocchio si gratta la testa. salsa di pomodoro e quattro porzioni «Quello sta male». di trippa alla parmigiana; poiché «È un drogato». la trippa non gli pare condita «È un drogato?» abbastanza, chiede tre volte il burro e «Uno che soffre grandi dolori e non riesce a vivere senza quella roba che si mette nel braccio con la sirin- il formaggio grattato! ga. È una specie di veleno che va nelle vene, è la droga. La Volpe avrebbe assaggiato Così per un po’ dimentica tutto. Ma poi l’effetto del volentieri qualche cosina anche lei: liquido passa e lui ricorda di essere infelice e deve fare ma siccome il medico le ha ordinato un’altra iniezione, ma se non smette muore». una grandissima dieta, si accontenta La bambina corre verso il giovane, si ferma a pochi di una semplice lepre dolce, con un passi da lui. leggerissimo contorno di pollastre «Perché ti pungi?» ingrassate e di galletti. «Vattene». Per finire la Volpe si fa portare «Pinocchio dice che se non smetti muori». un vassoio di pernici, di starne, di «Vattene mocciosa o ti sgozzo, te e il tuo Pinocchio. conigli, di ranocchi, di lucertole Così vedi chi muore». 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 22-23 11-03-2010 12:18:40
  • 13. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | La bambina si allontana e raggiunge Pinocchio, ri- notte, e che prima fanno le strisce di pasta fresca, che masto immobile ad aspettarla, ha gli occhi impauriti e poi tagliano e i blocchetti diventano panini» dice la gonfi di lacrime: «Mi ha detto vattene mocciosa». bambina. «Sono cattivi quando si drogano, poi dopo un po’ «Ciao Pinocchio, sempre in giro per il mondo, eh! che si sono punti diventano più buoni e si addormen- Passa più tardi che ci sono le brioche» grida il fornaio, tano. Andiamo». per far salire la voce oltre il rumore della macchina im- «Ma perché si pungono?» pastatrice. «Te l’ho detto, per dimenticare il dolore, ma poi sof- Pinocchio fa una piroetta e ringrazia inchinandosi, frono ancora di più». con un bel gesto della mano. Nel viale passa un grosso camion che lancia due «Ti danno le brioche?» grandi ventagli di spruzzi a destra e a sinistra. Pinoc- «Quando passo verso l’alba offrono sempre qualco- chio gioca toccando i getti luccicanti dell’acqua. sa. Poi qualche volta durante il giorno io faccio le con- «È bello andare in giro di notte. Giusto? Guarda i segne. Porto il pane nelle case dei clienti». riflessi come brillano sull’acqua!» «E dove lo porti il pane?» chiede la bambina. «Sembra una pioggia di luce» sussurra incantata la «A certe vecchiette che non escono mai di casa. bambina. Buon lavoro!» grida Pinocchio. «A più tardi signor Pinocchio attraversa la strada. fornaio». «Vedi, i fornai stanno facendo il pane». «Ah, che mattacchione quel Pinocchio, signor for- In un’ampia stanza con la porta che dà sulla via si naio… dice». intravedono due uomini e tre ragazzi vestiti di bian- Dai grandi alberi di tiglio una nube di profumi deli- co che impastano il pane. Si muovono agili tra varie cati si posa sulle strade e i semi degli alberi, come fioc- macchine e con grande rapidità tagliano a blocchetti chi trasparenti di luce, vagano nell’aria. le lunghe strisce di pasta arrotolata e le trasformano in «Che bello, sembra neve». panini, disponendoli in file parallele. La luna piena, perfettamente rotonda, è al centro «Fanno lievitare il pane, poi verso l’alba lo mettono del cielo. nel forno. Quando torniamo ci fermiamo a fiutare il Da un terrazzo si sente cantare. È la voce di una profumo delle torte». donna intenta a stendere i panni. «Mangio sempre il pane ma non sapevo che si fa di «A quest’ora fa il bucato?» chiede la bambina. 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 24-25 11-03-2010 12:18:54
  • 14. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | «Ma quello è l’ospedale» ride Pinocchio, «e la don- «No, non sono neppure malato. All’inizio ho fatto na è un’infermiera. Deve tenere puliti i malati a qual- finta di avere male di pancia, perché a casa ero sempre siasi ora del giorno e della notte. Giusto? Vieni a vede- solo. Nel quartiere quando sei vecchio nessuno ti dà re». più retta. Almeno qui parlo con qualcuno. Quando so- «Perché quando parli dici sempre ‘giusto’?» no arrivato ho detto che avevo mal di testa, e mi hanno Pinocchio non risponde e sale la scaletta di ferro che curato la testa, poi ho detto che avevo male anche al porta all’ingresso dell’ospedale. collo e mi hanno curato il collo e poi le braccia e il pet- Nella guardiola un uomo in camice bianco dorme, to, le gambe, i piedi. Adesso mi sono rimasti i mignoli col capo posato sulle braccia. Nel posacenere davanti delle mani e dei piedi, ma per poter stare ancora qui a lui una pipa abbandonata fuma debolmente. continuerò a dire che sento male allo stomaco e poi al I due bambini entrano inosservati nell’ospedale, at- fegato e insomma uno per uno tutti gli organi del cor- traversano lunghissimi corridoi ricolmi di letti provvi- po. Ci vorranno un paio d’anni per esplorare tutto, poi sori occupati dai malati. magari ricomincio col mal di pancia. Così posso rima- «Perché i malati dormono nel corridoio?» nere qua ancora per un po’, coi miei amici malati». Pinocchio si gratta la nuca e risponde: «Perché nelle «Cosa stai leggendo?» stanze non ci sono più posti. Giusto?» Il vecchio mostra la copertina del libro. «La storia «Non sapevo che c’erano tanti malati…» dei tre moschettieri». «I grandi si ammalano perché fumano o mangiano «È bello?» chiede Pinocchio. male, o lavorano troppo o a casa litigano sempre, in- «Racconta tante avventure. Sono storie di qualche somma non sono felici e allora prendono le malattie, secolo fa, però mi diverto e così passo il tempo, mi così poi dicono che sono infelici perché sono malati». sembra di viaggiare all’indietro». Un vecchio è sveglio, e alla luce debole di una picco- «E dove sei arrivato?» la torcia elettrica legge un libro sotto il lenzuolo. «È un libro molto lungo e ogni tanto mi vien voglia «Ehi bambini, che fate in ospedale?» di saltare alla fine. Stavo leggendo di quando Porthos, «Visitiamo i malati» dice Pinocchio. uno dei tre moschettieri, corre con la dinamite in ma- «A quest’ora di notte? Adesso dormono tutti, tran- no e improvvisamente si chiede qual è il misterioso ne quelli gravi che sono svegli perché soffrono». meccanismo che fa muovere le gambe e non trovando «E tu cos’hai? Sei malato grave?» risposta si paralizza e non riesce più a muoversi. Così 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 26-27 11-03-2010 12:19:08
  • 15. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | muore perché intanto che lui pensa la miccia raggiun- bambini stanno per avviarsi quando un infermiere en- ge l’esplosivo. Non bisogna farlo mai quello che ha fat- tra minaccioso. to lui» conclude il vecchio. «Che ci fanno due bambini di notte in ospedale? Ve- Si sente all’improvviso una voce flebile che proviene nite subito qua!» da una stanza vicina. Pinocchio e la bambina cominciano a correre scen- «È la Lina, ha novantotto anni e ancora chiama la dendo a tutta velocità le scale. mamma». «Non pensiamo alle gambe, se no ti si fermano, co- I due bambini ridono. me al moschettiere…» grida la bambina e nel correre «Fatemi un piacere, bambini. Andate da lei. La Lina si appoggia a una sedia a rotelle che scende le scale è nel letto, vicino alla finestra. Fatele una carezza così inseguendo i due bambini. la smette, altrimenti va avanti tutta la notte a chiamare In un batter d’occhio si ritrovano per strada. Anche mamma. Poi tornate che vi do le caramelle». la sedia a rotelle infila miracolosamente la porta di I bambini vanno nella stanza e si avvicinano alla Li- uscita e si ferma contro un palo della luce ai limiti del na che continua a chiamare ‘Mamma, mamma’. marciapiede. «Che bella, sembra la mia nonna» dice la bambina. Pinocchio si siede e muovendo le ruote con le mani «Dov’è tua nonna?» la spinge nell’atrio dell’ospedale. Poi riprende a cor- «La mia nonna non c’è più. È morta». rere. La bambina accarezza il capo della Lina che conti- Affacciato alla finestra l’infermiere grida nella notte: nua a chiamare ‘Mamma, mamma’. Poi d’improvviso «Se vi acchiappo… Vi tiro su una gamba dalla boc- la vecchietta si gira. Fissa a lungo la bambina in silen- ca…» zio. I due bambini corrono a perdifiato e arrivano in una «Ciao, il mio angioletto. Cosa fai qui figlia mia, la piazza. mia piccolina?» «Che spavento» dice ansimando la bambina, «dav- Gli occhi della bambina si riempiono di lacrime. La vero se ci prendeva ci tirava su una gamba dalla boc- vecchia le sfiora la fronte con la mano tremante poi ca?» torna a rannicchiarsi e ricomincia a chiamare: ‘Mam- «Ma no, è solo così per dire…» risponde Pinocchio ma, mamma’. ridendo. Si sente il rumore di una porta che si apre. I due In una grande fontana un uomo sta lavando il suo 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 28-29 11-03-2010 12:19:17
  • 16. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | cane, un bastardino nero con una macchia bianca a sul bordo della fontana e scuote il corpo velocemente forma di stella tra le due orecchie. Il cagnetto è coper- a destra e a sinistra, schizzando acqua ovunque. I due to dalla schiuma dello shampoo e si lascia docilmente bambini si allontanano gridando. sciacquare. L’uomo fa uscire il cane dalla fontana e lo avvolge in «Come si chiama?» chiede la bambina. un grande asciugamano. «Ulisse». «Buono, Ulisse, li hai schizzati per bene quei poveri «Ma Ulisse è il nome di un uomo». bambini». «Eh sì, di un uomo molto intelligente, che sapeva in- «Non è niente» dice Pinocchio, «siamo riusciti a gannare tutti e nessuno riusciva mai a ingannare lui». non farci bagnare. Ma quanti baffi ha Ulisse?» «Perché il cane l’hai chiamato Ulisse?» «Ora li contiamo». «Perché è un randagio e prima di accucciarsi davan- Il cane tranquillamente porge il muso in avanti. ti alla porta di casa mia ha viaggiato in lungo e in largo, «Uno, due, tre e quattro cinque sei, sette e otto. Ha chissà come e chissà dove, proprio come Ulisse, l’eroe otto baffi bianchi. Otto per dieci fa ottanta, ottanta di- greco. Volevo chiamarlo Stella per via della macchia viso sette fa undici e tre. Ulisse ha undici anni e tre bianca che ha sul capo, ma è maschio». mesi». «Così non sai quanti anni ha?» «Ma perché hai diviso per sette?» chiede Pinoc- «Certo che lo so. Basta contargli i baffi, moltiplicare chio. per dieci e dividere per sette». «Perché un anno di vita del cane è come sette anni «Posso contare i baffi?» chiede Pinocchio incurio- di vita per l’uomo». sito. In quel momento si sente una voce gridare e Ulisse «Aspetta, finisco di lavarlo, lo asciugo, poi contia- parte come una freccia dirigendosi oltre la piazza. I mo i baffi». due bambini e il proprietario del cane lo seguono cor- L’uomo spinge dolcemente il cane immergendolo rendo. Giunto sull’ampio marciapiede il cane fa un nell’acqua e la schiuma del sapone disegna una coro- balzo sul muretto. na candida intorno al corpo dell’animale. «La mia bambina, là, là!» grida una donna zingara. «Ecco, adesso è sciacquato. A Ulisse piace il fresco Il cane Ulisse si tuffa nel fiume e raggiunge una bam- dell’acqua». bina che si agita tra i flutti, afferra coi denti il colletto Improvvisamente il cane mette le zampe anteriori del vestito e trascina il corpicino verso la riva. 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 30-31 11-03-2010 12:19:33
  • 17. | IL RITORNO DI PINOCCHIO | Intanto si è radunata una piccola folla di zingari. Il cane depone la bimba vicino alla carovana dei no- madi poi inspiegabilmente torna a tuffarsi nell’acqua. Tutti, stupiti, lo seguono con lo sguardo mentre la madre abbraccia la bambina salvata per miracolo. Ulisse nuota fieramente verso il pilone centrale del ponte. I gorghi sono profondi e le onde minacciose. Dopo poco il cane riappare trascinando un altro cor- picino, molto più piccolo. Finalmente, tra gli applausi di tutti, il cane depone sulla riva una piccola bambola grondante di acqua. Uno zingaro incomincia a suonare col violino un’al- legra ballata e tutti gli uomini formano danzando un grande cerchio. La bambina si avvicina, manda con la mano un ba- cio al cagnetto ansimante e prende tra le braccia la sua bambolina. Ulisse, ruotando il corpo a destra e a sinistra, lancia schizzi d’acqua un po’ dappertutto. Ora tutti sembrano soddisfatti, anche il venditore di salsicce che allunga due wurstel ben cotti al cane. Ulisse, dopo averli a lungo fiutati e leccati, li man- gia in un boccone. Anche Pinocchio e la sua piccola compagna entrano nel cerchio dei danzatori e imitano, ridendo, il ballo degli zingari. 11 ALLEGATOtxtok_kri.indd 32 11-03-2010 12:19:53