Politica climatica, ambientale e agricola della UE
Clima e vino 2012
1. Cambiamenti climatici:
quali prospettive per il vino in Italia?"
Giuseppe Onufrio – Direttore Greenpeace Italia"
!
Intervento al convegno “Clima e vino: rischi e
prospettive di una relazione particolare” !
Vinitaly – Verona, 26 marzo 2012!
2. Scenari climatici globali"
• I governi che partecipano alla Convenzione Quadro sui
Cambiamenti Climatici hanno assunto in più occasioni
lʼimpegno a mantenere sotto i 2°C lʼaumento globale
delle temperature nel corso del secolo, per evitare le
conseguenze più catastrofiche dei cambiamenti
climatici"
• Con gli impegni attualmente assunti dai governi,
lʼandamento delle emissioni di gas serra prevedibile non
consente di rispettare lʼobiettivo dei 2°C"
• I cambiamenti climatici previsti avranno un carattere
caotico, con un aumento dei fenomeni estremi"
3. Andamento delle temperature in Europa
L’andamento dell’aumento delle temperature è in accordo con il
contributo delle emissioni antropogeniche (area rosa) che
superano la variabilità naturale (area azzurra) – Fonte: Ipcc 2007
4. Scenari futuri delle temperature in Europa
Gli scenari peggiori prevedono un aumento massimo delle
temperature medie di 3°C rispetto all’epoca preindustriale già alla
metà del secolo (area gialla). In verde gli scenari di stabilizzazione
climatica – Fonte: Ipcc, 2007
5. Scenari di un aumento di 4-6°C
In uno scenario globale di aumento delle temperature medie globali
di 4-6° la coltivazione della vite potrebbe emigrareverso nord di
1.000 km nell’emisfero boreale (e lo stesso, verso sud, in quello
australe).
Fonte: Chabin e Enault, 2007 (cit. in Greenpeace France, 2009)
6. L’aumento delle temperature in zone di
produzione vitivinicole europee 1950-2000
Si riscontrano andamenti simili per il Barolo e il Bordeaux,
lievemente inferiori per il Beaujolais e meno marcato per la Valle
del Reno. Fonte: Jones, 2007
7. Il caso della Francia: andamento delle
temperature in Borgogna 1945-2005
L’andamento delle temperature in due stazioni climatiche in
Borgogna. Fonte: Università della Borgogna (cit. in Greenpeace
France, 2009)
8. Impatto dell’aumento
delle temperature sulle
date di maturazione e
vendemmia del Pinot
Nero
In corrispondenza dell’aumento
delle temperature registrate in
Borgogna, si evidenzia una
generale anticipazione delle fasi
fenologiche (dal basso in alto:
germogliazione, fioritura,
maturazione, raccolto)
9. Anomalie sempre più frequenti?
• I picchi di caldo, invece, hanno conseguenze negative sulla
produzione, com’è accaduto con l’ondata di calore del 2003 che ha
portato a una perdita del 30% della produzione in Borgogna rispetto
al 2002.
• L’eccezionalità del 2003 – anno nel quale in Francia si sono contati
circa 15 mila morti – è sottolineata anche dagli storici come
Emmanuel Le Roy Ladurie, che ha studiato la storia del clima che
ha sempre influenzato la coltivazione della vite
• “Il 2003 supera ogni riferimento passato”: per trovare un anno che
gli si avvicini bisogna andare al 1523, quando le vendemmie in
Borgogna erano iniziate il 27 agosto. Nel 2003, il giorno del debutto
è stato il 19 agosto.
10. Range di temperature per la maturazione
Il grafico mostra i raggruppamenti in funzione del range di
temperature medie nella stagione della crescita per alcuni vitigni di
qualità. Fonte: Jones, 2007
11. Effetti del cambio climatico sulla
distribuzione di alcune varietà coltivabili
L’aumento delle temperature medie registrate in due periodi
successivi (1955-80; 1980-2005) e previsioni al 2030. Fonte: cit. in
Tomasi, 2009
12. La percezione dei produttori
• Un questionario a 255 produttori italiani, francesi e tedeschi
nel 2005 evidenziava come l’effetto dei cambiamenti climatici
in atto era già avvertito, con giudizi non sempre negativi.
• Per i produttori italiani, due terzi notava un impatto sulla
qualità e il 55% in termini positivi; per quanto riguarda la
quantità, i tre quarti delle risposte registravano una
diminuzione. Il 56% degli intervistati notava un impatto
negativo per l’aumento dei parassiti. L’80% rispondeva che
per il futuro vedeva maggiori minacce.
Fonte: Battaglini et al., 2009
13. Alcune tendenze in atto in Italia
• Nel corso dell’ultimo secolo in • Oltrepò Pavese: anticipo delle
Italia la temperatura media è date di vendemmia di 12-15
aumentata di circa 1°C; negli giorni;
ultimi 20 anni l’aumento medio • In Veneto nel 1964-2009 si
è stato di 1,9° al suolo registra un aumento di 2,3°C
• Si registra una lieve nella stagione di crescita della
diminuzione della piovosità vite;
totale (-5%) ma con una • In Abruzzo un anticipo delle
distribuzione assai diversa nel vendemmie di 10-15 giorni a
territorio seconda delle aree
• Negli ultimi 20 anni una (1981-2009);
marcata riduzione della • Campania: criticità per
piovosità nell’asta del Po Aglianico e Falanghina
(-20%) e un aumento in aree registrata in un’area di
del centrosud produzione.
14. Una conclusione provvisoria
• Gli scenari peggiori dei cambiamenti climatici produrranno
una serie di stress che mettono a dura prova le capacità di
adattamento delle produzioni vitivinicole:
– Anticipo generalizzato delle vendemmie con impatto negativo
sulla qualità
– Aumento dei rischi legati ai parassiti della vite e aumento della
necessità di trattamenti
– Criticità per la produzione vitivinicola di qualità in alcune aree per
l’eccesso di temperatura (centrosud)
15. Fermare i cambiamenti climatici
• Scenari energetici basati su rinnovabili ed efficienza sono possibili e
possono ridurre le emissioni globali dell’80% entro il 2050 per
mantenere l’aumento di temperatura globale al di sotto dei 2°C;
• Occorre un accordo internazionale con impegni precisi dei Paesi
industrializzati, un fondo per il clima di 110 mld $ all’anno che
consenta ai Paesi in via di sviluppo di: attuare misure di
adattamento; sviluppare le tecnologie pulite; fermare la
deforestazione
• Per l’Europa, uno scenario energetico a bassissime emissioni di
CO2 al 2050 è già in agenda; il taglio del 30% al 2020 è possibile
e conveniente per lo sviluppo della green economy.
• E l’Italia? La crescita delle rinnovabili non può essere bloccata.
Trovare una soluzione è possibile: utilizzare parte del gettito
fiscale per ridurre l’impatto sulle tariffe.