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Giuseppina Castellano
giusi.castellano@gmail.com



Alla scoperta di un pregiudizio
Esercitazione
0

Assenza di eloquio e di capacità di comprensione del linguaggio

1

Comunicazione frammentaria; l’ascoltatore deve concludere, richiedere o
indovinare il senso di quanto è stato detto. La quantità delle informazioni
interscambiabili è limitata, l’onere della comunicazione spetta all’ascoltatore

2

La comunicazione riguardante temi familiari è possibile con l’aiuto
dell’interlocutore: Spesso non si riesce a trasmettere le proprie idee, ma
paziente e interlocutore partecipano alla comunicazione in egual misura

3

Il paziente è in grado di comunicare su quasi tutti i problemi della vita
quotidiana senza aiuto o con minimo aiuto, ma deficit di articolazione o di
comprensione rendono difficile o impossibile una conversazione su alcuni temi

4

La fluidità della produzione del linguaggio è nettamente diminuita oppure la
comprensione e nettamente limitata. Non esistono però limitazioni di
contenuto o formali del linguaggio degne di nota.

5

Difficoltà di linguaggio praticamente assenti: Il paziente può avere delle
difficoltà soggettive senza che l’interlocutore se ne renda conto.
Steven Pinker “L’istinto del linguaggio:
come la mente crea il linguaggio”Mondadori 1997
 S.Pinker : Centro per le Neuroscienze del
Massachusets Institute of Technology



“L’idea che il pensiero sia la stessa cosa del linguaggio
è un esempio di quella che può essere chiamata
un’assurdità convenzionale: un’affermazione che va
contro qualsiasi buonsenso ma a cui tutti credono
perché si ricordano vagamente di averla sentita da
qualche parte e perché è così ricca di implicazioni. (…)
Pensateci. Abbiamo tutti avuto l’esperienza di
pronunciare o scrivere una frase, poi fermarci a
realizzare che non era esattamente quello che
intendevamo dire. (…)


“Quando ascoltiamo o leggiamo, solitamente
ci ricordiamo il succo, non le parole esatte,
quindi dev’esserci un succo che non è la stessa
cosa di una manciata di vocaboli”
Si definisce il linguaggio
come funzione
altamente
rappresentativa, ovvero
vi sono rappresentazioni
mentali che sottendono
sia il pensiero che il
linguaggio.
 Le rappresentazioni
interne sono ciò che
definiamo
“immaginazione”


Pensiero

Linguaggio

Rapprese
ntazioni

Informa
zioni




Le persone non pensano
in lingua, anche se
apparentemente
sembra così: le persone
pensano nel linguaggio
del pensiero
Mentalese universale
ovvero una forma di
lingua semplificata utile
alla formulazione del
pensiero



Non sono importanti le
regole grammaticali
quanto la somiglianza
tra le strutture delle
rappresentazioni
interne che rendono
possibile comprendersi
tra persone diverse,
appartenenti a lingue e
culture diverse


“Conoscere una lingua significa allora conoscere
come tradurre il mentalese in sequenze di parole e
viceversa. Le persone senza linguaggio possono
possedere comunque il mentalese, e i bambini e
molti animali non umani ne hanno
presumibilmente versioni semplificate.
Certamente se i bambini non possedessero un
mentalese in cui tradurre da e nella lingua madre
non è chiaro come potrebbe aver luogo
l’apprendimento della lingua in questione, o
addirittura cosa significa apprenderla.”
Ludwig Wittgenstein
filosofo

1859 - 1951


Solo se vediamo profonde somiglianze tra il
nostro modo di vivere e quello di uomini
diversi ci sentiamo autorizzati a dire che un
certo uomo ha dato ad un altro una risposta
alla sua domanda
Wittgenstein


Non saprei cosa indicare in
una immagine come
correlativo della parola
bacio (…) o della parola “più
alto”(…). Ma c’è un atto
con cui si dirige
l’attenzione sulla statura
delle persone o sulle loro
azioni(…). Ciò dimostra
come sia stata possibile
l’apparizione del concetto
generale di significato.
(Wittgenstein)





La comunicazione
linguistica quotidiana è
disseminata di elementi
non convenzionali e forme
di sintonizzazione tra
menti
La comunicazione umana è
fondamentalmente
cooperativa (Tomasello)








Additare, indicare
Mimare, gesti iconici
Abilità cognitive nel
creare un terreno
comune per
condividere
Scambio di ruoli
Trasferimento di
informazioni
Ragionamento
cooperativo





Attenzione condivisa
Attenzione sostenuta
Capacità pragmatiche
del linguaggio :
conversazione e
narrazione

Michael Tomasello “Le origini
della comunicazione umana “
Raffaello Cortina Editore 2009
Comunicatore

Fini
individuali
Intenzione e
motivazione
sociale
Intenzione
comunicativa
Intenzione
referenziale

Terreno comune:
attenzione
congiunta

Esprime un
gemito o un
sorriso

Ricevente

Azione

Segnali per te
(contatto visivo)

Comprensione

Addita , indica

Ragionamento
cooperativo
Rilevanza

Norme di
cooperazione e
ragionamento
cooperativo

Riferimento








Reciprocità , mente comune e mente
relazionale nel comportamento e
nell’interazione
Attività in condivisione
Possibilità di scelta
Diminuzione dell’interpretazione arbitraria
del parlante dei bisogni comunicativi del
non parlante
Individuazione e lettura dei segnali
comunicativi come atti linguistici
1911 - 1960 filosofo
La teoria degli atti linguistici: parlare è un
modo di agire e il linguaggio non trasmette
solo informazioni, ma produce anche
reazioni, cambiamenti di stato mentale,
comportamenti (sia nel parlante che
nell’ascoltatore)
 J. Austin“Come fare cose con le parole”


L’enunciato agisce:
1.
A livello locutorio = sequenza di suoni = fonè
2.
A livello locutivo = espressione di significati, riferimento ad uno
stato di cose = fema = unità di linguaggio (semantica e sintassi)
3.
A livello illocutivo = manifestazione di intenzioni=rema = (unità
di discorso)
4.
A livello perlocutivo = provocare conseguenze, l’effetto
scaturito (parlando si provocano cambiamenti nello stato
dell’ascoltatore)
e pertanto l’enunciato può essere definito “atto”, nel senso di “agito”
L’enunciato può essere:
 Assertivo = dire, affermare uno stato di cose, una verità
 Espressivo = comunicare uno stato d’animo
 Commissivo = offrire, impegnarsi rispetto ad un futuro stato di
cose
 Direttivo = chiedere all’ascoltatore di impegnarsi a proposito di
uno stato di cose
 Dichiarativo = produrre un cambiamento della realtà
corrispondente al contenuto locutivo dell’atto stesso
 Cioè può avere una diversa forza illocutiva






Assertivo = dire, affermare uno stato di cose, una
verità
Espressivo = comunicare uno stato d’animo
Commissivo = offrire, impegnarsi rispetto ad un futuro
stato di cose
Direttivo = chiedere all’ascoltatore di impegnarsi a
proposito di uno stato di cose
Dichiarativo = produrre un cambiamento della realtà
corrispondente al contenuto locutivo dell’atto stesso
Da perform = eseguire
Tutti i verbi che si accompagnano ad un agire
concreto
 Tutti i verbi che connotano azioni che si
eseguono attraverso il linguaggio






Dal greco pragma = azione
Oggetto di studio: l’agire umano
Pragmatica linguistica = studio dell’agire
linguistico, delle modalità di uso della lingua, la
lingua come mezzo per l’agire umano: che cosa si
fa quando si parla e quando si ascolta ?



Cambiamento del paradigma: dal linguaggio
come asserzione/descrizione al linguaggio come
azione


Lo sviluppo della mente è il risultato delle interazioni tra
processi neurofisiologici e relazioni interpersonali. I nostri
rapporti con gli altri hanno un’influenza fondamentale sul
nostro cervello: i circuiti che mediano le esperienze sociali
sono infatti strettamente correlati a quelli responsabili
dell’integrazione dei processi che controllano l’attribuzione
di significati, la regolazione delle funzioni dell’organismo,la
modulazione delle emozioni, l’organizzazione della
memoria e le capacità di comunicazione.



Daniel Siegel “La mente relazionale” Raffaello Cortina Editore - 2001


La Teoria della Mente (Theory of Mind) si
riferisce alla capacità, acquisita dal bambino
fin dalla primissima infanzia, di attribuire stati
mentali a sé e agli altri e di prevedere, sulla
base di tali inferenze, il proprio ed altrui
comportamento.



Dalla Cognitive Development Unit (CDU) di Londra provengono Uta Frith, Simon Baron
Cohen, Alan Leslie , ripresi in Italia da Luigia Camaioni come ipotesi esplicativa
dell'autismo. Tale patologia consisterebbe in un deficit semantico specifico per la
categoria degli stati mentali, ossia in una carenza nelle capacità metarappresentative
di "rappresentarsi le rappresentazioni".







10 – 12 mesi usano il GESTO DELL’INDICARE
DICHIARATIVO per condividere l’attenzione con l’adulto:
vogliono agire sulla soggettività dell’altro, in quanto l’altro da sè è visto
dal bambino come dotato di uno stato mentale attentivo che è possibile
influenzare. Attraverso l’esercizio di una sorta di rispecchiamento, il
bambino acquisisce la competenza sociale di interpretare le emozioni
altrui, ovvero dare senso a ciò che osserva nel comportamento
dell’altro.
Intenzione Comunicativa Dichiarativa (Camaioni, 2001)
Indicare Richiestivo/Imperativo (Proto-Richiestivo/Imperativo): elicitare
un comportamento nell’altro (l’altro = un mezzo per ottenere uno scopo)
il gesto è centrato sull’agenticità dell’interlocutore (interlocutore
visto/vissuto come agente nell’ambiente)
I bambini di


Hymes 1927, antropologo



Declina la competenza comunicativa e
l’evento linguistico 1972



La competenza linguistica non è solo la
padronanza di un codice linguistico, ma il saper
usare un repertorio di atti linguistici, saper
prendere parte ad eventi linguistici,
comprendere come gli altri li valutano,
integrare altri codici comunicativi











Situazione comunicativa
Partecipanti all’evento



Acronimo di Hymes

E (ends) scopi dei

partecipanti
Atti linguistici
K(key) chiave di
interpretazione dell’evento
I (instruments) mezzi inclusi
canali visivi, acustici, codice
linguistico e non linguistico :
mimica, prossemica ecc
N norme che regolano lo
scambio comunicativo
G genere, tipologia di
discorso adottato nell’evento

Competenza
comunicativa
globale
Competenza linguistica in NPS
Sistema socio-ambientale
e affettivo educativo

Sistema cognitivo

Competenza linguistica
Aspetti formali
fonetica,fonologia,morfologia,sintassi

Contenuto
semantica, lessico

Funzioni e
strutture
processanti

Aspetti funzionali
funzione pragmatica
scopi comunicativi
Processi di
funzione conversazionale
controllo
funzione narrativa
livello metacognitivo
Ogni forma di sviluppo è condizionata dalla quantità e
dalla qualità di correlazioni (re-entry) che si viene a
stabilire tra i sistemi funzionali
Dalla re-entry deriva la mappa di una nuova struttura
funzionale che opera sia come effettore che come
supervisore, cioè si crea un supervisore che non è tale
ontologicamente ma funzionalmente
Gerald Edelman (1993)
“Sulla materia della mente” Adelphi editore
antropologia

filosofia

Neuropsicologia

Psicologia

• Elementi non convenzionali specie specifici
• Modello cooperativo della comunicazione umana

• Dal linguaggio come rappresentazione al linguaggio come
azione
• Teoria degli atti linguistici (pragmatica della comunicazione)
• Competenza linguistica
• Funzioni pragmatiche del linguaggio
• Mente relazionale e basi neurobiologiche della mente


L’aspettativa psicosociale relativa alla
comunicazione e alla relazione dispone
inconsciamente l’individuo al riconoscimento
dei segni non convenzionali e degli atti
linguistici in quanto elementi caratteristici di
una rappresentazione umana tipica : il
normotipico
Caratteristiche della comunicazione umana
Finalità della comunicazione umana
Evoluzione delle strategie e degli strumenti
Perchè il modello antropologico della
comunicazione umana è incluso nella caa.
 Comparazione tra due modelli di riferimento.






Gregory Bateson (1904 - 80)



Antropologo, Sociologo, Cibernetico, è stato uno dei più importanti studiosi
dell’organizzazione sociale di questo secolo. Opponendosi strenuamente al
riduzionismo scientifico degli scienziati che ritengono di poter ricondurre ogni
cosa alla pura realtà osservabile, si fece carico di reintrodurre il concetto di
"Mente" all’interno di equazioni scientifiche. Contribuì ad elaborare la scienza
cibernetica e fu l’ispiratore di parecchi modelli e approcci nel campo della
psicoterapia.





Paul Watzlawick

Nacque a Villach in Austria nel 1921. Svolse studi di filologia e filosofia a Venezia,
dove si laurea con una tesi sulla filosofia del linguaggio e la logica e frequentò il
corso di psicoterapia al C.G. Jung Institut di Zurigo, dove ottenne il diploma di
psicanalista nel 1954. Fu ricercatore presso il Mental Research Institute di Palo
Alto e professore alla Stanford University.


Don Jackson

Era considerato uno dei maggiori psichiatri d'America negli anni '60,
fino alla sua morte, nel 1968, all'età di 48 anni. E' noto, oltre che per
la sua attività di terapeuta e docente, anche per il suo ruolo
dominante nello sviluppo di nuove teorie e studi sul comportamento
umano.


Janet Beavin Bavelas

Ha approfondito la comprensione della comunicazione nel dialogo
faccia-a-faccia, focalizzandosi sul rapporto a due dimensioni che non
appare nel linguaggio scritto: il linguaggio verbale e quello non
verbale e l'influenza degli aspetti sociali e semantici.


Approccio sistemico : un sistema è un insieme di
elementi talmente in interazione che una qualsiasi
modificazione di uno di essi comporta una modificazione
di tutti gli altri



L'interazione è il meccanismo centrale in un processo
sistemico e implica l'idea di mutua relazione, di azione
reciproca.



I sistemi umani sono sistemi aperti che comunicano in
modo costante con il loro ambiente
Processi di
input

Processi di
output

Un’ interpretazione del
concetto di
funzionamento
dell’individuo

Ambiente
( L’insegnamento di Palo Alto e l’approccio sistemico) :
 I sistemi scambiano informazioni
 L’informazione è una interazione tra due istanze,
l’esistenza dell’una è l’esistenza dell’altra, per cui
l’osservatore non può essere considerato
separatamente dalla cosa osservata.
 Solo gli organismi viventi hanno la peculiarità di
trattare le informazioni
Bateson : poiché un organo sensoriale è un
comparatore che reagisce alle differenze e ci
permette di interagire “l’informazione è una
differenza che fa la differenza”
 La comunicazione ha caratteristiche
informative, sollecita una reazione, provoca una
differenza





La differenza è un’astrazione, una relazione tra le
cose; la relazione non è nè interna, né
secondaria, è quella che fa esistere
intrinsecamente: la correlazione è il senso della
realtà. La realtà si può analizzare solo in termini
di concatenamento e di processo.
Scuola di Palo Alto : La buona gestione dei
fenomeni comunicativi tra l’ individuo e il suo
ambiente porta ad un equilibrio, ad un
benessere. “La comunicazione è la matrice della
salute mentale” (Bateson, Wittezaele,
Watzlawitck, ecc)
Ogni comportamento è comunicazione ed è
impossibile non avere dei comportamenti che
comunque si riflettono sugli altri.
 La meta comunicazione avviene quando due
o più persone in interazione si scambiano
informazioni sul loro modo di comunicare.


Metacomunic.
esplicita

Metacomunic.
implicita
garantire un efficace livello di interazione tra
l’individuo e l’ambiente
…e della qualità della vita ovvero dello stato
di salute del soggetto
1.

Natura dell’atto linguistico

2.

Deissi linguistica

3.

Conversazione

4.

Contesto ovvero l’appropriatezza delle circostanze

5.

Inferenze o interpretazioni ovvero significato come
uso nel contesto

6.

Condizioni di felicità/infelicità degli enunciati
Cecilia Andorno “Che cos’è la
pragmatica linguistica” Carocci 2005
 Claudia Bianchi “Pragmatica cognitiva.
I meccanismi della comunicazione”


Laterza 2009
Il parlante e l’ascoltatore usano un sistema di
coordinate o campo indicale aventi ciascuno
un proprio centro o origo, ovvero la posizione
del mittente del messaggio (attenzione
condivisa)
 Serve ad orientarsi nel contesto

Personale = i referenti in rapporto al ruolo
nell’evento comunicativo
 Spaziale = organizza lo spazio in relazione
all’evento comunicativo
 Temporale = collocazione nel tempo degli
eventi rispetto all’evento comunicativo



Nel corso di una conversazione il centro
deittico dei vari campi indicali muta
continuamente:
Parlante

Ascoltatore

Adotta se stesso
come origo

Opera
un’interpretazione
dei deittici sulla
base del campo
indicale del
parlante


Risultato dell’attività di comprensione

Il discorso in atto

La situazione
comunicativa
Conoscenze e
aspettative
generali sul
comportamento
delle persone

Informazioni supplementari







La comunicazione è un’attività che si svolge tra più
persone
Ogni persona esibisce intenzioni comunicative e cerca
di interpretare quelle altrui
Ogni persona ha interesse a far sì che l’interlocutore
riconosca le sue intenzioni comunicative
Ogni persona presuppone che gli altri si comportino
allo stesso modo
Ogni persona ritiene che gli interlocutori collaborino
alla riuscita della comunicazione


La comprensione è garantita dalle convenzioni che
regolano il significato delle espressioni linguistiche,
dalla decodifica del senso delle parole (convenzione)



L’intenzione è alla base della produzione di
enunciati, motiva l’interpretazione delle intenzioni
da parte dell’ascoltatore e la comunicazione delle
proprie intenzioni da parte del parlante (Grice 1968)


Grice 1913 – 1988 filosofo



Gesti, azioni, versi : alla base dell’agire linguistico
non è la convenzionalità del codice usato ma
l’intenzionalità del parlante … o comunicatore



Teoria del significato non naturale, il principio di
cooperazione come necessità costitutiva delle
conversazioni
Qualità = veridicità dell’informazione
Quantità = quantità di informazione utile al
contesto e al fine della comprensione
 Relazione = contributo informativo rilevante,
pertinenza
 Modo = agevolare la comprensione altrui




Dalla teoria degli atti linguistici alla nozione di
evento e dinamismo comunicativo (scuola
linguistica di Praga 1991): la forma di un
enunciato dipende dai vincoli sintattici e
semantici e dai principi pragmatici con i quali
viene organizzata l’informazione
Scopi
Deissi

Metafora
Mimica
Pronomi
Argomento

Origo
Turni di
comunicazione





Formulare e declinare
argomenti
Cercare e ottenere
attenzione,
comprensione,
nel/negli interlocutori
Mantenere lo/gli
argomenti o sapere
come e quando
cambiare argomento







Limitazione
dell’intenzionalità
comunicativa
Limitazioni nella
formulazione degli
scopi (RM)
Limitazioni nella
comprensione delle
intenzioni altrui
compresi interessi e
altri argomenti









Rappresentazione
simbolica,
iconica,immaginativa
Similitudini e paradossi
Ossimori
Conoscenze comuni
Proverbi



Limitazioni del
funzionamento
cognitivo e delle
abilità sociali






Mimica
Prossemica
Gestualità
Gesti referenziali
Intenzionalità
comunicativa








Limitazioni motorie della
muscolatura del viso
Limitazioni motorie nei
movimenti degli arti superiori,
delle mani, del corpo
Limitazioni motorie nei
movimenti dello sguardo
Limitazioni nei movimenti
dello sguardo per evitamento
Limitazioni motorie nei
movimenti degli arti superiori,
delle mani, del corpo per
flapping o mouth handing
Tema condiviso
Narrazione
Attenzione sostenuta
Conoscenze (dichiarare,
esprimere,
giudicare=dichiarativo)
 Curiosità (fare
domande= richiestivo)
 Memoria
 Condivisione e
intenzionalità
comunicativa





Limitazioni nella
comprensione verbale,
nelle conoscenze (RM),
nella memoria ,
nell’attenzione sostenuta
 Limitazioni nella
metacomunicazione






Punto di origine del
messaggio verbale
durante la
conversazione
Attenzione sostenuta
Condivisione e
intenzionalità
comunicativa







Limitazioni visive,
percettive, motorie
Limitazioni
nell’attenzione e nella
memoria
Limitazioni nella
comprensione verbale
Limitazioni
nell’intenzionalità
comunicativa e nella
condivisione








Comprensione dei
turni di comunicazione
Attenzione
Orientamento verso lo/
gli interlocutore/i
Prendere la parola
Saper utilizzare
richiestivi e dichiarativi
Comprensione del
tono generale dello
scambio comunicativo



Limitazioni del
funzionamento
cognitivo e delle
abilità sociali






Metacomunicazione
Capacità linguistica
nella sintassi e nella
morfologia
Attenzione sostenuta







Limitazioni nella
capacità
metacomunicativa
Limitazione nella
capacità linguistica
(sintassi e morfologia)
Limitazioni nella
capacità di processare
le informazioni in
entrata





Temporale
Spaziale
Personale



Limitazioni nelle
funzioni esecutive
(memoria,
orientamento
spazio temporale,
comprensione delle
relazioni causali)





Declinata come
Attività dell’Uomo
Declinata nel dominio
della Partecipazione
Cambiamento del
paradigma
Necessità di un
cambiamento nella
cultura e nelle prassi
riabilitative, educative,
assistenziali



Differenza che l’OMS
ha operato tra

LINGUAGGIO
COME FUNZIONE
E
COMUNICAZIONE
COME ATTIVITA’






Avviare e mantenere
una conversazione
Con un’interlocutore
Tra più persone
Esprimere le proprie
convinzioni



Esercitazione







Competenza lessicale
Vocabolario
Competenza
nell’orientamento
spazio temporale
Competenza nella
comprensione della
relazione causale



Esercitazione










STORIA DELLA CAALa C.A.A. ha origine da un cammino culturale, scientifico e tecnologico
che inizia nel Nord America tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 60 grazie ad un
movimento culturale che pone attenzione alla disabilità e ai bisogni comunicativi delle
persone disabili. Si trattava fondamentalmente di disabili fisici che fino ad allora vivevano
confinati ed esclusi.
Negli anni 70• Inizia la costruzione di sistemi gestuali codificati per la comunicazione• In
Canada nasce la simbologia BLISS• Nel Nord America si costruiscono i primi comunicatori
elettronici (Possum...) (medicina, pedagogia, scienze sociali e tecnologiche al servizio della
disabilità)
Negli anni 80•1980: 1°conferenza internazionale sulla comunicazione non verbale
(Toronto)•1982: 2°conferenza internazionale sulla comunicazione non verbale
(Toronto)•1983: a Toronto nasce l’ISAAC (International Society for Augmentative and
Alternative Communication)Inizia lo sviluppo nel mondo della CAA.In Italia la diffusione della
C.A.A. avviene con estremo ritardo come testimonia l’assenza di letteratura in lingua
italiana. La Dott.ssa Aurelia Rivarola (NPI di Milano) è presente a Toronto nel 1983 ed è tra i
soci fondatori dell’ISAAC.·
1989 nasce il GISCAA (Gruppo Italiano Studio CAA - Rivarola /Gava)·1996: Il Centro Benedetta
D’Intino -Milano- attiva la prima Scuola di Formazione in CAA.
2003: Nasce il Chapter ISAAC-ITALY

.
Posso essere ascoltato/compreso con le mie
modalità al pari dei parlanti
 Il mio messaggio (bisogno) comunicativo (in
qualunque forma venga espresso) viene
considerato un atto linguistico
 Mi esprimo in modo diverso attraverso la
Comunicazione Aumentativa Alternativa e
la mia espressione ha lo stesso valore sociale
dell’espressione linguistica








Individuazione dei
bisogni
Individuazione delle
limitazioni funzionali e
strutturali
Valutazione della
competenza
comunicativa globale
Valutazione del Social
Network



Individuazione degli

strumenti
1.

Codici espressivi

2.

Ausili

3.

Strategie

4.

Attività di
interazione
Relazione

Affettività

Personalità

Strumenti
/ausili/codici
espressivi

Autostima

Empowerment
Contesto

Aspettativa
sociolinguistica

Turni di
comunicazione

Strumenti
/ausili/codici
espressivi

Differenze
individuali e stili

Intenzioni
individuali
Messaggio

Informazioni

INTENZIONE

Elementi di conoscenza
per l’ascoltatore

contenuto

prossemico

espressione

Caratteristica dell’atto
linguistico

Linguaggio corporeo

Codici e strategie








PREGIUDIZI ITALIANI

La CAA si inizia dopo aver
provato di tutto
È un approccio indicato per chi
non parlerà
È un approccio che inibisce il
linguaggio orale
Serve solo per produrre
messaggi
È solo una tecnologia (uso di
ausili)
Non è adatto se ci sono problemi
di comportamento







INVECE….
Importanza del’intervento
precoce
Sostiene lo sviluppo delle
funzioni cognitive e del
linguaggio
Sostiene la comprensione
ed il pensiero
La comunicazione media il
comportamento
Rimozione delle
barriere

Intenzione
comunicativa

Facilitazioni e
codici condivisi

Nuova aspettativa
sociolinguistica

Autonomia e
autostima
C
I
o
S
n
m
t
T
p
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t
c
.
a

Social
network
Competenza
linguistica

autonomia

Strategie
naturali

utente

Tecnologie
ausili

Intenzione
Comunicat.

barriere

facilitazioni







Individuazione dei
bisogni
Individuazione delle
limitazioni funzionali e
strutturali
Valutazione della
competenza
comunicativa globale
Valutazione del Social
Network



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Fondamenti della comunicazione umana1, lezione 1 corso CAA di Giusi Castellano

  • 2.   Alla scoperta di un pregiudizio Esercitazione
  • 3. 0 Assenza di eloquio e di capacità di comprensione del linguaggio 1 Comunicazione frammentaria; l’ascoltatore deve concludere, richiedere o indovinare il senso di quanto è stato detto. La quantità delle informazioni interscambiabili è limitata, l’onere della comunicazione spetta all’ascoltatore 2 La comunicazione riguardante temi familiari è possibile con l’aiuto dell’interlocutore: Spesso non si riesce a trasmettere le proprie idee, ma paziente e interlocutore partecipano alla comunicazione in egual misura 3 Il paziente è in grado di comunicare su quasi tutti i problemi della vita quotidiana senza aiuto o con minimo aiuto, ma deficit di articolazione o di comprensione rendono difficile o impossibile una conversazione su alcuni temi 4 La fluidità della produzione del linguaggio è nettamente diminuita oppure la comprensione e nettamente limitata. Non esistono però limitazioni di contenuto o formali del linguaggio degne di nota. 5 Difficoltà di linguaggio praticamente assenti: Il paziente può avere delle difficoltà soggettive senza che l’interlocutore se ne renda conto.
  • 4. Steven Pinker “L’istinto del linguaggio: come la mente crea il linguaggio”Mondadori 1997  S.Pinker : Centro per le Neuroscienze del Massachusets Institute of Technology 
  • 5.  “L’idea che il pensiero sia la stessa cosa del linguaggio è un esempio di quella che può essere chiamata un’assurdità convenzionale: un’affermazione che va contro qualsiasi buonsenso ma a cui tutti credono perché si ricordano vagamente di averla sentita da qualche parte e perché è così ricca di implicazioni. (…) Pensateci. Abbiamo tutti avuto l’esperienza di pronunciare o scrivere una frase, poi fermarci a realizzare che non era esattamente quello che intendevamo dire. (…)
  • 6.  “Quando ascoltiamo o leggiamo, solitamente ci ricordiamo il succo, non le parole esatte, quindi dev’esserci un succo che non è la stessa cosa di una manciata di vocaboli”
  • 7. Si definisce il linguaggio come funzione altamente rappresentativa, ovvero vi sono rappresentazioni mentali che sottendono sia il pensiero che il linguaggio.  Le rappresentazioni interne sono ciò che definiamo “immaginazione”  Pensiero Linguaggio Rapprese ntazioni Informa zioni
  • 8.   Le persone non pensano in lingua, anche se apparentemente sembra così: le persone pensano nel linguaggio del pensiero Mentalese universale ovvero una forma di lingua semplificata utile alla formulazione del pensiero  Non sono importanti le regole grammaticali quanto la somiglianza tra le strutture delle rappresentazioni interne che rendono possibile comprendersi tra persone diverse, appartenenti a lingue e culture diverse
  • 9.  “Conoscere una lingua significa allora conoscere come tradurre il mentalese in sequenze di parole e viceversa. Le persone senza linguaggio possono possedere comunque il mentalese, e i bambini e molti animali non umani ne hanno presumibilmente versioni semplificate. Certamente se i bambini non possedessero un mentalese in cui tradurre da e nella lingua madre non è chiaro come potrebbe aver luogo l’apprendimento della lingua in questione, o addirittura cosa significa apprenderla.”
  • 11.  Solo se vediamo profonde somiglianze tra il nostro modo di vivere e quello di uomini diversi ci sentiamo autorizzati a dire che un certo uomo ha dato ad un altro una risposta alla sua domanda Wittgenstein
  • 12.  Non saprei cosa indicare in una immagine come correlativo della parola bacio (…) o della parola “più alto”(…). Ma c’è un atto con cui si dirige l’attenzione sulla statura delle persone o sulle loro azioni(…). Ciò dimostra come sia stata possibile l’apparizione del concetto generale di significato. (Wittgenstein)   La comunicazione linguistica quotidiana è disseminata di elementi non convenzionali e forme di sintonizzazione tra menti La comunicazione umana è fondamentalmente cooperativa (Tomasello)
  • 13.       Additare, indicare Mimare, gesti iconici Abilità cognitive nel creare un terreno comune per condividere Scambio di ruoli Trasferimento di informazioni Ragionamento cooperativo    Attenzione condivisa Attenzione sostenuta Capacità pragmatiche del linguaggio : conversazione e narrazione Michael Tomasello “Le origini della comunicazione umana “ Raffaello Cortina Editore 2009
  • 14. Comunicatore Fini individuali Intenzione e motivazione sociale Intenzione comunicativa Intenzione referenziale Terreno comune: attenzione congiunta Esprime un gemito o un sorriso Ricevente Azione Segnali per te (contatto visivo) Comprensione Addita , indica Ragionamento cooperativo Rilevanza Norme di cooperazione e ragionamento cooperativo Riferimento
  • 15.      Reciprocità , mente comune e mente relazionale nel comportamento e nell’interazione Attività in condivisione Possibilità di scelta Diminuzione dell’interpretazione arbitraria del parlante dei bisogni comunicativi del non parlante Individuazione e lettura dei segnali comunicativi come atti linguistici
  • 16. 1911 - 1960 filosofo La teoria degli atti linguistici: parlare è un modo di agire e il linguaggio non trasmette solo informazioni, ma produce anche reazioni, cambiamenti di stato mentale, comportamenti (sia nel parlante che nell’ascoltatore)  J. Austin“Come fare cose con le parole”  
  • 17. L’enunciato agisce: 1. A livello locutorio = sequenza di suoni = fonè 2. A livello locutivo = espressione di significati, riferimento ad uno stato di cose = fema = unità di linguaggio (semantica e sintassi) 3. A livello illocutivo = manifestazione di intenzioni=rema = (unità di discorso) 4. A livello perlocutivo = provocare conseguenze, l’effetto scaturito (parlando si provocano cambiamenti nello stato dell’ascoltatore) e pertanto l’enunciato può essere definito “atto”, nel senso di “agito”
  • 18. L’enunciato può essere:  Assertivo = dire, affermare uno stato di cose, una verità  Espressivo = comunicare uno stato d’animo  Commissivo = offrire, impegnarsi rispetto ad un futuro stato di cose  Direttivo = chiedere all’ascoltatore di impegnarsi a proposito di uno stato di cose  Dichiarativo = produrre un cambiamento della realtà corrispondente al contenuto locutivo dell’atto stesso  Cioè può avere una diversa forza illocutiva
  • 19.      Assertivo = dire, affermare uno stato di cose, una verità Espressivo = comunicare uno stato d’animo Commissivo = offrire, impegnarsi rispetto ad un futuro stato di cose Direttivo = chiedere all’ascoltatore di impegnarsi a proposito di uno stato di cose Dichiarativo = produrre un cambiamento della realtà corrispondente al contenuto locutivo dell’atto stesso
  • 20. Da perform = eseguire Tutti i verbi che si accompagnano ad un agire concreto  Tutti i verbi che connotano azioni che si eseguono attraverso il linguaggio  
  • 21.    Dal greco pragma = azione Oggetto di studio: l’agire umano Pragmatica linguistica = studio dell’agire linguistico, delle modalità di uso della lingua, la lingua come mezzo per l’agire umano: che cosa si fa quando si parla e quando si ascolta ?  Cambiamento del paradigma: dal linguaggio come asserzione/descrizione al linguaggio come azione
  • 22.  Lo sviluppo della mente è il risultato delle interazioni tra processi neurofisiologici e relazioni interpersonali. I nostri rapporti con gli altri hanno un’influenza fondamentale sul nostro cervello: i circuiti che mediano le esperienze sociali sono infatti strettamente correlati a quelli responsabili dell’integrazione dei processi che controllano l’attribuzione di significati, la regolazione delle funzioni dell’organismo,la modulazione delle emozioni, l’organizzazione della memoria e le capacità di comunicazione.  Daniel Siegel “La mente relazionale” Raffaello Cortina Editore - 2001
  • 23.  La Teoria della Mente (Theory of Mind) si riferisce alla capacità, acquisita dal bambino fin dalla primissima infanzia, di attribuire stati mentali a sé e agli altri e di prevedere, sulla base di tali inferenze, il proprio ed altrui comportamento.  Dalla Cognitive Development Unit (CDU) di Londra provengono Uta Frith, Simon Baron Cohen, Alan Leslie , ripresi in Italia da Luigia Camaioni come ipotesi esplicativa dell'autismo. Tale patologia consisterebbe in un deficit semantico specifico per la categoria degli stati mentali, ossia in una carenza nelle capacità metarappresentative di "rappresentarsi le rappresentazioni".
  • 24.      10 – 12 mesi usano il GESTO DELL’INDICARE DICHIARATIVO per condividere l’attenzione con l’adulto: vogliono agire sulla soggettività dell’altro, in quanto l’altro da sè è visto dal bambino come dotato di uno stato mentale attentivo che è possibile influenzare. Attraverso l’esercizio di una sorta di rispecchiamento, il bambino acquisisce la competenza sociale di interpretare le emozioni altrui, ovvero dare senso a ciò che osserva nel comportamento dell’altro. Intenzione Comunicativa Dichiarativa (Camaioni, 2001) Indicare Richiestivo/Imperativo (Proto-Richiestivo/Imperativo): elicitare un comportamento nell’altro (l’altro = un mezzo per ottenere uno scopo) il gesto è centrato sull’agenticità dell’interlocutore (interlocutore visto/vissuto come agente nell’ambiente) I bambini di
  • 25.  Hymes 1927, antropologo  Declina la competenza comunicativa e l’evento linguistico 1972  La competenza linguistica non è solo la padronanza di un codice linguistico, ma il saper usare un repertorio di atti linguistici, saper prendere parte ad eventi linguistici, comprendere come gli altri li valutano, integrare altri codici comunicativi
  • 26.         Situazione comunicativa Partecipanti all’evento  Acronimo di Hymes E (ends) scopi dei partecipanti Atti linguistici K(key) chiave di interpretazione dell’evento I (instruments) mezzi inclusi canali visivi, acustici, codice linguistico e non linguistico : mimica, prossemica ecc N norme che regolano lo scambio comunicativo G genere, tipologia di discorso adottato nell’evento Competenza comunicativa globale
  • 27. Competenza linguistica in NPS Sistema socio-ambientale e affettivo educativo Sistema cognitivo Competenza linguistica Aspetti formali fonetica,fonologia,morfologia,sintassi Contenuto semantica, lessico Funzioni e strutture processanti Aspetti funzionali funzione pragmatica scopi comunicativi Processi di funzione conversazionale controllo funzione narrativa livello metacognitivo
  • 28. Ogni forma di sviluppo è condizionata dalla quantità e dalla qualità di correlazioni (re-entry) che si viene a stabilire tra i sistemi funzionali Dalla re-entry deriva la mappa di una nuova struttura funzionale che opera sia come effettore che come supervisore, cioè si crea un supervisore che non è tale ontologicamente ma funzionalmente Gerald Edelman (1993) “Sulla materia della mente” Adelphi editore
  • 29. antropologia filosofia Neuropsicologia Psicologia • Elementi non convenzionali specie specifici • Modello cooperativo della comunicazione umana • Dal linguaggio come rappresentazione al linguaggio come azione • Teoria degli atti linguistici (pragmatica della comunicazione) • Competenza linguistica • Funzioni pragmatiche del linguaggio • Mente relazionale e basi neurobiologiche della mente
  • 30.  L’aspettativa psicosociale relativa alla comunicazione e alla relazione dispone inconsciamente l’individuo al riconoscimento dei segni non convenzionali e degli atti linguistici in quanto elementi caratteristici di una rappresentazione umana tipica : il normotipico
  • 31. Caratteristiche della comunicazione umana Finalità della comunicazione umana Evoluzione delle strategie e degli strumenti Perchè il modello antropologico della comunicazione umana è incluso nella caa.  Comparazione tra due modelli di riferimento.    
  • 32.  Gregory Bateson (1904 - 80)  Antropologo, Sociologo, Cibernetico, è stato uno dei più importanti studiosi dell’organizzazione sociale di questo secolo. Opponendosi strenuamente al riduzionismo scientifico degli scienziati che ritengono di poter ricondurre ogni cosa alla pura realtà osservabile, si fece carico di reintrodurre il concetto di "Mente" all’interno di equazioni scientifiche. Contribuì ad elaborare la scienza cibernetica e fu l’ispiratore di parecchi modelli e approcci nel campo della psicoterapia.   Paul Watzlawick Nacque a Villach in Austria nel 1921. Svolse studi di filologia e filosofia a Venezia, dove si laurea con una tesi sulla filosofia del linguaggio e la logica e frequentò il corso di psicoterapia al C.G. Jung Institut di Zurigo, dove ottenne il diploma di psicanalista nel 1954. Fu ricercatore presso il Mental Research Institute di Palo Alto e professore alla Stanford University.
  • 33.  Don Jackson Era considerato uno dei maggiori psichiatri d'America negli anni '60, fino alla sua morte, nel 1968, all'età di 48 anni. E' noto, oltre che per la sua attività di terapeuta e docente, anche per il suo ruolo dominante nello sviluppo di nuove teorie e studi sul comportamento umano.  Janet Beavin Bavelas Ha approfondito la comprensione della comunicazione nel dialogo faccia-a-faccia, focalizzandosi sul rapporto a due dimensioni che non appare nel linguaggio scritto: il linguaggio verbale e quello non verbale e l'influenza degli aspetti sociali e semantici.
  • 34.  Approccio sistemico : un sistema è un insieme di elementi talmente in interazione che una qualsiasi modificazione di uno di essi comporta una modificazione di tutti gli altri  L'interazione è il meccanismo centrale in un processo sistemico e implica l'idea di mutua relazione, di azione reciproca.  I sistemi umani sono sistemi aperti che comunicano in modo costante con il loro ambiente
  • 35. Processi di input Processi di output Un’ interpretazione del concetto di funzionamento dell’individuo Ambiente
  • 36. ( L’insegnamento di Palo Alto e l’approccio sistemico) :  I sistemi scambiano informazioni  L’informazione è una interazione tra due istanze, l’esistenza dell’una è l’esistenza dell’altra, per cui l’osservatore non può essere considerato separatamente dalla cosa osservata.  Solo gli organismi viventi hanno la peculiarità di trattare le informazioni
  • 37. Bateson : poiché un organo sensoriale è un comparatore che reagisce alle differenze e ci permette di interagire “l’informazione è una differenza che fa la differenza”  La comunicazione ha caratteristiche informative, sollecita una reazione, provoca una differenza 
  • 38.   La differenza è un’astrazione, una relazione tra le cose; la relazione non è nè interna, né secondaria, è quella che fa esistere intrinsecamente: la correlazione è il senso della realtà. La realtà si può analizzare solo in termini di concatenamento e di processo. Scuola di Palo Alto : La buona gestione dei fenomeni comunicativi tra l’ individuo e il suo ambiente porta ad un equilibrio, ad un benessere. “La comunicazione è la matrice della salute mentale” (Bateson, Wittezaele, Watzlawitck, ecc)
  • 39. Ogni comportamento è comunicazione ed è impossibile non avere dei comportamenti che comunque si riflettono sugli altri.  La meta comunicazione avviene quando due o più persone in interazione si scambiano informazioni sul loro modo di comunicare.  Metacomunic. esplicita Metacomunic. implicita
  • 40. garantire un efficace livello di interazione tra l’individuo e l’ambiente
  • 41. …e della qualità della vita ovvero dello stato di salute del soggetto
  • 42.
  • 43. 1. Natura dell’atto linguistico 2. Deissi linguistica 3. Conversazione 4. Contesto ovvero l’appropriatezza delle circostanze 5. Inferenze o interpretazioni ovvero significato come uso nel contesto 6. Condizioni di felicità/infelicità degli enunciati
  • 44. Cecilia Andorno “Che cos’è la pragmatica linguistica” Carocci 2005  Claudia Bianchi “Pragmatica cognitiva. I meccanismi della comunicazione”  Laterza 2009
  • 45. Il parlante e l’ascoltatore usano un sistema di coordinate o campo indicale aventi ciascuno un proprio centro o origo, ovvero la posizione del mittente del messaggio (attenzione condivisa)  Serve ad orientarsi nel contesto 
  • 46. Personale = i referenti in rapporto al ruolo nell’evento comunicativo  Spaziale = organizza lo spazio in relazione all’evento comunicativo  Temporale = collocazione nel tempo degli eventi rispetto all’evento comunicativo 
  • 47.  Nel corso di una conversazione il centro deittico dei vari campi indicali muta continuamente: Parlante Ascoltatore Adotta se stesso come origo Opera un’interpretazione dei deittici sulla base del campo indicale del parlante
  • 48.  Risultato dell’attività di comprensione Il discorso in atto La situazione comunicativa Conoscenze e aspettative generali sul comportamento delle persone Informazioni supplementari
  • 49.      La comunicazione è un’attività che si svolge tra più persone Ogni persona esibisce intenzioni comunicative e cerca di interpretare quelle altrui Ogni persona ha interesse a far sì che l’interlocutore riconosca le sue intenzioni comunicative Ogni persona presuppone che gli altri si comportino allo stesso modo Ogni persona ritiene che gli interlocutori collaborino alla riuscita della comunicazione
  • 50.  La comprensione è garantita dalle convenzioni che regolano il significato delle espressioni linguistiche, dalla decodifica del senso delle parole (convenzione)  L’intenzione è alla base della produzione di enunciati, motiva l’interpretazione delle intenzioni da parte dell’ascoltatore e la comunicazione delle proprie intenzioni da parte del parlante (Grice 1968)
  • 51.  Grice 1913 – 1988 filosofo  Gesti, azioni, versi : alla base dell’agire linguistico non è la convenzionalità del codice usato ma l’intenzionalità del parlante … o comunicatore  Teoria del significato non naturale, il principio di cooperazione come necessità costitutiva delle conversazioni
  • 52. Qualità = veridicità dell’informazione Quantità = quantità di informazione utile al contesto e al fine della comprensione  Relazione = contributo informativo rilevante, pertinenza  Modo = agevolare la comprensione altrui  
  • 53.  Dalla teoria degli atti linguistici alla nozione di evento e dinamismo comunicativo (scuola linguistica di Praga 1991): la forma di un enunciato dipende dai vincoli sintattici e semantici e dai principi pragmatici con i quali viene organizzata l’informazione
  • 55.    Formulare e declinare argomenti Cercare e ottenere attenzione, comprensione, nel/negli interlocutori Mantenere lo/gli argomenti o sapere come e quando cambiare argomento    Limitazione dell’intenzionalità comunicativa Limitazioni nella formulazione degli scopi (RM) Limitazioni nella comprensione delle intenzioni altrui compresi interessi e altri argomenti
  • 56.      Rappresentazione simbolica, iconica,immaginativa Similitudini e paradossi Ossimori Conoscenze comuni Proverbi  Limitazioni del funzionamento cognitivo e delle abilità sociali
  • 57.      Mimica Prossemica Gestualità Gesti referenziali Intenzionalità comunicativa      Limitazioni motorie della muscolatura del viso Limitazioni motorie nei movimenti degli arti superiori, delle mani, del corpo Limitazioni motorie nei movimenti dello sguardo Limitazioni nei movimenti dello sguardo per evitamento Limitazioni motorie nei movimenti degli arti superiori, delle mani, del corpo per flapping o mouth handing
  • 58. Tema condiviso Narrazione Attenzione sostenuta Conoscenze (dichiarare, esprimere, giudicare=dichiarativo)  Curiosità (fare domande= richiestivo)  Memoria  Condivisione e intenzionalità comunicativa     Limitazioni nella comprensione verbale, nelle conoscenze (RM), nella memoria , nell’attenzione sostenuta  Limitazioni nella metacomunicazione 
  • 59.    Punto di origine del messaggio verbale durante la conversazione Attenzione sostenuta Condivisione e intenzionalità comunicativa     Limitazioni visive, percettive, motorie Limitazioni nell’attenzione e nella memoria Limitazioni nella comprensione verbale Limitazioni nell’intenzionalità comunicativa e nella condivisione
  • 60.       Comprensione dei turni di comunicazione Attenzione Orientamento verso lo/ gli interlocutore/i Prendere la parola Saper utilizzare richiestivi e dichiarativi Comprensione del tono generale dello scambio comunicativo  Limitazioni del funzionamento cognitivo e delle abilità sociali
  • 61.    Metacomunicazione Capacità linguistica nella sintassi e nella morfologia Attenzione sostenuta    Limitazioni nella capacità metacomunicativa Limitazione nella capacità linguistica (sintassi e morfologia) Limitazioni nella capacità di processare le informazioni in entrata
  • 63.
  • 64.     Declinata come Attività dell’Uomo Declinata nel dominio della Partecipazione Cambiamento del paradigma Necessità di un cambiamento nella cultura e nelle prassi riabilitative, educative, assistenziali  Differenza che l’OMS ha operato tra LINGUAGGIO COME FUNZIONE E COMUNICAZIONE COME ATTIVITA’
  • 65.     Avviare e mantenere una conversazione Con un’interlocutore Tra più persone Esprimere le proprie convinzioni  Esercitazione
  • 67.      STORIA DELLA CAALa C.A.A. ha origine da un cammino culturale, scientifico e tecnologico che inizia nel Nord America tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 60 grazie ad un movimento culturale che pone attenzione alla disabilità e ai bisogni comunicativi delle persone disabili. Si trattava fondamentalmente di disabili fisici che fino ad allora vivevano confinati ed esclusi. Negli anni 70• Inizia la costruzione di sistemi gestuali codificati per la comunicazione• In Canada nasce la simbologia BLISS• Nel Nord America si costruiscono i primi comunicatori elettronici (Possum...) (medicina, pedagogia, scienze sociali e tecnologiche al servizio della disabilità) Negli anni 80•1980: 1°conferenza internazionale sulla comunicazione non verbale (Toronto)•1982: 2°conferenza internazionale sulla comunicazione non verbale (Toronto)•1983: a Toronto nasce l’ISAAC (International Society for Augmentative and Alternative Communication)Inizia lo sviluppo nel mondo della CAA.In Italia la diffusione della C.A.A. avviene con estremo ritardo come testimonia l’assenza di letteratura in lingua italiana. La Dott.ssa Aurelia Rivarola (NPI di Milano) è presente a Toronto nel 1983 ed è tra i soci fondatori dell’ISAAC.· 1989 nasce il GISCAA (Gruppo Italiano Studio CAA - Rivarola /Gava)·1996: Il Centro Benedetta D’Intino -Milano- attiva la prima Scuola di Formazione in CAA. 2003: Nasce il Chapter ISAAC-ITALY .
  • 68. Posso essere ascoltato/compreso con le mie modalità al pari dei parlanti  Il mio messaggio (bisogno) comunicativo (in qualunque forma venga espresso) viene considerato un atto linguistico  Mi esprimo in modo diverso attraverso la Comunicazione Aumentativa Alternativa e la mia espressione ha lo stesso valore sociale dell’espressione linguistica 
  • 69.     Individuazione dei bisogni Individuazione delle limitazioni funzionali e strutturali Valutazione della competenza comunicativa globale Valutazione del Social Network  Individuazione degli strumenti 1. Codici espressivi 2. Ausili 3. Strategie 4. Attività di interazione
  • 72. Messaggio Informazioni INTENZIONE Elementi di conoscenza per l’ascoltatore contenuto prossemico espressione Caratteristica dell’atto linguistico Linguaggio corporeo Codici e strategie
  • 73.       PREGIUDIZI ITALIANI La CAA si inizia dopo aver provato di tutto È un approccio indicato per chi non parlerà È un approccio che inibisce il linguaggio orale Serve solo per produrre messaggi È solo una tecnologia (uso di ausili) Non è adatto se ci sono problemi di comportamento     INVECE…. Importanza del’intervento precoce Sostiene lo sviluppo delle funzioni cognitive e del linguaggio Sostiene la comprensione ed il pensiero La comunicazione media il comportamento
  • 74. Rimozione delle barriere Intenzione comunicativa Facilitazioni e codici condivisi Nuova aspettativa sociolinguistica Autonomia e autostima
  • 76.     Individuazione dei bisogni Individuazione delle limitazioni funzionali e strutturali Valutazione della competenza comunicativa globale Valutazione del Social Network  Individuazione degli strumenti 1. Codici espressivi 2. Ausili 3. Strategie 4. Attività di interazione