Le slide della lezione 1 del corso in Comunicazione Aumentativa Alternativa di Giusi Castellano
The slides of the first lesson ; Augmentative Alternative Communication by Giusi Castellano
3. 0
Assenza di eloquio e di capacità di comprensione del linguaggio
1
Comunicazione frammentaria; l’ascoltatore deve concludere, richiedere o
indovinare il senso di quanto è stato detto. La quantità delle informazioni
interscambiabili è limitata, l’onere della comunicazione spetta all’ascoltatore
2
La comunicazione riguardante temi familiari è possibile con l’aiuto
dell’interlocutore: Spesso non si riesce a trasmettere le proprie idee, ma
paziente e interlocutore partecipano alla comunicazione in egual misura
3
Il paziente è in grado di comunicare su quasi tutti i problemi della vita
quotidiana senza aiuto o con minimo aiuto, ma deficit di articolazione o di
comprensione rendono difficile o impossibile una conversazione su alcuni temi
4
La fluidità della produzione del linguaggio è nettamente diminuita oppure la
comprensione e nettamente limitata. Non esistono però limitazioni di
contenuto o formali del linguaggio degne di nota.
5
Difficoltà di linguaggio praticamente assenti: Il paziente può avere delle
difficoltà soggettive senza che l’interlocutore se ne renda conto.
4. Steven Pinker “L’istinto del linguaggio:
come la mente crea il linguaggio”Mondadori 1997
S.Pinker : Centro per le Neuroscienze del
Massachusets Institute of Technology
5.
“L’idea che il pensiero sia la stessa cosa del linguaggio
è un esempio di quella che può essere chiamata
un’assurdità convenzionale: un’affermazione che va
contro qualsiasi buonsenso ma a cui tutti credono
perché si ricordano vagamente di averla sentita da
qualche parte e perché è così ricca di implicazioni. (…)
Pensateci. Abbiamo tutti avuto l’esperienza di
pronunciare o scrivere una frase, poi fermarci a
realizzare che non era esattamente quello che
intendevamo dire. (…)
6.
“Quando ascoltiamo o leggiamo, solitamente
ci ricordiamo il succo, non le parole esatte,
quindi dev’esserci un succo che non è la stessa
cosa di una manciata di vocaboli”
7. Si definisce il linguaggio
come funzione
altamente
rappresentativa, ovvero
vi sono rappresentazioni
mentali che sottendono
sia il pensiero che il
linguaggio.
Le rappresentazioni
interne sono ciò che
definiamo
“immaginazione”
Pensiero
Linguaggio
Rapprese
ntazioni
Informa
zioni
8.
Le persone non pensano
in lingua, anche se
apparentemente
sembra così: le persone
pensano nel linguaggio
del pensiero
Mentalese universale
ovvero una forma di
lingua semplificata utile
alla formulazione del
pensiero
Non sono importanti le
regole grammaticali
quanto la somiglianza
tra le strutture delle
rappresentazioni
interne che rendono
possibile comprendersi
tra persone diverse,
appartenenti a lingue e
culture diverse
9.
“Conoscere una lingua significa allora conoscere
come tradurre il mentalese in sequenze di parole e
viceversa. Le persone senza linguaggio possono
possedere comunque il mentalese, e i bambini e
molti animali non umani ne hanno
presumibilmente versioni semplificate.
Certamente se i bambini non possedessero un
mentalese in cui tradurre da e nella lingua madre
non è chiaro come potrebbe aver luogo
l’apprendimento della lingua in questione, o
addirittura cosa significa apprenderla.”
11.
Solo se vediamo profonde somiglianze tra il
nostro modo di vivere e quello di uomini
diversi ci sentiamo autorizzati a dire che un
certo uomo ha dato ad un altro una risposta
alla sua domanda
Wittgenstein
12.
Non saprei cosa indicare in
una immagine come
correlativo della parola
bacio (…) o della parola “più
alto”(…). Ma c’è un atto
con cui si dirige
l’attenzione sulla statura
delle persone o sulle loro
azioni(…). Ciò dimostra
come sia stata possibile
l’apparizione del concetto
generale di significato.
(Wittgenstein)
La comunicazione
linguistica quotidiana è
disseminata di elementi
non convenzionali e forme
di sintonizzazione tra
menti
La comunicazione umana è
fondamentalmente
cooperativa (Tomasello)
13.
Additare, indicare
Mimare, gesti iconici
Abilità cognitive nel
creare un terreno
comune per
condividere
Scambio di ruoli
Trasferimento di
informazioni
Ragionamento
cooperativo
Attenzione condivisa
Attenzione sostenuta
Capacità pragmatiche
del linguaggio :
conversazione e
narrazione
Michael Tomasello “Le origini
della comunicazione umana “
Raffaello Cortina Editore 2009
15.
Reciprocità , mente comune e mente
relazionale nel comportamento e
nell’interazione
Attività in condivisione
Possibilità di scelta
Diminuzione dell’interpretazione arbitraria
del parlante dei bisogni comunicativi del
non parlante
Individuazione e lettura dei segnali
comunicativi come atti linguistici
16. 1911 - 1960 filosofo
La teoria degli atti linguistici: parlare è un
modo di agire e il linguaggio non trasmette
solo informazioni, ma produce anche
reazioni, cambiamenti di stato mentale,
comportamenti (sia nel parlante che
nell’ascoltatore)
J. Austin“Come fare cose con le parole”
17. L’enunciato agisce:
1.
A livello locutorio = sequenza di suoni = fonè
2.
A livello locutivo = espressione di significati, riferimento ad uno
stato di cose = fema = unità di linguaggio (semantica e sintassi)
3.
A livello illocutivo = manifestazione di intenzioni=rema = (unità
di discorso)
4.
A livello perlocutivo = provocare conseguenze, l’effetto
scaturito (parlando si provocano cambiamenti nello stato
dell’ascoltatore)
e pertanto l’enunciato può essere definito “atto”, nel senso di “agito”
18. L’enunciato può essere:
Assertivo = dire, affermare uno stato di cose, una verità
Espressivo = comunicare uno stato d’animo
Commissivo = offrire, impegnarsi rispetto ad un futuro stato di
cose
Direttivo = chiedere all’ascoltatore di impegnarsi a proposito di
uno stato di cose
Dichiarativo = produrre un cambiamento della realtà
corrispondente al contenuto locutivo dell’atto stesso
Cioè può avere una diversa forza illocutiva
19.
Assertivo = dire, affermare uno stato di cose, una
verità
Espressivo = comunicare uno stato d’animo
Commissivo = offrire, impegnarsi rispetto ad un futuro
stato di cose
Direttivo = chiedere all’ascoltatore di impegnarsi a
proposito di uno stato di cose
Dichiarativo = produrre un cambiamento della realtà
corrispondente al contenuto locutivo dell’atto stesso
20. Da perform = eseguire
Tutti i verbi che si accompagnano ad un agire
concreto
Tutti i verbi che connotano azioni che si
eseguono attraverso il linguaggio
21.
Dal greco pragma = azione
Oggetto di studio: l’agire umano
Pragmatica linguistica = studio dell’agire
linguistico, delle modalità di uso della lingua, la
lingua come mezzo per l’agire umano: che cosa si
fa quando si parla e quando si ascolta ?
Cambiamento del paradigma: dal linguaggio
come asserzione/descrizione al linguaggio come
azione
22.
Lo sviluppo della mente è il risultato delle interazioni tra
processi neurofisiologici e relazioni interpersonali. I nostri
rapporti con gli altri hanno un’influenza fondamentale sul
nostro cervello: i circuiti che mediano le esperienze sociali
sono infatti strettamente correlati a quelli responsabili
dell’integrazione dei processi che controllano l’attribuzione
di significati, la regolazione delle funzioni dell’organismo,la
modulazione delle emozioni, l’organizzazione della
memoria e le capacità di comunicazione.
Daniel Siegel “La mente relazionale” Raffaello Cortina Editore - 2001
23.
La Teoria della Mente (Theory of Mind) si
riferisce alla capacità, acquisita dal bambino
fin dalla primissima infanzia, di attribuire stati
mentali a sé e agli altri e di prevedere, sulla
base di tali inferenze, il proprio ed altrui
comportamento.
Dalla Cognitive Development Unit (CDU) di Londra provengono Uta Frith, Simon Baron
Cohen, Alan Leslie , ripresi in Italia da Luigia Camaioni come ipotesi esplicativa
dell'autismo. Tale patologia consisterebbe in un deficit semantico specifico per la
categoria degli stati mentali, ossia in una carenza nelle capacità metarappresentative
di "rappresentarsi le rappresentazioni".
24.
10 – 12 mesi usano il GESTO DELL’INDICARE
DICHIARATIVO per condividere l’attenzione con l’adulto:
vogliono agire sulla soggettività dell’altro, in quanto l’altro da sè è visto
dal bambino come dotato di uno stato mentale attentivo che è possibile
influenzare. Attraverso l’esercizio di una sorta di rispecchiamento, il
bambino acquisisce la competenza sociale di interpretare le emozioni
altrui, ovvero dare senso a ciò che osserva nel comportamento
dell’altro.
Intenzione Comunicativa Dichiarativa (Camaioni, 2001)
Indicare Richiestivo/Imperativo (Proto-Richiestivo/Imperativo): elicitare
un comportamento nell’altro (l’altro = un mezzo per ottenere uno scopo)
il gesto è centrato sull’agenticità dell’interlocutore (interlocutore
visto/vissuto come agente nell’ambiente)
I bambini di
25.
Hymes 1927, antropologo
Declina la competenza comunicativa e
l’evento linguistico 1972
La competenza linguistica non è solo la
padronanza di un codice linguistico, ma il saper
usare un repertorio di atti linguistici, saper
prendere parte ad eventi linguistici,
comprendere come gli altri li valutano,
integrare altri codici comunicativi
26.
Situazione comunicativa
Partecipanti all’evento
Acronimo di Hymes
E (ends) scopi dei
partecipanti
Atti linguistici
K(key) chiave di
interpretazione dell’evento
I (instruments) mezzi inclusi
canali visivi, acustici, codice
linguistico e non linguistico :
mimica, prossemica ecc
N norme che regolano lo
scambio comunicativo
G genere, tipologia di
discorso adottato nell’evento
Competenza
comunicativa
globale
27. Competenza linguistica in NPS
Sistema socio-ambientale
e affettivo educativo
Sistema cognitivo
Competenza linguistica
Aspetti formali
fonetica,fonologia,morfologia,sintassi
Contenuto
semantica, lessico
Funzioni e
strutture
processanti
Aspetti funzionali
funzione pragmatica
scopi comunicativi
Processi di
funzione conversazionale
controllo
funzione narrativa
livello metacognitivo
28. Ogni forma di sviluppo è condizionata dalla quantità e
dalla qualità di correlazioni (re-entry) che si viene a
stabilire tra i sistemi funzionali
Dalla re-entry deriva la mappa di una nuova struttura
funzionale che opera sia come effettore che come
supervisore, cioè si crea un supervisore che non è tale
ontologicamente ma funzionalmente
Gerald Edelman (1993)
“Sulla materia della mente” Adelphi editore
29. antropologia
filosofia
Neuropsicologia
Psicologia
• Elementi non convenzionali specie specifici
• Modello cooperativo della comunicazione umana
• Dal linguaggio come rappresentazione al linguaggio come
azione
• Teoria degli atti linguistici (pragmatica della comunicazione)
• Competenza linguistica
• Funzioni pragmatiche del linguaggio
• Mente relazionale e basi neurobiologiche della mente
30.
L’aspettativa psicosociale relativa alla
comunicazione e alla relazione dispone
inconsciamente l’individuo al riconoscimento
dei segni non convenzionali e degli atti
linguistici in quanto elementi caratteristici di
una rappresentazione umana tipica : il
normotipico
31. Caratteristiche della comunicazione umana
Finalità della comunicazione umana
Evoluzione delle strategie e degli strumenti
Perchè il modello antropologico della
comunicazione umana è incluso nella caa.
Comparazione tra due modelli di riferimento.
32.
Gregory Bateson (1904 - 80)
Antropologo, Sociologo, Cibernetico, è stato uno dei più importanti studiosi
dell’organizzazione sociale di questo secolo. Opponendosi strenuamente al
riduzionismo scientifico degli scienziati che ritengono di poter ricondurre ogni
cosa alla pura realtà osservabile, si fece carico di reintrodurre il concetto di
"Mente" all’interno di equazioni scientifiche. Contribuì ad elaborare la scienza
cibernetica e fu l’ispiratore di parecchi modelli e approcci nel campo della
psicoterapia.
Paul Watzlawick
Nacque a Villach in Austria nel 1921. Svolse studi di filologia e filosofia a Venezia,
dove si laurea con una tesi sulla filosofia del linguaggio e la logica e frequentò il
corso di psicoterapia al C.G. Jung Institut di Zurigo, dove ottenne il diploma di
psicanalista nel 1954. Fu ricercatore presso il Mental Research Institute di Palo
Alto e professore alla Stanford University.
33.
Don Jackson
Era considerato uno dei maggiori psichiatri d'America negli anni '60,
fino alla sua morte, nel 1968, all'età di 48 anni. E' noto, oltre che per
la sua attività di terapeuta e docente, anche per il suo ruolo
dominante nello sviluppo di nuove teorie e studi sul comportamento
umano.
Janet Beavin Bavelas
Ha approfondito la comprensione della comunicazione nel dialogo
faccia-a-faccia, focalizzandosi sul rapporto a due dimensioni che non
appare nel linguaggio scritto: il linguaggio verbale e quello non
verbale e l'influenza degli aspetti sociali e semantici.
34.
Approccio sistemico : un sistema è un insieme di
elementi talmente in interazione che una qualsiasi
modificazione di uno di essi comporta una modificazione
di tutti gli altri
L'interazione è il meccanismo centrale in un processo
sistemico e implica l'idea di mutua relazione, di azione
reciproca.
I sistemi umani sono sistemi aperti che comunicano in
modo costante con il loro ambiente
36. ( L’insegnamento di Palo Alto e l’approccio sistemico) :
I sistemi scambiano informazioni
L’informazione è una interazione tra due istanze,
l’esistenza dell’una è l’esistenza dell’altra, per cui
l’osservatore non può essere considerato
separatamente dalla cosa osservata.
Solo gli organismi viventi hanno la peculiarità di
trattare le informazioni
37. Bateson : poiché un organo sensoriale è un
comparatore che reagisce alle differenze e ci
permette di interagire “l’informazione è una
differenza che fa la differenza”
La comunicazione ha caratteristiche
informative, sollecita una reazione, provoca una
differenza
38.
La differenza è un’astrazione, una relazione tra le
cose; la relazione non è nè interna, né
secondaria, è quella che fa esistere
intrinsecamente: la correlazione è il senso della
realtà. La realtà si può analizzare solo in termini
di concatenamento e di processo.
Scuola di Palo Alto : La buona gestione dei
fenomeni comunicativi tra l’ individuo e il suo
ambiente porta ad un equilibrio, ad un
benessere. “La comunicazione è la matrice della
salute mentale” (Bateson, Wittezaele,
Watzlawitck, ecc)
39. Ogni comportamento è comunicazione ed è
impossibile non avere dei comportamenti che
comunque si riflettono sugli altri.
La meta comunicazione avviene quando due
o più persone in interazione si scambiano
informazioni sul loro modo di comunicare.
Metacomunic.
esplicita
Metacomunic.
implicita
41. …e della qualità della vita ovvero dello stato
di salute del soggetto
42.
43. 1.
Natura dell’atto linguistico
2.
Deissi linguistica
3.
Conversazione
4.
Contesto ovvero l’appropriatezza delle circostanze
5.
Inferenze o interpretazioni ovvero significato come
uso nel contesto
6.
Condizioni di felicità/infelicità degli enunciati
44. Cecilia Andorno “Che cos’è la
pragmatica linguistica” Carocci 2005
Claudia Bianchi “Pragmatica cognitiva.
I meccanismi della comunicazione”
Laterza 2009
45. Il parlante e l’ascoltatore usano un sistema di
coordinate o campo indicale aventi ciascuno
un proprio centro o origo, ovvero la posizione
del mittente del messaggio (attenzione
condivisa)
Serve ad orientarsi nel contesto
46. Personale = i referenti in rapporto al ruolo
nell’evento comunicativo
Spaziale = organizza lo spazio in relazione
all’evento comunicativo
Temporale = collocazione nel tempo degli
eventi rispetto all’evento comunicativo
47.
Nel corso di una conversazione il centro
deittico dei vari campi indicali muta
continuamente:
Parlante
Ascoltatore
Adotta se stesso
come origo
Opera
un’interpretazione
dei deittici sulla
base del campo
indicale del
parlante
48.
Risultato dell’attività di comprensione
Il discorso in atto
La situazione
comunicativa
Conoscenze e
aspettative
generali sul
comportamento
delle persone
Informazioni supplementari
49.
La comunicazione è un’attività che si svolge tra più
persone
Ogni persona esibisce intenzioni comunicative e cerca
di interpretare quelle altrui
Ogni persona ha interesse a far sì che l’interlocutore
riconosca le sue intenzioni comunicative
Ogni persona presuppone che gli altri si comportino
allo stesso modo
Ogni persona ritiene che gli interlocutori collaborino
alla riuscita della comunicazione
50.
La comprensione è garantita dalle convenzioni che
regolano il significato delle espressioni linguistiche,
dalla decodifica del senso delle parole (convenzione)
L’intenzione è alla base della produzione di
enunciati, motiva l’interpretazione delle intenzioni
da parte dell’ascoltatore e la comunicazione delle
proprie intenzioni da parte del parlante (Grice 1968)
51.
Grice 1913 – 1988 filosofo
Gesti, azioni, versi : alla base dell’agire linguistico
non è la convenzionalità del codice usato ma
l’intenzionalità del parlante … o comunicatore
Teoria del significato non naturale, il principio di
cooperazione come necessità costitutiva delle
conversazioni
52. Qualità = veridicità dell’informazione
Quantità = quantità di informazione utile al
contesto e al fine della comprensione
Relazione = contributo informativo rilevante,
pertinenza
Modo = agevolare la comprensione altrui
53.
Dalla teoria degli atti linguistici alla nozione di
evento e dinamismo comunicativo (scuola
linguistica di Praga 1991): la forma di un
enunciato dipende dai vincoli sintattici e
semantici e dai principi pragmatici con i quali
viene organizzata l’informazione
55.
Formulare e declinare
argomenti
Cercare e ottenere
attenzione,
comprensione,
nel/negli interlocutori
Mantenere lo/gli
argomenti o sapere
come e quando
cambiare argomento
Limitazione
dell’intenzionalità
comunicativa
Limitazioni nella
formulazione degli
scopi (RM)
Limitazioni nella
comprensione delle
intenzioni altrui
compresi interessi e
altri argomenti
58. Tema condiviso
Narrazione
Attenzione sostenuta
Conoscenze (dichiarare,
esprimere,
giudicare=dichiarativo)
Curiosità (fare
domande= richiestivo)
Memoria
Condivisione e
intenzionalità
comunicativa
Limitazioni nella
comprensione verbale,
nelle conoscenze (RM),
nella memoria ,
nell’attenzione sostenuta
Limitazioni nella
metacomunicazione
59.
Punto di origine del
messaggio verbale
durante la
conversazione
Attenzione sostenuta
Condivisione e
intenzionalità
comunicativa
Limitazioni visive,
percettive, motorie
Limitazioni
nell’attenzione e nella
memoria
Limitazioni nella
comprensione verbale
Limitazioni
nell’intenzionalità
comunicativa e nella
condivisione
60.
Comprensione dei
turni di comunicazione
Attenzione
Orientamento verso lo/
gli interlocutore/i
Prendere la parola
Saper utilizzare
richiestivi e dichiarativi
Comprensione del
tono generale dello
scambio comunicativo
Limitazioni del
funzionamento
cognitivo e delle
abilità sociali
61.
Metacomunicazione
Capacità linguistica
nella sintassi e nella
morfologia
Attenzione sostenuta
Limitazioni nella
capacità
metacomunicativa
Limitazione nella
capacità linguistica
(sintassi e morfologia)
Limitazioni nella
capacità di processare
le informazioni in
entrata
64.
Declinata come
Attività dell’Uomo
Declinata nel dominio
della Partecipazione
Cambiamento del
paradigma
Necessità di un
cambiamento nella
cultura e nelle prassi
riabilitative, educative,
assistenziali
Differenza che l’OMS
ha operato tra
LINGUAGGIO
COME FUNZIONE
E
COMUNICAZIONE
COME ATTIVITA’
65.
Avviare e mantenere
una conversazione
Con un’interlocutore
Tra più persone
Esprimere le proprie
convinzioni
Esercitazione
67.
STORIA DELLA CAALa C.A.A. ha origine da un cammino culturale, scientifico e tecnologico
che inizia nel Nord America tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 60 grazie ad un
movimento culturale che pone attenzione alla disabilità e ai bisogni comunicativi delle
persone disabili. Si trattava fondamentalmente di disabili fisici che fino ad allora vivevano
confinati ed esclusi.
Negli anni 70• Inizia la costruzione di sistemi gestuali codificati per la comunicazione• In
Canada nasce la simbologia BLISS• Nel Nord America si costruiscono i primi comunicatori
elettronici (Possum...) (medicina, pedagogia, scienze sociali e tecnologiche al servizio della
disabilità)
Negli anni 80•1980: 1°conferenza internazionale sulla comunicazione non verbale
(Toronto)•1982: 2°conferenza internazionale sulla comunicazione non verbale
(Toronto)•1983: a Toronto nasce l’ISAAC (International Society for Augmentative and
Alternative Communication)Inizia lo sviluppo nel mondo della CAA.In Italia la diffusione della
C.A.A. avviene con estremo ritardo come testimonia l’assenza di letteratura in lingua
italiana. La Dott.ssa Aurelia Rivarola (NPI di Milano) è presente a Toronto nel 1983 ed è tra i
soci fondatori dell’ISAAC.·
1989 nasce il GISCAA (Gruppo Italiano Studio CAA - Rivarola /Gava)·1996: Il Centro Benedetta
D’Intino -Milano- attiva la prima Scuola di Formazione in CAA.
2003: Nasce il Chapter ISAAC-ITALY
.
68. Posso essere ascoltato/compreso con le mie
modalità al pari dei parlanti
Il mio messaggio (bisogno) comunicativo (in
qualunque forma venga espresso) viene
considerato un atto linguistico
Mi esprimo in modo diverso attraverso la
Comunicazione Aumentativa Alternativa e
la mia espressione ha lo stesso valore sociale
dell’espressione linguistica
69.
Individuazione dei
bisogni
Individuazione delle
limitazioni funzionali e
strutturali
Valutazione della
competenza
comunicativa globale
Valutazione del Social
Network
Individuazione degli
strumenti
1.
Codici espressivi
2.
Ausili
3.
Strategie
4.
Attività di
interazione
73.
PREGIUDIZI ITALIANI
La CAA si inizia dopo aver
provato di tutto
È un approccio indicato per chi
non parlerà
È un approccio che inibisce il
linguaggio orale
Serve solo per produrre
messaggi
È solo una tecnologia (uso di
ausili)
Non è adatto se ci sono problemi
di comportamento
INVECE….
Importanza del’intervento
precoce
Sostiene lo sviluppo delle
funzioni cognitive e del
linguaggio
Sostiene la comprensione
ed il pensiero
La comunicazione media il
comportamento
76.
Individuazione dei
bisogni
Individuazione delle
limitazioni funzionali e
strutturali
Valutazione della
competenza
comunicativa globale
Valutazione del Social
Network
Individuazione degli
strumenti
1.
Codici espressivi
2.
Ausili
3.
Strategie
4.
Attività di
interazione