1. Al Dirigente Scolastico
____________________
I/le sottoscritti/e ____________________________________________________________
docenti presso____________________________________________________________________
premesso che:
le prove INVALSI per il corrente anno scolastico saranno così strutturate:
* 10 Maggio 2011: prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per la classe II della
scuola secondaria di secondo grado;
* 11 Maggio 2011: prova di preliminare di lettura (decodifica strumentale) della durata di due
minuti per la II primaria e prova di Italiano per la II e V primaria;
* 12 Maggio 2011: prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per la classe I della
scuola secondaria di primo grado;
* 13 maggio 2011: prova di Matematica per la II e V primaria e Questionario studente per la V
primaria.
che
la Nota 30 dicembre 2010, Prot. N. 3813 nel passaggio che ora interessa il presente scritto, recita
testualmente :“La valutazione riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti delle predette classi
delle istituzioni scolastiche, statali e paritarie. Per snellire e facilitare le operazioni di trasmissione
dei risultati è essenziale la collaborazione degli insegnanti in tutte le diverse fasi della procedura
secondo le modalità che saranno successivamente comunicate dall'INVALSI ( omissis)”
Rilevato che
le circolari non sono fonti vincolanti di diritto e che a fortiori tale discorso deve esser esteso
alla semplici note le quali: interpretano la legge e possono prevedere modalità applicative, ma non
sono vincolanti, né tantomeno possono far sorgere diritti o obblighi;
visto il Dl.vo n° 297/1994 (Testo Unico Scuola), il DPR n° 275/1999 (Regolamento Autonomia) ed
il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato nel Comparto Scuola in particolare gli
2. articoli 26, 28, 29 e 30 che riguardano la funzione docente e gli obblighi delle/dei docenti che
devono essere letti in correlazione con l'articolo 33 della Costituzione e l'articolo 395 del Testo
Unico Scuola, nonché l’art. 52 del DLgs 165/2001;
considerato che
la valutazione rientrante tra le attività funzionali del docente è unicamente quella correlata
all'attività didattica e non alla valutazione statistica correlata all'INVALSI che nulla ha a che
vedere con il concetto di valutazione ordinaria dell'attività didattica in essere;
considerato che
le ore curriculari previste dal calendario scolastico adottato dal Consiglio di Istituto sono dedicate a
realizzare le attività didattiche e formative previste all’interno del POF che “è il documento fonda-mentale
costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la
progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adotta-no
nell'ambito della loro autonomia” (DPR 275/99, art. 3, comma 1); il POF del nostro istituto del
2010/11 non prevede alcuna attività riconducibile all’INVALSI, né per i docenti, né per gli studenti;
quindi le famiglie non sono state informate in merito al momento dell’iscrizione;
considerato che
la programmazione delle attività didattiche compete ai consigli di classe per quanto riguarda gli
aspetti collegiali, ai dipartimenti disciplinari e ai docenti per quanto riguarda le singole discipline,
nel rispetto della libertà di insegnamento garantita dall’art. 33 della Costituzione; a tale proposito né
i Consigli di classe né i primi Collegi dei Docenti dell’anno scolastico 2010/11, ai quali spetta
deliberare la programmazione didattica di tutto l’anno, hanno indicato alcuna priorità, né previsto
alcuna attività riconducibile all’INVALSI; inoltre il Piano delle attività del 2010 – 11 non prevede
prove di valutazione INVALSI, così come invece richiesto anche dalla Nota del MIUR del 20 aprile
2011;
considerato che
le indennità e i compensi a carico del fondo d’istituto sono regolamentati dall’art. 88 del CCNL
2006-2009 tutt’ora in vigore e ad esso si rimanda per ogni ulteriore specificazione, ma interessa qui
ribadire che ogni suo utilizzo, nel suddetto articolo, va riferito ad attività interne al POF e necessarie
alla sua realizzazione; coerentemente, il Contratto di Istituto del 2010/11 non prevede compensi
del Fondo di istituto per eventuali attività aggiuntive attinenti l’INVALSI; peraltro lo stesso Con-
3. tratto Collettivo Nazionale di lavoro non prevede per gli insegnanti alcun impegno riconducibile
all’INVALSI, né tra gli obblighi di servizio, né nella funzione docente; del resto nessuna normati-va
stabilisce che le attività INVALSI siano obbligatorie per i singoli docenti delle scuole superio-ri.
tanto premesso, rilevato e considerato,
i sottoscritti docenti,
ritengono di non aderire in alcun modo alle attività di effettuazione dei test INVALSI e, nel segnala-re
che il Collegio dei Docenti non ha deliberato alcuna adesione alle stesse attività, dichiarano di
non fornire, né direttamente né indirettamente, alcuna collaborazione e pertanto non offrono la pro-pria
disponibilità alla “somministrazione” e correzione delle prove dell'INVALSI, ed altre attività
comunque previste in correlazione alle attività dello stesso Istituto, per i giorni previsti dal surri-chiamato
calendario. I sottoscritti docenti si dichiarano inoltre NON DISPONIBILI a rinunciare alle
proprie ore disciplinari di lezione per lo svolgimento delle prove INVALSI stesse.
* * *
Per tali ragioni sin da ora si richiede che il Dirigente Scolastico non disponga l'interruzione
dell'attività didattica come prevista e programmata nei giorni richiamati ed altresì a non disponga la
separazione degli studenti delle classi ove prestiamo insegnamento nelle dette ore, e comunicano,
altresì, di non voler accogliere studenti di altre classi per lo svolgimento di dette prove, anche alla
luce di quanto previsto dal DM 18/12/1975 e dal DM 26/08/1992.
Si ricorda inoltre che il Dirigente Scolastico in qualità di datore di lavoro ha l’obbligo di
ottemperare alla normativa sulla sicurezza sul lavoro, alla luce di quanto disposto dal DM
18/12/1975 e dal DM 26/08/1992 .
Si invita altresì il Dirigente Scolastico come sopra indicato di verificare se l'informativa in
tema di privacy è pervenuta alle famiglie degli studenti il cui consenso è necessario per
l'espletamento delle dette prove, in caso contrario di informare tempestivamente le famiglie
interessate e dei diritti come previsti dall'articolo 7 Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
Nomi e Cognomi
Classi
4. IL PERICOLO DEI TEST INVALSI
Sono ormai diversi anni che le scuole italiane vengono sottoposte ai test INVALSI, un
sistema di valutazione sostenuto da governi di ogni colore e raccomandato da numerose
direttive europee.
I risultati statistici delle prove OCSE-PISA, presentati con grande risalto giornalistico,
vengono portati a conferma della necessità di introdurre un sistema di valutazione
oggettivo della qualità degli apprendimenti (che è poi come dire della qualità degli
insegnamenti, cioè dei docenti). I giornali non danno invece nessun risalto a quegli studi
che mettono in discussione la scientificità delle prove OCSE-PISA e dunque la loro validità
statistica (vedi bibliografia).
Intanto di anno in anno le prove si sono fatte sempre più invasive: dall’obbligatorietà del
quiz in terza media introdotta dal Ministro Fioroni (RIF. NORM.) all’allargamento della
rilevazione a tutte le classi di tutte le scuole italiane, fino alla somministrazione di un
“questionario per lo studente” al limite della schedatura di massa. Ognuno può misurale
tale pervasività nei libri di testo che offrono in misura sempre maggiore strumenti di
allenamento ai quiz.
Il tutto nella completa disinformazione dei genitori e nello scetticismo dei docenti che per la
prima volta nello scorso anno scolastico è diventata una chiara e aperta contestazione agli
INVALSI e a ciò che essi rappresentano. Lo scorso anno scolastico moltissimi collegi
docenti hanno votato contro le prove, moltissimi genitori hanno rifiutato di sottoporre i
propri figli al quiz e altrettanti studenti delle superiori hanno stracciato i fogli o cancellato il
codice identificativo dei loro nominativi.
Perché gli INVALSI sono pericolosissimi: essi rappresentano uno strumento strutturale e
decisivo nella direzione della privatizzazione della scuola italiana e stravolgono quella che
storicamente è stata la funzione della nostra scuola pubblica.
A) L’approccio didattico, di stampo anglosassone, è diametralmente opposto a quello
della scuola italiana, con particolare riferimento al segmento della scuola primaria:
all’insegnamento il più possibile individualizzato, che tiene conto dell’universo sociale-culturale-
affettivo dell’allievo, si sostituisce una prova oggettiva asettica, che
annulla, di colpo, la soggettività non solo dell’alunno, ma anche dell’insegnante; la
relazione intersoggettiva, basilare in ogni sano rapporto pedagogico, è sostituita da
una performance e una valutazione oggettive.
B) La scuola pubblica italiana si distingue a livello internazionale per l’integrazione degli
alunni diversamente abili e per aver abolito le scuole speciali e le classi differenziali
(L.517/’77). Vengono così riconosciuti sia il diritto allo studio per tutti, sia la diversità
come valore. La decisione di far partecipare gli alunni disabili alle prove è rimessa alla
scuola. Nel caso che questa decida per la partecipazione, i risultati dovranno essere
elaborati in maniera a sè stante così da non incidere sul risultato medio della scuola o
della classe. Ciò significa che la disabilità non rientra nel sistema di valutazione
INVALSI e che, quindi, gli alunni disabili divengono inesistenti, così come viene
ignorato l’impegno delle scuole affinché essi raggiungano le piene competenze
secondo le loro potenzialità. Inoltre, è previsto che gli alunni con diagnosi di DSA
5. (dislessia) partecipino alle prove nelle stesse condizioni degli altri! (VEDI
RIFERIMENTO A MATERIALE)
C) Solo il fascismo dal 1929 era riuscito ad imporre l’assurdo di identici percorsi
didattici in tutta la nazione. L’apprendimento non si può valutare allo stesso modo nei
diversi contesti, proprio per questo gli insegnanti si confrontano e producono
molteplici offerte didattiche, cambiano idea, ascoltano gli allievi e le allieve, ci parlano.
Questa è la vera didattica, flessibile, individualizzata, che tiene conto dei diversi
contesti: la standardizzazione è nemica dell’insegnamento di qualità.
D) Le prove INVALSI hanno un potente effetto retroattivo : alle prove “ci si prepara” e
ore di buona didattica, vengono sostituite da allenamenti ai quiz; questo accade
perché i docenti ben sanno che saranno loro ad essere valutati e dunque, per non
“fare brutta figura” modellano la loro programmazione in modo da addestrare il più
possibile la loro classe alla modalità a quiz. Così ad esempio crescono le prove a
crocette, stanno tornando in auge le nomenclature grammaticali imparate a memoria
come fino agli anni Sessanta. Ciò non ha alcun senso, se non quello di scimmiottare
prove di bassa qualità preparate da persone lontane dalla scuola reale e dalla sua
evoluzione
E) Le prove non misurano la buona didattica né il buon insegnante : un buon
insegnante è colui che, rispettando i tempi e le attitudini dei suoi allievi, riesce ad
appassionarli alla sua materia, riesce a coinvolgerli e a motivarli nello studio; tutto
questo non si misura;
F) Trasformano dall’interno lo statuto delle discipline : nel giro di qualche anno le
materie interessate dall’INVALSI hanno cambiato natura; pensiamo ad esempio alla
prova di italiano: il tema ha perso centralità a favore della comprensione del testo; ad
una prova in grado di restituire, più di ogni altra, la complessità dello studente
(competenze, saperi, soggettività), si preferisce ormai una prova completamente
decontestualizzata: un brano che solo per pudore viene scelto tra i brani d’autore,
senza che di quell’autore importi né la poetica né il momento storico in cui ha vissuto;
anche la matematica, disciplina anch’essa complessa, si sta rapidamente riducendo
ad un molto più applicativo problem solving, minando appunto lo statuto stesso della
disciplina. (RIF. A BIBLIO ISARELI)
G) Scientificamente sono un fallimento. Un esempio: quelli fatti svolgere alle
secondarie di primo grado lo scorso anno hanno dato risultati che differivano da quelli
conosciuti in base alle ricerche Pisa. Come rimediare? Gli astuti tecnici dell’Invalsi
hanno deciso di elaborare un coefficiente per cui moltiplicare i risultati inverosimili, in
modo da trasformarli in verosimili! Incredibile ma vero!
H) Sono dannosi emotivamente per i bambini e le bambine. L’insegnamento della
lettura si basa sul rispetto dei tempi dei bambini. Ognuno ha i suoi ritmi ed è doveroso
rispettarli. Invece per la classe Seconda della scuola primaria (7 anni) l’invalsi
propone la prova cronometrata di lettura, cronometro alla mano. Nell’insegnamento
della scrittura i bambini usano la matita, affinché l’errore non sia irrimediabile e non
diventi un dramma emotivo; invece l’Invalsi obbliga all’uso della penna biro non
cancellabile. Ma in qualunque segmento di scuola, lo stress emotivo è fortissimo: le
prove sono pensate per risposte in velocità, si tratta di prove a tempo (1/2 ora o
un’ora) a malapena sufficiente a rispondere a tutti i quiz. Esattamente il contrario di
ciò che un buon insegnante non smette mai di raccomandare: “Non bisogna avere
fretta nelle risposte, bisogna riflettere bene e a lungo, ecc.”. Nelle scuole inglesi lo
“stress da QUIZ” è ormai riconosciuto anche dagli psicopedagiogisti.
I) Sono la premessa alla valutazione e gerarchizzazione retributiva dei docenti .
Dai diversi documenti dell’Invalsi emerge chiaramente che questa schedatura di
bambini, docenti e scuole è finalizzata in prospettiva a differenziare le retribuzioni dei
6. docenti e i finanziamenti alle scuole. Ovviamente, come ben sa chi vive la scuola, non
verrà premiato l’insegnante migliore, bensì quello che si adatterà più agilmente a
questa didattica burocratica e di regime. Quando lo stipendio dei docenti dipenderà
dai risultati delle prove INVALSI, allora la scuola italiana si trasformerà in una palestra
di addestramento ai quiz.
J) Esasperano la competizione : spingono gli alunni a rivaleggiare tra di loro, gli
insegnanti a mettersi in competizione anziché scambiarsi le buone pratiche, le scuole
saranno sempre più in concorrenza tra loro, nel gioco al massacro
dell’accaparramento di “clienti” attirati con progettualità tanto altisonanti quanto
inconsistenti.
K) Non servono a migliorare la qualità della scuola : se qualcuno pensasse che, una
volta arrivati i risultati delle scuole, il ministero se ne servisse per aumentare i
finanziamenti per le scuole risultate più deboli, sarebbe del tutto fuori strada. Nella
meritocrazia succede esattamente il contrario: avranno più soldi le scuole che
otterranno risultati maggiori; e che faranno, ci chiediamo, quei bambini che, casualità
vuole, sono finiti in una scuola di serie B o C? Se la terranno, alla faccia del diritto per
tutti a una scuola di qualità. Certo è che il loro titolo di studio varrà di meno, come in
ogni privatizzazione che si rispetti …
L) L’Italia arriva quando gli altri stanno tornando indietro: nei paesi in cui i quiz
sono stati inserti da alcuni anni, si stanno interrogando e attrezzando per tornare
indietro, visto che il il meccanismo dei quiz, bel lungi da innalzare la qualità, ha
prodotto solo danni ai sistemi di istruzione
7. MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI
ISTITUTO ………………………… – PADOVA
Il Collegio Docenti dell’Istituto ……………. di Padova, riunito il …../…./2011, preso atto delle
modalità fino ad ora seguite per la gestione delle prove INVALSI su indicazione del M.I.U.R.,
VISTO
● l’art. 4 comma 4 DPR n. 275/1999 - Regolamento Autonomia che recita “..nell'esercizio
della autonomia didattica le istituzioni scolastiche ... individuano inoltre le modalità e i criteri di
valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione
periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati”;
● la nota MIURA00DGOS prot. 6830 R.U./U./ del 18 ottobre 2011 secondo cui “la rilevazione avrà
carattere censuario e riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti delle istituzioni scolastiche
statali e paritarie frequentanti le classi II e V della scuola primaria, I e III della scuola secondaria
di primo grado e II della scuola secondaria di secondo grado”;
● la sentenza della Corte di Cassazione n. 23031/2007 per la quale le circolari e le note, quali
quella sopra citata, hanno natura di atto meramente interno della pubblica amministrazione,
esprimono esclusivamente un parere e non vincolano addirittura né la stessa autorità che le
ha emanate né gli uffici gerarchicamente sottordinati, ai quali non è vietato di disattenderle;
● la nota MIURA00DGOS prot. 6830 R.U./U./ del 18 ottobre 2011, in cui si chiarisce che “a livello
di scuola, la collaborazione riguarda la raccolta e l’inserimento dei dati di contesto necessari
per il calcolo del valore aggiunto, la somministrazione delle prove e la trascrizione dei risultati
sui fogli risposta, secondo le indicazioni che saranno tempestivamente fornite dall’INVALSI.”;
“... gli impegni connessi allo svolgimento delle rilevazioni dovranno trovare adeguato spazio
di programmazione nell’ambito del piano annuale delle attività, predisposto dal dirigente
scolastico e deliberato dal collegio dei docenti ai sensi dell’art 28, comma 4, del vigente
C.C.N.L.. Inoltre il riconoscimento economico per tali attività potrà essere individuato, in
sede di contrattazione integrativa di istituto, ai sensi degli artt. 6 e 88 del vigente C.C.N.L”.
● il contratto nazionale di lavoro che non prevede alcun obbligo a collaborare ad attività di
questo tipo né tra gli obblighi di servizio né nella funzione docente, mentre prevede che il Piano
annuale delle attività comprensivo degli impegni di lavoro, sia deliberato dal Collegio dei
docenti” (art. 28, comma 4);
CONSIDERATO CHE
● le prove INVALSI hanno sollevato diverse perplessità tra i docenti rispetto alla loro
strutturazione, all’efficacia della rilevazione e al loro utilizzo;
● non esiste alcuna norma che preveda l’obbligatorietà della somministrazione e della correzione
delle prove INVALSI da parte del personale docente;
● negli ultimi anni i fondi assegnati alle Scuole per il loro funzionamento e per
l’arricchimento dell’offerta formativa sono andati pesantemente diminuendo per i tagli
richiesti dalle varie Finanziarie e che per pagare i docenti impegnati nell’espletamento
delle Prove Invalsi si dovrebbe andare a pesare sull’impoverito Fondo d'Istituto limitando
così ulteriormente le attività a favore degli alunni;
DELIBERA
● di non inserire la somministrazione e la correzione delle Prove INVALSI tra le attività da
incentivare con il Fondo d’Istituto;
● di non dare la propria disponibilità alla correzione degli elaborati.
Padova, ……………………
8. Al Dirigente Scolastico
Al Consiglio di Istituto
pc:al Presidente dell’Istituto INVALSI
Prof. Piero Cipollone
Villa Falconieri, via Borromini 5 - Frascati (Rm)
all’ U.S.R. Lombardia
Lombardia - via Ripamonti, 85 - 20141 - Milano
al M.I.U.R
Viale Trastevere, 76/a - 00153 ROMA
Oggetto: rilevazione degli apprendimenti INVALSI
Nell’Istituto Comprensivo “G. Marconi" di Concorezzo è stata prevista la partecipazione al progetto dell’INVALSI
per la rilevazione degli apprendimenti degli alunni e alunne delle classi seconde e quinte.
Perché no, giuridicamente parlando.
Si rileva che il Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo sopracitato ha richiesto, con le firme dei docenti e
delle docenti la convocazione per l’eventuale delibera di approvazione del progetto INVALSI sulla rilevazione degli
apprendimenti degli alunni e alunne. Pertanto, in mancanza dell’approvazione di una delibera, il Dirigente
scolastico non ha facoltà di impore la collaborazione delle insegnanti alla stessa poiché tale decisione è di
competenza del Collegio dei Docenti e nella disponibilità delle singole insegnanti di classe, che possono aderire o
meno.
Quest’anno il Ministero ha inviato una Nota ( n° 3813 del 30.12.2010) in cui si afferma che le prove sono
obbligatorie; ma le circolari non possono fare norma, semplicemente devono dare indicazioni di applicazioni delle
norme che devono essere decise nelle sedi opportune e nella norma di riferimento non compare alcuna
obbligatorietà.
A sostegno di quanto affermato facciamo riferimento all’articolo 4, comma 4 del DPR n° 275/1999 (Regolamento
Autonomia) e l’articolo 7, comma 2 del D.L.vo n° 297/1994 (Testo Unico Istruzione) nei quali sono chiaramente
previsti i poteri del Collegio dei Docenti .
Inoltre la somministrazione delle prove non è prevista come strumento o come attività nè nel Piano dell'Offerta
Formativa del nostro Istituto, nè, di conseguenza, nelle nostre Programmazioni Annuali .
Non ci risulta per ultimo, che siano previste prestazioni straordinarie attribuite ai docenti per questa incombenza
neppure nella Contrattazione integrativa di Istituto.
Perché no, didatticamente parlando.
Queste prove sono ritenute, da un punto di vista didattico, negative e limitate.
Chi ha visionato le prove somministrate negli anni passati si è fatta un’idea precisa di questa negatività.
Le prove sono uguali per tutti e tutte: nella nostra pratica quotidiana invece siamo a contatto con i bambini e
bambine reali e con le loro profonde diversità di ritmo e modo di apprendimento.
Il linguaggio delle prove, persino dei comandi, richiede una capacità di concentrazione e comprensione che
supera quella che riconosciamo nei nostri alunni e alunne. Le insegnanti non hanno mai pensato di organizzare
e mettere in pratica verifiche di questo tipo durante l' anno scolastico.
I "concetti" messi in campo e "valutati" provengono da tutti gli indirizzi cognitivi collegati alla disciplina (in
matematica ad esempio: si va dal concetto di numero nel senso più vasto, alle operazioni, alle frazioni, alla
risoluzione dei problemi, alla geometria, al sistema metrico decimale ecc.). Inoltre fanno riferimento a tutto il
lavoro svolto ad iniziare dall' anno scolastico precedente e magari, non ancora affrontato nell’anno scolastico in
corso.
Il tempo di somministrazione è troppo limitato rispetto alle richieste di applicazione fatte ai bambini e bambine.
Lo sforzo mentale che si richiede per passare da un campo cognitivo all'altro, da un concetto ad un altro ad esso
disgiunto e molto distante, esige che una rete connettiva forte e motivante lo contenga e lo sostenga, rendendolo
possibile.
Il contesto di somministrazione, senza la presenza delle insegnanti di riferimento, comporta una evidente
interruzione dell’esperienza scolastica conosciuta, creando in alcuni casi stati di ansia negli alunni e alunne più
sensibili.
Le prove riguardano solo due discipline, lingua italiana e matematica in netto contrasto con quanto stabilito dai
programmi che impongono alla scuola di considerare come egualitari tutti i canali di comunicazione.
Non potendo o volendo partire dalla conoscenza degli indirizzi didattici specifici seguiti da ogni scuola nella sua
originalità, le prove INVALSI si richiamano ad una superiore dimensione tecnica definita dal legislatore.
1
9. Per l’Istituto INVALSI i bambini e le bambine con disabilità, i bambini e le bambine di altra cultura, sono
invisibili. Per noi invece essi sono persone a cui dedichiamo giorno dopo giorno attenzione perché possano
avere le stesse opportunità di tutti e tutte.
Queste "prove" sembrano il tentativo di voler trasformare la scuola in una fabbrica seriale di conoscenze
standardizzate e predefinite, asetticamente "misurabili" e controllabili.
Secondo la filosofia che emerge da tali prove, l’importante è "possedere" una vasta ed eterogenea "massa" di
conoscenza da poter recuperare nel minor tempo possibile senza la partecipazione e l'aiuto di altri e altre.
Le prove INVALSI non sono frutto di un confronto con il mondo della scuola ma sono calate dall’alto.
Sono uno strumento assolutamente inadeguato ed insufficiente al punto che gli stessi curatori tengono a
sottolineare che il suo uso "è sconsigliato" nella didattica quotidiana, come pure deprecabile sarebbe, sempre a
loro parere, che le/gli insegnanti esercitassero i loro alunni in vista delle prove riprendendo modalità e contenuti
delle precedenti esperienze INVALSI. Sappiamo invece che il mondo della scuola e l’editoria scolastica si sta
attrezzando per rispondere in modo adeguato alle richieste dell’INVALSI sottoponendo dal mese prima delle
prove stesse i bambini e bambine ad un allenamento sterile e pedagogicamente deleterio.
Perché no, professionalmente parlando.
Se i dati raccolti dalle scuole servissero solo a dimostrare “la produttività” della scuola indagata, si potrebbe
anche chiudere un occhio e lasciar scivolare l’appuntamento con disinvoltura.
Ma queste” prove” e questo “Sistema” non meritano di godere di un silenzio che facilmente può essere
interpretato come un’ implicita accettazione.
E’ necessario allora che si spieghi perché questo “meccanismo” sia non solo sbagliato ma anche penalizzante per
la scuola.
Innanzitutto bisogna dire che nessun insegnante rifiuta o evita controlli o rilevamenti. Tutta la nostra professione è
giocata sullo scambio continuo e quotidiano con gli alunni e alunne, i loro genitori, le colleghe e colleghi e tutti gli
operatori della scuola.
In ogni momento siamo sottoposti a valutazioni e giudizi ed è soltanto attraverso questa dinamica che il nostro
lavoro può prendere forma e sostanza. Il confronto è quindi alla base del nostro essere insegnanti.
Va però sottolineato che a fine gennaio, il governo, dando seguito alle direttive del DLgs 150/09, ha presentato il
testo del decreto (DPCM ) che introduce, per il personale docente e le scuole, il SISTEMA DI VALUTAZIONE,
MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE e la conseguente attribuzione di “MERITO E PREMI ”.
Il DPCM prevede la definizione del SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE E MISURAZIONE, che diventerà
immediatamente applicativo alla sua emanazione e stabilisce che, entro sessanta giorni, verrà definito
compiutamente l’apparato del Sistema Nazionale di Valutazione che, come già previsto, si articolerà in tre
organismi:
- l‘ INDIRE ( istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa ), con compiti di sostegno
ai processi di miglioramento, innovazione…. ;
- l‘ INVALSI, con il compito di predisporre le prove di valutazione degli apprendimenti nelle scuole ;
- gli ISPETTORI, con il compito di valutare le scuole e i DS ;
Da qui si evince il ruolo preminente delle Prove Invalsi nella definizione della valutazione non solo delle
competenze degli studenti ma anche della professionalità della/ del docente che viene valutato all'interno di una
filosofia meritocratica che non condividiamo.
Cerchiamo allora di riassumere quello che sino ad ora si è scritto:
• le prove INVALSI sono uno strumento inadeguato sia per la loro "logica complessiva" sia nella loro
formulazione pratica;
• rischiano di modificare e squilibrare profondamente lo stesso Sistema Scolastico "indagato" calando dall'
esterno e dall' alto modelli didattici e modalità operative non appropriate e spesso non condivise.
• Non apportano miglioramenti di risorse nè di opportunità alle scuole che ne hanno più bisogno
• Sono utilizzate come indicatore di merito dell'insegnante .
Per tutti i motivi esposti i sottoscritti docenti si dichiarano NON DISPONIBILI
- a svolgere alcuna attività relativa alle prove INVALSI (somministrazione e correzione)
- a rinunciare alle proprie ore disciplinari di lezione per lo svolgimento delle stesse.
Concorezzo, lì 12.04,11
2
10. Al Dirigente Scolastico
____________________
____________________
e. p. c.
Alle RSU d’Istituto
Al Collegio dei Docenti
____________________
____________________
Oggetto: non disponibilità attività di rilevazione degli apprendimenti INVALSI.
La/lo scrivente _________________________________ insegnante elementare
presso ________________________________________, in relazione all’oggetto
espone quanto segue.
La S.V. ha previsto (indicare la circolare interna se emessa) la partecipazione
della nostra scuola al progetto dell’INVALSI sulla rilevazione degli apprendimenti degli
alunni ed ha pianificato ed organizzato le prove in oggetto per le classi seconde e
quinte per i prossimi giorni secondo il calendario previsto dall’INVALSI.
A tale proposito si ricorda che il Collegio dei Docenti del nostro Circolo Didattico,
………………….
ha deliberato a maggioranza di NON ADERIRE al progetto INVALSI sulla rilevazione
degli apprendimenti degli alunni
(o in alternativa)
non è stato convocato per l’eventuale delibera di approvazione del progetto INVALSI
sulla rilevazione degli apprendimenti degli alunni .
………………….
La/lo scrivente insegnante segnala che la vigente normativa non prevede alcuna
obbligatorietà alla partecipazione dei test di valutazione nazionali INVALSI e che la S.V.
non ha alcuna facoltà/potere di aderire agli stessi poiché tale decisione è nella
1
11. esclusiva competenza del Collegio dei Docenti e nella disponibilità delle/dei singoli
insegnanti di classe, i quali possono decidere di aderire o meno.
Tale adesione da parte delle/degli insegnanti e del Collegio dei Docenti è prevista
anche nel caso in cui la scuola venga indicata dall’INVALSI quale “scuola campione”
poiché anche in tale eventualità non esiste alcuna norma che prevede la obbligatorietà
della partecipazione delle scuole, delle classi, delle/dei singoli insegnanti alle stesse
anche nel caso in cui le prove fossero organizzate con l’intervento di somministratori ed
osservatori esterni.
Si vedano, a tale riguardo, l’articolo 4, comma 4 del DPR n° 275/1999
(Regolamento Autonomia) e l’articolo 7, comma 2 del D.L.vo n° 297/1994 (Testo Unico
Istruzione) nei quali sono chiaramente previsti i poteri del Collegio dei Docenti (si
allegano alla presente nota i due commi citati).
Si noti, a tale riguardo, che il Dirigente Scolastico deve, invece, esercitare i propri
poteri (tra i quali non rientra l’adesione ad attività di valutazione senza il voto favorevole
del Collegio) nel rispetto delle competenze degli Organi Collegiali (comma 2, art 25 del
D.L.vo n° 165/2001).
Tutto ciò evidenziato e premesso, si comunica che la/il sottoscritto insegnante
NON E’ DISPONIBILE all’effettuazione dei test INVALSI, né nelle proprie né in altre
classi, e che non è, altresì, disponibile a farle effettuare nelle proprie ore di lezione
poiché le attività sono state previste nel POF d’Istituto, nella programmazione annuale
e nella programmazione settimanale ed i test INVALSI non rientrano tra queste.
Si segnala che gli atti unilaterali della S.V. sulla materia in oggetto non possono
avere alcun carattere imperativo per il personale docente il quale non è tenuto (vedasi
anche l’articolo 33 della Costituzione della Repubblica Italiana sulla libertà di
insegnamento) in alcun modo a partecipare direttamente alla somministrazione delle
prove INVALSI, né a collaborare all’eventuale organizzazione delle stesse.
Si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti.
________, ___ maggio 2009
L’insegnante
___________________________
2
12. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
8 marzo 1999 n. 275
Regolamento recante norme in materia
di autonomia delle istituzioni scolastiche
…omissis…
articolo 4
…omissis…
4. Nell'esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di
iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale, coordinandosi con le
iniziative eventualmente assunte dagli enti locali in materia di interventi integrati a norma dell'articolo 139, comma
2, lett. b) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione
degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti
dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati.
Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297
Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione
Art. 7 - Collegio dei docenti
…omissis…
2. Il collegio dei docenti:
a) ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto. In particolare cura la
programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli ordinamenti della scuola
stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento
interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente;
…omissis…
d) valuta periodicamente l'andamento complessivo dell'azione didattica per verificarne l'efficacia in rapporto agli
orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento
d e l l ' a t t i v i t à s c o l a s t i c a ;
…omissis…
f) adotta o promuove nell'ambito delle proprie competenze iniziative di sperimentazione in conformità degli articoli
276 e seguenti;
…omissis…
r) si pronuncia su ogni altro argomento attribuito dal presente testo unico, dalle leggi e dai regolamenti, alla sua
competenza.
3
13. 22 dicembre 2011
Questa sera il Collegio dei Docenti del Nuovo Liceo Artistico
Guggenheim (risultato dell'accorpamento dell'Istituto d'Arte
di Venezia, dell'Istituto d'Arte di Mestre e dell'Istituto
Professionale Mozzoni) ha rifiutato l'inserimento delle prove
INVALSI nel piano delle attività. Le decisione è stata
espressa quasi all'unanimità: tutti contrari, due astenuti.
Per tutelarsi rispetto a cooptazioni da parte del dirigente
durante le prove è stata approvata anche una motivazione
didattica: «il Collegio dei Docenti ritiene che le prove
INVALSI implichino una standardizzazione degli
apprendimenti incompatibile con il modello pedagogico-didattico
dell'Istituto».
14. Al Dirigente scolastico
Oggetto: rimostranza ai sensi dell’articolo 17 del T. U. 3/1957
Il/La sottoscritta, _________________________ docente presso questa Istituzione scolastica, in
riferimento all’ordine di servizio del _______________ con la quale si chiede alla sottoscritta
di_______________________________________________, formula rimostranza ai sensi
dell’articolo 17 del T. U. 3/1957 , in quanto ritiene illegittima la disposizione ricevuta per i seguenti
motivi:
• Non esiste alcuna delibera del Collegio dei docenti relativa alla somministrazione
(correzione) delle prove invalsi
• Essa non figura negli impegni previsti dal Piano annuale delle attività, di cui al contrario è
parte integrante l’orario delle lezioni. Esso prevede che il sottoscritto sia in servizio nella tal
ora nella classe__________
• Non risulta dalla normativa citata alcun obbligo individuale di somministrazione
(correzione) delle prove invalsi, vista anche l’assenza di una delibera collegiale
• L’ordine ricevuto configura quindi come richiesta illegittima di una prestazione non
obbligatoria con conseguente sospensione del servizio per l’espletamento di pratiche non
previste dalla funzione docente così come definita nel CCNL e, nel merito della valutazione,
dalla L.53/2003 art 3
(eventualmente, solo nel caso si intenda ottemperare all’ordine se reiterato)
Il/La sottoscritta si riserva, qualora l’ordine sia rinnovato, di adire le vie legali per far valere i propri
diritti.
__________________,_________ Distinti saluti
15. Per la mia scuola ho adattato in accordo con una collega cgil e una gilda il seguente testo
Al Dirigente Scolastico
Oggetto: Somministrazione, correzione e tabulazione prove INVALSI
In relazione alle prove invalsi previste per il giorno………………..nelle classi…………….., i
sottoscritti, docenti della Scuola………………., sentite le organizzazioni sindacali di
riferimento, rilevano che:
• Nessuna normativa vigente stabilisce che i compiti di somministrazione e
correzione delle prove invalsi siano obbligatorie per i singoli docenti, se non in
riferimento alla prova di esame di terza media.
• Il CCNL 2006/09 agli artt.26 27 28 29 definisce la funzione docente e gli
obblighi di lavoro del personale docente, che si suddividono in attività di
insegnamento ed in attività funzionali alla prestazione di insegnamento. In
nessuna di queste tipologie rientrano le attività in oggetto, che la stessa
recentissima nota MIUR del 20 aprile classifica come attività aggiuntive.
• Le attività aggiuntive non sono obbligatorie, ma dipendono dalla disponibilità
del singolo docente, previa delibera del Collegio dei docenti
• Il Collegio dei docenti della scuola media Rodari-Jussi non ha mai deliberato
nulla in merito allo svolgimento di tali prove
• Il Piano annuale delle attività non prevede gli impegni in oggetto
Alla luce di quanto esposto i sottoscritti dichiarano di non essere disponibili a
svolgere le attività di somministrazione correzione e tabulazione delle prove
INVALSI.
Data
COGNOME E NOME FIRMA