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Al Dirigente Scolastico 
____________________ 
I/le sottoscritti/e ____________________________________________________________ 
docenti presso____________________________________________________________________ 
premesso che: 
le prove INVALSI per il corrente anno scolastico saranno così strutturate: 
* 10 Maggio 2011: prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per la classe II della 
scuola secondaria di secondo grado; 
* 11 Maggio 2011: prova di preliminare di lettura (decodifica strumentale) della durata di due 
minuti per la II primaria e prova di Italiano per la II e V primaria; 
* 12 Maggio 2011: prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per la classe I della 
scuola secondaria di primo grado; 
* 13 maggio 2011: prova di Matematica per la II e V primaria e Questionario studente per la V 
primaria. 
che 
la Nota 30 dicembre 2010, Prot. N. 3813 nel passaggio che ora interessa il presente scritto, recita 
testualmente :“La valutazione riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti delle predette classi 
delle istituzioni scolastiche, statali e paritarie. Per snellire e facilitare le operazioni di trasmissione 
dei risultati è essenziale la collaborazione degli insegnanti in tutte le diverse fasi della procedura 
secondo le modalità che saranno successivamente comunicate dall'INVALSI ( omissis)” 
Rilevato che 
le circolari non sono fonti vincolanti di diritto e che a fortiori tale discorso deve esser esteso 
alla semplici note le quali: interpretano la legge e possono prevedere modalità applicative, ma non 
sono vincolanti, né tantomeno possono far sorgere diritti o obblighi; 
visto il Dl.vo n° 297/1994 (Testo Unico Scuola), il DPR n° 275/1999 (Regolamento Autonomia) ed 
il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato nel Comparto Scuola in particolare gli
articoli 26, 28, 29 e 30 che riguardano la funzione docente e gli obblighi delle/dei docenti che 
devono essere letti in correlazione con l'articolo 33 della Costituzione e l'articolo 395 del Testo 
Unico Scuola, nonché l’art. 52 del DLgs 165/2001; 
considerato che 
la valutazione rientrante tra le attività funzionali del docente è unicamente quella correlata 
all'attività didattica e non alla valutazione statistica correlata all'INVALSI che nulla ha a che 
vedere con il concetto di valutazione ordinaria dell'attività didattica in essere; 
considerato che 
le ore curriculari previste dal calendario scolastico adottato dal Consiglio di Istituto sono dedicate a 
realizzare le attività didattiche e formative previste all’interno del POF che “è il documento fonda-mentale 
costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la 
progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adotta-no 
nell'ambito della loro autonomia” (DPR 275/99, art. 3, comma 1); il POF del nostro istituto del 
2010/11 non prevede alcuna attività riconducibile all’INVALSI, né per i docenti, né per gli studenti; 
quindi le famiglie non sono state informate in merito al momento dell’iscrizione; 
considerato che 
la programmazione delle attività didattiche compete ai consigli di classe per quanto riguarda gli 
aspetti collegiali, ai dipartimenti disciplinari e ai docenti per quanto riguarda le singole discipline, 
nel rispetto della libertà di insegnamento garantita dall’art. 33 della Costituzione; a tale proposito né 
i Consigli di classe né i primi Collegi dei Docenti dell’anno scolastico 2010/11, ai quali spetta 
deliberare la programmazione didattica di tutto l’anno, hanno indicato alcuna priorità, né previsto 
alcuna attività riconducibile all’INVALSI; inoltre il Piano delle attività del 2010 – 11 non prevede 
prove di valutazione INVALSI, così come invece richiesto anche dalla Nota del MIUR del 20 aprile 
2011; 
considerato che 
le indennità e i compensi a carico del fondo d’istituto sono regolamentati dall’art. 88 del CCNL 
2006-2009 tutt’ora in vigore e ad esso si rimanda per ogni ulteriore specificazione, ma interessa qui 
ribadire che ogni suo utilizzo, nel suddetto articolo, va riferito ad attività interne al POF e necessarie 
alla sua realizzazione; coerentemente, il Contratto di Istituto del 2010/11 non prevede compensi 
del Fondo di istituto per eventuali attività aggiuntive attinenti l’INVALSI; peraltro lo stesso Con-
tratto Collettivo Nazionale di lavoro non prevede per gli insegnanti alcun impegno riconducibile 
all’INVALSI, né tra gli obblighi di servizio, né nella funzione docente; del resto nessuna normati-va 
stabilisce che le attività INVALSI siano obbligatorie per i singoli docenti delle scuole superio-ri. 
tanto premesso, rilevato e considerato, 
i sottoscritti docenti, 
ritengono di non aderire in alcun modo alle attività di effettuazione dei test INVALSI e, nel segnala-re 
che il Collegio dei Docenti non ha deliberato alcuna adesione alle stesse attività, dichiarano di 
non fornire, né direttamente né indirettamente, alcuna collaborazione e pertanto non offrono la pro-pria 
disponibilità alla “somministrazione” e correzione delle prove dell'INVALSI, ed altre attività 
comunque previste in correlazione alle attività dello stesso Istituto, per i giorni previsti dal surri-chiamato 
calendario. I sottoscritti docenti si dichiarano inoltre NON DISPONIBILI a rinunciare alle 
proprie ore disciplinari di lezione per lo svolgimento delle prove INVALSI stesse. 
* * * 
Per tali ragioni sin da ora si richiede che il Dirigente Scolastico non disponga l'interruzione 
dell'attività didattica come prevista e programmata nei giorni richiamati ed altresì a non disponga la 
separazione degli studenti delle classi ove prestiamo insegnamento nelle dette ore, e comunicano, 
altresì, di non voler accogliere studenti di altre classi per lo svolgimento di dette prove, anche alla 
luce di quanto previsto dal DM 18/12/1975 e dal DM 26/08/1992. 
Si ricorda inoltre che il Dirigente Scolastico in qualità di datore di lavoro ha l’obbligo di 
ottemperare alla normativa sulla sicurezza sul lavoro, alla luce di quanto disposto dal DM 
18/12/1975 e dal DM 26/08/1992 . 
Si invita altresì il Dirigente Scolastico come sopra indicato di verificare se l'informativa in 
tema di privacy è pervenuta alle famiglie degli studenti il cui consenso è necessario per 
l'espletamento delle dette prove, in caso contrario di informare tempestivamente le famiglie 
interessate e dei diritti come previsti dall'articolo 7 Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. 
Nomi e Cognomi 
Classi
IL PERICOLO DEI TEST INVALSI 
Sono ormai diversi anni che le scuole italiane vengono sottoposte ai test INVALSI, un 
sistema di valutazione sostenuto da governi di ogni colore e raccomandato da numerose 
direttive europee. 
I risultati statistici delle prove OCSE-PISA, presentati con grande risalto giornalistico, 
vengono portati a conferma della necessità di introdurre un sistema di valutazione 
oggettivo della qualità degli apprendimenti (che è poi come dire della qualità degli 
insegnamenti, cioè dei docenti). I giornali non danno invece nessun risalto a quegli studi 
che mettono in discussione la scientificità delle prove OCSE-PISA e dunque la loro validità 
statistica (vedi bibliografia). 
Intanto di anno in anno le prove si sono fatte sempre più invasive: dall’obbligatorietà del 
quiz in terza media introdotta dal Ministro Fioroni (RIF. NORM.) all’allargamento della 
rilevazione a tutte le classi di tutte le scuole italiane, fino alla somministrazione di un 
“questionario per lo studente” al limite della schedatura di massa. Ognuno può misurale 
tale pervasività nei libri di testo che offrono in misura sempre maggiore strumenti di 
allenamento ai quiz. 
Il tutto nella completa disinformazione dei genitori e nello scetticismo dei docenti che per la 
prima volta nello scorso anno scolastico è diventata una chiara e aperta contestazione agli 
INVALSI e a ciò che essi rappresentano. Lo scorso anno scolastico moltissimi collegi 
docenti hanno votato contro le prove, moltissimi genitori hanno rifiutato di sottoporre i 
propri figli al quiz e altrettanti studenti delle superiori hanno stracciato i fogli o cancellato il 
codice identificativo dei loro nominativi. 
Perché gli INVALSI sono pericolosissimi: essi rappresentano uno strumento strutturale e 
decisivo nella direzione della privatizzazione della scuola italiana e stravolgono quella che 
storicamente è stata la funzione della nostra scuola pubblica. 
A) L’approccio didattico, di stampo anglosassone, è diametralmente opposto a quello 
della scuola italiana, con particolare riferimento al segmento della scuola primaria: 
all’insegnamento il più possibile individualizzato, che tiene conto dell’universo sociale-culturale- 
affettivo dell’allievo, si sostituisce una prova oggettiva asettica, che 
annulla, di colpo, la soggettività non solo dell’alunno, ma anche dell’insegnante; la 
relazione intersoggettiva, basilare in ogni sano rapporto pedagogico, è sostituita da 
una performance e una valutazione oggettive. 
B) La scuola pubblica italiana si distingue a livello internazionale per l’integrazione degli 
alunni diversamente abili e per aver abolito le scuole speciali e le classi differenziali 
(L.517/’77). Vengono così riconosciuti sia il diritto allo studio per tutti, sia la diversità 
come valore. La decisione di far partecipare gli alunni disabili alle prove è rimessa alla 
scuola. Nel caso che questa decida per la partecipazione, i risultati dovranno essere 
elaborati in maniera a sè stante così da non incidere sul risultato medio della scuola o 
della classe. Ciò significa che la disabilità non rientra nel sistema di valutazione 
INVALSI e che, quindi, gli alunni disabili divengono inesistenti, così come viene 
ignorato l’impegno delle scuole affinché essi raggiungano le piene competenze 
secondo le loro potenzialità. Inoltre, è previsto che gli alunni con diagnosi di DSA
(dislessia) partecipino alle prove nelle stesse condizioni degli altri! (VEDI 
RIFERIMENTO A MATERIALE) 
C) Solo il fascismo dal 1929 era riuscito ad imporre l’assurdo di identici percorsi 
didattici in tutta la nazione. L’apprendimento non si può valutare allo stesso modo nei 
diversi contesti, proprio per questo gli insegnanti si confrontano e producono 
molteplici offerte didattiche, cambiano idea, ascoltano gli allievi e le allieve, ci parlano. 
Questa è la vera didattica, flessibile, individualizzata, che tiene conto dei diversi 
contesti: la standardizzazione è nemica dell’insegnamento di qualità. 
D) Le prove INVALSI hanno un potente effetto retroattivo : alle prove “ci si prepara” e 
ore di buona didattica, vengono sostituite da allenamenti ai quiz; questo accade 
perché i docenti ben sanno che saranno loro ad essere valutati e dunque, per non 
“fare brutta figura” modellano la loro programmazione in modo da addestrare il più 
possibile la loro classe alla modalità a quiz. Così ad esempio crescono le prove a 
crocette, stanno tornando in auge le nomenclature grammaticali imparate a memoria 
come fino agli anni Sessanta. Ciò non ha alcun senso, se non quello di scimmiottare 
prove di bassa qualità preparate da persone lontane dalla scuola reale e dalla sua 
evoluzione 
E) Le prove non misurano la buona didattica né il buon insegnante : un buon 
insegnante è colui che, rispettando i tempi e le attitudini dei suoi allievi, riesce ad 
appassionarli alla sua materia, riesce a coinvolgerli e a motivarli nello studio; tutto 
questo non si misura; 
F) Trasformano dall’interno lo statuto delle discipline : nel giro di qualche anno le 
materie interessate dall’INVALSI hanno cambiato natura; pensiamo ad esempio alla 
prova di italiano: il tema ha perso centralità a favore della comprensione del testo; ad 
una prova in grado di restituire, più di ogni altra, la complessità dello studente 
(competenze, saperi, soggettività), si preferisce ormai una prova completamente 
decontestualizzata: un brano che solo per pudore viene scelto tra i brani d’autore, 
senza che di quell’autore importi né la poetica né il momento storico in cui ha vissuto; 
anche la matematica, disciplina anch’essa complessa, si sta rapidamente riducendo 
ad un molto più applicativo problem solving, minando appunto lo statuto stesso della 
disciplina. (RIF. A BIBLIO ISARELI) 
G) Scientificamente sono un fallimento. Un esempio: quelli fatti svolgere alle 
secondarie di primo grado lo scorso anno hanno dato risultati che differivano da quelli 
conosciuti in base alle ricerche Pisa. Come rimediare? Gli astuti tecnici dell’Invalsi 
hanno deciso di elaborare un coefficiente per cui moltiplicare i risultati inverosimili, in 
modo da trasformarli in verosimili! Incredibile ma vero! 
H) Sono dannosi emotivamente per i bambini e le bambine. L’insegnamento della 
lettura si basa sul rispetto dei tempi dei bambini. Ognuno ha i suoi ritmi ed è doveroso 
rispettarli. Invece per la classe Seconda della scuola primaria (7 anni) l’invalsi 
propone la prova cronometrata di lettura, cronometro alla mano. Nell’insegnamento 
della scrittura i bambini usano la matita, affinché l’errore non sia irrimediabile e non 
diventi un dramma emotivo; invece l’Invalsi obbliga all’uso della penna biro non 
cancellabile. Ma in qualunque segmento di scuola, lo stress emotivo è fortissimo: le 
prove sono pensate per risposte in velocità, si tratta di prove a tempo (1/2 ora o 
un’ora) a malapena sufficiente a rispondere a tutti i quiz. Esattamente il contrario di 
ciò che un buon insegnante non smette mai di raccomandare: “Non bisogna avere 
fretta nelle risposte, bisogna riflettere bene e a lungo, ecc.”. Nelle scuole inglesi lo 
“stress da QUIZ” è ormai riconosciuto anche dagli psicopedagiogisti. 
I) Sono la premessa alla valutazione e gerarchizzazione retributiva dei docenti . 
Dai diversi documenti dell’Invalsi emerge chiaramente che questa schedatura di 
bambini, docenti e scuole è finalizzata in prospettiva a differenziare le retribuzioni dei
docenti e i finanziamenti alle scuole. Ovviamente, come ben sa chi vive la scuola, non 
verrà premiato l’insegnante migliore, bensì quello che si adatterà più agilmente a 
questa didattica burocratica e di regime. Quando lo stipendio dei docenti dipenderà 
dai risultati delle prove INVALSI, allora la scuola italiana si trasformerà in una palestra 
di addestramento ai quiz. 
J) Esasperano la competizione : spingono gli alunni a rivaleggiare tra di loro, gli 
insegnanti a mettersi in competizione anziché scambiarsi le buone pratiche, le scuole 
saranno sempre più in concorrenza tra loro, nel gioco al massacro 
dell’accaparramento di “clienti” attirati con progettualità tanto altisonanti quanto 
inconsistenti. 
K) Non servono a migliorare la qualità della scuola : se qualcuno pensasse che, una 
volta arrivati i risultati delle scuole, il ministero se ne servisse per aumentare i 
finanziamenti per le scuole risultate più deboli, sarebbe del tutto fuori strada. Nella 
meritocrazia succede esattamente il contrario: avranno più soldi le scuole che 
otterranno risultati maggiori; e che faranno, ci chiediamo, quei bambini che, casualità 
vuole, sono finiti in una scuola di serie B o C? Se la terranno, alla faccia del diritto per 
tutti a una scuola di qualità. Certo è che il loro titolo di studio varrà di meno, come in 
ogni privatizzazione che si rispetti … 
L) L’Italia arriva quando gli altri stanno tornando indietro: nei paesi in cui i quiz 
sono stati inserti da alcuni anni, si stanno interrogando e attrezzando per tornare 
indietro, visto che il il meccanismo dei quiz, bel lungi da innalzare la qualità, ha 
prodotto solo danni ai sistemi di istruzione
MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI 
ISTITUTO ………………………… – PADOVA 
Il Collegio Docenti dell’Istituto ……………. di Padova, riunito il …../…./2011, preso atto delle 
modalità fino ad ora seguite per la gestione delle prove INVALSI su indicazione del M.I.U.R., 
VISTO 
● l’art. 4 comma 4 DPR n. 275/1999 - Regolamento Autonomia che recita “..nell'esercizio 
della autonomia didattica le istituzioni scolastiche ... individuano inoltre le modalità e i criteri di 
valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione 
periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati”; 
● la nota MIURA00DGOS prot. 6830 R.U./U./ del 18 ottobre 2011 secondo cui “la rilevazione avrà 
carattere censuario e riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti delle istituzioni scolastiche 
statali e paritarie frequentanti le classi II e V della scuola primaria, I e III della scuola secondaria 
di primo grado e II della scuola secondaria di secondo grado”; 
● la sentenza della Corte di Cassazione n. 23031/2007 per la quale le circolari e le note, quali 
quella sopra citata, hanno natura di atto meramente interno della pubblica amministrazione, 
esprimono esclusivamente un parere e non vincolano addirittura né la stessa autorità che le 
ha emanate né gli uffici gerarchicamente sottordinati, ai quali non è vietato di disattenderle; 
● la nota MIURA00DGOS prot. 6830 R.U./U./ del 18 ottobre 2011, in cui si chiarisce che “a livello 
di scuola, la collaborazione riguarda la raccolta e l’inserimento dei dati di contesto necessari 
per il calcolo del valore aggiunto, la somministrazione delle prove e la trascrizione dei risultati 
sui fogli risposta, secondo le indicazioni che saranno tempestivamente fornite dall’INVALSI.”; 
“... gli impegni connessi allo svolgimento delle rilevazioni dovranno trovare adeguato spazio 
di programmazione nell’ambito del piano annuale delle attività, predisposto dal dirigente 
scolastico e deliberato dal collegio dei docenti ai sensi dell’art 28, comma 4, del vigente 
C.C.N.L.. Inoltre il riconoscimento economico per tali attività potrà essere individuato, in 
sede di contrattazione integrativa di istituto, ai sensi degli artt. 6 e 88 del vigente C.C.N.L”. 
● il contratto nazionale di lavoro che non prevede alcun obbligo a collaborare ad attività di 
questo tipo né tra gli obblighi di servizio né nella funzione docente, mentre prevede che il Piano 
annuale delle attività comprensivo degli impegni di lavoro, sia deliberato dal Collegio dei 
docenti” (art. 28, comma 4); 
CONSIDERATO CHE 
● le prove INVALSI hanno sollevato diverse perplessità tra i docenti rispetto alla loro 
strutturazione, all’efficacia della rilevazione e al loro utilizzo; 
● non esiste alcuna norma che preveda l’obbligatorietà della somministrazione e della correzione 
delle prove INVALSI da parte del personale docente; 
● negli ultimi anni i fondi assegnati alle Scuole per il loro funzionamento e per 
l’arricchimento dell’offerta formativa sono andati pesantemente diminuendo per i tagli 
richiesti dalle varie Finanziarie e che per pagare i docenti impegnati nell’espletamento 
delle Prove Invalsi si dovrebbe andare a pesare sull’impoverito Fondo d'Istituto limitando 
così ulteriormente le attività a favore degli alunni; 
DELIBERA 
● di non inserire la somministrazione e la correzione delle Prove INVALSI tra le attività da 
incentivare con il Fondo d’Istituto; 
● di non dare la propria disponibilità alla correzione degli elaborati. 
Padova, ……………………
Al Dirigente Scolastico 
Al Consiglio di Istituto 
pc:al Presidente dell’Istituto INVALSI 
Prof. Piero Cipollone 
Villa Falconieri, via Borromini 5 - Frascati (Rm) 
all’ U.S.R. Lombardia 
Lombardia - via Ripamonti, 85 - 20141 - Milano 
al M.I.U.R 
Viale Trastevere, 76/a - 00153 ROMA 
Oggetto: rilevazione degli apprendimenti INVALSI 
Nell’Istituto Comprensivo “G. Marconi" di Concorezzo è stata prevista la partecipazione al progetto dell’INVALSI 
per la rilevazione degli apprendimenti degli alunni e alunne delle classi seconde e quinte. 
Perché no, giuridicamente parlando. 
Si rileva che il Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo sopracitato ha richiesto, con le firme dei docenti e 
delle docenti la convocazione per l’eventuale delibera di approvazione del progetto INVALSI sulla rilevazione degli 
apprendimenti degli alunni e alunne. Pertanto, in mancanza dell’approvazione di una delibera, il Dirigente 
scolastico non ha facoltà di impore la collaborazione delle insegnanti alla stessa poiché tale decisione è di 
competenza del Collegio dei Docenti e nella disponibilità delle singole insegnanti di classe, che possono aderire o 
meno. 
Quest’anno il Ministero ha inviato una Nota ( n° 3813 del 30.12.2010) in cui si afferma che le prove sono 
obbligatorie; ma le circolari non possono fare norma, semplicemente devono dare indicazioni di applicazioni delle 
norme che devono essere decise nelle sedi opportune e nella norma di riferimento non compare alcuna 
obbligatorietà. 
A sostegno di quanto affermato facciamo riferimento all’articolo 4, comma 4 del DPR n° 275/1999 (Regolamento 
Autonomia) e l’articolo 7, comma 2 del D.L.vo n° 297/1994 (Testo Unico Istruzione) nei quali sono chiaramente 
previsti i poteri del Collegio dei Docenti . 
Inoltre la somministrazione delle prove non è prevista come strumento o come attività nè nel Piano dell'Offerta 
Formativa del nostro Istituto, nè, di conseguenza, nelle nostre Programmazioni Annuali . 
Non ci risulta per ultimo, che siano previste prestazioni straordinarie attribuite ai docenti per questa incombenza 
neppure nella Contrattazione integrativa di Istituto. 
Perché no, didatticamente parlando. 
Queste prove sono ritenute, da un punto di vista didattico, negative e limitate. 
Chi ha visionato le prove somministrate negli anni passati si è fatta un’idea precisa di questa negatività. 
Le prove sono uguali per tutti e tutte: nella nostra pratica quotidiana invece siamo a contatto con i bambini e 
bambine reali e con le loro profonde diversità di ritmo e modo di apprendimento. 
Il linguaggio delle prove, persino dei comandi, richiede una capacità di concentrazione e comprensione che 
supera quella che riconosciamo nei nostri alunni e alunne. Le insegnanti non hanno mai pensato di organizzare 
e mettere in pratica verifiche di questo tipo durante l' anno scolastico. 
I "concetti" messi in campo e "valutati" provengono da tutti gli indirizzi cognitivi collegati alla disciplina (in 
matematica ad esempio: si va dal concetto di numero nel senso più vasto, alle operazioni, alle frazioni, alla 
risoluzione dei problemi, alla geometria, al sistema metrico decimale ecc.). Inoltre fanno riferimento a tutto il 
lavoro svolto ad iniziare dall' anno scolastico precedente e magari, non ancora affrontato nell’anno scolastico in 
corso. 
Il tempo di somministrazione è troppo limitato rispetto alle richieste di applicazione fatte ai bambini e bambine. 
Lo sforzo mentale che si richiede per passare da un campo cognitivo all'altro, da un concetto ad un altro ad esso 
disgiunto e molto distante, esige che una rete connettiva forte e motivante lo contenga e lo sostenga, rendendolo 
possibile. 
Il contesto di somministrazione, senza la presenza delle insegnanti di riferimento, comporta una evidente 
interruzione dell’esperienza scolastica conosciuta, creando in alcuni casi stati di ansia negli alunni e alunne più 
sensibili. 
Le prove riguardano solo due discipline, lingua italiana e matematica in netto contrasto con quanto stabilito dai 
programmi che impongono alla scuola di considerare come egualitari tutti i canali di comunicazione. 
Non potendo o volendo partire dalla conoscenza degli indirizzi didattici specifici seguiti da ogni scuola nella sua 
originalità, le prove INVALSI si richiamano ad una superiore dimensione tecnica definita dal legislatore. 
1
Per l’Istituto INVALSI i bambini e le bambine con disabilità, i bambini e le bambine di altra cultura, sono 
invisibili. Per noi invece essi sono persone a cui dedichiamo giorno dopo giorno attenzione perché possano 
avere le stesse opportunità di tutti e tutte. 
Queste "prove" sembrano il tentativo di voler trasformare la scuola in una fabbrica seriale di conoscenze 
standardizzate e predefinite, asetticamente "misurabili" e controllabili. 
Secondo la filosofia che emerge da tali prove, l’importante è "possedere" una vasta ed eterogenea "massa" di 
conoscenza da poter recuperare nel minor tempo possibile senza la partecipazione e l'aiuto di altri e altre. 
Le prove INVALSI non sono frutto di un confronto con il mondo della scuola ma sono calate dall’alto. 
Sono uno strumento assolutamente inadeguato ed insufficiente al punto che gli stessi curatori tengono a 
sottolineare che il suo uso "è sconsigliato" nella didattica quotidiana, come pure deprecabile sarebbe, sempre a 
loro parere, che le/gli insegnanti esercitassero i loro alunni in vista delle prove riprendendo modalità e contenuti 
delle precedenti esperienze INVALSI. Sappiamo invece che il mondo della scuola e l’editoria scolastica si sta 
attrezzando per rispondere in modo adeguato alle richieste dell’INVALSI sottoponendo dal mese prima delle 
prove stesse i bambini e bambine ad un allenamento sterile e pedagogicamente deleterio. 
Perché no, professionalmente parlando. 
Se i dati raccolti dalle scuole servissero solo a dimostrare “la produttività” della scuola indagata, si potrebbe 
anche chiudere un occhio e lasciar scivolare l’appuntamento con disinvoltura. 
Ma queste” prove” e questo “Sistema” non meritano di godere di un silenzio che facilmente può essere 
interpretato come un’ implicita accettazione. 
E’ necessario allora che si spieghi perché questo “meccanismo” sia non solo sbagliato ma anche penalizzante per 
la scuola. 
Innanzitutto bisogna dire che nessun insegnante rifiuta o evita controlli o rilevamenti. Tutta la nostra professione è 
giocata sullo scambio continuo e quotidiano con gli alunni e alunne, i loro genitori, le colleghe e colleghi e tutti gli 
operatori della scuola. 
In ogni momento siamo sottoposti a valutazioni e giudizi ed è soltanto attraverso questa dinamica che il nostro 
lavoro può prendere forma e sostanza. Il confronto è quindi alla base del nostro essere insegnanti. 
Va però sottolineato che a fine gennaio, il governo, dando seguito alle direttive del DLgs 150/09, ha presentato il 
testo del decreto (DPCM ) che introduce, per il personale docente e le scuole, il SISTEMA DI VALUTAZIONE, 
MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE e la conseguente attribuzione di “MERITO E PREMI ”. 
Il DPCM prevede la definizione del SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE E MISURAZIONE, che diventerà 
immediatamente applicativo alla sua emanazione e stabilisce che, entro sessanta giorni, verrà definito 
compiutamente l’apparato del Sistema Nazionale di Valutazione che, come già previsto, si articolerà in tre 
organismi: 
- l‘ INDIRE ( istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa ), con compiti di sostegno 
ai processi di miglioramento, innovazione…. ; 
- l‘ INVALSI, con il compito di predisporre le prove di valutazione degli apprendimenti nelle scuole ; 
- gli ISPETTORI, con il compito di valutare le scuole e i DS ; 
Da qui si evince il ruolo preminente delle Prove Invalsi nella definizione della valutazione non solo delle 
competenze degli studenti ma anche della professionalità della/ del docente che viene valutato all'interno di una 
filosofia meritocratica che non condividiamo. 
Cerchiamo allora di riassumere quello che sino ad ora si è scritto: 
• le prove INVALSI sono uno strumento inadeguato sia per la loro "logica complessiva" sia nella loro 
formulazione pratica; 
• rischiano di modificare e squilibrare profondamente lo stesso Sistema Scolastico "indagato" calando dall' 
esterno e dall' alto modelli didattici e modalità operative non appropriate e spesso non condivise. 
• Non apportano miglioramenti di risorse nè di opportunità alle scuole che ne hanno più bisogno 
• Sono utilizzate come indicatore di merito dell'insegnante . 
Per tutti i motivi esposti i sottoscritti docenti si dichiarano NON DISPONIBILI 
- a svolgere alcuna attività relativa alle prove INVALSI (somministrazione e correzione) 
- a rinunciare alle proprie ore disciplinari di lezione per lo svolgimento delle stesse. 
Concorezzo, lì 12.04,11 
2
Al Dirigente Scolastico 
____________________ 
____________________ 
e. p. c. 
Alle RSU d’Istituto 
Al Collegio dei Docenti 
____________________ 
____________________ 
Oggetto: non disponibilità attività di rilevazione degli apprendimenti INVALSI. 
La/lo scrivente _________________________________ insegnante elementare 
presso ________________________________________, in relazione all’oggetto 
espone quanto segue. 
La S.V. ha previsto (indicare la circolare interna se emessa) la partecipazione 
della nostra scuola al progetto dell’INVALSI sulla rilevazione degli apprendimenti degli 
alunni ed ha pianificato ed organizzato le prove in oggetto per le classi seconde e 
quinte per i prossimi giorni secondo il calendario previsto dall’INVALSI. 
A tale proposito si ricorda che il Collegio dei Docenti del nostro Circolo Didattico, 
…………………. 
ha deliberato a maggioranza di NON ADERIRE al progetto INVALSI sulla rilevazione 
degli apprendimenti degli alunni 
(o in alternativa) 
non è stato convocato per l’eventuale delibera di approvazione del progetto INVALSI 
sulla rilevazione degli apprendimenti degli alunni . 
…………………. 
La/lo scrivente insegnante segnala che la vigente normativa non prevede alcuna 
obbligatorietà alla partecipazione dei test di valutazione nazionali INVALSI e che la S.V. 
non ha alcuna facoltà/potere di aderire agli stessi poiché tale decisione è nella 
1
esclusiva competenza del Collegio dei Docenti e nella disponibilità delle/dei singoli 
insegnanti di classe, i quali possono decidere di aderire o meno. 
Tale adesione da parte delle/degli insegnanti e del Collegio dei Docenti è prevista 
anche nel caso in cui la scuola venga indicata dall’INVALSI quale “scuola campione” 
poiché anche in tale eventualità non esiste alcuna norma che prevede la obbligatorietà 
della partecipazione delle scuole, delle classi, delle/dei singoli insegnanti alle stesse 
anche nel caso in cui le prove fossero organizzate con l’intervento di somministratori ed 
osservatori esterni. 
Si vedano, a tale riguardo, l’articolo 4, comma 4 del DPR n° 275/1999 
(Regolamento Autonomia) e l’articolo 7, comma 2 del D.L.vo n° 297/1994 (Testo Unico 
Istruzione) nei quali sono chiaramente previsti i poteri del Collegio dei Docenti (si 
allegano alla presente nota i due commi citati). 
Si noti, a tale riguardo, che il Dirigente Scolastico deve, invece, esercitare i propri 
poteri (tra i quali non rientra l’adesione ad attività di valutazione senza il voto favorevole 
del Collegio) nel rispetto delle competenze degli Organi Collegiali (comma 2, art 25 del 
D.L.vo n° 165/2001). 
Tutto ciò evidenziato e premesso, si comunica che la/il sottoscritto insegnante 
NON E’ DISPONIBILE all’effettuazione dei test INVALSI, né nelle proprie né in altre 
classi, e che non è, altresì, disponibile a farle effettuare nelle proprie ore di lezione 
poiché le attività sono state previste nel POF d’Istituto, nella programmazione annuale 
e nella programmazione settimanale ed i test INVALSI non rientrano tra queste. 
Si segnala che gli atti unilaterali della S.V. sulla materia in oggetto non possono 
avere alcun carattere imperativo per il personale docente il quale non è tenuto (vedasi 
anche l’articolo 33 della Costituzione della Repubblica Italiana sulla libertà di 
insegnamento) in alcun modo a partecipare direttamente alla somministrazione delle 
prove INVALSI, né a collaborare all’eventuale organizzazione delle stesse. 
Si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti. 
________, ___ maggio 2009 
L’insegnante 
___________________________ 
2
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
8 marzo 1999 n. 275 
Regolamento recante norme in materia 
di autonomia delle istituzioni scolastiche 
…omissis… 
articolo 4 
…omissis… 
4. Nell'esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di 
iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale, coordinandosi con le 
iniziative eventualmente assunte dagli enti locali in materia di interventi integrati a norma dell'articolo 139, comma 
2, lett. b) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione 
degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti 
dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati. 
Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 
Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione 
Art. 7 - Collegio dei docenti 
…omissis… 
2. Il collegio dei docenti: 
a) ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto. In particolare cura la 
programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli ordinamenti della scuola 
stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento 
interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente; 
…omissis… 
d) valuta periodicamente l'andamento complessivo dell'azione didattica per verificarne l'efficacia in rapporto agli 
orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento 
d e l l ' a t t i v i t à s c o l a s t i c a ; 
…omissis… 
f) adotta o promuove nell'ambito delle proprie competenze iniziative di sperimentazione in conformità degli articoli 
276 e seguenti; 
…omissis… 
r) si pronuncia su ogni altro argomento attribuito dal presente testo unico, dalle leggi e dai regolamenti, alla sua 
competenza. 
3
22 dicembre 2011 
Questa sera il Collegio dei Docenti del Nuovo Liceo Artistico 
Guggenheim (risultato dell'accorpamento dell'Istituto d'Arte 
di Venezia, dell'Istituto d'Arte di Mestre e dell'Istituto 
Professionale Mozzoni) ha rifiutato l'inserimento delle prove 
INVALSI nel piano delle attività. Le decisione è stata 
espressa quasi all'unanimità: tutti contrari, due astenuti. 
Per tutelarsi rispetto a cooptazioni da parte del dirigente 
durante le prove è stata approvata anche una motivazione 
didattica: «il Collegio dei Docenti ritiene che le prove 
INVALSI implichino una standardizzazione degli 
apprendimenti incompatibile con il modello pedagogico-didattico 
dell'Istituto».
Al Dirigente scolastico 
Oggetto: rimostranza ai sensi dell’articolo 17 del T. U. 3/1957 
Il/La sottoscritta, _________________________ docente presso questa Istituzione scolastica, in 
riferimento all’ordine di servizio del _______________ con la quale si chiede alla sottoscritta 
di_______________________________________________, formula rimostranza ai sensi 
dell’articolo 17 del T. U. 3/1957 , in quanto ritiene illegittima la disposizione ricevuta per i seguenti 
motivi: 
• Non esiste alcuna delibera del Collegio dei docenti relativa alla somministrazione 
(correzione) delle prove invalsi 
• Essa non figura negli impegni previsti dal Piano annuale delle attività, di cui al contrario è 
parte integrante l’orario delle lezioni. Esso prevede che il sottoscritto sia in servizio nella tal 
ora nella classe__________ 
• Non risulta dalla normativa citata alcun obbligo individuale di somministrazione 
(correzione) delle prove invalsi, vista anche l’assenza di una delibera collegiale 
• L’ordine ricevuto configura quindi come richiesta illegittima di una prestazione non 
obbligatoria con conseguente sospensione del servizio per l’espletamento di pratiche non 
previste dalla funzione docente così come definita nel CCNL e, nel merito della valutazione, 
dalla L.53/2003 art 3 
(eventualmente, solo nel caso si intenda ottemperare all’ordine se reiterato) 
Il/La sottoscritta si riserva, qualora l’ordine sia rinnovato, di adire le vie legali per far valere i propri 
diritti. 
__________________,_________ Distinti saluti
Per la mia scuola ho adattato in accordo con una collega cgil e una gilda il seguente testo 
Al Dirigente Scolastico 
Oggetto: Somministrazione, correzione e tabulazione prove INVALSI 
In relazione alle prove invalsi previste per il giorno………………..nelle classi…………….., i 
sottoscritti, docenti della Scuola………………., sentite le organizzazioni sindacali di 
riferimento, rilevano che: 
• Nessuna normativa vigente stabilisce che i compiti di somministrazione e 
correzione delle prove invalsi siano obbligatorie per i singoli docenti, se non in 
riferimento alla prova di esame di terza media. 
• Il CCNL 2006/09 agli artt.26 27 28 29 definisce la funzione docente e gli 
obblighi di lavoro del personale docente, che si suddividono in attività di 
insegnamento ed in attività funzionali alla prestazione di insegnamento. In 
nessuna di queste tipologie rientrano le attività in oggetto, che la stessa 
recentissima nota MIUR del 20 aprile classifica come attività aggiuntive. 
• Le attività aggiuntive non sono obbligatorie, ma dipendono dalla disponibilità 
del singolo docente, previa delibera del Collegio dei docenti 
• Il Collegio dei docenti della scuola media Rodari-Jussi non ha mai deliberato 
nulla in merito allo svolgimento di tali prove 
• Il Piano annuale delle attività non prevede gli impegni in oggetto 
Alla luce di quanto esposto i sottoscritti dichiarano di non essere disponibili a 
svolgere le attività di somministrazione correzione e tabulazione delle prove 
INVALSI. 
Data 
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  • 1. Al Dirigente Scolastico ____________________ I/le sottoscritti/e ____________________________________________________________ docenti presso____________________________________________________________________ premesso che: le prove INVALSI per il corrente anno scolastico saranno così strutturate: * 10 Maggio 2011: prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per la classe II della scuola secondaria di secondo grado; * 11 Maggio 2011: prova di preliminare di lettura (decodifica strumentale) della durata di due minuti per la II primaria e prova di Italiano per la II e V primaria; * 12 Maggio 2011: prova di Italiano, di Matematica e Questionario studente per la classe I della scuola secondaria di primo grado; * 13 maggio 2011: prova di Matematica per la II e V primaria e Questionario studente per la V primaria. che la Nota 30 dicembre 2010, Prot. N. 3813 nel passaggio che ora interessa il presente scritto, recita testualmente :“La valutazione riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti delle predette classi delle istituzioni scolastiche, statali e paritarie. Per snellire e facilitare le operazioni di trasmissione dei risultati è essenziale la collaborazione degli insegnanti in tutte le diverse fasi della procedura secondo le modalità che saranno successivamente comunicate dall'INVALSI ( omissis)” Rilevato che le circolari non sono fonti vincolanti di diritto e che a fortiori tale discorso deve esser esteso alla semplici note le quali: interpretano la legge e possono prevedere modalità applicative, ma non sono vincolanti, né tantomeno possono far sorgere diritti o obblighi; visto il Dl.vo n° 297/1994 (Testo Unico Scuola), il DPR n° 275/1999 (Regolamento Autonomia) ed il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro applicato nel Comparto Scuola in particolare gli
  • 2. articoli 26, 28, 29 e 30 che riguardano la funzione docente e gli obblighi delle/dei docenti che devono essere letti in correlazione con l'articolo 33 della Costituzione e l'articolo 395 del Testo Unico Scuola, nonché l’art. 52 del DLgs 165/2001; considerato che la valutazione rientrante tra le attività funzionali del docente è unicamente quella correlata all'attività didattica e non alla valutazione statistica correlata all'INVALSI che nulla ha a che vedere con il concetto di valutazione ordinaria dell'attività didattica in essere; considerato che le ore curriculari previste dal calendario scolastico adottato dal Consiglio di Istituto sono dedicate a realizzare le attività didattiche e formative previste all’interno del POF che “è il documento fonda-mentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adotta-no nell'ambito della loro autonomia” (DPR 275/99, art. 3, comma 1); il POF del nostro istituto del 2010/11 non prevede alcuna attività riconducibile all’INVALSI, né per i docenti, né per gli studenti; quindi le famiglie non sono state informate in merito al momento dell’iscrizione; considerato che la programmazione delle attività didattiche compete ai consigli di classe per quanto riguarda gli aspetti collegiali, ai dipartimenti disciplinari e ai docenti per quanto riguarda le singole discipline, nel rispetto della libertà di insegnamento garantita dall’art. 33 della Costituzione; a tale proposito né i Consigli di classe né i primi Collegi dei Docenti dell’anno scolastico 2010/11, ai quali spetta deliberare la programmazione didattica di tutto l’anno, hanno indicato alcuna priorità, né previsto alcuna attività riconducibile all’INVALSI; inoltre il Piano delle attività del 2010 – 11 non prevede prove di valutazione INVALSI, così come invece richiesto anche dalla Nota del MIUR del 20 aprile 2011; considerato che le indennità e i compensi a carico del fondo d’istituto sono regolamentati dall’art. 88 del CCNL 2006-2009 tutt’ora in vigore e ad esso si rimanda per ogni ulteriore specificazione, ma interessa qui ribadire che ogni suo utilizzo, nel suddetto articolo, va riferito ad attività interne al POF e necessarie alla sua realizzazione; coerentemente, il Contratto di Istituto del 2010/11 non prevede compensi del Fondo di istituto per eventuali attività aggiuntive attinenti l’INVALSI; peraltro lo stesso Con-
  • 3. tratto Collettivo Nazionale di lavoro non prevede per gli insegnanti alcun impegno riconducibile all’INVALSI, né tra gli obblighi di servizio, né nella funzione docente; del resto nessuna normati-va stabilisce che le attività INVALSI siano obbligatorie per i singoli docenti delle scuole superio-ri. tanto premesso, rilevato e considerato, i sottoscritti docenti, ritengono di non aderire in alcun modo alle attività di effettuazione dei test INVALSI e, nel segnala-re che il Collegio dei Docenti non ha deliberato alcuna adesione alle stesse attività, dichiarano di non fornire, né direttamente né indirettamente, alcuna collaborazione e pertanto non offrono la pro-pria disponibilità alla “somministrazione” e correzione delle prove dell'INVALSI, ed altre attività comunque previste in correlazione alle attività dello stesso Istituto, per i giorni previsti dal surri-chiamato calendario. I sottoscritti docenti si dichiarano inoltre NON DISPONIBILI a rinunciare alle proprie ore disciplinari di lezione per lo svolgimento delle prove INVALSI stesse. * * * Per tali ragioni sin da ora si richiede che il Dirigente Scolastico non disponga l'interruzione dell'attività didattica come prevista e programmata nei giorni richiamati ed altresì a non disponga la separazione degli studenti delle classi ove prestiamo insegnamento nelle dette ore, e comunicano, altresì, di non voler accogliere studenti di altre classi per lo svolgimento di dette prove, anche alla luce di quanto previsto dal DM 18/12/1975 e dal DM 26/08/1992. Si ricorda inoltre che il Dirigente Scolastico in qualità di datore di lavoro ha l’obbligo di ottemperare alla normativa sulla sicurezza sul lavoro, alla luce di quanto disposto dal DM 18/12/1975 e dal DM 26/08/1992 . Si invita altresì il Dirigente Scolastico come sopra indicato di verificare se l'informativa in tema di privacy è pervenuta alle famiglie degli studenti il cui consenso è necessario per l'espletamento delle dette prove, in caso contrario di informare tempestivamente le famiglie interessate e dei diritti come previsti dall'articolo 7 Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. Nomi e Cognomi Classi
  • 4. IL PERICOLO DEI TEST INVALSI Sono ormai diversi anni che le scuole italiane vengono sottoposte ai test INVALSI, un sistema di valutazione sostenuto da governi di ogni colore e raccomandato da numerose direttive europee. I risultati statistici delle prove OCSE-PISA, presentati con grande risalto giornalistico, vengono portati a conferma della necessità di introdurre un sistema di valutazione oggettivo della qualità degli apprendimenti (che è poi come dire della qualità degli insegnamenti, cioè dei docenti). I giornali non danno invece nessun risalto a quegli studi che mettono in discussione la scientificità delle prove OCSE-PISA e dunque la loro validità statistica (vedi bibliografia). Intanto di anno in anno le prove si sono fatte sempre più invasive: dall’obbligatorietà del quiz in terza media introdotta dal Ministro Fioroni (RIF. NORM.) all’allargamento della rilevazione a tutte le classi di tutte le scuole italiane, fino alla somministrazione di un “questionario per lo studente” al limite della schedatura di massa. Ognuno può misurale tale pervasività nei libri di testo che offrono in misura sempre maggiore strumenti di allenamento ai quiz. Il tutto nella completa disinformazione dei genitori e nello scetticismo dei docenti che per la prima volta nello scorso anno scolastico è diventata una chiara e aperta contestazione agli INVALSI e a ciò che essi rappresentano. Lo scorso anno scolastico moltissimi collegi docenti hanno votato contro le prove, moltissimi genitori hanno rifiutato di sottoporre i propri figli al quiz e altrettanti studenti delle superiori hanno stracciato i fogli o cancellato il codice identificativo dei loro nominativi. Perché gli INVALSI sono pericolosissimi: essi rappresentano uno strumento strutturale e decisivo nella direzione della privatizzazione della scuola italiana e stravolgono quella che storicamente è stata la funzione della nostra scuola pubblica. A) L’approccio didattico, di stampo anglosassone, è diametralmente opposto a quello della scuola italiana, con particolare riferimento al segmento della scuola primaria: all’insegnamento il più possibile individualizzato, che tiene conto dell’universo sociale-culturale- affettivo dell’allievo, si sostituisce una prova oggettiva asettica, che annulla, di colpo, la soggettività non solo dell’alunno, ma anche dell’insegnante; la relazione intersoggettiva, basilare in ogni sano rapporto pedagogico, è sostituita da una performance e una valutazione oggettive. B) La scuola pubblica italiana si distingue a livello internazionale per l’integrazione degli alunni diversamente abili e per aver abolito le scuole speciali e le classi differenziali (L.517/’77). Vengono così riconosciuti sia il diritto allo studio per tutti, sia la diversità come valore. La decisione di far partecipare gli alunni disabili alle prove è rimessa alla scuola. Nel caso che questa decida per la partecipazione, i risultati dovranno essere elaborati in maniera a sè stante così da non incidere sul risultato medio della scuola o della classe. Ciò significa che la disabilità non rientra nel sistema di valutazione INVALSI e che, quindi, gli alunni disabili divengono inesistenti, così come viene ignorato l’impegno delle scuole affinché essi raggiungano le piene competenze secondo le loro potenzialità. Inoltre, è previsto che gli alunni con diagnosi di DSA
  • 5. (dislessia) partecipino alle prove nelle stesse condizioni degli altri! (VEDI RIFERIMENTO A MATERIALE) C) Solo il fascismo dal 1929 era riuscito ad imporre l’assurdo di identici percorsi didattici in tutta la nazione. L’apprendimento non si può valutare allo stesso modo nei diversi contesti, proprio per questo gli insegnanti si confrontano e producono molteplici offerte didattiche, cambiano idea, ascoltano gli allievi e le allieve, ci parlano. Questa è la vera didattica, flessibile, individualizzata, che tiene conto dei diversi contesti: la standardizzazione è nemica dell’insegnamento di qualità. D) Le prove INVALSI hanno un potente effetto retroattivo : alle prove “ci si prepara” e ore di buona didattica, vengono sostituite da allenamenti ai quiz; questo accade perché i docenti ben sanno che saranno loro ad essere valutati e dunque, per non “fare brutta figura” modellano la loro programmazione in modo da addestrare il più possibile la loro classe alla modalità a quiz. Così ad esempio crescono le prove a crocette, stanno tornando in auge le nomenclature grammaticali imparate a memoria come fino agli anni Sessanta. Ciò non ha alcun senso, se non quello di scimmiottare prove di bassa qualità preparate da persone lontane dalla scuola reale e dalla sua evoluzione E) Le prove non misurano la buona didattica né il buon insegnante : un buon insegnante è colui che, rispettando i tempi e le attitudini dei suoi allievi, riesce ad appassionarli alla sua materia, riesce a coinvolgerli e a motivarli nello studio; tutto questo non si misura; F) Trasformano dall’interno lo statuto delle discipline : nel giro di qualche anno le materie interessate dall’INVALSI hanno cambiato natura; pensiamo ad esempio alla prova di italiano: il tema ha perso centralità a favore della comprensione del testo; ad una prova in grado di restituire, più di ogni altra, la complessità dello studente (competenze, saperi, soggettività), si preferisce ormai una prova completamente decontestualizzata: un brano che solo per pudore viene scelto tra i brani d’autore, senza che di quell’autore importi né la poetica né il momento storico in cui ha vissuto; anche la matematica, disciplina anch’essa complessa, si sta rapidamente riducendo ad un molto più applicativo problem solving, minando appunto lo statuto stesso della disciplina. (RIF. A BIBLIO ISARELI) G) Scientificamente sono un fallimento. Un esempio: quelli fatti svolgere alle secondarie di primo grado lo scorso anno hanno dato risultati che differivano da quelli conosciuti in base alle ricerche Pisa. Come rimediare? Gli astuti tecnici dell’Invalsi hanno deciso di elaborare un coefficiente per cui moltiplicare i risultati inverosimili, in modo da trasformarli in verosimili! Incredibile ma vero! H) Sono dannosi emotivamente per i bambini e le bambine. L’insegnamento della lettura si basa sul rispetto dei tempi dei bambini. Ognuno ha i suoi ritmi ed è doveroso rispettarli. Invece per la classe Seconda della scuola primaria (7 anni) l’invalsi propone la prova cronometrata di lettura, cronometro alla mano. Nell’insegnamento della scrittura i bambini usano la matita, affinché l’errore non sia irrimediabile e non diventi un dramma emotivo; invece l’Invalsi obbliga all’uso della penna biro non cancellabile. Ma in qualunque segmento di scuola, lo stress emotivo è fortissimo: le prove sono pensate per risposte in velocità, si tratta di prove a tempo (1/2 ora o un’ora) a malapena sufficiente a rispondere a tutti i quiz. Esattamente il contrario di ciò che un buon insegnante non smette mai di raccomandare: “Non bisogna avere fretta nelle risposte, bisogna riflettere bene e a lungo, ecc.”. Nelle scuole inglesi lo “stress da QUIZ” è ormai riconosciuto anche dagli psicopedagiogisti. I) Sono la premessa alla valutazione e gerarchizzazione retributiva dei docenti . Dai diversi documenti dell’Invalsi emerge chiaramente che questa schedatura di bambini, docenti e scuole è finalizzata in prospettiva a differenziare le retribuzioni dei
  • 6. docenti e i finanziamenti alle scuole. Ovviamente, come ben sa chi vive la scuola, non verrà premiato l’insegnante migliore, bensì quello che si adatterà più agilmente a questa didattica burocratica e di regime. Quando lo stipendio dei docenti dipenderà dai risultati delle prove INVALSI, allora la scuola italiana si trasformerà in una palestra di addestramento ai quiz. J) Esasperano la competizione : spingono gli alunni a rivaleggiare tra di loro, gli insegnanti a mettersi in competizione anziché scambiarsi le buone pratiche, le scuole saranno sempre più in concorrenza tra loro, nel gioco al massacro dell’accaparramento di “clienti” attirati con progettualità tanto altisonanti quanto inconsistenti. K) Non servono a migliorare la qualità della scuola : se qualcuno pensasse che, una volta arrivati i risultati delle scuole, il ministero se ne servisse per aumentare i finanziamenti per le scuole risultate più deboli, sarebbe del tutto fuori strada. Nella meritocrazia succede esattamente il contrario: avranno più soldi le scuole che otterranno risultati maggiori; e che faranno, ci chiediamo, quei bambini che, casualità vuole, sono finiti in una scuola di serie B o C? Se la terranno, alla faccia del diritto per tutti a una scuola di qualità. Certo è che il loro titolo di studio varrà di meno, come in ogni privatizzazione che si rispetti … L) L’Italia arriva quando gli altri stanno tornando indietro: nei paesi in cui i quiz sono stati inserti da alcuni anni, si stanno interrogando e attrezzando per tornare indietro, visto che il il meccanismo dei quiz, bel lungi da innalzare la qualità, ha prodotto solo danni ai sistemi di istruzione
  • 7. MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI ISTITUTO ………………………… – PADOVA Il Collegio Docenti dell’Istituto ……………. di Padova, riunito il …../…./2011, preso atto delle modalità fino ad ora seguite per la gestione delle prove INVALSI su indicazione del M.I.U.R., VISTO ● l’art. 4 comma 4 DPR n. 275/1999 - Regolamento Autonomia che recita “..nell'esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche ... individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati”; ● la nota MIURA00DGOS prot. 6830 R.U./U./ del 18 ottobre 2011 secondo cui “la rilevazione avrà carattere censuario e riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti delle istituzioni scolastiche statali e paritarie frequentanti le classi II e V della scuola primaria, I e III della scuola secondaria di primo grado e II della scuola secondaria di secondo grado”; ● la sentenza della Corte di Cassazione n. 23031/2007 per la quale le circolari e le note, quali quella sopra citata, hanno natura di atto meramente interno della pubblica amministrazione, esprimono esclusivamente un parere e non vincolano addirittura né la stessa autorità che le ha emanate né gli uffici gerarchicamente sottordinati, ai quali non è vietato di disattenderle; ● la nota MIURA00DGOS prot. 6830 R.U./U./ del 18 ottobre 2011, in cui si chiarisce che “a livello di scuola, la collaborazione riguarda la raccolta e l’inserimento dei dati di contesto necessari per il calcolo del valore aggiunto, la somministrazione delle prove e la trascrizione dei risultati sui fogli risposta, secondo le indicazioni che saranno tempestivamente fornite dall’INVALSI.”; “... gli impegni connessi allo svolgimento delle rilevazioni dovranno trovare adeguato spazio di programmazione nell’ambito del piano annuale delle attività, predisposto dal dirigente scolastico e deliberato dal collegio dei docenti ai sensi dell’art 28, comma 4, del vigente C.C.N.L.. Inoltre il riconoscimento economico per tali attività potrà essere individuato, in sede di contrattazione integrativa di istituto, ai sensi degli artt. 6 e 88 del vigente C.C.N.L”. ● il contratto nazionale di lavoro che non prevede alcun obbligo a collaborare ad attività di questo tipo né tra gli obblighi di servizio né nella funzione docente, mentre prevede che il Piano annuale delle attività comprensivo degli impegni di lavoro, sia deliberato dal Collegio dei docenti” (art. 28, comma 4); CONSIDERATO CHE ● le prove INVALSI hanno sollevato diverse perplessità tra i docenti rispetto alla loro strutturazione, all’efficacia della rilevazione e al loro utilizzo; ● non esiste alcuna norma che preveda l’obbligatorietà della somministrazione e della correzione delle prove INVALSI da parte del personale docente; ● negli ultimi anni i fondi assegnati alle Scuole per il loro funzionamento e per l’arricchimento dell’offerta formativa sono andati pesantemente diminuendo per i tagli richiesti dalle varie Finanziarie e che per pagare i docenti impegnati nell’espletamento delle Prove Invalsi si dovrebbe andare a pesare sull’impoverito Fondo d'Istituto limitando così ulteriormente le attività a favore degli alunni; DELIBERA ● di non inserire la somministrazione e la correzione delle Prove INVALSI tra le attività da incentivare con il Fondo d’Istituto; ● di non dare la propria disponibilità alla correzione degli elaborati. Padova, ……………………
  • 8. Al Dirigente Scolastico Al Consiglio di Istituto pc:al Presidente dell’Istituto INVALSI Prof. Piero Cipollone Villa Falconieri, via Borromini 5 - Frascati (Rm) all’ U.S.R. Lombardia Lombardia - via Ripamonti, 85 - 20141 - Milano al M.I.U.R Viale Trastevere, 76/a - 00153 ROMA Oggetto: rilevazione degli apprendimenti INVALSI Nell’Istituto Comprensivo “G. Marconi" di Concorezzo è stata prevista la partecipazione al progetto dell’INVALSI per la rilevazione degli apprendimenti degli alunni e alunne delle classi seconde e quinte. Perché no, giuridicamente parlando. Si rileva che il Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo sopracitato ha richiesto, con le firme dei docenti e delle docenti la convocazione per l’eventuale delibera di approvazione del progetto INVALSI sulla rilevazione degli apprendimenti degli alunni e alunne. Pertanto, in mancanza dell’approvazione di una delibera, il Dirigente scolastico non ha facoltà di impore la collaborazione delle insegnanti alla stessa poiché tale decisione è di competenza del Collegio dei Docenti e nella disponibilità delle singole insegnanti di classe, che possono aderire o meno. Quest’anno il Ministero ha inviato una Nota ( n° 3813 del 30.12.2010) in cui si afferma che le prove sono obbligatorie; ma le circolari non possono fare norma, semplicemente devono dare indicazioni di applicazioni delle norme che devono essere decise nelle sedi opportune e nella norma di riferimento non compare alcuna obbligatorietà. A sostegno di quanto affermato facciamo riferimento all’articolo 4, comma 4 del DPR n° 275/1999 (Regolamento Autonomia) e l’articolo 7, comma 2 del D.L.vo n° 297/1994 (Testo Unico Istruzione) nei quali sono chiaramente previsti i poteri del Collegio dei Docenti . Inoltre la somministrazione delle prove non è prevista come strumento o come attività nè nel Piano dell'Offerta Formativa del nostro Istituto, nè, di conseguenza, nelle nostre Programmazioni Annuali . Non ci risulta per ultimo, che siano previste prestazioni straordinarie attribuite ai docenti per questa incombenza neppure nella Contrattazione integrativa di Istituto. Perché no, didatticamente parlando. Queste prove sono ritenute, da un punto di vista didattico, negative e limitate. Chi ha visionato le prove somministrate negli anni passati si è fatta un’idea precisa di questa negatività. Le prove sono uguali per tutti e tutte: nella nostra pratica quotidiana invece siamo a contatto con i bambini e bambine reali e con le loro profonde diversità di ritmo e modo di apprendimento. Il linguaggio delle prove, persino dei comandi, richiede una capacità di concentrazione e comprensione che supera quella che riconosciamo nei nostri alunni e alunne. Le insegnanti non hanno mai pensato di organizzare e mettere in pratica verifiche di questo tipo durante l' anno scolastico. I "concetti" messi in campo e "valutati" provengono da tutti gli indirizzi cognitivi collegati alla disciplina (in matematica ad esempio: si va dal concetto di numero nel senso più vasto, alle operazioni, alle frazioni, alla risoluzione dei problemi, alla geometria, al sistema metrico decimale ecc.). Inoltre fanno riferimento a tutto il lavoro svolto ad iniziare dall' anno scolastico precedente e magari, non ancora affrontato nell’anno scolastico in corso. Il tempo di somministrazione è troppo limitato rispetto alle richieste di applicazione fatte ai bambini e bambine. Lo sforzo mentale che si richiede per passare da un campo cognitivo all'altro, da un concetto ad un altro ad esso disgiunto e molto distante, esige che una rete connettiva forte e motivante lo contenga e lo sostenga, rendendolo possibile. Il contesto di somministrazione, senza la presenza delle insegnanti di riferimento, comporta una evidente interruzione dell’esperienza scolastica conosciuta, creando in alcuni casi stati di ansia negli alunni e alunne più sensibili. Le prove riguardano solo due discipline, lingua italiana e matematica in netto contrasto con quanto stabilito dai programmi che impongono alla scuola di considerare come egualitari tutti i canali di comunicazione. Non potendo o volendo partire dalla conoscenza degli indirizzi didattici specifici seguiti da ogni scuola nella sua originalità, le prove INVALSI si richiamano ad una superiore dimensione tecnica definita dal legislatore. 1
  • 9. Per l’Istituto INVALSI i bambini e le bambine con disabilità, i bambini e le bambine di altra cultura, sono invisibili. Per noi invece essi sono persone a cui dedichiamo giorno dopo giorno attenzione perché possano avere le stesse opportunità di tutti e tutte. Queste "prove" sembrano il tentativo di voler trasformare la scuola in una fabbrica seriale di conoscenze standardizzate e predefinite, asetticamente "misurabili" e controllabili. Secondo la filosofia che emerge da tali prove, l’importante è "possedere" una vasta ed eterogenea "massa" di conoscenza da poter recuperare nel minor tempo possibile senza la partecipazione e l'aiuto di altri e altre. Le prove INVALSI non sono frutto di un confronto con il mondo della scuola ma sono calate dall’alto. Sono uno strumento assolutamente inadeguato ed insufficiente al punto che gli stessi curatori tengono a sottolineare che il suo uso "è sconsigliato" nella didattica quotidiana, come pure deprecabile sarebbe, sempre a loro parere, che le/gli insegnanti esercitassero i loro alunni in vista delle prove riprendendo modalità e contenuti delle precedenti esperienze INVALSI. Sappiamo invece che il mondo della scuola e l’editoria scolastica si sta attrezzando per rispondere in modo adeguato alle richieste dell’INVALSI sottoponendo dal mese prima delle prove stesse i bambini e bambine ad un allenamento sterile e pedagogicamente deleterio. Perché no, professionalmente parlando. Se i dati raccolti dalle scuole servissero solo a dimostrare “la produttività” della scuola indagata, si potrebbe anche chiudere un occhio e lasciar scivolare l’appuntamento con disinvoltura. Ma queste” prove” e questo “Sistema” non meritano di godere di un silenzio che facilmente può essere interpretato come un’ implicita accettazione. E’ necessario allora che si spieghi perché questo “meccanismo” sia non solo sbagliato ma anche penalizzante per la scuola. Innanzitutto bisogna dire che nessun insegnante rifiuta o evita controlli o rilevamenti. Tutta la nostra professione è giocata sullo scambio continuo e quotidiano con gli alunni e alunne, i loro genitori, le colleghe e colleghi e tutti gli operatori della scuola. In ogni momento siamo sottoposti a valutazioni e giudizi ed è soltanto attraverso questa dinamica che il nostro lavoro può prendere forma e sostanza. Il confronto è quindi alla base del nostro essere insegnanti. Va però sottolineato che a fine gennaio, il governo, dando seguito alle direttive del DLgs 150/09, ha presentato il testo del decreto (DPCM ) che introduce, per il personale docente e le scuole, il SISTEMA DI VALUTAZIONE, MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE e la conseguente attribuzione di “MERITO E PREMI ”. Il DPCM prevede la definizione del SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE E MISURAZIONE, che diventerà immediatamente applicativo alla sua emanazione e stabilisce che, entro sessanta giorni, verrà definito compiutamente l’apparato del Sistema Nazionale di Valutazione che, come già previsto, si articolerà in tre organismi: - l‘ INDIRE ( istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa ), con compiti di sostegno ai processi di miglioramento, innovazione…. ; - l‘ INVALSI, con il compito di predisporre le prove di valutazione degli apprendimenti nelle scuole ; - gli ISPETTORI, con il compito di valutare le scuole e i DS ; Da qui si evince il ruolo preminente delle Prove Invalsi nella definizione della valutazione non solo delle competenze degli studenti ma anche della professionalità della/ del docente che viene valutato all'interno di una filosofia meritocratica che non condividiamo. Cerchiamo allora di riassumere quello che sino ad ora si è scritto: • le prove INVALSI sono uno strumento inadeguato sia per la loro "logica complessiva" sia nella loro formulazione pratica; • rischiano di modificare e squilibrare profondamente lo stesso Sistema Scolastico "indagato" calando dall' esterno e dall' alto modelli didattici e modalità operative non appropriate e spesso non condivise. • Non apportano miglioramenti di risorse nè di opportunità alle scuole che ne hanno più bisogno • Sono utilizzate come indicatore di merito dell'insegnante . Per tutti i motivi esposti i sottoscritti docenti si dichiarano NON DISPONIBILI - a svolgere alcuna attività relativa alle prove INVALSI (somministrazione e correzione) - a rinunciare alle proprie ore disciplinari di lezione per lo svolgimento delle stesse. Concorezzo, lì 12.04,11 2
  • 10. Al Dirigente Scolastico ____________________ ____________________ e. p. c. Alle RSU d’Istituto Al Collegio dei Docenti ____________________ ____________________ Oggetto: non disponibilità attività di rilevazione degli apprendimenti INVALSI. La/lo scrivente _________________________________ insegnante elementare presso ________________________________________, in relazione all’oggetto espone quanto segue. La S.V. ha previsto (indicare la circolare interna se emessa) la partecipazione della nostra scuola al progetto dell’INVALSI sulla rilevazione degli apprendimenti degli alunni ed ha pianificato ed organizzato le prove in oggetto per le classi seconde e quinte per i prossimi giorni secondo il calendario previsto dall’INVALSI. A tale proposito si ricorda che il Collegio dei Docenti del nostro Circolo Didattico, …………………. ha deliberato a maggioranza di NON ADERIRE al progetto INVALSI sulla rilevazione degli apprendimenti degli alunni (o in alternativa) non è stato convocato per l’eventuale delibera di approvazione del progetto INVALSI sulla rilevazione degli apprendimenti degli alunni . …………………. La/lo scrivente insegnante segnala che la vigente normativa non prevede alcuna obbligatorietà alla partecipazione dei test di valutazione nazionali INVALSI e che la S.V. non ha alcuna facoltà/potere di aderire agli stessi poiché tale decisione è nella 1
  • 11. esclusiva competenza del Collegio dei Docenti e nella disponibilità delle/dei singoli insegnanti di classe, i quali possono decidere di aderire o meno. Tale adesione da parte delle/degli insegnanti e del Collegio dei Docenti è prevista anche nel caso in cui la scuola venga indicata dall’INVALSI quale “scuola campione” poiché anche in tale eventualità non esiste alcuna norma che prevede la obbligatorietà della partecipazione delle scuole, delle classi, delle/dei singoli insegnanti alle stesse anche nel caso in cui le prove fossero organizzate con l’intervento di somministratori ed osservatori esterni. Si vedano, a tale riguardo, l’articolo 4, comma 4 del DPR n° 275/1999 (Regolamento Autonomia) e l’articolo 7, comma 2 del D.L.vo n° 297/1994 (Testo Unico Istruzione) nei quali sono chiaramente previsti i poteri del Collegio dei Docenti (si allegano alla presente nota i due commi citati). Si noti, a tale riguardo, che il Dirigente Scolastico deve, invece, esercitare i propri poteri (tra i quali non rientra l’adesione ad attività di valutazione senza il voto favorevole del Collegio) nel rispetto delle competenze degli Organi Collegiali (comma 2, art 25 del D.L.vo n° 165/2001). Tutto ciò evidenziato e premesso, si comunica che la/il sottoscritto insegnante NON E’ DISPONIBILE all’effettuazione dei test INVALSI, né nelle proprie né in altre classi, e che non è, altresì, disponibile a farle effettuare nelle proprie ore di lezione poiché le attività sono state previste nel POF d’Istituto, nella programmazione annuale e nella programmazione settimanale ed i test INVALSI non rientrano tra queste. Si segnala che gli atti unilaterali della S.V. sulla materia in oggetto non possono avere alcun carattere imperativo per il personale docente il quale non è tenuto (vedasi anche l’articolo 33 della Costituzione della Repubblica Italiana sulla libertà di insegnamento) in alcun modo a partecipare direttamente alla somministrazione delle prove INVALSI, né a collaborare all’eventuale organizzazione delle stesse. Si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti. ________, ___ maggio 2009 L’insegnante ___________________________ 2
  • 12. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 8 marzo 1999 n. 275 Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche …omissis… articolo 4 …omissis… 4. Nell'esercizio della autonomia didattica le istituzioni scolastiche assicurano comunque la realizzazione di iniziative di recupero e sostegno, di continuità e di orientamento scolastico e professionale, coordinandosi con le iniziative eventualmente assunte dagli enti locali in materia di interventi integrati a norma dell'articolo 139, comma 2, lett. b) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione periodica dei risultati conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati. Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione Art. 7 - Collegio dei docenti …omissis… 2. Il collegio dei docenti: a) ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell'istituto. In particolare cura la programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente; …omissis… d) valuta periodicamente l'andamento complessivo dell'azione didattica per verificarne l'efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento d e l l ' a t t i v i t à s c o l a s t i c a ; …omissis… f) adotta o promuove nell'ambito delle proprie competenze iniziative di sperimentazione in conformità degli articoli 276 e seguenti; …omissis… r) si pronuncia su ogni altro argomento attribuito dal presente testo unico, dalle leggi e dai regolamenti, alla sua competenza. 3
  • 13. 22 dicembre 2011 Questa sera il Collegio dei Docenti del Nuovo Liceo Artistico Guggenheim (risultato dell'accorpamento dell'Istituto d'Arte di Venezia, dell'Istituto d'Arte di Mestre e dell'Istituto Professionale Mozzoni) ha rifiutato l'inserimento delle prove INVALSI nel piano delle attività. Le decisione è stata espressa quasi all'unanimità: tutti contrari, due astenuti. Per tutelarsi rispetto a cooptazioni da parte del dirigente durante le prove è stata approvata anche una motivazione didattica: «il Collegio dei Docenti ritiene che le prove INVALSI implichino una standardizzazione degli apprendimenti incompatibile con il modello pedagogico-didattico dell'Istituto».
  • 14. Al Dirigente scolastico Oggetto: rimostranza ai sensi dell’articolo 17 del T. U. 3/1957 Il/La sottoscritta, _________________________ docente presso questa Istituzione scolastica, in riferimento all’ordine di servizio del _______________ con la quale si chiede alla sottoscritta di_______________________________________________, formula rimostranza ai sensi dell’articolo 17 del T. U. 3/1957 , in quanto ritiene illegittima la disposizione ricevuta per i seguenti motivi: • Non esiste alcuna delibera del Collegio dei docenti relativa alla somministrazione (correzione) delle prove invalsi • Essa non figura negli impegni previsti dal Piano annuale delle attività, di cui al contrario è parte integrante l’orario delle lezioni. Esso prevede che il sottoscritto sia in servizio nella tal ora nella classe__________ • Non risulta dalla normativa citata alcun obbligo individuale di somministrazione (correzione) delle prove invalsi, vista anche l’assenza di una delibera collegiale • L’ordine ricevuto configura quindi come richiesta illegittima di una prestazione non obbligatoria con conseguente sospensione del servizio per l’espletamento di pratiche non previste dalla funzione docente così come definita nel CCNL e, nel merito della valutazione, dalla L.53/2003 art 3 (eventualmente, solo nel caso si intenda ottemperare all’ordine se reiterato) Il/La sottoscritta si riserva, qualora l’ordine sia rinnovato, di adire le vie legali per far valere i propri diritti. __________________,_________ Distinti saluti
  • 15. Per la mia scuola ho adattato in accordo con una collega cgil e una gilda il seguente testo Al Dirigente Scolastico Oggetto: Somministrazione, correzione e tabulazione prove INVALSI In relazione alle prove invalsi previste per il giorno………………..nelle classi…………….., i sottoscritti, docenti della Scuola………………., sentite le organizzazioni sindacali di riferimento, rilevano che: • Nessuna normativa vigente stabilisce che i compiti di somministrazione e correzione delle prove invalsi siano obbligatorie per i singoli docenti, se non in riferimento alla prova di esame di terza media. • Il CCNL 2006/09 agli artt.26 27 28 29 definisce la funzione docente e gli obblighi di lavoro del personale docente, che si suddividono in attività di insegnamento ed in attività funzionali alla prestazione di insegnamento. In nessuna di queste tipologie rientrano le attività in oggetto, che la stessa recentissima nota MIUR del 20 aprile classifica come attività aggiuntive. • Le attività aggiuntive non sono obbligatorie, ma dipendono dalla disponibilità del singolo docente, previa delibera del Collegio dei docenti • Il Collegio dei docenti della scuola media Rodari-Jussi non ha mai deliberato nulla in merito allo svolgimento di tali prove • Il Piano annuale delle attività non prevede gli impegni in oggetto Alla luce di quanto esposto i sottoscritti dichiarano di non essere disponibili a svolgere le attività di somministrazione correzione e tabulazione delle prove INVALSI. Data COGNOME E NOME FIRMA