1. Il credito al consumo:
grande sviluppo, tante opportunità e
pari azzardi
Alberto Niccoli
Ancona, 7 marzo 2008
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2. Alcune indicazioni
di natura quantitativa
L’indebitamento delle
famiglie in Italia è au-
mentato rapidamente
negli ultimi anni: da
poco più del 30% del
reddito disponibile delle
famiglie alla fine del
secolo scorso, a circa il
50% lo scorso anno.
Il credito al consumo è
una quota piccola
dell’indebitamento, ma
non è più trascurabile
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3. Alcune indicazioni
di natura quantitativa
Il servizio del debito
corrisponde a circa il
7% del reddito
disponibile, cioè una
percentuale più bassa,
ma non tanto, rispetto a
quella che gli interessi
sul debito pubblico
rappresentano come
quota della spesa
pubblica (circa il 9%)
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4. A paragone degli altri paesi,
tuttavia
• In rapporto al Pil, il • Sempre in rapporto al
credito al consumo in Pil, anche i mutui
Italia è relativamente immobiliari lo sono:
basso:
Italia 5,8% Italia 15,3%
Francia 7,5% Francia 28,8%
Germania 9,9% Germania 34,7%
Spagna 9,4% Spagna 49,3%
Regno Unito 16,5% Regno Unito 59,3%
EU-15 9,4% EU-15 39,6%
Fonte dei dati: Filotto, Nicolini (2007)
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5. Inoltre
• In Italia, in rapporto al reddito disponibile, le
famiglie detengono una ricchezza finanziaria
elevata, più che negli altri paesi:
Italia 272%
Francia 191%
Germania 162%
Spagna 143%
Regno Unito 287%
Area dell’euro 188%
Fonte dei dati: Banca d’Italia (2007)
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6. Allora va tutto bene
Non vi sono problemi
• In realtà non è così
• Cerchiamo di articolare le nostre
valutazioni
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7. Credito al consumo
(in milioni di euro, sett. 2007)
16.000
14.000
12.000
10.000
8.000
6.000
4.000
2.000
0
Fonte dei dati: Banca d’Italia (2008)
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8. Credito al consumo per abitante
(in migliaia di euro)
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
Fonte dei dati: Banca d’Italia (2008) e Istat
8
9. Credito al consumo
in rapporto al reddito
15,0%
12,5%
10,0%
7,5%
5,0%
2,5%
0,0%
Fonte dei dati: Banca d’Italia (2008) e Istat
9
10. tassi d'interesse bancari set. 2007 fino a 1 a nno
tra 1 e 5 a nni
(fam iglie consum atrici - per durata dell'operazione)
8
7
6
5
4
Fonte dei dati: Banca d’Italia (2008)
10
11. Insomma
• L’economia italiana non sembra soffrire,
nel suo complesso, per un eccesso di
credito al consumo
• Alcune anomalie sono tuttavia presenti:
il credito al consumo è particolarmente
elevato al sud
il credito al consumo appare spesso
utilizzato da soggetti scarsamente
consapevoli
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12. La scarsa consapevolezza riguarda
• il costo degli interessi:
essendo per lo più a tasso rata interessi
breve termine, all’au-
mentare del tasso
annuo, la rata mensile 10% 43,96 27,50
di rimborso del presti-
to aumenta poco, ma 12% 44,42 33,09
gli interessi crescono:
p.es.: prestito 500 €, 15% 45,13 41,55
12 rate mensili
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13. Se il prestito è a 5 anni, e di 5.000 €
tasso rata interessi
10% 106,24 1374,11
12% 111,22 1673,33
15% 118,95 2136,98
La rata cresce molto più rapidamente, al crescere del tasso
Anche l’importo degli interessi risulta molto più evidente
Se il prestito fosse un mutuo a 20, 30 o 35 anni, le cose
sarebbero ancora più chiare
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14. Se il prestito è a 30 anni e di
200.000 €, con rate semestrali
Per prestiti con rimborsi
molto prolungati nel tempo, tasso rata Interessi
l’incidenza degli interessi è
molto elevata e aumenta
molto rapidamente. 5 6.471 188.241
I soggetti se ne rendono
conto, e si comportano di
conseguenza. Le loro 6 7.227 233.596
scelte sono quindi più
spesso in linea con i
principi della razionalità. 7 8.118 281.063
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15. Insomma
• Per i prestiti a breve termine, i soggetti si
rendono poco conto del fatto che stanno
pagando interessi che decurteranno il loro
potere d’acquisto futuro
• Questo li spinge ad indebitarsi, e le cose
peggiorano nel periodo, o nei periodi,
successivi, quando gli interessi, prima o
poi dovranno essere rimborsati
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16. Inoltre
• il mancato rimborso del prestito, o del mutuo, dà
luogo a conseguenze che forse, a priori, non
erano state adeguatamente considerate:
il debitore insolvente perde il bene che aveva
acquistato – se di un bene, e non di un servizio
si tratta –, pur avendone pagato una parte
il debitore insolvente perde poi, del tutto o in
parte, la possibilità di contrarre ulteriori prestiti,
che magari sarebbero stati più importanti, in
futuro
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17. A fianco di queste conseguenze di
carattere microeconomico
ve ne sono altre a livello macro, alcune
positive e altre negative, che normalmente
non vengono considerate e che invece
sono importanti
• Che effetti ha il credito al consumo sul
risparmio?
la domanda aggregata?
il reddito di equilibrio?
la distribuzione personale dei redditi?
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18. Il risparmio
• Soprattutto, in un primo periodo, quando il
ricorso al credito al consumo si diffonde, il
livello del risparmio nel sistema economico si
abbassa
• Questo è un danno per quanti pensano che il
sistema utilizzi sempre tutte le risorse produt-
tive esistenti, perché ne deriva una riduzione
nel livello degli investimenti e quindi nella
crescita del reddito nel corso del tempo
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19. La domanda aggregata
e il reddito di equilibrio
• Se il reddito non è quello di piena occupazione
e il risparmio si abbassa, almeno inizialmente i
consumi e la domanda aggregata aumentano
• Questo determina un aumento del reddito di
equilibrio a livello di intero sistema
• Le imprese vedono migliorata la loro condizione,
pur se la bilancia dei pagamenti ne soffre
Nell’economia italiana attuale le conseguenze
positive mi sembrano in complesso prevalenti:
è probabile che le imprese, allora, aumentino, e
non riducano, i loro investimenti
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20. La distribuzione personale dei
redditi
• Chi si indebita – e lo abbiamo visto prima – è per lo più un
soggetto che ha redditi bassi: egli dovrà, in futuro, pagare
gli interessi sul debito contratto, e si tratta di somme il più
delle volte superiori rispetto a quel che credeva
• Chi è il prestatore finale delle risorse è per lo più un
soggetto che ha oggi redditi elevati, e in misura ancor
maggiore li avrà in futuro, quando otterrà gli interessi attivi
sulle somme prestate:
ma, allora, la distribuzione dei redditi diventa più
concentrata: chi è ricco lo diventa di più, chi è povero lo
diventa di più; chi è ricco sta al Centro-Nord, chi è povero
nel Mezzogiorno
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21. Se vivessimo in un mondo “normale”
ovvero un mondo nel quale chi ha redditi
bassi (elevati) li vede aumentare (ridursi)
nel tempo, l’effetto appena ricordato
sarebbe secondario, o trascurabile
Viviamo invece in un mondo nel quale
chi ha redditi bassi soffre della concorren-
za degli immigrati, che si accontentano di
ben poco, e quindi corre il rischio di
ulteriori riduzioni
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22. Insomma
• Il credito al consumo è un’opportunità in più
• Il credito al consumo non è un problema per i
soggetti che hanno la consapevolezza di quel
che fanno, e sanno scegliere in modo maturo,
razionale, equilibrato
• Il credito al consumo è un problema per le
persone modeste, non soltanto come potere
d’acquisto, ma soprattutto come capacità di
scelta
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23. Occorrono
• tanta trasparenza e tanta chiarezza nelle
informazioni che vengono fornite (il che non
avviene sempre)
• tanta capacità di valutazione e di scelta, soprat-
tutto nel caso della clientela più giovane e meno
istruita
• quindi occorre istruzione, istruzione e istruzione!
occorre spiegare a scuola cosa sono i tassi
d’interesse, e soprattutto come operano gli
interessi composti. Chi lo fa?
Ulisse, ovvero Όύτις, “nessuno”!
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24. Occorre spiegare ai ragazzi,
• a scuola e in famiglia, che, quando si vuole
subito una cosa, si diventa miopi e ci si
preoccupa solo di quel che succede
nell’immediato
• che si parla di “credito al consumo” con
riferimento a casi molto diversi fra loro:
alcuni sono veri e propri “consumi dannosi”
altri sono “consumi improduttivi”
altri infine sono “consumi” assai simili alle spese
d’investimento
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25. • I primi – esempio, il cellulare di ultima
generazione – aumentano le spese
nell’immediato, e comportano inoltre
maggiori spese in futuro
• I secondi – esempio, una bella gita con gli
amici – aumentano le spese nell’immedia-
to, e non necessariamente in futuro, ma
pure migliorano la vita, oggi e in futuro
• I terzi – esempio, un viaggio all’estero per
imparare una lingua – aumentano le
spese nell’immediato, ma pure le
potenzialità di reddito in futuro
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26. In conclusione
• Il credito al consumo: grande sviluppo, tante
opportunità e pari azzardi
• Se non ci fosse, occorrerebbe inventarlo
• Va bene che ci sia, ma non va bene per tutti allo
stesso modo
• Per questo, occorre investire tanto, sulle famiglie
e sulla scuola, soprattutto in termini di forma-
zione
• Le società di credito al consumo fanno il loro
mestiere. Al resto, chi ci pensa?
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27. Credo che, come insegnanti,
soprattutto come insegnanti in
una facoltà di economia
la nostra
sia una responsabilità enorme
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