2. È come un braccio teso il grido mio.
E la sua mano aperta, in alto,
come per ghermire, resta dinanzi a te
o inafferrabile,
a schermo e monito, slargamente aperta
(Rainer Maria Rilke, Elegie duinesi, 7,85-92)
3. A stento ci raffiguriamo le cose terrestri
scopriamo con fatica quelle a portata di mano
ma chi può rintracciare le cose del cielo ?
(Sap 9,16)
4. Oggi si preferisce mostrarsi forti e
spregiudicati, atteggiarsi a positivisti,
salvo poi prestar fede a tante gratuite
ubbie magiche o popolari, o peggio
aprire la propria anima […] alle
esperienze licenziose dei sensi, a
quelle deleterie degli stupefacenti,
come pure alle seduzioni ideologiche
degli errori di moda, fessure queste
attraverso le quali il Maligno può
facilmente penetrare ed alterare
l‘umana mentalità.
(PAOLO VI, 15 novembre 1972).
5. Angelo viene dal latino
angelus, che ricalca il
greco anghelos, che
significa un inviato, un
messaggero, un emissario.
Esso è utilizzato per
tradurre l‘ebraico mal’ak
che possiede il senso
ordinario di messaggero o
di ambasciatore ed è
impiegato in senso figurato
per designare l‘angelo del
Signore o tutti quegli esseri
che fanno parte della corte
dell’Onnipotente.
6. Nella Bibbia cristiana
particolarmente rivelativa
è la dichiarazione che
l‘angelo custode
Raffaele-Azaria fa a
Tobia e ai suoi amici
sostenendo che la
ragione della sua
missione è l‘amore di
Dio: “quando ero con voi,
io stavo con voi non per
bontà mia, ma per
volontà di Dio: lui dovete
benedire sempre, a lui
cantare inni” (Tb 12,18).
7. (Giacobbe )Fece un sogno: una scala poggiava
sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo;
ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su
di essa (Gn 28,12)
8. In verità in verità io
vi dico: vedrete il
cielo aperto e gli
angeli di Dio salire
e scendere sopra il
Figlio dell’uomo
(Gv 1,51)
9. Negli scritti di Bernardo di Chiaravalle
(† 1153) l’operato degli Angeli custodi
consiste nel salire e scendere dal
cielo, secondo le parole stesse di
Gesù (Gv 1,51). Essi svolgono un
ministero di mediazione tra Dio e gli
uomini. Quando contemplano Dio si
sono mossi sulla via ascendente che
porta alla beatitudine celeste; quando
essi si volgono verso la terra con
compassione per venire in nostro
soccorso percorrono la via
discendente. Così facendo, gli Angeli
imitano l’esempio di Cristo, divenendo
come lui servitori dell’uomo, affinché
l’uomo si elevi e salga fino a Dio. In
tal senso sono compagni degli uomini
e loro servi, in ossequio alla volontà di
Dio.
10. I messaggeri divini sollecitano
gli umani a convertirsi al Padre
di Gesù Cristo rispondendo
alla chiamata dello Spirito
Santo. In tal modo collaborano
attivamente al cammino
storico dell‘umanità e del
cosmo in attesa della venuta
gloriosa di Cristo. Le potenze
angeliche aiutano gli uomini a
ritrovare il senso vero e
profondo della loro storia:
riconoscere la signoria
assoluta di Cristo e
accogliere la sua parola di
salvezza.
11. Nel 740 a. C. il profeta Isaia ebbe una
visione sublime. Alcuni serafini con sei
ali, due coprenti il volto e due i piedi del
Verbo incarnato e le altre due
servivano a volare, circondavano il
trono del Signore proclamando
―Santo, santo, santo il Signore degli
eserciti! Tutta la terra è piena della sua
gloria(Is 6,3). Questi spiriti ardenti
d‘amore per Dio manifestano e
diffondono Deus caritas est, rivelando
così il senso della loro esistenza. La
loro ragion d‘essere, il principio e la
fine di ogni loro atto e sempre Dio, è
sempre in relazione con il pensiero e il
progetto e la volontà del Signore del
cosmo e della storia.
12. Il fatto che fosse ben viva la
fede negli angeli custodi tra
le comunità ebraico-cristiane
al tempo di Gesù è
testimoniato da Luca
negli Atti degli apostoli
quando Rode riconosce la
voce di Pietro ed esclama:
«È il suo angelo!», perché
non poteva credere alla sua
liberazione (At 12,13).
Per san Giovanni Crisostomo
è questo l’argomento
decisivo sull’esistenza degli
angeli custodi .
13. Gli angeli aiutano, sostengono e
servono Cristo, l’autore della
salvezza (Eb 2,10).
«Dall’Incarnazione all’Ascensione,
la vita del Verbo incarnato è
circondata dall’adorazione e dal
servizio degli angeli». Sembra
quasi che il Nuovo Testamento
non abbia più bisogno di una
mediazione angelica (1Tm 2,5) in
quanto ora il Figlio unigenito ci
rivela il Padre (Gv 1,18): « Poiché
tu gli hai dato potere sopra ogni
essere umano, perché egli dia la
vita eterna a tutti coloro che gli hai
dato » (Gv 17,2).
14. «Tuttavia gli angeli
non possono mancare
perché appartengono alla
gloria celeste
del Figlio dell’uomo e
soprattutto perché rendono
visibile il carattere
sociale del regno dei cieli,
verso cui il cosmo
dev’essere trasformato».
15. Non bisogna però
dimenticare che l’idea
dell’angelo custode,
meglio dell’angelo
guida e aiuto, è presa
dal giudaismo e si
fonda in Mt 18,10: «
Guardatevi di non
disprezzare uno solo di
questi piccoli, perché
io vi dico che i loro
angeli nei cieli vedono
sempre la faccia del
Padre mio che è nei
cieli ».
16. Nel 1986 Giovanni Paolo II
nella sua catechesi sugli
angeli mette in evidenza
anche la loro funzione di
testimoni nel supremo giudizio
divino sulla sorte di chi ha
riconosciuto o ha rinnegato il
Cristo: « Chiunque mi
riconoscerà
davanti agli uomini, anche il
Figlio dell’uomo lo riconoscerà
davanti agli angeli di Dio; ma
chi mi rinnegherà davanti agli
uomini
sarà rinnegato davanti agli
angeli di Dio » (Lc 12,8-9).
17. Anche Giovanni Crisostomo (†
407) ha chiaramente presente
il modo simbolico per
descrivere le ―caratteristiche
fisiche degli Angeli che sono
incorporei. Parlando
dell’attribuzione delle ali ai puri
spiriti dice : ―non perché gli
angeli abbiano le ali, ma
perché tu sappia che essi
lasciano le regioni superiori e il
soggiorno più elevato per
avvicinarsi alla natura umana;
così le ali attribuite a queste
potenze non hanno altro senso
che indicare la sublimità della
loro natura.
18. L'abito completo monastico è
quello che, più di ogni altro, viene
definito "Angelico ". Nel Medio
Evo, periodo della massima
interpretazione simbolica, tale
abito era il simbolo degli Angeli;
infatti esso è composto da un
cappuccio che ricopre il capo,
uno scapolare che scende fino ai
piedi, un mantello (pallio o
cocolla) che si stende sulle
braccia; questi tre vestiti,
ciascuno dei quali è doppio
perché ha due facce o lati,
simboleggiano le sei ali che
velano completamente i
Cherubini e i Serafini.
In questo particolare tratto da un affresco di Andrea di Buonaiuto (capitolo di S.Maria Novella, Firenze,
1365-67) i cani (Domini-canes) difendono le pecore (i fedeli) dalle volpi (gli eretici)
19. San Bonaventura
da Bagnoregio (†
1274) afferma
spiegando l’unione
spirituale di un
monaco col suo
angelo custode:
"Gli spiriti Angelici
ardono di un
meraviglioso fuoco,
che infiamma le
anime degli eletti e
le fa penetrare in
Dio".
20. La scienza moderna non crede
assolutamente che il corso della vita
possa essere interrotto o, per così
dire, perforato da potenze
soprannaturali. … È mitologica la
rappresentazione del mondo ripartito
in tre piani, cielo, terra, inferno: l‘idea
di un intervento di forze
soprannaturali nel corso della storia;
la rappresentazione dei miracoli e, in
particolare, di quello concernente
l‘intervento di forze soprannaturali
nella vita intima dell‘anima; infine
BULTMANN RUDOLPH, Jesus
l‘idea secondo cui l‘uomo può essere
Christus und die Mythologie:
posseduto da spiriti malvagi, tentato das Neue Testament im licht
e corrotto dal demonio. der bibelkritik , Hamburg,
Furche 1964, 11-13.
21. L’esistenza degli spiriti celesti non è una verità opinabile né un mito di
una mentalità ingenua prescientifica, ma è un dogma di fede, quindi
una verità chiaramente affermata dalla Bibbia, sostenuta dalle
tradizioni ecclesiali occidentali ed orientali e solennemente definita
dal magistero della Chiesa.
22. Infatti il Catechismo della
Chiesa Cattolica (CCC 328)
afferma espressamente:
L’ esistenza degli esseri
spirituali, incorporei che la
Sacra Scrittura chiama
abitualmente Angeli è una
verità di fede. La
testimonianza della Scrittura è
tanto chiara quanto
l‘unanimità della Tradizione.
23. L’opera più famosa di S.
Agostino, la “Città di Dio”:
un’apologia del
Cristianesimo contro il
paganesimo e le correnti
filosofiche di quel tempo, che
a più riprese tratta pure il
tema degli Angeli (santi e
reprobi).
24. Nel mondo, tra gli
uomini esiste una
divisione profonda non
sempre visibile, che il
santo Dottore
caratterizza con i nomi
delle due città: la “Città
di Dio” e la “Città
terrena”, originate da
due amori contrari. La
prima riunisce tutti
coloro che amano Dio
“fino all’indifferenza per
sé”, la seconda quelli
che amano se stessi
“fino all’indifferenza per
Dio”.
25. La stessa divisione esiste tra gli
Angeli, che sono annoverati,
insieme agli uomini, tra i cittadini
dell’una o dell’altra città. La
Provvidenza divina, secondo
l’eterno disegno del Creatore,
opera nella storia umana
attraverso i secoli, per il sorgere e
lo sviluppo della “Città di Dio”,
destinata a compiersi nell’armonia
del Paradiso, dove uomini e
Angeli eletti saranno eternamente
uniti nel gaudio e nell’adorazione
di Dio, ed Egli sarà “tutto in tutti”
(1 Cor 15,28).
26. Nella seconda città, sottomessa ai
demoni, domina la superbia. E mentre
i cittadini del Cielo hanno “il fuoco del
santo amore di Dio”, gli altri “il fumo
dell’immondo amore della propria
grandezza”. (Ib., LXI,33,p.575). La
Chiesa è tenuta a promuovere la “Città
di Dio” nel mondo, ed anche lo Stato,
nel pensiero di S. Agostino, deve, per
l’interesse temporaneo ed eterno dei
suoi sudditi, aiutarli a fare parte della
medesima città. Il primo argomento
che S. Agostino sceglie di proposito
quando inizia a parlare della Città di
Dio, è la creazione degli “Angeli santi,
che costituiscono una gran parte di
questa città; una parte tanto più felice,
perché non ha mai provato l’esilio”.
27.
28. Infatti l’intimità
con il Creatore
è l’unica
energia che
dona agli
angeli e agli
esseri umani la
loro perfezione
e la loro
felicità.
29. La Sacra Scrittura – ricorda il
santo Dottore – non nomina gli
Angeli quando parla della
creazione del mondo. E’ certo che
appartengono “all’opera dei sei
giorni; ma non è detto apertamente
se e in quale momento sono stati
creati”.
Tra le varie ipotesi possibili, S.
Agostino predilige quella che
assegna la loro nascita al “primo
giorno”, allorché Dio disse: “Sia la
luce! E la luce fu”. (Gn 1,3).
30. Se è avvenuto così, allora gli
Angeli – deduce il Santo –
“sono stati certamente resi
partecipi della luce eterna, che
è la stessa Sapienza di Dio, per
mezzo della quale sono state
create tutte le cose. Ed è
l’unigenito Figlio di Dio”.
Illuminati dal Verbo, la “luce
vera” (Gv 1,9), gli Angeli
dovevano essere luce “non in
se stessi”, ma in Lui, ossia
trovare tutta la loro perfezione
nell’unione col Creatore.
31. Una parte degli Angeli, invece,
quelli che noi chiamiamo ribelli, si
distolsero da Dio a si rivolsero a
se stessi, che non sono luce.
Privatisi della partecipazione alla
luce eterna, non furono più luce
nel Signore, ma “tenebre in se
stessi” . Le tenebre – precisa S.
Agostino – non sono un’essenza,
ma la privazione della luce, come
il male non è un’essenza, ma la
privazione del bene. Il Creatore
separò allora gli Angeli rimasti uniti
a Lui, che sono luce, dai ribelli che
sono tenebre. Questa divisione,
secondo S. Agostino, è indicata
chiaramente dal versetto della
Genesi: “Dio vide che la luce era
cosa buona e Dio separò la luce
dalle tenebre” (Gn 1,4).
32. I due gruppi angelici sono ben caratterizzati da altri versetti biblici, che il Santo cita di
seguito. Agli Angeli della luce, fedeli a Dio, è rivolto l’invito del salmista: “Benedite il
Signore, voi tutti suoi Angeli potenti esecutori dei suoi comandi” (Sal 102/103,
20-21). Agli spiriti ribelli, che non adorano Dio, ma vorrebbero essere essi stessi, si
addice l’invito diretto da Satana a Gesù nell’ultima tentazione nel deserto: “Tutte
queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai” (Mt 4,9).
33. S. Agostino riflette a lungo
sul problema – così lo
definisce – della “volontà
cattiva” degli angeli che si
sono distaccati dal Creatore
e tenta di risolverlo con varie
argomentazioni. “La volontà
cattiva produce l’azione
cattiva”, afferma, ma è
costretto ad asserire: “se si
cerca la causa efficiente di
questa cattiva volontà non la
si trova”.
34. Conclude: “E’ il vizio della
superbia” , che la Sacra
Scrittura definisce come il
principio di ogni peccato. E’
“l’iniziale disfacimento”–
commenta il santo Dottore – di
questi esseri che “non vollero
mantenere in ordine a Dio il
proprio valore” il posto
perfettissimo che li aveva creati
dal nulla per beatificarsi in Lui
ed avere in Lui la pienezza
della perfezione e della felicità.
Si distaccarono
volontariamente da Dio e si
anteposero a Lui.
35. “Non cessarono di
essere” , ma “non
raggiunsero la sublimità
della vita sapiente e
felice” che avrebbero
avuto nell’unione con il
Signore.
Rimane loro la “vita
dell’intelligenza” inerente
alla propria natura, ma,
precisa S. Agostino “in
stato di insipienza” :
hanno perduto, con il
peccato, la “vita
sapiente”, che è
sostanzialmente –
diremmo noi – la grazia
divina, cioè il godimento
profondo di un dialogo
ininterrotto con la
Santissima Trinità.
36. Perciò la “causa vera della
felicità degli Angeli buoni è
l’essere uniti all’Essere
perfettissimo… la causa
dell’infelicità degli angeli
ribelli è l’essersi distolti da
Lui e volti a se stessi”
37. In conclusione nel De civitate Dei, Agostino ribadisce la
creazione degli Angeli e la loro partecipazione insieme agli
uomini alla città di Dio. La loro funzione è di aiutare le persone
a raggiungere la felicità perenne con Dio e la comunione dei
Santi. Un compito soteriologico, ma anche dossologico,
perché la loro mansione è soprattutto quella di lodare Dio.
38. Voi, voi che noi amiamo,
voi non ci vedete, non ci sentite,
ci credete molto lontani
eppure siamo così vicini.
Siamo messaggeri che portano la vicinanza
a chi è lontano,
siamo messaggeri che portano la luce
a chi è nell'oscurità,
siamo messaggeri che portano la parola
a coloro che chiedono.
Non siamo luce,
non siamo messaggio:
siamo i messaggeri.
Noi non siamo niente,
voi siete il nostro tutto.
Lasciateci vivere nei vostri occhi,
guardate il vostro mondo attraverso noi,
riconquistate insieme a noi
lo sguardo pieno d'amore,
allora noi saremo vicini a voi
e voi a Lui.
Wim Wenders, Così lontano così vicino, 1993
39. O santo angelo custode, abbi cura
dell'anima mia e del mio corpo.
Illumina la mia mente perché conosca
meglio il Signore
e lo ami con tutto il cuore.
Assistimi nelle mie preghiere perché
non ceda alle distrazioni
ma vi ponga la più grande attenzione.
Aiutami con i tuoi consigli, perché veda
il bene e lo compia con generosità.
Difendimi dalle insidie del nemico
infernale e sostienimi nelle tentazioni
perché riesca sempre vincitore.
Supplisci alla mia freddezza nel culto
del Signore:
non cessare di attendere alla mia
custodia finché non mi abbia portato in
Paradiso, dove loderemo insieme il
Buon Dio per tutta l'eternità.
Padre Pio da Montalcino
Notas del editor
primo decennio del XV secolo, arcangelo Michele, Andrej Rublev,, Mosca Galleria Tret'jakov
1370 Angelo di Nalduccio gabriel Museo civico e diocesano d'arte sacra Montalcino
1512 Andrea Del Sarto Tobia angeli e s. leonardo e Donor Kunsthistorisches Museum, Vienna
1552 Agnolo Bronzino Santissima annunziata FI
1615-18 Domenico Fetti l'angelo custode protegge dal demonio Louvre Paris
1520-22 Tiziano vecellio part. Santi Nazaro e Celso Brescia
(A. Geretti, 2010, p. 12). 1450-55 Agostino di Duccio marmo tempio malatestiano, rimini
1354 Guariento d'arpo museo civico Padova
1354 Guariento d'arpo museo civico Padova (cfr. Eb 1,6; Lc 2,14; M7 1,20; 2,13.19; Mc 1,12; Mt 4,11; Lc 22,43; Mt 26,53; CCC 333) (U. Von Balthasar, 649).
(U. Von Balthasar, 649). 1610 Lodovico Carracci angeli liberano le anime del purgatorio Pinacoteca vaticana
( Enoc slavo 19,4; Ap greca Bar 12,3; 1 QS 4,15s) ; 1750 Gianantonio Guardi Angelo appare a Tobia Chiesa dell'Angelo raffaele VE
seconda metà del XIII secolo, sinassi degli arcangeli, San Pietroburgo museo russo; ‖( Hom. III, 317-323 cit. in Lavatori R., 1991, p. 95).
XIII secolo, unknown goldsmith, Italian,Basilica di San Marco, Venice
1290 Pietro Cavallini, S. Cecilia in trastevere, Roma dettaglio giudizio iniversale
(Agostino, La Città di Dio , Ed. Città Nuova, Roma 2000, LXIV, 28, p.736).
1304-06 Giotto part. fuga egitto scrovegni padova
1325 Simone Martini part. polittico , Fitzwilliam Museum, Cambridge, Tempera on wood, 59 x 35 cm; (Ib.,9,p.536)
Duomo di Cefalù
Duomo di Cefalù
1431-3 Fra Angelico, Tempera and gold on panel, 31 x 26 cm, Istituto delle arti, Detroit,
1419 Fra angelico, Tempera and gold on panel, 64 x 38 cm, coll. privata(Ib.,p.538)
1808 William Blake, Pen and watercolor on paper,Museum of Fine Arts, Boston
1750 Corrado Giacquinto, Olio Musei Vaticani
1426-27 Masolino cappella brancacci FI
1518, Raffaello S. michele e il diavolo, Louvre Paris, 268 x 160 cm
Arcabas, Chiesa della Resurrezione, Torre de Roveri, Bergamo; ciclo pittorico i pellegrini di Emmaus; Comunità La Peta Chiesa della riconciliazione, Costa Serina Bergamo
Jean Marie Pirot, (Ib., LXII,6,p.590).
1130-1190 Novgorod museo russo di s. pietroburgo
1656 Piero Berrettini Galleria nazionale arte antica roma