1. -191135673735ANDIAMO A MESSA…<br />Tutto comincia con uno spostamento: a messa bisogna andarci. E’ la Chiesa che ti convoca.<br />Esci da casa tua, da te stesso: la messa comincia così…<br />“Cosa fai domenica?”. “Vado a messa”. Come dire: “Dio esiste, l’ho incontrato.<br />La messa è un incontro”.<br />Si può mancare ad una riunione, si può saltare un pasto, ci si può dispensare da una sfacchinata, ma non si può mancare ad un incontro.<br />Nessuno ci va al tuo posto…<br />Arrivi in chiesa e ti rendi conto che non sei solo. La messa è anche un incontro con i fratelli. Come diceva il P. De Lubac, la Chiesa fa l’Eucaristia e l’Eucaristia fa la Chiesa.<br />Il raduno della comunità (non si resta ciascuno per proprio conto), con il canto d’ingresso, la processione del celebrante e di chi serve, dà voce e forma di “Popolo di Dio” alle persone che sono presenti. E siccome sono venute per incontrare Dio, cominciano col dire che non ne sono degne, ma che sono gioiose per questo incontro (Gloria).<br />Silenzio… Parla Dio. Questa Parola è il primo nutrimento che ti è offerto; a ogni messa ha un gusto differente; è un pane consistente, a volte delizioso, a volte difficile da digerire.<br />E’ il Verbo di Dio, Vangelo di luce e di vita, che tutti possono magiare, anche quelli che non hanno ancora fatto la prima comunione, anche quelli che non sono stati battezzati. Questa<br />Parola richiede una risposta: è la Professione di fede (Credo). Questa fede deve trasformare il mondo: è tutto espresso nella “preghiera universale” dei fedeli.<br />A messa non vai con le mani in tasca e il cuore vuoto. Gesù ha bisogno di qualcosa per il seguito: pane e vino, frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Ha bisogno di te. E’ la presentazione delle offerte, materia prima del sacramento.<br />In alto i nostri cuori! Eccoti al centro e al culmine della Messa. Paradossalmente è il momento in cui più l’attenzione cala, perché il prete parla da solo e la preghiera eucaristica è lunga. E’ il canto d’amore del Cristo per il Padre e per il mondo che diventa canto d’amore della Chiesa. Sale come lode della terra verso il cielo, ridiscende poi come benedizione del Cielo verso la terra. In mezzo, il gesto di Gesù che ama fino a morire d’amore: “Ecco il mio corpo, ecco il mio sangue!”. Questo momento si chiama “consacrazione” perché il pane e il vino non simboleggiano solo il Corpo e il Sangue di Cristo, ma lo sono veramente. Al termine l’elevazione: “Per Cristo, con Cristo e in Cristo” tutto si mette in movimento verso la gioia eterna di Dio.<br />Non resta che comunicarsi, cioè ricevere dentro di noi il Mistero che abbiamo appena visto svolgersi, rinnovarsi. Ma attenzione, non ci si può comunicare solo a fior di labbra. Bisogna comunicarsi piuttosto nel profondo del cuore, comunicare all’amore di Gesù.<br />Ami Dio come Lui? E allora diciamo insieme il “Padre nostro”… <br />Ami i fratelli come Lui? Allora diciamo insieme “Dona a noi la pace”…<br />La comunione spirituale precede sempre quella sacramentale e la prolunga….<br />Quel che è veramente bello è che tutti quelli che non possono comunicarsi sacramentalmente possono farlo almeno spiritualmente.<br />Ma non bisogna dimenticare la fine. “Nel nome del Signore, andate in pace!”. Non è una formula di semplice educazione di congedo. E’ un invio in missione.<br />Partecipare alla messa è vivere tutto il giorno, tutta la settimana con Gesù: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.<br />