1. La pittura veneta nel Settecento
Giambattista Tiepolo, La
collera di Achille
Francesco Guardi, L'Isola di
San Giorgio
Canaletto, Il Bucintoro al molo nel
giorno dell'Ascensione
2. Il Settecento
Il Settecento rappresenta il grande proscenio dell’arte
figurativa veneta. Diminuisce l’influenza religiosa nei
temi raffigurati, ma riemergono i grandi filoni del
cinquecento. La centralità dell’uomo e in particolare
della donna e il paesaggio vengono coniugati in
un’ambientazione spesso arcadica.
La figura che spicca in assoluto nel periodo culminante
della scuola veneta è Giambattista Tiepolo (1696 –
1770) e la sua verve storico narrativa. Padre dei pittori
Giandomenico e Lorenzo Tiepolo, il suo stile grandioso
viene caratterizzandosi come sofisticato e iperbolico,
in un senso tipicamente settecentesco; le scene da lui
create evocano un mondo dilatato all'infinito e fittizio,
reso da una tavolozza cromaticamente squillante e da
una luce fredda e irreale, creata usando un tono
argenteo che si riflette dagli oggetti come dalle figure,
che perdono ogni consistenza plastica.
Apparizione dell'angelo a Sara,
Udine, Palazzo Patriarcale.
3. Giovanni Antonio Canal, meglio conosciuto come il
Canaletto (1697 – 1768), è rimasto noto soprattutto
come vedutista. I suoi quadri, oltre ad unire nella
rappresentazione topografica, architettura e natura,
risultavano dall'attenta resa atmosferica, dalla scelta
di precise condizioni di luce per ogni particolare
momento della giornata e da un'indagine condotta
con criteri di scientifica oggettività, in concomitanza
col maggiore momento di diffusione delle idee
razionalistiche dell'Illuminismo; insistendo sul valore
matematico della prospettiva, per dipingere le
proprie opere si avvaleva talvolta della camera
ottica.
Francesco Guardi (1712 – 1793), al contrario del
Canaletto, non mira, nelle sue pitture, a risultati di
nitida percezione, ma propone un'interpretazione
del dato reale soggettiva ed evocativa, realizzando
immagini di città evanescenti e talvolta irreali;
raggiungendo a volte una sensibilità definibile
preromantica, grazie allo sfaldamento delle forme e
a malinconiche penombre. Piazza San Marco,
Francesco Guardi
Piazza San Marco verso est dall'angolo di
nord-ovest (1760 circa, Londra, National
Gallery)
4. Pietro Longhi (1701-1785)
« Fortunato sarà ugualmente il
nostro comune amico
celebratissimo Pietro Longhi,
pittore insigne, singolarissimo
imitatore della natura che,
ritrovata una originale maniera
di esprimere in tela i caratteri e
le passioni degli uomini,
accresce prodigiosamente le
glorie dell'arte della Pittura, che
fiorì sempre nel nostro Paese. »
(Carlo Goldoni, Le commedie,
X, 1755)
5. La vita
Pietro Longhi - pseudonimo di Pietro Falca - nacque a Venezia il 25 novembre
1701, nella parrocchia di Santa Margherita. Suo padre era argentiere, e fece
avviare il figlio alla pittura dal Balestra, un artista veronese che allora
dipingeva grandi temi allegorici e soggetti religiosi nella città lagunare.
Proprio del Balestra è la Natività che compare nel "Farmacista" sopra
l'armadio dei veleni: spesso, infatti, il Longhi usava "citare" nei suoi dipinti
quadri di altri pittori del suo tempo.
Tornato il Balestra alla sua città natale (1719), anche il Longhi lasciò Venezia,
ma per recarsi a Bologna, dove fu colpito dallo stile e dai soggetti di vita
quotidiana dipinti dal Crespi: piccole scene "di genere" alle quali il maestro
bolognese aveva donato piena dignità artistica.
Nel 1732 il giovane artista ripartì per Venezia, dove fu incaricato del grande
affresco La caduta dei Giganti per Palazzo Sagredo, compiuto nel '34. Da
allora Longhi smise di dedicarsi ai grandi temi decorativi per avvicinarsi a una
più intima pittura "di conversazione e reclusione".
6.
7.
8. Questo genere di dipinti, tradizionalmente monopòlio dei pittori fiamminghi, era statoQuesto genere di dipinti, tradizionalmente monopòlio dei pittori fiamminghi, era stato
nuovamente portato alla ribalta dai pittori francesi; Longhi, venuto in contatto con le incisioninuovamente portato alla ribalta dai pittori francesi; Longhi, venuto in contatto con le incisioni
tratte da Watteau, inaugurò una nuova poetica votandosi a descrivere le abitudini e i costumitratte da Watteau, inaugurò una nuova poetica votandosi a descrivere le abitudini e i costumi
degli aristocratici veneziani suoi contemporanei, dentro e fuori i loro palazzi. L'ammirazione perdegli aristocratici veneziani suoi contemporanei, dentro e fuori i loro palazzi. L'ammirazione per
i pastelli della grande pittrice veneziana Rosalba Carriera portarono il Longhi a una maturazionei pastelli della grande pittrice veneziana Rosalba Carriera portarono il Longhi a una maturazione
anche nello stile pittorico, caratterizzato ora da piccoli tocchi di colore luminoso e dall'uso dianche nello stile pittorico, caratterizzato ora da piccoli tocchi di colore luminoso e dall'uso di
morbide ombre colorate. La conseguenza di questa svolta stilistica, avvenuta intorno al 1740, fumorbide ombre colorate. La conseguenza di questa svolta stilistica, avvenuta intorno al 1740, fu
un improvviso e straordinario successo: le più importanti famiglie veneziane, dai Mocenigo aiun improvviso e straordinario successo: le più importanti famiglie veneziane, dai Mocenigo ai
Sagreno, dai Querini, ai Grimani, gli commissionarono innumerevoli opere. Accanto a questeSagreno, dai Querini, ai Grimani, gli commissionarono innumerevoli opere. Accanto a queste
famiglie dell'antica nobiltà veneziana si affiancarono presto i nuovi nobili e i nuovi ricchi.famiglie dell'antica nobiltà veneziana si affiancarono presto i nuovi nobili e i nuovi ricchi.
Dai soggetti popolari eseguiti con forti contrasti cromatici, passa così a rappresentazioni pacate,Dai soggetti popolari eseguiti con forti contrasti cromatici, passa così a rappresentazioni pacate,
ricche di particolari con modulazioni luminose delicate e profondità spaziale, come nel firmato ericche di particolari con modulazioni luminose delicate e profondità spaziale, come nel firmato e
datato 1741datato 1741 Il concertinoIl concertino la prima scena di vita veneziana, e nelle contemporaneela prima scena di vita veneziana, e nelle contemporanee La lezione diLa lezione di
danzadanza,, Il sartoIl sarto,, La toelettaLa toeletta,, La presentazioneLa presentazione ee La visita alla bibliotecaLa visita alla biblioteca di Worcester.di Worcester.
Si pensa che il Longhi abbia conosciuto opere di fiamminghi come Cornellsz, inglesi comeSi pensa che il Longhi abbia conosciuto opere di fiamminghi come Cornellsz, inglesi come
William Hogarth, e anche francesi come Watteau, tramite incisioni portate dal pittore e incisoreWilliam Hogarth, e anche francesi come Watteau, tramite incisioni portate dal pittore e incisore
francese Joseph Filpart, attivo a Venezia dal 1737 al 1750. Anche gli esempi di Rosalba Carriera efrancese Joseph Filpart, attivo a Venezia dal 1737 al 1750. Anche gli esempi di Rosalba Carriera e
dell'amico Jacopo Amigoni, portano Longhi a una stesura tonale più sottile e a un uso discretodell'amico Jacopo Amigoni, portano Longhi a una stesura tonale più sottile e a un uso discreto
delle ombre colorate, con tocchi leggeri di pennello che producono sulla tela piccole macchie didelle ombre colorate, con tocchi leggeri di pennello che producono sulla tela piccole macchie di
elevata luminescenzaelevata luminescenza..
9. •
Nella prima metà degli anni Cinquanta si dedica prevalentemente alle carriere,
rappresentazioni di reali e comuni attività popolari e borghesi, come Il cavadenti, L'indovino,
La venditrice di frìtole o il noto Il farmacista, dove Longhi unisce l'influsso francese con
un'osservazione bonariamente ironica di stampo e di colore veneziano; nella parete di
fronte, in alto, rende omaggio al vecchio maestro Antonio Balestra riproducendone una sua
Natività. Il 13 agosto 1760 Gaspare Gozzi lo cita nella "Gazzetta Veneta" confrontandolo col
Tiepolo e il 2 settembre Pietro Gradenigo lo qualifica "pittore per attitudini naturali, e
parlanti caricature".
•
Dagli anni Sessanta muta lo stile longhiano, con tonalità brunastre e un disegno che appare
poco curato, per il quale si è ipotizzata una sua consapevole scelta "rembrandtiana" sulla
scia del contemporaneo Nogari, ma appare in realtà la stanchezza di una maniera che in
tanti anni non trova capacità di rinnovamento, quasi uno specchio della stessa Repubblica
veneziana. Le scene di vita quotidiana dipinte da Pietro Longhi sono caratterizzate da una
rigorosa ricerca della realtà vissuta, ogni particolare appare frutto di uno studio attento e
approfondito: gli oggetti inseriti nei quadri, perfino le tonalità del colore impiegate nascono
non dall'idealizzazione, ma da esperienze realmente vissute e minuziosamente descritte. Lo
provano i disegni in cui il pittore annotò di tutto: atteggiamenti di dame e domestici,
pappagalli, colori e forme di arredi e vesti.Per l'opera del Longhi bisogna tener presente i
costanti riferimenti al mondo teatrale, e può essere tracciato uno sviluppo parallelo tra
l'opera del pittore e quella del commediografo Goldoni, quest'ultimo, attraverso il
superamento della commedia dell'arte, crea un nuovo tipo di teatro ispirato alla vita reale,
allo stesso modo l'artista, pittore principalmente dell'alta borghesia mercantile veneziana,
propone nella sua pittura, un'attenta osservazione e la cronaca puntuale del costume sociale
di un'intera epoca.
10.
11. Le opere
« … Longhi dipinse per i veneziani appassionati di pittura la loro stessa vita, in tutte
le sue fasi quotidiane, domestiche e mondane. Nelle scene riguardanti
l'acconciatura e l'abbigliamento della dama, troviamo il pettegolezzo del barbiere
imparruccato, le chiacchiere della cameriera; nella scuola di danza, l'amabile suono
del violino. Non c'è nessuna nota tragica...» (Berenson)
« … l'argomento della sua pittura è la cronaca mondana... ma il genere gli si
stereotipa sotto il pennello, un po' alla volta gli diventano convenzionali, di
maniera, quegli stessi aspetti grazie ai quali la letteratura encomiastica innamorata
della vita del Settecento lo assomiglia, poi, leggermente a Goldoni pel suo dono di
osservazione, al Parini, ancora più leggermente, per la evidenza molto discutibile
della sua satira » (Damerini)
« Si tratta di una specie di Molière della pittura, o piuttosto…di una equivalenza
pittorica del Goldoni più incisivo ed ironico. In genere si è molto apprezzato il
valore documentario di questo diario illustrato, trascurandone le alte qualità
pittoriche, testimoni di una sensibilità eccezionale per gli interni, per i colori
dimessi e ben calcolati… » (Chastel)
« Per la prima volta, col Longhi, i fatti della vita sono veduti e annotati
oggettivamente e cioè senza pregiudizi sociali o intenzioni moralistiche.» (Argan)