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Workshop informativo: Dott.ssa Alice Conforti, Operatore
A.B.A gruppo Mipia-IESCUM,
Responsabile Area Autismo, Cooperativa MOMO

L’AUTISMO E I DISTURBI
GENERALIZZATI DELLO
SVILUPPO
ARGOMENTI:
Disturbi pervasivi dello sviluppo (criteri diagnostici)
Modelli clinici interpretativi
Intersoggettività e comunicazione
Un po’ di storia …

Il termine "autismo" fu impiegato da Bleuler nel
1911, nell'ambito della schizofrenia, per indicare
un comportamento rappresentato da chiusura,
evitamento dell'altro ed isolamento.

Autismo come sintomo della schizofrenia
MOMO Soc. Cooperativa sociale

2
Un po’ di storia …






Il termine autismo è stato in seguito applicato, in modo
indipendente, dagli psichiatri austriaci Leo Kanner (nel 1943)
e Hans Asperger (nel 1944) per descrivere una sindrome che
si sviluppa in età infantile, in genere al di sotto dei tre anni.
Kanner descrisse il comportamento di undici bambini,
caratterizzati da difficoltà di relazionarsi con l’ambiente esterno,
compresi i genitori, e che sembravano vivere in un loro mondo.
Kanner utilizzò questo termine non più con il significato di un
sintomo, ma come una etichetta descrittiva di un'entità
nosografica, l'Autismo Infantile.
MOMO Soc. Cooperativa sociale
Un po’ di storia …
Nel 1943 lo psichiatra austriaco indicò che la
sindrome autistica aveva natura congenita:
congenita

“disturbo congenito del contatto affettivo con la realtà”.

MOMO Soc. Cooperativa sociale

4
Un po’ di storia …
Anni 60-70






Il modello interpretativo imperante è quello
psicodinamico
in rapporto al quale l'autismo rappresentava una
difesa contro l'angoscia derivante da un fallimento
delle prime relazioni oggettuali.
Mahler – Bettelheim: Bettelheim giunse a proporre il
distacco dal nucleo familiare, la cosiddetta
parentectomia, come terapia riabilitativa.
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5
Che cosa è lo spettro autistico
Sindrome clinica con alterazioni di funzioni cerebrali e
compromissioni in più aree evolutive.
Spettro (Allen 1988)




Le attuali ricerche hanno evidenziato la difficile
comprensione delle informazioni sociali ed emotive dei
soggetti con sindrome autistica, che portano
operativamente alla difficoltà a condividere il significato
dell'intento comunicativo e delle interazioni reciproche.
Condizione clinica che si evidenza in età infantile ma dura
per tutto il ciclo di vita
MOMO Soc. Cooperativa sociale

6
Le tre aree di interesse
diagnostico





L'autismo viene considerato dalla comunità scientifica
internazionale (classificazione ICD 10 dell'OMS e DSM IV) un
disturbo pervasivo dello sviluppo, e si manifesta entro il terzo
sviluppo
anno di età con deficit nelle seguenti aree:
comunicazione
interazione sociale
immaginazione, repertorio di interessi

Normalmente i sintomi si manifestano come un ritiro autistico
dovuto a gravi alterazioni nelle tre aree citate dal DSM-IV
MOMO Soc. Cooperativa sociale

7
Sintomi
Le persone affette da DSA (disturbo spettro autistico) presentano i
seguenti sintomi:






anomalie qualitative nel campo delle relazioni sociali reciproche
in tutti gli aspetti della comunicazione
comportamenti, attività ed interessi ristretti, limitati, ripetitivi e
stereotipati
insorgenza prima dei 3 anni.
 L'incidenza dell'autismo è stimata da 2 a 10 casi ogni 10.000
persone.
 L'autismo colpisce i maschi 4 volte più frequentemente delle
femmine.
 E' stato riscontrato in tutte le popolazioni del mondo di ogni razza
ed ambiente sociale
MOMO Soc. Cooperativa sociale

8
Alta Frequenza di DPS – AUTISMO
(3-5 %) in:






sclerosi tuberosa , Ipomelanosi di Ito, neurofibromatosi
Sindromi cromosomiche: X Fragile, S.Down, tetrasomia 15, altre
Sindromi metaboliche: PKU
Rosolia intrauterina, citomegalovirus, herp.
S.Williams, S .Sotos, SRrett

> Frequenza in associazione a queste condizioni cliniche maggiori vs
popolazione generale.

MOMO Soc. Cooperativa sociale

9
Spesso associato a condizioni
fisichemediche molte diverse

patologie metaboliche
 patologie sensoriali
patologie mediche generali (intolleranze alimentari).

E’ NECESSARIA UNA ATTENZIONE COMPLESSIVA (sistemica
ALLA SITUAZIONE FISICA E ORGANICA .
MOMO Soc. Cooperativa
AUTISMO – COMORBIDITA’
 Autismo a basso funzionamento
Ritardo mentale
Adhd
Disturbi del comportamento (auto/etero aggressività)
Epilessia
 Autismo ad alto funzionamento:
Disturbi dell’umore
Disturbo ossessivo compulsivo
ADHD
 Sindrome di Asperger:
Disturbo ossessivo compulsivo
Disturbi di personalità
I disturbi generalizzati dello
sviluppo
Disturbo autistico

Disturbo autistico atipico
Disturbo disintegrativo dell’infanzia
Disturbo di Rett
Disturbo di Asperger
MOMO Soc. Cooperativa sociale

12
Quali sono le cause dell'autismo
L'autismo non ha una singola causa

malattia a genesi multifattoriale
Vulnerabilità genetica – fattori ambientali
3 aree di ricerca distinte:

Eziologia:
fattori
causali;
(geneticapatologieneonatali)

Anatomia patologica:basi neurobiologiche; (neurotrasmettitoristrutture anatomiche)

Patogenesi: modelli interpretativi della clinica.
MOMO Soc. Cooperativa sociale

13
Fattori causali



Gravidanza Gilberg, 1992



Predisposizione genetica Volkmar, 2000

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Patologia anatomica
Basi neurobiologiche




Neurotrasmettitori
Serotonina, ossitocina, dopamina
(Poustka 1998-Volkmar 2004)
Anomalie strutture cerebrali,
Cervelletto (Courchense 1998, Kemper et al. 1998)
Lobo frontale (Castelli et al. 2000, Schultz 2003)
Sistema limbico (Baron-Cohen).

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Zone cerebrali implicate
Zone cerebrali implicate







FRONTALE: Rappresentazione dei piani di azione;
pianificazione ed esecuzione motoria
AMIGDALA: Riconoscimento del contenuto affettivo degli
stimoli; interazione sociale; percezione dei
movimenti del corpo; associazioni cross-modali;
memoria a lungo termine; orientamento agli
stimoli sociali; percezione della direzione dello
sguardo
IPPOCAMPO: Apprendimento e memoria
CERVELLETTO:MOMO Soc. Cooperativa sociale
Variazioni rapide di attenzione
ANNI 80-90
modelli interpretativi clinici








Teoria della mente (S. Baron-Cohen, Leslie e Frith 1985)
Problemi nella funzione esecutiva (U. Frith 1988)
Debole coerenza centrale (Ozonoff, Pennington e Rogers
1991, Happè 1999)
Teoria socio affettiva (Hobson 1993)
Intensificazione funzione percettiva
Memoria procedurale.

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Teoria della mente
Capacità di riflettere sulle
emozioni, sui desideri, sulle
credenze proprie ed altrui e
di
comprendere
il
comportamento degli altri in
rapporto non solo a quello
che ciascuno di noi sente,
desidera o conosce, ma in
rapporto a quello che
ciascuno di noi pensa che
l’altro senta, desideri o
conosca.
MOMO Soc. Cooperativa sociale
Teoria della mente

Fonte slide : listaippocrate.-congr2/Atti-dell’Aquila
Teoria della mente
Teoria della mente
Precursori evolutivi






Capacità espressiva
Attenzione congiunta
imitazione
Gioco simbolico

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Coerenza centrale debole
La capacità di sintetizzare in un tutto coerente, o
meglio di sistematizzare in un sistema di
conoscenze, le molteplici esperienze parcellari
che investono i nostri sensi. Il b. autistico rimane
ancorato a dati esperenziali parcellizzati, con
incapacità di cogliere il significato dello stimolo
nel suo complesso.

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Funzioni esecutive
Abilità determinanti nell’organizzazione e nella
pianificazione dei comportamenti di risoluzione
dei problemi.
Test wcst

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Difficoltà attentiva
attivare l’attenzione sullo scopo
inibire gli stimoli interferenti prevalenti
(competizione tra i sistemi sensoriali)
mantenere una attenzione sostenuta e condivisa
sul progetto
controllo delle funzioni esecutive (confusione nei
processi selettivi)

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Anni 90
Studi sui sistemi
neuronali
Studi eye - tracking

Il sistema dei neuroni
specchi fu scoperto da
Rizzolatti e colleghi (Di
Pellegrino et al. 1992) nella
corteccia pre-motoria delle
scimmie. Questi neuroni
sono caratterizzati dalla loro
modalità di attivazione, che
risponde non solo quando
la
scimmia
esegue
un’azione,
ma
anche
quando la scimmia sta
osservando il ricercatore
che
esegue
un’azione
simile.

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Anni 90
Sintomatologia
Video vari ...
Comunicazione


Ritardo o totale mancanza dello sviluppo di comportamenti comunicativi



Ritardo o assenza linguaggio vocale



I soggetti che sono in grado di utilizzare il linguaggio si esprimono in
molte occasioni in modo bizzarro, hanno difficoltà a sostenere una
conversazione



Uso linguaggio stereotipato o ripetitivo



L'ecolalia può essere immediata (ripetizione di parole o frasi subito
dopo l'ascolto), oppure ecolalia differita (ripetizione a distanza di tempo
di frasi o parole sentite in precedenza
MOMO Soc. Cooperativa sociale

30
Interazione sociale
I soggetti autistici mostrano un'apparente carenza di
interesse e di reciprocità relazionale con gli altri, tendenza
all'isolamento e alla chiusura sociale, apparente
indifferenza emotiva agli stimoli o ipereccitabilità agli stessi,
difficoltà ad instaurare un contatto visivo.
Hanno difficoltà nell' iniziare una conversazione o a
rispettarne i turni, difficoltà a rispondere alle domande e a
partecipare alla vita od ai giochi di gruppo.

MOMO Soc. Cooperativa sociale

31
Immaginazione o repertorio di
interessi








Un limitato repertorio di comportamenti viene ripetuto in modo
ossessivo,si possono osservare posture e sequenze di movimenti
stereotipati detti appunto stereotipie.
Queste persone possono manifestare eccessivo interesse per
oggetti o parti di essi, in particolare se hanno forme tondeggianti o
possono ruotare (palle ovali, biglie, trottole, eliche, ecc.).
Si riscontra una marcata resistenza al cambiamento che per alcuni
può assumere le caratteristiche di un vero e proprio terrore fobico.
Questo può accadere se il soggetto viene allontanato dal proprio
ambiente (camera, studio, giardino ecc) o se nell'ambiente in cui
vive si cambia inavvertitamente la collocazione di oggetti, del
mobilio o comunque l'aspetto della stanza.
MOMO Soc. Cooperativa sociale

32
Come riconoscere l’autismo

MOMO Soc. Cooperativa sociale

33
Come riconoscere l’autismo

MOMO Soc. Cooperativa sociale

34
Come riconoscere l’autismo

MOMO Soc. Cooperativa sociale

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Come riconoscere l’autismo

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Come riconoscere l’autismo

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Come riconoscere l’autismo

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Come riconoscere l’autismo

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Come riconoscere l’autismo

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Come riconoscere l’autismo

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41
Come riconoscere l’autismo

MOMO Soc. Cooperativa sociale

42
Come riconoscere l’autismo

MOMO Soc. Cooperativa sociale

43
Intersoggettività
insieme dei comportamenti sociali:
(insieme coordinato di attività
percettive, emotive e cognitive)

motorie,

necessarie alla creazione della capacità di
riferirsi ad un’altra persona.

MOMO Soc. Cooperativa sociale

44
Intersoggettività




L’intersoggettività è il processo di condivisione
dell’attività mentale che ha luogo tra due o più
persone durante un qualsiasi atto comunicativo.
Questa capacità è innata e non richiede capacità
cognitive
astratte
razionali
né
dipende
dall’apprendimento culturale.
L’intersoggettività parte e si esplica dalla produzione
e dal riconoscimento di movimenti del corpo,
soprattutto del viso, del tratto vocale e della
gestualità.
Intersoggettività primaria
(nascita- 79 mesi)
 Orientamento: capacità di reagire ad uno stimolo nuovo,
di distinguere ciò che è rilevante da ciò che è usuale
 Attivazione: capacità di attivarsi sia fisicamente sia
emotivamente
 Attenzione: capacità di orientarsi a lungo nei confronti di
uno stimolo
 Interesse per il viso umano: riconoscimento
dell’espressione
 Capacità di alternanza dei turni: scambio di sorrisi, suoni,
sguardi con un tempismo di tipo conversazionale.
MOMO Soc. Cooperativa sociale

46
Intersoggettività
La madre guarda e
ascolta, anticipando
intuitivamente
le
espres-sioni
del
bambino. Risponde
empaticamente
e
giocosamente
con
linguaggio
“motherese”, tocco
ed espressioni del
volto e delle mani

Il bambino attratto
dalla
voce,
dall’espressione del
volto e dai gesti
delle mani risponde
gioco-samente con
affetto, imitando e
provocando
imitazione

Comunicazione precoce tra madre e bambino
di due mesi. Questo è il periodo della
Intersoggettività Primaria
Fonte slide

Paola Venuti- Stefano Cainelli
Dipartimento di Scienze della Formazione e Cognizione
Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale
Università di Trento
Le fasi dello sviluppo
dell’intersoggettività
secondaria








Comparsa di grande interesse per gli oggetti
Sviluppo di giochi interpersonali in cui si controllano aspettative
reciproche
ritmi più veloci , maggiore tempo di attenzione al gioco, forte emotività
collegata all’azione
Interazioni più complesse e migliore gestione della capacità di
turnazione
Intersoggettività secondaria
(918 mesi)
 Attenzione congiunta
 Emozione congiunta
 Intenzione congiunta

MOMO Soc. Cooperativa sociale

49
Intersoggettività secondaria
Il triangolo persona-persona-oggetto
con attenzone condivisa

Prima della fine del primo anno, un bambino comincia a manifestare interesse nel
condividere scopi ed interessi con un familiare. Questa coscienza cooperativa
richiede l’abilità di alternare l’attenzione tra un oggetto ed una persona. Questo è
il momento in cui il bambino comincia a vocalizzare “commenti” con gesti e a fare
atti significativi.
Paola Venuti- Stefano Cainelli
Dipartimento di Scienze della Formazione e Cognizione
Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale
Università di Trento

Fonte slide
«Di fatto, i bambini possono addirittura individuare
ciò che un adulto stia guardando ... Ci si può
immaginare quanto sarebbe difficile imparare una
lingua se non si sapesse ciò che chi parla stia
guardando?» (N. Chomsky, 1988).

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Cosa è la COMUNICAZIONE?
Comportamento verbale, intenzionale e
reciproco per ottenere qualcosa e/o un
cambiamento …

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Comunicazione reciproca







Esempi:
Indicare il biberon
Pecs
Linguaggio dei segni
Alzare la mano per chiedere attenzione
“il treno, guarda!”
Portare le scarpe perché si vuole uscire
MOMO Soc. Cooperativa sociale
Comunicazione reciproca
Il comportamento verbale implica una interazione sociale tra chi
parla e chi ascolta.
Ascoltatore
Linguaggio ricettivo

Parlante
Linguaggio espressivo

Comportamento verbale non è sinonimo di comportamento vocale
viceversa (ecolalia auto-stimolatoria)

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Comunicazione reciproca
Quali sono i comportamenti verbali per dire “Ho sete?”

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Analisi concettuale del linguaggio:
l’analisi funzionale del linguaggio
Concetto di parola:
 Topografia (topos=forma)/funzione


La parola può avere molti significati diversi a
seconda delle situazioni in cui viene usata

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Gli operanti verbali
(secondo la propsettiva skinneriana)
è interessante applicare l’analisi funzionale anche alla
dimensione comunicativa: la stessa parola (uguale
topografia) può essere detta con funzione diversa






Mand (richiesta): voglio la PALLA
Tact (denomino): è la PALLA
Ecoico : PALLA-PALLA
Recettivo: dammi la PALLA
Intraverbale : cosa rotola?LA PALLA
MOMO Soc. Cooperativa sociale
Ampliare dinamica
comunicativa e spingere il
bambino a fare richieste






Organizzare l’ambiente in modo che chieda gli
oggetti dovendo contattare qualcuno … ( limitare il
comportamento diretto sugli oggetti)
Evitare di precederlo nella richiesta con la domanda
“vuoi l’acqua?”
Correggere modalità non funzionali (gesto
motoriourlapianto …)offrendo un’altra topografia di
richiesta
MOMO Soc. Cooperativa sociale
Comunicazione Aumentativa
Alternativa CAA


Linguaggio con gli oggetti



Pecs



Linguaggio segni

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Comunicazione Aumentativa
Alternativa CAA

Foto dal sito io cresco
Comunicazione Aumentativa
Alternativa CAA
Dove ti fa male?

Materiale cd- rom Erickson
Comunicazione Aumentativa
Alternativa CAA
scelta
Caratteristiche di linguaggio







Inversione pronominale e difficoltà di
prosodia
Difficoltà idiomatica
Linguaggio idiosincratico
Pragmatica del linguaggio
Ecolalia
MOMO Soc. Cooperativa sociale
Ecolalia













Non-finalizzata: prodotte senza apparente intenzione e
spesso in stato di elevata attivazione emozionale (dolore,
paura, ecc.)
Dialogica: usate per “riempire” il proprio turno nel corso di
un’interazione verbale.
Reiterativa: usate come ausilio all’attività di elaborazione
mentale delle informazione
Auto-regolatoria: che servono a regolare le proprie azioni;
prodotte dunque in sincronia con l’attività motoria.
Affermativa per comunicare una risposta affermativa di
una frase precedente.
Di richiesta: usate per richiedere oggetti o l’azione di altre
persone.
Linguaggio idiosincratico
NON VERSARE: per dire “voglio acqua”

E’ TUO?: per dire “voglio lavare i denti”
la frase della maestra quando distribuisce gli spazzolini a
scuola..
CANTA LA SIGLA DEL CARTONE: per dire “accendi la
TV”
MOMO Soc. Cooperativa sociale
Pragmatica del linguaggio
L’uso concreto e sociale del linguaggio …
(es:problemi con il turn- taking ,tendenza a
tornare alle aree di speciale interesse o la
difficoltà a sostenere il 'dare e avere' della
conversazione …).

MOMO Soc. Cooperativa sociale
Cohen D. J. e Vokmar
(edizione italiana a cura
di Nardocci Franco con
la presentazione di
Moderato Paolo e la
prefazione di Caffo
Ernesto) ed Vannini
UtaFrith . L’autismo
Spiegazione di un
enigma.
Lambiase Mario
Autismo e lobi frontali
Ed. Vannini
Peeters Teo –Gillberg G.
Autismo
Aspetti medici e pratica
educativa
Ed. minotauro
Sindrome di Asperger e
autismo highfunctionning. Diagnosi e
interventi

Islorati bizzarri
intelligenti
Hans Asperger
Autore:
Kathy Hunter,
Vannini
Il linguaggio verbale nell’autismo
Strategie di insegnamento per
bambini con disturbi dello spettro
autistico

Gioco e interazione sociale
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Autismo e d.p

  • 1. Workshop informativo: Dott.ssa Alice Conforti, Operatore A.B.A gruppo Mipia-IESCUM, Responsabile Area Autismo, Cooperativa MOMO L’AUTISMO E I DISTURBI GENERALIZZATI DELLO SVILUPPO ARGOMENTI: Disturbi pervasivi dello sviluppo (criteri diagnostici) Modelli clinici interpretativi Intersoggettività e comunicazione
  • 2. Un po’ di storia … Il termine "autismo" fu impiegato da Bleuler nel 1911, nell'ambito della schizofrenia, per indicare un comportamento rappresentato da chiusura, evitamento dell'altro ed isolamento. Autismo come sintomo della schizofrenia MOMO Soc. Cooperativa sociale 2
  • 3. Un po’ di storia …    Il termine autismo è stato in seguito applicato, in modo indipendente, dagli psichiatri austriaci Leo Kanner (nel 1943) e Hans Asperger (nel 1944) per descrivere una sindrome che si sviluppa in età infantile, in genere al di sotto dei tre anni. Kanner descrisse il comportamento di undici bambini, caratterizzati da difficoltà di relazionarsi con l’ambiente esterno, compresi i genitori, e che sembravano vivere in un loro mondo. Kanner utilizzò questo termine non più con il significato di un sintomo, ma come una etichetta descrittiva di un'entità nosografica, l'Autismo Infantile. MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 4. Un po’ di storia … Nel 1943 lo psichiatra austriaco indicò che la sindrome autistica aveva natura congenita: congenita “disturbo congenito del contatto affettivo con la realtà”. MOMO Soc. Cooperativa sociale 4
  • 5. Un po’ di storia … Anni 60-70    Il modello interpretativo imperante è quello psicodinamico in rapporto al quale l'autismo rappresentava una difesa contro l'angoscia derivante da un fallimento delle prime relazioni oggettuali. Mahler – Bettelheim: Bettelheim giunse a proporre il distacco dal nucleo familiare, la cosiddetta parentectomia, come terapia riabilitativa. MOMO Soc. Cooperativa sociale 5
  • 6. Che cosa è lo spettro autistico Sindrome clinica con alterazioni di funzioni cerebrali e compromissioni in più aree evolutive. Spettro (Allen 1988)   Le attuali ricerche hanno evidenziato la difficile comprensione delle informazioni sociali ed emotive dei soggetti con sindrome autistica, che portano operativamente alla difficoltà a condividere il significato dell'intento comunicativo e delle interazioni reciproche. Condizione clinica che si evidenza in età infantile ma dura per tutto il ciclo di vita MOMO Soc. Cooperativa sociale 6
  • 7. Le tre aree di interesse diagnostico    L'autismo viene considerato dalla comunità scientifica internazionale (classificazione ICD 10 dell'OMS e DSM IV) un disturbo pervasivo dello sviluppo, e si manifesta entro il terzo sviluppo anno di età con deficit nelle seguenti aree: comunicazione interazione sociale immaginazione, repertorio di interessi Normalmente i sintomi si manifestano come un ritiro autistico dovuto a gravi alterazioni nelle tre aree citate dal DSM-IV MOMO Soc. Cooperativa sociale 7
  • 8. Sintomi Le persone affette da DSA (disturbo spettro autistico) presentano i seguenti sintomi:     anomalie qualitative nel campo delle relazioni sociali reciproche in tutti gli aspetti della comunicazione comportamenti, attività ed interessi ristretti, limitati, ripetitivi e stereotipati insorgenza prima dei 3 anni.  L'incidenza dell'autismo è stimata da 2 a 10 casi ogni 10.000 persone.  L'autismo colpisce i maschi 4 volte più frequentemente delle femmine.  E' stato riscontrato in tutte le popolazioni del mondo di ogni razza ed ambiente sociale MOMO Soc. Cooperativa sociale 8
  • 9. Alta Frequenza di DPS – AUTISMO (3-5 %) in:      sclerosi tuberosa , Ipomelanosi di Ito, neurofibromatosi Sindromi cromosomiche: X Fragile, S.Down, tetrasomia 15, altre Sindromi metaboliche: PKU Rosolia intrauterina, citomegalovirus, herp. S.Williams, S .Sotos, SRrett > Frequenza in associazione a queste condizioni cliniche maggiori vs popolazione generale. MOMO Soc. Cooperativa sociale 9
  • 10. Spesso associato a condizioni fisichemediche molte diverse patologie metaboliche  patologie sensoriali patologie mediche generali (intolleranze alimentari). E’ NECESSARIA UNA ATTENZIONE COMPLESSIVA (sistemica ALLA SITUAZIONE FISICA E ORGANICA . MOMO Soc. Cooperativa
  • 11. AUTISMO – COMORBIDITA’  Autismo a basso funzionamento Ritardo mentale Adhd Disturbi del comportamento (auto/etero aggressività) Epilessia  Autismo ad alto funzionamento: Disturbi dell’umore Disturbo ossessivo compulsivo ADHD  Sindrome di Asperger: Disturbo ossessivo compulsivo Disturbi di personalità
  • 12. I disturbi generalizzati dello sviluppo Disturbo autistico Disturbo autistico atipico Disturbo disintegrativo dell’infanzia Disturbo di Rett Disturbo di Asperger MOMO Soc. Cooperativa sociale 12
  • 13. Quali sono le cause dell'autismo L'autismo non ha una singola causa malattia a genesi multifattoriale Vulnerabilità genetica – fattori ambientali 3 aree di ricerca distinte:  Eziologia: fattori causali; (geneticapatologieneonatali)  Anatomia patologica:basi neurobiologiche; (neurotrasmettitoristrutture anatomiche)  Patogenesi: modelli interpretativi della clinica. MOMO Soc. Cooperativa sociale 13
  • 14. Fattori causali  Gravidanza Gilberg, 1992  Predisposizione genetica Volkmar, 2000 MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 15. Patologia anatomica Basi neurobiologiche   Neurotrasmettitori Serotonina, ossitocina, dopamina (Poustka 1998-Volkmar 2004) Anomalie strutture cerebrali, Cervelletto (Courchense 1998, Kemper et al. 1998) Lobo frontale (Castelli et al. 2000, Schultz 2003) Sistema limbico (Baron-Cohen). MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 17. Zone cerebrali implicate     FRONTALE: Rappresentazione dei piani di azione; pianificazione ed esecuzione motoria AMIGDALA: Riconoscimento del contenuto affettivo degli stimoli; interazione sociale; percezione dei movimenti del corpo; associazioni cross-modali; memoria a lungo termine; orientamento agli stimoli sociali; percezione della direzione dello sguardo IPPOCAMPO: Apprendimento e memoria CERVELLETTO:MOMO Soc. Cooperativa sociale Variazioni rapide di attenzione
  • 18. ANNI 80-90 modelli interpretativi clinici       Teoria della mente (S. Baron-Cohen, Leslie e Frith 1985) Problemi nella funzione esecutiva (U. Frith 1988) Debole coerenza centrale (Ozonoff, Pennington e Rogers 1991, Happè 1999) Teoria socio affettiva (Hobson 1993) Intensificazione funzione percettiva Memoria procedurale. MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 19. Teoria della mente Capacità di riflettere sulle emozioni, sui desideri, sulle credenze proprie ed altrui e di comprendere il comportamento degli altri in rapporto non solo a quello che ciascuno di noi sente, desidera o conosce, ma in rapporto a quello che ciascuno di noi pensa che l’altro senta, desideri o conosca. MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 20. Teoria della mente Fonte slide : listaippocrate.-congr2/Atti-dell’Aquila
  • 23. Precursori evolutivi     Capacità espressiva Attenzione congiunta imitazione Gioco simbolico MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 24. Coerenza centrale debole La capacità di sintetizzare in un tutto coerente, o meglio di sistematizzare in un sistema di conoscenze, le molteplici esperienze parcellari che investono i nostri sensi. Il b. autistico rimane ancorato a dati esperenziali parcellizzati, con incapacità di cogliere il significato dello stimolo nel suo complesso. MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 25. Funzioni esecutive Abilità determinanti nell’organizzazione e nella pianificazione dei comportamenti di risoluzione dei problemi. Test wcst MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 26. Difficoltà attentiva attivare l’attenzione sullo scopo inibire gli stimoli interferenti prevalenti (competizione tra i sistemi sensoriali) mantenere una attenzione sostenuta e condivisa sul progetto controllo delle funzioni esecutive (confusione nei processi selettivi) MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 27. Anni 90 Studi sui sistemi neuronali Studi eye - tracking Il sistema dei neuroni specchi fu scoperto da Rizzolatti e colleghi (Di Pellegrino et al. 1992) nella corteccia pre-motoria delle scimmie. Questi neuroni sono caratterizzati dalla loro modalità di attivazione, che risponde non solo quando la scimmia esegue un’azione, ma anche quando la scimmia sta osservando il ricercatore che esegue un’azione simile. MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 30. Comunicazione  Ritardo o totale mancanza dello sviluppo di comportamenti comunicativi  Ritardo o assenza linguaggio vocale  I soggetti che sono in grado di utilizzare il linguaggio si esprimono in molte occasioni in modo bizzarro, hanno difficoltà a sostenere una conversazione  Uso linguaggio stereotipato o ripetitivo  L'ecolalia può essere immediata (ripetizione di parole o frasi subito dopo l'ascolto), oppure ecolalia differita (ripetizione a distanza di tempo di frasi o parole sentite in precedenza MOMO Soc. Cooperativa sociale 30
  • 31. Interazione sociale I soggetti autistici mostrano un'apparente carenza di interesse e di reciprocità relazionale con gli altri, tendenza all'isolamento e alla chiusura sociale, apparente indifferenza emotiva agli stimoli o ipereccitabilità agli stessi, difficoltà ad instaurare un contatto visivo. Hanno difficoltà nell' iniziare una conversazione o a rispettarne i turni, difficoltà a rispondere alle domande e a partecipare alla vita od ai giochi di gruppo. MOMO Soc. Cooperativa sociale 31
  • 32. Immaginazione o repertorio di interessi     Un limitato repertorio di comportamenti viene ripetuto in modo ossessivo,si possono osservare posture e sequenze di movimenti stereotipati detti appunto stereotipie. Queste persone possono manifestare eccessivo interesse per oggetti o parti di essi, in particolare se hanno forme tondeggianti o possono ruotare (palle ovali, biglie, trottole, eliche, ecc.). Si riscontra una marcata resistenza al cambiamento che per alcuni può assumere le caratteristiche di un vero e proprio terrore fobico. Questo può accadere se il soggetto viene allontanato dal proprio ambiente (camera, studio, giardino ecc) o se nell'ambiente in cui vive si cambia inavvertitamente la collocazione di oggetti, del mobilio o comunque l'aspetto della stanza. MOMO Soc. Cooperativa sociale 32
  • 33. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 33
  • 34. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 34
  • 35. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 35
  • 36. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 36
  • 37. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 37
  • 38. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 38
  • 39. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 39
  • 40. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 40
  • 41. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 41
  • 42. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 42
  • 43. Come riconoscere l’autismo MOMO Soc. Cooperativa sociale 43
  • 44. Intersoggettività insieme dei comportamenti sociali: (insieme coordinato di attività percettive, emotive e cognitive) motorie, necessarie alla creazione della capacità di riferirsi ad un’altra persona. MOMO Soc. Cooperativa sociale 44
  • 45. Intersoggettività   L’intersoggettività è il processo di condivisione dell’attività mentale che ha luogo tra due o più persone durante un qualsiasi atto comunicativo. Questa capacità è innata e non richiede capacità cognitive astratte razionali né dipende dall’apprendimento culturale. L’intersoggettività parte e si esplica dalla produzione e dal riconoscimento di movimenti del corpo, soprattutto del viso, del tratto vocale e della gestualità.
  • 46. Intersoggettività primaria (nascita- 79 mesi)  Orientamento: capacità di reagire ad uno stimolo nuovo, di distinguere ciò che è rilevante da ciò che è usuale  Attivazione: capacità di attivarsi sia fisicamente sia emotivamente  Attenzione: capacità di orientarsi a lungo nei confronti di uno stimolo  Interesse per il viso umano: riconoscimento dell’espressione  Capacità di alternanza dei turni: scambio di sorrisi, suoni, sguardi con un tempismo di tipo conversazionale. MOMO Soc. Cooperativa sociale 46
  • 47. Intersoggettività La madre guarda e ascolta, anticipando intuitivamente le espres-sioni del bambino. Risponde empaticamente e giocosamente con linguaggio “motherese”, tocco ed espressioni del volto e delle mani Il bambino attratto dalla voce, dall’espressione del volto e dai gesti delle mani risponde gioco-samente con affetto, imitando e provocando imitazione Comunicazione precoce tra madre e bambino di due mesi. Questo è il periodo della Intersoggettività Primaria Fonte slide Paola Venuti- Stefano Cainelli Dipartimento di Scienze della Formazione e Cognizione Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale Università di Trento
  • 48. Le fasi dello sviluppo dell’intersoggettività secondaria     Comparsa di grande interesse per gli oggetti Sviluppo di giochi interpersonali in cui si controllano aspettative reciproche ritmi più veloci , maggiore tempo di attenzione al gioco, forte emotività collegata all’azione Interazioni più complesse e migliore gestione della capacità di turnazione
  • 49. Intersoggettività secondaria (918 mesi)  Attenzione congiunta  Emozione congiunta  Intenzione congiunta MOMO Soc. Cooperativa sociale 49
  • 50. Intersoggettività secondaria Il triangolo persona-persona-oggetto con attenzone condivisa Prima della fine del primo anno, un bambino comincia a manifestare interesse nel condividere scopi ed interessi con un familiare. Questa coscienza cooperativa richiede l’abilità di alternare l’attenzione tra un oggetto ed una persona. Questo è il momento in cui il bambino comincia a vocalizzare “commenti” con gesti e a fare atti significativi. Paola Venuti- Stefano Cainelli Dipartimento di Scienze della Formazione e Cognizione Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale Università di Trento Fonte slide
  • 51. «Di fatto, i bambini possono addirittura individuare ciò che un adulto stia guardando ... Ci si può immaginare quanto sarebbe difficile imparare una lingua se non si sapesse ciò che chi parla stia guardando?» (N. Chomsky, 1988). MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 52. Cosa è la COMUNICAZIONE? Comportamento verbale, intenzionale e reciproco per ottenere qualcosa e/o un cambiamento … MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 53. Comunicazione reciproca       Esempi: Indicare il biberon Pecs Linguaggio dei segni Alzare la mano per chiedere attenzione “il treno, guarda!” Portare le scarpe perché si vuole uscire MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 54. Comunicazione reciproca Il comportamento verbale implica una interazione sociale tra chi parla e chi ascolta. Ascoltatore Linguaggio ricettivo Parlante Linguaggio espressivo Comportamento verbale non è sinonimo di comportamento vocale viceversa (ecolalia auto-stimolatoria) MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 55. Comunicazione reciproca Quali sono i comportamenti verbali per dire “Ho sete?” MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 56. Analisi concettuale del linguaggio: l’analisi funzionale del linguaggio Concetto di parola:  Topografia (topos=forma)/funzione  La parola può avere molti significati diversi a seconda delle situazioni in cui viene usata MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 57. Gli operanti verbali (secondo la propsettiva skinneriana) è interessante applicare l’analisi funzionale anche alla dimensione comunicativa: la stessa parola (uguale topografia) può essere detta con funzione diversa      Mand (richiesta): voglio la PALLA Tact (denomino): è la PALLA Ecoico : PALLA-PALLA Recettivo: dammi la PALLA Intraverbale : cosa rotola?LA PALLA MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 58. Ampliare dinamica comunicativa e spingere il bambino a fare richieste    Organizzare l’ambiente in modo che chieda gli oggetti dovendo contattare qualcuno … ( limitare il comportamento diretto sugli oggetti) Evitare di precederlo nella richiesta con la domanda “vuoi l’acqua?” Correggere modalità non funzionali (gesto motoriourlapianto …)offrendo un’altra topografia di richiesta MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 59.
  • 60. Comunicazione Aumentativa Alternativa CAA  Linguaggio con gli oggetti  Pecs  Linguaggio segni MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 62. Comunicazione Aumentativa Alternativa CAA Dove ti fa male? Materiale cd- rom Erickson
  • 64. Caratteristiche di linguaggio      Inversione pronominale e difficoltà di prosodia Difficoltà idiomatica Linguaggio idiosincratico Pragmatica del linguaggio Ecolalia MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 65. Ecolalia       Non-finalizzata: prodotte senza apparente intenzione e spesso in stato di elevata attivazione emozionale (dolore, paura, ecc.) Dialogica: usate per “riempire” il proprio turno nel corso di un’interazione verbale. Reiterativa: usate come ausilio all’attività di elaborazione mentale delle informazione Auto-regolatoria: che servono a regolare le proprie azioni; prodotte dunque in sincronia con l’attività motoria. Affermativa per comunicare una risposta affermativa di una frase precedente. Di richiesta: usate per richiedere oggetti o l’azione di altre persone.
  • 66. Linguaggio idiosincratico NON VERSARE: per dire “voglio acqua” E’ TUO?: per dire “voglio lavare i denti” la frase della maestra quando distribuisce gli spazzolini a scuola.. CANTA LA SIGLA DEL CARTONE: per dire “accendi la TV” MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 67. Pragmatica del linguaggio L’uso concreto e sociale del linguaggio … (es:problemi con il turn- taking ,tendenza a tornare alle aree di speciale interesse o la difficoltà a sostenere il 'dare e avere' della conversazione …). MOMO Soc. Cooperativa sociale
  • 68. Cohen D. J. e Vokmar (edizione italiana a cura di Nardocci Franco con la presentazione di Moderato Paolo e la prefazione di Caffo Ernesto) ed Vannini
  • 70. Lambiase Mario Autismo e lobi frontali Ed. Vannini
  • 71. Peeters Teo –Gillberg G. Autismo Aspetti medici e pratica educativa Ed. minotauro
  • 72. Sindrome di Asperger e autismo highfunctionning. Diagnosi e interventi Islorati bizzarri intelligenti Hans Asperger
  • 74. Il linguaggio verbale nell’autismo Strategie di insegnamento per bambini con disturbi dello spettro autistico Gioco e interazione sociale Nello spettro autistico Micheli-Xaiz La comunicazione spontanea nell’autismo