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PSICOLOGIA GENERALE
Introduzione alla Psicologia: Storia modelli e metodi
Prof.ssa Carla Tinti

Linguaggio e
comunicazione

V. Cap.7 Manuale di Psicologia Generale
LA COMUNICAZIONE
LA COMUNICAZIONE
• la comunicazione non è un elemento opzionale
dell’uomo ma ne costituisce l’essenza, come il suo
essere sociale o pensante…...
• l’uomo non sceglie se essere comunicante ma se
comunicare e in che modo comunicare
• la comunicazione è un elemento in evoluzione (sia
nell’individuo che nella specie)
Uomo
comunicante

cognitiva

2 dimensioni
principali

relazionale
La comunicazione umana può essere distinta in:

Comunicazione
VERBALE

Comunicazione
NON VERBALE
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
Prossemica:
disposizione dei
corpi nello spazio
SEMIOTICA

Cinesica:
Mimica e gestualità
Paralinguistica:
aspetti non verbali
del parlato
Comportamento spaziale
Comportamento spaziale

•distanza interpersonale
 

•orientamento
•contatti fisici
 
Distanza interpersonale
Distanza interpersonale
 4 distanze fondamentali

(Hall, 1959)

 
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Distanza sociale (ca. 2-3 metri)
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Orientamento
Orientamento
 Angolo secondo cui le persone si dispongono l’una
rispetto all’altra
(Ricci-Bitti e Cortesi, 1977)

Amicizia

Collaborazione

Rapporto
gerarchico
 

Contatti fisici
Contatti fisici

 

Stretta di
mano

Abbraccio,
bacio

Dipendono molto dall’intensità del legame tra due
persone e dalla cultura.
4 ambiti in cui si usa molto il contatto fisico
 
1.
2.
3.
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(Argyle, 1975):

Relazioni intime
Relazioni parentali
Relazioni amichevoli
Interazioni aggressive
Postura
Postura

 

 

Esprime il vissuto emotivo

Indica rapporti sociali
Gestualità
Gestualità
 

Gesti rituali: connessi a specifici riti religiosi o civili
Emblemi: gesti con chiaro significato convenzionale
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Gesti espressivi: esprimono stati emotivi
Gesti regolatori: permettono il sincronismo conversazionale
Gesti adattivi
Sguardo
Sguardo

 

L’accoglienza fredda e impacciata di don
Abbondio, quel suo parlare stentato e insieme
impaziente, que’ due occhi grigi che, mentre
parlava, eran sempre andati scappando qua e là
come se avesser avuto paura d’incontrarsi con
le parole che gli uscivan di bocca...

(Manzoni, I Promessi Sposi)
 Funzioni:
 Comunicare atteggiamenti interpersonali
(simpatie, relazioni gerarchiche, Thayer, 1965)
 
Esprimere il vissuto emotivo
(sguardo sfuggente, sguardo abbassato)
 
Regolare l’interazione
DOMINANZA
12
10
8
6
4
2
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basso

medio

Livello gerarchico

alto
Aspetti non verbali del parlato
Aspetti non verbali del parlato
Verbali

 
 
 
 
 

Segnali
vocali

Legati al
parlare
Non
verbali
Indipendenti
dal parlare

Prosodici
 
Sincronici
 
Di disturbo
Emotivi
 
Paralinguistici
 
Personali
ANALISI DEI FENOMENI COMUNICATIVI
ANALISI DEI FENOMENI COMUNICATIVI
•sintassi
organizzazione interna, relazione tra le parole nella
frase e regole che determinano queste relazioni
•semantica
si occupa del rapporto tra comunicazione e i suoi
oggetti, si rivolge ai significati delle parole
•pragmatica
rapporto tra comunicazione, interlocutore e ambiente
in cui avviene, influenze della comunicazione sul
comportamento
Sintassi
Sintassi
Si occupa delle regole con cui le singole parole sono
ordinatamente montate per generare frasi
immediatamente riconoscibili come ben formate
Un uomo che camminava in un campo si imbatté in una tigre
Bevevano ginocchio treno per affettuosamente
Toro Seduto volere viso pallido dare cibo Indiani mangiare
Silvana tradisce allegramente il marito
(Bara, 2000)
Semantica
Semantica
Si occupa del significato che la frase veicola, sia per
mezzo dei significati delle singole parole sia attraverso
dei significati singoli nell’espressione globale trasmessa
dalla frase
Federica guardò il motoscafo che si allontanava con gran tristezza
Federica guardò il motoscafo che si allontanava con gran rumore

Alla fine fu proprio la pecorella che il lupo divorò
(Bara, 2000)
Pragmatica
Pragmatica
Si occupa dell’uso effettivo che gli esseri umani fanno del
linguaggio, per le loro finalità interattive, studiando i
differenti contesti in cui le frasi vengono emesse, e come
i significati trasmessi siano influenzati dai contesti stessi.
Es.
Sono le cinque
(Bara, 2000)
Sintassi
Sintassi
GRAMMATICA UNIVERSALE
GRAMMATICA UNIVERSALE

((Chomsky)
Chomsky)

Insieme finito di regole per la generazione di frasi
ben formate

Verdi idee incolori dormono furiosamente
Giovani studentesse bionde ballano graziosamente
Punti chiave della grammatica
Punti chiave della grammatica
universale:
universale:
• Esiste una grammatica universale, innata;
• Ogni parlante di una lingua ha una conoscenza inconscia
della grammatica particolare di quella lingua;
• Da un punto di vista epistemologico le regole
grammaticali devono essere totalmente esplicite, per
permettere la costruzione di modelli formali
Grammatica a struttura sintagmatica
Si fonda su tre elementi
1)vocabolario finito
2)insieme finito di simboli
3)insieme finito di regole
Spiegare la capacità tipicamente umana di parlare
significa:
specificare l’insieme (finito) di regole che
costituiscono la grammatica e che sono in grado di
generare l’insieme (infinito) di frasi ben formate
Regole della grammatica:
Regole della grammatica:

• Regole della struttura
sintagmatica

• Regole di
trasformazione
STRUTTURA
SUPERFICIALE
corrisponde alla frase
letta o pronunciata
parola per parola

STRUTTURA
PROFONDA
corrisponde alle singole
parole raggruppate per
sintagmi
REGOLE DI RISCRITTURA:

F
F
S.N.
S.N.
ART.
ART.

N.
N.

S.V.
S.V.
V.
V.

S.N.
S.N.
ART.
ART.

IL

BAMBINO

MANGIA

LA

N.
N.
MELA
Es. La vecchia legge la regola

F
F
S.N.
S.N.
ART.
ART.

N.
N.

S.V.
S.V.
V.
V.

S.N.
S.N.
ART.
ART.

LA

VECCHIA

LEGGE

N.
N.

LA

REGOLA
F
F
S.N.
S.N.
ART.
ART.

AGG.
AGG.

S.V.
S.V.
N.
N.
PRON.
PRON.

LA

VECCHIA

LEGGE

V.
V.

LA

REGOLA
REGOLE DI TRASFORMAZIONE:
Le regole di trasformazione specificano
il tipo di organizzazione da assegnare passando
dalla struttura profonda alla struttura superficiale.
COMPRENSIONE:
Permettono di passare
dalla struttura
superficiale alla
struttura profonda

GENERAZIONE:
Permettono di passare
dalla struttura profonda
alla struttura
superficiale
A livello della struttura profonda viene considerata più
primitiva la forma attiva
A livello della struttura superficiale le frasi possono
essere attive, passive, interrogative o negative, prodotte
secondo precise regole di trasformazione dalla forma
attiva
Es. il contadino mangiò la fragola
La fragola fu mangiata dal contadino
il contadino non mangiò la fragola
Semantica
Semantica
LA QUESTIONE DEL SIGNIFICATO: ALCUNE
PRECISAZIONI
a) Il significato di una parola deve essere
distinto dal riferimento – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni
sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia
deittiche

Es. la professoressa di matematica
la mamma di Giulia
b) Le parole hanno un doppio profilo di
significato:

Denotativo: nocciolo concettuale
sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni
deittiche

Connotativo: valenze aggiuntive
Es. Esame
c) ci possono essere particolari relazioni di significato
tra unità lessicali:
sinonimia: gridare-urlare
antonimia: vero-falso
iponimia – iperonimia: abete-albero;
automobile-utilitaria
omonimia – omofonia: rombo
polisemia: capo
d) I suoni di certe parole (significanti)
si collegano ai concetti (significati) solo per convenzioni
accettate (inconsapevolmente e passivamente)

sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni
deittiche
Secondo alcuni studi le parole delineano un profilo sonoro
che può essere assimilato a dei contorni figurativi,
anche quando non possiamo far valere la traccia di alcun
Significato per esse.

sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni
deittiche
A rendere più complicata la questione del significato
vi è la relazione tra ciò che è il significato dell’enunciato
e le intenzioni di chi lo enuncia:
sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni
deittiche

Es. sta per piovere
Pragmatica
Pragmatica
Funzioni della comunicazione
Funzioni della comunicazione

constatativa si parla di realtà, si descrive qualcosa
Es. Parigi è la capitale della Francia; 2+2=4
performativa costituisce un’azione del parlante
Es. arriverò in ritardo, vi dichiaro marito e moglie=
l’enunciato equivale ad una azione
ATTI LINGUISTICI
ATTI LINGUISTICI

((Austin,1962))
Austin, 1962

In situazioni ben determinate alcuni enunciati espressi in
forma dichiarativa modificano il mondo allo stesso modo
delle azioni (atti performativi)
Es.
L’imputato è condannato a una multa di 300 sterline o
trenta giorni di carcere
Io ti battezzo Francesca
Condizioni di buona riuscita
Condizioni di buona riuscita
A1) deve esistere una procedura convenzionale accettata
che abbia un certo effetto convenzionale, procedura che
deve includere l’atto di pronunciare determinate parole da
parte di determinate persone in determinate circostanze.
A2) La procedura specifica le circostanze e prescrive
quale debba essere il comportamento delle persone
B1) La procedura deve essere seguita da tutti i
partecipanti sia correttamente che
B2) Completamente
Fallimento = azzera l ’atto
Es. giudice fuori dal tribunale
C1)Se, come spesso avviene, la procedura è destinata all’impiego
da parte di persone aventi determinati pensieri o sentimenti, o
all’attivazione di un determinato comportamento
consequenziale da parte dei partecipanti, allora una persona
che partecipa alla procedura deve avere i pensieri o i
sentimenti richiesti, e i partecipanti devono avere intenzione di
comportarsi nel modo prescritto; inoltre
C2)Devono comportarsi effettivamente in quel modo.

Fallimento = mantiene l ’azione compiuta ma la rende
vacua
Es. fare una promessa pur non avendo intenzione di
mantenerla
Ogni forma comunicativa modifica il mondo esterno e
non solo gli atti performativi
Ogni forma comunicativa è dunque un atto linguistico
Scomposizione dell’enunciato
Scomposizione dell’enunciato
Atto locutorio = specifica emissione linguistica, con uno
specifico significato e riferimento;
Atto illocutorio = intenzioni comunicative che il parlante
emette nel linguaggio
Atto perlocutorio = effetti che il parlante si propone di
raggiungere sulla mente del suo interlocutore,
attraverso l’enunciazione della parte specifica.
Es. atto locutorio = non ho rotto io il vaso
atto illocutorio = dichiarare la propria estraneità al fatto
atto perlocutorio = convincere l’interlocutore della propria
innocenza
Tassonomia degli atti linguistici
Tassonomia degli atti linguistici

(Searle)
(Searle)

Assertivi: impegnano il parlante alla verità della proposizione
espressa
Es. affermare che p, insistere che p

Direttivi: tentativo di indurre il parlante a fare qualcosa
Es. pregare, implorare, chiedere

Commissivi: impegnare il parlante ad assumere una certa
condotta futura
Es. promettere, impegnarsi, farò

Espressivi: esprimere mo stato psicologico specificato nel
contenuto proposizionale
Es. ringrazio, chiedo scusa
Dichiarazioni: corrispondono ai perfomativi = lo stato di
cose si realizza grazie all’enunciazione fatta
Es. la dichiaro dottore in Psicologia
Battezzo questa nave “titanic”
Ogni dialogo è frutto di un lavoro in collaborazione tra
due persone che si sono date uno scopo comune
MASSIME DI COOPERAZIONE
MASSIME DI COOPERAZIONE
Implicatura conversazionale: Ponte tra linguaggio e
comunicazione: per questo tipo di inferenza si deve
far riferimento non al linguaggio ma alle norme che
regolano le interazioni sociali e conversazionali.
Es.

A: com’è il nuovo fidanzato di Graziella?
B: suo padre deve essere molto ricco
PRINCIPIO DI COOPERAZIONE
PRINCIPIO DI COOPERAZIONE

(Grice, 1975)
(Grice, 1975)

“dai il tuo contributo alla conversazione così come è
richiesto, al momento opportuno, dagli scopi o
dall’orientamento comune del discorso in cui sei
impegnato”
Questo principio viene specificato attraverso quattro
massime: quantità, qualità, relazione, modo
Massima di quantità
Massima di quantità
• Dà un contributo informativo quanto richiesto in
relazione agli scopi del discorso
• Non dare un contributo più informativo di quanto
richiesto
Massima di qualità
Massima di qualità
• Cerca di dare un contributo vero
Massima di relazione
Massima di relazione
• Sii pertinente

Massima di modo
Massima di modo
• Sii chiaro
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE

(Watzlawick, Beavin, Jakson 1967)
(Watzlawick, Beavin, Jakson
“Assiomi della comunicazione” 1967)

Proprietà semplici della comunicazione che hanno
fondamentali implicazioni interpersonali
nati come sfondo teorico per il lavoro psicoterapico
e allargati alla comunicazione interpersonale
Psicopatologia = deficit di comunicazione
PRIMO ASSIOMA: Non si può non comunicare
PRIMO ASSIOMA: Non si può non comunicare

Il comportamento non ha un suo opposto
in una situazione di interazione IL COMPORTAMENTO ha
valore di messaggio
il comportamento è comunicazione = non si può non
comunicare

COMPORTAMENTO = MESSAGGIO
INTERAZIONE

A

B

SCAMBIO DI MESSAGGI QUALI UNITA’ DI COMUNICAZIONE

A

STESSO CONTESTO

B

COMUNICANO
*
Non sempre la comunicazione è:

•
•
•
•

intenzionale
conscia
efficace
si ha la comprensione reciproca
Silenzio
Silenzio

nella relazione ha valore di messaggio
dell’interlocutore:
• premessa all’ascolto e alla comprensione
• chiusura: intolleranza
• protesta: estremo rifiuto
interno alla parola:
• pausa per articolare i suoni
• pre-espressivo: partenza del discorso
( pensiero, attenzione a cio’ che si vuole dire)
*
SECONDO ASSIOMA: contenuto e relazione
SECONDO ASSIOMA: contenuto e relazione

Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un
aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il
primo ed è quindi metacomunicazione
EVENTO COMUNICATIVO
CONTENUTO

RELAZIONE
NON è MAI SOLO NOTIZIA!

*
TERZO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono
TERZO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono
essere digitali/numerici e analogici
essere digitali/numerici e analogici
La natura di una relazione dipende dalla
punteggiatura delle sequenze degli scambi
comunicativi i partecipanti

CHI COMINCIA?
2X 4X
1X

3X

Poi…allora…si ma tu allora che..
e tu quando allora
…………ecc ecc
*
Es. “marito si chiude in se stesso perche la moglie brontola, la moglie
brontola perché il marito si chiude in se stesso”

ront
ola

ront
ola

ntola

Lei b
ro

Lei b

e in s
chiud

s so
e st e

s so
e st e

6x

9x

i
Lui s

e in s
chiud

sso

s so
e st e

e st e

4x

i
Lui s

e in s
chiud

e in s
chiud

2x

i
Lui s

i
Lui s

Moglie

7x

5x

Lei b

3x

Lei b

1x

ront
ola

Marito

8x

Non vi è in linea di principio una punteggiatura oggettivamente giusta

10x
“FAI ATTENZIONE

NOTIZIA

ordine
RELAZIONE

preghiera
raccomandazione

minaccia
intercalare
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QUARTO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono
QUARTO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono
essere digitali/numerici e analogici
essere digitali/numerici e analogici

Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico che
con quello analogico:
Il linguaggio numerico ha una sintassi logica assai complessa e di
estrema efficacia ma manca di un semantica adeguata al settore
della relazione VERBALE

mentre il linguaggio analogico ha una semantica ma non ha
nessuna sintassi per definire in modo che non sia ambiguo
la natura delle relazioni NON VERBALE
*
QUINTO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono
QUINTO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono
essere simmetrici o complementari
essere simmetrici o complementari

A seconda che siano basati su relazioni di uguaglianza o
differenza es. 2 colleghi, alunno-insegnante, maritomoglie
SIMMETRIA

COMPLEMENTARIETA’
*
pragmatica
• Un individuo non comunica (trasmette) ma partecipa
ad una comunicazione
• assioma 1: rende comunicazione tutte le situazioni
interpersonali
• assioma 2: l’aspetto della relazione specifica il
contenuto
• assioma 3: punteggiatura lo scambio comunicativo e
l’analisi arbitraria dell’inizio chi agisce e chi
reagisce? Causa - effetto, responsabilità……..
• assioma4: verbale e non verbale traduzione da un
modulo all’altro
• assioma 5:“funzione” della comunicazione i valori
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comunicazione (simmetria e complementarietà)

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Cap. 7

  • 1. PSICOLOGIA GENERALE Introduzione alla Psicologia: Storia modelli e metodi Prof.ssa Carla Tinti Linguaggio e comunicazione V. Cap.7 Manuale di Psicologia Generale
  • 2. LA COMUNICAZIONE LA COMUNICAZIONE • la comunicazione non è un elemento opzionale dell’uomo ma ne costituisce l’essenza, come il suo essere sociale o pensante…... • l’uomo non sceglie se essere comunicante ma se comunicare e in che modo comunicare • la comunicazione è un elemento in evoluzione (sia nell’individuo che nella specie)
  • 4. La comunicazione umana può essere distinta in: Comunicazione VERBALE Comunicazione NON VERBALE
  • 5. LA COMUNICAZIONE NON VERBALE LA COMUNICAZIONE NON VERBALE Prossemica: disposizione dei corpi nello spazio SEMIOTICA Cinesica: Mimica e gestualità Paralinguistica: aspetti non verbali del parlato
  • 6. Comportamento spaziale Comportamento spaziale •distanza interpersonale   •orientamento •contatti fisici  
  • 7. Distanza interpersonale Distanza interpersonale  4 distanze fondamentali (Hall, 1959)   Distanza intima (45 cm) Distanza personale (45 cm a 120cm) Distanza sociale (ca. 2-3 metri) Distanza pubblica (più di 3,5 m)
  • 8.   Orientamento Orientamento  Angolo secondo cui le persone si dispongono l’una rispetto all’altra (Ricci-Bitti e Cortesi, 1977) Amicizia Collaborazione Rapporto gerarchico
  • 9.   Contatti fisici Contatti fisici   Stretta di mano Abbraccio, bacio Dipendono molto dall’intensità del legame tra due persone e dalla cultura. 4 ambiti in cui si usa molto il contatto fisico   1. 2. 3. 4. (Argyle, 1975): Relazioni intime Relazioni parentali Relazioni amichevoli Interazioni aggressive
  • 10. Postura Postura     Esprime il vissuto emotivo Indica rapporti sociali
  • 11. Gestualità Gestualità   Gesti rituali: connessi a specifici riti religiosi o civili Emblemi: gesti con chiaro significato convenzionale e traducibile a parole Gesti illustratori: volti a chiarire ciò che si dice Gesti espressivi: esprimono stati emotivi Gesti regolatori: permettono il sincronismo conversazionale Gesti adattivi
  • 12. Sguardo Sguardo   L’accoglienza fredda e impacciata di don Abbondio, quel suo parlare stentato e insieme impaziente, que’ due occhi grigi che, mentre parlava, eran sempre andati scappando qua e là come se avesser avuto paura d’incontrarsi con le parole che gli uscivan di bocca... (Manzoni, I Promessi Sposi)
  • 13.  Funzioni:  Comunicare atteggiamenti interpersonali (simpatie, relazioni gerarchiche, Thayer, 1965)   Esprimere il vissuto emotivo (sguardo sfuggente, sguardo abbassato)   Regolare l’interazione DOMINANZA 12 10 8 6 4 2 0 basso medio Livello gerarchico alto
  • 14. Aspetti non verbali del parlato Aspetti non verbali del parlato Verbali           Segnali vocali Legati al parlare Non verbali Indipendenti dal parlare Prosodici   Sincronici   Di disturbo Emotivi   Paralinguistici   Personali
  • 15. ANALISI DEI FENOMENI COMUNICATIVI ANALISI DEI FENOMENI COMUNICATIVI •sintassi organizzazione interna, relazione tra le parole nella frase e regole che determinano queste relazioni •semantica si occupa del rapporto tra comunicazione e i suoi oggetti, si rivolge ai significati delle parole •pragmatica rapporto tra comunicazione, interlocutore e ambiente in cui avviene, influenze della comunicazione sul comportamento
  • 16. Sintassi Sintassi Si occupa delle regole con cui le singole parole sono ordinatamente montate per generare frasi immediatamente riconoscibili come ben formate Un uomo che camminava in un campo si imbatté in una tigre Bevevano ginocchio treno per affettuosamente Toro Seduto volere viso pallido dare cibo Indiani mangiare Silvana tradisce allegramente il marito (Bara, 2000)
  • 17. Semantica Semantica Si occupa del significato che la frase veicola, sia per mezzo dei significati delle singole parole sia attraverso dei significati singoli nell’espressione globale trasmessa dalla frase Federica guardò il motoscafo che si allontanava con gran tristezza Federica guardò il motoscafo che si allontanava con gran rumore Alla fine fu proprio la pecorella che il lupo divorò (Bara, 2000)
  • 18. Pragmatica Pragmatica Si occupa dell’uso effettivo che gli esseri umani fanno del linguaggio, per le loro finalità interattive, studiando i differenti contesti in cui le frasi vengono emesse, e come i significati trasmessi siano influenzati dai contesti stessi. Es. Sono le cinque (Bara, 2000)
  • 20. GRAMMATICA UNIVERSALE GRAMMATICA UNIVERSALE ((Chomsky) Chomsky) Insieme finito di regole per la generazione di frasi ben formate Verdi idee incolori dormono furiosamente Giovani studentesse bionde ballano graziosamente
  • 21. Punti chiave della grammatica Punti chiave della grammatica universale: universale: • Esiste una grammatica universale, innata; • Ogni parlante di una lingua ha una conoscenza inconscia della grammatica particolare di quella lingua; • Da un punto di vista epistemologico le regole grammaticali devono essere totalmente esplicite, per permettere la costruzione di modelli formali
  • 22. Grammatica a struttura sintagmatica Si fonda su tre elementi 1)vocabolario finito 2)insieme finito di simboli 3)insieme finito di regole Spiegare la capacità tipicamente umana di parlare significa: specificare l’insieme (finito) di regole che costituiscono la grammatica e che sono in grado di generare l’insieme (infinito) di frasi ben formate
  • 23. Regole della grammatica: Regole della grammatica: • Regole della struttura sintagmatica • Regole di trasformazione
  • 24. STRUTTURA SUPERFICIALE corrisponde alla frase letta o pronunciata parola per parola STRUTTURA PROFONDA corrisponde alle singole parole raggruppate per sintagmi
  • 26. Es. La vecchia legge la regola F F S.N. S.N. ART. ART. N. N. S.V. S.V. V. V. S.N. S.N. ART. ART. LA VECCHIA LEGGE N. N. LA REGOLA
  • 28. REGOLE DI TRASFORMAZIONE: Le regole di trasformazione specificano il tipo di organizzazione da assegnare passando dalla struttura profonda alla struttura superficiale. COMPRENSIONE: Permettono di passare dalla struttura superficiale alla struttura profonda GENERAZIONE: Permettono di passare dalla struttura profonda alla struttura superficiale
  • 29. A livello della struttura profonda viene considerata più primitiva la forma attiva A livello della struttura superficiale le frasi possono essere attive, passive, interrogative o negative, prodotte secondo precise regole di trasformazione dalla forma attiva Es. il contadino mangiò la fragola La fragola fu mangiata dal contadino il contadino non mangiò la fragola
  • 31. LA QUESTIONE DEL SIGNIFICATO: ALCUNE PRECISAZIONI a) Il significato di una parola deve essere distinto dal riferimento – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia deittiche Es. la professoressa di matematica la mamma di Giulia
  • 32. b) Le parole hanno un doppio profilo di significato: Denotativo: nocciolo concettuale sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni deittiche Connotativo: valenze aggiuntive Es. Esame
  • 33. c) ci possono essere particolari relazioni di significato tra unità lessicali: sinonimia: gridare-urlare antonimia: vero-falso iponimia – iperonimia: abete-albero; automobile-utilitaria omonimia – omofonia: rombo polisemia: capo
  • 34. d) I suoni di certe parole (significanti) si collegano ai concetti (significati) solo per convenzioni accettate (inconsapevolmente e passivamente) sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni deittiche
  • 35. Secondo alcuni studi le parole delineano un profilo sonoro che può essere assimilato a dei contorni figurativi, anche quando non possiamo far valere la traccia di alcun Significato per esse. sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni deittiche
  • 36. A rendere più complicata la questione del significato vi è la relazione tra ciò che è il significato dell’enunciato e le intenzioni di chi lo enuncia: sinonimia – autonomia – iponimia – ipernomia – omonimia – omofonia – polisemia – onomatopeismo – espressioni deittiche Es. sta per piovere
  • 38. Funzioni della comunicazione Funzioni della comunicazione constatativa si parla di realtà, si descrive qualcosa Es. Parigi è la capitale della Francia; 2+2=4 performativa costituisce un’azione del parlante Es. arriverò in ritardo, vi dichiaro marito e moglie= l’enunciato equivale ad una azione
  • 39. ATTI LINGUISTICI ATTI LINGUISTICI ((Austin,1962)) Austin, 1962 In situazioni ben determinate alcuni enunciati espressi in forma dichiarativa modificano il mondo allo stesso modo delle azioni (atti performativi) Es. L’imputato è condannato a una multa di 300 sterline o trenta giorni di carcere Io ti battezzo Francesca
  • 40. Condizioni di buona riuscita Condizioni di buona riuscita A1) deve esistere una procedura convenzionale accettata che abbia un certo effetto convenzionale, procedura che deve includere l’atto di pronunciare determinate parole da parte di determinate persone in determinate circostanze. A2) La procedura specifica le circostanze e prescrive quale debba essere il comportamento delle persone B1) La procedura deve essere seguita da tutti i partecipanti sia correttamente che B2) Completamente Fallimento = azzera l ’atto Es. giudice fuori dal tribunale
  • 41. C1)Se, come spesso avviene, la procedura è destinata all’impiego da parte di persone aventi determinati pensieri o sentimenti, o all’attivazione di un determinato comportamento consequenziale da parte dei partecipanti, allora una persona che partecipa alla procedura deve avere i pensieri o i sentimenti richiesti, e i partecipanti devono avere intenzione di comportarsi nel modo prescritto; inoltre C2)Devono comportarsi effettivamente in quel modo. Fallimento = mantiene l ’azione compiuta ma la rende vacua Es. fare una promessa pur non avendo intenzione di mantenerla
  • 42. Ogni forma comunicativa modifica il mondo esterno e non solo gli atti performativi Ogni forma comunicativa è dunque un atto linguistico
  • 43. Scomposizione dell’enunciato Scomposizione dell’enunciato Atto locutorio = specifica emissione linguistica, con uno specifico significato e riferimento; Atto illocutorio = intenzioni comunicative che il parlante emette nel linguaggio Atto perlocutorio = effetti che il parlante si propone di raggiungere sulla mente del suo interlocutore, attraverso l’enunciazione della parte specifica. Es. atto locutorio = non ho rotto io il vaso atto illocutorio = dichiarare la propria estraneità al fatto atto perlocutorio = convincere l’interlocutore della propria innocenza
  • 44. Tassonomia degli atti linguistici Tassonomia degli atti linguistici (Searle) (Searle) Assertivi: impegnano il parlante alla verità della proposizione espressa Es. affermare che p, insistere che p Direttivi: tentativo di indurre il parlante a fare qualcosa Es. pregare, implorare, chiedere Commissivi: impegnare il parlante ad assumere una certa condotta futura Es. promettere, impegnarsi, farò Espressivi: esprimere mo stato psicologico specificato nel contenuto proposizionale Es. ringrazio, chiedo scusa
  • 45. Dichiarazioni: corrispondono ai perfomativi = lo stato di cose si realizza grazie all’enunciazione fatta Es. la dichiaro dottore in Psicologia Battezzo questa nave “titanic”
  • 46. Ogni dialogo è frutto di un lavoro in collaborazione tra due persone che si sono date uno scopo comune
  • 47. MASSIME DI COOPERAZIONE MASSIME DI COOPERAZIONE Implicatura conversazionale: Ponte tra linguaggio e comunicazione: per questo tipo di inferenza si deve far riferimento non al linguaggio ma alle norme che regolano le interazioni sociali e conversazionali. Es. A: com’è il nuovo fidanzato di Graziella? B: suo padre deve essere molto ricco
  • 48. PRINCIPIO DI COOPERAZIONE PRINCIPIO DI COOPERAZIONE (Grice, 1975) (Grice, 1975) “dai il tuo contributo alla conversazione così come è richiesto, al momento opportuno, dagli scopi o dall’orientamento comune del discorso in cui sei impegnato” Questo principio viene specificato attraverso quattro massime: quantità, qualità, relazione, modo
  • 49. Massima di quantità Massima di quantità • Dà un contributo informativo quanto richiesto in relazione agli scopi del discorso • Non dare un contributo più informativo di quanto richiesto Massima di qualità Massima di qualità • Cerca di dare un contributo vero Massima di relazione Massima di relazione • Sii pertinente Massima di modo Massima di modo • Sii chiaro
  • 50. ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE (Watzlawick, Beavin, Jakson 1967) (Watzlawick, Beavin, Jakson “Assiomi della comunicazione” 1967) Proprietà semplici della comunicazione che hanno fondamentali implicazioni interpersonali nati come sfondo teorico per il lavoro psicoterapico e allargati alla comunicazione interpersonale Psicopatologia = deficit di comunicazione
  • 51. PRIMO ASSIOMA: Non si può non comunicare PRIMO ASSIOMA: Non si può non comunicare Il comportamento non ha un suo opposto in una situazione di interazione IL COMPORTAMENTO ha valore di messaggio il comportamento è comunicazione = non si può non comunicare COMPORTAMENTO = MESSAGGIO
  • 52. INTERAZIONE A B SCAMBIO DI MESSAGGI QUALI UNITA’ DI COMUNICAZIONE A STESSO CONTESTO B COMUNICANO *
  • 53. Non sempre la comunicazione è: • • • • intenzionale conscia efficace si ha la comprensione reciproca
  • 54. Silenzio Silenzio nella relazione ha valore di messaggio dell’interlocutore: • premessa all’ascolto e alla comprensione • chiusura: intolleranza • protesta: estremo rifiuto interno alla parola: • pausa per articolare i suoni • pre-espressivo: partenza del discorso ( pensiero, attenzione a cio’ che si vuole dire) *
  • 55. SECONDO ASSIOMA: contenuto e relazione SECONDO ASSIOMA: contenuto e relazione Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione EVENTO COMUNICATIVO CONTENUTO RELAZIONE NON è MAI SOLO NOTIZIA! *
  • 56. TERZO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono TERZO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono essere digitali/numerici e analogici essere digitali/numerici e analogici La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze degli scambi comunicativi i partecipanti CHI COMINCIA? 2X 4X 1X 3X Poi…allora…si ma tu allora che.. e tu quando allora …………ecc ecc *
  • 57. Es. “marito si chiude in se stesso perche la moglie brontola, la moglie brontola perché il marito si chiude in se stesso” ront ola ront ola ntola Lei b ro Lei b e in s chiud s so e st e s so e st e 6x 9x i Lui s e in s chiud sso s so e st e e st e 4x i Lui s e in s chiud e in s chiud 2x i Lui s i Lui s Moglie 7x 5x Lei b 3x Lei b 1x ront ola Marito 8x Non vi è in linea di principio una punteggiatura oggettivamente giusta 10x
  • 59. QUARTO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono QUARTO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono essere digitali/numerici e analogici essere digitali/numerici e analogici Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico che con quello analogico: Il linguaggio numerico ha una sintassi logica assai complessa e di estrema efficacia ma manca di un semantica adeguata al settore della relazione VERBALE mentre il linguaggio analogico ha una semantica ma non ha nessuna sintassi per definire in modo che non sia ambiguo la natura delle relazioni NON VERBALE *
  • 60. QUINTO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono QUINTO ASSIOMA: gli scambi comunicativi possono essere simmetrici o complementari essere simmetrici o complementari A seconda che siano basati su relazioni di uguaglianza o differenza es. 2 colleghi, alunno-insegnante, maritomoglie SIMMETRIA COMPLEMENTARIETA’ *
  • 61. pragmatica • Un individuo non comunica (trasmette) ma partecipa ad una comunicazione • assioma 1: rende comunicazione tutte le situazioni interpersonali • assioma 2: l’aspetto della relazione specifica il contenuto • assioma 3: punteggiatura lo scambio comunicativo e l’analisi arbitraria dell’inizio chi agisce e chi reagisce? Causa - effetto, responsabilità…….. • assioma4: verbale e non verbale traduzione da un modulo all’altro • assioma 5:“funzione” della comunicazione i valori della relazione non sono assoluti ma espressi nella comunicazione (simmetria e complementarietà)

Notas del editor

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