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DIDATTICA DEL DISEGNO
PUBBLICAZIONI 01t u p q
DIDATTICA DEL DISEGNO
PUBBLICAZIONI 02t u p q
n CONSULTA n CONSULTA n CONSULTA
n CONSULTA n CONSULTA
n CONSULTA
Raccolta ipertestuale ( CD
rom) dei materiali:
dispense e slides delle
lezioni - prodotti a
supporto dell’attività
didattica per i corsi di:
Rappresentazione del
territorio dell’ ambiente
Rilievo dell’ architettura
e Disegno, presso la
facoltà del Design
DIDATTICA DEL DISEGNO
PUBBLICAZIONI 03t u p q
n CONSULTA
DIDATTICA DEL DISEGNO
PUBBLICAZIONI 04t u p q
n CONSULTA
n CONSULTA
n CONSULTA
CD rom specificatamente
pensato a supporto degli
insegnamenti di disegno edile e
di costruzione dell’Architettura
Contiene un sommario
realizzato dagli studenti del
corso di Rilevamento e
Rappresentazione , raccolte di
dati tecnici e un regesto delle
norme e delle modalità di prassi
del disegno di architettura con
specifica attenzione al disegno
costruttivo.
DIDATTICA DEL DISEGNO
PUBBLICAZIONI 05t u p q
n CONSULTA
E’un testo finalizzato ad
introdurre gli studenti alla
specificità del disegno tecnico
in edilizia Le note in
appendice, sono una
riflessione sui temi della
didattica ed è motivata da un
“dibattito” in essere in quegli
anni con Maura Boffito.
DIDATTICA DEL DISEGNO
PUBBLICAZIONI 06t u p q
n CONSULTA
n CONSULTA
n CONSULTAn CONSULTA
n CONSULTA
Terzo ed ultimo CD rom,
raccoglie, parte del materiale
precedente e l’insieme delle
lezioni tenute in seno alla
SILSIS MI per le classi di
abilitazione 18 - 25 e 07
CLAUDIO UMBERTO COMI
SUL DISEGNO
05
Introduzione In ragione della finalità di supporto alla didattica, questo ipertesto offre diverse modalità di consultazione.
“Cliccando” sui titoli a sinistra si accede direttamente ad un indice in cui si può scegliere il documento, sia
esso: testo, raccolta di slides o altro documento, di proprio interesse.
RIFLESSIONI È un percorso che, partendo dalla premesse da cui trae origine questa nova edizione dei precedenti CD rom
diffusi a supporti dei corsi, offre a chiunque uno spunto di riflessione sui temi della rappresentazione in
funzione delle diverse fisionomie che oggi animano le scuole di architettura.Ad ogni tema è associato un
documento proposto come spunto di riflessione.
CRONOLOGIA E’ solo un indice che raccoglie l’insieme dei materiali secondo l’ordine cronologico con cui sono stati redatti e
distribuiti, rispetto a precedenti versioni distribuite non consente l’accesso ad alcuni documenti che sono stati
rimossi perché ritenuti obsoleti o sostituiti da altri più aggiornati e completi
SUL DISEGNO 05 Inteso quale momento di revisione e riordino della molteplicità dei materiali progressivamente prodotti, e’ un
indice ordinato in base ai differenti corsi. In esso sono indicati i testi di base e approfondimento redatti
dall’autore. Allo studente è data facoltà di consultare quanto maggiormente gli interessa, anche in base alle
indicazioni fornite durante le lezioni.
DIAPOSITIVE Raccoglie la versione informato PDF delle slides, proposte durante le lezioni, per scelta ragionata l’ordine
che le sistematizza non segue un ordine di tempo e di corsi, in quanto il tema del disegno, per quanto possa
essere declinato in funzione delle specificità dell’ indirizzo di studi, a mio parere si configura come una
conoscenza trasversale, starà quini a ciascuno consultare quanto maggiormente gli interessa , provando
magari a guardare anche altrove per scoprire qualche risposta o conoscenza in più.
Concludendo ringrazio tutti della pazienza che la consultazione di questo testo impone, anche se la
personale esperienza mi insegna che il percorso che porta alla conoscenza non sempre è solo una retta
che passa per due punti.
Premessa dell’autore Partendo da una malintesa e poco frequentata “pratica zen”, mi sono spesso chiesto in quale misura il
progredire della conoscenza non si riveli, per chiunque, un inutile fardello.
Certo è che: una “passione curiosa” coniugata con un costrutto culturale adeguato (specie ai giorni nostri)
ci portano a sublimare “il nuovo”; “un nuovo”, sempre e comunque mediato con l’insieme di conoscenza
dall’umana e personale esperienza spesso confluisce in “un tutto indistinto”.
Partendo da questa constatazione, forse perché sempre più spesso si assiste ad un involuzione di quel
piacere del “discernere per gradi” propria della personale gioventù, ho ritenuto che fosse venuto il momento
di riassumere e al contempo, “dis-ordinare”, il materiale didattico con pazienza e finalità di scopo, costruito
in questi anni di lavoro con i miei studenti.
Rispetto ai CD del passato, nei documenti qui presentati, verrà sicuramente a mancare quell’ordine crono-
logico proprio di una congruente azione didattica ma, è proprio dall’esperienza di didattica che ho tratto un
insegnamento: per chi apprende nulla è ovvio e nulla e dato.
Ed è ancora l’esperienza universitaria di questi otto anni anni che mi insegna che poco o nulla si costruisce
sulla certezza “del tutto, subito e al meglio ”.
Certo, da azioni formative coerenti e strutturate deriva un insieme di cose, proposte ed atteggiamenti
congruenti, che per di se stesse non sono un male, ma, purtroppo lo diventano nel momento in cui si
fondano su di un nulla che aleggia nella mente di chi, non comprendendo o peggio presupponendo di
capire , ottempera senza comprendere consapevolmente.
Quindi abusando per una seconda volta “del pensare” di Italo Calvino, mi sono prefisso che parte degli
strumenti di lavoro costruiti per i corsi che ho svolto : testi, slide, tracce, ausili ipermediali e quant’altro,
potessero disporsi in una forma che mutuando le “lezioni americane” si misurasse nell’esprimere:
“leggerezza; rapidità; esattezza; visibilità e molteplicità”.
In tale atteggiamento vi è un esplicita rinuncia alla dimostrazione del sapere imparato per lasciar spazio alla
pratica del conoscere, un modo si essere che in rari e circoscritti casi ho avuto la fortuna di sentire nei miei
maestri di ieri e nell’oggi e, per chissà quale ragione, non ho mai compiutamente assunto a modello
didattico. D’altro canto l’opportunità ipertestuale che offrono i moderni mezzi informatici, garantisce anche ad
studenti inesperti e a docenti “non strutturati” ( tra i quali mi annovero ) la molteplicità dell’informazione sia
essa prodotta o altresì mutuata.
Spero quindi sia proprio quell’ “esattezza” nel senso di misura, proposta in essere da Calvino nella sua
esperienza “americana”, ad istruire e guidare il lavoro che mi attende; e a chi legge, lascio l’onere del
discernere tra le “parole dette”, le “parole scritte” e “le immagini a supporto”; e del condividere che, come
ebbe a prevedere Calvino nel 1984, è proprio questa la sfida sui sistemi di trasmissione del “sapere” che ci
attende nel progredire del terzo millennio.
claudio umberto comi
professore “a contratto”
LEGGEREZZA Più di vent’anni di insegnamento del disegno, a cui si intreccia un analogo periodo di pratica professionale
quasi tutta maturata in territori di frontiera dell’architettura: industrial design; editoria e grafica, illustrazione
prospettica e disegno edile, disegno tecnico divulgativo e studi sul paesaggio, mi portano a pensare di aver
sufficientemente sedimentato la conoscenza sui modi del disegnare e con ciò di disporre ormai di un
“leggero fardello” sui temi fondanti la rappresentazione.
CONSULTA
Già 5 anni fa, con le LEZIONI ZEN credo di aver intuito ed espresso come il modo migliore per apprendere
ed insegnare il disegno passi attraverso l’esperienza, ed oggi sono sempre più convinto che in una scuola di
architettura l’insegnamento del disegno non possa essere posto in essere a prescindere da una adeguata e
matura “abilità nel fare” di chi lo insegna.
Come ho avuto modo di esprimere e ribadire in alcuni dei i miei scritti e in molte lezioni, il disegno è, al pari
del costruire, in primo luogo attività pratica, fondata certamente su regole mutuate dalla scienza e mediate
da processi o sistemi tecnologici più o meno evoluti e con ciò è e possibile subordinare la conoscenza e la
pratica, ma l’efficacia della figurazione si fonda sul dimostrarne caratteri e natura del rappresentato
attraverso un insieme di segni che discende in primo luogo dalla esperienza in pratica dell’artefice.
Ed è proprio nella pratica dell’artefice che si misura la leggerezza del segno, la coerente sobrietà di
strutturazione del campo grafico, la pertinente topologia tra forme e un efficace insieme di grafi che posano
comunicare ed informare chiunque.
Nelle Lezioni ZEN, un testo frutto di suggestione e retaggio dei “quaderni di bottega” del tardo quattrocento,
attraverso “l’esempio”, intendevo “formare i molti” riconducendoli ad un “uno”, ovvero a quell’unicum che
poi è il disegno nelle sue molteplici forme ed espressioni che ci sono familiari. Ben pochi tra i molti studenti
che l’hanno letto, credo abbiano compreso la suggestione del tema; forse perché troppo condizionati da una
partecipazione ad un progetto educativo che li induce alla ricerca di risposte su cui fondare poche e povere
certezze che con l’ingenuità della gioventù in questi anni oscuri sentono esaustive della conoscenza.
A me è rimasto il dubbio che una delle ragioni di tale senso di immanente fallimento, ormai percepito ed
espresso in modo manifesto da alcuni che vivono dentro l’università, passi proprio da un inconfessabile
bisogno di chi insegna, di fondare il prestigio e la credibilità del proprio magistero su processi di
omologazione della conoscenza e non più sulle forme di esperienza empirica che per larga parte hanno
connotato ed istruito il divenire della conoscenza.
Nel disegno, leggeri sono gli strumenti traccianti e leggero è il foglio di carta su cui si manifesta per segni il
pensiero. Non sempre altrettanto leggere sono le forme attraverso le quali chi apprende matura coscienza
del fare. Il disegno, in quanto attività pratica, impone abilità pratica e capacità critica dei risultati, ma ancor
prima di ciò impone una chiara finalità di scopo intesa quale previsione cosciente del figurare per segni,
previsione strutturata in ragione dell’immagine che si andrà ad elaborare e che ci auspica comunichi ai molti
quel pensiero sotteso, frutto di osservazione, riflessione e sintesi.
ALTRO
ESATTEZZA
CONSULTA
È giusto?, e ben fatto? Va bene?. Sono le domande ricorrenti di uno studente che sottopone il proprio
lavoro, nelle scuole di architettura in genere un disegno, a chi giudica o a chi insegna.
Credo che nell’azione di magistero del disegno e dell’architettura, una sola risposta sia legittima per tali
domande: osservare per comprendere, osservare di nuovo con più attenzione e ove ne ricorra il caso
domandare. Quando si deve domandare per comprendere meglio la figurazione che si ha sotto gli occhi, chi
insegna il disegno in architettura, in realtà ha già espresso il giudizio.
Un disegno, non decanta, descrive. Un disegno non suggestiona, informa. Un disegno se corretto non
presuppone il giudizio, asserisce ed afferma.
Comprendere per uno studente che seppur negli infiniti dialetti il disegno è un linguaggio intellegibile, è il
primo passo verso un autonomia del discernere e dominare il pensiero che si esprime per grafi.
Disegnare una matita con 17 linee può apparire un esercizio sterile o al più divertente. Con ciò si
presuppone una cognizione della posizione spaziale dell’oggetto raffigurato ed un controllo del segno: una
linea è un tratto rettilineo o curvo tra due punti Certo è che in tempi di disegno assistito e presunti
automatismi di restituzione da nurbs o quant’altro, proprio il controllo semantico diviene caposaldo della
qualità di topologia e coerenza tra i segni che giustapposti definiscono le forme.
Una linea di troppo o una linea in meno in disegno prodotto attraverso sistemi CAD, diviene un rebus per
chi tale disegno lo deve interpretare, forse su un foglio di carta con tracciamenti compiuti attraverso
procedimenti analogici, quella linea si sarebbe vista ed eliminata per tempo. Esattezza inoltre “è misura”, sia
nel senso di qualità e quantità di segni e colori posti in essere nel campo grafico, che nel senso di
congruenza con la scala di restituzione. A scala di dettaglio le commnensure di un paramento murario
suggeriscono una texture che simuli la calce, già ad una scala d’insieme la calce sparisce e permane la
commensura, disegnare la calce in un paramento murario in scala amministrativa ( 1:100) lo sa fare solo un
computer. Peccato che in cantiere, chi legge la tavola su carta si dovrà chiedere cosa siano qui segni più
marcati che a dire il vero in modo “random” partiscono il prospetto o rimarcano le linee di sezione.
Esattezza è manifestazione visibile nel disegno di una compiuta conoscenza delle forme che qualificano il
componente, il sottosistema o il sistema edilizio e , solo, nel disegno si misura e si definisce tale
conoscenza. Per chi disegna non vi è alea di incertezza; al più vi è, per comodità di redazione e capacità di
sintesi grafica, una schematizzazione del dettaglio, ma ciò è per prassi richiama o rimanda ad una norma
unificata o alla sua applicazione mutuata da un uso corrente.
Esattezza nel disegno è in sintesi una consapevole pratica di disporre segni tra loro coerenti e coordinati che
restituiscano la forma nella sua essenza morfologica e materiale, da ciò forse non deriva un bel disegno ma
consegue una corretta informazione che è scopo e finalità di ogni raffigurazione grafica di natura tecnica.
Esattezza è per chi nel design mira a predefinire la forma, capacità di tracciamento di curve complesse e
coerenti al disporsi dei piani nello spazio ed al variare di queste dai diversi punti di vista, ed oggi che
l’architettura tende a diventare design, forse anche in questo caso un po’ di esattazza non guasta. ALTRO
RAPIDITA’
CONSULTA
Reverse modelling e rapid prototiping, se non fossero poco più uno slogan fortunato per le software house,
in passato, sarebbero diventati un mito come … achille o medusa
A dire il vero la presupposta rapidità e automazione di processi di analisi e lettura del modello fisico o la
prefigurazione delle idee, mal si conciliano comunque con la fretta, ma a troppi, forse ignavi, piace pensare
che “la macchina informata” di qui a poco possa:” sostituire la mano” e , illusione, “alleggerire la mente”.
Certo è che in un mondo in cui tutto e tutti sembra debbano vivere di fretta, anche le pratiche del disegnare
hanno dovuto, loro malgrado, accelerare i tempi: si disegna meno, si disegna peggio e quel che è peggio si
disegna automaticamente, nel senso di mancanza di coscienza di ciò che si fà .
Purtroppo anche solo apprendere a disegnare comporta impegno, coscienza e dispendio di tempo, risorse
che di questi tempi pare sempre e comunque proficuo spenderla altrimenti. Altrimenti da cosa non si
capisce anche perché, pur escludendo il disegno, mai come in questi tempi i giovani architetti e non solo,
sembrano non aver tempo in misura inversamente proporzionale a quello che apparentemente sprecano,
non aver coscienza se non per” le griffe” dell’architettura e non solo, impegno almeno quello si, ma su cosa
non sempre si capisce.
La vera misura della rapidità del disegnare passa di nuovo dalla pratica. Solo chi ha adeguata pratica può in
breve tempo prefigurasi l’impianto del disegno, tracciarne i tratti salienti e quindi sempre in forza della abilità
pratica portare a ultimazione compiuta l’intera opera. In ciò non vi è alcuna novità visto che anche
l’affermarsi di tecniche di disegno assistito, hanno scontato un lungo periodo di addestramento alla pratica
dell’operare con il CAD di quel patrimonio umano di esperienza che erano i disegnatori tecnici e di edilizia.
La vera novità sta nel fatto che oggi si assiste ad una nuova genia di post-disegnatori estremamente rapidi
a far rispondere la macchina ai loro comandi, ma non altrettanto coscienti del valore semantico e
comunicativo dei prodotti che da essa derivano.
La vera scommessa sulla rapidità del disegno nel millennio che ci attende, è forse da ricercare e perseguire
nel non strappare quel sottile filo che lega la figurazione comunque prodotta al senso che essa si prefigge.
Dico ciò , dato che già in passato la fretta di qualcuno ad accedere alla scuola di Mesziers, e l’innegabile
astuzia di scomporre per piani l’oggetto raffigurato semplificandone una figurazione altresì conforme, ha
prodotto un processo di riduzione delle complessità della figurazione di un oggetto nello spazio che di
semplificazione in semplificazione non consente ad uno studente di oggi di comprendere proiettività e
omologia di una qualsivoglia figura o solido nello spazio se non rigidamente riferita ad una terna di assi
cartesiani.
Rapidamente si può forse conoscere, diverso e il caso del comprendere dato che proprio nel disegno si
verificano e misurano leggerezza, esattezza rapidità, molteplicità mediate in quell’indeformabile lente che è
la visibiltà, questa si sempre più spesso rapida, Talmente rapida che prima ancora della qualità del disegno
misura, con gli occhi di chiunque, le qualità del disegnatore.
ALTRO
VISIBILITA’
CONSULTA
Viene spontaneo chiedersi se la nostra cultura visiva possa estraniarsi almeno per un momento dal senso dello
spazio, veduto e, concepito in modo prospettico.
Molteplici ragioni inducono a pensare che ciò non possa essere, e tutta la figurazione che ha contraddistinto le differenti
espressioni artistiche - si pensi al senso di armonia di alcuni centri urbani minori o di alcuni partiti architettonici su assi
stradali urbani in quasi ogni città, così come l’insieme delle figurazioni pittoriche e di alcuni gruppi scultorei; paiono essere
frutto di un applicazione inconscia delle regole prospettiche alla scansione ed al governo dello spazio costruito, figurato e
percepito Non si comprende quindi per quale ragione, da almeno un ventennio nelle scuole d’arte e nelle facoltà di
architettura, l’insegnamento della prospettiva, sia essa intuitiva o legittima, comunque applicata alla prefigurazione del
progetto trovi sempre minore spazio e interesse.Ad esser cattivi, viene da pensare che probabilmente la ragione di ciò
possa essere ricercata in una progressiva disabitudine a quella che tra le pratiche grafiche che impone ancor prima della
perizia di mezzi e di regole, un discreto tempo di apprendimento, esercizio applicativo, chiarezza di intenti e sensibilità di
scopo; oppure si potrebbe ricondurre le cause di ciò ad una malintesa lezione tratta dal razionalismo in architettura e
dall’astrattismo nelle arti figurative che nei fatti negano la valenza cognitiva legata alla rappresentazione prospettica.
Personalmente credo, senza alcuna vena polemica, che come spesso accade, la perdita di interesse verso una pratica,
sia espressione di quel malvezzo contemporaneo per effetto del quale: il nuovo pregiudica il vecchio e con l’impeto di
passione che ci proietta nel nuovo si finisce con l’obnubilare ogni espressione, anche le più naturali ed efficaci in ragione
di una malintesa moda estemporanea che ci porta a considerare ormai obsoleto quello che appena ieri era vitale.A
complicare lo scenario del declino di tale pratica , in termini prospettico-informatici direi “a distorcerlo”, si aggiunge una
sempre più diffuso ricorso alle utility di renderizzazione digitale di progetti o rilievi; renderizzazione conseguente a
eidotipi sempre e comunque concepiti sulla base di algoritmi grafici generalmente di natura bidimensionale.L’apparente
novità sta nel fatto che attraverso software più o meno esperti ed istruiti possiamo simulare una, virtuale, tridimensionalità
e con ciò un senso dello spazio,. Se4nso dello spazio purtroppo quasi sempre alterato dalla presupposta fissità visiva
dello spettatore che è costretto a percepire una scena predeterminata, magari composta da più frame in sequenza ma
sempre e comunque costruita partendo dalla base di una visione concettualmente statica..Tali immagini, sicuramente
convenienti sotto il profilo ecomonico, a volte efficaci, pertinenti e suggestive, risultano spesso inverosimili proprio
relazionandosi alla sfera della percezione, in quanto fissano, attraverso le regole geometriche che le determinano e le
fallacie informative che le conformano, proponendosi come un simulacro di percezione prospettica che altera nella quasi
totalità dei casi la valenza di verifica e controllo propri della restituzione prospettica di un insieme di forme giustapposte
nello spazio con procedimento analogico.E da tali riflessioni che prendono spunto queste pagine, pagine che ancor prima
di proporsi come argomentazione compiuta vogliono solo introdurre il lettore ad una riflessione sui modi di prefigurare le
cose nello spazio attraverso semplici e naturali operazioni grafiche
ALTRO
MOLTEPLICITA’
CONSULTA
A volte mi piacerebbe discutere se il disegno, sia unico o molteplice. Purtroppo oggi non si discute più, si
conviene, si asserisce o si decreta. Il piacere del discorrere, nelle università, è diventato un piacere
alternativamente orgiastico o ozioso, a volte meramente politico ma questo non è bene.In entrambi i casi
ben poco di nuovo entra nel dibattito e, quel poco, spesso ha di nuovo solo la faccia di chi lo esprime.
Un secondo tema per dibattere potrebbe essere: la natura intrinseca del disegno è passibile di innovazione o
solo le tecnologie, che lo assistono, evolvendosi determinano una trasformazione che però ne conferma i
capisaldi di immutabilità?
Dato che chi scrive considera il disegno un “unicum”, pare evidente che solo il suo manifestarsi in forme
molteplici determini una possibile classificazione tassonomica, ma dato che qualsivoglia classificazione non
soddisfa il quesito, penso che solo attraverso il confronto dialettico e la dimostrazione pratica delle
conoscenze addotte a quanto si argomenta si potrebbe definire e forse meglio precisare la questione.
Certo è che l’apparente molteplicità dei modi di disegnare o se si preferisce del rappresentare per segni,
impone una verifica su chi tra i molti che usano del disegno abbia il predominio della conoscenza? Per una
risposta si potrebbe ricorrere ad un famoso apologo sulle differenti funzioni vitali dell’uomo e senza girarci
troppo intorno scopriremmo che senza quel ventre molle, che sono le pratiche di addestramento di base alla
figurazione grafica, ben poca nutrimento arriverebbe al cervello, sede certamente di un pensiero qualificato
ma, organo che privo di sangue, notoriamente, deperisce in pochi istanti.
Non sarà forse che proprio la consuetudine di associare al disegno, considerato nell’immaginario collettivo
degli architetti e non solo una conoscenza inferiore o di servizio ad altre conoscenze , sia riuscita a deprivare
la pratica del progetto, questa si declinata in molteplici specificità, di quelle qualità che presentava quando
guardandosi indietro era governata da eidotipi istruiti da un solida conoscenza delle modalità di figurare per
segni, l’idea? Naturalmente chi ha la convinzione di anteporre il metodo alle regole ,ha anche il malvezzo di
tirare il sasso e ritrarre la mano. Ora, se chi disegna lascia un segno, quale segno lascerà chi non sapendo
disegnare legge ed interpreta, spesso in modo non scientificamente coerente i segni che altri, prima di noi
hanno tracciato ?Il disegno in quanto pratica impone la sperimentazione e non la teoria, anche il “furbo di
Meziers” prima ha sperimentato e poi ha teorizzato il risultato dell’esperimento ma questo avveniva
nell’ottocento e gli esiti di una deriva dalla applicazione teorica in pratica, li vediamo oggi.
Ai portolani abbiamo sostituito i GIS, che producono tavole che spesso riesce a leggere solo chi le ha
redatte, al filo a piombo ed alla sesta ad aghi, abbiamo sostituito gli scanner laser che producono nurbs che
una volta tradotte in figurazioni sul piano, non dimentichiamoci che il disegno per assunto è figurazione sul
piano e quindi sottintende topologie con qualsivoglia metodo mediate, nelle due dimensioni, sembrano delle
TAC e superano quella complessità di segni di una restituzione fotogrammetrica del David di Michelangelo
che chiude il ….. , una figurazione che pur avendo l’innegabile vantaggio di offrire un efficace in quanto
suggestiva comprensione delle applicazioni del piano quotato, faceva sorgere dubbi in un giovane studente,
già venticinque anni fa sull’ utilità pratica a qualunque altro fine che non fosse meramente dimostrativo di
una tecnica. ALTRO
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 1
MATERIALI AD USO DIDATTICO
5.1 DIDATTICA IN SENO A CORSI DI LAUREA IN ARCHITETTURA - EDILIZIA E DISEGNO
INDUSTRIALE
Il materiale di seguito elencato è prevalentemente ad uso didattico. Lo stesso è diffuso agli studenti su
supporto cartaceo, informatico o siti web, ed è inoltre presente in alcuni “ipertesti” su CD rom, che
abitualmente vengono distribuiti a titolo gratuito agli studenti e a chi ne faccia richiesta.
COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE
anno 1997-98
D01 LE BASI DEL DISEGNO - ESERCIZI 33
Raccolta di 30 schede con esempi grafici elaborati dall’autore, per gli
esercizi dell’azione di tutoring didattico svolta in seno al C.d.L in
Pianificazione Territoriale, Urbanistica ed Ambientale della Prima Facoltà
di Architettura
integrata nel
documento
aggiornato al
1999
S01 TEST GRAFICO – ( versione 2002 ) 14
Sequenza slides per l’esercitazione introduttiva ai corsi mirata a verificare
il livello di abilità grafica degli studenti in ingresso.
S02 ESERCIZI DI DISEGNO- ( versione 2002) 12
Raccolta di slides per introdurre lo studente a semplici operazioni grafiche
atte alla facilità di tracciamento del segno.
anno 1998-99
D02 CARTOGRAFIA STORICA DEL TERRITORIO DI MILANO S-E 22.
Dispensa con brevi cenni sulla “carta d’Italia” dell’IGM e n. 12 tavole con
legenda della stessa. Materiale per l’elaborazione di letture diacroniche
del territorio oggetto di studio in seno al corso di rappresentazione del
territorio e dell’ambiente – C.d.L. in PTUA
S03 CARTOGRAFIA E LETTURA DIACRONICA – versione 2003 66
Raccolta di slides della lezione introduttiva ai temi della rappresentazione
cartografica e dell’evoluzione storica della stessa.
In appendice esempi di lettura diacronica su base IGM.
.
S04 CARTOGRAFIA E USO DELLA LEGENDA – versione 2003 46
Raccolta di slides sul tema della segnatura cartografica e sulla
costruzione logica di una legenda.
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 2
COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE
anno 1988-89
D03 LEGGERE IL TERRITORIO 57
Dispensa con linee guida ed esempi sulle metodiche di rilevo fotografico e
restituzione grafica in funzione di un esercizio di rilievo urbano. - Corso di
rappresentazione del territorio e dell’ambiente – C.d.L. in PTUA 1998-99
S05 IL RILEVO FOTOGRAFICO 16
Raccolta di slides introduttive all’uso della fotografia analogica ed alle
modalità di rilevo di un tessuto urbano.
D04 LA CITTA’ DI CARTA 41
Dispensa con linee guida e metodi operativi per la realizzazione di modelli
in cartoncino a scala plano volumetrica Corso di rappresentazione del
territorio e dell’ ambiente – C.d.L. in PTUA
T01 LE BASI DEL DISEGNO - TESTO 147
Testo di approfondimento sui temi della rappresentazione grafica e sulle
implicazioni di questa con la visione contemporanea del tema affrontato.
S06 IL SEGNO 6
Raccolta di slides sulle generalità del segno
S07 I GENERI DEL DISEGNO 18
Raccolta di slides sulle differenti forme di rappresentazione grafica,
analogica ed assistita.
S08 IL DISEGNO NELLE ATTIVITA’ TECNICHE
Raccolta di slides con esempi dell’evoluzione dei modi di rappresentare
nella storia.
36
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 3
COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE
anno 1999-00
S09 STRUMENTI E SUPPORTI 14
Raccolta di slides introduttiva al tema della strumentazione atta alla
rappresentazione grafica ed i relativi supporti.
S10 STRUMENTI STORIA ED EVOLUZIONE
Raccolta di slides sull’evoluzione storica dello strumento con relativi
esempi figurati.
32
S11 SUPPORTI STORIA
Raccolta di slides sull’evoluzione storica dei supporti
16
S12 LE TECNICHE OGGI
Raccolta di slides sulle differenti possibilità d’uso per il disegno analogico
e l’illustrazione di strumenti e supporti contemporanei
S13 LE TECNICHE DI INCISIONE 24
Raccolta di slides sulle tecniche di incisione.
S14 IL TANGRAM E LA GEOMETRIA SUL PIANO 38
Raccolta di slides sulle operazioni grafico geometriche elementari della
figurazione piana applicate al gioco del Tangram.
S15 IL TANGRAM E LA GRIGLIA ANAMORFICA
Raccolta di slides sulle opportunità di deformazione di figure piane
attraverso la griglia anamorfica per giungere al la simulazione della terza
dimensione.
S16 LA SALIERA - PARTE PRIMA 44
Raccolta di slides relative allo schizzo dal vero in proiezione conica di un
semplice origami.
S17 LA SALIERA - PARTE SECONDA 46
Esercizi e riflessioni sulle proiezioni parallele sempre riferite all’origami
oggetto di studio. Con esempi di lavori degli studenti
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 4
COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE
anno 1998-99
D05 SOMMARIO DATI TECNICI PER L’ARCHITETTURA
LINEE GUIDA 1 E 2
29
Linee guida per l’esercitazione da svolgersi in seno al corso di
Rilevamento e Rappresentazione (criteri introduttivi ed argomenti con
precisazioni sulle modalità di realizzazione della scheda richiesta.
D06 SOMMARIO DATI TECNICI PER L’ARCHITETTURA
RACCOLTA SCHEDE
375
Raccolta di circa 400 schede elaborate dagli studenti in un ipotesi di
riedizione del manuale dell’architetto.
1999-00
T02 DISEGNO EDILE 48
Testo di approfondimento sui temi del disegno in edilizia. Affronta
riflessioni di metodo e di merito sull’importanza della consapevolezza di
come il documento grafico descrive e determina la forma del manufatto.
D07 LE BASI DEL DISEGNO 2 – SCHEDE 64
Riedizione della raccolta ( 50 schede grafiche ) con gli esercizi del corso
di rappresentazione del territorio e dell’ambiente .
D08 IL DISEGNO DEL PAESAGGIO 43
Linee guida per l’elaborazione di tesi di laurea sui temi della
rappresentazione del paesaggio che ripercorrono I temi e le modalità di
lettura ed interpretazione svolti nella tesi di laurea.
S18 LETTURA DEI CARATTERI DI LUOGO
Raccolta di slides in relazione ad un esercitazione di rilevo ambientale.
20
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 5
COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE
anno 2000-01
T03 LEZIONI ZEN 17
Testo per l’educazione maieutica al disegno. In appendice riflessioni sul
tema dell’educazione alla rappresentazione grafica e l’apprendimento in
genere.
D09 SITO WEB PER IL CORSO DI EDILIZIA 20
Sito web in linguaggio HTML a supporto del corso di disegno edile tenuto
nella sede di Mantova.
D10 IL DISEGNO CON SISTEMI CAD DEL PARTICOLARE
COSTRUTTIVO
7
Dispensa con indicazioni descrittive delle caratteristiche morfologiche e
dimensionali dei “nodi tipo” proposti per l’esercitazione di disegno
vettoriale e tavole con schemi grafici esemplificativi.
S19 IL DISEGNO TECNICO IN EDILIZIA 18
Raccolta si slides sui nodi di rappresentazione di prassi e normalizzati del
disegno edile.
S20 IL COMPONENTE EDILIZIO 28
Raccolta di slides sulle caratteristiche morfologiche e prestazionali del
componente nel processo edilizio.
D12 METODI E TECNICHE PER IL DISEGNO DI ARCHITETTURA 75
Raccolta ipertestuale di schede inerenti le norme di unificazione e I
metodi di prassi per l’elaborazione di rappresentazioni grafiche conformi
del disegno in architettura.
La quasi totalità dei materiali sin qui presentati è stato raccolto nel CD rom: DISEGNO elaborato nel 2001 e
da tale anno distribuito agli studenti che partecipavano ai corsi.
CD1 DISEGNO
CD rom con raccolta ipertestuale dei materiali didattici elaborati dal 1997
al 2001. In tale CD sono consultabili in formato pdf. Tale CD rom raccoglie
la quasi totalità die documenti sino a qui elencati.
Dal 2006 questo
CD rom è
disponibile solo
su richiesta
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 6
COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE
anno 2001-02
CD2 SOMMARIO PER IL DISEGNO EDILE
CD rom con raccolta ipertestuale dei materiali didattici elaborati a
supporto del corso di Disegno Edile presso la sede di Mantova e del
Laboratorio di costruzione dell’architettura 1, sino al 2002
Dal 2005 questo
CD rom è
disponibile solo
su richiesta
D11 L’INFORMATICA PER IL DISEGNO DI ARCHITETTURA 20
Testo esplicativo delle possibili articolazioni di moduli didattici integrativi
o finalizzati alla definizione di corsi di disegno assistito e grafica
informatizzata, nel progetto formativo dello studente di architettura.
S21 I SISTEMI INFOGRAFICI- CONCETTI INTRODUTTIVI 28
Raccolta di slides sulll’evoluzione dei sistemi di grafica assistita.
S22 L’IMMAGINE RASTER E LA FOTOGRAFIA DIGITALE 24
Raccolta di slides sulle modalità di produzione ed elaborazione di
immagini raster.
S23 I FATTORI VISIVI 10
Raccolta di slides sulle modalità di visone e percezione visiva
Lezioni del corso di Rappresentazione 1 sede di Mantova - modulo di: RILIEVO DELL’ ARCHITETTURA
S24 IL DISEGNO DAL VERO 30
Raccolta di slides esplicative l’esercitazione di disegno dal vero.
S25 DALLA FOTOGRAFIA AL PIANO
Raccolta di slides sul raddrizzamento grafico attraverso al prospettiva
inversa con esemplificazioni sulla “maison de verre” di Andrè
14
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 7
COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE
S26 RILIEVO DELL’ ARCHITETTURA – IL COSTRUITO 10
Raccolta di slides sulle modalità e la strumentazione per il rilievo di
architettura con un caso esemplificativo.
S27 IL DISEGNO PER IL PROGETTO 26
Raccolta di slides sulle modalità di realizzazione degli schizzi di progetto,
con brevi cenni alle modalità di composizione di volumi.
S28 IMPAGINARE
Raccolta di slides introduttive ai modi di comporre in tavola le figurazioni
grafiche prodotte.
12
Anno 2002-03
D13 I COMPONENTI DELLA COSTRUZIONE ED ELEMENTI PER IL
LORO DIMENSIONAMENTO
297
Raccolta prevalentemente compilativa di schede tecniche in relazione al
dimensionamento del componente edilizio ai fini del progetto previsto dal
laboratorio di costruzione dell’ architettura 1.
D14 INDICAZIONI PER IL DISEGNO TECNICO 58
Dispensa costituita da stralci di testi sui temi della rappresentazione
normalizzata del disegno tecnico, per l’esercitazione di rilievo dell’ oggetto
industriale del laboratorio del disegno in seno al C.d.L. di Industrial design.
S29 IL RILIEVO DELL’ OGGETTO 36
Raccolta di slides sulle modalità di rilevo metrico strumentale di un
modesto oggetto esercitazione del Laboratorio di disegno tenuto presso la
Facoltà del Design.
anno 2005
D16 LA RAPPRESENTAZIONE DEL PROGETTO 60
Raccolta ipertestuale dei materiali didattici elaborati per il Laboratorio di
costruzione dell’architettura 1, presenta esempi di elaborati prodotti negli
anni precedenti utili allo sviluppo delle tavole di progetto richieste
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 8
5.2 MATERIALI DIDATTICI A SUPPORTO DEI CORSI TENUTI PRESSO LA SILSIS- MI
SCUOLA INTERUNIVERSITARIA LOMBARDA DI SPECIALIZZAZIONE PER
L’INSEGNAMENTO SUPERIORE DI MILANO DAL 2003 AL 2005.
anno 2003-04
L’insieme dei materiali didattici per il corso di Tecniche della rappresentazione, posto in essere per le classi di
abilitazione 18/A ( Discipline geometriche, architettoniche, arredamento e scenotecnica) e 25/A ( Disegno e
storia dell’arte ) del 4° ciclo,sono raccolti nel CD rom: Lezioni sul disegno, elaborato a conclusione del corso di
tale anno accademico e distribuito ai partecipanti.
CD3 LEZIONI SUL DISEGNO
Cd rom con raccolta ipertestuale delle lezioni del corso di tecniche della
rappresentazione tenuto in seno alla Scuola di Specializzazione per
l’insegnamento ( SILSIS_MI) alle classi di abilitazione 18 e 25.
anno 2004-05
Nel 5°ciclo, (anno successivo con differenti studenti) per le medesime classi, ad integrazione del materiale
proposto, si elabora un ipertesto esemplificativo sulle opportunità offerte dalla rete web in materia di
informazione sui temi dell’arte figurativa con particolare riferimento alle tecniche espressive ed alle loro
modalità di applicazione ed uso.
D15 LE TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE 50
Ipertesto multimediale sulle tecniche della rappresentazione sviluppato
in chiave esemplificativa per il corso in seno alla SILSIS-MI.
Altresì per la classe di abilitazione 07/A Arte della fotografia e della grafica pubblicitaria si struttura una intera
serie di lezioni inerenti al didattica della grafica pubblicitaria e della comunicazione visiva.
Tale serie di slides e le tracce di elaborazione dell’esercitazione proposta sono provvisoriamente raccolte in un
CD rom con il titolo :“ 07/A campo grafico e figurazione del messaggio”. In tale CD dovrebbero inoltre confluire
quelle tra le elaborazioni prodotte dagli specializzandi che assumono rilevante valore esemplificativo in
termini di coerenza scientifico metodologica dell’azione didattica.
D15 07/A CAMPO GRAFICO E FIGURAZIONE DEL MESSAGGIO
Raccolta multimediale delle lezioni per il corso di “progettazione grafica
ed il laboratorio di didattica della comunicazione, tenuto in seno alla
SILSIS-MI per la classe di abilitazione 07/A.
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 9
5.3 MATERIALI ELABORATI IN RAGIONE DELLA PARTECIPAZIONE A CONVEGNI,
SEMINARI, PRESENTAZIONE DI RICERCHE E STUDI.
COD. ANNO TITOLO – INCONTRO O MANIFESTAZIONE PAG. CONSULTAZIONE
2001 .
C03 PAESAGGIO MEDOTI DI LETTURA ED INTERPRETAZIONE AI
FINI DELLA V.I.A
120
SC01
Raccolta di slides esplicative i metodi di lettura di un immagine di
paesaggio posti in essere dall’ autore in ragione di ricerche per conto
del Politecnico di Milano. Predisposti per un incontro in un corso di
formazione professionale finanziato con fondi FSE e patrocinato
dall’Ordine degli architetti della Provincia di Varese
Tema riproposto in occasione di una lezione nel master sul paesaggio
presso l’Università di Bergamo tenuta l’anno successivo.
2002 Museo didattico Giuseppe Pelizza da Volpedo , in Volpedo
C01 COMPOSIZIONI E PROPORZIONI ARMONICHE NELL’OPERA
DI GIUSEPPE PELIZZA DA VOLPEDO
11
Ipertesto esplicativo delle letture grafiche finalizzate all’ interpretazione
in chiave didattica dell’ opera artistica sviluppata per il Museo didattico
Pelizza da Volpedo. Curatore scientifico prof.ssa Aurora Scotti.
SC02 PERCORSO PER IMMAGINI ALLA LETTURA DELL’OPERA DI
GIUSEPPE PELIZZA DA VOLPEDO
28
Raccolta di slide che costituiscono l’insieme di letture usate come video
in occasione dell’inaugurazione del museo di cui sopra.
2003 Politecnico di Milano – Sede di Mantova. Incontro seminariale conclusivo
l’attivitò didattica dei corsi di rappresentazione,e sociologia e
propedeutico all’ esperienza di laboratorio di progettazione 1
SC03 UN LUOGO E IL SUO SENSO, ESPERIENZA DI UN TURISTA
PER CASO
25
Raccolta di slide elaborate sui temi della lettura sensibile di un luogo, per
un seminario interdisciplinare presso la sede di Mantova
2004 Politecnico di Milano – Sede di Mantova. Incontro seminariale
conclusivo l’attivitò didattica dei corsi di rappresentazione,e sociologia
SC04 LETTURA DELL’IMMAGINE FOTOGRAFICA: SCHEMI
COMPOSITIVI E SCELTE ESPRESSIVE
23
Raccolta di slide elaborate sui temi della interpretazione geometrica e
della lettura analitica di un immagine fotografica di Vasco Ascolini, per
un seminario interdisciplinare tenutosi il presso la sede di Mantova.
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 10
COD. ANNO TITOLO – INCONTRO O MANIFESTAZIONE PAG. CONSULTAZIONE
2004 Politecnico di Milano – Sede di Lecco
SC05 LE DIFFERENTI FORME DI RAPRESENTAZIONE E
L’IMMAGINE DI PAESAGGIO
47
Raccolta di slide elaborate sui temi della rappresentazione del
paesaggio per il convegno: Analisi e gestione del patrimonio paesistico
tenutosi presso il Monte Barro – Lecco il 17 giugno 2003.
C06 LE DIFFERENTI FORME DI RAPRESENTAZIONE E
L’IMMAGINE DI PAESAGGIO
25
Testo integrale dell’intervento al succitato convegno. Di tale testo è
stato pubblicato un estratto nel volume: La rappresentazione,
strumento per l’analisi e il controllo del progetto di paesaggio , a cura di
MariA Pignattaro edito da Aracne editrice nel 2005
sempre nel 2004 ho redatto, stampato e divulgato in formato digitale un testo che raccoglie esperienze e
riflessioni sul medesimo tema
T04 SUL PAESAGGIO 96
Testo di approfondimento sui temi del Paesaggio. Raccoglie e riordina
esperienze e riflessioni sul tema della rappresentazione del paesaggio
finalizzato alla lettura dei caratteri di luogo ed al loro censimento ai fini
di pratiche di valutazione paesitica.
In tale testo si documentano, presentano ed argomentano la parte
personale nei lavori di ricerca in convenzione svolti per conto del
Politecnico di Milano.
2005 Politecnico di Milano – Sede di Mantova – Facoltà di architettura.
Incontro seminariale conclusivo l’attività didattica dei corsi di
rappresentazione e sociologia del primo anno.
SC06 FIGURAZIONI DI ARCHITETTURA: NOVITA’ E
CONSAPEVOLEZZA
33
Raccolta di slide elaborate sui temi della rappresentazione assistita in
architettura per un seminario interdisciplinare tenutosi presso la sede di
Mantova.
Con la redazione del CD rom “sul disegno 05”, ho ritenuto più efficace operare i successivi aggiornamenti su
base annuale. Pertanto,nelle pagine a seguire,troverete ultimi documenti elaborati.
5.4 AGGIORNAMENTI A FINE 2005
INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 11
anno 2005-06
IL DISEGNO INFANTILE
Raccolta di slide elaborate sui temi della rappresentazione dei bambini ,
proposta agli studenti del corso di design come momento di riflessione
sulle modalità di apprendimento, cognizione e controllo dell’attività
grafica cosciente
IL DISEGNO TECNICO
Raccolta di slide elaborate sui temi delle differenti forme in cui il disegno
assste l’ elaborazione progettuale nell industrial design
CLAUDIO UMBERTO COMICLAUDIO UMBERTO COMI
SUL DISEGNO
05
RAPPRESENTAZIONE ANALITCA DEL PAESAGGIO
Tema centrale del
personale percorso di
ricerca, si sviluppa dal
1985 ad oggi affrontando,
attraverso formulazioni
teoriche e riprove
sperimentali, l’applicazione
di metodi grafici ed
infografici finalizzati alla
valutazione percettiva dei
caratteri di luogo e delle
trasformazioni naturali ed
indotte, che questi vivono.
HOME PAGE 01t u p q
RAPPRESENTAZIONE ANALITICA DEL PAESAGGIO1999-2000
IL DISEGNO DEL PAESAGGIO
Propone le linee guida per la
elaborazione di ricerche e tesi
di laurea sul tema,
ripercorrendo procedure e I
conseguenti esiti della tesi
sperimentale sviluppata con
Alesandro Pittaluga e Sergio
Coradeschi dal 1985 al 1990
TESI DI LAUREA 02t u p q
n CONSULTA n CONSULTA
n CONSULTA
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
FIGURAZIONE IDEOPLASTICA
FIGURAZIONE IDEOGRAFICA
SINTESI IDEOGRAFICA
OGGETTO DI STUDIO 03t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
FIGURAZIONE IDEOPLASTICA
ANALISI DEL PATTERN FATTORI GEOMETRICI
CAMPO PERCETTIVO ABERRAZIONI GEOMETRICHE
TESI DI LAUREA 04t u p q
ANALISI GRAFICHE DEL PAESAGGIO
FIGURAZIONE IDEOGRAFICA
ANALISI DEL CAMPO PERCETTIVO LETTURA FATTORI GEOLOGICI
LETTURA FATTORI CLIMATICI E FATTORI VEGETAZIONALI
TESI DI LAUREA
Attraverso molteplicie ricorsive
analisi grafiche si tende allo
sviluppo di una figurazione di
facile intellegibilità che assommi
segni ed ideogrammi evitando il
fattore di “ridondanza semantica”
e “opacità dell’informazione”
05t u p q
RAPPRESENTAZIONE ANALITICA DEL PAESAGGIO
SINTESI IDEOGRAFICA
LETTURA TONALE LETTURA DEI SEGNI
TESI DI LAUREA 06t u p q
ANALISI INFOGRAFICA DEL PAESAGGIO1998-1999
STUDIO DEI CARATTERI
DEL PAESAGGIO DEL
COMUNE DI LEVANTO
Ricerca DIIAR-DST finalizzata
alle analisi preliminari del piano
paesistico regionale.(M.Quaini).
Sviluppata con Alessandro
Pittaluga e altri, sperimenta l’uso
dell’infografica per la lettura dei
caratteri salienti di luogo
POLITECNICO - LEVANTO 01t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
RILIEVO E CENSIMENTO
Dallo studio della cartografia
storica, si è giunti alla
definizione di “ambiti” sui quali
operare le successive letture.
Un accurato rilievo del “fronte
a mare” a cui si affianca quello
delle frazioni entro-terra che
“punteggiano” la valle
diverranno la base per le
successive elaborazioni
POLITECNICO - LEVANTO 02t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
ANALISI PERCETTIVA
CAMPO VISIVO
PUNTI DI ATTRAZIONE
BASE VETTORIALE
MECCANISMI DI
RECEZIONE VISIVA
SEMPLICE
POLITECNICO - LEVANTO 03t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
VISIONE
PERIFERICA
VISIONE
PERIFERICA
VISIONE
ACUTA
A
C
B
D
D
VERIFICA DELLA RECEZIONE
Attraverso una sistematica
verifica dei fattori di contrasto tra
le parti che costituiscono
l’immagine campione si è giunti
alla oggetivazione delle
condizioni di maggior contrasto
e su queste si sono verificate le
analisi empiriche e relativi esiti
constatando una sostanziale
identita di risultato
POLITECNICO - LEVANTO 04t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
LETTURA DIGITALE
ANALISI DEI PIXEL
Un comune programma di foto
ritocco, consente l’ analisi selettiva
dei pixel che compongono
l’immagine in base al tono ed alla
cosiddetta “profondità di colore”.
Da ciò è possibile assumere valori
percentuali utili alla definizione di
parti significative dell’ immagine
POLITECNICO - LEVANTO 05t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
SCHEDATURA DEI SITI
Dato che lo studio si è avvalso
di contributi di natura: geologica,
pedologica e botanica; per
ciscun amnito indagato, si è
giunti alla definizione di schede
tipologiche che sintetizzassero i
caratteri salienti delle diverse
espressioni rilevate.
POLITECNICO - LEVANTO 06t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
STUDIO DEL MODELLO
Sebbene lo studio fosse
supportato da una specifica
ricerca topografica che
prevedeva lo sviluppo di DTM e
la loro vestizione con ortofoto. Ai
fini delle analisi di paesaggio si
è costatata la necessità di
produrre modelli, anche questi
digitali che rispecchiassero le
logiche della rappresentazione
quaotata ( isoipse) in quanto la
modellazione digitale automatica
non offriva adeguati caratteri di
sintesi utili alle analisi-
POLITECNICO - LEVANTO
MODELLO DIGITALE A
ISOIPSE
EQUIDISTANZA A 25 m.
Fasi di costruzione
.
07t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
SINTESI DELLE ANALISI
POLITECNICO - LEVANTO 08t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
CAMPO D’ANALISI
Oggetto di studio è una “cava di
monte” posta nelle prealpi
lombarde.
Finalità dello stesso la
Valutazione di Impatto
Ambientale in funzione di un
ciclo di coltivazione di circa 70
anni.
POLITECNICO - ITALCEMENTI 01t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
STUDIO DELLA VISIBILITA’
POLITECNICO - ITALCEMENTI
Un accurato rilievo delle
posizioni di maggior visibilità
della cava, è base per l’
assunzione delle immagini
campione su cui condurre le
analisi.
02t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
RISCONTRI TOPOLOGICI
POLITECNICO - ITALCEMENTI
Per ciascuno dei campioni
assunti si è resa necessaria una
preventiva sintesi grafica con
metodo analogico al fine di
assumere i tratti caratterizzanti
l’immagine e i relativi risocontri
topologici ed altimetrici
ANALISI DEI RISCONTRI
VETTORIALIZZAZIONE ALTIMETRIE E RISCONTRI TOPOLOGICI
03t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
MODELLI DI SCOPO
POLITECNICO - ITALCEMENTI
Anche in questo caso, il DTM
non si è rivelato efficace,i
specie perla necessaria
interazione con studi di natura:
geologica, pedologica,
ecologica, vegetazionale, e di
corrivazione delle acque.
In questo caso al modello
digitale si è preferito il modello
fisico o per isoipse o per piani
orogonali ( sezioni )
ASSONOMETRIA DELLE SEZIONI
MODELLO DELLE FASI DI SCAVO
MODELLO DEGLI STRATI GEOLOGICI
04t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
POLITECNICO - ITALCEMENTI
VALORI DI LUMINANZA RAPPORTO PATTERN - PRESENZE
Con procedimenti di pesatura
digitale dei valori tonali dell’
immagini si è giunti all’
identificazione delle presenze
naturali e quelle frutto di
processi di escavazione che
caratterizzano l’immagine
campione. Da ciò deriveranno le
successive analisi e le
simulazioni oggetto dello studio
ANALISI INFOGRAFICHE
05t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
POLITECNICO - ITALCEMENTI
POLIGONAZIONI DEI
CAMPI SIGNIFICATIVI
Attraversi I disegno CAD
bidimensionale si sono definitoi
gli areali inerenti I diversi fattori,
operando quindi una
valutazione percentuale degli
stessi nelle diverse fasi di
coltivazione e definendo le
geometrie alla quali appoggiare
le successive simulazioni delle
ipotesi di intervento. SCHEMI GEOMETRICI DELLE PRESENZE DEL CAMPIONE
06t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
POLITECNICO - ITALCEMENTI
SIMULAZIONE DEGLI INTERVENTI ALLA VARIE SCALE TEMPORALI
07t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
ITALCEMENTI IMPIANTO 01t u p q
n CONSULTA
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
PUBBLICAZIONI
1999-2000
SUL PAESAGGIO
Testo che raccoglie I casi
presentati e si sviluppa
attraverso riflessioni sul tema
del paesaggio e delle sue
condizioni di rappresentabilità
grafica in funzione delle analisi
01t u p q
RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO
PAESAGGIO URBANO 01t u p q
CLAUDIO UMBERTO COMI
INDICE PER DOCUMENTO .
pagine documento anno genere
17 - 28 Il disegno per il territorio A.A. 1997-98 PROGRAMMA DEL CORSO
Programma e calendario dell’azione di “tutoring didattico”
svolta in seno al C.d.L. in: Pianificazione Territoriale
Urbanistica ed Ambientale della Prima Facoltà di Architettura
29 - 61 Le basi del disegno (prima versione) A.A. 1997-98 ESERCIZIARIO
Raccolta di 30 schede con esercizi funzionali per il “tutoring
didattico” svolta in seno al C.d.L. in PTUA
62 - 83 Cartografia storica del territorio di Milano Sud-Est A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI
Brevi cenni sulla “carta d’Italia” dell’ I.G.M. e n. 12 tavole con
legenda della stessa, per l’elaborazione di “letture
diacroniche” del territorio oggetto di studio
84 - 140 Leggere il territorio A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI
Linee guida per le metodiche di rilievo fotografico e
restituzione grafica dello stesso in funzione di un esercizio di
rilievo urbano
141 - 181 La città di carta
Linee guida e metodi operativi per la realizzazione di modelli
in cartoncino a scala plano volumetrica
A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI
182 - 328 Le basi del disegno (testo) A.A. 1998-99 TESTO
Testo di approfondimento sui temi della rappresentazione
grafica e sulle implicazioni di questa con la visione
contemporanea del tema affrontato
329 - 345 Sommario dati tecnici per l’architettura 1 A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI
Linee guida per l’esercitazione da svolgersi in seno al corso di
Rilevamento e Rappresentazione ( criteri introduttivi ed
argomenti)
346 – 357 Sommario dati tecnici per l’architettura 2 A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI
Linee guida per l’esercitazione da svolgersi in seno al corso di
Rilevamento e Rappresentazione ( precisazioni sulle modalità
di realizzazione della scheda)
358 Sommario dati tecnici per l’architettura - Raccolta A.A. 1998-99 TESTO
N.B. solo la copertina, in quanto il documento che raccoglie le
circa 400 schede è consultabile nella raccolta “Sommario per
il disegno edile”,di cui esiste uno specifico CD rom
359 - 423 Le basi del disegno (prima versione) A.A. 1999-00 ESERCIZIARIO
Raccolta di 50 schede con esercizi funzionali al modulo
didattico “disegno” svolto in seno al corso di
Rappresentazione del territorio e dell’ambiente-
424 - 465 Il disegno del paesaggio A.A. 1999-00 TESTO
Linee guida per l’elaborazione di tesi di laurea sui temi della
rappresentazione del paesaggio che ripercorrono itemi e le
modalità di lettura ed interpretazione svolti nella tesi.
466 Disegno Edile A.A. 1999-00 TESTO
Testo di approfondimento sui temi del disegno in edilizia.
N.B. solo la copertina, in quanto il testo è consultabile nella
raccolta “Sommario per il disegno edile”, di cui esiste uno
specifico CD rom
467 Repertorio per la rappresentazione del particolare
costruttivo
A.A. 1999-00 MATERIALI DIDATTTICI
N.B. solo la scheda introduttiva, in quanto la raccolta è
consultabile nel “Sommario per il disegno edile”, di cui esiste
uno specifico CD rom
468 - 484 Lezioni zen A.A. 2000-01 TESTO
Testo per l’educazione maieutica al disegno. In appendice
riflessioni sul tema dell’ educazione alla rappresentazione
grafica.
485 Sito web per il corso di Disegno edile A.A. 2000-01 SITO WEB
Sito web in linguaggio html a supposero del corso di Disegno
edile tenuto nella sede di Mantova.
N.B. partendo dal link nella pagina il sito è consultabile off-line
486 - 505 L’informatica per il disegno di architettura A.A. 2000-01 TESTO – linee guida didattica
Testo esplicativo delle possibili articolazioni di moduli didattici
integrativi o finalizzati alla definizione di corsi di disegno
assistito e grafica informatica nel progetto formativo dello
studente di architettura
A seguire, vengono presentate alcune serie di slides ( in Power Point) utilizzate nelle lezioni dal 1999 al 2001
506 - 511 Il segno A.A. 2000-01 SLIDES
Introduzione ai temi della rappresentazione grafica
predisposta per il corso di Disegno Edile – A.A. 2000-2001
512 - 528 Strumenti e supporti A.A. 2000-01 SLIDES
Informazione e riflessione sull’evoluzione degli strumenti atti
alla rappresentazione - Corso di Disegno Edile – A.A. 2000-
2001
529 -564 Il disegno nelle attività tecniche A.A. 2000-01 SLIDES
Regesto storico ed esemplificativo dei generi e dei modi della
rappresentazione tecnica - Corso di Disegno Edile – A.A.
2000- 2001
565 - 582 Il disegno tecnico A.A. 2000-01 SLIDES
Immagini a supporto dei concetti di base della
rappresentazione tecnica normalizzata - Corso di Disegno
Edile – A.A. 2000- 2001
583 - 594 Rappresentazione del territorio e dell’ambiente A.A. 2001-02 SLIDES
Slides di introduzione al corso di Rappresentazione del
territorio e dell’ambiente- Calendario e modalità
595 - 625 Gli strumenti della tradizione A.A. 2001-02 SLIDES
Lezione di approfondimento in relazione a strumenti e supporti
destinati alla rappresentazione grafica di fenomeni territoriali
626 - 668 I sistemi informatici A.A. 2001-02 SLIDES
Lezione introduttiva agli strumenti e supporti informatici
destinati alla rappresentazione grafica di fenomeni territoriali
669 - 680 Rappresentazione 1
Slides di introduzione al corso di Rappresentazione 1 – sede
di Mantova – Calendario, interdisciplinarietà e modalità di
frequenza al corso
A.A. 2001-02 SLIDES
681 - 711 Approcci con il rilievo: lo schizzo dal vero A.A. 2001-02 SLIDES
Slides sulle modalità di disegno dal vero propedeutiche ad un
esercitazione condotta nel plesso della sede univeristaria
712 - 720 La restituzione di immagini fotografiche A.A. 2001-02 SLIDES
Indicazioni preliminari sui temi del disegno di ornato e sulle
modalità di redazione grafica di “rappresentazioni percettive”
7212 - 734 Dalla fotografia al piano: la prospettiva inversa A.A. 2001-02 SLIDES
Linee guida per operazioni sul raddrizzamento grafico per
mezzo della prospettiva inversa . Un caso di studio: la maison
de verre.- Parigi
735 - 753 Il rilevo: gli strumenti elementari di misura A.A. 2001-02 SLIDES
Slides di introduzione alle pratiche di rilevo del costruito:
strumenti di misura, modalità d’uso e precisione
754 - 763 Il rilevo: appoggio geometrico, un caso A.A. 2001-02 SLIDES
Slides esplicative le pratiche di rilevo di un unità abitativa con
parti inaccessibili e non collimabili
764 - 807 Lettura di un luogo: Rivalta sul Mincio A.A. 2001-02 SLIDES
Slides della lezione tenuta in occasione di un workshop
propedeutico al Laboratorio di Progettazione 1 con gli studenti
del corso di rappresentazione 1 - Sede di Mantova
808 - 824 Laboratorio del disegno - C.d.L. industrial design A.A. 2001-02 SLIDES
Slides introduttive ai contenuti ed alle esercitazioni del
laboratorio e nello specifico del modulo di disegno in seno alla
Facoltà del Design – Terza Facoltà di Architettura di Milano
825 - 837 Laboratorio del disegno: test grafico d’ingresso A.A. 2001-02 SLIDES
Esplicazione di 3 prove grafiche ispirate alle “lezioni zen” con
funzione di introdurre i temi fondanti del disegno e verificare le
abilità grafiche di base degli studenti in ingresso.
838 - 892 Il tangram e le geometrie del piano A.A. 2001-02 SLIDES
Linee guida per l’esercitazione grafica finalizzata
all’acquisizione di abilità grafiche di coordinamento spaziale
dei segni e riflessioni sulla modularità e deformazioni delle
figure piane
893 - 936 La saliera : dal piano ai volumi A.A. 2001-02 SLIDES
Esplicazione dell’esercitazione sulla rappresentazione per
piani di una figura solida omeomorfa e simmetrica con
indicazioni sulle modalità di rappresentazione proiettiva
938 Il rilievo dell’ oggetto A.A. 2001-02 SLIDES
Esplicazione dell’esercitazione sul rilievo proporzionale e
metrico strumentale di un piccolo oggetto.
CLAUDIO UMBERTO COMI
INDICE PER DOCUMENTO .
pagine documento anno genere
3 - 40 Disegno Edile A.A. 1999-00 TESTO
Testo di approfondimento sui temi del disegno in edilizia.
Affronta riflessioni di metodo e di merito sull’importanza della
consapevolezza di come il documento grafico descrive e
determina la forma del manufatto.
Repertorio per la rappresentazione del particolare
costruttivo
A.A. 1999-00 MATERIALI DIDATTTICI
N.B. Il documento in origine parte di questo CD rom, è stato
progressivamente rielaborato, integrato e riorganizzato sino a
trasformarsi nella redazione attuale.
41 - 415 Sommario dati tecnici per l’architettura - Raccolta A.A. 1998-99 TESTO
il documento che raccoglie le circa 400 schede elaborate e le
considerazioni sul risultato con le relative valutazioni è
consultabile in questo CD rom per argomento ( gruppo di temi)
416 - 423 Il disegno con sistemi CAD di particolari costruttivi A.A. 2000-01 MATERIALI DIDATTICI
Dispensa con indicazioni descrittive delle caratteristiche
morfologiche e dimensionali dei “nodi tipo” proposti per
l’esercitazione di disegno vettoriale e tavole con schemi grafici
esemplificativi.
424 - 498 Metodi e tecniche per il disegno di architettura A.A. 1999-02 RACCOLTA DI SCHEDE
Raccolta di schede inerenti le norme di unificazione e I metodi
di prassi per l’elaborazione di rappresentazioni grafiche
conformi.
In appendice: (link ad altro documento in PDF)
499 I componenti della costruzione ed elementi per il
loro dimensionamento
A.A. 2002-03 SCHEDE E DATI TECNICI
165 pagine Raccolta di schede tecniche, dati da manuali e testi vari:
cataloghi, depliant ecc. sulle caratteristiche morfologiche,
dimensionali, prestazionali, e d’uso, dei diversi componenti il
manufatto edilizio.
CLAUDIO UMBERTO COMI
INDICE PER DOCUMENTO .
Il documento nasce come trasposizione ipertestuale delle sequenze di diapositive (slides di Power Point) e documenti
ipertestuali ( in PDF) utilizzati nelle diverse lezioni.
Dato lo scopo del progetto formativo: “insegnare ad insegnare”, tali materiali, oltre ad una particolare attenzione ai
contenuti, si configurano spesso come esemplificazioni di un modo, magari personale, di concepire l’azione didattica.
In alcuni casi, dato il semplice fine di documentare quanto proposto in aula nella trasposizione in formato PDF,
volutamente si sono omessi alcuni link altresì attivi nelle slides originali.
Per agevolare la consultazione, si è preferito strutturare questo indice non rispettando la naturale sequenza cronologica
delle lezioni, peraltro consultabile navigando il file così come strutturato, bensì riorganizzandolo per temi e quindi
accorpando le lezioni sia del corso di Tecniche della Rappresentazione (classi 18 e 25), che di quello di Progettazione
Grafica ( classe 07/A
Materiali sul tema delle “tecniche grafiche”
pagine documento classe genere
13 - 46 Strumenti e supporti SERIE DI SLIDES
Ipertesto sull’evoluzione storica e tecnologica dei supporti e
degli strumenti atti alla produzione di rappresentazioni
grafiche
46 - 64 Tecniche grafiche SERIE DI SLIDES
Immagini esplicative dell’uso degli strumenti per il disegno
427 - 475 Le tecniche della rappresentazione IPERTESTO
Ipertesto esemplificativo delle possibilità di costruzione di
materiali a supporto dell’azione didattica, mutuando materiali
dalla rete, opportunamente riordinati e trattati .
476 - 487 Le tecniche di incisione SERIE DI SLIDES
Immagini esemplificative delle diverse tecniche di incisione e
delle valenze espressive ad esse riconducibili
488 - 500 Tecniche di stampa
Ipertesto con caratteri , logiche e finalità analoghe a quello
sulle tecniche della rappresentazione
IPERTESTO
Materiali sul tema delle “geometrie del piano”
65 - 131 Le geometrie del piano e dal piano al volume SERIE DI SLIDES
Raccolta di slides relative al corso di disegno nel laboratorio
del disegno della Facoltà del Design.
Si propone di suggerire agli “specializzandi SILSIS” un
efficace riduzione dei temi attraverso la scelta di esercitazioni
con una significativa componente ludica, a cui consegua la
necessaria speculazione da parte dello studente
131 - 152 Leggere le geometrie nella fotografia SERIE DI SLIDES
Lezione tenuta in un seminario presso la sede di Mantova
sulle modalità di applicazione della “geometria grafica”
nell’interpretazione di un immagine fotografica di architettura
di Vasco Ascolini
Materiali sul tema dell’ “interpretazione grafica dell’ opera d’arte”
153 – 163 Materiali per il museo Pelizza da Volpedo IPERTESTO
Abstract ipertestuale con immagini esemplificative delle
elaborazioni condotte sul tema dell’ impianto geometrico nell’
opera di Giuseppe Pelizza da Volpedo
354 - 384 Elaborazioni per il museo Pelizza da Volpedo
Raccolta delle elaborazioni condotte sulle opere, rimontate
come sequenza video
SERIE DI SLIDES
Pannelli per il museo Pelizza da Volpedo TAVOLE
N.B. la raccolta di 8 pannelli non è consultabile in quanto il
peso (quantità di memoria) degli stessi rende oltremodo
difficoltosa l’apertura dei files mentre una loro riduzione di
risoluzione, non ne consente una agevole lettura dei testi a
corredo.
Materiali sul tema della “rappresentazione del paesaggio”
250 - 296 Il disegno del paesaggio dalla carta al monitor SERIE DI SLIDES
Sintesi delle immagini inerenti I sistemi di disegno anologico e
grafica assistita per il trattamento e l’interpretazione di
immagini di paesaggio assunte a campione dei caratteri di
luogo..
297 - 499 Le differenti forme di rappresentazione e l’immagine
di paesaggio
TESTO
Contributo per atti del workshop tenutosi a Lecco nel 2003 sul
tema della: rappresentazione strumento per l’analisi e il
controllo del progetto di paesaggio.
Il testo, corredato di immagini precisa le modalità di lettura ed
interpretazione poste in essere nelle ricerche condotte per il
Politecnico di Milano.
Materiali sul tema della “didattica del disegno e della progettazione grafica”
324 - 328 Riflessioni sull’insegnare SERIE DI SLIDES
Suggerimenti bibliografici e suggestioni grafiche sul mestiere
di insegnare.
328 - 331 “insegnare ad insegnare” TESTO
Traccia delle riflessioni a corredo delle slides di cui sopra
340 - 349 Il trucchi di Power Point SLIDES
Serie di diapositive concepite per spiegare alcune tra le
possibilità di comunicazione offerte da software di
presentazione come Power Point.
195 - 203 “lezione interattiva” SLIDES
Presentazione concepita come base per link ipermediali ad
altre presentazioni, testi e scarichi di risorse o interi siti web.
N.B. nella trasposizione in PDF tutti I link sono stati disattivati
204 - 236 “Il mito di Atlante” SLIDES
Estratto del ciclo di lezioni sul tema della rappresentazione
cartografica predisposte per il corso di Rappresentazione del
territorio e dell’ambiente – C.d.L.. in PTUA
565 - 582 Lezione sul progetto SLIDES
Immagini a supporto dei concetti di base della progettazione
di manufatti edili proposte in seno al corso di progettazione di
elementi e sistemi del Laboratorio di costruzione
dell’architettura 1
383 - 409 Il progetto grafico SERIE DI SLIDES
Slides di introduzione ed approfondimento dei temi del corso
di Progettazione grafica – (SILISIS MI classe 07/A)
11 12 13
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16
17
1110 1312 14 15 16
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7
1
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2
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11
3
2
1
6
5
7
1
Indice
3 Premessa
5 Il disegno per l'edilizia
6 Il disegno
7 il disegno tecnico
10 Il disegno edile
14 Il disegno come metodo
15 Il progetto come disegno
16 Il disegno come sapere
17 I mezzi per il disegno
18 Modelli di riproduzione del sapere
19 Il disegno quale capacità del "saper fare"
20 Disegno come tecnica
22 Definizione del termine disegno
23 I generi del disegno
25 Gli strumenti del disegno
30 Il segno
30 Classificazione del segno
34 Lo spessore del tratto quale codice semantico
39 Il tema della progettualità
in appendice
44 La didattica del disegno
2
3
Premessa
Nel novero delle discipline socio tecniche, l’edilizia intesa per la sua componente
effettuale di realizzazione di un manufatto fruibile e, il disegno industriale inteso
come progettazione esecutiva di un prodotto; presuppongono da parte dei
molteplici attori del processo progettuale un dominio cosciente di un linguaggio
comune. Un linguaggio che per consuetudine, è di tipo iconografico.
Tale considerazione deve offrire un primo spunto di riflessione a chiunque intenda
affrontare in un ottica professionale un percorso formativo finalizzato
all'esplicazione di tali attività: difficilmente potrà trovare forma compiuta un’idea
non adeguatamente documentata ed esplicitata per mezzo di immagini congruenti e
agevolmente leggibile ai soggetti terzi che ne cureranno la realizzazione.
In altre parole: qualsiasi progetto, dal momento dell’ideazione alla realizzazione,
deve sottostare ad un processo di oggettivazione e verifica che nel caso degli ambiti
disciplinari qui trattati non può prescindere dalla congruenza della sua
rappresentazione grafica.
In conseguenza di ciò appare evidente che una parte preponderante del bagaglio di
conoscenze indispensabili ad una efficace attività del progettista sia, e si intersechi,
con una oggettiva capacità di rappresentare attraverso i differenti modi del
linguaggio grafico.
In tale ottica nasce l‘idea di questo testo che è giusto precisarlo è prevalentemente
concepito quale stimolo alla formazione degli studenti dei primi anni dei corsi di
laurea in Edilizia e Disegno Industriale, anche se, per i contenuti ed i temi affrontati
può rivelarsi un valido sussidio anche agli studenti di Architettura.
La particolarità del testo consiste in un esposizione di tipo concettuale e per tale
ragione in questo caso deliberatamente non vengono proposti esempi grafici, per i
quali si rimanda ad altri documenti.
In merito all'appendice sui temi della didattica del disegno, che è giusto ricordarlo si
rivolge sia agli studenti che ad altri che leggeranno queste pagine, credo e spero in
una smentita che purtroppo da alcuni anni si sia ingenerata nell'insegnamento del
disegno, in ambito universitario, una pericolosa scissione tra contenuti teorici e
applicazione.
Tale scissione pur legittimando approcci di elevata qualità culturale nega allo
studente la comprensione di un “sapere” che come ho più volte ripetuto è in primo
luogo dimostrato dal "saper fare".
4
5
IL DISEGNO PER L'EDILIZIA.
"Disegno" ed "edilizia" sono due parole che immediatamente ci portano a pensare
a qualcosa di pratico, o più efficacemente a: attività che danno luogo ad un
“risultato visibile”.
Nel caso del disegno l'immagine, descrivendole od evocandole, intende
rappresentare entità reali od immaginate; nel caso dell'edilizia il manufatto,
conseguendo precisi requisiti tecnico – funzionali, dovrebbe quanto meno assolvere
lo scopo per il quale è stato realizzato.
Elemento comune ad entrambi è il metodo1 o più precisamente i metodi che nel
primo caso regolano i modi con cui si realizza un immagine (metodi di
rappresentazione) e nel secondo i modi con i quali si raggiunge il risultato (metodi
costruttivi).
Secondo termine comune ad entrambi è il dominio della tecnica2, che nel caso del
disegno viene prevalentemente intesa come "saper fare", mentre per l'edilizia,
almeno in questo contesto, maggior importanza assume valore di "sapere come è
fatto", o meglio di "sapere come si fa".
Da questa breve premessa emergono quattro parole chiave che ci condurranno in
tutto il lavoro. Esse sono:
Disegno ed Edilizia
metodo e tecnica
queste ultime due, anche se con valenze leggermente diverse, interessano entrambe
le discipline.
1 Il concetto di "metodo", assume in questo testo il significato di procedura per effetto della quale si
consegue un risultato, mentre per “modo” si intende la singola componente operativa dei vari
passaggi necessari al conseguimento dell'organicità della procedura.
2 Tecnica in italiano significa: l'insieme delle regole pratiche da applicare nell'esercizio di una attività
intellettuale o manuale, ed è questo il senso in cui viene intesa e non , trattandosi di un testo di
disegno, nell'accezione che è propria a tale disciplina che identifica con "tecnica" i differenti modi di
utilizzare materiali e strumenti.
6
Il disegno
Non è nemmeno pensabile condensare in poche pagine tutto quanto si dovrebbe, o
meglio, si potrebbe dire sul disegno, e questa considerazione varrà in seguito in
eguale misura per l'edilizia.
Non è altresì possibile affrontare un tema come questo, senza alcune precisazioni
fondamentali su cosa sia il disegno.
Il primo passaggio che ci permette di comprendere il taglio di questo testo e di
sperimentare personalmente il metodo maieutico ad esso sottinteso ci porta a
formulare una domanda che forse solo alla fine troverà risposta:
- Cosa è un disegno?
Partendo da una delle risposte più comuni, personalmente sono portato a definire
un disegno come "la rappresentazione di una entità reale o immaginata".
Già in questa definizione, si ingenera una seconda domanda che introduce la
necessità di approssimare un significato del termine "rappresentazione".
Per esperienza condivisa la rappresentazione è per propria natura strettamente
interrelata al fatto di una percezione di natura visiva. In altre parole una
rappresentazione difficilmente sarà udita, toccata od annusata, dato che solitamente
la rappresentazione “si vede”.
Ora che abbiamo determinato la priorità della componente visiva nella
rappresentazione, può tornare utile identificare le diverse forme di
rappresentazione a cui abitualmente l'uomo ricorre.
In base a ciò avremmo una predominanza di rappresentazioni di natura grafica o
iconografica, quindi rappresentazioni prevalentemente percepibili attraverso la
visione, cosa che solitamente avviene anche per rappresentazioni del tipo teatrale
od in base ai più aggiornati mezzi di comunicazione, audio - visive o multimediali.
A questo punto, un disegno risulta quindi rappresentazione grafica di una realtà,
ferma restando la priorità percettiva, resta da determinare la congruenza della
rappresentazione alla realtà rappresentata.
7
Dato il tema che riguarda la rappresentazione del manufatto edilizio, quale che ne
sia la qualità 3, un disegno viene realizzato al fine di documentare ed esporre le
componenti morfologiche di entità reali o potenzialmente tali, che nel nostro caso
è opportuno ricordarlo sono manufatti edilizi o parti di essi.
Dato che, in linea di principio, possiamo ricondurre il disegno a due grandi ambiti:
Il disegno artistico, come genere di rappresentazione che attraverso l'emulazione
della realtà così come viene percepita, mira alla sua restituzione, ed
il disegno tecnico, come metodo di rappresentazione che fondandosi su astrazioni
di natura geometrica consente la rappresentazione conforme e parametrabile
dell'oggetto rappresentato.
Pare evidente che per quanto ci contempla soltanto il secondo metodo ha stretta
attinenza con l'edilizia, non fosse altro che per la sua specificazione terminologica e
di metodo (disegno "tecnico") meglio si adatta alla rappresentazione di un attività
che come abbiamo già visto è preminentemente di natura tecnica.
Il disegno tecnico.
Quello che oggi viene correntemente definito disegno tecnico per quanto possa
apparire strano non ha una lunga storia, non fosse altro che per il fatto che il suo
assunto fondamentale (la rappresentazione degli oggetti attraverso le loro
proiezione su piani tra loro ortogonali o di Monge) risale nella sua forma compiuta
ai primi anni dell'800 4.
Ed almeno sino al 1926 (anno di fondazione dell'I.S.A.) a livello internazionale non
si avvertirà l'esigenza di unificare e regolamentare i modi della rappresentazione di
natura tecnica.
Oltretutto, si deve considerare che la necessità di standardizzazione interessa in un
primo tempo esclusivamente il settore della meccanica e quindi tutte le prime
norme (in Italia con l'AMIMA,) riguardavano prevalentemente tale comparto
produttivo.
Di contro l'edilizia come attività tecnica fonda le proprie regole e la propria storia
con la storia dell'umanità, sorge quindi legittimo un dubbio, come veniva
rappresentato il manufatto edilizio prima dell'800 ?
3 In questo caso il termine qualità viene inteso come rispondenza ai canoni pragmatici o normativi e
sottintende l’effettiva rispondenza della rappresentazione a quanto si intende rappresentare.
4 Gaspare Monge matematico francese nato a Beaunne nel 1746 e morto a Parigi nel 1818 già
professore alla scuola Militare di Mezières e poi alla Scuola Normale nonché alla Scuola Politecnica
di Parigi viene universalmente riconosciuto quale padre della geometria descrittiva, ovvero di quel
metodo da cui discendo le cosiddette proiezioni ortogonali .
8
Non è certo questa la sede per un attenta disanima dei modi del rappresentare
l'architettura nella storia, certamente anche prima di tale data la costruzione veniva
concepita come organizzazione planimetrica degli spazi, (rappresentazione in
pianta) ed attraverso la sua conformazione morfologica (privilegiando in genere il
fronte più significativo); lasciando poi spazio alla sua restituzione percettiva
(rappresentazioni prospettiche) ed a numerosi schizzi o disegni di approfondimento
sia in merito alla componente estetica (gli ornamenti, da cui deriva la cultura del
"disegno di ornato" disciplina strettamente connessa alla nascita delle scuole di
architettura), che tecnico-costruttivo (schizzi e disegni destinati all'approfondimento
di particolari e della loro realizzazione ).
Come abbiamo visto, in sostanza il disegno di edilizia sin dall’ antichità si prefigge
di definire in sede previsionale (progetto) o a scopo di documentazione (rilievo) le
componenti essenziali del manufatto edile, la loro conformazione ed i rapporti
logico-dimensionali che le legano.
Tornando quindi al disegno tecnico, il disegno edile altro non è che una
specificazione del disegno tecnico, occorre comunque precisare che proprio per una
forte predominanza della cultura di matrice ingegneristica almeno sino alla metà del
secolo, ben poche norme tecniche interessavano il mondo dell'edilizia. Un mondo
che perpetrando un radicato bagaglio di competenze tecnico-pratiche, anche nella
sua componente documentale (disegno di progetto o di rilievo), si fondava su
metodi pratici e tecniche ricorrenti (prassi).
Prima di passare oltre devo spendere almeno ancora due parole sulla “prassi nel
disegno”.
Il disegno in fondo è qualcosa di molto simile alla scrittura, impone la conoscenza di
un adeguato patrimonio di segni (nel caso della scrittura l'alfabeto); delle regole per
effetto delle quali la combinazioni di tali segni assume senso compiuto (ovvero
l'organizzazione da cui derivano le parole); ed un ulteriore sistema di regole (la
grammatica) per cui le parole abbiano tra loro una relazione compiuta .
Specialmente nel caso del disegno tecnico i segni hanno un preciso significato
(codice semantico), la loro combinazione definisce un sistema semantico
(linguaggio), la comunicazione avviene a condizione che tutti i segni nel rispetto del
sistema semantico (all'atto pratico l'intero disegno) rispondano a ben definite regole;
ciò verifica la supposta similitudine con la scrittura.
Un secondo aspetto interessa la componente tecnica del disegno.
Il disegno mutua la propria esistenza da due soli elementi: il “supporto" (in genere
bidimensionale e piano) ed uno o al più, alcuni “strumenti”, atti a tracciare segni
grafici.
9
A differenza dell'edilizia che sin dalla sua origine nella sua specificità "materiale"
impone l'utilizzo e quindi la perizia nell'uso di molteplici e diversificati strumenti ,
come ho detto, il disegno usa nella generalità dei casi, in prevalenza un solo
strumento (tracciante) che, relazionandosi al supporto, determina l'insieme di segni
che costituiscono il disegno vero e proprio.
In questa apparente semplicità, si insinua l'intrinseca complessità del disegnare che
trascendendo l'abilità tecnica trova naturale compimento e sublimazione nella
perfetta rispondenza tra conoscenza teorica delle regole (in genere riferibili alla
prassi o alle teorie geometriche), abilità tecnica nell'uso degli strumenti e metodo,
inteso come struttura logica della procedura da cui l’elaborato grafico si origina.
Questa prima illustrazione, di Sergio Toppi, mette in evidenza le potenzialità
espressive del segno grafico nel disegno artistico
Nella seconda immagine tratta da un manuale di disegno tecnico, si evidenzia un
differente uso del segno a cui corrisponde un codice con precisi significati.
10
IL DISEGNO EDILE
Dovendo affrontare un tema quale quello del disegno edile, forse può aiutare una
definizione:"rappresentazione destinata alla definizione morfologica e
dimensionale di un manufatto o parte costitutiva dello stesso".
Nei fatti il disegno edile è uno specifico settore del disegno tecnico e tre aspetti
fondamentali lo caratterizzano:
- il genere di rappresentazione ;
- la scala metrica di rappresentazione;
- l’utilizzo di codici semantici noti (normalizzati o di prassi).
Un quarto aspetto interessa il “fare edilizia”, ovvero le opportunità tecniche e le
soluzioni tecnologiche che consentono la realizzazione del manufatto del quale con
il disegno si intende dare rappresentazione; quindi prima d’ogni altra cosa
introdurrò questo argomento.
Il fare edilizia, che nella sua forma più elementare e concreta altro non è che
edificare, (in altre parole “costruire un manufatto atto al ricovero di cose e/o
persone”) impone al progettista un processo euristico di concezione e verifica
dell’idea di spazio in rapporto ai caratteri ed alla materialità del manufatto.
Questo processo che nel suo insieme si è soliti definire "progetto", trova
generalmente manifestazione sotto forma di elaborati grafici, ed altro non potrebbe
essere, perché documentare con parole o in forma scritta una sequenza di elementi
con precise caratteristiche, conformazioni, dimensionamenti e relazioni, oltre che
molto difficile e obiettivamente poco proficuo.
Dovendo quindi considerare la rappresentazione grafica come un efficace metodo di
comunicazione, pare evidente che, difficilmente una rappresentazione seppure
suggestiva di realtà sconosciute o immaginarie dia luogo ad una comunicazione
oggettivamente efficace.
Ora, pur concedendo che un’architettura possa essere ricca di “suggestione”,
sicuramente il percorso da cui si origina: solitamente fatto di “polvere e sudore” ben
poco concede alla suggestione, in quanto come ogni attività umana è fatto
eminentemente di natura tecnica.
Ancor di più viene da dire che la suggestione che un architettura può offrire, nasce
in via prioritaria se non esclusiva dalla capacità del progettista di prevedere in fase
di progetto, e controllare in fase esecutiva, tutti gli elementi ed i fattori che
interagendo tra loro e con lo spazio costituiscono l’insieme edilizio.
11
Anticipando il tema della conoscenza l’ho strettamente interrelato alla
rappresentazione e quindi giunto il momento di precisare i termini fondativi di tale
relazione in specie biunivoca:
conoscere per rappresentare
e di riflesso:
rappresentare per conoscere;
Il concetto di conoscenza in edilizia si deve necessariamente estendere al dominio
cognitivo più accurato ed approfondito possibile di tutto quanto entra in gioco nella
realizzazione del manufatto.
Dovendo il progettista determinare la forma, ed investendo quindi tempo,
competenze ed impegno in tale “progettualità”, per così dire di natura “estetica”,
difficilmente il risultato sarà conseguente quando, in difetto della conoscenza delle
effettive possibilità tecnico-logiche di realizzazione, la forma risulterà
inevitabilmente compromessa dalla materiale impossibilità ad essere realizzata così
come era stata concepita.
Uno dei momenti peggiori per un progettista consiste proprio nel pensare,
disegnare, convincere il committente dell’importanza di alcune scelte, che poi lui
per primo dovrà sconfessare perché nella realtà dei fatti si dimostrano impossibili
da realizzare.
Ed è quindi giusto precisare che prima di assumere il ruolo di opera d’arte, un
architettura deve quantomeno assurgere alla meno nobile, ma sicuramente più
utile, soglia di fruibilità pratica.
Si diceva della conoscenza e la divagazione riporta proprio alla conoscenza da cui
discende la rappresentabilità.
Per “fare edilizia” la massa di informazioni non è poi nemmeno eccessiva, è ciò e in
parte dimostrato dal fatto che ancor oggi si costruisca molto senza ricorrere a
tecnici laureati.
In quasi tutti i casi un geoemtra basta ed avanza per le autorizzazioni, poi il
capomastro, formato alla scuola dell’esperienza, fa il resto.
Il problema e, proprio di problema si deve parlare, sta nel fatto che l’architetto
conoscendo quanto meno questa massa di nozioni elementari del costruire,
dovrebbe saperle armonizzare e trasfondere con la propria cultura affinché il
manufatto edilizio diventi un’architettura.
Di contro, sempre più spesso, si assiste al caso in cui l’architetto, non conoscendo
proprio le basi della più elementare edificabilità, esprima e manifesti la propria
cultura in forme solitamente gradevoli, magari suggestive, forme che però all’atto
pratico si dimostrano improbabili se non come spesso accade, irrealizzabili.
A questo punto spero di aver inquadrato cosa intendo per conoscenza e non
essendo questa la sede per approfondire nel dettaglio tutti gli aspetti tecnico
costruttivi inerenti l’edilizia, che maturerete nel corso degli studi in altre discipline
e dovendo necessariamente rapportare la rappresentazione grafica (il disegno) a
problemi reali alcuni aspetti anche della costruzione verranno in seguito affrontati
sicuramente in modo sommario, ma comunque affrontati.
12
Da queste riflessioni spero emerga con sufficiente chiarezza il senso del primo
binomio:
Conoscere per rappresentare,
il quale può in sintesi essere emblematicamente espresso da questo esempio:
Di norma ogni edificio ha un tetto. Più propriamente il tetto si identifica quale
sistema o “pacchetto”di copertura, in quanto in un “tetto” coesistono e si integrano
più elementi: le orditure primaria e secondaria, l’orditura di appoggio del manto, il
manto stesso e a seconda dei casi differenti strati isolanti ed altri vari elementi a
corredo.
Già nei termini vi è una differenza, se il tetto può essere confuso con il “tappo” della
casa, un sistema di copertura già nel nome fa pensare a qualcosa di più complesso;
quindi passando al disegno, se un “tetto” potrebbe (ma non può!) essere idealmente
rappresentato da una o due linee; pensando al sistema di copertura e a tutto quanto
lo compone chiaramente due linee non bastano più anche perché tra orditure,
manti e strati vari un sistema di copertura nel migliore dei casi presenta uno
spessore di circa 35/40 cm che in scala 1: 100 sono quasi mezzo centimetro, mentre
già “al 50” diventano un centimetro in cui se non indico almeno in modo schematico
gli elementi che lo compongono avrò uno spazio inesorabilmente vuoto che oltre a
non dire niente è pure brutto.
Chiaramente non conoscendo come è fatto un sistema di copertura e cosa lo
costituisce difficilmente saprò quanto possa misurare e quindi diventeranno due tre
linee tirate a casaccio.
Per passare quindi al secondo binomio:
Rappresentare per conoscere
Il concetto di rappresentare per conoscere, inquadra, proprio il senso profondo
della progettualità, che al contrario di quanto si potrebbe credere non è mera
enunciazione di principio, ma costante ricerca delle opportunità di conseguire un
determinato risultato.
Ogni progettista che voglia considerarsi tale è tenuto in primo luogo a sviluppare
un processo critico delle proprie intuizioni, un processo che solitamente attraverso il
disegno si struttura nel rispetto del metodo scientifico tra enunciazione di un
ipotesi (tesi) e verifica (in questo caso grafica) dell'effettiva possibilità di realizzare
quanto ipotizzato (sintesi).
Un esempio classico di questo modo di concepire la rappresentazione grafica sono
proprio gli schizzi di progetto, dove ogni architetto ricerca, confrontando le forme e
le idee sulla carta, un giusto equilibrio tra idea di architettura e sua effettiva
conformazione.
13
Dallo schizzo, in cui ciascuno esprime più che in ogni altra manifestazione grafica la
propria natura più profonda ed in certo senso il proprio grado di dominio del fare
architettura, emerge l’idea e già, almeno chi lo elabora “vede” come sarà,
l’articolazione degli spazi, le relazioni formali e cosa fondamentale anche se spesso
impercettibile la possibilità di realizzare in base al personale bagaglio di conoscenze
il manufatto stesso così come concepito.
Per quanto possa essere liberamente redatto uno schizzo altro non è che il
canovaccio su cui i progettista intende sviluppare il proprio progetto e non è un
caso che in molti schizzi di progetto ad una rappresentazione magari di
straordinaria sinteticità e schematizzazione dell’architettura si affianchino uno o più
disegni dei particolari formali o costruttivi che andranno a caratterizzare quel
determinato edificio o manufatto.
Schizzi di O. M. Ungers per il progetto del grattacielo della Fiera di Francoforte.
tratti da Casabella 591 – marzo 1985
14
Il disegno come metodo.
Il manufatto architettonico, quale che siano i paradigmi progettuali da cui trae
origine e le tecnologie con cui si intende dare corso alla parte effettuale (costruzione)
impone una adeguata congruenza tra forma (morphos) e fattibilità tecnica (teknè).
In tale rapporto, necessariamente di natura dialogica, ad un idea della forma deve
corrispondere un processo (tecnologia) di trasformazione dei materiali per effetto
del quale l’idea prendendo forma, si materializzi.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, ogni elemento (prefabbricato o
realizzato in opera) che concorre alla realizzazione del manufatto in modo
manifesto o indotto, interagisce con la configurazione formale dell’insieme e tale
aspetto impone una profonda e cosciente cognizione atta al governo di tali
interazioni.
In un certo senso sarei portato a dire che per quanto si possa credere come nel caso
di alcuni sistemi di prefabbricazione, il risultato sia diretta conseguenza della forma
del componente , anche in questo caso solo la corretta comprensione e gestione dello
stesso in relazione al sistema edilizio da luogo a quel plus che differenzia l’edilizia
dall’architettura.
In seguito si affronterà il tema della interdipendenza insita nel processo
progettuale; un processo in cui problema, progetto e prodotto nella loro comune
accezione di anteriorità ad una corretta lettura epistemologica negano la
consuetudine di porli in termini consequenziali.
Ora, sia che si condivida la coincidenza di tali fasi generative di un manufatto o che
si propenda per una loro consequenzialità, resta il fatto che etimologicamente e
fattualmente il progetto anticipa il manufatto (prodotto) o così almeno pare.
Senza addentrarmi in complesse e quanto mai astratte speculazioni su di una
generalizzata necessità di coincidenza tra progetto e prodotto, credo si possa
conseguire un ragionevole consenso sul dato di fatto che il progetto è strettamente
funzionale alla realizzazione del prodotto.
Una condizione questa che non può essere assolutamente elusa, nel caso di
manufatti, come quelli edili, per i quali tra ideazione e realizzazione si debba
ingenerare un rapporto dialogico e quanto più possibile univoco tra progettista e
maestranze, ovvero chi materialmente realizza l’opera.
Nella mente del progettista, esiste un idea di edificio che esprime ed appaga la sua
identità umana e culturale la quale, per quanto possa essere condizionata dalla
volontà e dalle esigenze espresse dal committente, lotta costantemente con la
componente effettuale della costruzione, un atto, la costruzione, nella maggior parte
dei casi unico ed irrevocabile.
15
Per essere più chiari su questo punto: mentre un progetto può essere costantemente
riconsiderato, modificato, rivisto o addirittura “rifatto”, quando da questo si passa
alla realizzazione, sia per ragioni pratiche che economiche, il progetto si cristallizza
per dare vita alla sua realizzazione materiale: la costruzione.
Sempre più spesso, si parla e cosa ancor più drammatica si vive una crisi
dell’architettura, come se tale disciplina in quest’ultimo scorcio di secolo abbia
smarrito la consapevolezza del proprio ruolo nello scenario culturale e sociale,
probabilmente questa crisi comune a molte altre discipline di matrice umanistica, si
origina in un preciso momento storico in cui si rompe il sottilissimo filo tra progetto
e prodotto.
A mio parere, l’unico requisito irrinunciabile per un architetto è una “curiosità
intelligente”, ovvero quella costante capacità di guardare e leggere dentro le cose e
di trarre da tale lettura un numero di informazioni adeguato a comprendere ed
organizzare tale massa di conoscenze.
Una curiosità intelligente che ancor prima che nelle parole, trova riscontro proprio
nei grafi che diventano il linguaggio privilegiato di tale esercizio di lettura ed
interpretazione.
Il progetto come disegno.
Parlando di edilizia, il progetto, quale che sia il suo grado di affinamento, trova
nella generalità dei casi una manifestazione di natura iconografica.
Molteplici ragioni determinano tale stato di cose:
Il manufatto architettonico occupa e campisce lo spazio fisico, un entità immateriale
che per abitudine e convenzione si è soliti rappresentare attraverso entità
geometriche.
La geometria nel suo istinto speculativo delle caratteristiche spaziali, sin dalle sue
origini usa del disegno per verifiche immediate e riprove ai postulati teorici, ne
consegue quindi una diretta ed ormai consolidata abitudine a coniugare spazio e
segni grafici che lo identificano.
L’architettura quale disciplina finalizzata alla generazione di spazi a vario titolo
conformati, usa del metodo geometrico proprio per effetto di quella costante
necessità di relazione tra idea (il progetto) e “fattualità” ( il manufatto).
Da ultimo è necessario osservare che proprio il disegno nel suo senso più ampio,
caratterizza e qualifica un fatto architettonico, dato che come ho già avuto modo di
dire, la sottile differenza tra edilizia ed architettura consiste proprio nella messa a
sistema di tutti gli elementi che ad essa concorrono e, trattandosi di elementi (entità
fisiche) con precise connotazioni geometrico-spaziali, si impone una preventiva
verifica (solitamente grafica) dei loro rapporti relazionali.
16
IL DISEGNO COME "SAPERE"
Per comprendere a fondo i modi con cui intendo trattare il tema, è indispensabile
che ognuno di voi sappia rinunciare almeno per un po' a quella apparente sicurezza
che ci deriva dalla somma di conoscenze ed esperienze che caratterizzano il
cosiddetto: "sapere".
Ho deliberatamente scelto il termine "sapere" e non "cultura", dato che a mio
parere con il primo è possibile identificare l’insieme di conoscenze sublimate
dall'esperienza, mentre la cultura intesa quale memeoria di molteplici "saperi" in
cui non sempre la componente sperimentale assume valenza preponderante,
diviene a mio parere sinonimo di meccanica acquisizione della nozione,
In relazione a questa premessa può risultare oltremodo significativo un breve
passo tratto da " Del sentire" di Mario Perniola5:
Ai nostri nonni gli oggetti, le persone, gli avvenimenti si presentavano ancora
come qualcosa da sentire, di cui avevano un esperienza interiore, di cui si
rallegravano o si dolevano, a cui partecipavano sensorialmente, emotivamente,
spiritualmente, oppure al contrario che nemmeno avvertivano o che si rifiutavano
di avvertire.
A noi invece gli oggetti, le persone e gli avvenimenti si presentano come qualcosa
di già sentito, che viene ad occuparci con una tonalità sensoriale emotiva, spirituale
già determinata. Il discrimine non sta affatto tra la partecipazione emotiva e
l'indifferenza , bensì tra ciò che è da sentire e ciò che ho già sentito.
In tale lavoro, l'autore riprende in parte il tema del "simulacro", un tema, già
affrontato in precedenti scritti ove la manifestazione percettibile di un entità od un
fenomeno manifestandosi svuotato della sua vera essenza, diviene feticcio della
realtà, ovvero archetipo.
Il fulcro del lavoro di Mario Perniola consiste proprio nell'approfondimento delle
dicotomie estetiche della cultura contemporanea e ciò mi consente di approssimare
il tema specifico di queste mie riflessioni, che è opportuno ricordarlo interessano la
rappresentazione grafica nella sua accezione più elementare: il disegno.
5
Mario Perniola - Del sentire - Einaudi Torino 1991 ( pag. 4)
17
I mezzi per il disegno
Il disegno, quale attività umana finalizzata a seconda dei casi alla rappresentazione
documentale od evocativa, risente nelle differenti epoche storiche di un dualismo
dialogico tra "artefice" (l'autore) ed il contesto sociale in cui trova manifestazione.
In relazione a tale rapporto potrebbe essere interessante ripercorre in chiave critica
la storia del disegno per accorgersi, magari, che gli apparenti casi di omologazione
ai cosiddetti “canoni”, più che conseguenza di una deliberata scelta espressiva
dell'artefice è conseguenza dei "saperi" (tecniche e strumenti) sino ad allora
sperimentati e quindi noti agli artefici e, tale atteggiamento esegetico, proprio della
cultura materiale, diviene nella contemporaneità un valido strumento di
interpretazione delle radicali trasformazioni intercorse in ambito iconografico nel
recente passato e con l’avvento delle tecnologie informatiche di generazione dell’
immagine nel presente.
A dimostrazione di ciò nell'illustrazione qui sotto vediamo il parco di strumenti per
il disegno in uso sino ai primi del '700. Da ciò appare evidente che il disegnatore
per larga parte della storia si sia avvalso di pochissimi strumenti e con essi in alcuni
casi sia giunto a risultati di ottima fattura ed alta intelligibilità.
J.Leque - Gli strumenti del disegnare
18
Solo con la rivoluzione industriale si è determinato un nuovo approccio allo
strumento, generando una partenogenesi di oggetti che altro non sono nella
maggior parte dei casi, simulacri dei "traccianti" originari e tutto ciò probabilmente
sino all'era del CAD, ha caratterizzato il disegno del '900; un epoca in cui, per
effetto di un modo di "fare scuola", l'artefice apprendeva in primo luogo "un
metodo" grazie al quale, avvalendosi di pochissimi strumenti, poteva giungere
all'apice espressivo.
Come dirò in seguito, tale sapere, proprio perché progressivamente cristallizzato
in un modello culturale in cui pare che la componente riproduttiva obnubili la
componente produttiva, rischia alle soglie del nuovo millennio se non di dissolversi,
quantomeno di subire una mutazione irreversibile, sempre che ciò non sia già
avvenuto.
Prima di addentrarmi nelle categorie ordinatrici dell'attività grafica intesa quale
"disegno" s'impone un ultima precisazione.
La cultura contemporanea, al pari di molte manifestazioni espressive, ha in un certo
qual senso scisso il disegno in due parti: da un lato la pratica, quale fatto
esclusivamente tecnico e quindi azione di natura meccanica fondata su di un
modello, dall'altro il concetto o contenuto che per effetto della sua apparente
predominanza si cristallizza, nella generalità dei casi, in asettiche enunciazioni
puramente teoriche.
In relazione a ciò deve essere detto che tale distinguo ai fini della riproduzione di
un sapere può risultare legittimo solo a condizione che chi vi si accinga e lo opera
disponga e domini l'insieme del "saper fare" che costituiscono il disegno: tecnica e
teorie ad esso sottintese, in caso contrario la predominanza di una componente
sull'altra svuoterà la disciplina della sua identità essenziale: il dualismo tra ars e
tecknè.
Modelli di riproduzione "del sapere"
Allo stato attuale il meccanismo di riproduzione dei "saperi", così come le culture da
cui traggono origine, sembra risentire di una eccessiva frammentazione.
Dato che tale frammentazione troppo spesso viene proposta come
approfondimento specialistico della disciplina da cui si origina, si assiste alla
scomposizione quell'insieme di caratteristiche costitutive del sapere originario che
ne configurano l'insieme e che lo rendono effettivamente fruibile.
D'altro canto un approccio frammentario al sapere pervade e conforma anche i
meccanismi di comunicazione ad esso sottintesi e ciò disarticola un pensiero in
origine organico intaccandone inoltre anche la congruenza a livello di linguaggio.
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  • 5. DIDATTICA DEL DISEGNO PUBBLICAZIONI 05t u p q n CONSULTA E’un testo finalizzato ad introdurre gli studenti alla specificità del disegno tecnico in edilizia Le note in appendice, sono una riflessione sui temi della didattica ed è motivata da un “dibattito” in essere in quegli anni con Maura Boffito.
  • 6. DIDATTICA DEL DISEGNO PUBBLICAZIONI 06t u p q n CONSULTA n CONSULTA n CONSULTAn CONSULTA n CONSULTA Terzo ed ultimo CD rom, raccoglie, parte del materiale precedente e l’insieme delle lezioni tenute in seno alla SILSIS MI per le classi di abilitazione 18 - 25 e 07
  • 8. Introduzione In ragione della finalità di supporto alla didattica, questo ipertesto offre diverse modalità di consultazione. “Cliccando” sui titoli a sinistra si accede direttamente ad un indice in cui si può scegliere il documento, sia esso: testo, raccolta di slides o altro documento, di proprio interesse. RIFLESSIONI È un percorso che, partendo dalla premesse da cui trae origine questa nova edizione dei precedenti CD rom diffusi a supporti dei corsi, offre a chiunque uno spunto di riflessione sui temi della rappresentazione in funzione delle diverse fisionomie che oggi animano le scuole di architettura.Ad ogni tema è associato un documento proposto come spunto di riflessione. CRONOLOGIA E’ solo un indice che raccoglie l’insieme dei materiali secondo l’ordine cronologico con cui sono stati redatti e distribuiti, rispetto a precedenti versioni distribuite non consente l’accesso ad alcuni documenti che sono stati rimossi perché ritenuti obsoleti o sostituiti da altri più aggiornati e completi SUL DISEGNO 05 Inteso quale momento di revisione e riordino della molteplicità dei materiali progressivamente prodotti, e’ un indice ordinato in base ai differenti corsi. In esso sono indicati i testi di base e approfondimento redatti dall’autore. Allo studente è data facoltà di consultare quanto maggiormente gli interessa, anche in base alle indicazioni fornite durante le lezioni. DIAPOSITIVE Raccoglie la versione informato PDF delle slides, proposte durante le lezioni, per scelta ragionata l’ordine che le sistematizza non segue un ordine di tempo e di corsi, in quanto il tema del disegno, per quanto possa essere declinato in funzione delle specificità dell’ indirizzo di studi, a mio parere si configura come una conoscenza trasversale, starà quini a ciascuno consultare quanto maggiormente gli interessa , provando magari a guardare anche altrove per scoprire qualche risposta o conoscenza in più. Concludendo ringrazio tutti della pazienza che la consultazione di questo testo impone, anche se la personale esperienza mi insegna che il percorso che porta alla conoscenza non sempre è solo una retta che passa per due punti.
  • 9. Premessa dell’autore Partendo da una malintesa e poco frequentata “pratica zen”, mi sono spesso chiesto in quale misura il progredire della conoscenza non si riveli, per chiunque, un inutile fardello. Certo è che: una “passione curiosa” coniugata con un costrutto culturale adeguato (specie ai giorni nostri) ci portano a sublimare “il nuovo”; “un nuovo”, sempre e comunque mediato con l’insieme di conoscenza dall’umana e personale esperienza spesso confluisce in “un tutto indistinto”. Partendo da questa constatazione, forse perché sempre più spesso si assiste ad un involuzione di quel piacere del “discernere per gradi” propria della personale gioventù, ho ritenuto che fosse venuto il momento di riassumere e al contempo, “dis-ordinare”, il materiale didattico con pazienza e finalità di scopo, costruito in questi anni di lavoro con i miei studenti. Rispetto ai CD del passato, nei documenti qui presentati, verrà sicuramente a mancare quell’ordine crono- logico proprio di una congruente azione didattica ma, è proprio dall’esperienza di didattica che ho tratto un insegnamento: per chi apprende nulla è ovvio e nulla e dato. Ed è ancora l’esperienza universitaria di questi otto anni anni che mi insegna che poco o nulla si costruisce sulla certezza “del tutto, subito e al meglio ”. Certo, da azioni formative coerenti e strutturate deriva un insieme di cose, proposte ed atteggiamenti congruenti, che per di se stesse non sono un male, ma, purtroppo lo diventano nel momento in cui si fondano su di un nulla che aleggia nella mente di chi, non comprendendo o peggio presupponendo di capire , ottempera senza comprendere consapevolmente. Quindi abusando per una seconda volta “del pensare” di Italo Calvino, mi sono prefisso che parte degli strumenti di lavoro costruiti per i corsi che ho svolto : testi, slide, tracce, ausili ipermediali e quant’altro, potessero disporsi in una forma che mutuando le “lezioni americane” si misurasse nell’esprimere: “leggerezza; rapidità; esattezza; visibilità e molteplicità”. In tale atteggiamento vi è un esplicita rinuncia alla dimostrazione del sapere imparato per lasciar spazio alla pratica del conoscere, un modo si essere che in rari e circoscritti casi ho avuto la fortuna di sentire nei miei maestri di ieri e nell’oggi e, per chissà quale ragione, non ho mai compiutamente assunto a modello didattico. D’altro canto l’opportunità ipertestuale che offrono i moderni mezzi informatici, garantisce anche ad studenti inesperti e a docenti “non strutturati” ( tra i quali mi annovero ) la molteplicità dell’informazione sia essa prodotta o altresì mutuata. Spero quindi sia proprio quell’ “esattezza” nel senso di misura, proposta in essere da Calvino nella sua esperienza “americana”, ad istruire e guidare il lavoro che mi attende; e a chi legge, lascio l’onere del discernere tra le “parole dette”, le “parole scritte” e “le immagini a supporto”; e del condividere che, come ebbe a prevedere Calvino nel 1984, è proprio questa la sfida sui sistemi di trasmissione del “sapere” che ci attende nel progredire del terzo millennio. claudio umberto comi professore “a contratto”
  • 10. LEGGEREZZA Più di vent’anni di insegnamento del disegno, a cui si intreccia un analogo periodo di pratica professionale quasi tutta maturata in territori di frontiera dell’architettura: industrial design; editoria e grafica, illustrazione prospettica e disegno edile, disegno tecnico divulgativo e studi sul paesaggio, mi portano a pensare di aver sufficientemente sedimentato la conoscenza sui modi del disegnare e con ciò di disporre ormai di un “leggero fardello” sui temi fondanti la rappresentazione. CONSULTA Già 5 anni fa, con le LEZIONI ZEN credo di aver intuito ed espresso come il modo migliore per apprendere ed insegnare il disegno passi attraverso l’esperienza, ed oggi sono sempre più convinto che in una scuola di architettura l’insegnamento del disegno non possa essere posto in essere a prescindere da una adeguata e matura “abilità nel fare” di chi lo insegna. Come ho avuto modo di esprimere e ribadire in alcuni dei i miei scritti e in molte lezioni, il disegno è, al pari del costruire, in primo luogo attività pratica, fondata certamente su regole mutuate dalla scienza e mediate da processi o sistemi tecnologici più o meno evoluti e con ciò è e possibile subordinare la conoscenza e la pratica, ma l’efficacia della figurazione si fonda sul dimostrarne caratteri e natura del rappresentato attraverso un insieme di segni che discende in primo luogo dalla esperienza in pratica dell’artefice. Ed è proprio nella pratica dell’artefice che si misura la leggerezza del segno, la coerente sobrietà di strutturazione del campo grafico, la pertinente topologia tra forme e un efficace insieme di grafi che posano comunicare ed informare chiunque. Nelle Lezioni ZEN, un testo frutto di suggestione e retaggio dei “quaderni di bottega” del tardo quattrocento, attraverso “l’esempio”, intendevo “formare i molti” riconducendoli ad un “uno”, ovvero a quell’unicum che poi è il disegno nelle sue molteplici forme ed espressioni che ci sono familiari. Ben pochi tra i molti studenti che l’hanno letto, credo abbiano compreso la suggestione del tema; forse perché troppo condizionati da una partecipazione ad un progetto educativo che li induce alla ricerca di risposte su cui fondare poche e povere certezze che con l’ingenuità della gioventù in questi anni oscuri sentono esaustive della conoscenza. A me è rimasto il dubbio che una delle ragioni di tale senso di immanente fallimento, ormai percepito ed espresso in modo manifesto da alcuni che vivono dentro l’università, passi proprio da un inconfessabile bisogno di chi insegna, di fondare il prestigio e la credibilità del proprio magistero su processi di omologazione della conoscenza e non più sulle forme di esperienza empirica che per larga parte hanno connotato ed istruito il divenire della conoscenza. Nel disegno, leggeri sono gli strumenti traccianti e leggero è il foglio di carta su cui si manifesta per segni il pensiero. Non sempre altrettanto leggere sono le forme attraverso le quali chi apprende matura coscienza del fare. Il disegno, in quanto attività pratica, impone abilità pratica e capacità critica dei risultati, ma ancor prima di ciò impone una chiara finalità di scopo intesa quale previsione cosciente del figurare per segni, previsione strutturata in ragione dell’immagine che si andrà ad elaborare e che ci auspica comunichi ai molti quel pensiero sotteso, frutto di osservazione, riflessione e sintesi. ALTRO
  • 11. ESATTEZZA CONSULTA È giusto?, e ben fatto? Va bene?. Sono le domande ricorrenti di uno studente che sottopone il proprio lavoro, nelle scuole di architettura in genere un disegno, a chi giudica o a chi insegna. Credo che nell’azione di magistero del disegno e dell’architettura, una sola risposta sia legittima per tali domande: osservare per comprendere, osservare di nuovo con più attenzione e ove ne ricorra il caso domandare. Quando si deve domandare per comprendere meglio la figurazione che si ha sotto gli occhi, chi insegna il disegno in architettura, in realtà ha già espresso il giudizio. Un disegno, non decanta, descrive. Un disegno non suggestiona, informa. Un disegno se corretto non presuppone il giudizio, asserisce ed afferma. Comprendere per uno studente che seppur negli infiniti dialetti il disegno è un linguaggio intellegibile, è il primo passo verso un autonomia del discernere e dominare il pensiero che si esprime per grafi. Disegnare una matita con 17 linee può apparire un esercizio sterile o al più divertente. Con ciò si presuppone una cognizione della posizione spaziale dell’oggetto raffigurato ed un controllo del segno: una linea è un tratto rettilineo o curvo tra due punti Certo è che in tempi di disegno assistito e presunti automatismi di restituzione da nurbs o quant’altro, proprio il controllo semantico diviene caposaldo della qualità di topologia e coerenza tra i segni che giustapposti definiscono le forme. Una linea di troppo o una linea in meno in disegno prodotto attraverso sistemi CAD, diviene un rebus per chi tale disegno lo deve interpretare, forse su un foglio di carta con tracciamenti compiuti attraverso procedimenti analogici, quella linea si sarebbe vista ed eliminata per tempo. Esattezza inoltre “è misura”, sia nel senso di qualità e quantità di segni e colori posti in essere nel campo grafico, che nel senso di congruenza con la scala di restituzione. A scala di dettaglio le commnensure di un paramento murario suggeriscono una texture che simuli la calce, già ad una scala d’insieme la calce sparisce e permane la commensura, disegnare la calce in un paramento murario in scala amministrativa ( 1:100) lo sa fare solo un computer. Peccato che in cantiere, chi legge la tavola su carta si dovrà chiedere cosa siano qui segni più marcati che a dire il vero in modo “random” partiscono il prospetto o rimarcano le linee di sezione. Esattezza è manifestazione visibile nel disegno di una compiuta conoscenza delle forme che qualificano il componente, il sottosistema o il sistema edilizio e , solo, nel disegno si misura e si definisce tale conoscenza. Per chi disegna non vi è alea di incertezza; al più vi è, per comodità di redazione e capacità di sintesi grafica, una schematizzazione del dettaglio, ma ciò è per prassi richiama o rimanda ad una norma unificata o alla sua applicazione mutuata da un uso corrente. Esattezza nel disegno è in sintesi una consapevole pratica di disporre segni tra loro coerenti e coordinati che restituiscano la forma nella sua essenza morfologica e materiale, da ciò forse non deriva un bel disegno ma consegue una corretta informazione che è scopo e finalità di ogni raffigurazione grafica di natura tecnica. Esattezza è per chi nel design mira a predefinire la forma, capacità di tracciamento di curve complesse e coerenti al disporsi dei piani nello spazio ed al variare di queste dai diversi punti di vista, ed oggi che l’architettura tende a diventare design, forse anche in questo caso un po’ di esattazza non guasta. ALTRO
  • 12. RAPIDITA’ CONSULTA Reverse modelling e rapid prototiping, se non fossero poco più uno slogan fortunato per le software house, in passato, sarebbero diventati un mito come … achille o medusa A dire il vero la presupposta rapidità e automazione di processi di analisi e lettura del modello fisico o la prefigurazione delle idee, mal si conciliano comunque con la fretta, ma a troppi, forse ignavi, piace pensare che “la macchina informata” di qui a poco possa:” sostituire la mano” e , illusione, “alleggerire la mente”. Certo è che in un mondo in cui tutto e tutti sembra debbano vivere di fretta, anche le pratiche del disegnare hanno dovuto, loro malgrado, accelerare i tempi: si disegna meno, si disegna peggio e quel che è peggio si disegna automaticamente, nel senso di mancanza di coscienza di ciò che si fà . Purtroppo anche solo apprendere a disegnare comporta impegno, coscienza e dispendio di tempo, risorse che di questi tempi pare sempre e comunque proficuo spenderla altrimenti. Altrimenti da cosa non si capisce anche perché, pur escludendo il disegno, mai come in questi tempi i giovani architetti e non solo, sembrano non aver tempo in misura inversamente proporzionale a quello che apparentemente sprecano, non aver coscienza se non per” le griffe” dell’architettura e non solo, impegno almeno quello si, ma su cosa non sempre si capisce. La vera misura della rapidità del disegnare passa di nuovo dalla pratica. Solo chi ha adeguata pratica può in breve tempo prefigurasi l’impianto del disegno, tracciarne i tratti salienti e quindi sempre in forza della abilità pratica portare a ultimazione compiuta l’intera opera. In ciò non vi è alcuna novità visto che anche l’affermarsi di tecniche di disegno assistito, hanno scontato un lungo periodo di addestramento alla pratica dell’operare con il CAD di quel patrimonio umano di esperienza che erano i disegnatori tecnici e di edilizia. La vera novità sta nel fatto che oggi si assiste ad una nuova genia di post-disegnatori estremamente rapidi a far rispondere la macchina ai loro comandi, ma non altrettanto coscienti del valore semantico e comunicativo dei prodotti che da essa derivano. La vera scommessa sulla rapidità del disegno nel millennio che ci attende, è forse da ricercare e perseguire nel non strappare quel sottile filo che lega la figurazione comunque prodotta al senso che essa si prefigge. Dico ciò , dato che già in passato la fretta di qualcuno ad accedere alla scuola di Mesziers, e l’innegabile astuzia di scomporre per piani l’oggetto raffigurato semplificandone una figurazione altresì conforme, ha prodotto un processo di riduzione delle complessità della figurazione di un oggetto nello spazio che di semplificazione in semplificazione non consente ad uno studente di oggi di comprendere proiettività e omologia di una qualsivoglia figura o solido nello spazio se non rigidamente riferita ad una terna di assi cartesiani. Rapidamente si può forse conoscere, diverso e il caso del comprendere dato che proprio nel disegno si verificano e misurano leggerezza, esattezza rapidità, molteplicità mediate in quell’indeformabile lente che è la visibiltà, questa si sempre più spesso rapida, Talmente rapida che prima ancora della qualità del disegno misura, con gli occhi di chiunque, le qualità del disegnatore. ALTRO
  • 13. VISIBILITA’ CONSULTA Viene spontaneo chiedersi se la nostra cultura visiva possa estraniarsi almeno per un momento dal senso dello spazio, veduto e, concepito in modo prospettico. Molteplici ragioni inducono a pensare che ciò non possa essere, e tutta la figurazione che ha contraddistinto le differenti espressioni artistiche - si pensi al senso di armonia di alcuni centri urbani minori o di alcuni partiti architettonici su assi stradali urbani in quasi ogni città, così come l’insieme delle figurazioni pittoriche e di alcuni gruppi scultorei; paiono essere frutto di un applicazione inconscia delle regole prospettiche alla scansione ed al governo dello spazio costruito, figurato e percepito Non si comprende quindi per quale ragione, da almeno un ventennio nelle scuole d’arte e nelle facoltà di architettura, l’insegnamento della prospettiva, sia essa intuitiva o legittima, comunque applicata alla prefigurazione del progetto trovi sempre minore spazio e interesse.Ad esser cattivi, viene da pensare che probabilmente la ragione di ciò possa essere ricercata in una progressiva disabitudine a quella che tra le pratiche grafiche che impone ancor prima della perizia di mezzi e di regole, un discreto tempo di apprendimento, esercizio applicativo, chiarezza di intenti e sensibilità di scopo; oppure si potrebbe ricondurre le cause di ciò ad una malintesa lezione tratta dal razionalismo in architettura e dall’astrattismo nelle arti figurative che nei fatti negano la valenza cognitiva legata alla rappresentazione prospettica. Personalmente credo, senza alcuna vena polemica, che come spesso accade, la perdita di interesse verso una pratica, sia espressione di quel malvezzo contemporaneo per effetto del quale: il nuovo pregiudica il vecchio e con l’impeto di passione che ci proietta nel nuovo si finisce con l’obnubilare ogni espressione, anche le più naturali ed efficaci in ragione di una malintesa moda estemporanea che ci porta a considerare ormai obsoleto quello che appena ieri era vitale.A complicare lo scenario del declino di tale pratica , in termini prospettico-informatici direi “a distorcerlo”, si aggiunge una sempre più diffuso ricorso alle utility di renderizzazione digitale di progetti o rilievi; renderizzazione conseguente a eidotipi sempre e comunque concepiti sulla base di algoritmi grafici generalmente di natura bidimensionale.L’apparente novità sta nel fatto che attraverso software più o meno esperti ed istruiti possiamo simulare una, virtuale, tridimensionalità e con ciò un senso dello spazio,. Se4nso dello spazio purtroppo quasi sempre alterato dalla presupposta fissità visiva dello spettatore che è costretto a percepire una scena predeterminata, magari composta da più frame in sequenza ma sempre e comunque costruita partendo dalla base di una visione concettualmente statica..Tali immagini, sicuramente convenienti sotto il profilo ecomonico, a volte efficaci, pertinenti e suggestive, risultano spesso inverosimili proprio relazionandosi alla sfera della percezione, in quanto fissano, attraverso le regole geometriche che le determinano e le fallacie informative che le conformano, proponendosi come un simulacro di percezione prospettica che altera nella quasi totalità dei casi la valenza di verifica e controllo propri della restituzione prospettica di un insieme di forme giustapposte nello spazio con procedimento analogico.E da tali riflessioni che prendono spunto queste pagine, pagine che ancor prima di proporsi come argomentazione compiuta vogliono solo introdurre il lettore ad una riflessione sui modi di prefigurare le cose nello spazio attraverso semplici e naturali operazioni grafiche ALTRO
  • 14. MOLTEPLICITA’ CONSULTA A volte mi piacerebbe discutere se il disegno, sia unico o molteplice. Purtroppo oggi non si discute più, si conviene, si asserisce o si decreta. Il piacere del discorrere, nelle università, è diventato un piacere alternativamente orgiastico o ozioso, a volte meramente politico ma questo non è bene.In entrambi i casi ben poco di nuovo entra nel dibattito e, quel poco, spesso ha di nuovo solo la faccia di chi lo esprime. Un secondo tema per dibattere potrebbe essere: la natura intrinseca del disegno è passibile di innovazione o solo le tecnologie, che lo assistono, evolvendosi determinano una trasformazione che però ne conferma i capisaldi di immutabilità? Dato che chi scrive considera il disegno un “unicum”, pare evidente che solo il suo manifestarsi in forme molteplici determini una possibile classificazione tassonomica, ma dato che qualsivoglia classificazione non soddisfa il quesito, penso che solo attraverso il confronto dialettico e la dimostrazione pratica delle conoscenze addotte a quanto si argomenta si potrebbe definire e forse meglio precisare la questione. Certo è che l’apparente molteplicità dei modi di disegnare o se si preferisce del rappresentare per segni, impone una verifica su chi tra i molti che usano del disegno abbia il predominio della conoscenza? Per una risposta si potrebbe ricorrere ad un famoso apologo sulle differenti funzioni vitali dell’uomo e senza girarci troppo intorno scopriremmo che senza quel ventre molle, che sono le pratiche di addestramento di base alla figurazione grafica, ben poca nutrimento arriverebbe al cervello, sede certamente di un pensiero qualificato ma, organo che privo di sangue, notoriamente, deperisce in pochi istanti. Non sarà forse che proprio la consuetudine di associare al disegno, considerato nell’immaginario collettivo degli architetti e non solo una conoscenza inferiore o di servizio ad altre conoscenze , sia riuscita a deprivare la pratica del progetto, questa si declinata in molteplici specificità, di quelle qualità che presentava quando guardandosi indietro era governata da eidotipi istruiti da un solida conoscenza delle modalità di figurare per segni, l’idea? Naturalmente chi ha la convinzione di anteporre il metodo alle regole ,ha anche il malvezzo di tirare il sasso e ritrarre la mano. Ora, se chi disegna lascia un segno, quale segno lascerà chi non sapendo disegnare legge ed interpreta, spesso in modo non scientificamente coerente i segni che altri, prima di noi hanno tracciato ?Il disegno in quanto pratica impone la sperimentazione e non la teoria, anche il “furbo di Meziers” prima ha sperimentato e poi ha teorizzato il risultato dell’esperimento ma questo avveniva nell’ottocento e gli esiti di una deriva dalla applicazione teorica in pratica, li vediamo oggi. Ai portolani abbiamo sostituito i GIS, che producono tavole che spesso riesce a leggere solo chi le ha redatte, al filo a piombo ed alla sesta ad aghi, abbiamo sostituito gli scanner laser che producono nurbs che una volta tradotte in figurazioni sul piano, non dimentichiamoci che il disegno per assunto è figurazione sul piano e quindi sottintende topologie con qualsivoglia metodo mediate, nelle due dimensioni, sembrano delle TAC e superano quella complessità di segni di una restituzione fotogrammetrica del David di Michelangelo che chiude il ….. , una figurazione che pur avendo l’innegabile vantaggio di offrire un efficace in quanto suggestiva comprensione delle applicazioni del piano quotato, faceva sorgere dubbi in un giovane studente, già venticinque anni fa sull’ utilità pratica a qualunque altro fine che non fosse meramente dimostrativo di una tecnica. ALTRO
  • 15. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 1 MATERIALI AD USO DIDATTICO 5.1 DIDATTICA IN SENO A CORSI DI LAUREA IN ARCHITETTURA - EDILIZIA E DISEGNO INDUSTRIALE Il materiale di seguito elencato è prevalentemente ad uso didattico. Lo stesso è diffuso agli studenti su supporto cartaceo, informatico o siti web, ed è inoltre presente in alcuni “ipertesti” su CD rom, che abitualmente vengono distribuiti a titolo gratuito agli studenti e a chi ne faccia richiesta. COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE anno 1997-98 D01 LE BASI DEL DISEGNO - ESERCIZI 33 Raccolta di 30 schede con esempi grafici elaborati dall’autore, per gli esercizi dell’azione di tutoring didattico svolta in seno al C.d.L in Pianificazione Territoriale, Urbanistica ed Ambientale della Prima Facoltà di Architettura integrata nel documento aggiornato al 1999 S01 TEST GRAFICO – ( versione 2002 ) 14 Sequenza slides per l’esercitazione introduttiva ai corsi mirata a verificare il livello di abilità grafica degli studenti in ingresso. S02 ESERCIZI DI DISEGNO- ( versione 2002) 12 Raccolta di slides per introdurre lo studente a semplici operazioni grafiche atte alla facilità di tracciamento del segno. anno 1998-99 D02 CARTOGRAFIA STORICA DEL TERRITORIO DI MILANO S-E 22. Dispensa con brevi cenni sulla “carta d’Italia” dell’IGM e n. 12 tavole con legenda della stessa. Materiale per l’elaborazione di letture diacroniche del territorio oggetto di studio in seno al corso di rappresentazione del territorio e dell’ambiente – C.d.L. in PTUA S03 CARTOGRAFIA E LETTURA DIACRONICA – versione 2003 66 Raccolta di slides della lezione introduttiva ai temi della rappresentazione cartografica e dell’evoluzione storica della stessa. In appendice esempi di lettura diacronica su base IGM. . S04 CARTOGRAFIA E USO DELLA LEGENDA – versione 2003 46 Raccolta di slides sul tema della segnatura cartografica e sulla costruzione logica di una legenda.
  • 16. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 2 COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE anno 1988-89 D03 LEGGERE IL TERRITORIO 57 Dispensa con linee guida ed esempi sulle metodiche di rilevo fotografico e restituzione grafica in funzione di un esercizio di rilievo urbano. - Corso di rappresentazione del territorio e dell’ambiente – C.d.L. in PTUA 1998-99 S05 IL RILEVO FOTOGRAFICO 16 Raccolta di slides introduttive all’uso della fotografia analogica ed alle modalità di rilevo di un tessuto urbano. D04 LA CITTA’ DI CARTA 41 Dispensa con linee guida e metodi operativi per la realizzazione di modelli in cartoncino a scala plano volumetrica Corso di rappresentazione del territorio e dell’ ambiente – C.d.L. in PTUA T01 LE BASI DEL DISEGNO - TESTO 147 Testo di approfondimento sui temi della rappresentazione grafica e sulle implicazioni di questa con la visione contemporanea del tema affrontato. S06 IL SEGNO 6 Raccolta di slides sulle generalità del segno S07 I GENERI DEL DISEGNO 18 Raccolta di slides sulle differenti forme di rappresentazione grafica, analogica ed assistita. S08 IL DISEGNO NELLE ATTIVITA’ TECNICHE Raccolta di slides con esempi dell’evoluzione dei modi di rappresentare nella storia. 36
  • 17. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 3 COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE anno 1999-00 S09 STRUMENTI E SUPPORTI 14 Raccolta di slides introduttiva al tema della strumentazione atta alla rappresentazione grafica ed i relativi supporti. S10 STRUMENTI STORIA ED EVOLUZIONE Raccolta di slides sull’evoluzione storica dello strumento con relativi esempi figurati. 32 S11 SUPPORTI STORIA Raccolta di slides sull’evoluzione storica dei supporti 16 S12 LE TECNICHE OGGI Raccolta di slides sulle differenti possibilità d’uso per il disegno analogico e l’illustrazione di strumenti e supporti contemporanei S13 LE TECNICHE DI INCISIONE 24 Raccolta di slides sulle tecniche di incisione. S14 IL TANGRAM E LA GEOMETRIA SUL PIANO 38 Raccolta di slides sulle operazioni grafico geometriche elementari della figurazione piana applicate al gioco del Tangram. S15 IL TANGRAM E LA GRIGLIA ANAMORFICA Raccolta di slides sulle opportunità di deformazione di figure piane attraverso la griglia anamorfica per giungere al la simulazione della terza dimensione. S16 LA SALIERA - PARTE PRIMA 44 Raccolta di slides relative allo schizzo dal vero in proiezione conica di un semplice origami. S17 LA SALIERA - PARTE SECONDA 46 Esercizi e riflessioni sulle proiezioni parallele sempre riferite all’origami oggetto di studio. Con esempi di lavori degli studenti
  • 18. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 4 COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE anno 1998-99 D05 SOMMARIO DATI TECNICI PER L’ARCHITETTURA LINEE GUIDA 1 E 2 29 Linee guida per l’esercitazione da svolgersi in seno al corso di Rilevamento e Rappresentazione (criteri introduttivi ed argomenti con precisazioni sulle modalità di realizzazione della scheda richiesta. D06 SOMMARIO DATI TECNICI PER L’ARCHITETTURA RACCOLTA SCHEDE 375 Raccolta di circa 400 schede elaborate dagli studenti in un ipotesi di riedizione del manuale dell’architetto. 1999-00 T02 DISEGNO EDILE 48 Testo di approfondimento sui temi del disegno in edilizia. Affronta riflessioni di metodo e di merito sull’importanza della consapevolezza di come il documento grafico descrive e determina la forma del manufatto. D07 LE BASI DEL DISEGNO 2 – SCHEDE 64 Riedizione della raccolta ( 50 schede grafiche ) con gli esercizi del corso di rappresentazione del territorio e dell’ambiente . D08 IL DISEGNO DEL PAESAGGIO 43 Linee guida per l’elaborazione di tesi di laurea sui temi della rappresentazione del paesaggio che ripercorrono I temi e le modalità di lettura ed interpretazione svolti nella tesi di laurea. S18 LETTURA DEI CARATTERI DI LUOGO Raccolta di slides in relazione ad un esercitazione di rilevo ambientale. 20
  • 19. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 5 COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE anno 2000-01 T03 LEZIONI ZEN 17 Testo per l’educazione maieutica al disegno. In appendice riflessioni sul tema dell’educazione alla rappresentazione grafica e l’apprendimento in genere. D09 SITO WEB PER IL CORSO DI EDILIZIA 20 Sito web in linguaggio HTML a supporto del corso di disegno edile tenuto nella sede di Mantova. D10 IL DISEGNO CON SISTEMI CAD DEL PARTICOLARE COSTRUTTIVO 7 Dispensa con indicazioni descrittive delle caratteristiche morfologiche e dimensionali dei “nodi tipo” proposti per l’esercitazione di disegno vettoriale e tavole con schemi grafici esemplificativi. S19 IL DISEGNO TECNICO IN EDILIZIA 18 Raccolta si slides sui nodi di rappresentazione di prassi e normalizzati del disegno edile. S20 IL COMPONENTE EDILIZIO 28 Raccolta di slides sulle caratteristiche morfologiche e prestazionali del componente nel processo edilizio. D12 METODI E TECNICHE PER IL DISEGNO DI ARCHITETTURA 75 Raccolta ipertestuale di schede inerenti le norme di unificazione e I metodi di prassi per l’elaborazione di rappresentazioni grafiche conformi del disegno in architettura. La quasi totalità dei materiali sin qui presentati è stato raccolto nel CD rom: DISEGNO elaborato nel 2001 e da tale anno distribuito agli studenti che partecipavano ai corsi. CD1 DISEGNO CD rom con raccolta ipertestuale dei materiali didattici elaborati dal 1997 al 2001. In tale CD sono consultabili in formato pdf. Tale CD rom raccoglie la quasi totalità die documenti sino a qui elencati. Dal 2006 questo CD rom è disponibile solo su richiesta
  • 20. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 6 COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE anno 2001-02 CD2 SOMMARIO PER IL DISEGNO EDILE CD rom con raccolta ipertestuale dei materiali didattici elaborati a supporto del corso di Disegno Edile presso la sede di Mantova e del Laboratorio di costruzione dell’architettura 1, sino al 2002 Dal 2005 questo CD rom è disponibile solo su richiesta D11 L’INFORMATICA PER IL DISEGNO DI ARCHITETTURA 20 Testo esplicativo delle possibili articolazioni di moduli didattici integrativi o finalizzati alla definizione di corsi di disegno assistito e grafica informatizzata, nel progetto formativo dello studente di architettura. S21 I SISTEMI INFOGRAFICI- CONCETTI INTRODUTTIVI 28 Raccolta di slides sulll’evoluzione dei sistemi di grafica assistita. S22 L’IMMAGINE RASTER E LA FOTOGRAFIA DIGITALE 24 Raccolta di slides sulle modalità di produzione ed elaborazione di immagini raster. S23 I FATTORI VISIVI 10 Raccolta di slides sulle modalità di visone e percezione visiva Lezioni del corso di Rappresentazione 1 sede di Mantova - modulo di: RILIEVO DELL’ ARCHITETTURA S24 IL DISEGNO DAL VERO 30 Raccolta di slides esplicative l’esercitazione di disegno dal vero. S25 DALLA FOTOGRAFIA AL PIANO Raccolta di slides sul raddrizzamento grafico attraverso al prospettiva inversa con esemplificazioni sulla “maison de verre” di Andrè 14
  • 21. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 7 COD. ANNO TITOLO PAG. CONSULTAZIONE S26 RILIEVO DELL’ ARCHITETTURA – IL COSTRUITO 10 Raccolta di slides sulle modalità e la strumentazione per il rilievo di architettura con un caso esemplificativo. S27 IL DISEGNO PER IL PROGETTO 26 Raccolta di slides sulle modalità di realizzazione degli schizzi di progetto, con brevi cenni alle modalità di composizione di volumi. S28 IMPAGINARE Raccolta di slides introduttive ai modi di comporre in tavola le figurazioni grafiche prodotte. 12 Anno 2002-03 D13 I COMPONENTI DELLA COSTRUZIONE ED ELEMENTI PER IL LORO DIMENSIONAMENTO 297 Raccolta prevalentemente compilativa di schede tecniche in relazione al dimensionamento del componente edilizio ai fini del progetto previsto dal laboratorio di costruzione dell’ architettura 1. D14 INDICAZIONI PER IL DISEGNO TECNICO 58 Dispensa costituita da stralci di testi sui temi della rappresentazione normalizzata del disegno tecnico, per l’esercitazione di rilievo dell’ oggetto industriale del laboratorio del disegno in seno al C.d.L. di Industrial design. S29 IL RILIEVO DELL’ OGGETTO 36 Raccolta di slides sulle modalità di rilevo metrico strumentale di un modesto oggetto esercitazione del Laboratorio di disegno tenuto presso la Facoltà del Design. anno 2005 D16 LA RAPPRESENTAZIONE DEL PROGETTO 60 Raccolta ipertestuale dei materiali didattici elaborati per il Laboratorio di costruzione dell’architettura 1, presenta esempi di elaborati prodotti negli anni precedenti utili allo sviluppo delle tavole di progetto richieste
  • 22. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 8 5.2 MATERIALI DIDATTICI A SUPPORTO DEI CORSI TENUTI PRESSO LA SILSIS- MI SCUOLA INTERUNIVERSITARIA LOMBARDA DI SPECIALIZZAZIONE PER L’INSEGNAMENTO SUPERIORE DI MILANO DAL 2003 AL 2005. anno 2003-04 L’insieme dei materiali didattici per il corso di Tecniche della rappresentazione, posto in essere per le classi di abilitazione 18/A ( Discipline geometriche, architettoniche, arredamento e scenotecnica) e 25/A ( Disegno e storia dell’arte ) del 4° ciclo,sono raccolti nel CD rom: Lezioni sul disegno, elaborato a conclusione del corso di tale anno accademico e distribuito ai partecipanti. CD3 LEZIONI SUL DISEGNO Cd rom con raccolta ipertestuale delle lezioni del corso di tecniche della rappresentazione tenuto in seno alla Scuola di Specializzazione per l’insegnamento ( SILSIS_MI) alle classi di abilitazione 18 e 25. anno 2004-05 Nel 5°ciclo, (anno successivo con differenti studenti) per le medesime classi, ad integrazione del materiale proposto, si elabora un ipertesto esemplificativo sulle opportunità offerte dalla rete web in materia di informazione sui temi dell’arte figurativa con particolare riferimento alle tecniche espressive ed alle loro modalità di applicazione ed uso. D15 LE TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE 50 Ipertesto multimediale sulle tecniche della rappresentazione sviluppato in chiave esemplificativa per il corso in seno alla SILSIS-MI. Altresì per la classe di abilitazione 07/A Arte della fotografia e della grafica pubblicitaria si struttura una intera serie di lezioni inerenti al didattica della grafica pubblicitaria e della comunicazione visiva. Tale serie di slides e le tracce di elaborazione dell’esercitazione proposta sono provvisoriamente raccolte in un CD rom con il titolo :“ 07/A campo grafico e figurazione del messaggio”. In tale CD dovrebbero inoltre confluire quelle tra le elaborazioni prodotte dagli specializzandi che assumono rilevante valore esemplificativo in termini di coerenza scientifico metodologica dell’azione didattica. D15 07/A CAMPO GRAFICO E FIGURAZIONE DEL MESSAGGIO Raccolta multimediale delle lezioni per il corso di “progettazione grafica ed il laboratorio di didattica della comunicazione, tenuto in seno alla SILSIS-MI per la classe di abilitazione 07/A.
  • 23. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 9 5.3 MATERIALI ELABORATI IN RAGIONE DELLA PARTECIPAZIONE A CONVEGNI, SEMINARI, PRESENTAZIONE DI RICERCHE E STUDI. COD. ANNO TITOLO – INCONTRO O MANIFESTAZIONE PAG. CONSULTAZIONE 2001 . C03 PAESAGGIO MEDOTI DI LETTURA ED INTERPRETAZIONE AI FINI DELLA V.I.A 120 SC01 Raccolta di slides esplicative i metodi di lettura di un immagine di paesaggio posti in essere dall’ autore in ragione di ricerche per conto del Politecnico di Milano. Predisposti per un incontro in un corso di formazione professionale finanziato con fondi FSE e patrocinato dall’Ordine degli architetti della Provincia di Varese Tema riproposto in occasione di una lezione nel master sul paesaggio presso l’Università di Bergamo tenuta l’anno successivo. 2002 Museo didattico Giuseppe Pelizza da Volpedo , in Volpedo C01 COMPOSIZIONI E PROPORZIONI ARMONICHE NELL’OPERA DI GIUSEPPE PELIZZA DA VOLPEDO 11 Ipertesto esplicativo delle letture grafiche finalizzate all’ interpretazione in chiave didattica dell’ opera artistica sviluppata per il Museo didattico Pelizza da Volpedo. Curatore scientifico prof.ssa Aurora Scotti. SC02 PERCORSO PER IMMAGINI ALLA LETTURA DELL’OPERA DI GIUSEPPE PELIZZA DA VOLPEDO 28 Raccolta di slide che costituiscono l’insieme di letture usate come video in occasione dell’inaugurazione del museo di cui sopra. 2003 Politecnico di Milano – Sede di Mantova. Incontro seminariale conclusivo l’attivitò didattica dei corsi di rappresentazione,e sociologia e propedeutico all’ esperienza di laboratorio di progettazione 1 SC03 UN LUOGO E IL SUO SENSO, ESPERIENZA DI UN TURISTA PER CASO 25 Raccolta di slide elaborate sui temi della lettura sensibile di un luogo, per un seminario interdisciplinare presso la sede di Mantova 2004 Politecnico di Milano – Sede di Mantova. Incontro seminariale conclusivo l’attivitò didattica dei corsi di rappresentazione,e sociologia SC04 LETTURA DELL’IMMAGINE FOTOGRAFICA: SCHEMI COMPOSITIVI E SCELTE ESPRESSIVE 23 Raccolta di slide elaborate sui temi della interpretazione geometrica e della lettura analitica di un immagine fotografica di Vasco Ascolini, per un seminario interdisciplinare tenutosi il presso la sede di Mantova.
  • 24. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 10 COD. ANNO TITOLO – INCONTRO O MANIFESTAZIONE PAG. CONSULTAZIONE 2004 Politecnico di Milano – Sede di Lecco SC05 LE DIFFERENTI FORME DI RAPRESENTAZIONE E L’IMMAGINE DI PAESAGGIO 47 Raccolta di slide elaborate sui temi della rappresentazione del paesaggio per il convegno: Analisi e gestione del patrimonio paesistico tenutosi presso il Monte Barro – Lecco il 17 giugno 2003. C06 LE DIFFERENTI FORME DI RAPRESENTAZIONE E L’IMMAGINE DI PAESAGGIO 25 Testo integrale dell’intervento al succitato convegno. Di tale testo è stato pubblicato un estratto nel volume: La rappresentazione, strumento per l’analisi e il controllo del progetto di paesaggio , a cura di MariA Pignattaro edito da Aracne editrice nel 2005 sempre nel 2004 ho redatto, stampato e divulgato in formato digitale un testo che raccoglie esperienze e riflessioni sul medesimo tema T04 SUL PAESAGGIO 96 Testo di approfondimento sui temi del Paesaggio. Raccoglie e riordina esperienze e riflessioni sul tema della rappresentazione del paesaggio finalizzato alla lettura dei caratteri di luogo ed al loro censimento ai fini di pratiche di valutazione paesitica. In tale testo si documentano, presentano ed argomentano la parte personale nei lavori di ricerca in convenzione svolti per conto del Politecnico di Milano. 2005 Politecnico di Milano – Sede di Mantova – Facoltà di architettura. Incontro seminariale conclusivo l’attività didattica dei corsi di rappresentazione e sociologia del primo anno. SC06 FIGURAZIONI DI ARCHITETTURA: NOVITA’ E CONSAPEVOLEZZA 33 Raccolta di slide elaborate sui temi della rappresentazione assistita in architettura per un seminario interdisciplinare tenutosi presso la sede di Mantova. Con la redazione del CD rom “sul disegno 05”, ho ritenuto più efficace operare i successivi aggiornamenti su base annuale. Pertanto,nelle pagine a seguire,troverete ultimi documenti elaborati. 5.4 AGGIORNAMENTI A FINE 2005
  • 25. INDICE CRONOLOGICO - Release 040406 11 anno 2005-06 IL DISEGNO INFANTILE Raccolta di slide elaborate sui temi della rappresentazione dei bambini , proposta agli studenti del corso di design come momento di riflessione sulle modalità di apprendimento, cognizione e controllo dell’attività grafica cosciente IL DISEGNO TECNICO Raccolta di slide elaborate sui temi delle differenti forme in cui il disegno assste l’ elaborazione progettuale nell industrial design
  • 26. CLAUDIO UMBERTO COMICLAUDIO UMBERTO COMI SUL DISEGNO 05
  • 27. RAPPRESENTAZIONE ANALITCA DEL PAESAGGIO Tema centrale del personale percorso di ricerca, si sviluppa dal 1985 ad oggi affrontando, attraverso formulazioni teoriche e riprove sperimentali, l’applicazione di metodi grafici ed infografici finalizzati alla valutazione percettiva dei caratteri di luogo e delle trasformazioni naturali ed indotte, che questi vivono. HOME PAGE 01t u p q
  • 28. RAPPRESENTAZIONE ANALITICA DEL PAESAGGIO1999-2000 IL DISEGNO DEL PAESAGGIO Propone le linee guida per la elaborazione di ricerche e tesi di laurea sul tema, ripercorrendo procedure e I conseguenti esiti della tesi sperimentale sviluppata con Alesandro Pittaluga e Sergio Coradeschi dal 1985 al 1990 TESI DI LAUREA 02t u p q n CONSULTA n CONSULTA n CONSULTA
  • 29. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO FIGURAZIONE IDEOPLASTICA FIGURAZIONE IDEOGRAFICA SINTESI IDEOGRAFICA OGGETTO DI STUDIO 03t u p q
  • 30. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO FIGURAZIONE IDEOPLASTICA ANALISI DEL PATTERN FATTORI GEOMETRICI CAMPO PERCETTIVO ABERRAZIONI GEOMETRICHE TESI DI LAUREA 04t u p q
  • 31. ANALISI GRAFICHE DEL PAESAGGIO FIGURAZIONE IDEOGRAFICA ANALISI DEL CAMPO PERCETTIVO LETTURA FATTORI GEOLOGICI LETTURA FATTORI CLIMATICI E FATTORI VEGETAZIONALI TESI DI LAUREA Attraverso molteplicie ricorsive analisi grafiche si tende allo sviluppo di una figurazione di facile intellegibilità che assommi segni ed ideogrammi evitando il fattore di “ridondanza semantica” e “opacità dell’informazione” 05t u p q
  • 32. RAPPRESENTAZIONE ANALITICA DEL PAESAGGIO SINTESI IDEOGRAFICA LETTURA TONALE LETTURA DEI SEGNI TESI DI LAUREA 06t u p q
  • 33. ANALISI INFOGRAFICA DEL PAESAGGIO1998-1999 STUDIO DEI CARATTERI DEL PAESAGGIO DEL COMUNE DI LEVANTO Ricerca DIIAR-DST finalizzata alle analisi preliminari del piano paesistico regionale.(M.Quaini). Sviluppata con Alessandro Pittaluga e altri, sperimenta l’uso dell’infografica per la lettura dei caratteri salienti di luogo POLITECNICO - LEVANTO 01t u p q
  • 34. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO RILIEVO E CENSIMENTO Dallo studio della cartografia storica, si è giunti alla definizione di “ambiti” sui quali operare le successive letture. Un accurato rilievo del “fronte a mare” a cui si affianca quello delle frazioni entro-terra che “punteggiano” la valle diverranno la base per le successive elaborazioni POLITECNICO - LEVANTO 02t u p q
  • 35. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO ANALISI PERCETTIVA CAMPO VISIVO PUNTI DI ATTRAZIONE BASE VETTORIALE MECCANISMI DI RECEZIONE VISIVA SEMPLICE POLITECNICO - LEVANTO 03t u p q
  • 36. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO VISIONE PERIFERICA VISIONE PERIFERICA VISIONE ACUTA A C B D D VERIFICA DELLA RECEZIONE Attraverso una sistematica verifica dei fattori di contrasto tra le parti che costituiscono l’immagine campione si è giunti alla oggetivazione delle condizioni di maggior contrasto e su queste si sono verificate le analisi empiriche e relativi esiti constatando una sostanziale identita di risultato POLITECNICO - LEVANTO 04t u p q
  • 37. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO LETTURA DIGITALE ANALISI DEI PIXEL Un comune programma di foto ritocco, consente l’ analisi selettiva dei pixel che compongono l’immagine in base al tono ed alla cosiddetta “profondità di colore”. Da ciò è possibile assumere valori percentuali utili alla definizione di parti significative dell’ immagine POLITECNICO - LEVANTO 05t u p q
  • 38. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO SCHEDATURA DEI SITI Dato che lo studio si è avvalso di contributi di natura: geologica, pedologica e botanica; per ciscun amnito indagato, si è giunti alla definizione di schede tipologiche che sintetizzassero i caratteri salienti delle diverse espressioni rilevate. POLITECNICO - LEVANTO 06t u p q
  • 39. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO STUDIO DEL MODELLO Sebbene lo studio fosse supportato da una specifica ricerca topografica che prevedeva lo sviluppo di DTM e la loro vestizione con ortofoto. Ai fini delle analisi di paesaggio si è costatata la necessità di produrre modelli, anche questi digitali che rispecchiassero le logiche della rappresentazione quaotata ( isoipse) in quanto la modellazione digitale automatica non offriva adeguati caratteri di sintesi utili alle analisi- POLITECNICO - LEVANTO MODELLO DIGITALE A ISOIPSE EQUIDISTANZA A 25 m. Fasi di costruzione . 07t u p q
  • 40. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO SINTESI DELLE ANALISI POLITECNICO - LEVANTO 08t u p q
  • 41. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO CAMPO D’ANALISI Oggetto di studio è una “cava di monte” posta nelle prealpi lombarde. Finalità dello stesso la Valutazione di Impatto Ambientale in funzione di un ciclo di coltivazione di circa 70 anni. POLITECNICO - ITALCEMENTI 01t u p q
  • 42. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO STUDIO DELLA VISIBILITA’ POLITECNICO - ITALCEMENTI Un accurato rilievo delle posizioni di maggior visibilità della cava, è base per l’ assunzione delle immagini campione su cui condurre le analisi. 02t u p q
  • 43. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO RISCONTRI TOPOLOGICI POLITECNICO - ITALCEMENTI Per ciascuno dei campioni assunti si è resa necessaria una preventiva sintesi grafica con metodo analogico al fine di assumere i tratti caratterizzanti l’immagine e i relativi risocontri topologici ed altimetrici ANALISI DEI RISCONTRI VETTORIALIZZAZIONE ALTIMETRIE E RISCONTRI TOPOLOGICI 03t u p q
  • 44. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO MODELLI DI SCOPO POLITECNICO - ITALCEMENTI Anche in questo caso, il DTM non si è rivelato efficace,i specie perla necessaria interazione con studi di natura: geologica, pedologica, ecologica, vegetazionale, e di corrivazione delle acque. In questo caso al modello digitale si è preferito il modello fisico o per isoipse o per piani orogonali ( sezioni ) ASSONOMETRIA DELLE SEZIONI MODELLO DELLE FASI DI SCAVO MODELLO DEGLI STRATI GEOLOGICI 04t u p q
  • 45. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO POLITECNICO - ITALCEMENTI VALORI DI LUMINANZA RAPPORTO PATTERN - PRESENZE Con procedimenti di pesatura digitale dei valori tonali dell’ immagini si è giunti all’ identificazione delle presenze naturali e quelle frutto di processi di escavazione che caratterizzano l’immagine campione. Da ciò deriveranno le successive analisi e le simulazioni oggetto dello studio ANALISI INFOGRAFICHE 05t u p q
  • 46. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO POLITECNICO - ITALCEMENTI POLIGONAZIONI DEI CAMPI SIGNIFICATIVI Attraversi I disegno CAD bidimensionale si sono definitoi gli areali inerenti I diversi fattori, operando quindi una valutazione percentuale degli stessi nelle diverse fasi di coltivazione e definendo le geometrie alla quali appoggiare le successive simulazioni delle ipotesi di intervento. SCHEMI GEOMETRICI DELLE PRESENZE DEL CAMPIONE 06t u p q
  • 47. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO POLITECNICO - ITALCEMENTI SIMULAZIONE DEGLI INTERVENTI ALLA VARIE SCALE TEMPORALI 07t u p q
  • 48. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO ITALCEMENTI IMPIANTO 01t u p q n CONSULTA
  • 49. RAPPRESENTAZIONE DEL PAESAGGIO PUBBLICAZIONI 1999-2000 SUL PAESAGGIO Testo che raccoglie I casi presentati e si sviluppa attraverso riflessioni sul tema del paesaggio e delle sue condizioni di rappresentabilità grafica in funzione delle analisi 01t u p q
  • 51. CLAUDIO UMBERTO COMI INDICE PER DOCUMENTO . pagine documento anno genere 17 - 28 Il disegno per il territorio A.A. 1997-98 PROGRAMMA DEL CORSO Programma e calendario dell’azione di “tutoring didattico” svolta in seno al C.d.L. in: Pianificazione Territoriale Urbanistica ed Ambientale della Prima Facoltà di Architettura 29 - 61 Le basi del disegno (prima versione) A.A. 1997-98 ESERCIZIARIO Raccolta di 30 schede con esercizi funzionali per il “tutoring didattico” svolta in seno al C.d.L. in PTUA 62 - 83 Cartografia storica del territorio di Milano Sud-Est A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI Brevi cenni sulla “carta d’Italia” dell’ I.G.M. e n. 12 tavole con legenda della stessa, per l’elaborazione di “letture diacroniche” del territorio oggetto di studio 84 - 140 Leggere il territorio A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI Linee guida per le metodiche di rilievo fotografico e restituzione grafica dello stesso in funzione di un esercizio di rilievo urbano 141 - 181 La città di carta Linee guida e metodi operativi per la realizzazione di modelli in cartoncino a scala plano volumetrica A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI 182 - 328 Le basi del disegno (testo) A.A. 1998-99 TESTO Testo di approfondimento sui temi della rappresentazione grafica e sulle implicazioni di questa con la visione contemporanea del tema affrontato 329 - 345 Sommario dati tecnici per l’architettura 1 A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI Linee guida per l’esercitazione da svolgersi in seno al corso di Rilevamento e Rappresentazione ( criteri introduttivi ed argomenti) 346 – 357 Sommario dati tecnici per l’architettura 2 A.A. 1998-99 MATERIALI DIDATTICI Linee guida per l’esercitazione da svolgersi in seno al corso di Rilevamento e Rappresentazione ( precisazioni sulle modalità di realizzazione della scheda) 358 Sommario dati tecnici per l’architettura - Raccolta A.A. 1998-99 TESTO N.B. solo la copertina, in quanto il documento che raccoglie le circa 400 schede è consultabile nella raccolta “Sommario per il disegno edile”,di cui esiste uno specifico CD rom
  • 52. 359 - 423 Le basi del disegno (prima versione) A.A. 1999-00 ESERCIZIARIO Raccolta di 50 schede con esercizi funzionali al modulo didattico “disegno” svolto in seno al corso di Rappresentazione del territorio e dell’ambiente- 424 - 465 Il disegno del paesaggio A.A. 1999-00 TESTO Linee guida per l’elaborazione di tesi di laurea sui temi della rappresentazione del paesaggio che ripercorrono itemi e le modalità di lettura ed interpretazione svolti nella tesi. 466 Disegno Edile A.A. 1999-00 TESTO Testo di approfondimento sui temi del disegno in edilizia. N.B. solo la copertina, in quanto il testo è consultabile nella raccolta “Sommario per il disegno edile”, di cui esiste uno specifico CD rom 467 Repertorio per la rappresentazione del particolare costruttivo A.A. 1999-00 MATERIALI DIDATTTICI N.B. solo la scheda introduttiva, in quanto la raccolta è consultabile nel “Sommario per il disegno edile”, di cui esiste uno specifico CD rom 468 - 484 Lezioni zen A.A. 2000-01 TESTO Testo per l’educazione maieutica al disegno. In appendice riflessioni sul tema dell’ educazione alla rappresentazione grafica. 485 Sito web per il corso di Disegno edile A.A. 2000-01 SITO WEB Sito web in linguaggio html a supposero del corso di Disegno edile tenuto nella sede di Mantova. N.B. partendo dal link nella pagina il sito è consultabile off-line 486 - 505 L’informatica per il disegno di architettura A.A. 2000-01 TESTO – linee guida didattica Testo esplicativo delle possibili articolazioni di moduli didattici integrativi o finalizzati alla definizione di corsi di disegno assistito e grafica informatica nel progetto formativo dello studente di architettura A seguire, vengono presentate alcune serie di slides ( in Power Point) utilizzate nelle lezioni dal 1999 al 2001 506 - 511 Il segno A.A. 2000-01 SLIDES Introduzione ai temi della rappresentazione grafica predisposta per il corso di Disegno Edile – A.A. 2000-2001 512 - 528 Strumenti e supporti A.A. 2000-01 SLIDES Informazione e riflessione sull’evoluzione degli strumenti atti alla rappresentazione - Corso di Disegno Edile – A.A. 2000- 2001 529 -564 Il disegno nelle attività tecniche A.A. 2000-01 SLIDES Regesto storico ed esemplificativo dei generi e dei modi della rappresentazione tecnica - Corso di Disegno Edile – A.A. 2000- 2001 565 - 582 Il disegno tecnico A.A. 2000-01 SLIDES Immagini a supporto dei concetti di base della rappresentazione tecnica normalizzata - Corso di Disegno Edile – A.A. 2000- 2001
  • 53. 583 - 594 Rappresentazione del territorio e dell’ambiente A.A. 2001-02 SLIDES Slides di introduzione al corso di Rappresentazione del territorio e dell’ambiente- Calendario e modalità 595 - 625 Gli strumenti della tradizione A.A. 2001-02 SLIDES Lezione di approfondimento in relazione a strumenti e supporti destinati alla rappresentazione grafica di fenomeni territoriali 626 - 668 I sistemi informatici A.A. 2001-02 SLIDES Lezione introduttiva agli strumenti e supporti informatici destinati alla rappresentazione grafica di fenomeni territoriali 669 - 680 Rappresentazione 1 Slides di introduzione al corso di Rappresentazione 1 – sede di Mantova – Calendario, interdisciplinarietà e modalità di frequenza al corso A.A. 2001-02 SLIDES 681 - 711 Approcci con il rilievo: lo schizzo dal vero A.A. 2001-02 SLIDES Slides sulle modalità di disegno dal vero propedeutiche ad un esercitazione condotta nel plesso della sede univeristaria 712 - 720 La restituzione di immagini fotografiche A.A. 2001-02 SLIDES Indicazioni preliminari sui temi del disegno di ornato e sulle modalità di redazione grafica di “rappresentazioni percettive” 7212 - 734 Dalla fotografia al piano: la prospettiva inversa A.A. 2001-02 SLIDES Linee guida per operazioni sul raddrizzamento grafico per mezzo della prospettiva inversa . Un caso di studio: la maison de verre.- Parigi 735 - 753 Il rilevo: gli strumenti elementari di misura A.A. 2001-02 SLIDES Slides di introduzione alle pratiche di rilevo del costruito: strumenti di misura, modalità d’uso e precisione 754 - 763 Il rilevo: appoggio geometrico, un caso A.A. 2001-02 SLIDES Slides esplicative le pratiche di rilevo di un unità abitativa con parti inaccessibili e non collimabili 764 - 807 Lettura di un luogo: Rivalta sul Mincio A.A. 2001-02 SLIDES Slides della lezione tenuta in occasione di un workshop propedeutico al Laboratorio di Progettazione 1 con gli studenti del corso di rappresentazione 1 - Sede di Mantova 808 - 824 Laboratorio del disegno - C.d.L. industrial design A.A. 2001-02 SLIDES Slides introduttive ai contenuti ed alle esercitazioni del laboratorio e nello specifico del modulo di disegno in seno alla Facoltà del Design – Terza Facoltà di Architettura di Milano 825 - 837 Laboratorio del disegno: test grafico d’ingresso A.A. 2001-02 SLIDES Esplicazione di 3 prove grafiche ispirate alle “lezioni zen” con funzione di introdurre i temi fondanti del disegno e verificare le abilità grafiche di base degli studenti in ingresso. 838 - 892 Il tangram e le geometrie del piano A.A. 2001-02 SLIDES Linee guida per l’esercitazione grafica finalizzata all’acquisizione di abilità grafiche di coordinamento spaziale dei segni e riflessioni sulla modularità e deformazioni delle figure piane
  • 54. 893 - 936 La saliera : dal piano ai volumi A.A. 2001-02 SLIDES Esplicazione dell’esercitazione sulla rappresentazione per piani di una figura solida omeomorfa e simmetrica con indicazioni sulle modalità di rappresentazione proiettiva 938 Il rilievo dell’ oggetto A.A. 2001-02 SLIDES Esplicazione dell’esercitazione sul rilievo proporzionale e metrico strumentale di un piccolo oggetto.
  • 55. CLAUDIO UMBERTO COMI INDICE PER DOCUMENTO . pagine documento anno genere 3 - 40 Disegno Edile A.A. 1999-00 TESTO Testo di approfondimento sui temi del disegno in edilizia. Affronta riflessioni di metodo e di merito sull’importanza della consapevolezza di come il documento grafico descrive e determina la forma del manufatto. Repertorio per la rappresentazione del particolare costruttivo A.A. 1999-00 MATERIALI DIDATTTICI N.B. Il documento in origine parte di questo CD rom, è stato progressivamente rielaborato, integrato e riorganizzato sino a trasformarsi nella redazione attuale. 41 - 415 Sommario dati tecnici per l’architettura - Raccolta A.A. 1998-99 TESTO il documento che raccoglie le circa 400 schede elaborate e le considerazioni sul risultato con le relative valutazioni è consultabile in questo CD rom per argomento ( gruppo di temi) 416 - 423 Il disegno con sistemi CAD di particolari costruttivi A.A. 2000-01 MATERIALI DIDATTICI Dispensa con indicazioni descrittive delle caratteristiche morfologiche e dimensionali dei “nodi tipo” proposti per l’esercitazione di disegno vettoriale e tavole con schemi grafici esemplificativi. 424 - 498 Metodi e tecniche per il disegno di architettura A.A. 1999-02 RACCOLTA DI SCHEDE Raccolta di schede inerenti le norme di unificazione e I metodi di prassi per l’elaborazione di rappresentazioni grafiche conformi. In appendice: (link ad altro documento in PDF) 499 I componenti della costruzione ed elementi per il loro dimensionamento A.A. 2002-03 SCHEDE E DATI TECNICI 165 pagine Raccolta di schede tecniche, dati da manuali e testi vari: cataloghi, depliant ecc. sulle caratteristiche morfologiche, dimensionali, prestazionali, e d’uso, dei diversi componenti il manufatto edilizio.
  • 56. CLAUDIO UMBERTO COMI INDICE PER DOCUMENTO . Il documento nasce come trasposizione ipertestuale delle sequenze di diapositive (slides di Power Point) e documenti ipertestuali ( in PDF) utilizzati nelle diverse lezioni. Dato lo scopo del progetto formativo: “insegnare ad insegnare”, tali materiali, oltre ad una particolare attenzione ai contenuti, si configurano spesso come esemplificazioni di un modo, magari personale, di concepire l’azione didattica. In alcuni casi, dato il semplice fine di documentare quanto proposto in aula nella trasposizione in formato PDF, volutamente si sono omessi alcuni link altresì attivi nelle slides originali. Per agevolare la consultazione, si è preferito strutturare questo indice non rispettando la naturale sequenza cronologica delle lezioni, peraltro consultabile navigando il file così come strutturato, bensì riorganizzandolo per temi e quindi accorpando le lezioni sia del corso di Tecniche della Rappresentazione (classi 18 e 25), che di quello di Progettazione Grafica ( classe 07/A Materiali sul tema delle “tecniche grafiche” pagine documento classe genere 13 - 46 Strumenti e supporti SERIE DI SLIDES Ipertesto sull’evoluzione storica e tecnologica dei supporti e degli strumenti atti alla produzione di rappresentazioni grafiche 46 - 64 Tecniche grafiche SERIE DI SLIDES Immagini esplicative dell’uso degli strumenti per il disegno 427 - 475 Le tecniche della rappresentazione IPERTESTO Ipertesto esemplificativo delle possibilità di costruzione di materiali a supporto dell’azione didattica, mutuando materiali dalla rete, opportunamente riordinati e trattati . 476 - 487 Le tecniche di incisione SERIE DI SLIDES Immagini esemplificative delle diverse tecniche di incisione e delle valenze espressive ad esse riconducibili 488 - 500 Tecniche di stampa Ipertesto con caratteri , logiche e finalità analoghe a quello sulle tecniche della rappresentazione IPERTESTO
  • 57. Materiali sul tema delle “geometrie del piano” 65 - 131 Le geometrie del piano e dal piano al volume SERIE DI SLIDES Raccolta di slides relative al corso di disegno nel laboratorio del disegno della Facoltà del Design. Si propone di suggerire agli “specializzandi SILSIS” un efficace riduzione dei temi attraverso la scelta di esercitazioni con una significativa componente ludica, a cui consegua la necessaria speculazione da parte dello studente 131 - 152 Leggere le geometrie nella fotografia SERIE DI SLIDES Lezione tenuta in un seminario presso la sede di Mantova sulle modalità di applicazione della “geometria grafica” nell’interpretazione di un immagine fotografica di architettura di Vasco Ascolini Materiali sul tema dell’ “interpretazione grafica dell’ opera d’arte” 153 – 163 Materiali per il museo Pelizza da Volpedo IPERTESTO Abstract ipertestuale con immagini esemplificative delle elaborazioni condotte sul tema dell’ impianto geometrico nell’ opera di Giuseppe Pelizza da Volpedo 354 - 384 Elaborazioni per il museo Pelizza da Volpedo Raccolta delle elaborazioni condotte sulle opere, rimontate come sequenza video SERIE DI SLIDES Pannelli per il museo Pelizza da Volpedo TAVOLE N.B. la raccolta di 8 pannelli non è consultabile in quanto il peso (quantità di memoria) degli stessi rende oltremodo difficoltosa l’apertura dei files mentre una loro riduzione di risoluzione, non ne consente una agevole lettura dei testi a corredo. Materiali sul tema della “rappresentazione del paesaggio” 250 - 296 Il disegno del paesaggio dalla carta al monitor SERIE DI SLIDES Sintesi delle immagini inerenti I sistemi di disegno anologico e grafica assistita per il trattamento e l’interpretazione di immagini di paesaggio assunte a campione dei caratteri di luogo.. 297 - 499 Le differenti forme di rappresentazione e l’immagine di paesaggio TESTO Contributo per atti del workshop tenutosi a Lecco nel 2003 sul tema della: rappresentazione strumento per l’analisi e il controllo del progetto di paesaggio. Il testo, corredato di immagini precisa le modalità di lettura ed interpretazione poste in essere nelle ricerche condotte per il Politecnico di Milano.
  • 58. Materiali sul tema della “didattica del disegno e della progettazione grafica” 324 - 328 Riflessioni sull’insegnare SERIE DI SLIDES Suggerimenti bibliografici e suggestioni grafiche sul mestiere di insegnare. 328 - 331 “insegnare ad insegnare” TESTO Traccia delle riflessioni a corredo delle slides di cui sopra 340 - 349 Il trucchi di Power Point SLIDES Serie di diapositive concepite per spiegare alcune tra le possibilità di comunicazione offerte da software di presentazione come Power Point. 195 - 203 “lezione interattiva” SLIDES Presentazione concepita come base per link ipermediali ad altre presentazioni, testi e scarichi di risorse o interi siti web. N.B. nella trasposizione in PDF tutti I link sono stati disattivati 204 - 236 “Il mito di Atlante” SLIDES Estratto del ciclo di lezioni sul tema della rappresentazione cartografica predisposte per il corso di Rappresentazione del territorio e dell’ambiente – C.d.L.. in PTUA 565 - 582 Lezione sul progetto SLIDES Immagini a supporto dei concetti di base della progettazione di manufatti edili proposte in seno al corso di progettazione di elementi e sistemi del Laboratorio di costruzione dell’architettura 1 383 - 409 Il progetto grafico SERIE DI SLIDES Slides di introduzione ed approfondimento dei temi del corso di Progettazione grafica – (SILISIS MI classe 07/A)
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  • 544. 1 Indice 3 Premessa 5 Il disegno per l'edilizia 6 Il disegno 7 il disegno tecnico 10 Il disegno edile 14 Il disegno come metodo 15 Il progetto come disegno 16 Il disegno come sapere 17 I mezzi per il disegno 18 Modelli di riproduzione del sapere 19 Il disegno quale capacità del "saper fare" 20 Disegno come tecnica 22 Definizione del termine disegno 23 I generi del disegno 25 Gli strumenti del disegno 30 Il segno 30 Classificazione del segno 34 Lo spessore del tratto quale codice semantico 39 Il tema della progettualità in appendice 44 La didattica del disegno
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  • 546. 3 Premessa Nel novero delle discipline socio tecniche, l’edilizia intesa per la sua componente effettuale di realizzazione di un manufatto fruibile e, il disegno industriale inteso come progettazione esecutiva di un prodotto; presuppongono da parte dei molteplici attori del processo progettuale un dominio cosciente di un linguaggio comune. Un linguaggio che per consuetudine, è di tipo iconografico. Tale considerazione deve offrire un primo spunto di riflessione a chiunque intenda affrontare in un ottica professionale un percorso formativo finalizzato all'esplicazione di tali attività: difficilmente potrà trovare forma compiuta un’idea non adeguatamente documentata ed esplicitata per mezzo di immagini congruenti e agevolmente leggibile ai soggetti terzi che ne cureranno la realizzazione. In altre parole: qualsiasi progetto, dal momento dell’ideazione alla realizzazione, deve sottostare ad un processo di oggettivazione e verifica che nel caso degli ambiti disciplinari qui trattati non può prescindere dalla congruenza della sua rappresentazione grafica. In conseguenza di ciò appare evidente che una parte preponderante del bagaglio di conoscenze indispensabili ad una efficace attività del progettista sia, e si intersechi, con una oggettiva capacità di rappresentare attraverso i differenti modi del linguaggio grafico. In tale ottica nasce l‘idea di questo testo che è giusto precisarlo è prevalentemente concepito quale stimolo alla formazione degli studenti dei primi anni dei corsi di laurea in Edilizia e Disegno Industriale, anche se, per i contenuti ed i temi affrontati può rivelarsi un valido sussidio anche agli studenti di Architettura. La particolarità del testo consiste in un esposizione di tipo concettuale e per tale ragione in questo caso deliberatamente non vengono proposti esempi grafici, per i quali si rimanda ad altri documenti. In merito all'appendice sui temi della didattica del disegno, che è giusto ricordarlo si rivolge sia agli studenti che ad altri che leggeranno queste pagine, credo e spero in una smentita che purtroppo da alcuni anni si sia ingenerata nell'insegnamento del disegno, in ambito universitario, una pericolosa scissione tra contenuti teorici e applicazione. Tale scissione pur legittimando approcci di elevata qualità culturale nega allo studente la comprensione di un “sapere” che come ho più volte ripetuto è in primo luogo dimostrato dal "saper fare".
  • 547. 4
  • 548. 5 IL DISEGNO PER L'EDILIZIA. "Disegno" ed "edilizia" sono due parole che immediatamente ci portano a pensare a qualcosa di pratico, o più efficacemente a: attività che danno luogo ad un “risultato visibile”. Nel caso del disegno l'immagine, descrivendole od evocandole, intende rappresentare entità reali od immaginate; nel caso dell'edilizia il manufatto, conseguendo precisi requisiti tecnico – funzionali, dovrebbe quanto meno assolvere lo scopo per il quale è stato realizzato. Elemento comune ad entrambi è il metodo1 o più precisamente i metodi che nel primo caso regolano i modi con cui si realizza un immagine (metodi di rappresentazione) e nel secondo i modi con i quali si raggiunge il risultato (metodi costruttivi). Secondo termine comune ad entrambi è il dominio della tecnica2, che nel caso del disegno viene prevalentemente intesa come "saper fare", mentre per l'edilizia, almeno in questo contesto, maggior importanza assume valore di "sapere come è fatto", o meglio di "sapere come si fa". Da questa breve premessa emergono quattro parole chiave che ci condurranno in tutto il lavoro. Esse sono: Disegno ed Edilizia metodo e tecnica queste ultime due, anche se con valenze leggermente diverse, interessano entrambe le discipline. 1 Il concetto di "metodo", assume in questo testo il significato di procedura per effetto della quale si consegue un risultato, mentre per “modo” si intende la singola componente operativa dei vari passaggi necessari al conseguimento dell'organicità della procedura. 2 Tecnica in italiano significa: l'insieme delle regole pratiche da applicare nell'esercizio di una attività intellettuale o manuale, ed è questo il senso in cui viene intesa e non , trattandosi di un testo di disegno, nell'accezione che è propria a tale disciplina che identifica con "tecnica" i differenti modi di utilizzare materiali e strumenti.
  • 549. 6 Il disegno Non è nemmeno pensabile condensare in poche pagine tutto quanto si dovrebbe, o meglio, si potrebbe dire sul disegno, e questa considerazione varrà in seguito in eguale misura per l'edilizia. Non è altresì possibile affrontare un tema come questo, senza alcune precisazioni fondamentali su cosa sia il disegno. Il primo passaggio che ci permette di comprendere il taglio di questo testo e di sperimentare personalmente il metodo maieutico ad esso sottinteso ci porta a formulare una domanda che forse solo alla fine troverà risposta: - Cosa è un disegno? Partendo da una delle risposte più comuni, personalmente sono portato a definire un disegno come "la rappresentazione di una entità reale o immaginata". Già in questa definizione, si ingenera una seconda domanda che introduce la necessità di approssimare un significato del termine "rappresentazione". Per esperienza condivisa la rappresentazione è per propria natura strettamente interrelata al fatto di una percezione di natura visiva. In altre parole una rappresentazione difficilmente sarà udita, toccata od annusata, dato che solitamente la rappresentazione “si vede”. Ora che abbiamo determinato la priorità della componente visiva nella rappresentazione, può tornare utile identificare le diverse forme di rappresentazione a cui abitualmente l'uomo ricorre. In base a ciò avremmo una predominanza di rappresentazioni di natura grafica o iconografica, quindi rappresentazioni prevalentemente percepibili attraverso la visione, cosa che solitamente avviene anche per rappresentazioni del tipo teatrale od in base ai più aggiornati mezzi di comunicazione, audio - visive o multimediali. A questo punto, un disegno risulta quindi rappresentazione grafica di una realtà, ferma restando la priorità percettiva, resta da determinare la congruenza della rappresentazione alla realtà rappresentata.
  • 550. 7 Dato il tema che riguarda la rappresentazione del manufatto edilizio, quale che ne sia la qualità 3, un disegno viene realizzato al fine di documentare ed esporre le componenti morfologiche di entità reali o potenzialmente tali, che nel nostro caso è opportuno ricordarlo sono manufatti edilizi o parti di essi. Dato che, in linea di principio, possiamo ricondurre il disegno a due grandi ambiti: Il disegno artistico, come genere di rappresentazione che attraverso l'emulazione della realtà così come viene percepita, mira alla sua restituzione, ed il disegno tecnico, come metodo di rappresentazione che fondandosi su astrazioni di natura geometrica consente la rappresentazione conforme e parametrabile dell'oggetto rappresentato. Pare evidente che per quanto ci contempla soltanto il secondo metodo ha stretta attinenza con l'edilizia, non fosse altro che per la sua specificazione terminologica e di metodo (disegno "tecnico") meglio si adatta alla rappresentazione di un attività che come abbiamo già visto è preminentemente di natura tecnica. Il disegno tecnico. Quello che oggi viene correntemente definito disegno tecnico per quanto possa apparire strano non ha una lunga storia, non fosse altro che per il fatto che il suo assunto fondamentale (la rappresentazione degli oggetti attraverso le loro proiezione su piani tra loro ortogonali o di Monge) risale nella sua forma compiuta ai primi anni dell'800 4. Ed almeno sino al 1926 (anno di fondazione dell'I.S.A.) a livello internazionale non si avvertirà l'esigenza di unificare e regolamentare i modi della rappresentazione di natura tecnica. Oltretutto, si deve considerare che la necessità di standardizzazione interessa in un primo tempo esclusivamente il settore della meccanica e quindi tutte le prime norme (in Italia con l'AMIMA,) riguardavano prevalentemente tale comparto produttivo. Di contro l'edilizia come attività tecnica fonda le proprie regole e la propria storia con la storia dell'umanità, sorge quindi legittimo un dubbio, come veniva rappresentato il manufatto edilizio prima dell'800 ? 3 In questo caso il termine qualità viene inteso come rispondenza ai canoni pragmatici o normativi e sottintende l’effettiva rispondenza della rappresentazione a quanto si intende rappresentare. 4 Gaspare Monge matematico francese nato a Beaunne nel 1746 e morto a Parigi nel 1818 già professore alla scuola Militare di Mezières e poi alla Scuola Normale nonché alla Scuola Politecnica di Parigi viene universalmente riconosciuto quale padre della geometria descrittiva, ovvero di quel metodo da cui discendo le cosiddette proiezioni ortogonali .
  • 551. 8 Non è certo questa la sede per un attenta disanima dei modi del rappresentare l'architettura nella storia, certamente anche prima di tale data la costruzione veniva concepita come organizzazione planimetrica degli spazi, (rappresentazione in pianta) ed attraverso la sua conformazione morfologica (privilegiando in genere il fronte più significativo); lasciando poi spazio alla sua restituzione percettiva (rappresentazioni prospettiche) ed a numerosi schizzi o disegni di approfondimento sia in merito alla componente estetica (gli ornamenti, da cui deriva la cultura del "disegno di ornato" disciplina strettamente connessa alla nascita delle scuole di architettura), che tecnico-costruttivo (schizzi e disegni destinati all'approfondimento di particolari e della loro realizzazione ). Come abbiamo visto, in sostanza il disegno di edilizia sin dall’ antichità si prefigge di definire in sede previsionale (progetto) o a scopo di documentazione (rilievo) le componenti essenziali del manufatto edile, la loro conformazione ed i rapporti logico-dimensionali che le legano. Tornando quindi al disegno tecnico, il disegno edile altro non è che una specificazione del disegno tecnico, occorre comunque precisare che proprio per una forte predominanza della cultura di matrice ingegneristica almeno sino alla metà del secolo, ben poche norme tecniche interessavano il mondo dell'edilizia. Un mondo che perpetrando un radicato bagaglio di competenze tecnico-pratiche, anche nella sua componente documentale (disegno di progetto o di rilievo), si fondava su metodi pratici e tecniche ricorrenti (prassi). Prima di passare oltre devo spendere almeno ancora due parole sulla “prassi nel disegno”. Il disegno in fondo è qualcosa di molto simile alla scrittura, impone la conoscenza di un adeguato patrimonio di segni (nel caso della scrittura l'alfabeto); delle regole per effetto delle quali la combinazioni di tali segni assume senso compiuto (ovvero l'organizzazione da cui derivano le parole); ed un ulteriore sistema di regole (la grammatica) per cui le parole abbiano tra loro una relazione compiuta . Specialmente nel caso del disegno tecnico i segni hanno un preciso significato (codice semantico), la loro combinazione definisce un sistema semantico (linguaggio), la comunicazione avviene a condizione che tutti i segni nel rispetto del sistema semantico (all'atto pratico l'intero disegno) rispondano a ben definite regole; ciò verifica la supposta similitudine con la scrittura. Un secondo aspetto interessa la componente tecnica del disegno. Il disegno mutua la propria esistenza da due soli elementi: il “supporto" (in genere bidimensionale e piano) ed uno o al più, alcuni “strumenti”, atti a tracciare segni grafici.
  • 552. 9 A differenza dell'edilizia che sin dalla sua origine nella sua specificità "materiale" impone l'utilizzo e quindi la perizia nell'uso di molteplici e diversificati strumenti , come ho detto, il disegno usa nella generalità dei casi, in prevalenza un solo strumento (tracciante) che, relazionandosi al supporto, determina l'insieme di segni che costituiscono il disegno vero e proprio. In questa apparente semplicità, si insinua l'intrinseca complessità del disegnare che trascendendo l'abilità tecnica trova naturale compimento e sublimazione nella perfetta rispondenza tra conoscenza teorica delle regole (in genere riferibili alla prassi o alle teorie geometriche), abilità tecnica nell'uso degli strumenti e metodo, inteso come struttura logica della procedura da cui l’elaborato grafico si origina. Questa prima illustrazione, di Sergio Toppi, mette in evidenza le potenzialità espressive del segno grafico nel disegno artistico Nella seconda immagine tratta da un manuale di disegno tecnico, si evidenzia un differente uso del segno a cui corrisponde un codice con precisi significati.
  • 553. 10 IL DISEGNO EDILE Dovendo affrontare un tema quale quello del disegno edile, forse può aiutare una definizione:"rappresentazione destinata alla definizione morfologica e dimensionale di un manufatto o parte costitutiva dello stesso". Nei fatti il disegno edile è uno specifico settore del disegno tecnico e tre aspetti fondamentali lo caratterizzano: - il genere di rappresentazione ; - la scala metrica di rappresentazione; - l’utilizzo di codici semantici noti (normalizzati o di prassi). Un quarto aspetto interessa il “fare edilizia”, ovvero le opportunità tecniche e le soluzioni tecnologiche che consentono la realizzazione del manufatto del quale con il disegno si intende dare rappresentazione; quindi prima d’ogni altra cosa introdurrò questo argomento. Il fare edilizia, che nella sua forma più elementare e concreta altro non è che edificare, (in altre parole “costruire un manufatto atto al ricovero di cose e/o persone”) impone al progettista un processo euristico di concezione e verifica dell’idea di spazio in rapporto ai caratteri ed alla materialità del manufatto. Questo processo che nel suo insieme si è soliti definire "progetto", trova generalmente manifestazione sotto forma di elaborati grafici, ed altro non potrebbe essere, perché documentare con parole o in forma scritta una sequenza di elementi con precise caratteristiche, conformazioni, dimensionamenti e relazioni, oltre che molto difficile e obiettivamente poco proficuo. Dovendo quindi considerare la rappresentazione grafica come un efficace metodo di comunicazione, pare evidente che, difficilmente una rappresentazione seppure suggestiva di realtà sconosciute o immaginarie dia luogo ad una comunicazione oggettivamente efficace. Ora, pur concedendo che un’architettura possa essere ricca di “suggestione”, sicuramente il percorso da cui si origina: solitamente fatto di “polvere e sudore” ben poco concede alla suggestione, in quanto come ogni attività umana è fatto eminentemente di natura tecnica. Ancor di più viene da dire che la suggestione che un architettura può offrire, nasce in via prioritaria se non esclusiva dalla capacità del progettista di prevedere in fase di progetto, e controllare in fase esecutiva, tutti gli elementi ed i fattori che interagendo tra loro e con lo spazio costituiscono l’insieme edilizio.
  • 554. 11 Anticipando il tema della conoscenza l’ho strettamente interrelato alla rappresentazione e quindi giunto il momento di precisare i termini fondativi di tale relazione in specie biunivoca: conoscere per rappresentare e di riflesso: rappresentare per conoscere; Il concetto di conoscenza in edilizia si deve necessariamente estendere al dominio cognitivo più accurato ed approfondito possibile di tutto quanto entra in gioco nella realizzazione del manufatto. Dovendo il progettista determinare la forma, ed investendo quindi tempo, competenze ed impegno in tale “progettualità”, per così dire di natura “estetica”, difficilmente il risultato sarà conseguente quando, in difetto della conoscenza delle effettive possibilità tecnico-logiche di realizzazione, la forma risulterà inevitabilmente compromessa dalla materiale impossibilità ad essere realizzata così come era stata concepita. Uno dei momenti peggiori per un progettista consiste proprio nel pensare, disegnare, convincere il committente dell’importanza di alcune scelte, che poi lui per primo dovrà sconfessare perché nella realtà dei fatti si dimostrano impossibili da realizzare. Ed è quindi giusto precisare che prima di assumere il ruolo di opera d’arte, un architettura deve quantomeno assurgere alla meno nobile, ma sicuramente più utile, soglia di fruibilità pratica. Si diceva della conoscenza e la divagazione riporta proprio alla conoscenza da cui discende la rappresentabilità. Per “fare edilizia” la massa di informazioni non è poi nemmeno eccessiva, è ciò e in parte dimostrato dal fatto che ancor oggi si costruisca molto senza ricorrere a tecnici laureati. In quasi tutti i casi un geoemtra basta ed avanza per le autorizzazioni, poi il capomastro, formato alla scuola dell’esperienza, fa il resto. Il problema e, proprio di problema si deve parlare, sta nel fatto che l’architetto conoscendo quanto meno questa massa di nozioni elementari del costruire, dovrebbe saperle armonizzare e trasfondere con la propria cultura affinché il manufatto edilizio diventi un’architettura. Di contro, sempre più spesso, si assiste al caso in cui l’architetto, non conoscendo proprio le basi della più elementare edificabilità, esprima e manifesti la propria cultura in forme solitamente gradevoli, magari suggestive, forme che però all’atto pratico si dimostrano improbabili se non come spesso accade, irrealizzabili. A questo punto spero di aver inquadrato cosa intendo per conoscenza e non essendo questa la sede per approfondire nel dettaglio tutti gli aspetti tecnico costruttivi inerenti l’edilizia, che maturerete nel corso degli studi in altre discipline e dovendo necessariamente rapportare la rappresentazione grafica (il disegno) a problemi reali alcuni aspetti anche della costruzione verranno in seguito affrontati sicuramente in modo sommario, ma comunque affrontati.
  • 555. 12 Da queste riflessioni spero emerga con sufficiente chiarezza il senso del primo binomio: Conoscere per rappresentare, il quale può in sintesi essere emblematicamente espresso da questo esempio: Di norma ogni edificio ha un tetto. Più propriamente il tetto si identifica quale sistema o “pacchetto”di copertura, in quanto in un “tetto” coesistono e si integrano più elementi: le orditure primaria e secondaria, l’orditura di appoggio del manto, il manto stesso e a seconda dei casi differenti strati isolanti ed altri vari elementi a corredo. Già nei termini vi è una differenza, se il tetto può essere confuso con il “tappo” della casa, un sistema di copertura già nel nome fa pensare a qualcosa di più complesso; quindi passando al disegno, se un “tetto” potrebbe (ma non può!) essere idealmente rappresentato da una o due linee; pensando al sistema di copertura e a tutto quanto lo compone chiaramente due linee non bastano più anche perché tra orditure, manti e strati vari un sistema di copertura nel migliore dei casi presenta uno spessore di circa 35/40 cm che in scala 1: 100 sono quasi mezzo centimetro, mentre già “al 50” diventano un centimetro in cui se non indico almeno in modo schematico gli elementi che lo compongono avrò uno spazio inesorabilmente vuoto che oltre a non dire niente è pure brutto. Chiaramente non conoscendo come è fatto un sistema di copertura e cosa lo costituisce difficilmente saprò quanto possa misurare e quindi diventeranno due tre linee tirate a casaccio. Per passare quindi al secondo binomio: Rappresentare per conoscere Il concetto di rappresentare per conoscere, inquadra, proprio il senso profondo della progettualità, che al contrario di quanto si potrebbe credere non è mera enunciazione di principio, ma costante ricerca delle opportunità di conseguire un determinato risultato. Ogni progettista che voglia considerarsi tale è tenuto in primo luogo a sviluppare un processo critico delle proprie intuizioni, un processo che solitamente attraverso il disegno si struttura nel rispetto del metodo scientifico tra enunciazione di un ipotesi (tesi) e verifica (in questo caso grafica) dell'effettiva possibilità di realizzare quanto ipotizzato (sintesi). Un esempio classico di questo modo di concepire la rappresentazione grafica sono proprio gli schizzi di progetto, dove ogni architetto ricerca, confrontando le forme e le idee sulla carta, un giusto equilibrio tra idea di architettura e sua effettiva conformazione.
  • 556. 13 Dallo schizzo, in cui ciascuno esprime più che in ogni altra manifestazione grafica la propria natura più profonda ed in certo senso il proprio grado di dominio del fare architettura, emerge l’idea e già, almeno chi lo elabora “vede” come sarà, l’articolazione degli spazi, le relazioni formali e cosa fondamentale anche se spesso impercettibile la possibilità di realizzare in base al personale bagaglio di conoscenze il manufatto stesso così come concepito. Per quanto possa essere liberamente redatto uno schizzo altro non è che il canovaccio su cui i progettista intende sviluppare il proprio progetto e non è un caso che in molti schizzi di progetto ad una rappresentazione magari di straordinaria sinteticità e schematizzazione dell’architettura si affianchino uno o più disegni dei particolari formali o costruttivi che andranno a caratterizzare quel determinato edificio o manufatto. Schizzi di O. M. Ungers per il progetto del grattacielo della Fiera di Francoforte. tratti da Casabella 591 – marzo 1985
  • 557. 14 Il disegno come metodo. Il manufatto architettonico, quale che siano i paradigmi progettuali da cui trae origine e le tecnologie con cui si intende dare corso alla parte effettuale (costruzione) impone una adeguata congruenza tra forma (morphos) e fattibilità tecnica (teknè). In tale rapporto, necessariamente di natura dialogica, ad un idea della forma deve corrispondere un processo (tecnologia) di trasformazione dei materiali per effetto del quale l’idea prendendo forma, si materializzi. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, ogni elemento (prefabbricato o realizzato in opera) che concorre alla realizzazione del manufatto in modo manifesto o indotto, interagisce con la configurazione formale dell’insieme e tale aspetto impone una profonda e cosciente cognizione atta al governo di tali interazioni. In un certo senso sarei portato a dire che per quanto si possa credere come nel caso di alcuni sistemi di prefabbricazione, il risultato sia diretta conseguenza della forma del componente , anche in questo caso solo la corretta comprensione e gestione dello stesso in relazione al sistema edilizio da luogo a quel plus che differenzia l’edilizia dall’architettura. In seguito si affronterà il tema della interdipendenza insita nel processo progettuale; un processo in cui problema, progetto e prodotto nella loro comune accezione di anteriorità ad una corretta lettura epistemologica negano la consuetudine di porli in termini consequenziali. Ora, sia che si condivida la coincidenza di tali fasi generative di un manufatto o che si propenda per una loro consequenzialità, resta il fatto che etimologicamente e fattualmente il progetto anticipa il manufatto (prodotto) o così almeno pare. Senza addentrarmi in complesse e quanto mai astratte speculazioni su di una generalizzata necessità di coincidenza tra progetto e prodotto, credo si possa conseguire un ragionevole consenso sul dato di fatto che il progetto è strettamente funzionale alla realizzazione del prodotto. Una condizione questa che non può essere assolutamente elusa, nel caso di manufatti, come quelli edili, per i quali tra ideazione e realizzazione si debba ingenerare un rapporto dialogico e quanto più possibile univoco tra progettista e maestranze, ovvero chi materialmente realizza l’opera. Nella mente del progettista, esiste un idea di edificio che esprime ed appaga la sua identità umana e culturale la quale, per quanto possa essere condizionata dalla volontà e dalle esigenze espresse dal committente, lotta costantemente con la componente effettuale della costruzione, un atto, la costruzione, nella maggior parte dei casi unico ed irrevocabile.
  • 558. 15 Per essere più chiari su questo punto: mentre un progetto può essere costantemente riconsiderato, modificato, rivisto o addirittura “rifatto”, quando da questo si passa alla realizzazione, sia per ragioni pratiche che economiche, il progetto si cristallizza per dare vita alla sua realizzazione materiale: la costruzione. Sempre più spesso, si parla e cosa ancor più drammatica si vive una crisi dell’architettura, come se tale disciplina in quest’ultimo scorcio di secolo abbia smarrito la consapevolezza del proprio ruolo nello scenario culturale e sociale, probabilmente questa crisi comune a molte altre discipline di matrice umanistica, si origina in un preciso momento storico in cui si rompe il sottilissimo filo tra progetto e prodotto. A mio parere, l’unico requisito irrinunciabile per un architetto è una “curiosità intelligente”, ovvero quella costante capacità di guardare e leggere dentro le cose e di trarre da tale lettura un numero di informazioni adeguato a comprendere ed organizzare tale massa di conoscenze. Una curiosità intelligente che ancor prima che nelle parole, trova riscontro proprio nei grafi che diventano il linguaggio privilegiato di tale esercizio di lettura ed interpretazione. Il progetto come disegno. Parlando di edilizia, il progetto, quale che sia il suo grado di affinamento, trova nella generalità dei casi una manifestazione di natura iconografica. Molteplici ragioni determinano tale stato di cose: Il manufatto architettonico occupa e campisce lo spazio fisico, un entità immateriale che per abitudine e convenzione si è soliti rappresentare attraverso entità geometriche. La geometria nel suo istinto speculativo delle caratteristiche spaziali, sin dalle sue origini usa del disegno per verifiche immediate e riprove ai postulati teorici, ne consegue quindi una diretta ed ormai consolidata abitudine a coniugare spazio e segni grafici che lo identificano. L’architettura quale disciplina finalizzata alla generazione di spazi a vario titolo conformati, usa del metodo geometrico proprio per effetto di quella costante necessità di relazione tra idea (il progetto) e “fattualità” ( il manufatto). Da ultimo è necessario osservare che proprio il disegno nel suo senso più ampio, caratterizza e qualifica un fatto architettonico, dato che come ho già avuto modo di dire, la sottile differenza tra edilizia ed architettura consiste proprio nella messa a sistema di tutti gli elementi che ad essa concorrono e, trattandosi di elementi (entità fisiche) con precise connotazioni geometrico-spaziali, si impone una preventiva verifica (solitamente grafica) dei loro rapporti relazionali.
  • 559. 16 IL DISEGNO COME "SAPERE" Per comprendere a fondo i modi con cui intendo trattare il tema, è indispensabile che ognuno di voi sappia rinunciare almeno per un po' a quella apparente sicurezza che ci deriva dalla somma di conoscenze ed esperienze che caratterizzano il cosiddetto: "sapere". Ho deliberatamente scelto il termine "sapere" e non "cultura", dato che a mio parere con il primo è possibile identificare l’insieme di conoscenze sublimate dall'esperienza, mentre la cultura intesa quale memeoria di molteplici "saperi" in cui non sempre la componente sperimentale assume valenza preponderante, diviene a mio parere sinonimo di meccanica acquisizione della nozione, In relazione a questa premessa può risultare oltremodo significativo un breve passo tratto da " Del sentire" di Mario Perniola5: Ai nostri nonni gli oggetti, le persone, gli avvenimenti si presentavano ancora come qualcosa da sentire, di cui avevano un esperienza interiore, di cui si rallegravano o si dolevano, a cui partecipavano sensorialmente, emotivamente, spiritualmente, oppure al contrario che nemmeno avvertivano o che si rifiutavano di avvertire. A noi invece gli oggetti, le persone e gli avvenimenti si presentano come qualcosa di già sentito, che viene ad occuparci con una tonalità sensoriale emotiva, spirituale già determinata. Il discrimine non sta affatto tra la partecipazione emotiva e l'indifferenza , bensì tra ciò che è da sentire e ciò che ho già sentito. In tale lavoro, l'autore riprende in parte il tema del "simulacro", un tema, già affrontato in precedenti scritti ove la manifestazione percettibile di un entità od un fenomeno manifestandosi svuotato della sua vera essenza, diviene feticcio della realtà, ovvero archetipo. Il fulcro del lavoro di Mario Perniola consiste proprio nell'approfondimento delle dicotomie estetiche della cultura contemporanea e ciò mi consente di approssimare il tema specifico di queste mie riflessioni, che è opportuno ricordarlo interessano la rappresentazione grafica nella sua accezione più elementare: il disegno. 5 Mario Perniola - Del sentire - Einaudi Torino 1991 ( pag. 4)
  • 560. 17 I mezzi per il disegno Il disegno, quale attività umana finalizzata a seconda dei casi alla rappresentazione documentale od evocativa, risente nelle differenti epoche storiche di un dualismo dialogico tra "artefice" (l'autore) ed il contesto sociale in cui trova manifestazione. In relazione a tale rapporto potrebbe essere interessante ripercorre in chiave critica la storia del disegno per accorgersi, magari, che gli apparenti casi di omologazione ai cosiddetti “canoni”, più che conseguenza di una deliberata scelta espressiva dell'artefice è conseguenza dei "saperi" (tecniche e strumenti) sino ad allora sperimentati e quindi noti agli artefici e, tale atteggiamento esegetico, proprio della cultura materiale, diviene nella contemporaneità un valido strumento di interpretazione delle radicali trasformazioni intercorse in ambito iconografico nel recente passato e con l’avvento delle tecnologie informatiche di generazione dell’ immagine nel presente. A dimostrazione di ciò nell'illustrazione qui sotto vediamo il parco di strumenti per il disegno in uso sino ai primi del '700. Da ciò appare evidente che il disegnatore per larga parte della storia si sia avvalso di pochissimi strumenti e con essi in alcuni casi sia giunto a risultati di ottima fattura ed alta intelligibilità. J.Leque - Gli strumenti del disegnare
  • 561. 18 Solo con la rivoluzione industriale si è determinato un nuovo approccio allo strumento, generando una partenogenesi di oggetti che altro non sono nella maggior parte dei casi, simulacri dei "traccianti" originari e tutto ciò probabilmente sino all'era del CAD, ha caratterizzato il disegno del '900; un epoca in cui, per effetto di un modo di "fare scuola", l'artefice apprendeva in primo luogo "un metodo" grazie al quale, avvalendosi di pochissimi strumenti, poteva giungere all'apice espressivo. Come dirò in seguito, tale sapere, proprio perché progressivamente cristallizzato in un modello culturale in cui pare che la componente riproduttiva obnubili la componente produttiva, rischia alle soglie del nuovo millennio se non di dissolversi, quantomeno di subire una mutazione irreversibile, sempre che ciò non sia già avvenuto. Prima di addentrarmi nelle categorie ordinatrici dell'attività grafica intesa quale "disegno" s'impone un ultima precisazione. La cultura contemporanea, al pari di molte manifestazioni espressive, ha in un certo qual senso scisso il disegno in due parti: da un lato la pratica, quale fatto esclusivamente tecnico e quindi azione di natura meccanica fondata su di un modello, dall'altro il concetto o contenuto che per effetto della sua apparente predominanza si cristallizza, nella generalità dei casi, in asettiche enunciazioni puramente teoriche. In relazione a ciò deve essere detto che tale distinguo ai fini della riproduzione di un sapere può risultare legittimo solo a condizione che chi vi si accinga e lo opera disponga e domini l'insieme del "saper fare" che costituiscono il disegno: tecnica e teorie ad esso sottintese, in caso contrario la predominanza di una componente sull'altra svuoterà la disciplina della sua identità essenziale: il dualismo tra ars e tecknè. Modelli di riproduzione "del sapere" Allo stato attuale il meccanismo di riproduzione dei "saperi", così come le culture da cui traggono origine, sembra risentire di una eccessiva frammentazione. Dato che tale frammentazione troppo spesso viene proposta come approfondimento specialistico della disciplina da cui si origina, si assiste alla scomposizione quell'insieme di caratteristiche costitutive del sapere originario che ne configurano l'insieme e che lo rendono effettivamente fruibile. D'altro canto un approccio frammentario al sapere pervade e conforma anche i meccanismi di comunicazione ad esso sottintesi e ciò disarticola un pensiero in origine organico intaccandone inoltre anche la congruenza a livello di linguaggio.