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LA PARTECIPAZIONE E IL SUD
esperienze a confronto
INSTANT REPORT
a cura di Laura Basco e Roberta Di Nanni




 Napoli

 27 maggio 2005

 Città della Scienza, Bagnoli
CHI SIAMO



IndiziTerrestri è un collettivo, diventato poi associazione, nato per il
bisogno di alcuni architetti ed urbanisti di Napoli di costituire una
piattaforma comune attraverso la quale sperimentare e attivare pratiche
creative di ascolto e di interazione con il territorio.
Dopo aver partecipato all’OST delle Rete della Partecipazione a Venezia ci
siamo resi conto che la maggioranza delle realtà presenti operava al centro-
nord.
Abbiamo allora pensato di utilizzare uno spazio/tavolo di questo evento per
organizzare un momento di confronto tra le realtà del sud che lavorano alla
costruzione di nuove relazioni tra il territorio ed i suoi abitanti e tentare di
aprire, non solo simbolicamente ma anche operativamente, la rete al sud.
 L’idea è quella di costruire una visione creativa dello stato della
partecipazione al sud, attraverso il coinvolgimento di soggetti ed
esperienze molto diverse tra loro, che praticano percorsi di appropriazione
del territorio non tutti collocabili nelle forme istituzionali di partecipazione
e di disegnare un atlante delle pratiche in cui far emergere le specificità dei
vari ambiti territoriali e le metodologie utilizzate nei diversi contesti.
L’obiettivo è quello di dar vita ad un luogo orizzontale nel quale esporre,
così come si presenta, dal suo particolare punto di vista e nella sua
parzialità, una visione, forse inattesa, dello stato della partecipazione al
sud.
IL METODO



                                        I FASE
                                        ogni soggetto si presenta e racconta la propria esperienza a partire dal
                                        territorio in cui opera, con un approfondimento sulla metodologia usata.


                                        II FASE
                                        Costruzione della BACHECA: gli aspetti positivi e le difficoltà che si
                                        incontrano.
                                        ogni partecipante, durante l’ascolto delle esperienze altrui, individua delle
                                        PAROLE RAPPRESENTATIVE in positivo e in negativo del racconto degli altri
                                        e le e scrive su dei post-it.

… un racconto a più voci, che dia a
ogni soggetto che interviene la         III FASE
possibilità di raccontare il proprio    I post-it vengono collocati sulla bacheca.
vissuto in maniera profonda e che sia
in grado di non disperdere quel
bagaglio di saperi che solo la          IV FASE
costruzione di un dialogo esplorativo   A partire dalle parole rappresentative si formulano delle domande e si da il
ci può restituire.                      via alla discussione finale.
I PARTECIPANTI
Teresa Attademo, GESCO, Napoli
Giovanni Attademo, Servizio Politiche Minori, Comune di Napoli
Laura Basco, Roberta Di Nanni, IndiziTerrestri, Napoli
Valentina Battaglini, Yuri Battaglini, Antonella Fino, Mauro Lazzari, Alessandra M. Lupo, LUA
San Cassiano (LE)
Teresa Blasotti, Architetto, Napoli
Rosanna Cerri, Cooperativa l'Ossidiana, Napoli
Emanuele Ericca, Laboratorio Forum di Pomigliano d'Arco
Francesca Gaudioso, Architetto, Napoli
Valeria Giannella, Laboratorio l'Ombrello, IUAV - Venezia
Filippo Gravagno, Labpeat, Catania
Costanzo Ioni, Casa della città di Napoli
Giovanni Laino, DUN, Università “Federico II”, Napoli
Carla Majorano, Associazione Meridione, Napoli
Simone Maurano, Mani Tese, Napoli
Laura Nucci, Studentessa, Napoli
Grazia Pagetta, TerzoPianoAutogestito di Architettura, Napoli
Anna Parasacchi, Atelier Locali, Roma
Annalisa Pecoriello, Lapei, Firenze
Giuseppe Pennacchio, Cooperativa Il Calderone, Napoli
Mario Petrella, Architetto, Napoli
Andrea Marcel Pidalà, Laboratorio di Ricerca Territoriale Nebrodi, Capo d’Orlando
Chiara Pignaris, Avventura Urbana, Torino
Luca Simeone, Città della Scienza, Napoli
Ilaria Vitellio, DUN, Università “Federico II”, Napoli
LE ESPERIENZE



Lab. P.E.A.T.
Catania         Laboratorio per la progettazione ecologica ed ambientale del
                Territorio
                Il LabPeat nasce all’interno del Dipartimento di Architettura e
                Urbanistica della Facoltà di Ingegneria di Catania ed ha come obiettivo
                la ridefinizione di alcuni paradigmi correnti della disciplina urbanistica
                e del senso dell’azione urbanistica declinata a partire dai nuovi saperi
                ecologici.
                In particolare il LabPeat opera nell’ambito delle vecchie e nuove
                periferie urbane, e dei paesaggi derelitti prodotti dalla modernità.
                L’ attività di ricerca del LabPeat si concentra attorno a tre temi
                principali:
                Paradigmi disciplinari
                Periferie urbane vecchie e nuove
                Paesaggi


                http://www.labpeat.dau.unict.it
LE ESPERIENZE


La.R.T           Laboratorio di Ricerche Territoriali Nebrodi
Capo d’Orlando
                 Il Laboratorio di Ricerca Territoriale costituisce un momento di
                 incontro tra esperti, operatori culturali attenti alla qualità urbana e
                 ambientale e abitanti che intendono promuovere la costruzione di uno
                 scenario futuro di elevata qualità urbanistica e civile e sostenibilità
                 ambientale per la città di Capo d’Orlando e il suo comprensorio.
                 Il laboratorio rappresenta la struttura di ricerca e di dibattito in cui le
                 idee degli abitanti, tese ad affermare i valori del territorio locale
                 (ecologia, storia , cultura, tradizioni, arte, paesaggio, ecc..) , trovano –
                 per la collaborazione con esperti e uomini di cultura – forme e indirizzi
                 tali da prospettare un disegno futuro di ecosostenibilità anche sociale
                 e culturale per la città di Capo d’Orlando.
                 Il Laboratorio di Ricerca Territoriale di Capo d’Orlando (per adesso
                 costituito dal Comitato Promotore, in attesa di allargare e
                 istituzionalizzare adesioni e formazione) rappresenta anche il
                 riferimento locale di una vastissima rete di esperienze e azioni
                 analoghe portate avanti da anni in diverse realtà nazionali ed europee,
                 tramite l’incontro tra comunità scientifica, professionalità tecniche,
                 associazionismo culturale e ambientalista, abitanti dei “luoghi” e,
                 talora, amministrazioni attente all’evoluzione sostenibile dell’assetto
                 dei territori di riferimento.


                 http://retesudnuovomunicipio.blog.tiscali.it
LE ESPERIENZE



LAB2           Laboratorio Urbano Aperto San Cassiano
San Cassiano   Il Laboratorio Urbano Aperto è un organismo nato intorno ad un’idea promossa da
               Lab2, che nel periodo compreso tra il 3 e l’8 agosto 2003, a San Cassiano, in
               Provincia di Lecce, ha coinvolto 57 persone di diversa provenienza e formazione,
               sul tema dell’identità.
               L’esperienza del Lua è partita con l’invio dell’e-mail del 6 giugno 2003 da Firenze
               ad un primo gruppo di persone tra amici e conoscenti sparsi in tutta Italia, che di
               giorno in giorno si è ingrandito spontaneamente. Perché San Cassiano?
               Oltre che per motivi di carattere logistico, San Cassiano è apparso, in un certo
               senso, un terreno fertile: rappresenta una comunità, nel pieno significato del
               termine, entro cui è tangibile un forte senso di appartenenza e l’esistenza di una
               rete di relazioni radicate tra le persone.
               Un aspetto che ha caratterizzato la partecipazione iniziale al LUA, è stato la libera
               adesione al tema, probabilmente indotta anche da motivi di carattere personale,
               ma comunque dettata dall’aver deciso di rispondere ad uno stimolo, che presagiva
               la possibilità di condurre un’esperienza di ricerca, accettando la sfida di mettere a
               confronto, con un atteggiamento di reciproco apprendimento, le nostre idee e
               visioni.
               L’invio della prima e-mail ha innescato sia rapporti diretti con il Lab2 che tra gli
               stessi destinatari dell’invito, scatenando il passaparola, fino all’invio, ancora via e-
               mail, del manifesto ufficiale nella metà di luglio. Ad un certo punto, qualcuno a
               San Cassiano ha avuto l’idea di uscire da casa con una copia stampata attirando
               la curiosità del paese.
LE ESPERIENZE

                              Laboratorio Corviale
                              Il Laboratorio Territoriale" Corviale - Roma Ovest" nasce nel giugno 2003, su
                              iniziativa dell'Assessorato alle Politiche per le Periferie, lo Sviluppo Locale e il
DIPARTIMENTO xix MUNICIPIO,   Lavoro con l'intento di rinnovare e potenziare l'analoga struttura cha ha operato
ASSESSORATO ALLE PERIFERIE,   in precedenza sul territorio, nel contesto dei " Laboratori Municipali di Quartiere"
COMUNE DI ROMA                istituiti tra il 1998 e il 2000 dall'USPEL del Comune di Roma.
                              Lo scopo principale di questa iniziativa è il riscatto socio-economico e la
ATELIER LOCALI                riqualificazione ambientale del complesso residenziale di Corviale. Infatti il
                              Laboratorio intende promuovere la localizzazione sul territorio di nuovi servizi
Roma                          pubblici in relazione ai Programmi di Recupero Urbano già in atto o prossimi, ed
                              avviare iniziative culturali, finalizzate al superamento di quei pregiudizi che
                              hanno portato ad etichettare negativamente Corviale ed i suoi abitanti.
                              Per superare i confini e ricollegare le problematiche proprie del quartiere con
                              quelle del territorio di appartenenza,si è deciso di estendere, anche nel nome,
                              l'ambito di interesse del Laboratorio all'intero settore ovest di Roma.
                              Il quartiere di edilizia residenziale pubblica di Corviale fa parte del Municipio XV,
                              si estende su una superficie di 60 ettari nel quadrante sud-occidentale di Roma.
                              Il complesso residenziale è stato realizzato a cavallo tra gli anni '70 e '80 e
                              consta essenzialmente in un unico corpo di fabbrica, lungo circa un chilometro e
                              alto nove piani per un totale di 1202 appartamenti, che dovevano ospitare circa
                              8500 abitanti. Il complesso è la parte residenziale di proprietà dello IACP, esso
                              presenta notevoli forme di degrado dovute sia al suo mancato completamento,
                              sia alla gestione carente.
                              Corviale è uno dei quartieri della periferia romana più conosciuto, spesso in
                              negativo la cui stessa progettazione è ancora oggi al centro di numerosi dibattiti.
                              La cattiva fama del quartiere, alimentata da innumerevoli, spesso inopportune,
                              attenzioni da parte dei mass-media, contribuisce a smembrarne il tessuto
                              sociale, favorendo l'individualismo e soprattutto il disimpegno sociale e la
                              sfiducia nelle istituzioni.
                              http://www2.comune.roma.it/uspel/Index.html
                              http://www.atelierlocali.org/
LE ESPERIENZE


TERZOPIANO AUTOGESTITO
Napoli
                         Passeggiata sulla linea di costa
                         L’iniziativa si collocava nel quadro delle attività di studio delle trasformazioni
                         urbane e di promozione della partecipazione popolare che il Collettivo
                         Politico conduceva da oltre dieci anni sull’area di Bagnoli. In un luogo che la
                         dismissione industriale e le previsioni urbanistiche consentivano di restituire
                         ad un uso pubblico, sembrava opportuno stimolare i cittadini, e specialmente
                         gli abitanti di Bagnoli, ad esplorare collettivamente quelle parti del territorio di
                         cui la maggior parte aveva una conoscenza limitata (prima della dismissione,
                         a causa delle attività industriali; dopo la dismissione, per uno scarso
                         interesse delle istituzioni a promuovere una conoscenza attiva delle risorse e
                         dei problemi dell’area). Promossa dal Collettivo, la manifestazione è stata
                         organizzata da un vasto ed eterogeneo gruppo di coordinamento, che
                         includeva la maggior parte delle scuole dell’area, numerose associazioni
                         civiche ed ambientaliste, singoli cittadini e studenti di architettura.


                         www.ecn.org/terzopiano
GLI INTERVENTI


Carla Majorano           Negli anni recenti l’agenda dei problemi che i governi delle città meridionali sono chiamati ad affrontare
Associazione Meridione   si è molto allungata. Ciò è dovuto a processi articolati e complessi che riguardano la forma stessa delle
                         città, i mutamenti avvenuti di carattere sociale ed economico, i mutamenti di carattere politico. Nel campo
                         dei processi di trasformazione territoriale nascono nuove domande : di riqualificazione di aree degradate
                         o di riutilizzazione di parti di città, di miglioramento della qualità ambientale e più in generale di
                         innalzamento della qualità dell’abitare (che si sommano a quelle più tradizionali, di manutenzione urbana,
                         di erogazione dei servizi, di risposta ai pressanti fenomeni di povertà ed esclusione sociale) .
                         Poiché non esistono soluzioni tecnocratiche a questi problemi, la partecipazione può svolgere un ruolo
                         centrale per rispondere all’esigenza di orientare una pluralità di soggetti diversi verso obiettivi comuni ed
                         è di sicuro interesse approfondire le caratteristiche dei contesti in cui le singole esperienze si svolgono, i
                         percorsi seguiti, gli attori coinvolti, le metodologie adottate, i punti di forza e di debolezza, per capire
                         come si deve incidere per promuovere "la partecipazione" e quali sono gli approcci più appropriati alla
                         specificata realtà meridionale.
GLI INTERVENTI


Filippo Gravagno   Il LabPeat è una realtà nata nel 1998 e legata all’esperienza della giunta di centro-sinistra di Catania.
LabPeat
                   La sua attività riguarda tre punti:
                   • Il rapporto con le pratiche istituzionali;
                   • La riqualificazione delle periferie;
                   • La riqualificazione del paesaggio, al cui proposito vi segnalo l’esperienza “Oasi del Simeto”, in cui
                   stiamo costruendo una ricerca-azione sull’autodemolizione dell’insediamento abusivo che però è stata
                   fortemente osteggiata dall’amministrazione.
                   Le esperienze finora sperimentate riguardano soprattutto Progetti Urban e Contratti di Quartiere.
                   Stiamo inoltre lavorando sul quartiere Librino, un quartiere di impostazione razionalista, in cui un gruppo
                   di abitanti si sta organizzando con il nostro contributo.
                   Altre attività riguardano la creazione di una rete di musei nel Salento e la creazione della Urban Center di
                   Catania, di prossima inaugurazione.

                   Al centro delle nostre riflessioni c’è il tema del conflitto… e vorrei qui sottolineare che cerchiamo di
                   riflettere in maniera problematica sulla parola partecipazione, alla quale preferiamo quella di ricerca-
                   azione.
GLI INTERVENTI


Giovanni Attademo ∗                 Sono 5/6 anni che si sta mettendo a sistema un lavoro di progettazione partecipata. Alcune
Servizio Politiche Minori           attività sono finanziate con la legge 285/97 in tre ambiti principali:.
Comune di Napoli                    • A21L dei piccoli, in collaborazione con il WWF, in cui abbiamo attivato percorsi di
                                    partecipazione con scuole elementari e medie e percorsi con altri soggetti che colaborano con il
                                    Servizio, in sinergia con progetti di educativa territoriale e con strutture di accoglienza
                                    residenziale e semiresidenziale per minori. Nell'ambito del progetto sono stati attivati dei Forum
                                    presso le circoscrizioni degli Ambiti Territoriali Pilota in cui il progetto stesso si articola.
                                    • Tavoli di consultazione sulla 328/2000, che hanno visto il coinvolgimento di migliaia di cittadini
∗ Osservatore esterno del Tavolo
 ∗ Osservatore esterno del Tavolo   in centinaia di incontri.
                                    • Incontri presso il Parco dei Camaldoli




Teresa Attademo                     Come cooperativa il tema della partecipazione ci interessa. Abbiamo cominciato con il Bilancio
                                    Sociale realizzato assieme alle varie cooperative. Il processo non può ritenersi compiuto perché
Consorzio Gesco
                                    c’è una discontinuità nella partecipazione delle cooperative. Ci stiamo chiedendo cosa non ha
                                    funzionato e come coinvolgere i cittadini nella definizione dei servizi e dei profili professionali
                                    necessari. Stiamo realizzando una ricerca-azione con gli anziani per rilevare i loro bisogni e le loro
                                    aspettative di benessere, nel futuro vorremmo proseguire con l’organizzazione di focus-group con
                                    gli anziani.
GLI INTERVENTI


 Mario Petrella       Stiamo lavorando, per il consorzio Gesco, sul rapporto tra qualità urbana e sociale, ovvero
 Architetto           sulla costruzione di una visione della qualità urbana come benessere comunitario.
                      Il progetto non prevede la presenza delle istituzioni…
                      Il primo confronto è tra gli operatori del sociale e gli architetti, le aspettative sono risultate
                      divergenti perché paradossalmente gli operatori del sociale si aspettavano la realizzazione di
                      manufatti e noi architetti il contatto col sociale. Abbiamo lavorato a Rione Traiano e la
                      riflessione che ci sentiamo di fare è che c’è sempre meno il senso di comunità in rapporto coi
                      luoghi.




Nazario Festeggiato   Abbiamo realizzato un percorso di partecipazione per la Regione Campania per il
Formez                coinvolgimento degli operatori e del volontariato nelle cinque provincie della regione,
                      utilizzando le metodologie standardizzate EASW e GOP.
                      Abbiamo inoltre realizzato un percorso di partecipazione del volontariato per il comune di
                      Napoli attivando i Laboratori di Cittadinanza Attiva, sempre attraverso le metodologie EASW e
                      GOP.
GLI INTERVENTI



Andrea Marcel Pidalà
                          il Laboratorio di Ricerca territoriale è nato a Capo d’Orlando dalla locale sezione di
LART Nebrodi
                          Legambiente insieme ad altre associazioni e istituzioni, e con cittadini e studiosi.
                          Qui l’incontro tra movimento, abitanti e specialisti si è creato a partire dalla necessità di
                          lavorare attraverso l’uso di pratiche non standardizzate.




Simone Maurano         Come Mani Tese attualmente ci occupiamo del rione Sanità, attraverso il progetto Rete della
Mani Tese              Sanità, con cui stiamo cercando di diffondere la raccolta differenziata e faremo una marcia
                       contro lo sfruttamento del lavoro minorile, che partirà proprio dalla Sanità.
GLI INTERVENTI


Antonella Fino    Il Laboratorio Urbano Aperto è un organismo nato intorno ad un’idea promossa da Lab2, un
Yuri Battaglini   gruppo multidisciplinare della provincia di Lecce, che nel periodo compreso tra il 3 e l’8 agosto
LabDUE            2003, a San Cassiano, in Provincia di Lecce, ha coinvolto 57 persone di diversa provenienza e
                  formazione, sul tema dell’identità.
                  L’esperienza del Lua è partita con l’invio dell’e-mail del 6 giugno 2003 da Firenze ad un primo
                  gruppo di persone tra amici e conoscenti sparsi in tutta Italia, che di giorno in giorno si è
                  ingrandito spontaneamente.
                  San Cassiano conserva un forte senso di comunità e una forte relazione tra gli abitanti.
                  Tutti quelli contattati hanno voluto esprimersi attraverso un linguaggio artistico. In un’area
                  ancora lontana dai conflitti, in cui non è mai arrivata l’eco dell’industrializzazione di massa e
                  dove quindi non ci sono esperienze aggregative di carattere rivendicativo, il linguaggio dell’arte
                  ha rappresentato una sorta di colla comunitaria.
                  Si è trattato essenzialmente di un percorso di ricerca che cercheremo ora di far convergere
                  nella realizzazione di un parco.
                  Durante l’esperienza del Laboratorio a San Cassiano 100 metri di strada sono diventati una
                  galleria d’arte a cielo aperto e per realizzare la manifestazione abbiamo chiesto agli abitanti
                  che vivono in questa strada di concedere la loro stanza de nanzi (che in dialetto significa la
                  stanza della casa che da sulla strada). Il laboratorio ha registrato una forte adesione sia da
                  parte dei locali, che della gente che è venuta da fuori ed ha portato a galla una serie di
                  problemi della comunità che fino ad allora erano nascosti.
GLI INTERVENTI

                  L’Assessorato alle periferie ha aperto un Laboratorio Territoriale a Corviale.
Anna Parasacchi   Si tratta di un quartiere di edilizia popolare, di proprietà dello IACP, in condizioni di grande degrado, in
Atelier locali    cui manca qualsiasi tipo di manutenzione e le condizioni abitative sono pessime (dei 78 ascensori
                  presenti ne funzionano solo 20!). Qualsiasi tipo di attività che voglia costruire uno stimolo per il
                  coinvolgimento degli abitanti non può prescindere da queste condizioni abitative “estreme”.
                  Dalle indagini sono emersi due temi:
                  1. l’unica caratteristica che gli abitanti riconoscono come elemento che li accomuna è la “sfortuna di
                  abitare nel mostro”.
                  2. Gli abitanti nutrono un’assoluta mancanza di fiducia verso le istituzioni, anche solo per quanto riguarda
                  i problemi banalmente funzionali dell’edificio.
                  Gli obiettivi del Laboratorio sono stati: dialogare con i cittadini, capovolgere l’immagine negativa del
                  quartiere, valorizzare un’identità positiva.
                  Come abbiamo contattato i cittadini di Corviale che sono ben 6000?
                  • Siamo andati noi da loro e abbiamo realizzato un luogo, negli spazi esterni, dove qualcuno di noi era
                  sempre presente, dove si distribuiva un questionario.
                  • La prima azione è stata la bonifica dell’edificio, dopo una prima diffidenza i cittadini hanno incominciato
                  a partecipare alla raccolta differenziata dei rifiuti.
                  • Per sei mesi, due volte alla settimana, abbiamo provato gli ascensori, per sottolineare la loro
                  condizione, e questo ha avuto molta eco sulla stampa.
                  • Abbiamo attivato un percorso con i bambini del quartiere, attraverso la realizzazione di una “mappa
                  affettiva del quartiere”.
                  • Abbiamo realizzato la progettazione partecipata del giardino della scuola.
                  • Abbiamo convocato i cittadini per far partire un Contratto di Quartiere, che poi è stato vinto.
                  Anche a Corviale abbiamo utilizzato il linguaggio universale dell’arte.
GLI INTERVENTI

                         Il nostro collettivo promuove l’autogestione e l’autorganizzazione sociale come pratica politica.
Grazia Pagetta           Costruiamo inchieste territoriali ed una delle aree di cui da sempre ci occupiamo è quella di Bagnoli.
Terzopiano Autogestito   Tra le varie attività organizzate in quest’area vi vorrei raccontare della “Passeggiata sulla linea di
                         costa”, nata per favorire la conoscenza dei luoghi (che riteniamo un primo step della partecipazione)
                         anche da parte degli abitanti del quartiere.
                         La Passeggiata ha visto protagonisti le associazioni ambientaliste e le Scuole, che hanno aderito ad
                         una sorta di coordinamento.
                         Abbiamo organizzato una conferenza stampa per promuovere l’evento e per presentare alcune punti di
                         conflitto sull’area.
                         La passeggiata ha avuto luogo il 25 maggio 2002 e si è configurata essenzialmente come una
                         manifestazione in cui erano presenti vari momenti, Il collettivo continua l’analisi sulle vicende di
                         Bagnoli, è infatti nell’ultimo periodo stato promotore della formazione di un’assise.



Luca Simeone             Abbiamo portato avanti il progetto “Ovest – i giovani partecipano allo sviluppo di Bagnoli”, con un
                         partenariato istituzionale che ha visto tra gli altri il coinvolgimento di Bagnoli Futura, dell’Università e del
Città della Scienza      Comune. Primo passo è stato un seminario informativo organizzato presso la Casa della Città del
                         Comune di Napoli; successivamente abbiamo organizzato una passeggiata con i ragazzi per
                         contestualizzare il progetto dell’ A.C.
                         Nella seconda fase si è passati dalla comunicazione/informazione alla partecipazione vera e propria.
                         Abbiamo utilizzato il metodo dell’EASW e abbiamo individuato le cinque idee più votate, tra cui quella per
                         la realizzazione di piste ciclabili, di laboratori di interculturalità, etc…
                         Successivamente sono stati coinvolti i soggetti che hanno titolarità nelle decisioni sull’area e presso la
                         circoscrizione di Bagnoli è stato istituito uno Spazio Giovani.
                         Nel corso del progetto sono nate spontaneamente tre associazioni giovanili.
GLI INTERVENTI


                     Abbiamo seguito un Laboratorio sulla Biodiversità nella scuola “Michelangelo” di Bagnoli.
Rosanna Cerri        Abbiamo fatto dei sopralluoghi sulla spiaggia con i ragazzi e abbiamo scoperto la vegetazione pioniera
Agenda XXI Napoli    ancora presente nonostante il degrado ambientale.
                     … Abbiamo scoperto le sorgenti termali che arrivano sulla spiaggia e che sono ancora potabili.
                     … Abbiamo catalogato la vegetazione autoctona nella quale persistono ancora specie rare.
                     … Abbiamo rilevato la presenza di fumarole di origine vulcanica.
                     … Si sono analizzate anche le terre coltivate residue, in cui c’è ancora un’interessante presenza di
                     biodiversità agricola…
                     Insomma abbiamo scoperto, assieme ai ragazzi, la presenza di piccoli mondi da valorizzare, che
                     contrastano invece con le scelte omologanti, tipo il prato all’inglese realizzato sulla spiaggia dell’arenile
                     di Bagnoli.




Francesca Gaudioso   Ho seguito come facilitatrice un percorso di progettazione partecipata a rete dei sei comuni dell’Ambito
                     N12 ai sensi della legge 328/00. Per quanto riguarda i laboratori "La città dei bambini e dei
architetto           ragazzi:riprogettiamo il nostro quartiere", questi sono stati promossi dall'Ambito Territoriale n°   12
                     (capofila Pomigliano d'Arco) e realizzati a rete con la collaborazione della Fondazione Pomigliano
                     Infanzia con i fondi della 285/97. Sono state coinvolte le scuole dell’obbligo del territorio, 450 tra
                     bambini e ragazzi. I temi affrontati sono molteplici: gli spazi scolastici interno ed esterni; i centri storici;
                     le aree verdi, i quartieri di edilizia residenziale post-terremoto. Le proposte progettuali sono state
                     ricchissime e hanno visto una concreta realizzazione attraverso l’attivazione di tanti atelier di
                     autocostruzione nei quali i bambini ed i ragazzi si sono trasformati in falegnami, pittori, giardinieri,
                     ceramisti, etc
LA BACHECA

                identità




                    creatività

difficoltà
                                   politica e politiche

             differenze
I POST-IT

IDENTITA’
 IDENTITA’
•Esiste una specificità della partecipazione al Sud
 •Esiste una specificità della partecipazione al Sud
••Conoscenza dei luoghi come primo step del processo partecipato
  Conoscenza dei luoghi come primo step del processo partecipato
••CULTURA DI GRUPPO, dove tutto è possibile per “incubare” nuove identità o
  CULTURA DI GRUPPO, dove tutto è possibile per “incubare” nuove identità o
azioni poetiche
 azioni poetiche
••L’importanza del gruppo di lavoro e di una cultura di gruppo che rompe le
   L’importanza del gruppo di lavoro e di una cultura di gruppo che rompe le
difese caratteriali
 difese caratteriali
••Partecipazione ed identità locale: il facilitatore deve essere locale?
  Partecipazione ed identità locale: il facilitatore deve essere locale?
••Esiste un identità meridionale?
  Esiste un identità meridionale?

••Scarso senso di identità dei luoghi e comunità
  Scarso senso di identità dei luoghi e comunità
I POST-IT


CREATIVITA’
CREATIVITA’
•ARTE veicolo di partecipazione
 •ARTE veicolo di partecipazione
••L’arte come motore della partecipazione
   L’arte come motore della partecipazione
••Approccio artistico come primo contatto con gli abitanti
  Approccio artistico come primo contatto con gli abitanti
••Approccio creativo è più diretto…LIBERATORIO!
  Approccio creativo è più diretto…LIBERATORIO!
••Ribaltare l’immagine di periferia degradata
  Ribaltare l’immagine di periferia degradata
••Ribaltare le percezioni comuni, aumentare i ipunti di vista. L’uso dell’arte (di
  Ribaltare le percezioni comuni, aumentare punti di vista. L’uso dell’arte (di
strumenti multimediali) per avvicinare i icittadini ai problemi pubblici e
 strumenti multimediali) per avvicinare cittadini ai problemi pubblici e
ristrutturare la percezione dei problemi (ad esempio Corviale e San Cassiano)
 ristrutturare la percezione dei problemi (ad esempio Corviale e San Cassiano)
I POST-IT

POLITICA E POLITICHE
POLITICA E POLITICHE
•Come mettere al lavoro tutto il senso costruito sul concetto di identità per
 •Come mettere al lavoro tutto il senso costruito sul concetto di identità per
farlo agire sulle politiche?
 farlo agire sulle politiche?


••Lavoro autopromosso come si trasferisce nel governo e nelle politiche
   Lavoro autopromosso come si trasferisce nel governo e nelle politiche


••Per l’esperienza di Corviale; come funziona a Roma il rapporto interno tra i i
  Per l’esperienza di Corviale; come funziona a Roma il rapporto interno tra
diversi assessorati? Qual è la funzione delle nuove municipalità?
 diversi assessorati? Qual è la funzione delle nuove municipalità?


••Come trasferire il capitale di interesse/attenzione costruito grazie ad un
  Come trasferire il capitale di interesse/attenzione costruito grazie ad un
evento pubblico, nel fare politiche sulla città?Esempio San Cassiano
 evento pubblico, nel fare politiche sulla città?Esempio San Cassiano
I POST-IT

DIFFERENZE
DIFFERENZE
•Valorizzazione tradizioni del sud rispetto a metodi ed esperienze estranee Es.
 •Valorizzazione tradizioni del sud rispetto a metodi ed esperienze estranee Es.
sviluppo comunitario di Danilo Dolci Tradizione dell’america latina ad es. teatro
 sviluppo comunitario di Danilo Dolci Tradizione dell’america latina ad es. teatro
dell’oppresso
 dell’oppresso
••Autopromuoversi ≠≠lavorare per committenza
  Autopromuoversi lavorare per committenza
••Modalità ≠≠di affrontare il tema del conflitto ad esempio diversità degli approcci
  Modalità di affrontare il tema del conflitto ad esempio diversità degli approcci
tra TerzoPiano, Città della Scienza, S. Cassiano
 tra TerzoPiano, Città della Scienza, S. Cassiano
••Approcci metodologici diversi da una parte approccio creativo – contestuale
  Approcci metodologici diversi da una parte approccio creativo – contestuale
fisico corporeo narrativo percettivo autobiografico, dall’altra metodi più strutturati
 fisico corporeo narrativo percettivo autobiografico, dall’altra metodi più strutturati
→ rischio di trasferire metodi senza tener conto dei contesti
 → rischio di trasferire metodi senza tener conto dei contesti
••Interazione tra l’università e l’innovazione veicolata attraverso la partecipazione
   Interazione tra l’università e l’innovazione veicolata attraverso la partecipazione
I POST-IT

DIFFICOLTA’
DIFFICOLTA’
••La risorsa economica èèindispensabile
   La risorsa economica indispensabile
• •Ansia del prodotto finale
    Ansia del prodotto finale
• •Delusione degli abitanti
    Delusione degli abitanti
• •I Ilaboratori che fine fanno?
       laboratori che fine fanno?
• •Continuità delle azioni sul territorio
    Continuità delle azioni sul territorio
• •Difficoltà di continuare, dall’esperienza di partecipazione straordinaria
    Difficoltà di continuare, dall’esperienza di partecipazione straordinaria
all’ordinario…EMPOWERMENT
  all’ordinario…EMPOWERMENT
• •MANIPOLAZIONE….convincere, ma quale architetto si èètrasferito aaCorviale…anche solo
   MANIPOLAZIONE….convincere, ma quale architetto si trasferito Corviale…anche solo
come gesto artistico!
  come gesto artistico!
• •Quanto vale ilil“documento partecipato” nelle decisioni dall’alto
    Quanto vale “documento partecipato” nelle decisioni dall’alto
• •Come eequando vengono valutati i iprocessi partecipativi
    Come quando vengono valutati processi partecipativi
• •Come si passa dalla registrazione di un malessere alla costruzione di una visione?
    Come si passa dalla registrazione di un malessere alla costruzione di una visione?
• •Qual èèla partecipazione dei cittadini aaBagnoli oggi?
    Qual la partecipazione dei cittadini Bagnoli oggi?
• •Bagnoli èèl’unico luogo di Napoli dove si attivano processi partecipati?
    Bagnoli l’unico luogo di Napoli dove si attivano processi partecipati?
RIFLESSIONI

La costruzione della BACHECA è andata in maniera molto diversa da come l'avevamo immaginata, ci siamo resi conto che il metodo delle
parole rappresentative, che ritenevamo una caratteristica importante del processo d’interazione, era stato in qualche modo rifiutato ed al
contrario le riflessioni, per quanto riportate sinteticamente, rivelavano la difficoltà di operare una sintesi.
I post-it restituiscono infatti un racconto "frammentato" delle esperienze ascoltate, una visione complessa della composizione del tavolo e
forse la “difficoltà” di partire da un linguaggio comune. In ogni modo rendevano macchinoso qualsiasi tentativo di operare un approccio
deduttivo per la fase di discussione e di dibattito.
Per raccontare quello che è emerso dal tavolo abbiamo allora deciso di operare una forzatura e di raggruppare a posteriori i post-it sotto
alcune parole chiave. Esse però non hanno alcuna pretesa di stabilire categorie interpretative, ma sono semplicemente "termini ricorrenti"
che abbiamo rintracciato nei post-it e che ci sembra restituiscano una visione complessa del linguaggio della partecipazione.
La discussione attorno alla bacheca è partita da una domanda specifica di uno dei post it: esiste una specificità della partecipazione al
sud?
A partire da questa domanda ed in base all’esperienze concreta di alcuni dei partecipanti al tavolo, che avevano lavorato in diversi contesti
territoriali, il dibattito si è concentrato sulla differenza di metodo tra un approccio creativo e “collaborativo”, soprattutto guardando
all’esperienza autopromossa del LUA a San Cassiano ed quella istituzionale del Laboratorio Corviale, che usano il linguaggio artistico
come veicolo di partecipazione, ed altri che utilizzano metodologie standardizzate, costruite a prescindere dal contesto o come l’esempio
di Città della Scienza che lavora principalmente in ambiti “protetti”, in cui il problema del coinvolgimento è meno complesso.
La domanda da cui siamo partiti si è rivelata un espediente e la vera categoria interpretativa che possiamo utilizzare per restituirvi una
sintesi del nostro incontro sia proprio quella del metodo, un argomento rimasto sullo sfondo ma che ha attraversato trasversalmente tutte
le riflessioni.
La discussione si è concentrata su alcune questioni di metodo che rendono altamente problematica e densa la parola partecipazione:
   Approccio creativo come metodo di interazione con il contesto e di adattamento del processo
   Importanza del linguaggio dell’arte per avvicinarsi alle pratiche partecipate
   La partecipazione come ricercazione
   Esportazione di modelli anglosassoni senza contestualizzarli
Ringraziamo,
                                           Giovanni Laino, Mauro Martini, Annalisa Pecoriello, Alberto
                                           Ziparo, senza il contributo dei quali la costruzione del tavolo
                                           non sarebbe stata possibile.
                                           Cyop e Kaf per aver restituito senso al muro di cinta dell’ex
                                           Italsider.




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LA PARTECIPAZIONE E IL SUD, esperienze a confronto

  • 1. LA PARTECIPAZIONE E IL SUD esperienze a confronto INSTANT REPORT a cura di Laura Basco e Roberta Di Nanni Napoli 27 maggio 2005 Città della Scienza, Bagnoli
  • 2. CHI SIAMO IndiziTerrestri è un collettivo, diventato poi associazione, nato per il bisogno di alcuni architetti ed urbanisti di Napoli di costituire una piattaforma comune attraverso la quale sperimentare e attivare pratiche creative di ascolto e di interazione con il territorio. Dopo aver partecipato all’OST delle Rete della Partecipazione a Venezia ci siamo resi conto che la maggioranza delle realtà presenti operava al centro- nord. Abbiamo allora pensato di utilizzare uno spazio/tavolo di questo evento per organizzare un momento di confronto tra le realtà del sud che lavorano alla costruzione di nuove relazioni tra il territorio ed i suoi abitanti e tentare di aprire, non solo simbolicamente ma anche operativamente, la rete al sud. L’idea è quella di costruire una visione creativa dello stato della partecipazione al sud, attraverso il coinvolgimento di soggetti ed esperienze molto diverse tra loro, che praticano percorsi di appropriazione del territorio non tutti collocabili nelle forme istituzionali di partecipazione e di disegnare un atlante delle pratiche in cui far emergere le specificità dei vari ambiti territoriali e le metodologie utilizzate nei diversi contesti. L’obiettivo è quello di dar vita ad un luogo orizzontale nel quale esporre, così come si presenta, dal suo particolare punto di vista e nella sua parzialità, una visione, forse inattesa, dello stato della partecipazione al sud.
  • 3. IL METODO I FASE ogni soggetto si presenta e racconta la propria esperienza a partire dal territorio in cui opera, con un approfondimento sulla metodologia usata. II FASE Costruzione della BACHECA: gli aspetti positivi e le difficoltà che si incontrano. ogni partecipante, durante l’ascolto delle esperienze altrui, individua delle PAROLE RAPPRESENTATIVE in positivo e in negativo del racconto degli altri e le e scrive su dei post-it. … un racconto a più voci, che dia a ogni soggetto che interviene la III FASE possibilità di raccontare il proprio I post-it vengono collocati sulla bacheca. vissuto in maniera profonda e che sia in grado di non disperdere quel bagaglio di saperi che solo la IV FASE costruzione di un dialogo esplorativo A partire dalle parole rappresentative si formulano delle domande e si da il ci può restituire. via alla discussione finale.
  • 4. I PARTECIPANTI Teresa Attademo, GESCO, Napoli Giovanni Attademo, Servizio Politiche Minori, Comune di Napoli Laura Basco, Roberta Di Nanni, IndiziTerrestri, Napoli Valentina Battaglini, Yuri Battaglini, Antonella Fino, Mauro Lazzari, Alessandra M. Lupo, LUA San Cassiano (LE) Teresa Blasotti, Architetto, Napoli Rosanna Cerri, Cooperativa l'Ossidiana, Napoli Emanuele Ericca, Laboratorio Forum di Pomigliano d'Arco Francesca Gaudioso, Architetto, Napoli Valeria Giannella, Laboratorio l'Ombrello, IUAV - Venezia Filippo Gravagno, Labpeat, Catania Costanzo Ioni, Casa della città di Napoli Giovanni Laino, DUN, Università “Federico II”, Napoli Carla Majorano, Associazione Meridione, Napoli Simone Maurano, Mani Tese, Napoli Laura Nucci, Studentessa, Napoli Grazia Pagetta, TerzoPianoAutogestito di Architettura, Napoli Anna Parasacchi, Atelier Locali, Roma Annalisa Pecoriello, Lapei, Firenze Giuseppe Pennacchio, Cooperativa Il Calderone, Napoli Mario Petrella, Architetto, Napoli Andrea Marcel Pidalà, Laboratorio di Ricerca Territoriale Nebrodi, Capo d’Orlando Chiara Pignaris, Avventura Urbana, Torino Luca Simeone, Città della Scienza, Napoli Ilaria Vitellio, DUN, Università “Federico II”, Napoli
  • 5. LE ESPERIENZE Lab. P.E.A.T. Catania Laboratorio per la progettazione ecologica ed ambientale del Territorio Il LabPeat nasce all’interno del Dipartimento di Architettura e Urbanistica della Facoltà di Ingegneria di Catania ed ha come obiettivo la ridefinizione di alcuni paradigmi correnti della disciplina urbanistica e del senso dell’azione urbanistica declinata a partire dai nuovi saperi ecologici. In particolare il LabPeat opera nell’ambito delle vecchie e nuove periferie urbane, e dei paesaggi derelitti prodotti dalla modernità. L’ attività di ricerca del LabPeat si concentra attorno a tre temi principali: Paradigmi disciplinari Periferie urbane vecchie e nuove Paesaggi http://www.labpeat.dau.unict.it
  • 6. LE ESPERIENZE La.R.T Laboratorio di Ricerche Territoriali Nebrodi Capo d’Orlando Il Laboratorio di Ricerca Territoriale costituisce un momento di incontro tra esperti, operatori culturali attenti alla qualità urbana e ambientale e abitanti che intendono promuovere la costruzione di uno scenario futuro di elevata qualità urbanistica e civile e sostenibilità ambientale per la città di Capo d’Orlando e il suo comprensorio. Il laboratorio rappresenta la struttura di ricerca e di dibattito in cui le idee degli abitanti, tese ad affermare i valori del territorio locale (ecologia, storia , cultura, tradizioni, arte, paesaggio, ecc..) , trovano – per la collaborazione con esperti e uomini di cultura – forme e indirizzi tali da prospettare un disegno futuro di ecosostenibilità anche sociale e culturale per la città di Capo d’Orlando. Il Laboratorio di Ricerca Territoriale di Capo d’Orlando (per adesso costituito dal Comitato Promotore, in attesa di allargare e istituzionalizzare adesioni e formazione) rappresenta anche il riferimento locale di una vastissima rete di esperienze e azioni analoghe portate avanti da anni in diverse realtà nazionali ed europee, tramite l’incontro tra comunità scientifica, professionalità tecniche, associazionismo culturale e ambientalista, abitanti dei “luoghi” e, talora, amministrazioni attente all’evoluzione sostenibile dell’assetto dei territori di riferimento. http://retesudnuovomunicipio.blog.tiscali.it
  • 7. LE ESPERIENZE LAB2 Laboratorio Urbano Aperto San Cassiano San Cassiano Il Laboratorio Urbano Aperto è un organismo nato intorno ad un’idea promossa da Lab2, che nel periodo compreso tra il 3 e l’8 agosto 2003, a San Cassiano, in Provincia di Lecce, ha coinvolto 57 persone di diversa provenienza e formazione, sul tema dell’identità. L’esperienza del Lua è partita con l’invio dell’e-mail del 6 giugno 2003 da Firenze ad un primo gruppo di persone tra amici e conoscenti sparsi in tutta Italia, che di giorno in giorno si è ingrandito spontaneamente. Perché San Cassiano? Oltre che per motivi di carattere logistico, San Cassiano è apparso, in un certo senso, un terreno fertile: rappresenta una comunità, nel pieno significato del termine, entro cui è tangibile un forte senso di appartenenza e l’esistenza di una rete di relazioni radicate tra le persone. Un aspetto che ha caratterizzato la partecipazione iniziale al LUA, è stato la libera adesione al tema, probabilmente indotta anche da motivi di carattere personale, ma comunque dettata dall’aver deciso di rispondere ad uno stimolo, che presagiva la possibilità di condurre un’esperienza di ricerca, accettando la sfida di mettere a confronto, con un atteggiamento di reciproco apprendimento, le nostre idee e visioni. L’invio della prima e-mail ha innescato sia rapporti diretti con il Lab2 che tra gli stessi destinatari dell’invito, scatenando il passaparola, fino all’invio, ancora via e- mail, del manifesto ufficiale nella metà di luglio. Ad un certo punto, qualcuno a San Cassiano ha avuto l’idea di uscire da casa con una copia stampata attirando la curiosità del paese.
  • 8. LE ESPERIENZE Laboratorio Corviale Il Laboratorio Territoriale" Corviale - Roma Ovest" nasce nel giugno 2003, su iniziativa dell'Assessorato alle Politiche per le Periferie, lo Sviluppo Locale e il DIPARTIMENTO xix MUNICIPIO, Lavoro con l'intento di rinnovare e potenziare l'analoga struttura cha ha operato ASSESSORATO ALLE PERIFERIE, in precedenza sul territorio, nel contesto dei " Laboratori Municipali di Quartiere" COMUNE DI ROMA istituiti tra il 1998 e il 2000 dall'USPEL del Comune di Roma. Lo scopo principale di questa iniziativa è il riscatto socio-economico e la ATELIER LOCALI riqualificazione ambientale del complesso residenziale di Corviale. Infatti il Laboratorio intende promuovere la localizzazione sul territorio di nuovi servizi Roma pubblici in relazione ai Programmi di Recupero Urbano già in atto o prossimi, ed avviare iniziative culturali, finalizzate al superamento di quei pregiudizi che hanno portato ad etichettare negativamente Corviale ed i suoi abitanti. Per superare i confini e ricollegare le problematiche proprie del quartiere con quelle del territorio di appartenenza,si è deciso di estendere, anche nel nome, l'ambito di interesse del Laboratorio all'intero settore ovest di Roma. Il quartiere di edilizia residenziale pubblica di Corviale fa parte del Municipio XV, si estende su una superficie di 60 ettari nel quadrante sud-occidentale di Roma. Il complesso residenziale è stato realizzato a cavallo tra gli anni '70 e '80 e consta essenzialmente in un unico corpo di fabbrica, lungo circa un chilometro e alto nove piani per un totale di 1202 appartamenti, che dovevano ospitare circa 8500 abitanti. Il complesso è la parte residenziale di proprietà dello IACP, esso presenta notevoli forme di degrado dovute sia al suo mancato completamento, sia alla gestione carente. Corviale è uno dei quartieri della periferia romana più conosciuto, spesso in negativo la cui stessa progettazione è ancora oggi al centro di numerosi dibattiti. La cattiva fama del quartiere, alimentata da innumerevoli, spesso inopportune, attenzioni da parte dei mass-media, contribuisce a smembrarne il tessuto sociale, favorendo l'individualismo e soprattutto il disimpegno sociale e la sfiducia nelle istituzioni. http://www2.comune.roma.it/uspel/Index.html http://www.atelierlocali.org/
  • 9. LE ESPERIENZE TERZOPIANO AUTOGESTITO Napoli Passeggiata sulla linea di costa L’iniziativa si collocava nel quadro delle attività di studio delle trasformazioni urbane e di promozione della partecipazione popolare che il Collettivo Politico conduceva da oltre dieci anni sull’area di Bagnoli. In un luogo che la dismissione industriale e le previsioni urbanistiche consentivano di restituire ad un uso pubblico, sembrava opportuno stimolare i cittadini, e specialmente gli abitanti di Bagnoli, ad esplorare collettivamente quelle parti del territorio di cui la maggior parte aveva una conoscenza limitata (prima della dismissione, a causa delle attività industriali; dopo la dismissione, per uno scarso interesse delle istituzioni a promuovere una conoscenza attiva delle risorse e dei problemi dell’area). Promossa dal Collettivo, la manifestazione è stata organizzata da un vasto ed eterogeneo gruppo di coordinamento, che includeva la maggior parte delle scuole dell’area, numerose associazioni civiche ed ambientaliste, singoli cittadini e studenti di architettura. www.ecn.org/terzopiano
  • 10. GLI INTERVENTI Carla Majorano Negli anni recenti l’agenda dei problemi che i governi delle città meridionali sono chiamati ad affrontare Associazione Meridione si è molto allungata. Ciò è dovuto a processi articolati e complessi che riguardano la forma stessa delle città, i mutamenti avvenuti di carattere sociale ed economico, i mutamenti di carattere politico. Nel campo dei processi di trasformazione territoriale nascono nuove domande : di riqualificazione di aree degradate o di riutilizzazione di parti di città, di miglioramento della qualità ambientale e più in generale di innalzamento della qualità dell’abitare (che si sommano a quelle più tradizionali, di manutenzione urbana, di erogazione dei servizi, di risposta ai pressanti fenomeni di povertà ed esclusione sociale) . Poiché non esistono soluzioni tecnocratiche a questi problemi, la partecipazione può svolgere un ruolo centrale per rispondere all’esigenza di orientare una pluralità di soggetti diversi verso obiettivi comuni ed è di sicuro interesse approfondire le caratteristiche dei contesti in cui le singole esperienze si svolgono, i percorsi seguiti, gli attori coinvolti, le metodologie adottate, i punti di forza e di debolezza, per capire come si deve incidere per promuovere "la partecipazione" e quali sono gli approcci più appropriati alla specificata realtà meridionale.
  • 11. GLI INTERVENTI Filippo Gravagno Il LabPeat è una realtà nata nel 1998 e legata all’esperienza della giunta di centro-sinistra di Catania. LabPeat La sua attività riguarda tre punti: • Il rapporto con le pratiche istituzionali; • La riqualificazione delle periferie; • La riqualificazione del paesaggio, al cui proposito vi segnalo l’esperienza “Oasi del Simeto”, in cui stiamo costruendo una ricerca-azione sull’autodemolizione dell’insediamento abusivo che però è stata fortemente osteggiata dall’amministrazione. Le esperienze finora sperimentate riguardano soprattutto Progetti Urban e Contratti di Quartiere. Stiamo inoltre lavorando sul quartiere Librino, un quartiere di impostazione razionalista, in cui un gruppo di abitanti si sta organizzando con il nostro contributo. Altre attività riguardano la creazione di una rete di musei nel Salento e la creazione della Urban Center di Catania, di prossima inaugurazione. Al centro delle nostre riflessioni c’è il tema del conflitto… e vorrei qui sottolineare che cerchiamo di riflettere in maniera problematica sulla parola partecipazione, alla quale preferiamo quella di ricerca- azione.
  • 12. GLI INTERVENTI Giovanni Attademo ∗ Sono 5/6 anni che si sta mettendo a sistema un lavoro di progettazione partecipata. Alcune Servizio Politiche Minori attività sono finanziate con la legge 285/97 in tre ambiti principali:. Comune di Napoli • A21L dei piccoli, in collaborazione con il WWF, in cui abbiamo attivato percorsi di partecipazione con scuole elementari e medie e percorsi con altri soggetti che colaborano con il Servizio, in sinergia con progetti di educativa territoriale e con strutture di accoglienza residenziale e semiresidenziale per minori. Nell'ambito del progetto sono stati attivati dei Forum presso le circoscrizioni degli Ambiti Territoriali Pilota in cui il progetto stesso si articola. • Tavoli di consultazione sulla 328/2000, che hanno visto il coinvolgimento di migliaia di cittadini ∗ Osservatore esterno del Tavolo ∗ Osservatore esterno del Tavolo in centinaia di incontri. • Incontri presso il Parco dei Camaldoli Teresa Attademo Come cooperativa il tema della partecipazione ci interessa. Abbiamo cominciato con il Bilancio Sociale realizzato assieme alle varie cooperative. Il processo non può ritenersi compiuto perché Consorzio Gesco c’è una discontinuità nella partecipazione delle cooperative. Ci stiamo chiedendo cosa non ha funzionato e come coinvolgere i cittadini nella definizione dei servizi e dei profili professionali necessari. Stiamo realizzando una ricerca-azione con gli anziani per rilevare i loro bisogni e le loro aspettative di benessere, nel futuro vorremmo proseguire con l’organizzazione di focus-group con gli anziani.
  • 13. GLI INTERVENTI Mario Petrella Stiamo lavorando, per il consorzio Gesco, sul rapporto tra qualità urbana e sociale, ovvero Architetto sulla costruzione di una visione della qualità urbana come benessere comunitario. Il progetto non prevede la presenza delle istituzioni… Il primo confronto è tra gli operatori del sociale e gli architetti, le aspettative sono risultate divergenti perché paradossalmente gli operatori del sociale si aspettavano la realizzazione di manufatti e noi architetti il contatto col sociale. Abbiamo lavorato a Rione Traiano e la riflessione che ci sentiamo di fare è che c’è sempre meno il senso di comunità in rapporto coi luoghi. Nazario Festeggiato Abbiamo realizzato un percorso di partecipazione per la Regione Campania per il Formez coinvolgimento degli operatori e del volontariato nelle cinque provincie della regione, utilizzando le metodologie standardizzate EASW e GOP. Abbiamo inoltre realizzato un percorso di partecipazione del volontariato per il comune di Napoli attivando i Laboratori di Cittadinanza Attiva, sempre attraverso le metodologie EASW e GOP.
  • 14. GLI INTERVENTI Andrea Marcel Pidalà il Laboratorio di Ricerca territoriale è nato a Capo d’Orlando dalla locale sezione di LART Nebrodi Legambiente insieme ad altre associazioni e istituzioni, e con cittadini e studiosi. Qui l’incontro tra movimento, abitanti e specialisti si è creato a partire dalla necessità di lavorare attraverso l’uso di pratiche non standardizzate. Simone Maurano Come Mani Tese attualmente ci occupiamo del rione Sanità, attraverso il progetto Rete della Mani Tese Sanità, con cui stiamo cercando di diffondere la raccolta differenziata e faremo una marcia contro lo sfruttamento del lavoro minorile, che partirà proprio dalla Sanità.
  • 15. GLI INTERVENTI Antonella Fino Il Laboratorio Urbano Aperto è un organismo nato intorno ad un’idea promossa da Lab2, un Yuri Battaglini gruppo multidisciplinare della provincia di Lecce, che nel periodo compreso tra il 3 e l’8 agosto LabDUE 2003, a San Cassiano, in Provincia di Lecce, ha coinvolto 57 persone di diversa provenienza e formazione, sul tema dell’identità. L’esperienza del Lua è partita con l’invio dell’e-mail del 6 giugno 2003 da Firenze ad un primo gruppo di persone tra amici e conoscenti sparsi in tutta Italia, che di giorno in giorno si è ingrandito spontaneamente. San Cassiano conserva un forte senso di comunità e una forte relazione tra gli abitanti. Tutti quelli contattati hanno voluto esprimersi attraverso un linguaggio artistico. In un’area ancora lontana dai conflitti, in cui non è mai arrivata l’eco dell’industrializzazione di massa e dove quindi non ci sono esperienze aggregative di carattere rivendicativo, il linguaggio dell’arte ha rappresentato una sorta di colla comunitaria. Si è trattato essenzialmente di un percorso di ricerca che cercheremo ora di far convergere nella realizzazione di un parco. Durante l’esperienza del Laboratorio a San Cassiano 100 metri di strada sono diventati una galleria d’arte a cielo aperto e per realizzare la manifestazione abbiamo chiesto agli abitanti che vivono in questa strada di concedere la loro stanza de nanzi (che in dialetto significa la stanza della casa che da sulla strada). Il laboratorio ha registrato una forte adesione sia da parte dei locali, che della gente che è venuta da fuori ed ha portato a galla una serie di problemi della comunità che fino ad allora erano nascosti.
  • 16. GLI INTERVENTI L’Assessorato alle periferie ha aperto un Laboratorio Territoriale a Corviale. Anna Parasacchi Si tratta di un quartiere di edilizia popolare, di proprietà dello IACP, in condizioni di grande degrado, in Atelier locali cui manca qualsiasi tipo di manutenzione e le condizioni abitative sono pessime (dei 78 ascensori presenti ne funzionano solo 20!). Qualsiasi tipo di attività che voglia costruire uno stimolo per il coinvolgimento degli abitanti non può prescindere da queste condizioni abitative “estreme”. Dalle indagini sono emersi due temi: 1. l’unica caratteristica che gli abitanti riconoscono come elemento che li accomuna è la “sfortuna di abitare nel mostro”. 2. Gli abitanti nutrono un’assoluta mancanza di fiducia verso le istituzioni, anche solo per quanto riguarda i problemi banalmente funzionali dell’edificio. Gli obiettivi del Laboratorio sono stati: dialogare con i cittadini, capovolgere l’immagine negativa del quartiere, valorizzare un’identità positiva. Come abbiamo contattato i cittadini di Corviale che sono ben 6000? • Siamo andati noi da loro e abbiamo realizzato un luogo, negli spazi esterni, dove qualcuno di noi era sempre presente, dove si distribuiva un questionario. • La prima azione è stata la bonifica dell’edificio, dopo una prima diffidenza i cittadini hanno incominciato a partecipare alla raccolta differenziata dei rifiuti. • Per sei mesi, due volte alla settimana, abbiamo provato gli ascensori, per sottolineare la loro condizione, e questo ha avuto molta eco sulla stampa. • Abbiamo attivato un percorso con i bambini del quartiere, attraverso la realizzazione di una “mappa affettiva del quartiere”. • Abbiamo realizzato la progettazione partecipata del giardino della scuola. • Abbiamo convocato i cittadini per far partire un Contratto di Quartiere, che poi è stato vinto. Anche a Corviale abbiamo utilizzato il linguaggio universale dell’arte.
  • 17. GLI INTERVENTI Il nostro collettivo promuove l’autogestione e l’autorganizzazione sociale come pratica politica. Grazia Pagetta Costruiamo inchieste territoriali ed una delle aree di cui da sempre ci occupiamo è quella di Bagnoli. Terzopiano Autogestito Tra le varie attività organizzate in quest’area vi vorrei raccontare della “Passeggiata sulla linea di costa”, nata per favorire la conoscenza dei luoghi (che riteniamo un primo step della partecipazione) anche da parte degli abitanti del quartiere. La Passeggiata ha visto protagonisti le associazioni ambientaliste e le Scuole, che hanno aderito ad una sorta di coordinamento. Abbiamo organizzato una conferenza stampa per promuovere l’evento e per presentare alcune punti di conflitto sull’area. La passeggiata ha avuto luogo il 25 maggio 2002 e si è configurata essenzialmente come una manifestazione in cui erano presenti vari momenti, Il collettivo continua l’analisi sulle vicende di Bagnoli, è infatti nell’ultimo periodo stato promotore della formazione di un’assise. Luca Simeone Abbiamo portato avanti il progetto “Ovest – i giovani partecipano allo sviluppo di Bagnoli”, con un partenariato istituzionale che ha visto tra gli altri il coinvolgimento di Bagnoli Futura, dell’Università e del Città della Scienza Comune. Primo passo è stato un seminario informativo organizzato presso la Casa della Città del Comune di Napoli; successivamente abbiamo organizzato una passeggiata con i ragazzi per contestualizzare il progetto dell’ A.C. Nella seconda fase si è passati dalla comunicazione/informazione alla partecipazione vera e propria. Abbiamo utilizzato il metodo dell’EASW e abbiamo individuato le cinque idee più votate, tra cui quella per la realizzazione di piste ciclabili, di laboratori di interculturalità, etc… Successivamente sono stati coinvolti i soggetti che hanno titolarità nelle decisioni sull’area e presso la circoscrizione di Bagnoli è stato istituito uno Spazio Giovani. Nel corso del progetto sono nate spontaneamente tre associazioni giovanili.
  • 18. GLI INTERVENTI Abbiamo seguito un Laboratorio sulla Biodiversità nella scuola “Michelangelo” di Bagnoli. Rosanna Cerri Abbiamo fatto dei sopralluoghi sulla spiaggia con i ragazzi e abbiamo scoperto la vegetazione pioniera Agenda XXI Napoli ancora presente nonostante il degrado ambientale. … Abbiamo scoperto le sorgenti termali che arrivano sulla spiaggia e che sono ancora potabili. … Abbiamo catalogato la vegetazione autoctona nella quale persistono ancora specie rare. … Abbiamo rilevato la presenza di fumarole di origine vulcanica. … Si sono analizzate anche le terre coltivate residue, in cui c’è ancora un’interessante presenza di biodiversità agricola… Insomma abbiamo scoperto, assieme ai ragazzi, la presenza di piccoli mondi da valorizzare, che contrastano invece con le scelte omologanti, tipo il prato all’inglese realizzato sulla spiaggia dell’arenile di Bagnoli. Francesca Gaudioso Ho seguito come facilitatrice un percorso di progettazione partecipata a rete dei sei comuni dell’Ambito N12 ai sensi della legge 328/00. Per quanto riguarda i laboratori "La città dei bambini e dei architetto ragazzi:riprogettiamo il nostro quartiere", questi sono stati promossi dall'Ambito Territoriale n° 12 (capofila Pomigliano d'Arco) e realizzati a rete con la collaborazione della Fondazione Pomigliano Infanzia con i fondi della 285/97. Sono state coinvolte le scuole dell’obbligo del territorio, 450 tra bambini e ragazzi. I temi affrontati sono molteplici: gli spazi scolastici interno ed esterni; i centri storici; le aree verdi, i quartieri di edilizia residenziale post-terremoto. Le proposte progettuali sono state ricchissime e hanno visto una concreta realizzazione attraverso l’attivazione di tanti atelier di autocostruzione nei quali i bambini ed i ragazzi si sono trasformati in falegnami, pittori, giardinieri, ceramisti, etc
  • 19. LA BACHECA identità creatività difficoltà politica e politiche differenze
  • 20. I POST-IT IDENTITA’ IDENTITA’ •Esiste una specificità della partecipazione al Sud •Esiste una specificità della partecipazione al Sud ••Conoscenza dei luoghi come primo step del processo partecipato Conoscenza dei luoghi come primo step del processo partecipato ••CULTURA DI GRUPPO, dove tutto è possibile per “incubare” nuove identità o CULTURA DI GRUPPO, dove tutto è possibile per “incubare” nuove identità o azioni poetiche azioni poetiche ••L’importanza del gruppo di lavoro e di una cultura di gruppo che rompe le L’importanza del gruppo di lavoro e di una cultura di gruppo che rompe le difese caratteriali difese caratteriali ••Partecipazione ed identità locale: il facilitatore deve essere locale? Partecipazione ed identità locale: il facilitatore deve essere locale? ••Esiste un identità meridionale? Esiste un identità meridionale? ••Scarso senso di identità dei luoghi e comunità Scarso senso di identità dei luoghi e comunità
  • 21. I POST-IT CREATIVITA’ CREATIVITA’ •ARTE veicolo di partecipazione •ARTE veicolo di partecipazione ••L’arte come motore della partecipazione L’arte come motore della partecipazione ••Approccio artistico come primo contatto con gli abitanti Approccio artistico come primo contatto con gli abitanti ••Approccio creativo è più diretto…LIBERATORIO! Approccio creativo è più diretto…LIBERATORIO! ••Ribaltare l’immagine di periferia degradata Ribaltare l’immagine di periferia degradata ••Ribaltare le percezioni comuni, aumentare i ipunti di vista. L’uso dell’arte (di Ribaltare le percezioni comuni, aumentare punti di vista. L’uso dell’arte (di strumenti multimediali) per avvicinare i icittadini ai problemi pubblici e strumenti multimediali) per avvicinare cittadini ai problemi pubblici e ristrutturare la percezione dei problemi (ad esempio Corviale e San Cassiano) ristrutturare la percezione dei problemi (ad esempio Corviale e San Cassiano)
  • 22. I POST-IT POLITICA E POLITICHE POLITICA E POLITICHE •Come mettere al lavoro tutto il senso costruito sul concetto di identità per •Come mettere al lavoro tutto il senso costruito sul concetto di identità per farlo agire sulle politiche? farlo agire sulle politiche? ••Lavoro autopromosso come si trasferisce nel governo e nelle politiche Lavoro autopromosso come si trasferisce nel governo e nelle politiche ••Per l’esperienza di Corviale; come funziona a Roma il rapporto interno tra i i Per l’esperienza di Corviale; come funziona a Roma il rapporto interno tra diversi assessorati? Qual è la funzione delle nuove municipalità? diversi assessorati? Qual è la funzione delle nuove municipalità? ••Come trasferire il capitale di interesse/attenzione costruito grazie ad un Come trasferire il capitale di interesse/attenzione costruito grazie ad un evento pubblico, nel fare politiche sulla città?Esempio San Cassiano evento pubblico, nel fare politiche sulla città?Esempio San Cassiano
  • 23. I POST-IT DIFFERENZE DIFFERENZE •Valorizzazione tradizioni del sud rispetto a metodi ed esperienze estranee Es. •Valorizzazione tradizioni del sud rispetto a metodi ed esperienze estranee Es. sviluppo comunitario di Danilo Dolci Tradizione dell’america latina ad es. teatro sviluppo comunitario di Danilo Dolci Tradizione dell’america latina ad es. teatro dell’oppresso dell’oppresso ••Autopromuoversi ≠≠lavorare per committenza Autopromuoversi lavorare per committenza ••Modalità ≠≠di affrontare il tema del conflitto ad esempio diversità degli approcci Modalità di affrontare il tema del conflitto ad esempio diversità degli approcci tra TerzoPiano, Città della Scienza, S. Cassiano tra TerzoPiano, Città della Scienza, S. Cassiano ••Approcci metodologici diversi da una parte approccio creativo – contestuale Approcci metodologici diversi da una parte approccio creativo – contestuale fisico corporeo narrativo percettivo autobiografico, dall’altra metodi più strutturati fisico corporeo narrativo percettivo autobiografico, dall’altra metodi più strutturati → rischio di trasferire metodi senza tener conto dei contesti → rischio di trasferire metodi senza tener conto dei contesti ••Interazione tra l’università e l’innovazione veicolata attraverso la partecipazione Interazione tra l’università e l’innovazione veicolata attraverso la partecipazione
  • 24. I POST-IT DIFFICOLTA’ DIFFICOLTA’ ••La risorsa economica èèindispensabile La risorsa economica indispensabile • •Ansia del prodotto finale Ansia del prodotto finale • •Delusione degli abitanti Delusione degli abitanti • •I Ilaboratori che fine fanno? laboratori che fine fanno? • •Continuità delle azioni sul territorio Continuità delle azioni sul territorio • •Difficoltà di continuare, dall’esperienza di partecipazione straordinaria Difficoltà di continuare, dall’esperienza di partecipazione straordinaria all’ordinario…EMPOWERMENT all’ordinario…EMPOWERMENT • •MANIPOLAZIONE….convincere, ma quale architetto si èètrasferito aaCorviale…anche solo MANIPOLAZIONE….convincere, ma quale architetto si trasferito Corviale…anche solo come gesto artistico! come gesto artistico! • •Quanto vale ilil“documento partecipato” nelle decisioni dall’alto Quanto vale “documento partecipato” nelle decisioni dall’alto • •Come eequando vengono valutati i iprocessi partecipativi Come quando vengono valutati processi partecipativi • •Come si passa dalla registrazione di un malessere alla costruzione di una visione? Come si passa dalla registrazione di un malessere alla costruzione di una visione? • •Qual èèla partecipazione dei cittadini aaBagnoli oggi? Qual la partecipazione dei cittadini Bagnoli oggi? • •Bagnoli èèl’unico luogo di Napoli dove si attivano processi partecipati? Bagnoli l’unico luogo di Napoli dove si attivano processi partecipati?
  • 25. RIFLESSIONI La costruzione della BACHECA è andata in maniera molto diversa da come l'avevamo immaginata, ci siamo resi conto che il metodo delle parole rappresentative, che ritenevamo una caratteristica importante del processo d’interazione, era stato in qualche modo rifiutato ed al contrario le riflessioni, per quanto riportate sinteticamente, rivelavano la difficoltà di operare una sintesi. I post-it restituiscono infatti un racconto "frammentato" delle esperienze ascoltate, una visione complessa della composizione del tavolo e forse la “difficoltà” di partire da un linguaggio comune. In ogni modo rendevano macchinoso qualsiasi tentativo di operare un approccio deduttivo per la fase di discussione e di dibattito. Per raccontare quello che è emerso dal tavolo abbiamo allora deciso di operare una forzatura e di raggruppare a posteriori i post-it sotto alcune parole chiave. Esse però non hanno alcuna pretesa di stabilire categorie interpretative, ma sono semplicemente "termini ricorrenti" che abbiamo rintracciato nei post-it e che ci sembra restituiscano una visione complessa del linguaggio della partecipazione. La discussione attorno alla bacheca è partita da una domanda specifica di uno dei post it: esiste una specificità della partecipazione al sud? A partire da questa domanda ed in base all’esperienze concreta di alcuni dei partecipanti al tavolo, che avevano lavorato in diversi contesti territoriali, il dibattito si è concentrato sulla differenza di metodo tra un approccio creativo e “collaborativo”, soprattutto guardando all’esperienza autopromossa del LUA a San Cassiano ed quella istituzionale del Laboratorio Corviale, che usano il linguaggio artistico come veicolo di partecipazione, ed altri che utilizzano metodologie standardizzate, costruite a prescindere dal contesto o come l’esempio di Città della Scienza che lavora principalmente in ambiti “protetti”, in cui il problema del coinvolgimento è meno complesso. La domanda da cui siamo partiti si è rivelata un espediente e la vera categoria interpretativa che possiamo utilizzare per restituirvi una sintesi del nostro incontro sia proprio quella del metodo, un argomento rimasto sullo sfondo ma che ha attraversato trasversalmente tutte le riflessioni. La discussione si è concentrata su alcune questioni di metodo che rendono altamente problematica e densa la parola partecipazione: Approccio creativo come metodo di interazione con il contesto e di adattamento del processo Importanza del linguaggio dell’arte per avvicinarsi alle pratiche partecipate La partecipazione come ricercazione Esportazione di modelli anglosassoni senza contestualizzarli
  • 26. Ringraziamo, Giovanni Laino, Mauro Martini, Annalisa Pecoriello, Alberto Ziparo, senza il contributo dei quali la costruzione del tavolo non sarebbe stata possibile. Cyop e Kaf per aver restituito senso al muro di cinta dell’ex Italsider. Instant report a cura di indiziterrestri www.indiziterrestri.org