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LA DISLESSIA :
QUANDO E’ COSI’ DIFFICILE IMPARARE…

Marcella Renis
Università degli Studi di Catania
Psicobiologia applicata- a.a. 2010-2011
COSA E’ L’APPRENDIMENTO
SCOLASTICO ?


E’ un aspetto specifico dell’apprendimento in
generale, che ha come fine l’istruzione e viene
sollecitato in un momento dello sviluppo in cui…



-i processi d’immagazzinamento
-i processi di recupero dell’informazione
-i processi di controllo




…sono diventati maturi
Anche se è giusto che la sua stimolazione inizi molto presto...
Vi sono due tipi d’apprendimento
 L’apprendimento

concettuale
che dipende dalla comprensione e dal
pensare (processo cognitivo).

 L’apprendimento

automatico
di abilità strumentali che è direttamente
proporzionale all’esercizio.
IN CLASSE…
…chi non impara…
Se escludiamo:
 i bambini che hanno un disturbo affettivo primario
 Quelli che hanno un ritardo cognitivo
 I bambini che hanno un deficit sensoriale
 Quelli che vivono in uno svantaggio socio-culturale
I BAMBINI CHE RIMANGONO SONO QUELLI CHE
HANNO UN DISTURBO D’APPRENDIMENTO
DIVERSE POSSONO ESSERE
LE CAUSE DEL D.A.




Deficit di elaborazione linguistica (Alunni più
lenti nel comprendere le informazioni)
Deficit d’attenzione (Alunni distraibili, non si
concentrano su nulla)
Deficit di coordinazione visuo-motoria (Il
cervello riceve messaggi misti dagli occhi e
dalla mano)
CONOSCERE IL PROBLEMA

D.A.= Disturbo d’Apprendimento
D.A. non è Distratto e Asino !!!
Cosa pregiudica?
E’

un Disturbo che determina difficoltà a volte
molto rilevanti nell’acquisizione delle cosiddette
abilità scolastiche (difficoltà negli automatismi):
– lettura
– scrittura
– calcolo

ovvero di quelle abilità che costituiscono il
nucleo principale dell’istruzione, almeno nei
primi anni di scolarizzazione
Nello specifico…
Dislessia Evolutiva: quando un
bambino, esposto a normale iter
scolastico, non sviluppa o sviluppa
in maniera molto incompleta o con
grandi difficoltà la capacità di
identificare in modo automatico la
parola scritta.
Nello specifico…
Disortografia Evolutiva: quando
un bambino, dopo un congruo
tempo di istruzione continua, non
apprende o apprende in maniera
incompleta o con grandi difficoltà
la capacità di scrivere
correttamente in modo automatico.
Nello specifico…


Discalculia Evolutiva: quando
un bambino, dopo un tempo
elevato di istruzione continua, non
raggiunge o raggiunge in maniera
incompleta livelli di rapidità e di
correttezza in operazioni di calcolo
e di processamento numerico.
Le disabilità d’apprendimento
provocano, in bambini
intellettualmente vivaci,
DEI CONTRACCOLPI PSICOLOGICI:
Perdita dell’autostima
Tendenza ad assumere ruoli aggressivi
per compensare la difficoltà
Regressione
………………………
DIVERSE POSSONO ESSERE
LE CAUSE DEL D.A.




Deficit nell’espressione orale Disnomia
fenomeno della parola sulla punta della lingua
Deficit di immagazzinamento e recupero
dell’informazione
Deficit nella lettura, nella scrittura o nel calcolo
Disturbo Specifico d’Apprendimento

DISLESSIA
Cos’è la dislessia?
Disabilità :

riduzione funzionale, conseguente a ridotta
capacità di compiere un’attività nel modo
considerato normale.(O.M.S.)
invisibile

Dislessia

visibile
Disabilità fisiche
Cos’è la Dislessia?
La Dislessia è un Disturbo Specifico
d’Apprendimento
che può verificarsi in soggetti senza deficit
neurologici o sensoriali e può essere
esacerbato in condizioni di svantaggio
culturale, e socio-ambientale.
DEFINIZIONE


“La dislessia evolutiva è una disabilità
specifica dell’apprendimento di origine
neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla
difficoltà di effettuare una lettura accurata
e/o fluente e da abilità scadenti nella
scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà
tipicamente derivano da un deficit nella
componente fonologica del linguaggio che è
spesso inattesa in rapporto alle altre abilità
cognitive e alla garanzia di un’adeguata
istruzione scolastica. Conseguenze secondarie
possono includere i problemi di comprensione
nella lettura e una ridotta pratica della
lettura che può impedire la crescita del
vocabolario e delle conoscenze generali.”


Da International Dyslexia Association 2003
CI SONO DIVERSI GRADI…
La difficoltà di lettura può essere
più o meno grave e spesso si
accompagna a problemi nella
scrittura e/o nel calcolo
CARATTERISTICHE
I DSA presentano due caratteristiche:
 SPECIFICITA’: Il disturbo interessa uno
specifico dominio di abilità circoscritto
lasciando intatto il funzionamento
dell’intelletto;
 DISCREPANZA: Vi è una corrispondenza
inversamente proporzionale tra le abilità nel
dominio interessato e l’intelligenza generale.
CARATTERISTICHE
In presenza di situazioni socio-culturali particolari,
derivanti da immigrazione, adozione, ecc…,
bisognerà stare particolarmente attenti e cauti nel
considerare il rischio sia dei FALSI POSITIVI
(soggetti ritenuti a rischio di DSA le cui difficoltà
sarebbero meglio spiegabili in relazione alla loro
condizione etnico-culturale di svantaggio) sia dei
FALSI NEGATIVI (soggetti ai quali, in virtù della
loro condizione etnico-culturale, non viene
diagnosticato un DSA ma che ne possiedono le
caratteristiche).
-Nemici della dislessia son l’ignoranza sul problema e quindi
i pregiudizi che permangono nella mente delle persone.
ma
-la mobilitazione e l’attivismo dei dislessici stessi e delle
loro associazioni, italiane, europee ed internazionali,
attraverso la creazione di siti, forum, blog sul problema
decisamente contribuiscono…
a migliorare la condizione del dislessico nella società
I DSA spesso sono accompagnati da
manifestazioni psicologiche..
psicologiche
..in particolare da
ANSIA DA PRESTAZIONE
FOBIA SCOLASTICA
EVITAMENTO DELL’ATTIVITA’
DISTURBI DEL COMPORTAMENTO
DEPRESSIONE INFANTILE
Una scuola veramente inclusiva dovrebbe
essere in grado di leggere tutti i bisogni
educativi speciali (quelli con diagnosi e quelli
senza diagnosi) e di individuare il fabbisogno
reale di risorse aggiuntive per dare risposte
necessarie e adeguate.
L’ICF fornisce un modello utile a questa lettura:
– parla di salute, non di disabilità o di patologia;
– la situazione di salute di una persona è
considerata come la risultante globale delle
influenze reciproche di molteplici fattori;
– il termine disabilità è sostituito da attività,
il
termine handicap è sostituito da partecipazione.
[Ianes, 2003]
Dal modello ICF è possibile ricavare una griglia
(scheda per la definizione del fabbisogno di
risorse per l’individualizzazione) che aiuta a
leggere le diverse situazioni di difficoltà degli
alunni. Alcune difficoltà saranno caratterizzate
da problemi biologici, fisici e di capacità; altre
da fattori contestuali, ambientali, oppure da
limitazioni nella partecipazione sociale. [ibid.]
Le cause:
Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha
permesso di stabilire che si tratta di una
caratteristica costituzionale, determinata
costituzionale
biologicamente e non dovuta a problemi
psicologici o a disagio socio-culturale
CRITERI DIAGNOSTICI
La nosografia ufficiale (ICD-10, OMS 1992, DSM IV 2000,
APA 1994) indica alcuni criteri condivisi a livello
internazionale:
Disturbo che si manifesta nella difficoltà di apprendere a
leggere e a scrivere in ASSENZA DI:
• deficit intellettivi
• deficit neurologici
• deficit sensoriali
ed IN PRESENZA DI:
• Istruzione adeguata
• ambiente socioculturale favorevole.
CRITERI DIAGNOSTICI

Significativa discrepanza tra misura del QI e prestazioni
alle prove di letto-scrittura.
Disabilità di lettura significativa: performance (in termini di
velocità e correttezza) in prove standardizzate di lettura
collocata ad almeno 2 deviazioni standard al di sotto della
media attesa per l’età.
LA DIAGNOSI
1) PRECOCE E TEMPESTIVA
2) FATTA BENE…
3) DA PROFESSIONISTI COMPETENTI, PRESSO LE ASL/ASP

•

•
•

QUANDO ???
A metà della I elementare è possibile individuare ritardi di
automatizzazione della decodifica e della transcodifica dei
processi di letto-scrittura. Ciò permette di iniziare un
processo “abilitativo” specifico per ridurre le difficoltà. Il
trattamento logopedico dovrebbe già cominciare!!!
Al termine della II elementare è possibile fare una
diagnosi precisa di dislessia, disortografia, disgrafia
Al termine della III elementare è possibile fare una
diagnosi precisa di discalculia
EPIDEMIOLOGIA
In Italia: 3-6% della popolazione in età scolare.
L’incidenza dipende oltre che da fattori eredo-genetici,
anche dalla complessità della lingua (paesi lingua anglofona
incidenza 10%)
M>F : rapporto 4/1 (Galaburda et al. 1985)
M=F: (Shaywitz 2001)
IPOTESI
ETIOPATOGENETCHE
1) FONOLOGICA
Problemi nel rappresentare e richiamare i suoni: difficoltà
nella memoria fonologica e nel segmentare coscientemente i
suoni (deficit corteccia frontale sx).
2) MAGNOCELLULARE
Difficoltà uditiva e visiva, dove la discriminazione tra fonemi
che richiede un’analisi di frequenza molto precisa è peggiore
nei dislessici rispetto ai controlli.
IPOTESI
ETIOPATOGENETCHE
IPOTESI DEFICIT DI AUTOMATIZZAZIONE
Processi elementari (decodifica e transcodifica nella lettoscrittura) devono poter divenire, dopo un periodo di
esposizione all’esercizio-allenamento-ripetizione, automatici.
Processo automatico: processamento dell’informazione in
modo veloce ed efficiente senza attenzione focale e con
scarso dispendio di risorse cognitive.
Tale abilità risulta essere organizzata dal cervelletto
(Nicolson e Fawcett, 1992)
UN GENE PRODUCE UNA SUBUNITA’ PROTEICA
O UNA PROTEINA
O PIU’ PROTEINE…
GENETICA
IPOTESI GENETICA
Ereditabilità: ranges compreso tra 30-70%
Varianti genetiche che influenzano la dislessia: devono
essere completamente identificate, ma studi di linkage hanno
mappato il potenziale rischio relativo ad alcuni loci di
diversi cromosomi tra i quali il 2 - 3 – 6 – 15 – 18.
Ad oggi i geni indicati come candidati per la dislessia sono:
Kiaa0319, Dcdc2 e DYXC1C1 tutti coinvolti nella migrazione
neuronale durante lo sviluppo della neo-corteccia cerebrale
A locus on 15q15-15qter influences dyslexia: further
support from a transmission/disequilibrium study in
an Italian-speaking population (Journal of Medical
Genetics, 41: 42-46, 2004 ).
Uno studio recente è stato effettuato dal gruppo del
prof. M. Mazzone- Univ. Catania
ISTOPATOLOGIA
SONO STATE RISCONTRATE:
1)Displasie architettoniche: eccesso di circonvoluzioni,
lamine affusolate, assente organizzazione colonnare.
2) Ectopie: zone di ectopia, gruppi di cell. che presentano
deficit di migrazione nella corteccia.
INOLTRE:
• Assenza di asimmetria del lobo temporale (Steinmetz e
Galaburda, 1991).

•

L’assimmetria cerebrale mostra meno fibre del corpo
calloso nell’istmo. Sono più presenti connessioni intraemisferiche, nelle simmetrie cerebrali più connessioni
interemisferiche (Galaburda, 1990)
NEUROIMMAGING

1) Planum temporali simmetrici o con asimmetria invertita,
dx più esteso del sx, (Hynd e coll. 1991).
2) Maggior asimmetria nei lobi parietali, lobo parietale sx,
(Robichon et al. 2000).

3) Riduzione della sostanza grigia del lobo temporale (Eliez,
2000).
NEUROIMMAGING FUNZIONALE
1) Diminuzione dell’attivazione nella regione temporale di
sinistra e nel giro frontale inferiore. PET (Rumsey e coll. 1992),
fRMN (Paulesu e coll. 1996; Shaywitz e coll. 1998; Temple 2000).
2) Alterazioni cerebellari, una simmetria degli emisferi
cerebellari. PET (Finch 2002).
NEUROFISIOLOGIA
1) Gli ERP (potenziali evocati cognitivi) sono un indice
sensibile per analizzare il percorso temporale dei processi
cognitivi e delle basi neurali sottostanti.
2) P300: deflessione positiva nella regione centroparietale
dello scalpo, nei soggetti dislessici la P300 risulta
aumentata in latenza e ridotta in ampiezza.
Conclusioni
Le alterazioni neurobiolgiche sono
un’importante spunto per attuare
un programma riabilitativo
specifico.
EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE
Prime fasi di acquisizione (1^ elementare)
• Difficoltà e lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico
e nell’applicazione delle “mappature” grafema-fonema.
•

Controllo limitato delle operazioni di analisi e sintesi
fonemica con errori che alterano in modo grossolano la
struttura fonologica delle parole lette.

•

Accesso lessicale limitato o assente anche quando le
parole sono lette correttamente.

•

Capacità di lettura, come riconoscimento, di un numero
limitato di parole
EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE
Per la scrittura
• Deficit nell’identificazione dei singoli suoni che
compongono la parola (b?/d?)
• Deficit nella discriminazione di suoni affini (f/v, c/g, t/d,
p/b)
• Deficit nella corrispondenza tra i suoni e le lettere che li
rappresentano nella scrittura
Per la lettura
• Faticoso e impreciso riconoscimento delle lettere scritte
• Lentezza nella transcodifica segno-suono
• Difficoltà nella sintesi fonemica
EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE

Fasi successive (2^- 4^ elementare)
• Graduale acquisizione del codice alfabetico e delle
“mappature” grafema-fonema che non sono pienamente
stabilizzate.
• Possono persistere difficoltà nel controllo delle
“mappature” ortografiche più complesse.
• L’analisi e la sintesi fonemica restano operazioni laboriose
e scarsamente automatizzate.
• Migliora l’accesso lessicale, anche se resta limitato alle
parole più frequenti.
EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE

Per la lettura, si verifica una divaricazione tra le due
strategie prevalenti di lettura:
• Strategia linguistica: più rapida, meno accurata
(sostituzioni di parole o di parti della parola)
• Strategia fonologica: meno rapida, più accurata (errori
nelle parole che fanno eccezione).
Per la scrittura
• Difficoltà nei fonemi complessi (ch, gn, gl gh, sc)
• Errori nelle parole omofone non omografe (luna/l’una,
lascia/l’ascia, letto/l’etto)
EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE
Fase finale (5^ elementare e medie)
• Padronanza quasi completa del codice alfabetico e
stabilizzazione delle”mappature” grafema-fonema.
•

L’analisi, la sintesi fonemica e l’accesso lessicale
cominciano ad automatizzarsi, almeno con le parole di
uso più frequente.

•

Limitato accesso al lessico ortografico.

•

Scarsa integrazione dei processi di decodifica e
comprensione: la lettura resta stentata.
UN MODELLO DI LETTURA
PAROLA
SCRITTA

Analisi
Ortografica

Lessico
Ortografico

Sistema
Semantico

Lessico
Fonologico

Buffer
Fonemico

PAROLA
SCRITTA

Trascodifica
grafema-fonema
UN MODELLO DI LETTURA
Programma di rieducazione della dislessia attraverso un
potenziamento della via lessicale (Stella).
Il “modello ad una via” messo a punto da Stella: il “modello
del doppio accesso” non tiene più per spiegare il processo di
acquisizione della lettura.
Ogni lettore esperto dispone di un magazzino di lessico
ortografizzato che permette di leggere con accessi diretti le
parole ed in particolare le parole ad alta frequenza
(“processing in parallelo”), senza la necessità di effettuare la
conversione grafema-fonema (“processing seriale”).
LETTURA FONOLOGICA
Lapido munato bacuto miotra notole ecchiu
lapiro
quodre amizio gamapi falaso tigomo nivaba
barloma
giagna dagumi buglia strova defito fromopu
irrole
scorpi pilcone tifola beniro enchea vostia fucido
avelli vicepo chiore digato
LETTURA LESSICALE
Socdno una riccrea dlel’Unvrsetiià di Carbmdgie
l’oidrne dlele lertete all’iternno di una praloa non
ha imprtzaona a ptato che la pimra e l’ulimta saino
nllea gusita psoizoine. Anhce se le ltteere snoo
msese a csao una peonrsa può leggere l’inetra fasre
sneza poblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstoro
celverlo non lgege ongi sigonla leterta ma tiene in
cosinaderzione la prolaa nel suo inesime.
Icnrebidile he?
Se prendiamo un alunno dalla mente sveglia e
non gli permettiamo di imparare, lui è preso dal
desiderio di dimostrare che non è l’unico a fare
fatica…è subito pronto a sottolineare gli errori
degli altri…a ridere…a fare il pagliaccio
SI PUO’ FARE QUALCOSA?
Riabilitazione: un trattamento riabilitativo tempestivo
consente di rafforzare o riattivare le funzioni deficitarie
e potenziare le altre presenti. Sono possibili due tipi di
intervento:
- puntare sull’automatizzazione dei processi di lettura
(aumento della correttezza e rapidità nell’accesso al
testo)
- aiutare il bambino ad utilizzare le strategie acquisite,
ad organizzarsi meglio di fronte a testi complessi e a
mettere in atto accorgimenti che lo aiutino nello studio
UN D.A. NON COMPRESO E NON DIAGNOSTICATO…

COMPORTA SOVENTE IL CONSIGLIO, DA PARTE DEL
DOCENTE, DI NON PROSEGUIMENTO DEGLI STUDI…
NOI PERDIAMO INTELLIGENZE E CAPACITA’ …
AD OGGI SI OSSERVA CHE AGLI STUDI SUPERIORI
PERVENGONO GIOVANI PER LE CUI FAMIGLIE
UN DIPLOMA O UNA LAUREA
SONO, PER MOTIVI DIVERSI,
OBIETTIVI IMPRESCINDIBILI!
NON E’ NECESSARIA
L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO!!!

SERVE PIUTTOSTO
UN BUON LAVORO
EFFETTUATO DALLA DOCENTE CURRICULARE
CHE DEVE SAPER INTEGRARE IL DISLESSICO
E VALORIZZARLO
COME RISORSA PER LA CLASSE
LA DIDATTICA DELLA SPECIALE NORMALITA’
ED I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI…
COSA PUO’ FARE L’INSEGNANTE
“L’insegnante con il suo metodo non può
causare la dislessia ma può aggravarne
gli effetti.”
Giacomo Stella
Questi sotto elencati sono consigli di buona pratica
ricordando che molto spesso ciò che utilizziamo per il
bambino con DSA si rivela molto utile per tutti i suoi
compagni.
CI SONO SOSPETTI DI DISLESSIA
…
Cosa fare
-

PA RLA RE CON I GENITORI
PA RLA RE CON IL DIRIGENTE SCOLA STICO
RIVOLGERSI A TTTRA VERSO LA FA MIGLIA A GLI
SPECIA LISTI per :
–
-

UNA DIA GNOSI
UNA EVENTUA LE TERA PIA LOGOPEDICA
UNA TERA PIA DI SOSTEGNO PSICOLOGICO
r agazzini più gr andi)

(utile per i
INDICATORI PER GLI INSEGNANTI
Elementi da osservare nella Scuola dell’Infanzia:
 Disturbo del linguaggio;
 Inadeguatezza nei giochi metafonologici;
 Difficoltà a memorizzare filastrocche;
 Difficoltà nella manualità fine;
 Goffagine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, ecc..;
 Inadeguato riconoscimento destra / sinistra
INDICATORI PER GLI
INSEGNANTI
Elementi da osservare nella Scuola Primaria:
 Difficoltà a memorizzare sequenze ( mesi, giorni, ordine
alfabetico,…);
 Difficoltà a copiare dalla lavagna;
 Utilizzo difficoltoso dello spazio-pagina;
 Lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e della
corrispondenza grafema/fonema;
 Scrittura speculare di grafemi e numeri;
 Errori fonologici nella fase alfabetica della scrittura
(inversioni, sostituzioni, omissioni, intrusioni);
 Difficoltà con i digrammi e trigrammi;
 Scarsa competenza metafonologica ;
 Difficoltà grafo-motorie;
INDICATORI PER GLI INSEGNANTI










Lettura lenta con errori (salti di riga, ripetizione di riga, confusione
tra grafemi p/b/d; a/e/o; u/n; m/n);
Difficoltà di calcolo a mente entro il 10;
Lentezza ed errori nella enumerazione all’indietro da 20 a 0;
Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra;
Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni
aritmetiche;
Difficoltà di attenzione;
Racconta i fatti quotidiani con occhi particolari e in tempi lunghi
perdendo spesso l’uso di termini anche di uso quotidiano
(disnomia);
Difficoltà nella lettura dell’orologio;
INDICATORI PER GLI INSEGNANTI






Difficoltà nel ricordare le date importanti o il proprio numero
di telefono;
Difficoltà nel pianificare ed organizzare le proprie attività;
Difficoltà nella gestione del tempo;
Ha poca autostima e sicurezza di sé.
Il corretto atteggiamento con la
famiglia e con gli specialisti è
di…
FIDUCIA RECIPROCA
- COMUNICA ZIONE E CONDIVISIONE
- A ZIONI COORDINA TE:
-

incontr ar si
spiegar si
r accontar si
ver ificar e
IMPORTANTE in classe è porre
attenzione:
A

OGNI SINGOLO ALUNNO
accoglienza
 ALL’ATTEGGIAMENTO:non
giudicante
 ALLA DIDATTICA: competente
 ALL’ORGANIZZAZIONE DELLA
CLASSE: creare relazioni
Se infatti è vero che i DSA hanno una
base biologica che rende difficile
l’effettuazione automatica di alcune
operazioni..
L’insegnante deve ricordare che questo
substrato biologico non è di per sé
modificabile.
Ciò che può essere modificato,
attraverso un lungo esercizio, è l’errore
funzionale che tale struttura provoca.
Quale strategia suggerire
all’alunno dislessico ?
Metodo dell’Auto-osservazione
Metodo dell’Auto-osservazione
Auto-monitoraggio
Auto-monitoraggio



IL BAMBINO IMPARA AD OSSERVARE E A
VALUTARE IL PROPRIO COMPORTAMENTO
IMPARA A DARSI LE ISTRUZIONI VERBALI
NECESSARIE ALL’ESECUZIONE DI UN COMPITO

QUESTI METODI AVVICINANO
L’ALUNNO ALL’AUTONOMIA
TENERE CONTO DELLE DIVERSE
POTENZIALITA’ DI OGNI
ALUNNO
• Valorizzare ogni sforzo
• accettar e i piccoli pr ogr essi
• r infor zar e e incor aggiar e
E’ impor tante l’aspetto psicologico e
metter si nei panni degli alunni
OGNI GIORNO…
adeguare la didattica agli alunni
con disturbi di appr endimento
averli in mente quando si scr ive
alla lavagna, quando si detta,
quando si danno i compiti ...
GIUSTIZIA
Non significa dar e a tutti le stesse
cose, ma dar e a ciascuno ciò che a
ciascuno è necessar io.
Per essere giusti bisogna tr attar e gli
alunni in difficoltà diver samente.
UTILIZZARE LE RISORSE
DEI COMPAGNI DI CLASSE
• spiegar e pr esto la dislessia in classe
• Sfr uttar e l’insegnamento cooper ativo :
utilizzar e le str ategie per la
for mazione e la conduzione dei gr uppi
SCUOLA PRIMA RIA :
•

•
•
•

IN CLA SSE PRIMA
Individuar e gli alunni che fanno fatica
nell’appr endimento e si tr ovano in
difficoltà
Ripeter e le pr ove di scr ittur a ogni
settimana
Ripeter e le pr ove di r iconoscimento/lettur a
delle singole letter e/sillabe/par ole
Pr opor r e lavor i per tutta la classe, e/o per
un piccolo gr uppo e/o individualmente
SCUOLA PRIMA RIA :
IN CLA SSE PRIMA COSA FA RE
PER TUTTI
STAMPATO MAIUSCOLO
SCRITTURA SPONTANEA
LETTURA PER ANTICIPAZIONE
- PROPOSTE DI LAVORO FONOLOGICO
- LETTURA SILENZIOSA GIORNA LIERA
NELLE CLASSI SUCCESSIVE COSA
FARE PER L’ALUNNO DISLESSICO
Uso di strategie compensative e
dispensative insieme a:
. UN LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO
. CONCETTI SPIEGATI

. CONTENUTI SELEZIONA TI :
lavor ar e per r idur r e i testi
far lavor ar e a piccoli gr uppi
INOLTRE COSA FARE







Lavor o mir ato alle difficoltà
Studio in classe da soli/insieme
Inter r ogazioni pr ogr ammate
Ver ifiche( br evi/chiar e/su 1 ar gomento)
Molto lavor o pr atico ed eser cizi insieme
Mater iale audiovisivo, cd, computer ,
r egistr ator e
NELLA PROPRIA CLA SSE
L’insegnante impar a a :
- CONDURRE IL LAVORO FONOLOGICO
-RICONOSCERE LE TIPOLOGIE DEGLI ERRORI
-FARE UN BILANCIO ORTOGRAFICO
-FA RE UN BILANCIO DELLA LETTURA:
velocità
cor r ettezza
compr ensione
-FA RE UN BILANCIO DELLA PARTE ESECUTIVA
DELLA MATEMATICA
IN CLASSE CI SONO PIU’ DOCENTI:
IMPORTANTE
L’ACCORDO TRA DOCENTI
confrontarsi e concordare:
. LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO
.

CONCETTI SPIEGATI E NON DATI PER
SCONTATO

Selezione dei contenuti
• lavorar e per r idur re i testi
• far lavorar e a piccoli gr uppi e
individualmente
LAVORARE SUL METODO DI STUDIO
sottolineatur a
far e degli schemi
far e degli appunti
esposizione

LAVORARE SULLA ELABORAZIONE DI UN
TESTO
pianificazione attr aver so dei punti
stesur a
r evisione
La risposta al Disturbo
d’Apprendimento non è la
MOTIVAZIONE
LA MOTIVAZIONE
Può farci fare al meglio delle
nostre possibilità quello che già
sappiamo fare
STRUMENTI
COMPENSATIVI
E MISURE DISPENSATIVE
Nei confronti degli alunni con
Disturbi Specifici
dell’Apprendimento (segnalati
dagli specialisti)
STRUMENTI COMPENSATIVI E
DISPENSATIVI

Proprio per tutte le difficoltà che deve vivere un
dislessico nelle varie attività scolastiche esistono
degli strumenti COMPENSATIVI che lo possono
rendere autonomo. Questo è un obiettivo importante
perché se riesce “a far da solo” si sentirà come gli
altri aumentando la sua autostima e migliorando così
le prestazioni.
STRUMENTI
COMPENSATIVI
 Computer: + controllo sintattico








+ controllo ortografico
+ sintesi vocale
tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri
tabella delle misure, tabella delle formule geometriche
tavola pitagorica
calcolatrice
audio registratore o lettore MP3 (con cuffia)
vocabolario multimediale
STRUMENTI COMPENSATIVI








enciclopedia informatica multimediale su CD
ROM
Libro parlato (centri)
Audiolibro
testi scolastici con allegati CD ROM
testi in formato PDF – Biblioteca Digitale A.I.D.
scanner - OCR
internet
STRUMENTI DISPENSATIVI
Parallelamente, in maniera commisurata alle
necessità individuali e all’entità del disturbo di
apprendimento, si dovrà garantire la dispensa da
alcune attività:
 Lettura a voce alta;
 scrittura veloce sotto dettatura;
 ricopiare dalla lavagna;
 uso del vocabolario;
 uso mnemonico delle tabelline;
STRUMENTI DISPENSATIVI
dispensa, ove necessario, dallo studio delle
lingue straniere in forma scritta;
 programmazione di tempi più lunghi per prove
scritte ;
 riduzione del carico di lavoro;
 interrogazioni programmate;
 valutazione delle prove scritte ed orali che
tengano conto del contenuto e non della forma.

PEP (Percorso Educativo
Personalizzato)
Per non lasciare nulla al caso e perché la nostra
didattica diventi efficace, sarebbe auspicabile
preparare il PEP con la collaborazione del team
docente.
Deve essere un documento unico per tutte le
discipline e deve contenere:
 Un carattere flessibile;
 Un linguaggio semplice;
 Un collegamento con la normativa.
PEP (Percorso Educativo
Personalizzato)
Le strategie metodologiche terranno conto:
 Tempi di elaborazione;
 Tempi di produzione;
 Quantità dei compiti;
 Comprensione delle consegne;
 Uso e scelta dei mediatori didattici che facilitano
l’apprendimento (immagini, schemi, mappe).
PEP (Percorso Educativo
Personalizzato)
Il documento conterrà:
 Strumenti compensativi;
 Misure dispensative;
 Modalità di verifica;
 Criteri di valutazione;
 Accordi con la famiglia;
 Firme di sottoscrizione:
- Team di classe; - Dirigente; - Referente dislessia (non
obbligatorio); - Genitori (meglio anche se non obb.); studente (in base all’età); Tecnico (non obb.)
Infine la VALUTAZIONE
TENGA CONTO :
•DEI PUNTI DI FORZA E DELLE DIFFICOLTA’ DI
OGNI SINGOLO ALUNNO
•DEI PUNTI DI PARTENZA
•E SIA EDUCATIVA E DINAMICA
Ambiente per l’apprendimento
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da parte dell’insegnate

Modalità di
coinvolgimento

Scelta dei saperi

Creare e gestire
un clima relazionale
Organizzazione
del gruppo classe

Interazione
tra compagni

Individuazione di
Strategie facilitanti

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di apprendimento
Attenzione ai processi
cognitivi e metacognitivi

Progettare il contesto
di apprendimento
Scelta dei
mediatori didattici

Individuazione
di criteri di
verifica e valutazione

Scelta di
strumenti e loro uso
Normativa di riferimento
 DPR

275/99
 Legge 53/03
 Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04
 Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05
 Nota MIUR 1787 del 1.03.05
 Nota MIUR 4798 del 27.07.05
 OM n° 22 del 20.02 2006
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  • 1. LA DISLESSIA : QUANDO E’ COSI’ DIFFICILE IMPARARE… Marcella Renis Università degli Studi di Catania Psicobiologia applicata- a.a. 2010-2011
  • 2. COSA E’ L’APPRENDIMENTO SCOLASTICO ?  E’ un aspetto specifico dell’apprendimento in generale, che ha come fine l’istruzione e viene sollecitato in un momento dello sviluppo in cui…  -i processi d’immagazzinamento -i processi di recupero dell’informazione -i processi di controllo   …sono diventati maturi Anche se è giusto che la sua stimolazione inizi molto presto...
  • 3. Vi sono due tipi d’apprendimento  L’apprendimento concettuale che dipende dalla comprensione e dal pensare (processo cognitivo).  L’apprendimento automatico di abilità strumentali che è direttamente proporzionale all’esercizio.
  • 4. IN CLASSE… …chi non impara… Se escludiamo:  i bambini che hanno un disturbo affettivo primario  Quelli che hanno un ritardo cognitivo  I bambini che hanno un deficit sensoriale  Quelli che vivono in uno svantaggio socio-culturale I BAMBINI CHE RIMANGONO SONO QUELLI CHE HANNO UN DISTURBO D’APPRENDIMENTO
  • 5. DIVERSE POSSONO ESSERE LE CAUSE DEL D.A.    Deficit di elaborazione linguistica (Alunni più lenti nel comprendere le informazioni) Deficit d’attenzione (Alunni distraibili, non si concentrano su nulla) Deficit di coordinazione visuo-motoria (Il cervello riceve messaggi misti dagli occhi e dalla mano)
  • 6. CONOSCERE IL PROBLEMA D.A.= Disturbo d’Apprendimento D.A. non è Distratto e Asino !!!
  • 7. Cosa pregiudica? E’ un Disturbo che determina difficoltà a volte molto rilevanti nell’acquisizione delle cosiddette abilità scolastiche (difficoltà negli automatismi): – lettura – scrittura – calcolo ovvero di quelle abilità che costituiscono il nucleo principale dell’istruzione, almeno nei primi anni di scolarizzazione
  • 8. Nello specifico… Dislessia Evolutiva: quando un bambino, esposto a normale iter scolastico, non sviluppa o sviluppa in maniera molto incompleta o con grandi difficoltà la capacità di identificare in modo automatico la parola scritta.
  • 9. Nello specifico… Disortografia Evolutiva: quando un bambino, dopo un congruo tempo di istruzione continua, non apprende o apprende in maniera incompleta o con grandi difficoltà la capacità di scrivere correttamente in modo automatico.
  • 10. Nello specifico…  Discalculia Evolutiva: quando un bambino, dopo un tempo elevato di istruzione continua, non raggiunge o raggiunge in maniera incompleta livelli di rapidità e di correttezza in operazioni di calcolo e di processamento numerico.
  • 11. Le disabilità d’apprendimento provocano, in bambini intellettualmente vivaci, DEI CONTRACCOLPI PSICOLOGICI: Perdita dell’autostima Tendenza ad assumere ruoli aggressivi per compensare la difficoltà Regressione ………………………
  • 12. DIVERSE POSSONO ESSERE LE CAUSE DEL D.A.    Deficit nell’espressione orale Disnomia fenomeno della parola sulla punta della lingua Deficit di immagazzinamento e recupero dell’informazione Deficit nella lettura, nella scrittura o nel calcolo Disturbo Specifico d’Apprendimento DISLESSIA
  • 13. Cos’è la dislessia? Disabilità : riduzione funzionale, conseguente a ridotta capacità di compiere un’attività nel modo considerato normale.(O.M.S.) invisibile Dislessia visibile Disabilità fisiche
  • 14. Cos’è la Dislessia? La Dislessia è un Disturbo Specifico d’Apprendimento che può verificarsi in soggetti senza deficit neurologici o sensoriali e può essere esacerbato in condizioni di svantaggio culturale, e socio-ambientale.
  • 15. DEFINIZIONE  “La dislessia evolutiva è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e delle conoscenze generali.”  Da International Dyslexia Association 2003
  • 16. CI SONO DIVERSI GRADI… La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura e/o nel calcolo
  • 17. CARATTERISTICHE I DSA presentano due caratteristiche:  SPECIFICITA’: Il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità circoscritto lasciando intatto il funzionamento dell’intelletto;  DISCREPANZA: Vi è una corrispondenza inversamente proporzionale tra le abilità nel dominio interessato e l’intelligenza generale.
  • 18. CARATTERISTICHE In presenza di situazioni socio-culturali particolari, derivanti da immigrazione, adozione, ecc…, bisognerà stare particolarmente attenti e cauti nel considerare il rischio sia dei FALSI POSITIVI (soggetti ritenuti a rischio di DSA le cui difficoltà sarebbero meglio spiegabili in relazione alla loro condizione etnico-culturale di svantaggio) sia dei FALSI NEGATIVI (soggetti ai quali, in virtù della loro condizione etnico-culturale, non viene diagnosticato un DSA ma che ne possiedono le caratteristiche).
  • 19. -Nemici della dislessia son l’ignoranza sul problema e quindi i pregiudizi che permangono nella mente delle persone. ma -la mobilitazione e l’attivismo dei dislessici stessi e delle loro associazioni, italiane, europee ed internazionali, attraverso la creazione di siti, forum, blog sul problema decisamente contribuiscono… a migliorare la condizione del dislessico nella società
  • 20. I DSA spesso sono accompagnati da manifestazioni psicologiche.. psicologiche ..in particolare da ANSIA DA PRESTAZIONE FOBIA SCOLASTICA EVITAMENTO DELL’ATTIVITA’ DISTURBI DEL COMPORTAMENTO DEPRESSIONE INFANTILE
  • 21. Una scuola veramente inclusiva dovrebbe essere in grado di leggere tutti i bisogni educativi speciali (quelli con diagnosi e quelli senza diagnosi) e di individuare il fabbisogno reale di risorse aggiuntive per dare risposte necessarie e adeguate. L’ICF fornisce un modello utile a questa lettura: – parla di salute, non di disabilità o di patologia; – la situazione di salute di una persona è considerata come la risultante globale delle influenze reciproche di molteplici fattori; – il termine disabilità è sostituito da attività, il termine handicap è sostituito da partecipazione. [Ianes, 2003]
  • 22. Dal modello ICF è possibile ricavare una griglia (scheda per la definizione del fabbisogno di risorse per l’individualizzazione) che aiuta a leggere le diverse situazioni di difficoltà degli alunni. Alcune difficoltà saranno caratterizzate da problemi biologici, fisici e di capacità; altre da fattori contestuali, ambientali, oppure da limitazioni nella partecipazione sociale. [ibid.]
  • 23. Le cause: Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una caratteristica costituzionale, determinata costituzionale biologicamente e non dovuta a problemi psicologici o a disagio socio-culturale
  • 24. CRITERI DIAGNOSTICI La nosografia ufficiale (ICD-10, OMS 1992, DSM IV 2000, APA 1994) indica alcuni criteri condivisi a livello internazionale: Disturbo che si manifesta nella difficoltà di apprendere a leggere e a scrivere in ASSENZA DI: • deficit intellettivi • deficit neurologici • deficit sensoriali ed IN PRESENZA DI: • Istruzione adeguata • ambiente socioculturale favorevole.
  • 25. CRITERI DIAGNOSTICI Significativa discrepanza tra misura del QI e prestazioni alle prove di letto-scrittura. Disabilità di lettura significativa: performance (in termini di velocità e correttezza) in prove standardizzate di lettura collocata ad almeno 2 deviazioni standard al di sotto della media attesa per l’età.
  • 26. LA DIAGNOSI 1) PRECOCE E TEMPESTIVA 2) FATTA BENE… 3) DA PROFESSIONISTI COMPETENTI, PRESSO LE ASL/ASP • • • QUANDO ??? A metà della I elementare è possibile individuare ritardi di automatizzazione della decodifica e della transcodifica dei processi di letto-scrittura. Ciò permette di iniziare un processo “abilitativo” specifico per ridurre le difficoltà. Il trattamento logopedico dovrebbe già cominciare!!! Al termine della II elementare è possibile fare una diagnosi precisa di dislessia, disortografia, disgrafia Al termine della III elementare è possibile fare una diagnosi precisa di discalculia
  • 27. EPIDEMIOLOGIA In Italia: 3-6% della popolazione in età scolare. L’incidenza dipende oltre che da fattori eredo-genetici, anche dalla complessità della lingua (paesi lingua anglofona incidenza 10%) M>F : rapporto 4/1 (Galaburda et al. 1985) M=F: (Shaywitz 2001)
  • 28. IPOTESI ETIOPATOGENETCHE 1) FONOLOGICA Problemi nel rappresentare e richiamare i suoni: difficoltà nella memoria fonologica e nel segmentare coscientemente i suoni (deficit corteccia frontale sx). 2) MAGNOCELLULARE Difficoltà uditiva e visiva, dove la discriminazione tra fonemi che richiede un’analisi di frequenza molto precisa è peggiore nei dislessici rispetto ai controlli.
  • 29. IPOTESI ETIOPATOGENETCHE IPOTESI DEFICIT DI AUTOMATIZZAZIONE Processi elementari (decodifica e transcodifica nella lettoscrittura) devono poter divenire, dopo un periodo di esposizione all’esercizio-allenamento-ripetizione, automatici. Processo automatico: processamento dell’informazione in modo veloce ed efficiente senza attenzione focale e con scarso dispendio di risorse cognitive. Tale abilità risulta essere organizzata dal cervelletto (Nicolson e Fawcett, 1992)
  • 30. UN GENE PRODUCE UNA SUBUNITA’ PROTEICA O UNA PROTEINA O PIU’ PROTEINE…
  • 31.
  • 32.
  • 33. GENETICA IPOTESI GENETICA Ereditabilità: ranges compreso tra 30-70% Varianti genetiche che influenzano la dislessia: devono essere completamente identificate, ma studi di linkage hanno mappato il potenziale rischio relativo ad alcuni loci di diversi cromosomi tra i quali il 2 - 3 – 6 – 15 – 18. Ad oggi i geni indicati come candidati per la dislessia sono: Kiaa0319, Dcdc2 e DYXC1C1 tutti coinvolti nella migrazione neuronale durante lo sviluppo della neo-corteccia cerebrale
  • 34. A locus on 15q15-15qter influences dyslexia: further support from a transmission/disequilibrium study in an Italian-speaking population (Journal of Medical Genetics, 41: 42-46, 2004 ). Uno studio recente è stato effettuato dal gruppo del prof. M. Mazzone- Univ. Catania
  • 35.
  • 36.
  • 37.
  • 38.
  • 39.
  • 40.
  • 41.
  • 42.
  • 43.
  • 44.
  • 45. ISTOPATOLOGIA SONO STATE RISCONTRATE: 1)Displasie architettoniche: eccesso di circonvoluzioni, lamine affusolate, assente organizzazione colonnare. 2) Ectopie: zone di ectopia, gruppi di cell. che presentano deficit di migrazione nella corteccia. INOLTRE: • Assenza di asimmetria del lobo temporale (Steinmetz e Galaburda, 1991). • L’assimmetria cerebrale mostra meno fibre del corpo calloso nell’istmo. Sono più presenti connessioni intraemisferiche, nelle simmetrie cerebrali più connessioni interemisferiche (Galaburda, 1990)
  • 46. NEUROIMMAGING 1) Planum temporali simmetrici o con asimmetria invertita, dx più esteso del sx, (Hynd e coll. 1991). 2) Maggior asimmetria nei lobi parietali, lobo parietale sx, (Robichon et al. 2000). 3) Riduzione della sostanza grigia del lobo temporale (Eliez, 2000).
  • 47. NEUROIMMAGING FUNZIONALE 1) Diminuzione dell’attivazione nella regione temporale di sinistra e nel giro frontale inferiore. PET (Rumsey e coll. 1992), fRMN (Paulesu e coll. 1996; Shaywitz e coll. 1998; Temple 2000). 2) Alterazioni cerebellari, una simmetria degli emisferi cerebellari. PET (Finch 2002).
  • 48. NEUROFISIOLOGIA 1) Gli ERP (potenziali evocati cognitivi) sono un indice sensibile per analizzare il percorso temporale dei processi cognitivi e delle basi neurali sottostanti. 2) P300: deflessione positiva nella regione centroparietale dello scalpo, nei soggetti dislessici la P300 risulta aumentata in latenza e ridotta in ampiezza. Conclusioni Le alterazioni neurobiolgiche sono un’importante spunto per attuare un programma riabilitativo specifico.
  • 49. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE Prime fasi di acquisizione (1^ elementare) • Difficoltà e lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e nell’applicazione delle “mappature” grafema-fonema. • Controllo limitato delle operazioni di analisi e sintesi fonemica con errori che alterano in modo grossolano la struttura fonologica delle parole lette. • Accesso lessicale limitato o assente anche quando le parole sono lette correttamente. • Capacità di lettura, come riconoscimento, di un numero limitato di parole
  • 50. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE Per la scrittura • Deficit nell’identificazione dei singoli suoni che compongono la parola (b?/d?) • Deficit nella discriminazione di suoni affini (f/v, c/g, t/d, p/b) • Deficit nella corrispondenza tra i suoni e le lettere che li rappresentano nella scrittura Per la lettura • Faticoso e impreciso riconoscimento delle lettere scritte • Lentezza nella transcodifica segno-suono • Difficoltà nella sintesi fonemica
  • 51. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE Fasi successive (2^- 4^ elementare) • Graduale acquisizione del codice alfabetico e delle “mappature” grafema-fonema che non sono pienamente stabilizzate. • Possono persistere difficoltà nel controllo delle “mappature” ortografiche più complesse. • L’analisi e la sintesi fonemica restano operazioni laboriose e scarsamente automatizzate. • Migliora l’accesso lessicale, anche se resta limitato alle parole più frequenti.
  • 52. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE Per la lettura, si verifica una divaricazione tra le due strategie prevalenti di lettura: • Strategia linguistica: più rapida, meno accurata (sostituzioni di parole o di parti della parola) • Strategia fonologica: meno rapida, più accurata (errori nelle parole che fanno eccezione). Per la scrittura • Difficoltà nei fonemi complessi (ch, gn, gl gh, sc) • Errori nelle parole omofone non omografe (luna/l’una, lascia/l’ascia, letto/l’etto)
  • 53. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE Fase finale (5^ elementare e medie) • Padronanza quasi completa del codice alfabetico e stabilizzazione delle”mappature” grafema-fonema. • L’analisi, la sintesi fonemica e l’accesso lessicale cominciano ad automatizzarsi, almeno con le parole di uso più frequente. • Limitato accesso al lessico ortografico. • Scarsa integrazione dei processi di decodifica e comprensione: la lettura resta stentata.
  • 54. UN MODELLO DI LETTURA PAROLA SCRITTA Analisi Ortografica Lessico Ortografico Sistema Semantico Lessico Fonologico Buffer Fonemico PAROLA SCRITTA Trascodifica grafema-fonema
  • 55. UN MODELLO DI LETTURA Programma di rieducazione della dislessia attraverso un potenziamento della via lessicale (Stella). Il “modello ad una via” messo a punto da Stella: il “modello del doppio accesso” non tiene più per spiegare il processo di acquisizione della lettura. Ogni lettore esperto dispone di un magazzino di lessico ortografizzato che permette di leggere con accessi diretti le parole ed in particolare le parole ad alta frequenza (“processing in parallelo”), senza la necessità di effettuare la conversione grafema-fonema (“processing seriale”).
  • 56. LETTURA FONOLOGICA Lapido munato bacuto miotra notole ecchiu lapiro quodre amizio gamapi falaso tigomo nivaba barloma giagna dagumi buglia strova defito fromopu irrole scorpi pilcone tifola beniro enchea vostia fucido avelli vicepo chiore digato
  • 57. LETTURA LESSICALE Socdno una riccrea dlel’Unvrsetiià di Carbmdgie l’oidrne dlele lertete all’iternno di una praloa non ha imprtzaona a ptato che la pimra e l’ulimta saino nllea gusita psoizoine. Anhce se le ltteere snoo msese a csao una peonrsa può leggere l’inetra fasre sneza poblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstoro celverlo non lgege ongi sigonla leterta ma tiene in cosinaderzione la prolaa nel suo inesime. Icnrebidile he?
  • 58. Se prendiamo un alunno dalla mente sveglia e non gli permettiamo di imparare, lui è preso dal desiderio di dimostrare che non è l’unico a fare fatica…è subito pronto a sottolineare gli errori degli altri…a ridere…a fare il pagliaccio
  • 59. SI PUO’ FARE QUALCOSA? Riabilitazione: un trattamento riabilitativo tempestivo consente di rafforzare o riattivare le funzioni deficitarie e potenziare le altre presenti. Sono possibili due tipi di intervento: - puntare sull’automatizzazione dei processi di lettura (aumento della correttezza e rapidità nell’accesso al testo) - aiutare il bambino ad utilizzare le strategie acquisite, ad organizzarsi meglio di fronte a testi complessi e a mettere in atto accorgimenti che lo aiutino nello studio
  • 60. UN D.A. NON COMPRESO E NON DIAGNOSTICATO… COMPORTA SOVENTE IL CONSIGLIO, DA PARTE DEL DOCENTE, DI NON PROSEGUIMENTO DEGLI STUDI… NOI PERDIAMO INTELLIGENZE E CAPACITA’ … AD OGGI SI OSSERVA CHE AGLI STUDI SUPERIORI PERVENGONO GIOVANI PER LE CUI FAMIGLIE UN DIPLOMA O UNA LAUREA SONO, PER MOTIVI DIVERSI, OBIETTIVI IMPRESCINDIBILI!
  • 61. NON E’ NECESSARIA L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO!!! SERVE PIUTTOSTO UN BUON LAVORO EFFETTUATO DALLA DOCENTE CURRICULARE CHE DEVE SAPER INTEGRARE IL DISLESSICO E VALORIZZARLO COME RISORSA PER LA CLASSE
  • 62. LA DIDATTICA DELLA SPECIALE NORMALITA’ ED I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI…
  • 63. COSA PUO’ FARE L’INSEGNANTE “L’insegnante con il suo metodo non può causare la dislessia ma può aggravarne gli effetti.” Giacomo Stella Questi sotto elencati sono consigli di buona pratica ricordando che molto spesso ciò che utilizziamo per il bambino con DSA si rivela molto utile per tutti i suoi compagni.
  • 64. CI SONO SOSPETTI DI DISLESSIA … Cosa fare - PA RLA RE CON I GENITORI PA RLA RE CON IL DIRIGENTE SCOLA STICO RIVOLGERSI A TTTRA VERSO LA FA MIGLIA A GLI SPECIA LISTI per : – - UNA DIA GNOSI UNA EVENTUA LE TERA PIA LOGOPEDICA UNA TERA PIA DI SOSTEGNO PSICOLOGICO r agazzini più gr andi) (utile per i
  • 65. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI Elementi da osservare nella Scuola dell’Infanzia:  Disturbo del linguaggio;  Inadeguatezza nei giochi metafonologici;  Difficoltà a memorizzare filastrocche;  Difficoltà nella manualità fine;  Goffagine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, ecc..;  Inadeguato riconoscimento destra / sinistra
  • 66. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI Elementi da osservare nella Scuola Primaria:  Difficoltà a memorizzare sequenze ( mesi, giorni, ordine alfabetico,…);  Difficoltà a copiare dalla lavagna;  Utilizzo difficoltoso dello spazio-pagina;  Lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e della corrispondenza grafema/fonema;  Scrittura speculare di grafemi e numeri;  Errori fonologici nella fase alfabetica della scrittura (inversioni, sostituzioni, omissioni, intrusioni);  Difficoltà con i digrammi e trigrammi;  Scarsa competenza metafonologica ;  Difficoltà grafo-motorie;
  • 67. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI         Lettura lenta con errori (salti di riga, ripetizione di riga, confusione tra grafemi p/b/d; a/e/o; u/n; m/n); Difficoltà di calcolo a mente entro il 10; Lentezza ed errori nella enumerazione all’indietro da 20 a 0; Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra; Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni aritmetiche; Difficoltà di attenzione; Racconta i fatti quotidiani con occhi particolari e in tempi lunghi perdendo spesso l’uso di termini anche di uso quotidiano (disnomia); Difficoltà nella lettura dell’orologio;
  • 68. INDICATORI PER GLI INSEGNANTI     Difficoltà nel ricordare le date importanti o il proprio numero di telefono; Difficoltà nel pianificare ed organizzare le proprie attività; Difficoltà nella gestione del tempo; Ha poca autostima e sicurezza di sé.
  • 69. Il corretto atteggiamento con la famiglia e con gli specialisti è di… FIDUCIA RECIPROCA - COMUNICA ZIONE E CONDIVISIONE - A ZIONI COORDINA TE: - incontr ar si spiegar si r accontar si ver ificar e
  • 70. IMPORTANTE in classe è porre attenzione: A OGNI SINGOLO ALUNNO accoglienza  ALL’ATTEGGIAMENTO:non giudicante  ALLA DIDATTICA: competente  ALL’ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE: creare relazioni
  • 71. Se infatti è vero che i DSA hanno una base biologica che rende difficile l’effettuazione automatica di alcune operazioni.. L’insegnante deve ricordare che questo substrato biologico non è di per sé modificabile. Ciò che può essere modificato, attraverso un lungo esercizio, è l’errore funzionale che tale struttura provoca.
  • 73. Metodo dell’Auto-osservazione Metodo dell’Auto-osservazione Auto-monitoraggio Auto-monitoraggio   IL BAMBINO IMPARA AD OSSERVARE E A VALUTARE IL PROPRIO COMPORTAMENTO IMPARA A DARSI LE ISTRUZIONI VERBALI NECESSARIE ALL’ESECUZIONE DI UN COMPITO QUESTI METODI AVVICINANO L’ALUNNO ALL’AUTONOMIA
  • 74. TENERE CONTO DELLE DIVERSE POTENZIALITA’ DI OGNI ALUNNO • Valorizzare ogni sforzo • accettar e i piccoli pr ogr essi • r infor zar e e incor aggiar e E’ impor tante l’aspetto psicologico e metter si nei panni degli alunni
  • 75. OGNI GIORNO… adeguare la didattica agli alunni con disturbi di appr endimento averli in mente quando si scr ive alla lavagna, quando si detta, quando si danno i compiti ...
  • 76. GIUSTIZIA Non significa dar e a tutti le stesse cose, ma dar e a ciascuno ciò che a ciascuno è necessar io. Per essere giusti bisogna tr attar e gli alunni in difficoltà diver samente.
  • 77. UTILIZZARE LE RISORSE DEI COMPAGNI DI CLASSE • spiegar e pr esto la dislessia in classe • Sfr uttar e l’insegnamento cooper ativo : utilizzar e le str ategie per la for mazione e la conduzione dei gr uppi
  • 78. SCUOLA PRIMA RIA : • • • • IN CLA SSE PRIMA Individuar e gli alunni che fanno fatica nell’appr endimento e si tr ovano in difficoltà Ripeter e le pr ove di scr ittur a ogni settimana Ripeter e le pr ove di r iconoscimento/lettur a delle singole letter e/sillabe/par ole Pr opor r e lavor i per tutta la classe, e/o per un piccolo gr uppo e/o individualmente
  • 79. SCUOLA PRIMA RIA : IN CLA SSE PRIMA COSA FA RE PER TUTTI STAMPATO MAIUSCOLO SCRITTURA SPONTANEA LETTURA PER ANTICIPAZIONE - PROPOSTE DI LAVORO FONOLOGICO - LETTURA SILENZIOSA GIORNA LIERA
  • 80. NELLE CLASSI SUCCESSIVE COSA FARE PER L’ALUNNO DISLESSICO Uso di strategie compensative e dispensative insieme a: . UN LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO . CONCETTI SPIEGATI . CONTENUTI SELEZIONA TI : lavor ar e per r idur r e i testi far lavor ar e a piccoli gr uppi
  • 81. INOLTRE COSA FARE       Lavor o mir ato alle difficoltà Studio in classe da soli/insieme Inter r ogazioni pr ogr ammate Ver ifiche( br evi/chiar e/su 1 ar gomento) Molto lavor o pr atico ed eser cizi insieme Mater iale audiovisivo, cd, computer , r egistr ator e
  • 82. NELLA PROPRIA CLA SSE L’insegnante impar a a : - CONDURRE IL LAVORO FONOLOGICO -RICONOSCERE LE TIPOLOGIE DEGLI ERRORI -FARE UN BILANCIO ORTOGRAFICO -FA RE UN BILANCIO DELLA LETTURA: velocità cor r ettezza compr ensione -FA RE UN BILANCIO DELLA PARTE ESECUTIVA DELLA MATEMATICA
  • 83. IN CLASSE CI SONO PIU’ DOCENTI: IMPORTANTE L’ACCORDO TRA DOCENTI confrontarsi e concordare: . LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO . CONCETTI SPIEGATI E NON DATI PER SCONTATO Selezione dei contenuti • lavorar e per r idur re i testi • far lavorar e a piccoli gr uppi e individualmente
  • 84. LAVORARE SUL METODO DI STUDIO sottolineatur a far e degli schemi far e degli appunti esposizione LAVORARE SULLA ELABORAZIONE DI UN TESTO pianificazione attr aver so dei punti stesur a r evisione
  • 85. La risposta al Disturbo d’Apprendimento non è la MOTIVAZIONE LA MOTIVAZIONE Può farci fare al meglio delle nostre possibilità quello che già sappiamo fare
  • 86. STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE Nei confronti degli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (segnalati dagli specialisti)
  • 87. STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI Proprio per tutte le difficoltà che deve vivere un dislessico nelle varie attività scolastiche esistono degli strumenti COMPENSATIVI che lo possono rendere autonomo. Questo è un obiettivo importante perché se riesce “a far da solo” si sentirà come gli altri aumentando la sua autostima e migliorando così le prestazioni.
  • 88. STRUMENTI COMPENSATIVI  Computer: + controllo sintattico       + controllo ortografico + sintesi vocale tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri tabella delle misure, tabella delle formule geometriche tavola pitagorica calcolatrice audio registratore o lettore MP3 (con cuffia) vocabolario multimediale
  • 89. STRUMENTI COMPENSATIVI        enciclopedia informatica multimediale su CD ROM Libro parlato (centri) Audiolibro testi scolastici con allegati CD ROM testi in formato PDF – Biblioteca Digitale A.I.D. scanner - OCR internet
  • 90. STRUMENTI DISPENSATIVI Parallelamente, in maniera commisurata alle necessità individuali e all’entità del disturbo di apprendimento, si dovrà garantire la dispensa da alcune attività:  Lettura a voce alta;  scrittura veloce sotto dettatura;  ricopiare dalla lavagna;  uso del vocabolario;  uso mnemonico delle tabelline;
  • 91. STRUMENTI DISPENSATIVI dispensa, ove necessario, dallo studio delle lingue straniere in forma scritta;  programmazione di tempi più lunghi per prove scritte ;  riduzione del carico di lavoro;  interrogazioni programmate;  valutazione delle prove scritte ed orali che tengano conto del contenuto e non della forma. 
  • 92. PEP (Percorso Educativo Personalizzato) Per non lasciare nulla al caso e perché la nostra didattica diventi efficace, sarebbe auspicabile preparare il PEP con la collaborazione del team docente. Deve essere un documento unico per tutte le discipline e deve contenere:  Un carattere flessibile;  Un linguaggio semplice;  Un collegamento con la normativa.
  • 93. PEP (Percorso Educativo Personalizzato) Le strategie metodologiche terranno conto:  Tempi di elaborazione;  Tempi di produzione;  Quantità dei compiti;  Comprensione delle consegne;  Uso e scelta dei mediatori didattici che facilitano l’apprendimento (immagini, schemi, mappe).
  • 94. PEP (Percorso Educativo Personalizzato) Il documento conterrà:  Strumenti compensativi;  Misure dispensative;  Modalità di verifica;  Criteri di valutazione;  Accordi con la famiglia;  Firme di sottoscrizione: - Team di classe; - Dirigente; - Referente dislessia (non obbligatorio); - Genitori (meglio anche se non obb.); studente (in base all’età); Tecnico (non obb.)
  • 95. Infine la VALUTAZIONE TENGA CONTO : •DEI PUNTI DI FORZA E DELLE DIFFICOLTA’ DI OGNI SINGOLO ALUNNO •DEI PUNTI DI PARTENZA •E SIA EDUCATIVA E DINAMICA
  • 96. Ambiente per l’apprendimento La comunicazione da parte dell’insegnate Modalità di coinvolgimento Scelta dei saperi Creare e gestire un clima relazionale Organizzazione del gruppo classe Interazione tra compagni Individuazione di Strategie facilitanti Riflessioni degli allievi sul loro apprendimento Strutturare il compito di apprendimento Attenzione ai processi cognitivi e metacognitivi Progettare il contesto di apprendimento Scelta dei mediatori didattici Individuazione di criteri di verifica e valutazione Scelta di strumenti e loro uso
  • 97. Normativa di riferimento  DPR 275/99  Legge 53/03  Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04  Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05  Nota MIUR 1787 del 1.03.05  Nota MIUR 4798 del 27.07.05  OM n° 22 del 20.02 2006
  • 98. DISTURBI D’APPRENDIMENTO La vera sfida è educare chi non lo ha

Notas del editor

  1. <number>
  2. <number>