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1
DALLA DIDATTICADALLA DIDATTICA
DELLE DISCIPLINEDELLE DISCIPLINE
ALLA DIDATTICAALLA DIDATTICA
DELLEDELLE
COMPETENZECOMPETENZE
2
A. IL QUADRO DEI CAMBIAMENTI
1. Le politiche educative europee e i saperi: il paradigma della complessità e la
società della conoscenza
2. L’evoluzione degli strumenti valutativi: il nuovo paradigma dei processi di
apprendimento, la rivisitazione dei modelli di insegnamento, la revisione delle
modalità di valutazione
Parleremo di ……….Parleremo di ……….
1.1. LE TRASFORMAZIONI NELLE POLITICHE EDUCATIVELE TRASFORMAZIONI NELLE POLITICHE EDUCATIVE
E I NUOVI MODELLI DI VALUTAZIONEE I NUOVI MODELLI DI VALUTAZIONE
B. LE COMPETENZE
1. Il concetto di competenza: che cosa e quali
2. La competenza in Europa e nella normativa italiana
3. Le competenze trasversali
4. I test OCSE – PISA e la literacy
3
1993: Libro bianco di Delors: “Crescita, competitività e occupazione. Le sfide e le vie
da percorrere per entrare nel XXI secolo”: evidenzia il ruolo della formazione nelle
politiche sociali europee e dell’istruzione nella crescita della competitività 
investimento nelle “risorse umane”
1995: Libro bianco della Cresson: “Insegnare e apprendere. Verso una società della
conoscenza”: evidenzia i fattori di cambiamento della società (“mondializzazione
degli scambi, globalizzazione delle tecnologie e società dell’informazione”) per cui
““la società del futuro sarà una società conoscitivala società del futuro sarà una società conoscitiva””
LE TAPPE
La scuola dovrà:
• realizzare una formazione polivalente che inciti
“ad imparare ad apprendere lungo tutto l’arco
della vita”
• Orientare la cultura letteraria a consentire negli
individui un corretto esercizio della democrazia
• Orientare la cultura scientifica al senso critico
rispetto agli “educatori selvaggi” (i media)
• Educare alla creatività, sviluppare la capacità di
valutare e di scegliere (“L’amnesia storica si
paga socialmente”)
Life long learning
Umanesimo integrale e
cultura come Bildung
Cittadinanza attiva
Superare il digital divide
Certificare le competenze
per favorire la mobilità
A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE
EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
4
LA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA: UN CAMBIAMENTO DI PARADIGMALA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA: UN CAMBIAMENTO DI PARADIGMA
1. La trasformazione del valore sociale della conoscenza:
è un’attività sociale primaria da cui dipende il futuro dell’economia e della società
stessa
2. La trasformazione del senso della conoscenza:
dimensione epistemologica , con il passaggio dal
paradigma lineare al paradigma della complessità
terziarizzazione
dell’economia
società della
comunicazione
Necessità di:
 flessibilità,
 mobilità,
 autonomiamondializzazione
degli scambi e
globalizzazione
del mercato
= innalzamento del
livello culturale dei
cittadini europei
difficoltà di decisioni
= dalle discipline ai
saperi
I cambiamenti del valore della conoscenza:I cambiamenti del valore della conoscenza:
A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE
EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
5
LA STRATEGIALA STRATEGIA
DEL CURRICOLODEL CURRICOLO
dalla scuola del programma ministeriale
alla scuola della programmazione didattica
(v.programmi della scuola media 1979)
modello sequenziale, diacronico =
pensiero lineare o “della mano
destra”: operazioni logico-
cognitive elementari e superiori
Tassonomie cognitive che
definiscono l’apprendimento
scolastico: v. 6 gradini di Bloom
per la definizione degli obiettivi
Modello organizzativo
tayloristico: la macchina
ANNI SETTANTA-OTTANTAANNI SETTANTA-OTTANTA
LA RIFLESSIONE
PEDAGOGICO- DIDATTICA
A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE
EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
6
LIMITI DELLA STRATEGIA DEL CURRICOLO ANNI SETTANTALIMITI DELLA STRATEGIA DEL CURRICOLO ANNI SETTANTA
Vincoli di:
• programmi di studio
• quadri orari, cattedre, ecc
• distribuzione di risorse
umane finanziarie ecc.
ristretti margini di libertà
nella programmazione
autonomia e decentramentoautonomia e decentramento
Esaltazione dell’approccio cognitivo
e impoverimento della complessità
di operazioni di un soggetto in
apprendimento
le aree non cognitive restano definite in
modo generico dalla programmazione
privilegiare i poteri di
scelta delle scuole
introdurre una visione sistemica,
complessa dell’organizzazione e
dell’apprendimento
LA RIFLESSIONE
PEDAGOGICO- DIDATTICA
A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE
EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
7
Paradigma della complessità e recupero della globalità delle operazioni umane:
= pensiero “della mano sinistra”, creativo, per mappe
concettuali, che compie operazioni emotivo-affettive
(Gardner, Goleman, Morin, Bruner)
dal pensiero lineare (conoscenze comuni
a tutti e socializzabili) ……..
………. al pensiero modulare,
simultaneo, sincronico (intervento
soggettivo e personale sul reale)
ANNI NOVANTAANNI NOVANTA
1. la pedagogia della cittadinanza globale1. la pedagogia della cittadinanza globale (Morin)(Morin)
LA RIFLESSIONE
PEDAGOGICO- DIDATTICA
2. la riflessività2. la riflessività
(come trattamento critico e metacritico dei saperi che accoglie(come trattamento critico e metacritico dei saperi che accoglie
positivamente la condizione di precarietà connessa alla complessità)positivamente la condizione di precarietà connessa alla complessità)
3. L’integrazione dei saperi3. L’integrazione dei saperi
(empirico produttivi e antropologici ed esistenziali)
CONSEGUENZE
A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE
EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
8
2000:2000: Consiglio Europeo di Lisbona definisce ““La strategia di LisbonaLa strategia di Lisbona” trasformare
l’Unione Europea nell’economia basata sulla conoscenza, la più competitiva e
dinamica del mondo, in grado di realizzare uno sviluppo sostenibile e una maggiore
coesione sociale (v.” Memorandum sull’istruzione e formazione lungo tutto l’arco
della vita”)
“Le persone sono
la principale
risorsa dell’Europa”
“from the craddle
to the grave”
A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE
EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
LE TAPPE
Obiettivi strategiciObiettivi strategici (Stoccolma 2001 – Barcellona 2002):
• Aumentare la qualità e l’efficacia dei sistemi educativi
• Facilitare l’accesso all’istruzione e alla formazione
• Aprire questi sistemi al mondo esterno
• “Rendere entro il 2010 i sistemi di istruzione e formazione dell’UE un punto di
riferimento di qualità a livello mondiale”
Livelli di rendimento e indicatori per il 2010Livelli di rendimento e indicatori per il 2010 (2003-04):
• ridurre gli abbandoni scolastici precoci (non più del 10%)
• incrementare del 15% i laureati di matematica, scienze e tecnologie
• portare all’85% i ventiduenni in possesso di diploma superiore
• diminuire del 20% l’illiteracy dei quindicenni
• portare al 12,5% la popolazione adulta che partecipa al life long learning
9
1. La definizione di 3 tipi di apprendimenti
• Formale = si svolge negli istituti di formazione e di istruzione e porta a diplomi e
qualifiche professionali;
• Non formale: si svolge al di fuori dei circuiti formali (p.es. nei luoghi di lavoro, in
organizzazioni sindacali, ecc.) e di solito non porta a certificazioni ufficiali
• Informale: è il corollario naturale della vita quotidiana; non è intenzionale e spesso non
è riconosciuto dallo stesso interessato
I NUOVI TEMI DELLA STRATEGIA DI LISBONAI NUOVI TEMI DELLA STRATEGIA DI LISBONA
A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE
EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
2. La valorizzazione e la certificazione di tutti gli apprendimenti 
problema dei modelli nuovi di valutazione e certificazione
3. Il life long learning (LLL) e la visione sistemica degli apprendimenti di base e
trasversali che si nutrono di nuovi strumenti quali la motivazione, lo spirito
imprenditoriale e la capacità di autoapprendimento (self directed learning) 
problema di definizione delle competenze di base e trasversali
10
A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI
STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI
I PROCESSI DI APPRENDIMENTO: NUOVI PARADIGMII PROCESSI DI APPRENDIMENTO: NUOVI PARADIGMI
Dal comportamentismo
concezione lineare e
sequenziale
dell’apprendimento:
osservazione dei
comportamenti
manifesti
modellizzazione e
astrazione nell’analisi
dei processi di
apprendimento, con
osservazione dei
processi interni al
soggetto
dinamica dell’apprendimento
per la modificazione degli
schemi mentali (Ausubel), in
una dimensione socio-
culturale (Vygotskij e Bruner)
e “situata”, legata alle azioni
che lo generano (Lewin)
L’apprendimento è un processo integrato
fra cognizione, metacognizione e motivazione
…. al cognitivismo …. al costruttivismo
11
I PROCESSI DI APPRENDIMENTO: NUOVI PARADIGMII PROCESSI DI APPRENDIMENTO: NUOVI PARADIGMI
Conseguenze per la valutazione:
1. I risultati dell’apprendimento non si risolvono in termini di
semplici prestazioni finali
2. Esiste una stretta connessione fra prodotti dell’apprendimento e
processi che li determinano
3. I contesti hanno una funzione essenziale per l’apprendimento
Ruolo determinante
della consapevolezza,
della riflessività e
dell’autovalutazione
A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI
STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI
12
I PROCESSI DI INSEGNAMENTOI PROCESSI DI INSEGNAMENTO
E IL NUOVO RUOLO DELL’INSEGNANTEE IL NUOVO RUOLO DELL’INSEGNANTE
Se si modifica il modello
di apprendimento ….
… allora si modifica il
modello di insegnamento
Caratteri peculiari della azione didattica:
• condizione parentetica, fra parentesi, rispetto ai vincoli di realtà
• sapere astratto, decontestualizzato
modello diretto o trasmissivo:
sequenza lineare e gerarchica:
insegnante – conoscenza – studente
- apprendimento
modello indiretto o significativo:
sequenza circolare: studente –
conoscenza - insegnante
A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI
STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI
13
La crisi dei sistemi di
valutazione tradizionali
ANNI OTTANTA – STATI UNITI:ANNI OTTANTA – STATI UNITI:
movimento della “movimento della “VALUTAZIONE AUTENTICAVALUTAZIONE AUTENTICA””
Critica alla valutazione tradizionale e alla pratica del testing
(valutazione esclusivamente di prodotto, riduttiva rispetto alla
complessità dei saperi, falsamente oggettiva)
Nuova idea di valutazione:
“accertare non ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa”
(Wiggings, 1993)
Apprendimento
per competenze
Pratica del
portfolio
A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI
STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI
14
La crisi dei sistemi di
valutazione tradizionali
Conseguenze per la valutazione:
1. Riferimento a compiti estesi, che accertino le capacità di comprensione, di
pianificazione, di organizzazione
2. Ampliamento dei livelli di accertamento: dalle conoscenze dichiarative
(know what) e procedurali (know how) alle competenze strategiche (know
when)
3. Ancoraggio a compiti autentici e significativi
4. Opportunità di feed-back immediati: la pratica dell’osservazione
5. Intreccio e interdipendenza fra momento formativo e valutativo
6. Impiego di pratiche e strumenti di autovalutazione
“per una lettura integrata di apprendimento,
insegnamento e valutazione” (Lichtner, 2004)
A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI
STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI
15
B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO
DI COMPETENZADI COMPETENZACOMPETENZACOMPETENZA
LE TAPPE
1997: Legge 196 (cd. Legge Treu) sistema della formazione professionale  la certificazione
per competenze e il sistema dei crediti per creare un sistema di equivalenze che permettano
la circolazione delle persone = idea di integrazione intersistemica scuola/lavoro e fra
sistemi di lavoro
1997: Legge 425: Riforma degli esami di Stato  fondati sulle 3 C (conoscenze, competenze,
capacità). Nesso con la Pedagogia per obiettivi, o strategia del curricolo
1999: DPR 275: Regolamento dell’autonomia: art.8 il Ministro, disponendo i curricoli a
livello nazionale, fissa tra l’altro “gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle
competenze degli alunni”.
1999-2001: dibattito all’interno della riforma Berlinguer (cfr. i documenti “Competenze e
curricoli: prime riflessioni”, il “Programma quinquennale di progressiva attuazione della
legge 30/00”, gli “Indirizzi per l’attuazione dei curricoli”) ”i curricoli mirano a
raggiungere la durevole acquisizione di competenze, intese come la capacità di
padroneggiare e di utilizzare le conoscenze in un contesto dato”
2001-06: la riforma Moratti (documento Bertagna 2001; legge 53/03; Indicazioni Nazionali del
D.Lgs.59/04)  Si lavora sui 3 livelli di obiettivi (PECUP, OSA, OF) che indicheranno le
conoscenze e le abilità da richiedere agli studenti. “Le competenze non sono niente altro
che le conoscenze e le abilità acquisite dagli studenti che le scuole hanno il dovere di
valutare e certificare”(doc.Bertagna)
16
B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO
DI COMPETENZADI COMPETENZACOMPETENZACOMPETENZA
LE TAPPE
CM84/2005 “Linee guida per la definizione e l’impiego del portfolio delle competenze”
Definizione di competenzaDefinizione di competenza
“E’ l’agire personale di ciascuno, basato sulle conoscenze e abilità
acquisite, adeguato, in un determinato contesto, … a rispondere ad
un bisogno, a risolvere un problema, a eseguire un compito, a
realizzare un progetto. Non è mai un agire semplice, atomizzato,
astratto, ma è sempre un agire complesso che coinvolge tutta la
persona e che connette in maniera unitaria e inseparabile i saperi
(conoscenze) e i saper fare (abilità), i comportamenti individuali e
relazionali, gli atteggiamenti emotivi, le scelte valoriali, le
motivazioni e i fini.
Per questo nasce da una continua interazione tra persona,
ambiente e società, e tra significati personali e sociali, impliciti ed
espliciti”
fare
padroneggiare
CONTESTUALIZZARE
VISIONE
OLISTICA
17
B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO
DI COMPETENZADI COMPETENZA
È pluridimensionale
COMPETENZACOMPETENZA
“la prima dimensione
della competenza è di
natura cognitiva e
riguarda la
comprensione e
organizzazione dei
concetti coinvolti”
“la seconda dimensione
è di natura operativa e
concerne le abilità che
la caratterizzano”
“la terza dimensione è di
natura affettiva e coinvolge
convinzioni, atteggiamenti,
motivazioni ed emozioni
che permettono di darle
senso e valore personale”
Concetto dinamico: interazione dialettica
fra patrimonio conoscitivo e compito di realtà
... operativa …. situata (contesto)
18
NEI DOCUMENTI EUROPEI……NEI DOCUMENTI EUROPEI……
1997: Delors “Nell’educazione un tesoro”: l’immaterialità del lavoro richiede all’individuo
altre qualità, quali un comportamento sociale maturo, un’abitudine a lavorare insieme,
spirito di intraprendenza e creatività  “oggi si richiede la competenza”
2000: Memorandum di Lisbona: la trasmissione di conoscenze non è più sufficiente: “ciò
che conta maggiormente è la capacità di creare e usare conoscenze in maniera
efficace e intelligente, su basi in costante evoluzione”  invecchiamento del
bagaglio di conoscenze statiche, necessità di un adeguato potenziale conoscitivo =
capacità di ricercare, trasferire, creare conoscenze necessarie a vivere
Compiti della scuola: sconfiggere l’analfabetismo
 strumentale = leggere, scrivere, far di conto (anni Sessanta)
 funzionale = saper comprendere (anni Ottanta)
 cognitivo = incapacità di orientarsi nella molteplicità delle conoscenze (oggi)
B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO
DI COMPETENZADI COMPETENZA
19
……. E NEL DIBATTITO PEDAGOGICO. E NEL DIBATTITO PEDAGOGICO
Le competenze per una democrazia cognitiva
“Lo sviluppo più metodico delle competenze, a partire
dalla scuola primaria e media, può rappresentare una via
per uscire dalla crisi del sistema educativo (…) A scuola,
almeno nei settori più attenti, ci si è preoccupati di
sviluppare le “facoltà generali” o “il pensiero”, andando
al di là della semplice assimilazione dei saperi.
L’approccio denominato per competenze non fa che
accentuare questo orientamento”
(Perrenoud “Costruire competenze a partire dalla scuola”, 2000)
B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO
DI COMPETENZADI COMPETENZA
20
QUALI COMPETENZE?QUALI COMPETENZE?
2. Competenze tecnico-operative: acquisizione di saperi (conoscenze dichiarative e
procedurali) e di tecniche tipiche delle attività lavorative
3. Competenze trasversali: abilità a sfondo sociale e motivazionale che permettono di
far fronte a situazioni nuove (diagnosi, problem solving, decisione, comunicazione,
lavoro di gruppo, in rete e per progetti)
• Diagnosticare: comprendere le caratteristiche di un compito, un problema
• Affrontare problemi:capacità di far fronte alle situazioni
• Relazionarsi: attivare, sviluppare e mantenere rapporti costruttivi con gli altri e
con l’ambiente
v.test
OCSE PISA
v. ISFOL
per IFTS
B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO
DI COMPETENZADI COMPETENZA
1. Competenze di base: essenziali per il cittadino e il lavoratore: sono definiti nella
Conferenza Stato-Regione 15 gennaio 2004 standard formativi minimi per i percorsi
integrati 14-17 anni di qualifica professionale divisi in 4 aree
- Area dei linguaggi (5 standard),
- Area tecnologica (2 standard),
- Area scientifica (2 standard),
- Area socio-storico-economica (4 standard).
21
B2. LA COMPETENZAB2. LA COMPETENZA
IN EUROPAIN EUROPA
PROCESSO DI BRUGES – COPENHAGENPROCESSO DI BRUGES – COPENHAGEN (2001-02)(2001-02)
Le 5 priorità per una formazione rispondente ai nuovi bisogni della società basata sulla
conoscenza:
1. Un quadro unico per la trasparenza di competenze e qualifiche 
EUROPASS
2. Principi comuni per la validazione dell’apprendimento formale, non formale e
informale: garantire maggiore compatibilità di approcci fra i diversi paesi
3. Un sistema di trasferimento di crediti per l’istruzione e la formazione
professionale  come gli ECT per l’istruzione superiore
4. Principi qualitativi comuni in materia di istruzione e formazione professionale
 Forum europeo sulla qualità
5. Orientamento professionale permanente, rafforzando i servizi di consulenza
per accedere al life long learning
il mercato del lavoro non è
più accessibile a fronte di sole
competenze professionali
22
EUROPASSEUROPASS (dicembre 2004)(dicembre 2004)
E’ un portfolio di documenti pensato per facilitare la mobilità occupazionale e di studio dei cittadini
europei mediante la valorizzazione delle esperienze e delle conoscenze acquisite nel tempo, in una
prospettiva di apprendimento permanente.
E’ composto da 5 documenti – “dispositivi per la trasparenza”:
1. Europass Curriculum Vitae (ECV)
2. Europass Passaporto delle Lingue (EPL): è una sezione del Passaporto Europeo delle
Lingue dichiarazione autocertificata
3. Europass Mobilità (ampliamento del precedente Europass-formazione) (EM): consente
di annotare le conoscenze e le abilità acquisite da un individuo durante un'esperienza di
mobilità realizzata all'estero
4. Supplemento al Diploma (titoli di istruzione superiore) (SD)
5. Supplemento al Certificato (qualifiche della formazione professionale) (SC)
Da febbraio 2005 funziona il portale informativo del Centro Nazionale Europass Italia:
http://europass-italia.it
B2. LA COMPETENZAB2. LA COMPETENZA
IN EUROPAIN EUROPA
23
B2. ESEMPI INB2. ESEMPI IN
ITALIAITALIA
Tutti i modelli di Portfolio Europeo delle Lingue
devono contenere tre parti:
1. Il Passaporto delle lingue (i prodotti)
2. la Biografia linguistica (i processi)
3. il Dossier (il materiale)
cfr. modello di Portfolio "Junior"
1."Le Lingue che conosco"
2."Cosa conosco e posso fare con le lingue"
3."il mio Dossier".
Formato standard,
ma con possibili
nuove denominazioni
IL PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE
24
LE COMPETENZE TRASVERSALILE COMPETENZE TRASVERSALI
 ISFOL, Regolamento 31 ottobre 2000, n.436, artt. 4 e 5
(Corsi IFTS)
 OCSE-De.Se.Co. (1997-2003, key competencies)
 Indagine Eurydice (2002, key competencies e
competenze trasversali)
 PECUP (All.C, d.lgs. 59/04): “Profilo educativo, culturale
e professionale dello studente”
 Progetto MIUR “R.I.So.R.S.E.“ (prog. Leonardo
BU.S.S.O.L.A, Itis Majorana di Avezzano, 2004)
 CM 84/2005 “Linee guida per la definizione e l’impiego
del portfolio delle competenze”
LE COMPETENZELE COMPETENZE
TRASVERSALITRASVERSALI
25
LE COMPETENZELE COMPETENZE
TRASVERSALITRASVERSALI
26
La certificazione delle competenze trasversali ISFOL - IFTS
(calibrate sull’uscita dal biennio)
AffrontareDiagnosticare
Relazionarsi
1 Evidenziare le proprie
motivazioni principali in
relazione al personale progetto di
crescita
2 Riconoscere e valutare situazioni
e problemi di diversa natura:
tecnico-operativi, relazionali,
organizzativi
1 “Comunicare in un contesto”
ovvero comunicare con altri, in
situazioni di interazione diretta o
mediata da strumenti di diversa
natura (cartacei, informatici,
telematici)
2 "Lavorare in gruppo" ovvero
operare attivamente nel gruppo
per affrontare problemi,
progettare soluzioni, produrre
risultati collettivi
3 "Negoziare" ovvero concertare
con altri soluzioni e risorse, in
situazione interpersonale e di
gruppo
4 “Esercitare la cittadinanza”
ovvero rispettare e socializzare le
regole della vita democratica
1 "Potenziare
l'autoapprendimento" ovvero
migliorare le proprie strategie
di apprendimento e le proprie
prestazioni
2 "Affrontare e risolvere
problemi" ovvero pianificare
strategie di azione per
fronteggiare situazioni e
risolvere problemi di diversa
natura (tecnicooperativi,
relazionali, organizzativi)
tenendo conto anche delle
logiche di contesto
LE COMPETENZELE COMPETENZE
TRASVERSALITRASVERSALI
27
 Modello costruttivista
(Vygotskij, Ausubel, Bruner, Boscolo)
 Metodologie:
 Metacognitivismo
 Cooperative learning
 Problem solving
COME SVILUPPARECOME SVILUPPARE
LE COMPETENZE TRASVERSALI?LE COMPETENZE TRASVERSALI?
LE COMPETENZELE COMPETENZE
TRASVERSALITRASVERSALI
28
ATTRAVERSO QUALIATTRAVERSO QUALI
PRATICHE DIDATTICHE?PRATICHE DIDATTICHE?
• Metacognitivismo (brain storming, comparazione
valutativa, attività di orientamento, osservazione guidata
delle performances, self-report, analisi di caso)
• Cooperative learning (scambi, Jigsaw, attività a distanza,
drammatizzazione, giochi di ruolo, presentazioni, gestione
di eventi)
• Problem solving (individuazione di procedure di soluzione
e di controllo, giochi di simulazione)
LE COMPETENZELE COMPETENZE
TRASVERSALITRASVERSALI
29
OBIETTIVIOBIETTIVI
 mettere a punto indicatori delle prestazioni degli studenti 15enni
 individuare le caratteristiche a livello di studenti, di scuole e di sistema in
relazione con risultati positivi
 fornire informazioni sui risultati del sistema dell’istruzione in modo regolare e
prevedibile (indicatori di contesto e indicatori di tendenza)
P.I.S.A. =P.I.S.A. = PProgramme forrogramme for IInternationalnternational SStudenttudent AAssessmentssessment
I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA
FINALITA’FINALITA’
Guardare “avanti” a cosa gli studenti
dovranno fare con quanto hanno
imparato
CHE COSA È PISA?CHE COSA È PISA?
È un’indagine internazionale promossa dall’OCSE (Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico) per monitorare i risultati dei sistemi scolastici
dei Paesi membri (42)
COME MISURARE LE COMPETENZE: I TEST PISACOME MISURARE LE COMPETENZE: I TEST PISA
30
La capacità di usare in modo efficace l’informazione
scritta per continuare ad apprendere tutta la vita ed
esercitare una cittadinanza attiva e consapevole
Analizzare, confrontare,
distinguere e valutare
Pensare in modo creativo
Applicare conoscenze a
situazioni della vita reale
Comunicare efficacemente
riflessioni e idee
IL CONCETTO DIIL CONCETTO DI literacyliteracy IN PISA = COMPETENZAIN PISA = COMPETENZA
I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA
31
Competenza matematicaCompetenza matematica
L’accento è sull’uso della
conoscenza matematica in
una molteplicità di situazioni
e in diversi modi, basati sulla
riflessione e sull’ “insight”
Competenza di letturaCompetenza di lettura
Comprendere e utilizzare,
testi scritti e riflettere su di
essi
Reading LiteracyReading Literacy:
la capacità di un individuo di comprendere e
utilizzare testi scritti e di riflettere sui loro
contenuti al fine di raggiungere i propri obiettivi,
di sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità
e di svolgere un ruolo attivo nella società.
Mathematical LiteracyMathematical Literacy:
la capacità di un individuo di identificare e
comprendere il ruolo che la matematica gioca nel
mondo reale, di operare valutazioni fondate e di
utilizzare la matematica e confrontarsi con essa in
modi che rispondono alle esigenze della vita di
quell’individuo in quanto cittadino che esercita un
ruolo costruttivo, impegnato e basato sulla
riflessione.
I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA
LE COMPETENZE TESTATELE COMPETENZE TESTATE
32
Scientific LiteracyScientific Literacy:
la capacità di utilizzare conoscenze
scientifiche, di identificare domande alle
quali si può dare una risposta attraverso un
procedimento scientifico e di trarre
conclusioni basate sui fatti, per comprendere
il mondo della natura e i cambiamenti a esso
apportati dall’attività umana e per aiutare a
prendere decisioni al riguardo.
Problem solving SkillsProblem solving Skills:
la capacità di un individuo di mettere in atto
processi cognitivi per affrontare e risolvere
situazioni reali e interdisciplinari, per le
quali il percorso di soluzione non è
immediatamente evidente e nelle quali gli
ambiti di competenza o le aree curricolari
che si possono applicare non sono
all’interno dei singoli ambiti della
matematica, delle scienze o della lettura.
Competenza scientificaCompetenza scientifica
Usare conoscenze scientifiche,
identificare problemi ai quali la
scienza può rispondere e trarre
conclusioni basate sui fatti per
capire e prendere decisioni circa
il mondo della natura
Problem solvingProblem solving
Affrontare e risolvere situazioni
reali e interdisciplinari
I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA
LE COMPETENZE TESTATELE COMPETENZE TESTATE
33
 STRUMENTI
 Prove con domande chiuse a scelta multipla e domande aperte a risposta
univoca e a risposta articolata
• dimensione complessiva
– 3 ore e ½ di prove di matematica
– 1 ora di prove di lettura, 1 di scienze e 1 di problem solving
• ciascuno studente
– 2 ore di prove scritte (una parte delle domande)
 Questionari
• Q studenti (background, apprendimento matematico, ambiente di
apprendimento, impegno, motivazione, carriera scolastica e familiarità
con TIC)
• Q dirigenti scolastici (caratteristiche della scuola, ambiente di
apprendimento, risorse …)
 CAMPIONE
– 275.000 studenti 15enni (Italia: 12.000 in 407 scuole)
– 42 Paesi partecipanti
I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA
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Dalla didattica delle discipline alla didattica delle competenze i parte

  • 1. 1 DALLA DIDATTICADALLA DIDATTICA DELLE DISCIPLINEDELLE DISCIPLINE ALLA DIDATTICAALLA DIDATTICA DELLEDELLE COMPETENZECOMPETENZE
  • 2. 2 A. IL QUADRO DEI CAMBIAMENTI 1. Le politiche educative europee e i saperi: il paradigma della complessità e la società della conoscenza 2. L’evoluzione degli strumenti valutativi: il nuovo paradigma dei processi di apprendimento, la rivisitazione dei modelli di insegnamento, la revisione delle modalità di valutazione Parleremo di ……….Parleremo di ………. 1.1. LE TRASFORMAZIONI NELLE POLITICHE EDUCATIVELE TRASFORMAZIONI NELLE POLITICHE EDUCATIVE E I NUOVI MODELLI DI VALUTAZIONEE I NUOVI MODELLI DI VALUTAZIONE B. LE COMPETENZE 1. Il concetto di competenza: che cosa e quali 2. La competenza in Europa e nella normativa italiana 3. Le competenze trasversali 4. I test OCSE – PISA e la literacy
  • 3. 3 1993: Libro bianco di Delors: “Crescita, competitività e occupazione. Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo”: evidenzia il ruolo della formazione nelle politiche sociali europee e dell’istruzione nella crescita della competitività  investimento nelle “risorse umane” 1995: Libro bianco della Cresson: “Insegnare e apprendere. Verso una società della conoscenza”: evidenzia i fattori di cambiamento della società (“mondializzazione degli scambi, globalizzazione delle tecnologie e società dell’informazione”) per cui ““la società del futuro sarà una società conoscitivala società del futuro sarà una società conoscitiva”” LE TAPPE La scuola dovrà: • realizzare una formazione polivalente che inciti “ad imparare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita” • Orientare la cultura letteraria a consentire negli individui un corretto esercizio della democrazia • Orientare la cultura scientifica al senso critico rispetto agli “educatori selvaggi” (i media) • Educare alla creatività, sviluppare la capacità di valutare e di scegliere (“L’amnesia storica si paga socialmente”) Life long learning Umanesimo integrale e cultura come Bildung Cittadinanza attiva Superare il digital divide Certificare le competenze per favorire la mobilità A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
  • 4. 4 LA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA: UN CAMBIAMENTO DI PARADIGMALA SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA: UN CAMBIAMENTO DI PARADIGMA 1. La trasformazione del valore sociale della conoscenza: è un’attività sociale primaria da cui dipende il futuro dell’economia e della società stessa 2. La trasformazione del senso della conoscenza: dimensione epistemologica , con il passaggio dal paradigma lineare al paradigma della complessità terziarizzazione dell’economia società della comunicazione Necessità di:  flessibilità,  mobilità,  autonomiamondializzazione degli scambi e globalizzazione del mercato = innalzamento del livello culturale dei cittadini europei difficoltà di decisioni = dalle discipline ai saperi I cambiamenti del valore della conoscenza:I cambiamenti del valore della conoscenza: A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
  • 5. 5 LA STRATEGIALA STRATEGIA DEL CURRICOLODEL CURRICOLO dalla scuola del programma ministeriale alla scuola della programmazione didattica (v.programmi della scuola media 1979) modello sequenziale, diacronico = pensiero lineare o “della mano destra”: operazioni logico- cognitive elementari e superiori Tassonomie cognitive che definiscono l’apprendimento scolastico: v. 6 gradini di Bloom per la definizione degli obiettivi Modello organizzativo tayloristico: la macchina ANNI SETTANTA-OTTANTAANNI SETTANTA-OTTANTA LA RIFLESSIONE PEDAGOGICO- DIDATTICA A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
  • 6. 6 LIMITI DELLA STRATEGIA DEL CURRICOLO ANNI SETTANTALIMITI DELLA STRATEGIA DEL CURRICOLO ANNI SETTANTA Vincoli di: • programmi di studio • quadri orari, cattedre, ecc • distribuzione di risorse umane finanziarie ecc. ristretti margini di libertà nella programmazione autonomia e decentramentoautonomia e decentramento Esaltazione dell’approccio cognitivo e impoverimento della complessità di operazioni di un soggetto in apprendimento le aree non cognitive restano definite in modo generico dalla programmazione privilegiare i poteri di scelta delle scuole introdurre una visione sistemica, complessa dell’organizzazione e dell’apprendimento LA RIFLESSIONE PEDAGOGICO- DIDATTICA A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
  • 7. 7 Paradigma della complessità e recupero della globalità delle operazioni umane: = pensiero “della mano sinistra”, creativo, per mappe concettuali, che compie operazioni emotivo-affettive (Gardner, Goleman, Morin, Bruner) dal pensiero lineare (conoscenze comuni a tutti e socializzabili) …….. ………. al pensiero modulare, simultaneo, sincronico (intervento soggettivo e personale sul reale) ANNI NOVANTAANNI NOVANTA 1. la pedagogia della cittadinanza globale1. la pedagogia della cittadinanza globale (Morin)(Morin) LA RIFLESSIONE PEDAGOGICO- DIDATTICA 2. la riflessività2. la riflessività (come trattamento critico e metacritico dei saperi che accoglie(come trattamento critico e metacritico dei saperi che accoglie positivamente la condizione di precarietà connessa alla complessità)positivamente la condizione di precarietà connessa alla complessità) 3. L’integrazione dei saperi3. L’integrazione dei saperi (empirico produttivi e antropologici ed esistenziali) CONSEGUENZE A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI
  • 8. 8 2000:2000: Consiglio Europeo di Lisbona definisce ““La strategia di LisbonaLa strategia di Lisbona” trasformare l’Unione Europea nell’economia basata sulla conoscenza, la più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare uno sviluppo sostenibile e una maggiore coesione sociale (v.” Memorandum sull’istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita”) “Le persone sono la principale risorsa dell’Europa” “from the craddle to the grave” A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI LE TAPPE Obiettivi strategiciObiettivi strategici (Stoccolma 2001 – Barcellona 2002): • Aumentare la qualità e l’efficacia dei sistemi educativi • Facilitare l’accesso all’istruzione e alla formazione • Aprire questi sistemi al mondo esterno • “Rendere entro il 2010 i sistemi di istruzione e formazione dell’UE un punto di riferimento di qualità a livello mondiale” Livelli di rendimento e indicatori per il 2010Livelli di rendimento e indicatori per il 2010 (2003-04): • ridurre gli abbandoni scolastici precoci (non più del 10%) • incrementare del 15% i laureati di matematica, scienze e tecnologie • portare all’85% i ventiduenni in possesso di diploma superiore • diminuire del 20% l’illiteracy dei quindicenni • portare al 12,5% la popolazione adulta che partecipa al life long learning
  • 9. 9 1. La definizione di 3 tipi di apprendimenti • Formale = si svolge negli istituti di formazione e di istruzione e porta a diplomi e qualifiche professionali; • Non formale: si svolge al di fuori dei circuiti formali (p.es. nei luoghi di lavoro, in organizzazioni sindacali, ecc.) e di solito non porta a certificazioni ufficiali • Informale: è il corollario naturale della vita quotidiana; non è intenzionale e spesso non è riconosciuto dallo stesso interessato I NUOVI TEMI DELLA STRATEGIA DI LISBONAI NUOVI TEMI DELLA STRATEGIA DI LISBONA A1. LE POLITICHE EDUCATIVEA1. LE POLITICHE EDUCATIVE EUROPEE E I SAPERIEUROPEE E I SAPERI 2. La valorizzazione e la certificazione di tutti gli apprendimenti  problema dei modelli nuovi di valutazione e certificazione 3. Il life long learning (LLL) e la visione sistemica degli apprendimenti di base e trasversali che si nutrono di nuovi strumenti quali la motivazione, lo spirito imprenditoriale e la capacità di autoapprendimento (self directed learning)  problema di definizione delle competenze di base e trasversali
  • 10. 10 A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI I PROCESSI DI APPRENDIMENTO: NUOVI PARADIGMII PROCESSI DI APPRENDIMENTO: NUOVI PARADIGMI Dal comportamentismo concezione lineare e sequenziale dell’apprendimento: osservazione dei comportamenti manifesti modellizzazione e astrazione nell’analisi dei processi di apprendimento, con osservazione dei processi interni al soggetto dinamica dell’apprendimento per la modificazione degli schemi mentali (Ausubel), in una dimensione socio- culturale (Vygotskij e Bruner) e “situata”, legata alle azioni che lo generano (Lewin) L’apprendimento è un processo integrato fra cognizione, metacognizione e motivazione …. al cognitivismo …. al costruttivismo
  • 11. 11 I PROCESSI DI APPRENDIMENTO: NUOVI PARADIGMII PROCESSI DI APPRENDIMENTO: NUOVI PARADIGMI Conseguenze per la valutazione: 1. I risultati dell’apprendimento non si risolvono in termini di semplici prestazioni finali 2. Esiste una stretta connessione fra prodotti dell’apprendimento e processi che li determinano 3. I contesti hanno una funzione essenziale per l’apprendimento Ruolo determinante della consapevolezza, della riflessività e dell’autovalutazione A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI
  • 12. 12 I PROCESSI DI INSEGNAMENTOI PROCESSI DI INSEGNAMENTO E IL NUOVO RUOLO DELL’INSEGNANTEE IL NUOVO RUOLO DELL’INSEGNANTE Se si modifica il modello di apprendimento …. … allora si modifica il modello di insegnamento Caratteri peculiari della azione didattica: • condizione parentetica, fra parentesi, rispetto ai vincoli di realtà • sapere astratto, decontestualizzato modello diretto o trasmissivo: sequenza lineare e gerarchica: insegnante – conoscenza – studente - apprendimento modello indiretto o significativo: sequenza circolare: studente – conoscenza - insegnante A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI
  • 13. 13 La crisi dei sistemi di valutazione tradizionali ANNI OTTANTA – STATI UNITI:ANNI OTTANTA – STATI UNITI: movimento della “movimento della “VALUTAZIONE AUTENTICAVALUTAZIONE AUTENTICA”” Critica alla valutazione tradizionale e alla pratica del testing (valutazione esclusivamente di prodotto, riduttiva rispetto alla complessità dei saperi, falsamente oggettiva) Nuova idea di valutazione: “accertare non ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa” (Wiggings, 1993) Apprendimento per competenze Pratica del portfolio A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI
  • 14. 14 La crisi dei sistemi di valutazione tradizionali Conseguenze per la valutazione: 1. Riferimento a compiti estesi, che accertino le capacità di comprensione, di pianificazione, di organizzazione 2. Ampliamento dei livelli di accertamento: dalle conoscenze dichiarative (know what) e procedurali (know how) alle competenze strategiche (know when) 3. Ancoraggio a compiti autentici e significativi 4. Opportunità di feed-back immediati: la pratica dell’osservazione 5. Intreccio e interdipendenza fra momento formativo e valutativo 6. Impiego di pratiche e strumenti di autovalutazione “per una lettura integrata di apprendimento, insegnamento e valutazione” (Lichtner, 2004) A2. L’EVOLUZIONE DEGLIA2. L’EVOLUZIONE DEGLI STRUMENTI VALUTATIVISTRUMENTI VALUTATIVI
  • 15. 15 B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO DI COMPETENZADI COMPETENZACOMPETENZACOMPETENZA LE TAPPE 1997: Legge 196 (cd. Legge Treu) sistema della formazione professionale  la certificazione per competenze e il sistema dei crediti per creare un sistema di equivalenze che permettano la circolazione delle persone = idea di integrazione intersistemica scuola/lavoro e fra sistemi di lavoro 1997: Legge 425: Riforma degli esami di Stato  fondati sulle 3 C (conoscenze, competenze, capacità). Nesso con la Pedagogia per obiettivi, o strategia del curricolo 1999: DPR 275: Regolamento dell’autonomia: art.8 il Ministro, disponendo i curricoli a livello nazionale, fissa tra l’altro “gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni”. 1999-2001: dibattito all’interno della riforma Berlinguer (cfr. i documenti “Competenze e curricoli: prime riflessioni”, il “Programma quinquennale di progressiva attuazione della legge 30/00”, gli “Indirizzi per l’attuazione dei curricoli”) ”i curricoli mirano a raggiungere la durevole acquisizione di competenze, intese come la capacità di padroneggiare e di utilizzare le conoscenze in un contesto dato” 2001-06: la riforma Moratti (documento Bertagna 2001; legge 53/03; Indicazioni Nazionali del D.Lgs.59/04)  Si lavora sui 3 livelli di obiettivi (PECUP, OSA, OF) che indicheranno le conoscenze e le abilità da richiedere agli studenti. “Le competenze non sono niente altro che le conoscenze e le abilità acquisite dagli studenti che le scuole hanno il dovere di valutare e certificare”(doc.Bertagna)
  • 16. 16 B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO DI COMPETENZADI COMPETENZACOMPETENZACOMPETENZA LE TAPPE CM84/2005 “Linee guida per la definizione e l’impiego del portfolio delle competenze” Definizione di competenzaDefinizione di competenza “E’ l’agire personale di ciascuno, basato sulle conoscenze e abilità acquisite, adeguato, in un determinato contesto, … a rispondere ad un bisogno, a risolvere un problema, a eseguire un compito, a realizzare un progetto. Non è mai un agire semplice, atomizzato, astratto, ma è sempre un agire complesso che coinvolge tutta la persona e che connette in maniera unitaria e inseparabile i saperi (conoscenze) e i saper fare (abilità), i comportamenti individuali e relazionali, gli atteggiamenti emotivi, le scelte valoriali, le motivazioni e i fini. Per questo nasce da una continua interazione tra persona, ambiente e società, e tra significati personali e sociali, impliciti ed espliciti” fare padroneggiare CONTESTUALIZZARE VISIONE OLISTICA
  • 17. 17 B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO DI COMPETENZADI COMPETENZA È pluridimensionale COMPETENZACOMPETENZA “la prima dimensione della competenza è di natura cognitiva e riguarda la comprensione e organizzazione dei concetti coinvolti” “la seconda dimensione è di natura operativa e concerne le abilità che la caratterizzano” “la terza dimensione è di natura affettiva e coinvolge convinzioni, atteggiamenti, motivazioni ed emozioni che permettono di darle senso e valore personale” Concetto dinamico: interazione dialettica fra patrimonio conoscitivo e compito di realtà ... operativa …. situata (contesto)
  • 18. 18 NEI DOCUMENTI EUROPEI……NEI DOCUMENTI EUROPEI…… 1997: Delors “Nell’educazione un tesoro”: l’immaterialità del lavoro richiede all’individuo altre qualità, quali un comportamento sociale maturo, un’abitudine a lavorare insieme, spirito di intraprendenza e creatività  “oggi si richiede la competenza” 2000: Memorandum di Lisbona: la trasmissione di conoscenze non è più sufficiente: “ciò che conta maggiormente è la capacità di creare e usare conoscenze in maniera efficace e intelligente, su basi in costante evoluzione”  invecchiamento del bagaglio di conoscenze statiche, necessità di un adeguato potenziale conoscitivo = capacità di ricercare, trasferire, creare conoscenze necessarie a vivere Compiti della scuola: sconfiggere l’analfabetismo  strumentale = leggere, scrivere, far di conto (anni Sessanta)  funzionale = saper comprendere (anni Ottanta)  cognitivo = incapacità di orientarsi nella molteplicità delle conoscenze (oggi) B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO DI COMPETENZADI COMPETENZA
  • 19. 19 ……. E NEL DIBATTITO PEDAGOGICO. E NEL DIBATTITO PEDAGOGICO Le competenze per una democrazia cognitiva “Lo sviluppo più metodico delle competenze, a partire dalla scuola primaria e media, può rappresentare una via per uscire dalla crisi del sistema educativo (…) A scuola, almeno nei settori più attenti, ci si è preoccupati di sviluppare le “facoltà generali” o “il pensiero”, andando al di là della semplice assimilazione dei saperi. L’approccio denominato per competenze non fa che accentuare questo orientamento” (Perrenoud “Costruire competenze a partire dalla scuola”, 2000) B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO DI COMPETENZADI COMPETENZA
  • 20. 20 QUALI COMPETENZE?QUALI COMPETENZE? 2. Competenze tecnico-operative: acquisizione di saperi (conoscenze dichiarative e procedurali) e di tecniche tipiche delle attività lavorative 3. Competenze trasversali: abilità a sfondo sociale e motivazionale che permettono di far fronte a situazioni nuove (diagnosi, problem solving, decisione, comunicazione, lavoro di gruppo, in rete e per progetti) • Diagnosticare: comprendere le caratteristiche di un compito, un problema • Affrontare problemi:capacità di far fronte alle situazioni • Relazionarsi: attivare, sviluppare e mantenere rapporti costruttivi con gli altri e con l’ambiente v.test OCSE PISA v. ISFOL per IFTS B1. IL CONCETTOB1. IL CONCETTO DI COMPETENZADI COMPETENZA 1. Competenze di base: essenziali per il cittadino e il lavoratore: sono definiti nella Conferenza Stato-Regione 15 gennaio 2004 standard formativi minimi per i percorsi integrati 14-17 anni di qualifica professionale divisi in 4 aree - Area dei linguaggi (5 standard), - Area tecnologica (2 standard), - Area scientifica (2 standard), - Area socio-storico-economica (4 standard).
  • 21. 21 B2. LA COMPETENZAB2. LA COMPETENZA IN EUROPAIN EUROPA PROCESSO DI BRUGES – COPENHAGENPROCESSO DI BRUGES – COPENHAGEN (2001-02)(2001-02) Le 5 priorità per una formazione rispondente ai nuovi bisogni della società basata sulla conoscenza: 1. Un quadro unico per la trasparenza di competenze e qualifiche  EUROPASS 2. Principi comuni per la validazione dell’apprendimento formale, non formale e informale: garantire maggiore compatibilità di approcci fra i diversi paesi 3. Un sistema di trasferimento di crediti per l’istruzione e la formazione professionale  come gli ECT per l’istruzione superiore 4. Principi qualitativi comuni in materia di istruzione e formazione professionale  Forum europeo sulla qualità 5. Orientamento professionale permanente, rafforzando i servizi di consulenza per accedere al life long learning il mercato del lavoro non è più accessibile a fronte di sole competenze professionali
  • 22. 22 EUROPASSEUROPASS (dicembre 2004)(dicembre 2004) E’ un portfolio di documenti pensato per facilitare la mobilità occupazionale e di studio dei cittadini europei mediante la valorizzazione delle esperienze e delle conoscenze acquisite nel tempo, in una prospettiva di apprendimento permanente. E’ composto da 5 documenti – “dispositivi per la trasparenza”: 1. Europass Curriculum Vitae (ECV) 2. Europass Passaporto delle Lingue (EPL): è una sezione del Passaporto Europeo delle Lingue dichiarazione autocertificata 3. Europass Mobilità (ampliamento del precedente Europass-formazione) (EM): consente di annotare le conoscenze e le abilità acquisite da un individuo durante un'esperienza di mobilità realizzata all'estero 4. Supplemento al Diploma (titoli di istruzione superiore) (SD) 5. Supplemento al Certificato (qualifiche della formazione professionale) (SC) Da febbraio 2005 funziona il portale informativo del Centro Nazionale Europass Italia: http://europass-italia.it B2. LA COMPETENZAB2. LA COMPETENZA IN EUROPAIN EUROPA
  • 23. 23 B2. ESEMPI INB2. ESEMPI IN ITALIAITALIA Tutti i modelli di Portfolio Europeo delle Lingue devono contenere tre parti: 1. Il Passaporto delle lingue (i prodotti) 2. la Biografia linguistica (i processi) 3. il Dossier (il materiale) cfr. modello di Portfolio "Junior" 1."Le Lingue che conosco" 2."Cosa conosco e posso fare con le lingue" 3."il mio Dossier". Formato standard, ma con possibili nuove denominazioni IL PORTFOLIO EUROPEO DELLE LINGUE
  • 24. 24 LE COMPETENZE TRASVERSALILE COMPETENZE TRASVERSALI  ISFOL, Regolamento 31 ottobre 2000, n.436, artt. 4 e 5 (Corsi IFTS)  OCSE-De.Se.Co. (1997-2003, key competencies)  Indagine Eurydice (2002, key competencies e competenze trasversali)  PECUP (All.C, d.lgs. 59/04): “Profilo educativo, culturale e professionale dello studente”  Progetto MIUR “R.I.So.R.S.E.“ (prog. Leonardo BU.S.S.O.L.A, Itis Majorana di Avezzano, 2004)  CM 84/2005 “Linee guida per la definizione e l’impiego del portfolio delle competenze” LE COMPETENZELE COMPETENZE TRASVERSALITRASVERSALI
  • 26. 26 La certificazione delle competenze trasversali ISFOL - IFTS (calibrate sull’uscita dal biennio) AffrontareDiagnosticare Relazionarsi 1 Evidenziare le proprie motivazioni principali in relazione al personale progetto di crescita 2 Riconoscere e valutare situazioni e problemi di diversa natura: tecnico-operativi, relazionali, organizzativi 1 “Comunicare in un contesto” ovvero comunicare con altri, in situazioni di interazione diretta o mediata da strumenti di diversa natura (cartacei, informatici, telematici) 2 "Lavorare in gruppo" ovvero operare attivamente nel gruppo per affrontare problemi, progettare soluzioni, produrre risultati collettivi 3 "Negoziare" ovvero concertare con altri soluzioni e risorse, in situazione interpersonale e di gruppo 4 “Esercitare la cittadinanza” ovvero rispettare e socializzare le regole della vita democratica 1 "Potenziare l'autoapprendimento" ovvero migliorare le proprie strategie di apprendimento e le proprie prestazioni 2 "Affrontare e risolvere problemi" ovvero pianificare strategie di azione per fronteggiare situazioni e risolvere problemi di diversa natura (tecnicooperativi, relazionali, organizzativi) tenendo conto anche delle logiche di contesto LE COMPETENZELE COMPETENZE TRASVERSALITRASVERSALI
  • 27. 27  Modello costruttivista (Vygotskij, Ausubel, Bruner, Boscolo)  Metodologie:  Metacognitivismo  Cooperative learning  Problem solving COME SVILUPPARECOME SVILUPPARE LE COMPETENZE TRASVERSALI?LE COMPETENZE TRASVERSALI? LE COMPETENZELE COMPETENZE TRASVERSALITRASVERSALI
  • 28. 28 ATTRAVERSO QUALIATTRAVERSO QUALI PRATICHE DIDATTICHE?PRATICHE DIDATTICHE? • Metacognitivismo (brain storming, comparazione valutativa, attività di orientamento, osservazione guidata delle performances, self-report, analisi di caso) • Cooperative learning (scambi, Jigsaw, attività a distanza, drammatizzazione, giochi di ruolo, presentazioni, gestione di eventi) • Problem solving (individuazione di procedure di soluzione e di controllo, giochi di simulazione) LE COMPETENZELE COMPETENZE TRASVERSALITRASVERSALI
  • 29. 29 OBIETTIVIOBIETTIVI  mettere a punto indicatori delle prestazioni degli studenti 15enni  individuare le caratteristiche a livello di studenti, di scuole e di sistema in relazione con risultati positivi  fornire informazioni sui risultati del sistema dell’istruzione in modo regolare e prevedibile (indicatori di contesto e indicatori di tendenza) P.I.S.A. =P.I.S.A. = PProgramme forrogramme for IInternationalnternational SStudenttudent AAssessmentssessment I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA FINALITA’FINALITA’ Guardare “avanti” a cosa gli studenti dovranno fare con quanto hanno imparato CHE COSA È PISA?CHE COSA È PISA? È un’indagine internazionale promossa dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) per monitorare i risultati dei sistemi scolastici dei Paesi membri (42) COME MISURARE LE COMPETENZE: I TEST PISACOME MISURARE LE COMPETENZE: I TEST PISA
  • 30. 30 La capacità di usare in modo efficace l’informazione scritta per continuare ad apprendere tutta la vita ed esercitare una cittadinanza attiva e consapevole Analizzare, confrontare, distinguere e valutare Pensare in modo creativo Applicare conoscenze a situazioni della vita reale Comunicare efficacemente riflessioni e idee IL CONCETTO DIIL CONCETTO DI literacyliteracy IN PISA = COMPETENZAIN PISA = COMPETENZA I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA
  • 31. 31 Competenza matematicaCompetenza matematica L’accento è sull’uso della conoscenza matematica in una molteplicità di situazioni e in diversi modi, basati sulla riflessione e sull’ “insight” Competenza di letturaCompetenza di lettura Comprendere e utilizzare, testi scritti e riflettere su di essi Reading LiteracyReading Literacy: la capacità di un individuo di comprendere e utilizzare testi scritti e di riflettere sui loro contenuti al fine di raggiungere i propri obiettivi, di sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità e di svolgere un ruolo attivo nella società. Mathematical LiteracyMathematical Literacy: la capacità di un individuo di identificare e comprendere il ruolo che la matematica gioca nel mondo reale, di operare valutazioni fondate e di utilizzare la matematica e confrontarsi con essa in modi che rispondono alle esigenze della vita di quell’individuo in quanto cittadino che esercita un ruolo costruttivo, impegnato e basato sulla riflessione. I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA LE COMPETENZE TESTATELE COMPETENZE TESTATE
  • 32. 32 Scientific LiteracyScientific Literacy: la capacità di utilizzare conoscenze scientifiche, di identificare domande alle quali si può dare una risposta attraverso un procedimento scientifico e di trarre conclusioni basate sui fatti, per comprendere il mondo della natura e i cambiamenti a esso apportati dall’attività umana e per aiutare a prendere decisioni al riguardo. Problem solving SkillsProblem solving Skills: la capacità di un individuo di mettere in atto processi cognitivi per affrontare e risolvere situazioni reali e interdisciplinari, per le quali il percorso di soluzione non è immediatamente evidente e nelle quali gli ambiti di competenza o le aree curricolari che si possono applicare non sono all’interno dei singoli ambiti della matematica, delle scienze o della lettura. Competenza scientificaCompetenza scientifica Usare conoscenze scientifiche, identificare problemi ai quali la scienza può rispondere e trarre conclusioni basate sui fatti per capire e prendere decisioni circa il mondo della natura Problem solvingProblem solving Affrontare e risolvere situazioni reali e interdisciplinari I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA LE COMPETENZE TESTATELE COMPETENZE TESTATE
  • 33. 33  STRUMENTI  Prove con domande chiuse a scelta multipla e domande aperte a risposta univoca e a risposta articolata • dimensione complessiva – 3 ore e ½ di prove di matematica – 1 ora di prove di lettura, 1 di scienze e 1 di problem solving • ciascuno studente – 2 ore di prove scritte (una parte delle domande)  Questionari • Q studenti (background, apprendimento matematico, ambiente di apprendimento, impegno, motivazione, carriera scolastica e familiarità con TIC) • Q dirigenti scolastici (caratteristiche della scuola, ambiente di apprendimento, risorse …)  CAMPIONE – 275.000 studenti 15enni (Italia: 12.000 in 407 scuole) – 42 Paesi partecipanti I TEST OCSE-PISAI TEST OCSE-PISA P.I.S.A. 2003: ASPETTI METODOLOGICIP.I.S.A. 2003: ASPETTI METODOLOGICI