1. Giovanni Valeri
Corso di Formazione in Neuropsicologia
Le Funzioni Esecutive nell Infanzia e nell Adolescenza
Matera 19-21/ 7 / 2008
ASL 4 Matera PreSaM DINPEE Reg Basilicata
2. Funzioni Esecutive: evoluzione storica del concetto e modelli
teorici
Validità discriminativa; funzioni esecutive e psicopatologia
dello sviluppo
Valutazione delle Funzioni Esecutive
Proposte riabilitative
3. I DISTURBI DELLO SVILUPPO NELLA
PROSPETTIVA DELLE
NEUROSCIENZE COGNITIVE
Importanti cambiamenti hanno avuto luogo, negli ultimi decenni,
in differenti discipline:
Biologia molecolare; Genetica comportamentale;
Neurobiologia dello sviluppo; Tecniche di neuroimaging;
Scienze cognitive; Psicologia evolutiva
Es. Ritardo Mentale e Fenotipi cognitivi associati a differenti eziologie
sindrome Down; sindrome Williams;
sindrome X Fragile; s: Prader-Willi; s. Turner
-Profili di sviluppo delle aree di forza e di debolezza
4. Profili cognitivi e linguistici in alcune sindromi con RM
Aree di
debolezza
Aree di forza
X Fragile -Elaborazione
sequenziale
-MBT uditiva
- Attenzione sostenuta
- MLT verbale
Down - Elaborazione uditiva
- Linguaggio
espressivo
- Elaborazione
visuospaziale
Williams -Coordinazione
visuomotoria
-Organizzazione
spaziale
-MBT uditiva
- Riconoscimento visi
- Linguaggio
(semantica)
Prader-Willi -Elaborazione
sequenziale
-MBT uditiva
-MLT
- Elaborazione visiva
(v. puzzle)
5. NEUROPSICOLOGIA COGNITIVA E DISTURBI
DELLO SVILUPPO
Definizione di un fenotipo cognitivo- comportamentale di un disturbo,
Definizione di specifici profili di sviluppo
Necessario per poter collegare e integrare i vari livelli:
1) Comportamentale (sintomi e segni)
2) Cognitivo - neuropsicologico
3) Neurobiologico
4) Genetico
Es. ADHD
1) Inattenzione; Impulsività; Iperattività
2) Deficit nell inibizione comportamentale (FE); delay aversion
3) Corteccia prefrontale; circuiti connessi con la ricompensa
4) Geni per il trasportatore e il recettore della dopamina;
6. Es. Autismo e DGS
1) Compromissioni sociali e comunicative; interessi e attività ristretti
2) Deficit nella Teoria della mente; Deficit nelle Funzioni esecutive (FE);
Debole coerenza centrale
3) Corteccia Prefrontale; Solco temporale superiore; poli temporali (amigdala)
7. Definire un preciso profilo di sviluppo, sia comportamentale sia neuropsicologico,
resta fondamentale anche per permettere interventi terapeutici e riabilitativi
più specifici e mirati.
Definizione di un fenotipo:
- Caratteristiche primarie o nucleari;
- caratteristiche secondarie (condivise da altri disturbi, o non presenti
necessariamente in tutti i soggetti con un dato disturbo).
8. ASPETTI METODOLOGICI
La neuropsicologia classica, per valutare i deficit cognitivi nei pazienti neurologici
adulti utilizza test tipicamente ben definiti su un piano psicometrico.
Valutazione NEUROPSICOLOGICA:
attenzione;
percezione (uditiva, visiva e tattile);
linguaggio;
cognizione spaziale;
memoria e apprendimento;
funzioni esecutive
9. Limitazioni a questo tipo di approccio neuropsicologico :
- i modelli di funzionamento cerebrale e cognitivo su cui sono basati questi test
derivano dallo studio di adulti con lesioni cerebrali;
- questo approccio non è sensibile ad alcune caratteristiche distintive dei
disturbi di sviluppo (Bishop, 1997), che implicano l alterazione dinamica
dell organizzazione cerebrale spesso già dalle prime fasi dell embriogenesi.
- test che misurano bene i parametri di danni focali statici nel cervello adulto,
possono non essere adeguati per valutare le stesse relazioni tra cervello, cognizione
e comportamento nel bambino
10. D. BISHOP, COGNITIVE NEUROPSYCHOLOGY AND DEVELOPMENTAL
DISORDERS: UNCOMFORTABLE BEDFELLOWS
The Quarterly Journal of Experimental Psychology, 1997, 50A (4), 899-923
- COGNITIVE NEUROPSYCHOLOGY, DISSOCIATED DEFICITS, MODULARITY
A) LIMITATIONS OF COGNITIVE NEUROPSYCHOLOGY
A.I) PROBLEMS FOR DEVELOPMENTAL APPLICATIONS
Focus on DISSOCIATIONS rather than ASSOCIATIONS
Focus on BOTTOM-UP processing
STATIC rather than DEVELOPMENTAL models
Assumption that MODALITY OF DEFICT and NATURE OF ERRORS relate to PRIMARY
underlying cause
Modules as Hard-wired INNATE systems
11. A.2) PROBLEMS FROM THE SUBJECT IN GENERAL
- Emphasis on REPRESENTATIONAL rather yhan PROCESSING deficits
- Problems in interpreting DIFFERENTIAL deficit
B) BEYOND COGNITIVE NEUROPSYCHOLOGY
- Studying INTERACTION and CHANGE in language impairments
- LANGUAGE AGE-MATCHED controls
- Comparison with other groups with know level of impairment
- Experimental studies on TRADE-OFF and CAPACITY LIMITATIONS
- LONGITUDINAL studies
- Modelling the Learning Process and SIMULATING effects of impairment at a given
stage
- INTERVENTION studies
12. Lo studio delle caratteristiche cognitive associate con i disturbi dello sviluppo è
stato fortemente influenzato dai modelli concettuali e dalle metodologie sviluppate
nel campo delle SCIENZE COGNITIVE.
Obiettivo della ricerca: suddividere i classici ampi domini della psicologia
(linguaggio, memoria, cognizione visuospaziale, ragionamento) nelle loro unità
fondamentali, ciascuna delle quali era ipotizzato che fosse associata con
uno specifico substrato neurale.
Visione computazionale dei sistemi cognitivi: la Mente è concepita come
una serie di meccanismi funzionalmente specializzati, che interagiscono
per produrre le azioni complesse (Marr, 1976; Fodor, 1983; Pinker, 1997)
MODULARITA
13. Fodor J. (1983) The modularity of mind
Karmiloff-Smith A. (1992) Beyond modularity:
A developmental perspective on cognitive
science
Pinker S. (1997) How the Mind Work
14. SCIENZE COGNITIVE
H. GARDNER (1985), La nuova scienza della mente. Storia
della rivoluzione cognitiva
Le scienze cognitive nascono verso la metà degli anni 50 dal
confluire di Filosofia, Psicologia, Linguistica, Neuroscienze,
Antropologia, Intelligenza artificiale.
1948 Hixon Symposium: J. von Neumann, W. McCulloch, K.
Lashley ( Problema dell ordine seriale del comportamento -
> piano progettato in anticipo)
15. Contributi della scuola storico-culturale sovietica
-VYGOTSKIJ (1896 - 1934)
-Pensiero e linguaggio (1934)
-Linguaggio: distingue la funzione comunicativa dalla funzione di regolazione del
comportamento
la concezione del deficit come limitazione puramente quantitativa dello sviluppo
è legata alla teoria del preformismo
La moderna difettologia si batte per la tesi secondo la quale il bambino, il cui sviluppo
è aggravato da un deficit, non è semplicemente un bambino meno sviluppato dei suoi
coetanei normali, ma un bambino che si è sviluppato in modo diverso
ogni deficit crea degli stimoli per la produzione di una compensazione (1929)
16. LURIJA (1902 - 1977)
Le funzioni corticali superiori nell uomo (1962)
Funzioni cerebrali come sistemi funzionali:
- tronco cerebrale e aurosal;
- lobi temporali, parietali e occipitali, per l elaborazione
dell input sensoriale;
- lobo frontale e pianificazione
I lobi frontali svolgono funzioni di programmazione,
regolazione e verifica delle attività
Studi sullo sviluppo delle funzioni esecutive nei bambini:
Prove di inibizione (superate dai 4 anni)
17. SHALLICE (1988) From neuropsychology to mental structure
Ha elaborato le proposte di Lurija nella cornice della scienza cognitiva. Le
FE sono analoghe a un Sistema Supervisore che regola l attivazione e la
modulazione di schemi e processi.
Ha proposto anche altre funzioni;
1) Organizzazione delle azioni in sequenze gerarchiche di mete
2) spostamento flessibile dell attenzione sulle informazioni rilevanti.
3) l attivazione di strategie adeguate
4) l inibizione di risposte attivate da stimoli esterni, ma inadeguate.
18. La mente contiene un ampio, ma finito,
insieme di schemi, organizzati su due livelli:
1) schemi attivati in modo rapido e automatico
(per situazioni note)
2) SSA Sistema Supervisore, in situazioni
nuove (per cui non esiste una routine) e
quando un processo guidato da stimoli esterni
rischia di generare una risposta scorretta.
19. FUNZIONI ESECUTIVE
METAFORA FRONTALE
Metafora sottostante il concetto neuropsicologico di Funzioni
Esecutive.
Nella neuropsicologia degli adulti si usa dire che un particolare
comportamento o un profilo evidenziato da test è di tipo
FRONTALE , in quanto ricorda quello mostrato da pazienti
con documentate lesioni frontali.
Rischio di indebita generalizzazione, soprattutto nei disturbi
dello sviluppo, in età evolutiva.
20. ORIGINI DELLA METAFORA FRONTALE
Corteccia Prefrontale (CPF):
- ampie dimensioni; importante interconnessività
- rapida espansione nell evoluzione del cervello dei
primati
La CPF umana costituisce circa il 30% dell intera
corteccia
(nei gatti: 3,5%; nei cani 7%; nei macachi 11,5%;
negli scimpanzé 17%)
La CPF è sempre al lavoro durante lo stato di veglia
21. ORIGINI DELLA METAFORA FRONTALE
BURDACH (1819) lobi frontali officina dei processi di
pensiero
HARLOW (1816) e BIANCHI (1922): deficit di
pianificazione dopo lesioni frontali.
22. Controversie sulla localizzazione delle funzioni intellettive
nel XIX e XX secolo.
GOLTZ (1888) e MUNK (1890): negano un ruolo speciale ai
lobi frontali, in base ai loro studi su lesioni sperimentali in
animali.
GOLDESTEIN (1914) lobi frontali importanti per il pensiero
astratto .
BRICKNER (1934): caso clinico di un uomo d affari con
escissione bilaterale della CPF per rimuovere un meningioma,
con perdita della capacità di sintesi dei processi di pensiero
più semplici in complessi
Lobotomia prefrontale (Moniz, 1936): lobi frontali area
silente del cervello
23. HEBB (1939; 1945) critica alle teorie sul ruolo della CPF, per
la definizione vaga; lavoro con Penfield nella terapia
neurochirurgica delle epilessie intrattabili.
Hebb ha studiato 5 pazienti con escissione della CPF (4 CPF
sinistra e 1 bilaterale). Scarsi effetti sulle funzioni sociali e
cognitive, non diminuzione del QI.
Ipotesi che i lobi frontali possono essere più importanti durante
lo sviluppo che nella vita adulta (Russell, 1959; Teuber, 1964).
24. Studi successivi hanno evidenziato effetti, in parte specifici,
delle lesioni frontali, con in comune:
- compromissione in comportamenti diretti ad uno scopo;
- in contesti nuovi e con possibilità di risposte alternative.
La disregolazione del comportamento diretto ad uno scopo,
che non può essere attribuita a deficit di processi psichici di
base, ha portato all attuale concettualizzazione dei lobi frontali
importanti per gli aspetti ESECUTIVI o di SUPERVISIONE
delle performance.
25. Paradosso della ininfluenza delle lesioni frontali sul QI;
differenza tra Intelligenza:
- FLUIDA (es. Raven; Culture Fair IQ)
- CRISTALLIZZATA (mantenimento delle conoscenze
accumulate, es. WAIS).
- Quale è il rapporto tra deficit FE, danni diffusi cerebrali e
intelligenza?
- Rapporto tra deficit FE e disturbi di sviluppo?
26. Non c è corrispondenza assoluta tra FE e Corteccia
Frontale:
- Deficit delle FE da lesioni extra-frontali
(es. gangli basali).
Lesioni prefrontali e deficit non esecutivi
(es. discriminazione olfattiva)
27. PHINEAS GAGE
1848: incidente a Phineas Gage, venticinquenne caposquadra
di un impresa di costruzioni di una linea ferroviaria.
La barra metallica penetra nella guancia sinistra, fora la base
del cranio e fuoriesce dalla sommità della testa.
Gage è in grado di parlare, camminare e mantenersi coerente
subito dopo l incidente;
dichiarato guarito dopo due mesi
28. Dottor J. HARLOW (1868) Recovery from the passage of an
iron bar through the head
Importanti cambiamenti di personalità in Gage:
bizzarro, insolente, capace a volte delle più grossolane
imprecazioni; poco riguardoso nei confronti dei compagni;
insofferente di vincoli o consigli che contrastassero i suoi
desideri; a volte tenacemente ostinato e però capriccioso e
oscillante; sempre pronto a elaborare molti programmi per il
futuro che abbandonava non appena li aveva delineati
29. Compromissione (e dissociazione ) di:
- capacità di anticipare il futuro e di pianificare, nel
contesto di un ambiente sociale complesso;
- senso di responsabilità e capacità di predisporre la
propria sopravvivenza in modo deliberato
- Gage cambia molti lavori; diviene attrazione del
circo Barnum; nel 1852 parte per l America del Sud;
nel 1860 ritorna negli USA, a San Francisco, dove
muore nel 1861 (stato di male epilettico?)
30. Contrasto tra chi riteneva che il cervello avesse parti
specializzate (e quindi funzioni mentali separate) e
chi riteneva che il cervello funzionasse come un
insieme, non suddivisibile.
P. BROCA (1865) Sur la faculté du langage articulé
K. WERNICKE (1874) Der aphasische
Symptommencomplex
31. -FRENOLOGIA (F. Gall);
in America con J. C.. SPURZHEIM;
libro di SIZER sulla frenologia (1882) dove parla anche di
Gage, colpito nelle vicinanze della Benevolenza e nella parte
frontale della Venerazione
32. Articolo su Science di H. DAMASIO et al. (1994)
The return of Phineas Gage:
danno localizzato alla Corteccia Prefrontale Ventrale,
superfici bilaterali (non interessamento di CPF Dorso-
Laterale).
33. A. DAMASIO (1994) Descartes Error
1) Lesioni PREFRONTALI Ventro-Mediali:
compromissione comportamento sociale, deficit capacità
decisionale e appiattimento emozionale.
Caso di Phineas Gage
Caso di Elliot: operato, all età di 30 anni, per un meningioma
(area mediana, sopra il piano formato dal tetto delle orbite);
cambiamento di personalità; impossibilità di decidere,
collezionismo, non imparava dai suoi errori; distacco emotivo
E. MONIZ e A. LIMA: leucotomia prefrontale (1936)
34. 2) Lesione lobo PARIETALE DESTRO :Cortecce
somatosensitive primarie(area 1,2,3); S2 seconda area
sensitiva; Insula
giudice W. Douglas (1975); anosognosia;
3) Lesione CINGOLATO ANTERIORE; area motoria
supplementare (SMA o M2) e terza area motoria (M3):
animazione sospesa delle azioni e del pensiero.
4) Lesione AMIGDALA (Tranel, 1990): compromissione
nell elaborazione emozionale
35. Damasio (1994):
Una serie di aree cerebrali, (in primo luogo la CPF) sono
implicate:
a) nei processi della ragione (pianificare e decidere);
b) un loro sottoinsieme è associato al pianificare comportamenti
personali e sociali .
c) nell elaborazione delle emozioni;
d) nella capacità di tenere a mente, per un intervallo di tempo
prolungato, l immagine di un oggetto che è pertinente, ma che
non è più presente.
36. Studi su animali: lesioni sperimentali dei lobi frontali
in scimpanzé:
- da aggressivi a mansueti;
- non apprendimento dell associazione tra uno
stimolo premiante e la sua posizione nello spazio
(lesioni CPF Dorso-Laterale: compromissione nei
compiti di risposta ritardata ; v. permanenza
dell oggetto )
MYERS (1975) ablazione CPF bilaterale in scimmie:
anomalie nel comportamento sociale
37. FUSTER (1989) The prefrontal cortex
Le funzioni prefrontali sono indispensabili per le strutture
comportamentali nuove, trans-temporali, dirette ad uno scopo.
Discontinuità temporale tra gli elementi (es. evento, risposte,
conseguenze).
TEMPO: la capacità di mantenere nella mente eventi nella
corretta sequenza temporale può essere all origine del senso
psicologico del tempo (Michon, 1985).
38. 1) funzione retrospettiva: ritenzione di informazioni passate,
mantenute nella loro sequenza temporale, in relazione ad uno
scopo
2) funzione prospettica (anticipatory set): lo schema
comportamentale e gli eventi rilevanti sono rappresentati
temporaneamente, in preparazione dell azione, e conservati
fino al raggiungimento dell obiettivo.
Queste funzioni sono simili a quelle della
MEMORIA DI LAVORO
39. Dissociazione tra
- Funzione inibitoria (regione orbitofrontale CPF e
regione ventromediale dello striato)
- Memoria di Lavoro (regione dorsolaterale CPF e
regione centrale dello striato).
40. 1) risposta (o alternanza) ritardata (CPF D-L)
2) campionamento autoimposto (CPF D-L)
3) non-accoppiamento ritardato (CPF V-M)
4) associazione condizionale di segnali spaziali e non spaziali
(CPF periarcuato)
5) compito vai/aspetta (C premotoria periarcuato)
42. 3) Lesioni DORSOLATERALI, associate con effetti
cognitivi:
a) disturbo attenzione e percezione
b) disturbo motricità (ipo- e iper-cinesia)
c) disturbo dell integrazione temporale
43. EFFETTI DI LESIONI FRONTALI IN ETA
EVOLUTIVA
Studi su casi singoli:
JP (Benton, 1991); DT (Grattan e Eslinger,1992);
ecc.:
effetti importanti, persistenti e simili a quelli degli
adulti. Frequente la sindrome pseudopsicopatica ,
problemi di attenzione (inclusa l iperattenzione ai
dettagli) e di integrazione temporale; difficoltà e
scarse relazioni con i coetanei e mancanza di empatia.
44. HEBB e PENFIELD (1940) paziente che aveva subito grave
incidente a 16 anni: frattura composta ossa frontali con
distruzione bilaterali della CPF.
ACKERLY e BENTON (1948): paziente con lesione ai lobi
frontali dalla nascita; anomalo comportamento sociale
45. DEFINIZIONE DI FE
WELSH e PENNINGTON (1988):
abilità nel mantenere un appropriato set di problem-solving
per raggiungere un obiettivo futuro (Bianchi, 1922; Luria,
1966). Questo set implica:
a) l intenzione di inibire una risposta o di differirla ad un
momento più appropriato;
b) un piano strategico delle azioni in sequenza;
c) la rappresentazione mentale del compito, che include le
informazioni e gli stimoli rilevanti codificati nella memoria e
l obiettivo futuro desiderato.
46. Numerose componenti sono necessarie per
comportamenti finalizzati a conseguire uno scopo,
associate alle Funzioni Esecutive:
- l abilità di muoversi da un concetto all altro;
-l abilità di modificare il comportamento,
particolarmente in risposta ad informazioni nuove e
modificate rispetto a ciò che domanda un compito;
-l abilità di sintetizzare ed integrare dettagli isolati in
un tutto coerente;
- l abilità di gestire diverse fonti di informazioni;
-la capacità di utilizzare in maniera rilevante e
congrua la conoscenza acquisita.
47. FE: sistema di elaborazione centrale a
capacità limitata, distinto da altri domini
cognitivi.
- Selezione di azioni contesto-specifiche, con
risposte in competizione.
48. POSSIBILI FRAINTENDIMENTI
- Non tutti i compiti complessi sono prove di FE.
- Significati impliciti di FE (parte residua della
cognizione; compromissioni da danni prefrontali,
ecc.)
- Non c è correlazione assoluta tra Lobi Frontali e FE.
49. Molteplici modelli teorici:
(Luria, 1966; Shallice, 1988; Fuster, 1989; Goldman-Rakic,
1987);
Alcuni elementi sono in comune; p. es. tutte le prove per le FE
richiedono:
- pianificazione flessibile di azioni future;
- mantenimento ( tenere a mente ) di questi piani on-line,
durante l esecuzione (MdL);
- inibizione di azioni irrilevanti.
50. 1) FE come costrutto unitario:
- Baddley (1986), Shallice (1988), Posner e Rothbart
(1998): sistema centrale attenzionale
Dempster (1992) processo inibitorio generale
2) FE con componenti dissociabili
Cohen e Servan-Schreiber (1992), Diamond (1991):
due dimensioni FE:
- Memoria di lavoro (MdL)- Inibizione
51. Modello MIYAKE et al (2000):
Costrutto unitario e componenti dissociabili
(tre variabili latenti distinte, ma
moderatamente correlate):
1) Inibizione di risposte prepotenti
2) Memoria di lavoro (information updating
and monitoring)
3) Set shifting (flessibilità)
52. 1) Zelazo e Frye (1998): rappresentazione
di regole progressivamente organizzate
gerarchicamente
2) Munakata (2001): sistemi multipli di
rappresentazione (latenti e attive)
3) Diamond (2006): tre componenti (MdL,
inibizione e flessibilità cognitiva) separabili
e con specifiche traiettorie evolutive
53. Numerose evidenze da studi neuroanatomici (Rakic,
Bourgeois, Zecevic, Eckenhoff & Goldman-Rakic,
1986) e da studi di psicologia dello sviluppo
(Diamond, 1985; Welsh & Pennington,1988) che
forme prefrontali rudimentali di funzioni esecutive
emergano precocemente nell infanzia (primo anno di
vita)
Sviluppo significativo delle FE in età prescolare
(primi 5 anni di vita)
54. Levin et. al (1991)
Tra i 7 e gli 8 anni e i 9 e i 12 anni incremento della sensibilità ai feedback
nel problem solving nelle formulazione di concetti, nel controllo
dell impulsività.
Tra i 9 e i 12 anni e 13 e 15 anni, incremento delle strategie nella memoria,
dell efficienza nella memoria, della pianificazione del tempo, del problem
solving e della ricerca di ipotesi .
Secondo Welsh et al. (1991)
A 6 anni I bambini pianificano strategicamente i comportamenti;
A 10 anni mettono in atto comportamenti più complessi di ricerca e di
valutazione di ipotesi.
A 12 anni è migliore la fluenza verbale e l abilità di pianificazione di sequenze
motorie complesse
55. VALUTAZIONE DELLE FE
1) INIBIZIONE (Inhibition):
2) MEMORIA DI LAVORO (Working Memory)
3) FLESSIBILITA (Set Shifting)
4) PIANIFICAZIONE (Planning)
- FLUENZA
- ATTENZIONE
56. INIBIZIONE
- Prova di Luria ( pugni e indicare )
- Go-NoGo
- Stroop test
- Matching Familiar Figures Test (MFFT)
57.
58.
59.
60. Prove sull effetto STROOP
Stroop (1935): interferenza che si produce
quando cerchiamo di rispondere ad una
proprietà di uno stimolo, mentre un altra
proprietà attiva automaticamente una risposta
incompatibile con quella corretta.
61. Compiti Go-NoGo
Ripondere dopo un determinato stimolo e non
rispondere (inibire la risposta) dopo un altro
stimolo
Es. Lurja (luce verde/rossa)
Distinzione tra:
- inibizione neutrale
- inibizione forzata (risposta rinforzata
precedentemente)
62. FLESSIBILITA
- WCST - Wisconsin Card Sort Test
- MCST - Modified CST
- Trail Making Test, part B
- Triplette di magneti (età prescolare)
63. FLESSIBILITA
WCST - WISCONSIN CARD SORTING TEST
(Grant & Berg, 1948)
Mazzo di cartoncini, con quattro carte scoperte, che variano
per Colore, Numero e Forma.
Porre le carte del mazzo sotto una delle quattro carte, e
feedback sulla correttezza o meno della sua scelta, senza
esplicitare la regola. Dopo dieci classificazioni corrette
consecutive il criterio viene modificato, senza avvertimento.
Valutazione della prestazione: numero di criteri identificati,
numero di errori di perseverazione, incapacità di mantenere le
risposte corrette.
64.
65. TMT A prova: su questo foglio (si indica) sono distribuiti dei numeri. Lei dovrà partire dal
numero 1, INIZIO, e tracciare una linea per raggiungere il 2, poi andare al 3, poi al 4 e così
via fino a dove c'è scritto FINE. Dovrà cercare di non staccare la matita dal foglio. Non si
preoccupi se le linee non sono dritte, non importa, cerchi solo di essere il più possibile veloce
e accurato nella ricerca.
TMT A esecuzione: su questo foglio (.si indica) ci sono più numeri, ma il suo compito è il
medesimo. Ora do-vrà essere veloce e accurato perché calcolerò quanto tempo impiegherà.
Pronto?
Solo se è riuscito a svolgere il TMT A si passa alla prova Errori
TMT B prova: su questo foglio (si indica) sono distribuiti sia numeri sia lettere dell'alfabeto
(accertar-si della conoscenza dell'alfabeto). Lei dovrà congiungere con una linea, come
prima, i numeri e le let-tere in ordine crescente e in modo alternato a partire dal numero 1,
INIZIO, e dovrà alternare sempre un numero e una lettera. Dal numero 1 deve tracciare una
linea per raggiungere la prima lettera A poi da qui il secondo numero 2, da qui la seconda
lettera B, poi il numero 3, poi la lettera C, poi 4 poi la lettera D, dove c'è scritto FINE. Dovrà
fare tutto questo velocemente, sia la ricerca di numeri (. lettere sia la traccia, e cercare di non
staccare la matita dal foglio. Non si preoccupi se le linee non so no dritte, cerchi solo di essere
il più possibile veloce e accurato nella ricerca.
TMT B esecuzione: su questo foglio (si indica) ci sono più numeri e più lettere, ma il suo
compito è il mede-simo. Dovrà essere veloce e accurato perché ora cal-colerò quanto tempo
impiegherà. Pronto?
72. Torre di Londra (Shallice, 1982)
semplificazione della Torre di Hanoi.
Elaborazione di strategie mai utilizzate.
Una configurazione iniziale di palline, infilate
su tre pioli deve essere modificata utilizzando
il minor numero di mosse e muovendo una
pallina alla volta, in una configurazione finale.
73. R
V B -
B
V R -
3 mosse
R
V B -
V
B
R - -
5 mosse
Posizione
iniziale
Posizione
finale
74.
75.
76. MEMORIA DI LAVORO
- Risposta ritardata ( A non A)
- Self-Ordered Pointing
- Sentence Span
- Digit Span inverso
- Calcolo mentale
- Giro di barattoli (età prescolare)
77. RIPETIZIONE ORALE DI DIGIT SPAN (NELLRIPETIZIONE ORALE DI DIGIT SPAN (NELL ORDINE INVERSO)ORDINE INVERSO)
ADDIZIONI SERIALI (CALCOLO ARITMETICO MENTALE)ADDIZIONI SERIALI (CALCOLO ARITMETICO MENTALE)
LOCALIZZAZIONE DI STIMOLI ALLLOCALIZZAZIONE DI STIMOLI ALL INTERNO DI UNA DISPOSIZIONEINTERNO DI UNA DISPOSIZIONE
SPAZIALE DI INFORMAZIONI CHE DEVONO ESSERE TENUTE IN MEMORIASPAZIALE DI INFORMAZIONI CHE DEVONO ESSERE TENUTE IN MEMORIA
TRATTENERE INFORMAZIONI SEQUENZE DI INFORMAZIONI IN MEMORIATRATTENERE INFORMAZIONI SEQUENZE DI INFORMAZIONI IN MEMORIA
PER ESEGUIRE CORRETTAMENTE UN COMPITO NELPER ESEGUIRE CORRETTAMENTE UN COMPITO NEL SELF ORDEREDSELF ORDERED
POINTING TASKPOINTING TASK
78. Daneman e Carpenter (1983)
Materiale: 3 serie di sets di frasi, ciascuno composto da un
numero crescente di frasi da 2 a 5. Alcune frasi sono
affermazioni possibili, quindi sono vere ed altre impossibili
quindi sono false.
Somministrazione: al bambino viene letta una frase poi gli si
domanda se questa frase è vera o falsa; alla fine del set di frasi
il bambino deve ricordare l ultima parola di ogni frase, non
importa se il bambino ripete le parole in ordine diverso da
quello di presentazione, e non importa se risponde bene alla
domanda vero falso.
79.
80. PROVE DI ATTENZIONE
- CPT CONTINUOUS PERFORMANCE TEST
- Test delle Campanelle
Attenzione visiva selettiva (BVN 5-11)
Attenzione uditiva selettiva (BVN 5-11)
Batterie computerizzate
81.
82. PROVA CP
Numero bersagli trovati Numero falsi p. Numero di omissioni Tempo
CP1
CP2
CP3
Dati di riferimento indicativi (media e d.s.)
Per gruppo (ADHD) e gruppo di controllo
Dalla II alla V elementare
Numero totale di omissioni
Numero totale falsi positivi
Aumento omissioni dalla I alla III scheda
Diminuzione dei tempi di lavoro dalla I alla III scheda
83.
84. FLUENZA
- Fluenza Verbale (Fonemica e Semantica)
- Design Fluency
Implica numerosi processi cognitivi
velocità di elaborazione, ampiezza del vocabolario, memoria
semantica, memoria di lavoro, inibizione, set maintenance
85. Batteria neuropsicologica:
(MBT verbale) - Digit span forward
(MdL verbale) -Digit span backward
(MdL visiva) - Visual working memory
(Inibizione) - Flexibility task (tempo reazione, errori)
(Inib) - Go/NoGo (tempo reazione; misses; errori)
(Inib) - Stroop (Color word (time) Color name (time)
Interference (time; errori; correzioni)
(Probl solv) - ToL (pianificazione!) (corrette; tempo pianificazione)
(Concept format) MCST (corrette; errori; perseverazioni)
(Proces speed) - Trial Making test A (tempo; errori)
(Shifting) - TMT B (tempo; errori)
(Fluenza fon) - parola-S (corrette; ripetizioni; rottura regole)
(Fluenza sem) - Animali (corrette; ripetizioni; rottura regole)
(Fluenza fig) - Five point test (corrette; ripetizioni; rottura regole)
86. Prove di inibizione comportamentale (Lurija)
Prova di flessibilità attentiva (triplette di
magneti)
Prova di memoria di lavoro (giro di barattoli)
Prova di pianificazione (Torre di Londra)
87. Stievano P., Valeri G., Totonelli L., Curcelli C.
(2006), Funzioni esecutive e psicopatologia di
sviluppo: prove per l età prescolare ,
Psichiatria dell infanzia e e dell adolescenza,
73, 51-63
60 bambini con sviluppo tipico suddivisi in tre
fasce di età (3 anni, 4 anni, 5 anni)
88. Valeri G., Stievano P. (2007)
Neuropsicologia dello sviluppo e funzioni
esecutive, Giorn Neuropsich Età Evol, 27,
195-204
89. FUNZIONI ESECUTIVE E
PSICOPATOLOGIA DELLO
SVILUPPO
Autismo
ADHD
Disturbi Condotta
Sindrome Tourette ( e DOC)
Fenilchetonuria
Schizofrenia ad esordio precoce
90. PENNINGTON B., OZONOFF S. (1996)
EXECUTIVE FUNCTIONS AND DEVELOPMENTAL
PSYCHOPATHOLOGY
Rassegna di studi su FE in quattro psicopatologie dello sviluppo:
ADHD;
disturbo della condotta (DC);
Autismo;
sindrome di Tourette (ST).
Deficit nelle FE sono stati evidenziati significativamente nell ADHD e
nell Autismo, ma non nei DC (senza ADHD) e nella ST;
91. Deficit molari nelle FE più gravi nell Autismo;
Il profilo dei deficit appare differente:
- compromissione dell inibizione motoria nell ADHD, ma non
nell Autismo;
- compromissione nella memoria di lavoro verbale
nell Autismo, ma non nell ADHD.
92. Le ricerche che hanno indagato le FE nell autismo hanno
evidenziato deficit significativi (Pennington, Ozonoff, 1996):
13 studi su 14 hanno trovato una differenza significativa tra
autistici e controlli in almeno una misura FE.
Sono state usate 32 prove di FE; gli autistici hanno mostrato deficit,
relativi ai controlli, in 25 di queste (78%).
In nessuno studio il gruppo dei soggetti autistici presentava
performance alle prove FE superiori al gruppo di controllo.
L effect size medio della differenza tra i gruppi è di 0,98.
La prova FE che si è dimostrata in grado di differenziare
maggiormente autistici da controlli è la Torre di Hanoi, con un
effect size medio di 2,07.
Il test WCST, impiegato più frequentemente, ha evidenziato deficit
nell 80% degli studi, con un effect size medio di 1,06.
93. Ozonoff e Jensen (1999) JADD
Specific Executive Function Profiles in Three
Neurodevelopmental Disorders
AUT ADHD Touret Contro
l
N° 40 24 30 29
Età 12,6 11,1 12,6 12,1
QI 95,2 107,2 100,8 107,8
94. Ozonoff e Jensen (1999) JADD
Specific Executive Function Profiles in Three
Neurodevelopmental Disorders
AUT ADHD Touret Control
WCST 40,3* 13,9 19,1 16,1
ToH 33,0* 38,0 39,3 40,1
Stoop 27,7 27,4* 31,6 32,0
95. 1) Pianificazione: (ToL) compromissione
- vs controlli clinici (dislessia, ADHD,
Tourette) e a sviluppo tipico, appaiati per
età;
- persistente nel tempo
- Hughes et al. (1994) variante
computerizzata ToL: deficit solo nelle
prove con le sequenze più lunghe;
correlazione con EM Non Verbale
96. 2) Flessibilità: (WCST) compromissione
- vs controlli clinici e a sviluppo tipico,
appaiati per età; anche in culture non
occidentali
- persistente nel tempo
Hughes et al. (1994) CANTAB
Intradimensional/Extradimensional shift:
deficit solo nelle prove con shift
extradimensonale
97. 3) Inibizione:
Non compromissione allo Stroop (vs ADHD,
PKU) e alla prova Go-noGo condizione
neutrale
Compromissione alla prova Go-noGo condizione
rinforzata , e alla prova Windows Task
(vincere un oggetto desiderato indicando una
localizzazione diversa).
Ipotesi di Russell, (2002): difficoltà in prove con
regole arbitrarie
98. Studi su prescolari
Dawson et al. (1998, 2002);
McEvoy et al. (1993)
Griffith et al. (1999)
Compromissioni nei bambini più grandi,
nelle prove di Flessibilità
99. Studi sulla relazione tra FE e Attenzione
congiunta:
- deficit nella Flessibilità, ma non nella MdL in
bambini autistici di 4 anni (vs controlli RM e
sviluppo tipico)
- la compromissione dell Attenzione congiunta
era un significativo predittore della
compromissione della Flessibilità (prova spatial
reversal ) al follow-up dopo 12 mesi (Griffith et
al., 1999)
100. Studi sulla relazione tra FE e Attenzione
congiunta:
Dawson et al. (1998, 2002)
Prove associate a CPF Ventromediale
(VMPFC) e a CPF Dorsolaterale
(DLPFC):
solo le prove VMPFC correlate
all attenzione congiunta
101. Tre studi hanno già indagato le FE in autistici prescolari, con
risultati controversi.
Dawson, Meltzoff, Osterling e Rogers (1998) hanno evidenziato un deficit
in autistici (EC media: 5,4 anni) confrontati con due gruppi di controllo, in
una prova A non B, con spostamento invisibile .
McEvoy, Rogers e Pennington (1993) hanno confrontato un gruppo di
autistici (EC media: 5,4 anni) con due gruppi di controllo in quattro prove
ben validate (A non B; Risposta Ritardata; Spatial Reversal; Alternanza
Ritardata). Solo nella prova Spatial Reversal i soggetti autistici
presentavano un numero di errori perseverativi significativamente
maggiori; va tenuto presente che le altre tre prove hanno evidenziato un
effetto soffitto .
102. Wehner e Rogers (1994) hanno confrontato un gruppo
di prescolari con autismo (EC media: 3,5 anni) con un
gruppo di controllo costituito da bambini con ritardo di
sviluppo, appaiati in base alle abilità verbali e
nonverbali, in tre prove.
Due di queste presentavano ancora un effetto soffitto ,
ma, a differenza dello studio di McEvoy, i due gruppi
presentavano una performance simile alla prova Spatial
Reversal .
103. GRIFFITHE., PENNINGTONB., WEHNERE., ROGERSS.(1999)
Child Development
EXECUTIVEFUNCTIONSINYOUNG CHILDRENWITHAUTISM
LÕipotesi di una disfunzione della FEnellÕautismo ha ricevutomolteconferme da
studi su adolescenti eadulti; glistudi con bambinipiccolihanno invecedatorisultati
contrastanti.
Due studi che confrontano le performance di prescolari con autismo (ECmedia 4,3
anni) con quelle di ungruppodi controllo, appaiatoperet , abilit verbali enon-
verbali.
Il 1¡studio (18autistici vs 17controlli) non ha evidenziatodifferenzedi gruppoin8
prove di FE; ha inveceevidenziatoche i bambinicon autismo presentano minore
attenzione condivisae comportamenti di interazione sociale.
Il 2¡studio (13autistici vs 11controlli) ha seguitolongitudinalmenteunsottogruppo
del primo studio,trovandoche le performancealla prova Spatial Reversal non
cambiavano significativamentedopounanno.
I risultati deglistudi non sembrano confermarelÕipotesi di undeficit primario delle
FEnellÕautismo.
104. Studi successivi hanno evidenziato deficit nelle Funzioni Esecutive,
oltre che nell Autismo e nell ADHD, anche:
- Disturbi della condotta, senza ADHD (soprattutto sottotipo con esordio precoce,
persistente, con anomala socializzazione);
- Sindrome Tourette
- Fenilchetonuria (anche trattata)
- Schizofrenia
-- Sindrome di Turner
-- Leucemia linfoblastica acuta
105. Deficit neuropsicologici (Moffitt, 1993):
- basso QI (anche dopo aver controllato SES)
- deficit di linguaggio (es. QIP>QIV)
- deficit FE (pianificare azioni, dilazionare la risposta, anticipare gli esiti, inibire
o modificare le risposte, automantenere un obiettivo); importanti nel determinare
alcune caratteristiche quali l impulsività e le difficoltà di apprendimento.
Studi recenti (Seguin et al., 1999; Toupin et al., 2000) hanno evidenziato una correlazione
tra FE e disturbi della condotta anche in assenza di ADHD.
Bambini con disturbi della condotta pervasivi, con aggressioni fisiche mostravano
maggiormente deficit nelle FE.
La relazione tra FE e aggressività era, inoltre, relativamente indipendente dal QI e da
funzioni cognitive non-esecutive, quali la memoria.
Deficit nelle FE sono stati evidenziati anche in uno specifico sottogruppo di disturbi della
condotta, quello con ridotta socializzazione , a maggior rischio per un disturbo persistente
e per disturbo antisociale di personalità. Questi soggetti sembrano presentare una significativa
difficoltà nel monitorare e modificare il proprio comportamento, come conseguenza di una
mancanza di attenzione alle conseguenze dei propri comportamenti (Quay, 1993).
106. Baron-Cohen et al. (1994): deficit cognitivo primario nell Intention Editor, un
componente del Supervisory Attentional System (Shallice, 1988), che viene attivato
quando ci sono diverse intenzioni in competizione tra loro.
Due studi:
1) Luria Hand Alternation Task
2) Inibizione vocale
Le performance dei soggetti con ST, con età media di 12 anni, erano peggiori di
Quelle dei controlli, con età media di 6 anni.
Riportati deficit nella fluenza verbale, nell attenzione; non evidenziati deficit nel WCST
107. Deficit spaziali
Temple et al. (1996): 16 ragazze con età media di 10 anni
-compromissioni nella fluenza verbale, nello Stroop test, nel SOPT;
-- assenza di compromissioni nel WCST e nella TdL
108.
109. Art 1997: Behavioral Inhibition, Sustained Attention,
and Executive Functions: Constructing a Unifying
Theory of ADHD
L inibizione comportamentale con il controllo delle
interferenze sembra essere fondamentale per il
normale svolgimento delle funzioni esecutive
Il ritardo nelle risposte comportamentali dà luogo al
pensiero e alle funzioni esecutive
Le funzioni esecutive sono 4 e si sviluppano in
maniera gerarchica
110.
111. MODELLO DI BARKLEY
funzioni esecutive fondamentali per la
regolazione del comportamento
memoria di lavoro;
autoregolazione dell umore, motivazione,
arousal;
internalizzazione del linguaggio;
ricostruzione (l analisi e la sintesi del
comportamento).
112.
113. 1) INIBIZIONE COMPORTAMENTALE
(3 processi collegati)
A) Inibizione ad una massiccia e prepotente risposta iniziale ad
un evento
B)B) Interruzione di una risposta in corso per mezzo dellaInterruzione di una risposta in corso per mezzo della
quale viene consentita una pausa un attesaquale viene consentita una pausa un attesa
C) Controllo dellC) Controllo dell interferenza.interferenza.
La protezione di questo periodo di pausa e delle risposte direttLa protezione di questo periodo di pausa e delle risposte direttee
su se stessi che hanno luogo allsu se stessi che hanno luogo all interno di queste, dallinterno di queste, dall influenzainfluenza
di eventi e risposte in competizionedi eventi e risposte in competizione
114. L inibizione è valutata attraverso compiti che richiedono le
seguenti risposte:
--Trattenersi dal rispondereTrattenersi dal rispondere
-- Ritardare nel rispondereRitardare nel rispondere
-- Cessazioni di risposte continueCessazioni di risposte continue
--Resistenza alla distrazione allResistenza alla distrazione all interferenza di eventi in competizioneinterferenza di eventi in competizione
115. 2) AUTOREGOLAZIONE
DELL EMOZIONI, MOTIVAZIONI ED
AROUSAL
L INIBIZIONE E IMPORTANTE PER SVILUPPARE
L AUTOREGOLAZIONE EMOTIVA
Evidenze da lesioni della corteccia prefrontale in pazienti adulEvidenze da lesioni della corteccia prefrontale in pazienti adultiti
--disturbi nella motivazione e delle pulsionidisturbi nella motivazione e delle pulsioni
--IrritabilitIrritabilitàà e scarsa tolleranza alla frustrazionee scarsa tolleranza alla frustrazione
--Mancanza di preoccupazione per gli altriMancanza di preoccupazione per gli altri
116. Bronowski (1977) Unicità e importanza del
linguaggio autodiretto e internalizzato per
controllare il comportamento
Berk e Potts, (1991) Reciproca influenza del
linguaggio interno e del controllo inibitorio del
comportamento
117. A) controllo del comportamento attraverso il
linguaggio degli altri
B) il controllo progressivo del comportamento
attraverso il discorso autodiretto interno
C) creazione di nuove regole attraverso
domande autodirette (regole di secondo
ordine)
118. LE REGOLE AUTODIRETTE
- permettono agli individui di persistere nel
rispondere in condizioni di livelli molto bassi
di rinforzo immediato;
- Organizzano gli spazi vuoti temporali
(organizzazione cross-temporale del
comportamento)
119. LE REGOLE AUTODIRETTE
- Prevalenza della regola sulla contingenza
immediata man mano che l individuo matura
- Le regole in alcune condizioni possono essere
rigide ed inflessibili anche se la regola diviene
scorretta
120. 4) ANALISI
E SINTESI COGNITIVO COMPORTAMENTALE
- competenze narrative
- Problem solving verbale
- Creatività verbale e non verbale:
(composizione tramite ordine variato di
elementi)
- Sequenze motorie complesse: percorsi
psicomotori
121. MODELLO DI ATKINSON E SHIFFRIN
UN SISTEMA CHE CONTIENE TEMPORANEAMENTE E
MANIPOLA L INFORMAZIONE PARTECIPANDO NELLO STESSO
TEMPO AD UN VASTO INSIEME DI COMPITI COGNITIVI
ESSENZIALI COME L APPRENDIMENTO, IL RAGIONAMENTO E
LA COMPRENSIONE
- EVIDENZE NEUROPSICOLOGICHE
- EVIDENZE SPERIMENTALI (TECNICA DEL COMPITO DOPPIO)
122.
123. Dipendenza dal contesto contingente
Maggior influenza degli eventi immediati e
delle loro conseguenze rispetto a quelli più
distanti nel tempo
Minore senno di poi.. (Hindsight)
Ridotta pianificazione del futuro (forethough)
Ridotto automonitoraggio
124. PROFILO TIPICO DI UN BAMBINO CON UN
DEFICIT NELLA MEMORIA DI LAVORO
Ridotte abilità nell apprendimento della
lettura, scrittura e calcolo;
Insuccessi frequenti nel completare le attività
di apprendimento
Insuccessi nel ricordare le istruzioni
126. Nell esecuzione di comportamenti finalizzati, la memoria di
lavoro permette un feedback dalle ultime risposte elicitate,
tenute in mente (funzione retrospettiva) e fornite
successivamente (funzione prospettiva) per mofificare le
risposte successive
127.
128. LINGUAGGIO INTERNOLINGUAGGIO INTERNO MEMORIA DI LAVOROMEMORIA DI LAVORO
Cosasi puòononsi puòfare!Cosasi puòononsi puòfare!
Internalizzazione delle norme e regole moraliInternalizzazione delle norme e regole morali
129. DIPENDENZA DAL CONTESTO
IMMEDIATO E CONTINGENTE
DIPENDENZA DAL CONTESTODIPENDENZA DAL CONTESTO
IMMEDIATO E CONTINGENTEIMMEDIATO E CONTINGENTE
Rappresentazione interna delle informazioniRappresentazione interna delle informazioni
INDIPENDENZA DAL CONTESTOINDIPENDENZA DAL CONTESTO
131. Pochi studi controllati sulla efficacia delle terapia
dei disturbi delle FE in età evolutiva
Marlowe (2000) Developmental
Neuropsychlogy
An Intervention for Children with disorders of
Executive Functions
132. Approccio cognitivo-comportamentale per
insegnare metacognitive executive thinking
strategies , potenziando la mediazione verbale
nei compiti complessi e l autoregolazione
comportamentale. (v. Montessori, 1912)
Despite the growing literature on developmental
executive disorders, little has been written about
interventions that may enable the children to
acquire some of the requisite adaptive skills
133. Posner et al. (2005)
Training, maturation and genetic influence
on the development of executive attention
Controllo attenzionale executive attention
network ( CPF Lat e CCA):
sviluppo significativo tra 3 e 7 anni.
differenze individuali; significativo ruolo fattori
genetici (v. studi su gemelli).
134. Training di 5 giorni in bb di 4 e 6 anni (con
gruppo controllo)
Risultati valutati con varie misure:
- Child ANT (Attention Network Test)
- Potenziali evocati (ERP)
- Test intelligenza (K-BIT; Kaufman)
Studiato anche ruolo di:
- temperamento ( effortful control )
- polimorfismi genetici (gene DAT1)
135. Programma training:
1) seguire un percorso
2) anticipazione (visibile -> invisibile)
3) discriminazione stimoli (con -> senza
modello)
4) risoluzione conflitto (associare
numero -> prove Stroop-like
numerosità/numero)
5) inibizione
136. Miglioramenti al Child ANT e alla K-BIT (scal
matrici , cognizione fluida)
Maturazione dei pattern di attivazione
neurofisiologici (ERP):
- bb 4 anni Training -> bb 6 anni no tr. (F2)
- bb 6 anni Training -> adulti (C2)
Rapporto con aspetti temperamentali e con
polimorfismo genetico DAT1(forma lunga
omozigote)
137. I bambini con le performance iniziali
peggiori mostravano i maggiori effetti al
training
I risultati indicano che lo sviluppo
dell attenzione esecutiva (executive
attention network) è influenzata da fattori
genetici, ma è sensibile a interventi
abilitativi durante l età evolutiva
139. Conteggi all indietro
Giorni della settimana, mesi dell anno
all indietro
Soppressione articolatoria: aumentare il carico
di informazioni da gestire simultaneamente ad
esempio contare successivamente o
contemporaneamente in una prova di memoria.
140. Ausili esterni per rappresentare le regole e il
tempo: post-it, elenchi, poster, timer, cartelli
Autoistruzioni brevi ripetute frequentemente
dal bambino
141. Fonte: Journal of child Psychology and Psychiatry 47:1 (2006), pp 4-15
Practioner Review: Short-term and working memory impairments in
Neurodevelopmental disorders: diagnosis and remedial support
Susan E. Gathercole and Tracy Packiam Alloway
142. Labirinti
Problem solving in cui sono presenti tappe
intermedie che apparentemente allontanano
dalla meta: potenziare l efficacia del piano
mentale
143.
144. Basata su aspetti percettivi (nei più piccoli):
Chiodini in triplette
Set-shifting
145. Riferimento al modello di Barkley
Autoregolazione attraverso il linguaggio
Regolazione nel gruppo terapeutico
Segnale di stop in un posto della classe, specie per i b.
più piccoli
Lavoro integrato con scuola, famiglia per uniformare
le condotte educative.
146. Art 1997: Behavioral Inhibition, Sustained Attention, and
Executive Functions: Constructing a Unifying Theory of
ADHD
L inibizione comportamentale con il controllo delle
interferenze sembra essere fondamentale per il normale
svolgimento delle funzioni esecutive
Il ritardo nelle risposte comportamentali dà luogo al pensiero e
alle funzioni esecutive
Le funzioni esecutive sono 4 e si sviluppano in maniera
gerarchica
147. MODELLO DI BARKLEY
funzioni esecutive fondamentali per la regolazione del comportamento
INIBIZIONE
Memoria di lavoro;
Autoregolazione emozionale, motivazione, arousal;
Internalizzazione del linguaggio;
Ricostruzione (l analisi e la sintesi del
comportamento).
148.
149. Esercizi di cancellazione di lettere all interno
di testi (Attenzione visiva)
Ricerca di particolari (Attenzione visiva)
Individuazione di parole all interno di elenchi
ascoltati (Attenzione uditiva)
150. Un approccio riabilitativo delle Funzioni
Esecutive non si limita a promuovere lo
sviluppo di singole competenze; spesso, è
necessario anche trovare strategie che
rinforzino quei processi carenti che
impediscono la piena espressione della
competenza.
151. Lo studio delle Funzioni Esecutive costituisce un
ulteriore bussola che, attraverso nuovi
strumenti clinici e diagnostici, potrà orientare
maggiormente nei campi della neuropsicologia
e della psicopatologia di sviluppo.
Le riflessioni, gli strumenti e i metodi oltre a
migliorare i processi diagnostici
contribuiranno a influenzare anche gli
orientamenti educativi e riabilitativi futuri.
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