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EMOZIONE E DEFINIZIONE
DELLA RELAZIONE
Leggendo i quotidiani, i periodici, seguendo i mass-media, in
generale, veniamo a sapere che l’insegnamento va male, che
gli insegnanti vedono tutto nero, che gli studenti sono delle
sfortunate cavie di riforme informi, che i genitori si strappano
i capelli… Un coro antico si alza e urla tragicamente:
“l’insegnamento è inadatto,(…)” .
(M.J Chalvin)
L’insegnamento è criticato e vilipeso sin da quando Carlo
Magno inventò la scuola.
Testimoni ne siano le riflessioni di intellettuali su di esso
e sulle sue carenze in epoche diverse:
Alfredo il Grande, nel X secolo, accorgendosi che i libri
depositati nelle biblioteche delle scuole anglosassoni sono
scritti in latino, decide di tradurli.
Nel frattempo altri si interrogano sulla pedagogia e
Sant’Anselmo insorge contro l’abitudine che hanno i
maestri di picchiare i loro allievi e di costringerli a
lavorare.
Milton, all’inizio del XVII secolo, facendo eco a questi
denigratori del sistema scolare medievale, dichiara: “Quanto
al sistema volgare di insegnamento, io lo guardo come un
vecchio errore delle università ancora incrostate di ruggine
scolastica dei tempi barbari.”
Anche John Locke si interroga sulla pedagogia e insiste
sulla libertà:”C’è una quantità di cose che ci ispirano
avversione per il fatto di esserci state imposte. Ho sempre
pensato che lo studio poteva diventare un gioco, ricreazione
per i bambini e che ci fosse il mezzo di infondere in loro il
desiderio di apprendere se si fosse presentata loro
l’istruzione come una cosa degna di onore, piacevole,
ricreativa o come una ricompensa.”
Critiche sul contenuto, sui maestri, sulla presentazione
dell’insegnamento…ritroviamo questi stessi dibattiti nel
nostro XX secolo che risultano altrettanto attuali, presenti e
preoccupanti. Ma ciò che è diverso dai secoli precedenti, è
che oggi il problema dell’insegnamento è diventato l’assillo
di tutti, che tutti hanno la loro opinione e soluzione per
risolverla, perché il XX secolo è quello che ha visto
l’accesso di tutti all’insegnamento…

(M.J. Chalvin)
Peggio ancora, le critiche vengono da gente non
qualificata (…).

Ha poca importanza la competenza, l’età, niente spaventa
nessuno quando si tratta di esprimere delle critiche, di
dare suggerimenti, di almanaccare.

(M.J. Chalvin)
La questione della definizione e della funzione sociale delle emozioni
costituisce
un nodo fondamentale del dibattito relativo
alla “natura sociale” della specie umana
Lo studio delle emozioni è, infatti, strettamente collegato
all’indagine psicologica sulla cognizione e sul comportamento sociale
poiché
le emozioni influenzano
la percezione, il giudizio,
l’attivazione del
gli atteggiamenti interpersonali
la memoria, il problem solving,
comportamento aggressivo
e le relazioni sociali
e molti altri aspetti del
e della prosocialità
funzionamento individuale
il processo e l’esito delle negoziazioni
e degli incontri sociali dipendono
dallo scambio di segnali emozionali
(per es. di minaccia o di pacificazione)

frustrazione-aggressività,
empatia-comportamento
prosociale
Emozione
Relazione

TEMPO

Comunicazione

Apprendimento

Emozione, comunicazione, relazione e apprendimento
sono processi strettamente collegati e contenuti nel tempo.
Una delle aree della psicologia sociale
in cui le emozioni giocano un ruolo fondamentale è
lo studio delle “dinamiche di gruppo”
e
del comportamento collettivo

Già Le Bon, nel 1895, postulava

un meccanismo
di “contagio emozionale”

per spiegare la natura irrazionale
del comportamento delle persone,
quando si trovano in grandi folle
L’emozione è
un costrutto ipotetico

cioè
un’entità non direttamente osservabile
ma inferibile

dai diversi indicatori emozionali e dalla loro interazione
Strutture cerebrali coinvolte nella dinamica emotiva
Con il termine emozione si indica

un processo che comporta
cambiamenti piuttosto ampi e interrelati
in vari sottosistemi dell’organismo
e
che si verifica in risposta ad un evento scatenante,
che ha un significato fondamentale per l’individuo
in termini di sopravvivenza biologica o psicologica
l’emozione, pertanto, si configura come
un processo dinamico e adattivo
di risposta ad una situazione di crisi
Le emozioni discrete basilari o primarie
sono:

secondo Campos:
-felicità
-paura
-tristezza
-collera
-interesse

secondo Argyle:
-felicità
-tristezza
-sorpresa
-disgusto/disprezzo
-paura
-interesse
-vergogna
-senso di colpa
La ruota di Plutchik
Mentre l’emozione è un processo dinamico di durata relativamente breve

l’umore è
uno stato emozionale
più diffuso e duraturo
(almeno qualche ora),
non necessariamente
scatenato
da un evento concreto

l’emotività è
un tratto
della personalità
relativamente stabile

il sentimento è
la risonanza affettiva,
meno intensa della passione
e più duratura dell’emozione,
con cui il soggetto vive
i propri stati soggettivi e
gli aspetti del mondo esterno
(può includere più emozioni
anche di segno opposto)
Teoria classica dell’emozione

l’emozione – sensazione,
elicitata da un evento emotigeno,
è la causa e non la conseguenza

delle tipiche
reazioni corporee

delle specifiche
tendenze all’azione
E’ possibile distinguere diverse componenti dell’emozione

la sensazione
interna

i modelli di
risposta
a livello
neurofisiologico

l’espressione
motoria

ovvero
cioè
attraverso
i cambiamenti
l’esperienza
il volto, la voce,
nell’attività
consapevole
i gesti
del SNC
dei cambiamenti
e
che si verificano
del SNA
in tutte le altre
componenti

la tendenza
all’azione

la valutazione
cognitiva
o appraisal

per es.
desiderio
di fuggire,
nascondersi,
ecc.

cioè
l’attribuzione
di un
significato
a ciò che
accade

L’emozione si configura, pertanto, come un processo complesso in grado di includere
la maggior parte degli aspetti del funzionamento mentale
sensazione
La maggior parte
degli psicologi sociali
fanno riferimento
alle tre principali componenti

fisiologia

espressione
con il termine di

triade delle reazioni emozionali
La sincronizzazione dei processi psicologici e fisiologici
al fine di mobilitare tutte le risorse di un organismo
per affrontare un evento significativo
comporta dei costi

si impedisce ad
alcuni sottosistemi
di eseguire
la loro normale funzione
(per es. non possiamo
digerire o pensare con lucidità
quando siamo in preda ad
una forte emozione)

la forte mobilitazione di energie
riduce le risorse dell’organismo
per questa ragione
l’attivazione prolungata
delle emozioni
costituisce una fonte di stress
Gli esseri umani sperimentano emozioni
in misura superiore a tutti gli animali,
e tuttavia sono i primi esseri veramente razionali!

questa condizione apparentemente paradossale è spiegata
dalla cruciale importanza delle emozioni
per la sopravvivenza,
e l’adattamento dell’organismo all’ambiente
Gli elevati costi dei meccanismi emozionali sono compensati
dalla cruciale importanza delle loro funzioni
per la sopravvivenza e l’adattamento

l’espressione
delle emozioni
si è evoluta
da modelli di
comportamento
adattivo

per es.
l’inarcamento
delle
sopracciglia
aumenta
l’acuità visiva

l’espressione
delle emozioni
costituisce un sistema
di segnalazione
complesso,
volto
alla regolazione
dell’interazione

le emozioni
le emozioni
le emozionicreano uno scarto tra
svolgono
sensazioni
l’evento stimolante e
un ruolo cruciale consentono di
la risposta istintuale,
nei processi di
riflettere e
sostituendo
elaborazione
integrare tutte
all’automatismo
dell’informazione, le componenti
delle catene S-R,
soprattutto di
dell’episodio
una preparazione
natura sociale
emozionale
nei confronti di possibili
reazioni alternative

segnala
consente di
una
inferire le
particolare
reazioni ad
un determinato tendenza
evento o azione d’azione

garantiscono
una maggiore
flessibilità
del
comportamento

le reazioni emotive
ci aiutano a
selezionare
immediatamente
gli stimoli rilevanti
da quelli irrilevanti

e quindi di
attuare una
costante
attività di
controllo e
regolazione
degli eventi
L’attività di ricerca sulle emozioni, in ambito psico-sociale,
ha riguardato due questioni centrali:
lo studio delle situazioni
che elicitano le
risposte emozionali

lo studio delle relazioni
tra specifiche situazioni e
particolari emozioni

In ambito filosofico, l’approccio normativo ha postulato
l’esistenza di
una precisa corrispondenza tra
determinate situazioni elicitanti e specifiche tipologie di emozioni
(per es. un insulto all’onore provoca sempre rabbia,
un’aggressione da parte di un nemico ritenuto più forte provoca paura)

questo approccio è poco valido in termini previsionali: non è sempre possibile
prevedere l’emozione risultante,
utilizzando esclusivamente informazioni relative alla situazione
Teoria delle emozioni di James-Lange
l’emozione è provocata
dalla consapevolezza da parte del soggetto
di uno specifico modello di cambiamento
a livello corporeo
i cambiamenti a livello corporeo
derivano direttamente
dalla percezione del fatto eccitante
le nostre sensazioni dei medesimi cambiamenti
nel momento in cui avvengono
costituiscono

l’emozione

è anche definita
posizione periferica

in quanto
focalizza l’attenzione
sull’attività del
sistema nervoso
autonomo e somatico

Ad esempio:
“incontriamo un orso nella foresta,
il nostro cuore batte all’impazzata,
le ginocchia tremano,
e poiché stiamo percependo
questi cambiamenti a livello fisiologico,
avvertiamo la paura”
La teoria dei due fattori di Schachter
è la prima teoria cognitiva delle emozioni
L’emozione è prodotta
dall’attivazione non specifica
del sistema nervoso simpatico
catalogata da sensazioni come
accelerazione del battito cardiaco,
tremore alle gambe, ecc.

dall’interpretazione cognitiva
simultanea dell’evento elicitante
cioè
sulla base della funzione direttiva
delle cognizioni che emergono
direttamente dalla situazione immediata

per es. “ un uomo cammina da solo lungo un viottolo buio e
improvvisamente compare una figura con una pistola”,
lo stato di attivazione non specifica che ne deriva, verrà interpretato alla luce
delle conoscenze possedute sui viottoli bui e sulle pistole;
tale stato sarà denominato paura
Secondo Schachter,
quando all’aumento dell’attivazione non corrisponde una cognizione appropriata

si attiva un processo di
“ricerca di informazioni e autoattribuzione”

“Se percepisco un aumento nel livello di attivazione […]
che non posso attribuire a un fattore esterno,
so che probabilmente proverò un’emozione.
A questo punto esaminerò attentamente il mio ambiente fisico e sociale,
e sulla base di tutti gli indizi rilevanti deciderò
qual è l’emozione più appropriata”
Hewstone, M., Stroebe, W., (2002), Introduzione alla psicologia sociale, Il Mulino, Bologna, p. 164
Esperimento di Schachter e Singer
si dice ai soggetti che si vuole verificare
l’effetto di un composto vitaminico

è finalizzato a verificare
l’ipotesi
della ricerca di informazioni
e autoattribuzione

si somministrano iniezioni di adrenalina oppure iniezioni placebo a quattro gruppi di soggetti
gruppo di controllo
(iniezione placebo+
informazione: nessun
effetto collaterale)

ipotesi
“nessuna emozione”:
attivazione fisiologica
non presente

gruppi sperimentali
gruppo ignorante
sull’adrenalina
(iniezione di adrenalina
+ informazione: nessun
effetto collaterale

ipotesi “emozione”:
attivazione non
specifica + assenza
di informazione
sugli effetti

gruppo informato
sull’adrenalina
(iniezione di adrenalina
+ informazione sugli
effetti comuni
dell’adrenalina

gruppo disinformato
sull’adrenalina
(iniezione di adrenalina
+ informazione inesatta
sugli effetti del farmaco
somministrato)

ipotesi
“nessuna emozione”:
attivazione non
specifica +
informazione adeguata

ipotesi “emozione”:
attivazione non
specifica +
informazione
inadeguata sugli effetti
Le ipotesi degli sperimentatori, in sintesi, erano
le seguenti:

Hp 1:
i soggetti del
gruppo di controllo
e della condizione
informato sull’adrenalina

Hp 2:
i soggetti
della condizione ignorante
e
disinformato sull’adrenalina

non avrebbero dovuto
provare emozioni

avrebbero dovuto
provare emozioni
(attivazione non specifica
senza cognizione adeguata)
I soggetti della condizione disinformato- ignorante sull’adrenalina
avrebbero dovuto provare un’emozione
(aumento dell’attivazione non specifica + assenza di cognizioni sulla causa dell’attivazione stessa)

Ma quale?
per scoprirlo i ricercatori attuarono una seconda manipolazione :
poiché l’aspettativa degli sperimentatori era che il contesto situazionale
avrebbe dovuto influenzare l’attivazione non specifica,
si chiese ai soggetti di attendere che
il composto vitaminico producesse i suoi effetti,
in compagnia di un altro soggetto sperimentale,
in realtà un complice dei ricercatori addestrato a comportarsi
in maniera euforica o adirata
L’ipotesi era che i soggetti della condizione disinformato-ignorante sull’adrenalina
avrebbero dovuto esaminare il loro ambiente alla ricerca di indizi plausibili
che spiegassero la presunta attivazione emozionale e
pertanto sarebbero stati influenzati dallo stato emotivo del complice
in misura maggiore rispetto agli altri gruppi di soggetti
Allo scopo di verificare le ipotesi di ricerca,
furono utilizzate due variabili dipendenti:
resoconti soggettivi

si chiese ai soggetti di
valutare il proprio stato emotivo
su scale a cinque punti che
misuravano l’umore
felice o arrabbiato

osservazione
del comportamento dei soggetti
e codifica degli indizi
comportamentali di
euforia e rabbia

Anche se gli autori conclusero che questi risultati confermavano le loro ipotesi, in realtà solo
una parte delle ipotesi ricevette conferma:
-la variabile osservazione del comportamento confermò le ipotesi per entrambe le emozioni,
-la variabile resoconto soggettivo mostrò solo un lieve effetto per l’euforia e l’opposto
rispetto alle aspettative dei ricercatori, nel caso della rabbia
Le teorie dell’appraisal
Teoria di Arnold

Teoria di Lazarus
descrive
un processo di appraisal
seguito da una serie di
valutazioni successive

il significato di
un evento emotigeno
per la persona
che lo sperimenta
è stabilito mediante
re-appraisal in grado di
un processo di valutazione modificare le proprie
o appraisal dell’evento
impressioni e
conseguentemente
le relative emozioni
che si basa su insieme di
criteri personali

distingue
appraisal primario

appraisal secondario

riguarda la
piacevolezza/
spiacevolezza
dell’evento oppure
l’eventualità che esso
favorisca la
realizzazione di
scopi personali

determina la misura
in cui la persona
sarà in grado di
fronteggiare
le conseguenze
di un evento con
le competenze, le risorse
e il potere di cui dispone

All’interno del modello transazionale di Lazarus
il significato dell’evento è determinato dall’interazione tra:
variabili situazionali

variabili personali

(specifica natura dell’evento)

(bisogni, scopi, risorse)
Il meccanismo di appraisal che precede le emozioni
consente di spiegare
le differenze culturali
nelle situazioni che provocano emozioni
e
nell’esperienza emozionale
infatti,
anche se esistono criteri di appraisal innati o acquisiti a livello universale
nella maggior parte dei casi, i criteri di appraisal dipenderanno
da
bisogni acquisiti

scopi e valori
culturalmente definiti

ad esempio,Wallbott e Scherer hanno rilevato che, mentre nelle culture individualistiche,
le differenze tra emozioni di vergogna e colpa erano considerate relativamente limitate,
nelle culture collettiviste, i comportamenti che suscitavano esperienze di colpa
venivano valutati come più gravi e immorali di quelli che provocavano la vergogna
E’ possibile rilevare notevoli differenze nei processi di appraisal

tra soggetti
appartenenti
a culture diverse

che si distinguono
sulla base
di differenti
bisogni acquisiti,
e di scopi e valori
culturalmente
definiti

tra membri di
uno stesso gruppo etnico
o nazione

tra soggetti con differenti
caratteristiche e strutture
di personalità

in particolare, le differenze nella
che possono essere portatori
struttura e nel concetto di Sé
di scopi e valori
possono determinare
assolutamente diversi
risposte emotive diverse
in funzione dell’appartenenza
a differenti classi sociali,
generazioni,
per esempio individui
gruppi politici, ecc.
con bassa auto-stima hanno
reazioni emotive più forti
al fallimento
rispetto a soggetti
con elevata auto-stima
Sebbene le principali teorie dell’emozione
concordino sull’esistenza di una differenziazione
nell’ambito della componente del sentimento

si trovano, invece, in disaccordo
per quanto riguarda
l’ipotesi di una differenziazione
dei modelli di risposta nei sistemi periferici

espressione

fisiologia

cioè
ammettono
l’esistenza di
una molteplicità
di
emozioni-sensazioni
interne
Pattern di risposta nei sistemi periferici

James e Lange
sostengono
che sia proprio
il feedback propriocettivo
proveniente
dai sistemi periferici
a connotare la
tipologia delle emozioni
a emozioni diverse
corrispondono, pertanto,
pattern di attivazione
neurofisiologica diversi

le teorie dell’appraisal

Schachter e Singer

sostengono invece che
la differenziazione
tra le emozioni
alcune teorie
altre sostengono
sia determinata
non
che i risultati
dall’attivazione non
sollevano
della valutazione
specifica del
la questione
produrranno
sistema nervoso simpatico
della
specifici profili
con l’interpretazione
differenziazione di risposta, inclusa
cognitiva
fisiologica ed la differenziazione
simultanea degli
espressiva
fisiologica
elementi situazionali
divergono su questo punto

non esistono pattern
neurofisiologici specifici
Una ulteriore prospettiva sulla questione della differenziazione delle emozioni
è:

la teoria delle emozioni discrete di Tomkins

esisterebbero un numero limitato di emozioni discrete basilari o fondamentali
corrispondenti all’attivazione di:

programmi neurali innati
in grado di produrre
pattern differenziati di reazioni
tipiche espressioni facciali
nella voce e nei sistemi
di risposta fisiologica
La triade delle reazioni emozionali:

- espressione motoria
- cambiamenti fisiologici
- sensazioni interne
il volto
L’espressione motoria delle emozioni attraverso

il corpo
la voce

svolge una
funzione fondamentale
nella
comunicazione

si deve, pertanto,
ipotizzare che

nell’interazione
sociale

esistano segnali espressivi chiaramente differenziati
che corrispondano ai diversi tipi di emozioni
La modalità espressiva più estesamente studiata è :

il volto

Se si assume che dei programmi motori neurali innati
producano modelli di risposta specifici
per le emozioni primarie
le espressioni facciali delle emozioni (primarie)
dovrebbero essere molto simili nelle varie culture
numerose ricerche interculturali (Ekman e Izard) hanno analizzato
sia la codifica che la decodifica delle varie emozioni primarie
da parte di soggetti provenienti da culture molto diverse
i risultati emersi confermano che
le espressioni facciali rappresentate da un attore
possono essere decodificate da giudici provenienti da culture diverse
Mentre le ricerche interculturali sull’espressione facciale hanno dimostrato
la presenza di una considerevole universalità
nell’espressione facciale delle emozioni

esistono, tuttavia anche prove dell’esistenza di
specificità culturali
nella percezione delle emozioni nel volto e nella loro codifica
una possibile spiegazione è che le varie culture si distinguano
nel controllo delle emozioni
cioè
nelle regole sociali di esibizione delle emozioni
all’interno di specifici contesti
Diverse ricerche sperimentali hanno rilevato che
le emozioni espresse a livello vocale (in assenza di una corrispondente informazione verbale)
sono universalmente riconoscibili , indipendentemente
dalla lingua

dai confini culturali
è dunque plausibile l’ipotesi che l’espressione vocale,
così come quella facciale
sia in parte basata su fattori biologici

i biologi del comportamento, sulla base dell’indagine comparata
sulla comunicazione vocale tra animali,
suggeriscono l’esistenza di una continuità evolutiva nell’espressione vocale delle emozioni
si possono infatti rilevare notevoli somiglianze tra le espressioni vocali di diverse specie
nella comunicazione di stati motivazionali-emozionali
rabbia, ostilità, dominanza
(vocalizzazioni dura e tono elevato)

paura e impotenza
(vocalizzazioni acute e sottili)
Tuttavia proprio come per l’espressione
facciale, anche per quella vocale,
esistono differenze rilevanti

fra le specie
fra le culture

attribuibili
ai vincoli posti dai
sistemi di comunicazione
e dalle
norme di espressione culturale

queste influenze sulla voce
sono ancora più accentuate
di quelle sul volto, perché
nel corso dell’evoluzione
la voce è diventata

il segno che veicola il linguaggio
(differenze sintattiche e fonologiche
tra diversi linguaggi)
Manipolazione strategica e controllata delle emozioni

L’espressione delle emozioni è
estremamente complessa e sfaccettata
in quanto è determinata

automaticamente e
involontariamente
dalla reazione
di una persona
ad uno specifico evento

dal tentativo
più o meno cosciente
di controllare, modificare e manipolare
l’espressione emozionale
per ragioni strategiche
all’interno di una interazione sociale
Quando proviamo un’emozione, non siamo mai totalmente in balia di essa,

possiamo controllare, regolare o modulare le emozioni

regole di esibizione o display rules
(mascheramento e soppressione
delle emozioni spontanee
in accordo
con le prescrizioni sociali)
l’espressione emotiva è soggetta
al controllo culturale:
numerose culture sanciscono più o meno
esplicitamente quali siano le emozioni
da mostrare legittimamente
in determinate circostanze

uso strategico delle emozioni
(dissimulazione di emozioni spontanee
e simulazione di emozioni
per ragioni tattiche)

il controllo dell’espressione
delle emozioni
consente di mentire,
ingannare e manipolare
il proprio interlocutore,
allo scopo di ottenere dei vantaggi
I cambiamenti a livello fisiologico
forniscono energia e
preparano all’esecuzione
di azioni specifiche
(Cannon)

consistono in una attivazione
generalizzata non specifica
(Schachter e Singer)

per ciascuna delle principali emozioni
esistono dei meccanismi speciali
all’interno del SNC, che producono
cambiamenti fisiologici appropriati per l’azione
nei diversi sottosistemi dell’organismo
La ricerca in questo ambito non è ancora pervenuta a conclusioni definitive, tuttavia gli studi più autorevoli
(Cacioppo 1993, Stemmler 2001) sembrano aver identificato
profili di risposta fisiologica specifici per alcune emozioni elementari
(paura, rabbia, tristezza)

tali pattern possono essere spiegati sulla base dei requisiti funzionali e adattivi nelle situazioni di paura, rabbia, ecc.

per es. in una situazione di paura la risposta fisiologica
(aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, e della contrattilità muscolare cardiaca)
prepara l’organismo ad una possibile perdita ematica conseguente all’eventuale attacco di un predatore
La sensazione costituisce
il riflesso dei cambiamenti che
si verificano in tutte le altre componenti
pertanto risulta centrale, nella dinamica emotiva,
l’esperienza consapevole dei fenomeni che
accadono all’interno del nostro corpo
tale esperienza va collocata nel contesto complessivo
del nostro Sé
(con la sua storia e
le sue peculiarità)

della relazione che si stabilisce
tra questo Sé particolare e
lo specifico evento emotigeno
Le dimensioni della sensazione
Alcuni autori hanno proposto un sistema tridimensionale
per descrivere la natura di stati emozionali complessi,
individuando le dicotomie

piacevolezza spiacevolezza

eccitazione –
depressione

ovvero
attività – passività

tensione –
rilassamento
La maggior parte delle ricerche condotte
nell’ambito dell’analisi dimensionale delle emozioni
hanno rilevato che
sulla base dei giudizi di somiglianza espressi da giudici diversi
risulta possibile collocare i termini che descrivono le emozioni (etichette verbali)
all’interno di uno spazio bidimensionale
definito da:
un asse orizzontale
che rappresenta
la dimensione
piacevolezza-spiacevolezza

un asse verticale
che rappresenta
la dimensione
attività-passività

la collocazione delle etichette nello spazio bidimensionale presenta
una significativa concordanza e stabilità,
indipendentemente dal linguaggio e dalla cultura dei soggetti valutatori
Qualsiasi tentativo di classificazione delle emozioni
all’interno di uno schema dimensionale
costituisce
una semplificazione
in realtà,
la grande quantità di etichette verbali di emozioni
esistenti in tutte le lingue del mondo
evidenzia che
è possibile differenziare i processi emozionali
in maniera molto più fine
Le etichette verbali delle emozioni sono state utilizzate nella ricerca antropologica,
per confrontare gli stati emotivi sperimentati all’interno di culture diverse
ne è emerso che
esistono notevoli differenze nel lessico emozionale
utilizzato all’interno di culture pre-tecnologiche,
rispetto alla terminologia emotiva delle lingue occidentali
le emozioni pertanto non sarebbero universali,
ma determinate da valori e modalità d’interazione specifiche della cultura
le emozioni quindi sarebbero
culturalmente e socialmente costruite
Queste differenze culturali non invalidano, tuttavia, l’idea fondamentale
che il meccanismo emozionale di base sia comune alle varie specie,
piuttosto, è probabile che la sensazione interna espressa dall’etichetta verbale sia,
a differenza delle altre componenti dell’emozione,
maggiormente influenzata dalla variazione socioculturale
Le diverse componenti delle emozioni
sono tra loro fortemente correlate
per cui è possibile ipotizzare che

modificando deliberatamente una di tali componenti

gli effetti si ripercuoteranno su tutte le altre

ipotesi della catarsi

ipotesi del feedback
propriocettivo
era la principale funzione
della tragedia greca

La catarsi
implica che
amplificando la componente
espressiva dell’emozione
(ad es. attraverso l’attività
motoria violenta)
sia possibile intervenire
anche sulle altre componenti
riducendo il
livello di
attivazione
fisiologica

attenuando
le sensazioni
interne

assistendo alle forti emozioni
rappresentate sul palcoscenico,
gli spettatori potevano
attraverso
un processo empatico
liberare e purificare
i propri stati emotivi
Al contrario della catarsi, il feedback propriocettivo
si basa sull’idea che

l’aumento dell’attività fisiologica
oppure
un comportamento fortemente espressivo
si presume possano

amplificare le sensazioni interne
Ipotesi del feedback facciale
Tomkins ha postulato che
una de-amplificazione
dell’espressività emozionale
o espressioni facciali incompatibili
con l’emozione provata

le espressioni facciali corrispondenti
con un particolare stato interno
rinforzino
le sensazioni corrispondenti

attenuino le relative sensazioni
Tale ipotesi
tuttavia le sensazioni, sulla base della
loro attività di monitoraggio,
dovrebbero anche riflettere
gli sforzi compiuti
per mascherare o attenuare
l’espressione delle emozioni

è congruente con una
concezione componenziale dell’emozione:
le sensazioni dovrebbero controllare
lo stato degli altri sottosistemi dell’organismo,
e pertanto dovrebbero essere più intense
in presenza di espressioni forti
piuttosto che deboli

per es.. l’essere costretti a mascherare la rabbia con un sorriso di circostanza
potrebbe aumentare piuttosto che diminuire la sensazione interna di rabbia
Le emozioni negli esseri umani non sono mai grezze o pure
non appena vengono provate esse vengono
monitorate e
regolate

controllate o
manipolate

Le emozioni possono essere regolate in due diversi modi:

rivalutazione

soppressione

viene evitata la risposta emotiva
prima ancora che possa svilupparsi,
controllando attivamente
la valutazione di un evento
potenzialmente
induttore di emozioni

viene soppressa
una particolare risposta
(ad esempio
un’espressione facciale)

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Emozioni

  • 2. Leggendo i quotidiani, i periodici, seguendo i mass-media, in generale, veniamo a sapere che l’insegnamento va male, che gli insegnanti vedono tutto nero, che gli studenti sono delle sfortunate cavie di riforme informi, che i genitori si strappano i capelli… Un coro antico si alza e urla tragicamente: “l’insegnamento è inadatto,(…)” . (M.J Chalvin)
  • 3. L’insegnamento è criticato e vilipeso sin da quando Carlo Magno inventò la scuola. Testimoni ne siano le riflessioni di intellettuali su di esso e sulle sue carenze in epoche diverse: Alfredo il Grande, nel X secolo, accorgendosi che i libri depositati nelle biblioteche delle scuole anglosassoni sono scritti in latino, decide di tradurli. Nel frattempo altri si interrogano sulla pedagogia e Sant’Anselmo insorge contro l’abitudine che hanno i maestri di picchiare i loro allievi e di costringerli a lavorare.
  • 4. Milton, all’inizio del XVII secolo, facendo eco a questi denigratori del sistema scolare medievale, dichiara: “Quanto al sistema volgare di insegnamento, io lo guardo come un vecchio errore delle università ancora incrostate di ruggine scolastica dei tempi barbari.” Anche John Locke si interroga sulla pedagogia e insiste sulla libertà:”C’è una quantità di cose che ci ispirano avversione per il fatto di esserci state imposte. Ho sempre pensato che lo studio poteva diventare un gioco, ricreazione per i bambini e che ci fosse il mezzo di infondere in loro il desiderio di apprendere se si fosse presentata loro l’istruzione come una cosa degna di onore, piacevole, ricreativa o come una ricompensa.”
  • 5. Critiche sul contenuto, sui maestri, sulla presentazione dell’insegnamento…ritroviamo questi stessi dibattiti nel nostro XX secolo che risultano altrettanto attuali, presenti e preoccupanti. Ma ciò che è diverso dai secoli precedenti, è che oggi il problema dell’insegnamento è diventato l’assillo di tutti, che tutti hanno la loro opinione e soluzione per risolverla, perché il XX secolo è quello che ha visto l’accesso di tutti all’insegnamento… (M.J. Chalvin)
  • 6. Peggio ancora, le critiche vengono da gente non qualificata (…). Ha poca importanza la competenza, l’età, niente spaventa nessuno quando si tratta di esprimere delle critiche, di dare suggerimenti, di almanaccare. (M.J. Chalvin)
  • 7. La questione della definizione e della funzione sociale delle emozioni costituisce un nodo fondamentale del dibattito relativo alla “natura sociale” della specie umana Lo studio delle emozioni è, infatti, strettamente collegato all’indagine psicologica sulla cognizione e sul comportamento sociale poiché le emozioni influenzano la percezione, il giudizio, l’attivazione del gli atteggiamenti interpersonali la memoria, il problem solving, comportamento aggressivo e le relazioni sociali e molti altri aspetti del e della prosocialità funzionamento individuale il processo e l’esito delle negoziazioni e degli incontri sociali dipendono dallo scambio di segnali emozionali (per es. di minaccia o di pacificazione) frustrazione-aggressività, empatia-comportamento prosociale
  • 8. Emozione Relazione TEMPO Comunicazione Apprendimento Emozione, comunicazione, relazione e apprendimento sono processi strettamente collegati e contenuti nel tempo.
  • 9. Una delle aree della psicologia sociale in cui le emozioni giocano un ruolo fondamentale è lo studio delle “dinamiche di gruppo” e del comportamento collettivo Già Le Bon, nel 1895, postulava un meccanismo di “contagio emozionale” per spiegare la natura irrazionale del comportamento delle persone, quando si trovano in grandi folle
  • 10. L’emozione è un costrutto ipotetico cioè un’entità non direttamente osservabile ma inferibile dai diversi indicatori emozionali e dalla loro interazione
  • 11. Strutture cerebrali coinvolte nella dinamica emotiva
  • 12. Con il termine emozione si indica un processo che comporta cambiamenti piuttosto ampi e interrelati in vari sottosistemi dell’organismo e che si verifica in risposta ad un evento scatenante, che ha un significato fondamentale per l’individuo in termini di sopravvivenza biologica o psicologica l’emozione, pertanto, si configura come un processo dinamico e adattivo di risposta ad una situazione di crisi
  • 13. Le emozioni discrete basilari o primarie sono: secondo Campos: -felicità -paura -tristezza -collera -interesse secondo Argyle: -felicità -tristezza -sorpresa -disgusto/disprezzo -paura -interesse -vergogna -senso di colpa
  • 14. La ruota di Plutchik
  • 15. Mentre l’emozione è un processo dinamico di durata relativamente breve l’umore è uno stato emozionale più diffuso e duraturo (almeno qualche ora), non necessariamente scatenato da un evento concreto l’emotività è un tratto della personalità relativamente stabile il sentimento è la risonanza affettiva, meno intensa della passione e più duratura dell’emozione, con cui il soggetto vive i propri stati soggettivi e gli aspetti del mondo esterno (può includere più emozioni anche di segno opposto)
  • 16. Teoria classica dell’emozione l’emozione – sensazione, elicitata da un evento emotigeno, è la causa e non la conseguenza delle tipiche reazioni corporee delle specifiche tendenze all’azione
  • 17. E’ possibile distinguere diverse componenti dell’emozione la sensazione interna i modelli di risposta a livello neurofisiologico l’espressione motoria ovvero cioè attraverso i cambiamenti l’esperienza il volto, la voce, nell’attività consapevole i gesti del SNC dei cambiamenti e che si verificano del SNA in tutte le altre componenti la tendenza all’azione la valutazione cognitiva o appraisal per es. desiderio di fuggire, nascondersi, ecc. cioè l’attribuzione di un significato a ciò che accade L’emozione si configura, pertanto, come un processo complesso in grado di includere la maggior parte degli aspetti del funzionamento mentale
  • 18. sensazione La maggior parte degli psicologi sociali fanno riferimento alle tre principali componenti fisiologia espressione con il termine di triade delle reazioni emozionali
  • 19. La sincronizzazione dei processi psicologici e fisiologici al fine di mobilitare tutte le risorse di un organismo per affrontare un evento significativo comporta dei costi si impedisce ad alcuni sottosistemi di eseguire la loro normale funzione (per es. non possiamo digerire o pensare con lucidità quando siamo in preda ad una forte emozione) la forte mobilitazione di energie riduce le risorse dell’organismo per questa ragione l’attivazione prolungata delle emozioni costituisce una fonte di stress
  • 20. Gli esseri umani sperimentano emozioni in misura superiore a tutti gli animali, e tuttavia sono i primi esseri veramente razionali! questa condizione apparentemente paradossale è spiegata dalla cruciale importanza delle emozioni per la sopravvivenza, e l’adattamento dell’organismo all’ambiente
  • 21. Gli elevati costi dei meccanismi emozionali sono compensati dalla cruciale importanza delle loro funzioni per la sopravvivenza e l’adattamento l’espressione delle emozioni si è evoluta da modelli di comportamento adattivo per es. l’inarcamento delle sopracciglia aumenta l’acuità visiva l’espressione delle emozioni costituisce un sistema di segnalazione complesso, volto alla regolazione dell’interazione le emozioni le emozioni le emozionicreano uno scarto tra svolgono sensazioni l’evento stimolante e un ruolo cruciale consentono di la risposta istintuale, nei processi di riflettere e sostituendo elaborazione integrare tutte all’automatismo dell’informazione, le componenti delle catene S-R, soprattutto di dell’episodio una preparazione natura sociale emozionale nei confronti di possibili reazioni alternative segnala consente di una inferire le particolare reazioni ad un determinato tendenza evento o azione d’azione garantiscono una maggiore flessibilità del comportamento le reazioni emotive ci aiutano a selezionare immediatamente gli stimoli rilevanti da quelli irrilevanti e quindi di attuare una costante attività di controllo e regolazione degli eventi
  • 22. L’attività di ricerca sulle emozioni, in ambito psico-sociale, ha riguardato due questioni centrali: lo studio delle situazioni che elicitano le risposte emozionali lo studio delle relazioni tra specifiche situazioni e particolari emozioni In ambito filosofico, l’approccio normativo ha postulato l’esistenza di una precisa corrispondenza tra determinate situazioni elicitanti e specifiche tipologie di emozioni (per es. un insulto all’onore provoca sempre rabbia, un’aggressione da parte di un nemico ritenuto più forte provoca paura) questo approccio è poco valido in termini previsionali: non è sempre possibile prevedere l’emozione risultante, utilizzando esclusivamente informazioni relative alla situazione
  • 23. Teoria delle emozioni di James-Lange l’emozione è provocata dalla consapevolezza da parte del soggetto di uno specifico modello di cambiamento a livello corporeo i cambiamenti a livello corporeo derivano direttamente dalla percezione del fatto eccitante le nostre sensazioni dei medesimi cambiamenti nel momento in cui avvengono costituiscono l’emozione è anche definita posizione periferica in quanto focalizza l’attenzione sull’attività del sistema nervoso autonomo e somatico Ad esempio: “incontriamo un orso nella foresta, il nostro cuore batte all’impazzata, le ginocchia tremano, e poiché stiamo percependo questi cambiamenti a livello fisiologico, avvertiamo la paura”
  • 24. La teoria dei due fattori di Schachter è la prima teoria cognitiva delle emozioni L’emozione è prodotta dall’attivazione non specifica del sistema nervoso simpatico catalogata da sensazioni come accelerazione del battito cardiaco, tremore alle gambe, ecc. dall’interpretazione cognitiva simultanea dell’evento elicitante cioè sulla base della funzione direttiva delle cognizioni che emergono direttamente dalla situazione immediata per es. “ un uomo cammina da solo lungo un viottolo buio e improvvisamente compare una figura con una pistola”, lo stato di attivazione non specifica che ne deriva, verrà interpretato alla luce delle conoscenze possedute sui viottoli bui e sulle pistole; tale stato sarà denominato paura
  • 25. Secondo Schachter, quando all’aumento dell’attivazione non corrisponde una cognizione appropriata si attiva un processo di “ricerca di informazioni e autoattribuzione” “Se percepisco un aumento nel livello di attivazione […] che non posso attribuire a un fattore esterno, so che probabilmente proverò un’emozione. A questo punto esaminerò attentamente il mio ambiente fisico e sociale, e sulla base di tutti gli indizi rilevanti deciderò qual è l’emozione più appropriata” Hewstone, M., Stroebe, W., (2002), Introduzione alla psicologia sociale, Il Mulino, Bologna, p. 164
  • 26. Esperimento di Schachter e Singer si dice ai soggetti che si vuole verificare l’effetto di un composto vitaminico è finalizzato a verificare l’ipotesi della ricerca di informazioni e autoattribuzione si somministrano iniezioni di adrenalina oppure iniezioni placebo a quattro gruppi di soggetti gruppo di controllo (iniezione placebo+ informazione: nessun effetto collaterale) ipotesi “nessuna emozione”: attivazione fisiologica non presente gruppi sperimentali gruppo ignorante sull’adrenalina (iniezione di adrenalina + informazione: nessun effetto collaterale ipotesi “emozione”: attivazione non specifica + assenza di informazione sugli effetti gruppo informato sull’adrenalina (iniezione di adrenalina + informazione sugli effetti comuni dell’adrenalina gruppo disinformato sull’adrenalina (iniezione di adrenalina + informazione inesatta sugli effetti del farmaco somministrato) ipotesi “nessuna emozione”: attivazione non specifica + informazione adeguata ipotesi “emozione”: attivazione non specifica + informazione inadeguata sugli effetti
  • 27. Le ipotesi degli sperimentatori, in sintesi, erano le seguenti: Hp 1: i soggetti del gruppo di controllo e della condizione informato sull’adrenalina Hp 2: i soggetti della condizione ignorante e disinformato sull’adrenalina non avrebbero dovuto provare emozioni avrebbero dovuto provare emozioni (attivazione non specifica senza cognizione adeguata)
  • 28. I soggetti della condizione disinformato- ignorante sull’adrenalina avrebbero dovuto provare un’emozione (aumento dell’attivazione non specifica + assenza di cognizioni sulla causa dell’attivazione stessa) Ma quale? per scoprirlo i ricercatori attuarono una seconda manipolazione : poiché l’aspettativa degli sperimentatori era che il contesto situazionale avrebbe dovuto influenzare l’attivazione non specifica, si chiese ai soggetti di attendere che il composto vitaminico producesse i suoi effetti, in compagnia di un altro soggetto sperimentale, in realtà un complice dei ricercatori addestrato a comportarsi in maniera euforica o adirata L’ipotesi era che i soggetti della condizione disinformato-ignorante sull’adrenalina avrebbero dovuto esaminare il loro ambiente alla ricerca di indizi plausibili che spiegassero la presunta attivazione emozionale e pertanto sarebbero stati influenzati dallo stato emotivo del complice in misura maggiore rispetto agli altri gruppi di soggetti
  • 29. Allo scopo di verificare le ipotesi di ricerca, furono utilizzate due variabili dipendenti: resoconti soggettivi si chiese ai soggetti di valutare il proprio stato emotivo su scale a cinque punti che misuravano l’umore felice o arrabbiato osservazione del comportamento dei soggetti e codifica degli indizi comportamentali di euforia e rabbia Anche se gli autori conclusero che questi risultati confermavano le loro ipotesi, in realtà solo una parte delle ipotesi ricevette conferma: -la variabile osservazione del comportamento confermò le ipotesi per entrambe le emozioni, -la variabile resoconto soggettivo mostrò solo un lieve effetto per l’euforia e l’opposto rispetto alle aspettative dei ricercatori, nel caso della rabbia
  • 30.
  • 31. Le teorie dell’appraisal Teoria di Arnold Teoria di Lazarus descrive un processo di appraisal seguito da una serie di valutazioni successive il significato di un evento emotigeno per la persona che lo sperimenta è stabilito mediante re-appraisal in grado di un processo di valutazione modificare le proprie o appraisal dell’evento impressioni e conseguentemente le relative emozioni che si basa su insieme di criteri personali distingue appraisal primario appraisal secondario riguarda la piacevolezza/ spiacevolezza dell’evento oppure l’eventualità che esso favorisca la realizzazione di scopi personali determina la misura in cui la persona sarà in grado di fronteggiare le conseguenze di un evento con le competenze, le risorse e il potere di cui dispone All’interno del modello transazionale di Lazarus il significato dell’evento è determinato dall’interazione tra: variabili situazionali variabili personali (specifica natura dell’evento) (bisogni, scopi, risorse)
  • 32. Il meccanismo di appraisal che precede le emozioni consente di spiegare le differenze culturali nelle situazioni che provocano emozioni e nell’esperienza emozionale infatti, anche se esistono criteri di appraisal innati o acquisiti a livello universale nella maggior parte dei casi, i criteri di appraisal dipenderanno da bisogni acquisiti scopi e valori culturalmente definiti ad esempio,Wallbott e Scherer hanno rilevato che, mentre nelle culture individualistiche, le differenze tra emozioni di vergogna e colpa erano considerate relativamente limitate, nelle culture collettiviste, i comportamenti che suscitavano esperienze di colpa venivano valutati come più gravi e immorali di quelli che provocavano la vergogna
  • 33. E’ possibile rilevare notevoli differenze nei processi di appraisal tra soggetti appartenenti a culture diverse che si distinguono sulla base di differenti bisogni acquisiti, e di scopi e valori culturalmente definiti tra membri di uno stesso gruppo etnico o nazione tra soggetti con differenti caratteristiche e strutture di personalità in particolare, le differenze nella che possono essere portatori struttura e nel concetto di Sé di scopi e valori possono determinare assolutamente diversi risposte emotive diverse in funzione dell’appartenenza a differenti classi sociali, generazioni, per esempio individui gruppi politici, ecc. con bassa auto-stima hanno reazioni emotive più forti al fallimento rispetto a soggetti con elevata auto-stima
  • 34. Sebbene le principali teorie dell’emozione concordino sull’esistenza di una differenziazione nell’ambito della componente del sentimento si trovano, invece, in disaccordo per quanto riguarda l’ipotesi di una differenziazione dei modelli di risposta nei sistemi periferici espressione fisiologia cioè ammettono l’esistenza di una molteplicità di emozioni-sensazioni interne
  • 35. Pattern di risposta nei sistemi periferici James e Lange sostengono che sia proprio il feedback propriocettivo proveniente dai sistemi periferici a connotare la tipologia delle emozioni a emozioni diverse corrispondono, pertanto, pattern di attivazione neurofisiologica diversi le teorie dell’appraisal Schachter e Singer sostengono invece che la differenziazione tra le emozioni alcune teorie altre sostengono sia determinata non che i risultati dall’attivazione non sollevano della valutazione specifica del la questione produrranno sistema nervoso simpatico della specifici profili con l’interpretazione differenziazione di risposta, inclusa cognitiva fisiologica ed la differenziazione simultanea degli espressiva fisiologica elementi situazionali divergono su questo punto non esistono pattern neurofisiologici specifici
  • 36. Una ulteriore prospettiva sulla questione della differenziazione delle emozioni è: la teoria delle emozioni discrete di Tomkins esisterebbero un numero limitato di emozioni discrete basilari o fondamentali corrispondenti all’attivazione di: programmi neurali innati in grado di produrre pattern differenziati di reazioni tipiche espressioni facciali nella voce e nei sistemi di risposta fisiologica
  • 37. La triade delle reazioni emozionali: - espressione motoria - cambiamenti fisiologici - sensazioni interne
  • 38. il volto L’espressione motoria delle emozioni attraverso il corpo la voce svolge una funzione fondamentale nella comunicazione si deve, pertanto, ipotizzare che nell’interazione sociale esistano segnali espressivi chiaramente differenziati che corrispondano ai diversi tipi di emozioni
  • 39. La modalità espressiva più estesamente studiata è : il volto Se si assume che dei programmi motori neurali innati producano modelli di risposta specifici per le emozioni primarie le espressioni facciali delle emozioni (primarie) dovrebbero essere molto simili nelle varie culture numerose ricerche interculturali (Ekman e Izard) hanno analizzato sia la codifica che la decodifica delle varie emozioni primarie da parte di soggetti provenienti da culture molto diverse i risultati emersi confermano che le espressioni facciali rappresentate da un attore possono essere decodificate da giudici provenienti da culture diverse
  • 40. Mentre le ricerche interculturali sull’espressione facciale hanno dimostrato la presenza di una considerevole universalità nell’espressione facciale delle emozioni esistono, tuttavia anche prove dell’esistenza di specificità culturali nella percezione delle emozioni nel volto e nella loro codifica una possibile spiegazione è che le varie culture si distinguano nel controllo delle emozioni cioè nelle regole sociali di esibizione delle emozioni all’interno di specifici contesti
  • 41. Diverse ricerche sperimentali hanno rilevato che le emozioni espresse a livello vocale (in assenza di una corrispondente informazione verbale) sono universalmente riconoscibili , indipendentemente dalla lingua dai confini culturali è dunque plausibile l’ipotesi che l’espressione vocale, così come quella facciale sia in parte basata su fattori biologici i biologi del comportamento, sulla base dell’indagine comparata sulla comunicazione vocale tra animali, suggeriscono l’esistenza di una continuità evolutiva nell’espressione vocale delle emozioni si possono infatti rilevare notevoli somiglianze tra le espressioni vocali di diverse specie nella comunicazione di stati motivazionali-emozionali rabbia, ostilità, dominanza (vocalizzazioni dura e tono elevato) paura e impotenza (vocalizzazioni acute e sottili)
  • 42. Tuttavia proprio come per l’espressione facciale, anche per quella vocale, esistono differenze rilevanti fra le specie fra le culture attribuibili ai vincoli posti dai sistemi di comunicazione e dalle norme di espressione culturale queste influenze sulla voce sono ancora più accentuate di quelle sul volto, perché nel corso dell’evoluzione la voce è diventata il segno che veicola il linguaggio (differenze sintattiche e fonologiche tra diversi linguaggi)
  • 43. Manipolazione strategica e controllata delle emozioni L’espressione delle emozioni è estremamente complessa e sfaccettata in quanto è determinata automaticamente e involontariamente dalla reazione di una persona ad uno specifico evento dal tentativo più o meno cosciente di controllare, modificare e manipolare l’espressione emozionale per ragioni strategiche all’interno di una interazione sociale
  • 44. Quando proviamo un’emozione, non siamo mai totalmente in balia di essa, possiamo controllare, regolare o modulare le emozioni regole di esibizione o display rules (mascheramento e soppressione delle emozioni spontanee in accordo con le prescrizioni sociali) l’espressione emotiva è soggetta al controllo culturale: numerose culture sanciscono più o meno esplicitamente quali siano le emozioni da mostrare legittimamente in determinate circostanze uso strategico delle emozioni (dissimulazione di emozioni spontanee e simulazione di emozioni per ragioni tattiche) il controllo dell’espressione delle emozioni consente di mentire, ingannare e manipolare il proprio interlocutore, allo scopo di ottenere dei vantaggi
  • 45. I cambiamenti a livello fisiologico forniscono energia e preparano all’esecuzione di azioni specifiche (Cannon) consistono in una attivazione generalizzata non specifica (Schachter e Singer) per ciascuna delle principali emozioni esistono dei meccanismi speciali all’interno del SNC, che producono cambiamenti fisiologici appropriati per l’azione nei diversi sottosistemi dell’organismo La ricerca in questo ambito non è ancora pervenuta a conclusioni definitive, tuttavia gli studi più autorevoli (Cacioppo 1993, Stemmler 2001) sembrano aver identificato profili di risposta fisiologica specifici per alcune emozioni elementari (paura, rabbia, tristezza) tali pattern possono essere spiegati sulla base dei requisiti funzionali e adattivi nelle situazioni di paura, rabbia, ecc. per es. in una situazione di paura la risposta fisiologica (aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, e della contrattilità muscolare cardiaca) prepara l’organismo ad una possibile perdita ematica conseguente all’eventuale attacco di un predatore
  • 46. La sensazione costituisce il riflesso dei cambiamenti che si verificano in tutte le altre componenti pertanto risulta centrale, nella dinamica emotiva, l’esperienza consapevole dei fenomeni che accadono all’interno del nostro corpo tale esperienza va collocata nel contesto complessivo del nostro Sé (con la sua storia e le sue peculiarità) della relazione che si stabilisce tra questo Sé particolare e lo specifico evento emotigeno
  • 47. Le dimensioni della sensazione Alcuni autori hanno proposto un sistema tridimensionale per descrivere la natura di stati emozionali complessi, individuando le dicotomie piacevolezza spiacevolezza eccitazione – depressione ovvero attività – passività tensione – rilassamento
  • 48. La maggior parte delle ricerche condotte nell’ambito dell’analisi dimensionale delle emozioni hanno rilevato che sulla base dei giudizi di somiglianza espressi da giudici diversi risulta possibile collocare i termini che descrivono le emozioni (etichette verbali) all’interno di uno spazio bidimensionale definito da: un asse orizzontale che rappresenta la dimensione piacevolezza-spiacevolezza un asse verticale che rappresenta la dimensione attività-passività la collocazione delle etichette nello spazio bidimensionale presenta una significativa concordanza e stabilità, indipendentemente dal linguaggio e dalla cultura dei soggetti valutatori
  • 49. Qualsiasi tentativo di classificazione delle emozioni all’interno di uno schema dimensionale costituisce una semplificazione in realtà, la grande quantità di etichette verbali di emozioni esistenti in tutte le lingue del mondo evidenzia che è possibile differenziare i processi emozionali in maniera molto più fine
  • 50. Le etichette verbali delle emozioni sono state utilizzate nella ricerca antropologica, per confrontare gli stati emotivi sperimentati all’interno di culture diverse ne è emerso che esistono notevoli differenze nel lessico emozionale utilizzato all’interno di culture pre-tecnologiche, rispetto alla terminologia emotiva delle lingue occidentali le emozioni pertanto non sarebbero universali, ma determinate da valori e modalità d’interazione specifiche della cultura le emozioni quindi sarebbero culturalmente e socialmente costruite Queste differenze culturali non invalidano, tuttavia, l’idea fondamentale che il meccanismo emozionale di base sia comune alle varie specie, piuttosto, è probabile che la sensazione interna espressa dall’etichetta verbale sia, a differenza delle altre componenti dell’emozione, maggiormente influenzata dalla variazione socioculturale
  • 51. Le diverse componenti delle emozioni sono tra loro fortemente correlate per cui è possibile ipotizzare che modificando deliberatamente una di tali componenti gli effetti si ripercuoteranno su tutte le altre ipotesi della catarsi ipotesi del feedback propriocettivo
  • 52. era la principale funzione della tragedia greca La catarsi implica che amplificando la componente espressiva dell’emozione (ad es. attraverso l’attività motoria violenta) sia possibile intervenire anche sulle altre componenti riducendo il livello di attivazione fisiologica attenuando le sensazioni interne assistendo alle forti emozioni rappresentate sul palcoscenico, gli spettatori potevano attraverso un processo empatico liberare e purificare i propri stati emotivi
  • 53. Al contrario della catarsi, il feedback propriocettivo si basa sull’idea che l’aumento dell’attività fisiologica oppure un comportamento fortemente espressivo si presume possano amplificare le sensazioni interne
  • 54. Ipotesi del feedback facciale Tomkins ha postulato che una de-amplificazione dell’espressività emozionale o espressioni facciali incompatibili con l’emozione provata le espressioni facciali corrispondenti con un particolare stato interno rinforzino le sensazioni corrispondenti attenuino le relative sensazioni Tale ipotesi tuttavia le sensazioni, sulla base della loro attività di monitoraggio, dovrebbero anche riflettere gli sforzi compiuti per mascherare o attenuare l’espressione delle emozioni è congruente con una concezione componenziale dell’emozione: le sensazioni dovrebbero controllare lo stato degli altri sottosistemi dell’organismo, e pertanto dovrebbero essere più intense in presenza di espressioni forti piuttosto che deboli per es.. l’essere costretti a mascherare la rabbia con un sorriso di circostanza potrebbe aumentare piuttosto che diminuire la sensazione interna di rabbia
  • 55. Le emozioni negli esseri umani non sono mai grezze o pure non appena vengono provate esse vengono monitorate e regolate controllate o manipolate Le emozioni possono essere regolate in due diversi modi: rivalutazione soppressione viene evitata la risposta emotiva prima ancora che possa svilupparsi, controllando attivamente la valutazione di un evento potenzialmente induttore di emozioni viene soppressa una particolare risposta (ad esempio un’espressione facciale)

Editor's Notes

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