2. Introduzione
Lo sviluppo della memoria è avvenuto
insieme alle altre capacità cognitive,
permettendo così agli organismi umani
animali di affrontare la complessità
dell’ambiente.
La memoria diventa, dunque, la struttura
psichica che organizza l’aspetto temporale
del comportamento, che determina i
legami per cui un evento attuale dipende
da uno accaduto in precedenza.
3. I processi di memoria: le diverse
fasiLa memoria non consiste di un
singolo processo.
Fasi nei processi di memoria:
codifica
(registrazione)
ritenzione
recupero
oblio (eventuale)
Analogia con il
computer:
Inserire dati tramite
la tastiera
Salvare files sul
disco fisso
Aprire i files e
mostrare i dati sul
monitor
4. I meccanismi di codifica e di
elaborazione
Codifica = processo consistente di un insieme di
regole e operazioni che convertono l’informazione
proveniente dall’esterno in una traccia che può
essere conservata.
La ripetizione semplice non aiuta a codificare e
mantenere informazioni nella memoria a lungo
termine (reiterazione di mantenimento).
E’ piu’ efficace ripetere l’informazione
associandola a qualche forma di significato
(reiterazione elaborativa).
Particolarmente utili le associazioni con
informazioni che:
riguardano noi stessi.
5. I meccanismi di codifica e di
elaborazione
Il modo di funzionare della memoria si
riferisce a un insieme complesso di
processi in cui sono coinvolte altre
funzioni cognitive, come:
attenzione, percezione, ragionamento,
nonché tutte le abilità cognitive che hanno a
che fare con l’intelligenza e le emozioni.
Le informazioni che dobbiamo apprendere
entrano nel sistema cognitivo attraverso
dei meccanismi di codifica (Intenzionale o
incidentale).
6. Elaborazione intenzionale
Es.: vi è mai capitato di fare una serie di
commissioni e di tenerne a mente
l’elenco? In questi casi come operate?
Suddivisione per categorie.
Rappresentazione sotto forma di immagini.
In questi casi categorizzazione e
formazione di immagini mentali sono due
strategie di codifica. Entrambe attivate in
modo intenzionale e con il controllo dei
processi attentivi.
7. Elaborazione incidentale
L’apprendimento incidentale avviene in
modo non volontario, non pianificato
secondo strategie funzionali al ricordo. In
questi casi l’efficacia della codifica
dipende da quanto il materiale è stato
elaborato.
Se un gruppo di soggetti viene portato in
laboratorio prima di iniziare un
esperimento è molto probabile che ne
memorizzino le proprietà degli strumenti
8. La codifica delle informazioni
Mentre leggiamo un libro o prendiamo
parte a una conversazione o ammiriamo
un paesaggio che si presenta ai nostri
occhi durante una passeggiata, parte
dell’informazione sensoriale entra nel
deposito della Memoria a Lungo Termine,
dal quale in seguito può essere
richiamata.
Perché solo una parte e non tutta
9. La codifica delle informazioni
La ripetizione aumenta la probabilità che una
nuova informazione entri a far parte del
deposito a lungo termine. Ma non tutti i tipi di
ripetizione ottengono lo stesso risultato.
Secondo alcuni ricercatori esistono almeno
due tipi di ripetizione.
Il primo viene definito come ripetizione di
mantenimento e consiste nel ripetere più
volte l’informazione senza pensare realmente
ad essa. Questo permette di mantenere
l’informazione nella Memoria a Breve Termine
per un certo tempo, ma non produce il
trasferimento nella MLT.
10. La codifica delle informazioni
Il secondo tipo, la ripetizione elaborativa,
agisce sulla nuova informazione creando
un qualche tipo di elaborazione, facendo
delle associazioni, cercando di
immaginarla o tentando di metterla in
relazione con latri elementi presenti nella
MLT.
La ripetizione elaborativa è quindi il modo
in cui l’informazione viene trasferita dal
11. Profondità di elaborazione
Un importante aspetto per l’efficacia della
codifica con il conseguente miglioramento
del ricordo è la profondità di codifica
(Craik e Tulving, 1975), definita come la
misura di quanto il fuoco dell’elaborazione
si sposta dagli aspetti percettivi superficiali
dell’informazione a quelli concettuali.
12. Profondità di elaborazione
Perché l’elaborazione del significato è più
efficace? Probabilmente ciò comporta la
rappresentazione di un numero
considerevole di particolari relativi
all’informazione che possono costituire
altrettanti legami con le conoscenze che
sono già in memoria.
Evidenze sperimentali dimostrano che i
soggetti ricordano meglio in funzione della
ricchezza della loro codifica.
13. Recupero
Per il recupero dell’informazione il vantaggio
maggiore si ha quando in fase di codifica ed
in fase di recupero si usa la stessa chiave
strategica …
Ad es. se impariamo il materiale usando
categorie sarà utile usare le stesse categorie
per recuperare il materiale (c’erano cibi?
Quali?…).
Tale facilitazione è spiegata dalla Teoria
della specificità della codifica (compatibilità
14. Principio di specificità della
codifica di Tulving
Le tracce mnestiche sono “disposizioni” o
“potenzialità”.
Diventano efficaci solo in certe occasioni:
recupero.
Affinchè ci sia recupero deve essere
presente un cue (indizio) che riattiva gli
elementi da ricordare.
15. Principio di specificità della
codifica di Tulving
Per il recupero è importante la
compatibilità tra:
Le caratteristiche della traccia mnestica.
La caratteristica dell’informazione fornita al
recupero.
Il Ricordare oltre ad essere influenzato dal
passato, da come abbiamo memorizzato,
dipende anche dal presente …
16. Principio di specificità della
codifica di Tulving
Se il contesto in cui abbiamo imparato
(codificato) si ripresenta abbiamo una
facilitazione.
Quanto più contesto di codifica e
contesto di recupero sono simili tanto
più il recupero è facilitato.
La codifica di un’informazione non è
univoca ma specifica rispetto al
contesto in cui è collocata.
17. Teoria del doppio codice
Modello del doppio codice di Paivio (1971;
1986) Prevede due sistemi di memoria
semantica:
un sistema verbale: specializzato per trattare le
informazioni di tipo linguistico.
un sistema non verbale: qualificato per elaborare
stimoli non linguistici. Opera quindi in compiti come
l’analisi di oggetti, di immagini e di scene.
Il modello prevede che i due sistemi dialoghino
tra loro attraverso connessioni referenziali.
La critica più forte che si può muovere a questi
modelli riguarda la ridondanza delle
19. Organizzazione delle tracce
mnestiche
Il mantenimento è influenzato dal tipo di
elaborazione delle informazioni.
Un’altra strategia per migliorare il ricordo è
l’organizzazione delle singole informazioni.
Evidenze sperimentali dimostrano che:
Il materiale organizzato è più facile da apprendere
rispetto a quello disorganizzato
Le persone a cui è presentato il materiale
disorganizzato tendono ad organizzarlo
L’uso di strategie per organizzare il materiale
aumenta l’apprendimento.
20. La codifica: come migliorarla
Modalità di organizzazione del materiale che
facilitano la codifica:
chunking: gli items si ricordano meglio se in
blocchi;
associazione dell’informazione a rime o ritmi;
mnemotecniche a carattere immaginativo.
Caratteristiche che facilitano comprensione e
codifica, ad es. di un brano:
esempi esplicativi;
figure;
domande aggiunte;
organizzatori anticipati: sommari in forma verbale
o visiva che precedono il brano.
21. Il ruolo del contesto
Principio della specificità di codifica: la traccia
dell’evento e il cue (indizio) devono essere
compatibili per un recupero migliore.
Effetto del contesto ambientale.
Le informazioni possono essere apprese nella
biblioteca dove studio, oppure a casa, ecc.
Effetto del contesto situazionale.
Gli elementi associati alla stimolo che non sono di
natura ambeintale ma fanno parte del contesto, ad
es.: l’abbigliamento, il colore dei capelli, sono
appresi in modo unitario con i tratti della persona a
22. Il ruolo del contesto
Anche lo stato emotivo in cui ci si trova al
momento dell’apprendimento influisce sul
ricordo. Se sono allegro tenderò ad
elaborare gli aspetti piacevoli delle
situazioni, al contrario se sono triste e
arrabbiato.
Il contesto cognitivo si riferisce a tutte
quelle conoscenze, associazioni, idee che
sono attivati nel momento
23. Elaborazione intensiva o
distribuita nel tempo
L’apprendimento tiene conto anche dei
fattori quantitativi, ossia quanto riusciamo
ad elaborare e apprendere in relazione al
tempo e alla distribuzione del tempo che
dedichiamo al compito.
L’apprendimento dipende dal tempo e
dalla attenzione che dedico all’argomento
e da quanto gli effetti della stanchezza,
incidono sull’efficienza delle operazioni
24. Elaborazione intensiva o
distribuita nel tempo
Effetto della distribuzione nel tempo.
Posso studiare un argomento un’ora al giorno
per quattro volte alla settimana, oppure due
ore per due volte alla settimana.
È stato dimostrato che è meglio distribuire
nel tempo l’apprendimento.
Questo fenomeno è conosciuto come
distribuzione della pratica. È stato studiato
per la prima volta da Ebbinghaus (1895)
sull’apprendimento di liste di sillabe.
25. Elaborazione intensiva o
distribuita nel tempo
A tutt’oggi non è ancora chiaro il motivo
per cui il ricordo è migliore se
l’apprendimento è distribuito nel tempo.
Un’ipotesi è quella delle risorse attentive.
Queste ultime non sono sufficienti per
affrontare compiti di apprendimento
complessi, pertanto la quantità di tempo
dovrebbe essere commisurata alla
difficoltà delle informazioni da apprendere.
26. L’immagazzinamento delle
informazioni
A conclusione del processo di
elaborazione, l’informazione viene
archiviata sotto forma di rappresentazione
mnestica o traccia mnestica.
Bisogna distinguere tra informazioni archiviate
temporaneamente nella memoria a breve
termine a seconda della modalità sensoriale e
informazioni mantenute nella memoria a
lungo termine.
27. Modelli a rete
I concetti sono organizzati in una
struttura gerarchica a rete, che rispetta
l'organizzazione logica di inclusione delle
categorie (Collins e Quillian 1969).
28. Propagazione dell’attivazione
Effetto priming
Quillian (1969), Collins e
Quillian (1972)
organizzazione gerarchica delle
conoscenze dal + concreto al +
astratto
animale
ha la pelle
si muove
mangia
uccello
ha le penne
vola
ha le ali
canarino
canta
è giallo
pesce
respira
ha le squame
nuota
ha le branchie
struzzo è alto
non vola
ha zampe
lunghe sottili
squalo
unità
proprietà
puntatori
morde
è pericoloso
salmone
è rosa
si mangia
29. I modelli a rete
Organizzazione gerarchica: I concetti sono
organizzati in modo gerarchico
Ogni membro è collegato ad un solo nodo sovraordinato
Ogni membro di categoria ha uguale status
Principio di economia cognitiva: le proprieta’ sono
codificate al livello piu’ alto possibile
Verifiche sperimentali
Effetto di grandezza di categoria:
es. un pettirosso e’ un uccello / e’ un animale
Economia cognitiva:
es. un uccello ha le piume / ha la pelle
30. Propagazione dell’attivazione
Associazione tra i
concetti
principio della
propagazione
dell’attivazione quando un
nodo concettuale viene
attivato l’attivazione si
propaga agli altri nodi in
pane
burro
forno
fame
croccante
Memoria
sensoriale
Memoria BT
Memoria LT
31. Il concetto di priming
Paradigma del priming semantico:
La presentazione di un dato stimolo attiva in
memoria un gruppo di informazioni
semanticamente associate (Collins e Loftus,
1975; Meyer e Schwaneveldt, 1971).
La presentazione della parola “pane”
rende veloce il processo dei concetti
associati come “burro”.
32. PANE BURRO
PANE PIETRA
200 ms
prime
congruente
incongruente
100 ms
schermo
bianco
risposta
schermo
bianco
Il concetto di priming
33. Il ricordo
Una volta che l’informazione è stata
immagazzinata è, in linea di principio
disponibile alla rievocazione.
È chiaro che non è sempre così semplice.
A volte informazioni note non riusciamo a
ricordarle.
In questo caso la traccia mnestica che è
disponibile non è accessibile in quel
momento o in quella situazione.
34. Disponibilità e accessibilità
Un’informazione è disponibile quando è stata
codificata e immagazzinata in memoria.
È accessibile quando si trova nelle condizioni di
attivazione sufficiente a permettere la
rievocazione.
È evidente che se una traccia è accessibile è
anche disponibile, ma non è sempre vero il
contrario.
35. L’accesso ai ricordi
Quando ci serve un’informazione
utilizziamo sempre una o più chiavi di
accesso a quel ricordo.
I processi di recupero prendono sempre
avvio da un indizio che fornisce le chiavi di
accesso all’informazione ricercata.
Per sapere se un indizio è appropriato
dobbiamo rifarci al concetto di specificità
di codifica.
36. L’accesso ai ricordi
Un punto di partenza per una ricerca attiva
delle informazioni nella memoria deve
condividere alcuni aspetti con
l’informazione da ricordare o con uno dei
contesti in cui è stata appresa.
Se mi devo ricordare di una persona
conosciuta durante una cena, potranno
essermi d’aiuto al ricordo diversi indizi.
37. L’accesso ai ricordi
Per esempio:
Qualche notizia sulla persona: elementi
connessi al contenuto da ricordare
Il ristorante: contesto ambientale
L’atmosfera: contesto emotivo
Un certo tipo di riflessione: contesto cognitivo
Come punto di partenza per la ricerca
delle informazioni utilizzerò uno solo di
questi indizi.
38. Modello della memoria di
Atkinson e Shiffrin (1968)
Attenzione
Recupero
Codifica
Alcune informazioni
possono andare
perdute col tempo
39. Lo stimolo esterno
Uno stimolo esterno al soggetto che può
essere rappresentato, per es., da una
frase (La psicologia è interessante!),
descritta sotto forma di onde sonore che
vanno colpire la membrana auricolare di
un individuo.
40. Il deposito sensoriale
L’informazione entra per la prima volta nel
sistema della memoria attraverso un organo di
senso e viene immagazzinata nel primo
deposito, il deposito sensoriale, che
conserva per un breve spazio di tempo una
registrazione quasi letterale dell’immagine
sensoriale.
In questo deposito l’informazione decade
velocemente, dura meno di un secondo.
Se vogliamo conservare l’informazione
41. Struttura della memoria
Memoria Sensoriale
È specifica per ciascuna modalità
sensoriale e conserva l’informazione per
un tempo breve.
Vista – magazzino iconico < 1 sec
Udito - magazzino ecoico ~ 2 sec
Pre-attentivo
Decadimento rapido
42. Il riconoscimento percettivo
Evento di grande importanza. Permette di
attribuire un significato allo stimolo
registrato.
Attraverso un confronto con le
informazioni (di ordine fonologico,
lessicale, sintattico) che il soggetto
possiede (si trovano nella MLT), lo stimolo
viene segmentato, ossia analizzato nei
suoi componenti discreti (riconoscimento
43. La memoria a breve termine
La MBT è una memoria attiva, dove si
elaborano i processi mentali coscienti.
Essa presenta due caratteristiche
principali:
Non può conservare molte informazioni
contemporaneamente
Le informazioni decadono nel giro di 15-20
secondi, a meno che non si faccia qualcosa
per impedirne il decadimento.
44. La memoria a breve termine
Se si presta costantemente attenzione oppure la
si ripete, l’informazione verrà conservata per un
tempo indefinito, come avviene quando si
guarda un numero di telefono e lo si ripete
mentre si attraversa la stanza per arrivare
all’apparecchio.
Ognuno di noi esercita un buon controllo su
quello che vogliamo ripetere o su ciò cui
dedichiamo l’attenzione.
Gli interessi personali, i pregiudizi o i bisogni
incideranno su quello che ricordiamo.
45. Capacità del deposito a breve
termine
Esempio che permette di valutare la
limitata capacità del deposito a Breve
Termine (BT).
Un raggruppamento è caratterizzato da uno stimolo con rappresentazione
unitaria nel deposito a Breve Termine. La lettera A è un raggruppamento le
lettere del Test 2 sono 11 raggruppamenti. Però se le leggiamo nell’ordine
inverso costituisce un unico raggruppamento come nel Test 3.
46. Capacità del deposito a breve
termine
CHUNKS = unità nota di informazione
basata su precedenti esperienze e
apprendimenti.
Es. possibilità di codificare una sequenza
di numeri ascoltati (5-3-7-4-1-9) in unità
più ampie (53-74-19).
47. Capacità del deposito a breve
termine
Questi risultati trovano una spiegazione nella
limitata capacità del deposito a breve termine.
Un ricercatore che ha svolto un ruolo
determinante nella ricerca di questa capacità è
George Miller (1956) che ha riportato i risultati
del suo lavoro sperimentale in un articolo dal
titolo: The magical number seve, plus or minus
two.
In questo lavoro Miller ha dimostrato che la MBT
sembra contenere circa sette elementi o
raggruppamenti indipendente dalle loro
48. Capacità del deposito a breve
termine
La capacità della MBT è influenzata dalla
capacità dei soggetti di “raggruppare in
pezzi” o “ricodificare” l’informazione in
unità di livello superiore.
La capacità di costruire raggruppamenti di
informazione consente di aumentare le
capacità di contenimento
dell’informazione.
49. Struttura della memoria
Memoria a Breve Termine (MBT)
Numero magico 7 (+ o - 2)
Capacità limitata
Temporanea senza ripetizione
Fragile, sensibile alle distrazioni
Il recupero non è un problema
50. Struttura della memoria
Memoria a Breve Termine
Può migliorare se:
È possibile la ripetizione
Aumenta l’intervallo fra i messaggi
Diminuisce la confusione fra i messaggi
Si segmenta il messaggio
Si minimizza l’informazione – conservare
l’informazione riduce l’abilità nello svolgere altri
compiti
Si minimizzano le interferenze
51. La memoria a lungo termine
È l’ultimo componente del sistema
sensoriale, quello che conserva tutte le
informazioni che abbiamo appreso, oltre alle
regole per elaborarle.
In questo parte della memoria noi
custodiamo il nostro nome, quello degli amici,
le parole e il loro significato, oltre alle
esperienze felici ed infelici, la conoscenza
delle capacità, come si va in bicicletta, ecc.
Come fanno tutte queste informazioni a
depositarsi nella memoria e lungo termine.
52. La memoria a lungo termine
Quanto più a lungo un evento resta nella MBT,
tanto maggiori saranno le probabilità che passi
nella MLT.
Quando ripetiamo un elemento di una
informazione nuova, lo trasferiamo nella MLT,
processo che prende il nome di
memorizzazione.
Supponiamo che ci venga chiesto di recuperare
un’informazione dalla MLT. Ad esempio, mentre
state discutendo sulle possibilità di superare un
esame con un docente, un vostro collega dice:
53. La memoria a lungo termine
In un primo momento noi controlleremo se
l’informazione si trova nella MBT e, se non
la troviamo, cominceremo a cercarla nella
MLT.
Recuperare un’informazione dalla MLT
significa, essenzialmente, trasferire di
nuovo l’informazione nella MBT, dove
possiamo affrontarla a livello cosciente.
54. Proprietà della MLT
Memoria a Lungo Termine (MLT)
L’informazione trasferita alla MLT vi resta per sempre
Un accurato rehearsal consente un trasferimento più
efficiente nella MLT
I materiali nuovi devono essere codificati, strutturati ed interpretati per
essere ritenuti.
Il recupero dell’informazione è un problema
Recuperare le informazioni dipende da come le si è codificate
Tanto immagazzinare quanto richiamare informazioni richiede
tempo/fatica
Se immagazzinate sotto un significato può essere difficile recuperarle
partendo da una diversa interpretazione
Se il materiale ha un senso, è facile da immagazzinare e recuperare
55. Il recupero delle informazioni
L’efficacia dell’apprendimento dipende dalle
risorse attentive a disposizione, dalla capacità di
cogliere gli elementi rilevanti dell’informazione,
dalla scelta della strategia, dalle condizioni
emotive in cui avviene l’apprendimento.
L’efficacia del recupero è legata alla capacità di
cogliere indizi, di creare associazioni, di
impiegare strategie di recupero complementari a
quelle utilizzate in fase di codifica e dalla
situazione emotiva del soggetto.
56. MBT / MLT
Evidenze a favore della separazione tra i due
magazzini si riscontrano nel paradigma di
rievocazione libera immediata di liste di parole,
in cui è comune osservare i seguenti fenomeni:
EFFETTO DI RECENZA (recency effect):
rievocazione corretta e accurata degli ultimi elementi
della lista (sostenuta dal sistema di MBT),
EFFETTO DI PRIORITÀ (primacy effect): discreta
rievocazione dei primi elementi (sostenuta dal
sistema di MLT).
58. Analisi del grafico
Gli elementi che occupano una posizione
centrale vengono invece rievocati in
numero inferiore e con minor accuratezza.
Se la rievocazione viene differita di pochi
secondi in cui il soggetto viene occupato
in compiti interferenti scompare l’effetto
recency, mentre permane l’effetto
primacy.
61. La memoria di lavoro
La teoria originale di Atkinson e Shiffrin
prevede un magazzino unico per la MBT.
Studi successivi effettuati da Warrington e
Shallice (1972) hanno mostrato che il
magazzino a breve termine non è unitario.
62. La memoria di lavoro
A questo proposito Baddeley ha proposto
di sostituire il concetto di MBT con quello,
più articolato da lui proposto, di memoria
di lavoro.
Baddeley parla della memoria di lavoro
come di un sistema gerarchico deputato al
mantenimento e all’elaborazione
temporanea delle informazioni durante
l’esecuzione di vari compiti cognitivi.
64. La memoria di lavoro
La componente articolatorio-fonologica è
deputata al mantenimento e
all’elaborazione di informazioni verbali.
E’ importante nei compiti di comprensione
linguistica e nel fare i calcoli a mente.
Baddeley ha distinto tra un magazzino
fonologico passivo, connesso con la
percezione del linguaggio, e un processo
articolatorio, connesso con la produzione
65. La memoria di lavoro
La componente visuo-spaziale è deputata al
mantenimento e all’elaborazione
dell’informazione visiva e spaziale.
E’ importante nella lettura, nella formazione
di immagini mentali e nella pianificazione
motoria.
L’esecutore centrale è una sorta di
controllore che pianifica le operazioni da
svolgere e monitora quelle svolte.
E’ una sorta di sistema attentivo che coordina
66. Esecutore centrale
Ha il compito di selezionare le strategie più
adatte e programmare le sequenze
operative più corrette per il tipo di compito in
base alle esigenze contingenti e alle
esperienze passate.
Fornisce le risorse di elaborazione
necessarie ai processi di codifica
dell’informazione in entrata e nella
selezione degli item in compiti di richiamo
attivo dell’informazione essendo in rapporto
67. MLT
È possibile differenziare la memoria tra
differenti sistemi specializzati:
Esplicita (dichiarativa): è coinvolta nel
richiamo e nel riconoscimento intenzionale
e/o consapevole di esperienze e informazioni
Implicita (procedurale): è una memoria di
abilità percettive, motorie, cognitive, acquisite
in modo implicito la cui rievocazione può
verificarsi con un comportamento semi-
automatico.
69. Memoria episodica
È responsabile dell’immagazzinamento e
del richiamo di informazioni e avvenimenti
esperiti direttamente dal soggetto
collocabili nel contesto temporo-spaziale
in cui si è realizzata l’acquisizione.
Costituiscono sottosistemi della memoria
episodica la:
Memoria autobiografica.
Memoria prospettica.
70. Memoria episodica
Memoria autobiografica:
Aspetti personali riguardanti il passato (notizie
personali, esperienze vissute) o il programma
per il futuro (ciò che ci si è prefissi di fare,
desideri, aspettative).
Memoria prospettica:
Provvede alla programmazione di azioni che
dovranno essere compiute a distanza di
tempo e alla rievocazione delle stesse.
71. Memoria prospettica
Il buon funzionamento della memoria
prospettica richiede:
Capacità di programmazione iniziale.
Periodica verifica delle attività svolte e di quelle
ancora da svolgere.
Flessibilità per modificare il programma
predisposto sulla base di informazioni impreviste
e a nuove necessità.
Recupero del programma
Questa funzione complessa dipende sia dalla
72. Memoria semantica
Bagaglio di conoscenze (organizzate) sul
mondo e sui simboli verbali (significati,
relazioni, regole), svincolate da aspetti
situazionali ovvero non direttamente
riferibili al contesto spazio-temporale di
acquisizione.
Conoscenza enciclopedica
73. Perché dimentichiamo
La MLT è un magazzino a capacità illimitata.
Tuttavia capita a tutti di dimenticare
qualcosa:
l’ampia capacità della nostra memoria non è
garanzia di recupero dell’informazione.
Dobbiamo innanzitutto distinguere fra
dimenticare ciò che è stato realmente
appreso e ciò che crediamo di avere
appreso: solo nel primo caso parleremo di
dimenticanza, mentre nel secondo caso si
74. Perché dimentichiamo
Sulle cause della perdita di informazione nella
MLT si avanzano le seguenti ipotesi:
1. Mancato utilizzo di certi contenuti della memoria
(teoria del disuso, decadimento della traccia);
2. Impiego di strategie di recupero non congruenti con
quelle con le quali è stata effettuata la codifica;
3. Presenza di grande quantità di informazioni in
memoria (teoria dell’interferenza);
4. Condizioni emotive in cui è avvenuto l’apprendimento
e/o avviene il recupero (blocco emotivo, rimozione).
75. Perché dimentichiamo
Secondo la teoria del disuso, quanto
meno rievochiamo una determinata
conoscenza tanto più è probabile che
vada perduta.
Se apprendiamo una lingua straniera ma non
abbiamo modo di parlare in quella lingua,
sicuramente dimenticheremo buona parte del
lessico.
76. Perché dimentichiamo
Esiste una stretta fra strategia di codifica e
di recupero: se l’informazione è stata
codificata con una strategia di
classificazione, e in fase di recupero
impieghiamo una strategia diversa, è
probabile che non riusciremo a
recuperarla.
In questo caso non si dice che
l’informazione sia stata cancellata dalla
77. Teoria dell’interferenza
Tale teoria afferma che le persone
dimenticano un fatto o un evento perché altri
fatti o eventi bloccano il ricordo di quello
originale.
In altre parole i ricordi interferiscono l’uno con
l’altro nella MLT.
Quando una persona impara materiali nuovi
si possono avere due tipi di interferenza che
determinano l’oblio. L’interferenza proattiva
e l’interferenza retroattiva.
78. Teoria dell’interferenza
L’interferenza proattiva, si ha quando
si dimentica un’informazione a causa di
un’interferenza derivante da materiali
appresi in precedenza.
L’interferenza retroattiva, invece, si ha
a che fare con l’oblio prodotto da
un’informazione appresa in seguito.
79. Il fenomeno sulla punta della
lingua
Gli studi sul fenomeno “sulla punta della
lingua” riguardano le modalità con cui la
memoria recupera le informazioni.
Solitamente i soggetti che si trovano in tali
situazioni pensano a parole diverse da
quelle corrette.
Una persona può recuperare
un’informazione dal deposito a lungo
termine usando il suono o il significato.
80. I disturbi della memoria
Disturbi della memoria compaiono
frequentemente nei casi di lesione cerebrale; la
perdita della memoria viene chiamata amnesia.
L’amnesia si classifica prendendo come
riferimento il momento in cui il danno cerebrale
si è verificato.
Si parla di amnesia anterograda quando
l’incapacità di ricordare riguarda eventi che
accadano dopo che il danno si è verificato.
Mentre, l’amnesia retograda, riguarda gli eventi
81. Percorso di autoverifica
Aspetti generali della memoria
Descrivere i meccanismi di elaborazione e
codifica
La teoria del doppio codice
L’organizzazione delle tracce mnestiche
I primi studi sulla memoria: gli esperimenti di
Ebbinghaus
I sistemi di memoria: differenze tra memoria
sensoriale, a breve termine e memoria a lungo
termine
Distinzione tra memoria dichiarativa,
procedurale, episodica e semantica
82. Percorso di autoverifica
Modelli a rete e rappresentazione dei
concetti
Il priming semantico ed il principio di
propagazione dell’attivazione
Aspetti del ricordo
Perché dimentichiamo
Sistemi di memoria breve termine e a
lungo termine
Differenze tra MBT e MLT
Editor's Notes
Ognuno di noi ha acquisito delle abitudini, delle conoscenze, abilità che permangono nella nostra mente e ci permettono non solo di agire ma anche di pianificare e prevedere il futuro.
La codifica si riferisce al modo in cui la nuova informazione viene inserita in un contesto di informazioni precedenti. I codici usati possono essere di vario tipo: per es., visivo o semantico. Da questo punto di vista, se si codifica l’informazione sulla base del significato si ottiene una migliore ritenzione (ripetizione) Affinché il recupero avvenga deve essere presente un suggerimento ( cue ) appropriato che attivi la traccia. La compatibilità tra la traccia quale è stata codificata e le caratteristiche dell’informazione presente al recupero determina il ricordo ( principio di specificità di codifica ). Perdita di informazioni Il passare del tempo: molto rapido all’inizio (50% dopo un’ora), si stabilizza successivamente Interferenza con altri eventi
I meccanismi di codifica possono essere attivati in modo intenzionale (mediante strategie pianificate) o incidentale (automatico, tramite meccanismi cognitivi non consapevoli).
La strategia migliore è di usare un apprendimento intenzionale e sarà più facile ricordare le cose da fare se le avrò diviso per categorie: es: spesa al mercato; impegni all’unical, ecc. Se devo acquistare dei prodotti al mercato conviene rappresentarli mentalmente. Così posso fare anche se devo incontrare delle persone all’unical.
I soggetti vedendo gli strumenti del laboratorio possono aver compiuto qualche tipo di ragionamento o considerazione, impegnando delle risorse cognitive, che ne favorisce incidentalmente l’apprendimento. In questo caso gioca un ruolo importante la motivazione. La codifica incidentale , a differenza di quella intenzionale , non è consapevole, lo diventa solo al momento dell’eventuale richiamo dell’informazione: vi è un apprendimento involontario e un recupero volontario.
Diversi metodi o strategie di memorizzazione per rendere più efficace il processo di memorizzazione.
Quanto più il processo di elaborazione si focalizza su aspetti relativi al significato della traccia e non agli aspetti percettivi presenti nello stimolo, tanto più sarà efficace la codifica, quindi migliora anche il ricordo. In questo sono gli obiettivi dell’attività che orientano i diversi tipi di elaborazione. Un conto è leggere un libro per puro passatempo, un altro è studiare il contenuto del libro. Nel primo caso ci sarà un’elaborazione di tipo superficiale, nel secondo una più approfondita allo scopo di migliorare il ricordo.
Maggiore è la ricchezza dei particolari dell’informazione che vengono elaborati, maggiore è l’organizzazione con le conoscenze pregresse e maggiore sarà la possibilità di rievocazione.
Indipendente poiché ogni meccanismo può lavorare in modo autonomo e interconnessi, perché la stessa informazione può essere trasferita da una codifica all’altra. Questo dimostra che l’informazione quando viene sottoposta a diversi meccanismi di codifica, ed è quindi rappresentata in memoria in diversi codici, è meglio ricordata di quella codificata in una sola modalità. Possiamo ricordare il nome di un oggetto oppure la sua immagine o entrambi.
Logogeni e Immageni sono due unità minime di rappresentazioni di cui ci serviamo.
Elaborazione profonda o superficiale. L’organizzazione può essere suggerita dalla natura delle relazioni che presentano le informazioni da apprendere, ossia dall’organizzazione del materiale da elaborare oppure può essere imposta dal soggetto.
Il contesto di apprendimento viene codificato insieme alle informazioni specifiche da apprendere.
La quantità di tempo finale è la stessa, ma qual è il rednimento finale?
Sul tema della rappresentazione delle conoscenze sono state costruite diverse teorie e modelli.
Rete semantica che connette unità concettuali Nodi = concetti Linee = associazione tra concetti
In generale, subito dopo la presentazione di uno stimolo viene generata una rappresentazione sensoriale di brevissima durata mantenuta nella memoria iconica . A partire da questa rappresentazione viene generata una rappresentazione dello stimolo mantenuta nella memoria a breve termine ( consolidamento
In generale, subito dopo la presentazione di uno stimolo viene generata una rappresentazione sensoriale di brevissima durata mantenuta nella memoria iconica . A partire da questa rappresentazione viene generata una rappresentazione dello stimolo mantenuta nella memoria a breve termine ( consolidamento
Ruolo degli aspetti emotivi. Studiare prima dell’esame.
Se l’indizio è inappropriato l’informazione diventa inacessibile.
Se inefficace ne utilizzerò un altro. La facilità del ricordo dipende da quando l’indizio mi permette di arrivare a richiamare l’informazione.
Ma che cosa abbiamo esattamente nella MLT? Quali tipi di informazioni si trovano in questo vasto contenitore? Perché a volte dimentichiamo cose che prima ricordavamo perfettamente? Come è possibile che tre testimoni dello stesso crimine ricordino particolari così differenti?
Riconoscimento seriale
Test 1: poca difficoltà nel ripetere le tre lettere. Test 2: le 11 lettere renderanno il compito più difficile. Test 3: se le lettere formano una parola nota la prova sarà più semplice.
Un raggruppamento è caratterizzato da uno stimolo con rappresentazione unitaria nel deposito a BT. La lettera A è un raggruppamento le lettere del Test2 sono 11 raggruppamenti. Però se le leggiamo nell’ordine inverso costituisce un unico raggruppamento come nel test3. Numeri del cellulare per mantenerli nella MBT.
Quando prima di fare un esame ci sembra di non ricordare più nulla di quanto si è studiato, si è semplicemente in preda ad uno stato di eccessiva attivazione che inibisce il recupero dell’informazione: non appena viene posta la prima domanda, l’attivazione si riduce a livelli tali da consentire la ricerca e il recupero dell’informazione e, improvvisamente, si ricorda ciò che si è imparato.
Questo fa presupporre l’esistenza di diverse memorie preposte all’immagazzinamento di differenti informazioni.
ipotizza che il sistema è dotato di tre componenti: Una componente articolatorio-fonologica ( circuito articolatorio-fonologico ), Una componente visuo-spaziale ( taccuino visuo-spaziale ), Un esecutore centrale .
La memoria visuospaziale è utile negli spostamenti e nell’orientamento, in quanto serve a far ricordare la posizione del corpo per la modificazione successiva nello spazio
È simile all’attenzione, ha capacità limitata, viene impiegato nei compiti impegnativi che richiedono pianificazione o attività decisionale.
La memoria procedurale contiene informazioni sugli aspetti procedurali di conoscenze e azioni (es. guidare la macchina, sciare, suonare uno strumento). Conoscenza del come fare qualcosa ( know how) senza richiedere un ricordo cosciente. Si manifesta come facilitazione (miglioramento della prestazione) in compiti di tipo percettivo, cognitivo e motorio in assenza di consapevole riferimento a esperienza precedenti.
(conoscenze contestualizzate nello spazio e nel tempo)
Dimenticarsi di telefonare all’amico a cui lo abbiamo promesso è un mancato apprendimento. Non ricordare l’apprendimento durante l’esame di psicologia, che avevamo ripetuto al nostro compagno, è una dimenticanza. Cause del mancato apprendimento: livelli di attenzione bassa, scelta errata delle strategie di codifica, diversi metodi di apprendimento.
Vedi slide successiva. Se abbiamo adottato una strategia di classificazione in fase di codifica, e in fase di recupero ne adottiamo un’altra è probabile che non riusciremo a dire nulla. In questo caso non si assume che l’informazione sia stata cancellata dalla memoria, ma siamo incapaci di recuperarla. Quando facciamo un cruciverba cerchiamo nel nostro bagagliaio delle conoscenze i termini che si adattano alla definizione: talvolta il recupero è immediato altre volte cerchiamo di risalire alla soluzione aiutandoci con gli indizi forniti da altre lettere che si incrociano con la riga. L’eccesso di informazioni memorizzate può interferire con il recupero, rallentandolo o, in alcuni casi, rendendolo impossibile.
Esempio del cruciverba.
Quando noi presentiamo la parola ombrello e chiedere di definirne il significato oppure fornirne il significato.