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1. Quali sono le persecuzioni più
   rilevanti
2. Quali fonti informative abbiamo
3. Quali le basi giuridiche
4. Chi sono i martiri,
5. quali problemi hanno
   rappresentato per la Chiesa
   nascente
L’etimologia di “religione” è varia:


- affermava che la                          - riteneva che la parola
parola provenisse da                        derivasse da
religio, = religione vuole                  religare=che indica la
indicare il compimento                      relazione stretta e
del dovere, un riverente                    duratura con il divino.
timore del potere
superiore.
                                         Il rapporto fra
                                         l’uomo e la divinità
                                         deve essere
                                         riallacciato in
                                         seguito a una
                                         rottura ( vedi Gn 3
                                         con Adamo ed Eva.)
I romani erano molto concreti
per cui la loro religione era a misura d’uomo, da
contadino che vedeva la natura crescere e
morire.




                      La religione non era mai in contrasto con lo
                      stato.
                      I rapporti con gli Dei erano un
                      patteggiamento onesto, rigoroso, prudente
                      e nel tempo stesso taccagno di dare e
                      avere.
Politeismo tollerante




                                      Legame con la sfera civile




                        Età arcaica


evoluzione                            Età repubblicana




             Età imperiale
Porzione di campo separato per
Templum        le osservazioni dell’augure e destinato
               a fini religiosi
                          Spazio sacro opposto allo
                          spazio
                                     profano


                    Pro (avanti) fanum (tempio)
                    Ciò che è avanti il tempio




                      Originariamente era in
          Templum     legno
                      Poi in pietra
Il tempio romano si
        differenzia da quello
        greco



                    sorge nel contesto
                    urbano e non in
                    posizione dominante
                    nell’acropoli



si rifà allo schema etrusco e comporta un profondo portico
elevato su un podio a gradini. Tale differenza era data dalla
funzione che il tempio svolgeva: il rito religioso è anche
funzione pubblica a cui partecipavano autorità dello stato e
popolazione e si svolgeva all’esterno, perciò davanti al
tempio vi era un ampio spazio libero
Prima persecuzione nel 64 d.C
           Ad opera di Nerone




Editto di Milano di Costantino
Nel 313 segue l’Editto di
Tolleranza di Galerio del 311
Eusebio di Cesarea nella sua
             Storia Ecclesiastica
•Nerone (64 d.C)                   Nerone
•Domiziano (95)
•Traiano (108-112)       Domiziano
•Marco Aurelio (117)
•Settimio Severo (202)
                                 Settimio
•Massimino il Trace              Severo
(236)
•Decio (249-251)         Decio
•Valeriano (257-258)
                                  Diocleziano
•Aureliano (270-275)
•Diocleziano (303-304)
La notte di plenilunio tra il 18 e il 19 luglio del 64 un incendio
    divampò a Roma. Iniziò nella zona del Circo Massimo e
raggiunse il Palatino, la Suburra, il Viminale, Porta Capena,
 il Celio, le Carine, gli Orti luculliani e sallustiani, il Campo
 Marzio, la zona flaminia.L'incendio divampò sei giorni, poi
 sembrò spegnersi ma riprese e durò altri tre giorni. Nerone
 accorse a Roma per organizzare i soccorsi. Si ricercarono i
     colpevoli dell'incendio; incendio che poi accusarono i
    cristiani di aver appiccato, che furono perciò oggetto di
    persecuzioni e assassinii nella varie arene, di cui alcuni
                  drammaticamente spettacolari.
Venne emesso l'ordine di arresto contro alcuni cristiani,
       ritenuti gli autori dell'incendio. Furono condannati a
                                 morte.

L'episodio è anche narrato da Tacito, Annali XV, 44.
  Tacito aggiunge che i cristiani erano perseguiti non
 solo per il reato di incendio, ma anche per il reato di
   "odio contro l'umanità". E conclude "Sebbene essi
 fossero colpevoli e meritassero le punizioni più gravi
     sorgeva un moto di compassione verso di loro,
 sembrando che venissero immolati non per il pubblico
          bene, ma per la crudeltà di uno solo".
La seconda persecuzione dell' 81 fu sotto l'ultimo
imperatore romano della famiglia dei Flavi, Domiziano
(81-96), ed egli come Nerone, decise di imporre il culto
     imperiale facendosi chiamare dominus et deus
  ("signore e dio"), dunque perseguitò i Cristiani, che
 non veneravano l'imperatore (Domiziano infatti aveva
una grande venerazione per l'antica religione romana e
 celebrava con grande sfarzo gli antichi rituali). Anche
 questa persecuzione fu di tipo settoriale e molto forte
  a Roma dove furono perseguitati anche aristocratici
                        Cristiani.
Tertulliano ricorda che sotto Settimio Severo i cristiani
Chi      occupano posti influenti, lo stesso imperatore protesse
         famiglie senatorie cristiane.


         Ma al 10^ anno del suo regno (202) promulga un editto
Quando   con il quale si comminano gravi pene per chi compie
         proselitismo
È la prima persecuzione che colpisce non i
          singoli, ma la struttura stessa della
 Come     Chiesa. Settimio Severo è dunque convinto
          che il Cristianesimo sia pericoloso per la
          società

        Alessandria nel 202lo riporta Clemente di
Dove    Alessandria ed Eusebio di Cesarea; cadono
        vittime dei catecumeni


        A Cartagine nel 203cadono Felicita e
        Perpetua, Saturnino e altri

        In Gallianel 202 viene uccisosant’Ireneo di
        Lione
Un elemento fondamentale della sua politica di restaurazione fu la
promozione della religione romana. Un aspetto della politica
religiosa di Decio fu l'obbligo per tutti i cittadini romani di sacrificare
agli dei dello Stato; in cambio avrebbero ricevuto un
                                 libellus,
una sorta di certificato attestante l'espletamento del sacrificio.
†284 - 305
ultima e piu’
grande
persecuzion
e
Diocleziano,precedentemente noto con il nome
              diocle,nato in illirea in dioclea divenne unico
chi ne        imperatore romano dal 284 al 305,egli istituì la
parla         tetrarchia un sistema di governo che divideva
              l’impero in due metà:una occidentale e l’altra
 come         orientale.
                Fu sancita la distruzione delle chiese e dei libri
                sacri,e a tutti i cittadini venne richiesto di fare
                sacrifici agli dei.
 quando         La decima persecuzione iniziò nel 303 a.C che
                coincidevano con gli ultimi anni di Diocleziano
                come imperatore.

              La persecuzione fu particolarmente violenta nella
  dove        parte orientale dell’impero,dove la religione
              cristiana era ormai notevolmente diffusa.




           Egli voleva ricompattare l’impero attorno alla figura
  perchè   dell’imperatore,infatti a questo scopo gli ultimi suoi anni
           furono caratterizzati dall’ultima grande persecuzione dei
           cristiani,nota come la “decima”,iniziò nel 303 a.C.
Con una serie di editti imperiali decise la distruzione dei luoghi
   sacri e l’obbligo per i cristiani di offrire sacrifici agli dèi


              Scampato ad una grave malattiaemana
              insieme agli altri augusti (Costantino e
              Licinio) un Editto che riconosceva la
              religione cristiana come religio licita e di
              fatto equiparata agli altri culti
Fu certamente il primo a comprendere
       l’importanza della nuova religione e
       della funzione positiva che poteva
       portare all’impero.


La religione pagana non riusciva più a unificare le
diverse anime dell’impero, inoltre la tendenza al
sincretismo religioso portava a vedere nei diversi
dèi l’espressione di un unico Dio.
RIGUARDANO TESTI AGIOGRAFICI
 (HAGIOS=santo;GRAPHOS=scritto),HANNO POCA
 ATTENDIBILITA’ STORICA




DOCUMENTI SUI PROCESSI CONTRO I MARTIRI HANNO
UN’ATTENDIBILITA’ STORICA ALTA




    SCRITTI PRODOTTI DAI MARTIRI ALLE COMUNITA’
    CRISTIANE , CON UNA BUONA ATTENDIBILITA’ MA
    TUTTAVIA DI PARTE
-ateismo, nei confronti delle divinità
                                           tradizionali e dell'imperatore;
                                           -attività sociale non autorizzata,ma anche
                                           incesto cannibalismo, culti orgiastici




-il fatto che la fede cristiana si presentava come unica vera religione; il loro Dio non è un Dio
fra gli altri, ma l’unico, il solo Redentore del mondo .
-I cristiani vivevano in disparte e a poco a poco apparvero come nemici del mondo pagano.
-A tale atmosfera ostile si aggiunge la campagna lanciata dal mondo giudaico della diaspora,
che non perdonavano ai cristiani l’apostasia della fede dei loro padri.

Fondamentalmente non avevano delle accuse valide e concrete…. E alcune di queste erano
addirittura delle supposizioni,delle scuse per dare “contro ai cristiani”.




           -ateismo, nei confronti delle divinità tradizionali e dell'imperatore;
           -attività sociale non autorizzata,ma anche incesto cannibalismo, culti
           orgiastici
(Epistola X, 96, 1-9)

Gaio Cecilio Plinio Secondo (61-112/113), nipote dello storiografo Plinio il Vecchio, fu
allievo del famoso retore Quintiliano, avvocato, consulsuffectus e governatore della
Bitinia e del Ponto. Queste lettere risalgono per lo più al periodo del governatorato di
Plinio in Bitinia, ovvero agli anni 111-113, e sono una fonte documentaria di
eccezionale importanza.




               “E’ per me un dovere, o signore, deferire a te tutte le questioni in merito alle
               quali sono incerto. Chi infatti può meglio dirigere la mia titubanza o istruire
               la mia incompetenza?
               
Non ho mai preso parte ad istruttorie a carico dei Cristiani; pertanto, non
               so che cosa e fino a qual punto si sia soliti punire o inquisire.
               Ho anche assai dubitato se si debba tener conto di qualche differenza di
               anni; se anche i fanciulli della più tenera età vadano trattati diversamente
               dagli uomini nel pieno del vigore; se si conceda grazia in seguito al
               pentimento, o se a colui che sia stato comunque cristiano non giovi affatto
               l’aver cessato di esserlo; se vada punito il nome di per se stesso, pur se
               esente da colpe, oppure le colpe connesse al nome
Nel frattempo, con coloro che mi venivano deferiti quali Cristiani, ho
seguito questa procedura: chiedevo loro se fossero Cristiani.
Se confessavano, li interrogavo una seconda e una terza volta,
minacciandoli di pena capitale; quelli che perseveravano, li ho mandati
a morte. Infatti non dubitavo che, qualunque cosa confessassero,
dovesse essere punita la loro pertinacia e la loro cocciuta
ostinazione.

Ve ne furono altri affetti dalla medesima follia, i quali, poiché erano
cittadini romani, ordinai che fossero rimandati a Roma.

Venne messo in circolazione un libello anonimo che conteneva molti
nomi.

Coloro che negavano di essere cristiani, o di esserlo stati, ritenni di
doverli rimettere in libertà, quando, dopo aver ripetuto quanto io
formulavo, invocavano gli dei e veneravano la tua immagine, che a
questo scopo avevo fatto portare assieme ai simulacri dei numi, e
quando imprecavano contro Cristo, cosa che si dice sia impossibile ad
ottenersi da coloro che siano veramente Cristiani
Altri, denunciati da un delatore, dissero di essere cristiani, ma subito dopo lo
negarono; lo erano stati, ma avevano cessato di esserlo, chi da tre anni, chi da
molti anni prima, alcuni persino da vent’anni. Anche tutti costoro venerarono la
tua immagine e i simulacri degli dei, e imprecarono contro Cristo




Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva
nell’esser soliti riunirsi prima dell’alba e intonare a cori alterni un inno
a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a
perpetrare qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né
adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la
restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti.
Fatto ciò, avevano la consuetudine di ritirarsi e riunirsi poi
nuovamente per prendere un cibo, ad ogni modo comune e innocente,
cosa che cessarono di fare dopo il mio editto nel quale, secondo le tue
disposizioni, avevo proibito l’esistenza di sodalizi.
Per questo, ancor più ritenni necessario l’interrogare due ancelle, che
erano dette ministre, per sapere quale sfondo di verità ci fosse,
ricorrendo pure alla tortura.
Non ho trovato null’altro al di fuori di una superstizione balorda e
smodata
Perciò, differita l’istruttoria, mi sono affrettato a richiedere il tuo parere. Mi
parve infatti cosa degna di consultazione, soprattutto per il numero di coloro che
sono coinvolti in questo pericolo; molte persone di ogni età, ceto sociale e di
entrambi i sessi, vengono trascinati, e ancora lo saranno, in questo pericolo. Né
soltanto la città, ma anche i borghi e le campagne sono pervase dal contagio di
questa superstizione; credo però che possa esser ancora fermata e riportata nella
norma”(Epist. X, 96, 1-9).




             “Mio caro Plinio, nell’istruttoria dei processi di coloro che ti sono stati
             denunciati come Cristiani, hai seguito la procedura alla quale dovevi
             attenerti.
             Non può essere stabilita infatti una regola generale che abbia, per così
             dire, un carattere rigido.
             Non li si deve ricercare; qualora vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, li
             si deve punire, ma in modo tale che colui che avrà negato di essere cristiano
             e lo avrà dimostrato con i fatti, cioè rivolgendo suppliche ai nostri dei,
             quantunque abbia suscitato sospetti in passato, ottenga il perdono per il suo
             ravvedimento. Quanto ai libelli anonimi messi in circolazione, non devono
             godere di considerazione in alcun processo; infatti è prassi di pessimo
             esempio, indegna dei nostri tempi” (Epist. X, 97).
• Dal greco:
                martyr
• Dal latino:
                màrtyrem
• Dalla radice indoeuropea:
                  Smar-
            ovvero“memoria”.
Qualcuno da ricordare e
dal cui ricordo si trae conoscenza
 perché è in grado di dare notizie.


E si arriva così alla definizione di
            TESTIMONE.
I martiri non sono solo Testimoni
   oculari, ma Testimoni della vera
              religione.




 Infatti i martiri furono coloro che
si offrirono nel medesimo modo in
     cui si offrì Cristo per noi.
•   Influenzarono la spiritualità della
    Chiesa nascente.
•   rappresentarono una minaccia
    concreta per i catecumeni.
1. introduzione della penitenza
   pubblica.
Es) Lapsi cristiani che rinnegavano la loro
   religione per nonessere incarcerati. Venivano così
   dalla giovane struttura della Chiesa estromessi
   (cioè scomunicati). Intraprendevano, per la
   reintegrazione, un percorso di visita e
   l’assoluzione dei martiri incarcerati.
2. Come considerare i catecumeni che, per la
   loro fede venivano martirizzati? Erano
   Cristiani?
        La giovane Chiesa risponde
       distinguendo tra il Battesimo con
       l’acqua (che ti unisce a Cristo) e
             il Battesimo di sangue.




 Cristiano significa essere “colui che conserva
             il sigillo del battesimo”
•     Il potere carismatico dei prigionieri in
      attesa di martirio entrò in conflitto con
      l’autorità ecclesiastica.
•     Venerazione dei martiri rischiava di
      inquinare l’unica adorazione per Cristo.


          1. Impose regole.
          2. Sviluppò TEOLOGIA domandandosi:
    Chi sono i            E’ sufficiente morire
    martiri?                 per Cristo?
Il martirio è una chiamata non una
   scelta.
• E’ necessaria una vita esemplare.
• “Noi chiamiamo martirio il compimento non
  perché l’uomo finisce con esso la propria
  vitacome tutti gli altri, ma perché….
• Il martire è colui che offre la sua vita per
testimoniare Cristo, ma tale offerta è a
coronamento di una vita retta, vissuta
nell’umiltà, nella carità.

        Il martirio è una chiamata

               non una scelta.
con il martirio
egli compie l’opera perfetta
         d’Amore”

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Persecuzioni completo

  • 1.
  • 2. 1. Quali sono le persecuzioni più rilevanti 2. Quali fonti informative abbiamo 3. Quali le basi giuridiche 4. Chi sono i martiri, 5. quali problemi hanno rappresentato per la Chiesa nascente
  • 3. L’etimologia di “religione” è varia: - affermava che la - riteneva che la parola parola provenisse da derivasse da religio, = religione vuole religare=che indica la indicare il compimento relazione stretta e del dovere, un riverente duratura con il divino. timore del potere superiore. Il rapporto fra l’uomo e la divinità deve essere riallacciato in seguito a una rottura ( vedi Gn 3 con Adamo ed Eva.)
  • 4. I romani erano molto concreti per cui la loro religione era a misura d’uomo, da contadino che vedeva la natura crescere e morire. La religione non era mai in contrasto con lo stato. I rapporti con gli Dei erano un patteggiamento onesto, rigoroso, prudente e nel tempo stesso taccagno di dare e avere.
  • 5. Politeismo tollerante Legame con la sfera civile Età arcaica evoluzione Età repubblicana Età imperiale
  • 6. Porzione di campo separato per Templum le osservazioni dell’augure e destinato a fini religiosi Spazio sacro opposto allo spazio profano Pro (avanti) fanum (tempio) Ciò che è avanti il tempio Originariamente era in Templum legno Poi in pietra
  • 7. Il tempio romano si differenzia da quello greco sorge nel contesto urbano e non in posizione dominante nell’acropoli si rifà allo schema etrusco e comporta un profondo portico elevato su un podio a gradini. Tale differenza era data dalla funzione che il tempio svolgeva: il rito religioso è anche funzione pubblica a cui partecipavano autorità dello stato e popolazione e si svolgeva all’esterno, perciò davanti al tempio vi era un ampio spazio libero
  • 8. Prima persecuzione nel 64 d.C Ad opera di Nerone Editto di Milano di Costantino Nel 313 segue l’Editto di Tolleranza di Galerio del 311
  • 9. Eusebio di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica •Nerone (64 d.C) Nerone •Domiziano (95) •Traiano (108-112) Domiziano •Marco Aurelio (117) •Settimio Severo (202) Settimio •Massimino il Trace Severo (236) •Decio (249-251) Decio •Valeriano (257-258) Diocleziano •Aureliano (270-275) •Diocleziano (303-304)
  • 10. La notte di plenilunio tra il 18 e il 19 luglio del 64 un incendio divampò a Roma. Iniziò nella zona del Circo Massimo e raggiunse il Palatino, la Suburra, il Viminale, Porta Capena, il Celio, le Carine, gli Orti luculliani e sallustiani, il Campo Marzio, la zona flaminia.L'incendio divampò sei giorni, poi sembrò spegnersi ma riprese e durò altri tre giorni. Nerone accorse a Roma per organizzare i soccorsi. Si ricercarono i colpevoli dell'incendio; incendio che poi accusarono i cristiani di aver appiccato, che furono perciò oggetto di persecuzioni e assassinii nella varie arene, di cui alcuni drammaticamente spettacolari.
  • 11. Venne emesso l'ordine di arresto contro alcuni cristiani, ritenuti gli autori dell'incendio. Furono condannati a morte. L'episodio è anche narrato da Tacito, Annali XV, 44. Tacito aggiunge che i cristiani erano perseguiti non solo per il reato di incendio, ma anche per il reato di "odio contro l'umanità". E conclude "Sebbene essi fossero colpevoli e meritassero le punizioni più gravi sorgeva un moto di compassione verso di loro, sembrando che venissero immolati non per il pubblico bene, ma per la crudeltà di uno solo".
  • 12. La seconda persecuzione dell' 81 fu sotto l'ultimo imperatore romano della famiglia dei Flavi, Domiziano (81-96), ed egli come Nerone, decise di imporre il culto imperiale facendosi chiamare dominus et deus ("signore e dio"), dunque perseguitò i Cristiani, che non veneravano l'imperatore (Domiziano infatti aveva una grande venerazione per l'antica religione romana e celebrava con grande sfarzo gli antichi rituali). Anche questa persecuzione fu di tipo settoriale e molto forte a Roma dove furono perseguitati anche aristocratici Cristiani.
  • 13. Tertulliano ricorda che sotto Settimio Severo i cristiani Chi occupano posti influenti, lo stesso imperatore protesse famiglie senatorie cristiane. Ma al 10^ anno del suo regno (202) promulga un editto Quando con il quale si comminano gravi pene per chi compie proselitismo
  • 14. È la prima persecuzione che colpisce non i singoli, ma la struttura stessa della Come Chiesa. Settimio Severo è dunque convinto che il Cristianesimo sia pericoloso per la società Alessandria nel 202lo riporta Clemente di Dove Alessandria ed Eusebio di Cesarea; cadono vittime dei catecumeni A Cartagine nel 203cadono Felicita e Perpetua, Saturnino e altri In Gallianel 202 viene uccisosant’Ireneo di Lione
  • 15. Un elemento fondamentale della sua politica di restaurazione fu la promozione della religione romana. Un aspetto della politica religiosa di Decio fu l'obbligo per tutti i cittadini romani di sacrificare agli dei dello Stato; in cambio avrebbero ricevuto un libellus, una sorta di certificato attestante l'espletamento del sacrificio.
  • 16. †284 - 305 ultima e piu’ grande persecuzion e
  • 17. Diocleziano,precedentemente noto con il nome diocle,nato in illirea in dioclea divenne unico chi ne imperatore romano dal 284 al 305,egli istituì la parla tetrarchia un sistema di governo che divideva l’impero in due metà:una occidentale e l’altra come orientale. Fu sancita la distruzione delle chiese e dei libri sacri,e a tutti i cittadini venne richiesto di fare sacrifici agli dei. quando La decima persecuzione iniziò nel 303 a.C che coincidevano con gli ultimi anni di Diocleziano come imperatore. La persecuzione fu particolarmente violenta nella dove parte orientale dell’impero,dove la religione cristiana era ormai notevolmente diffusa. Egli voleva ricompattare l’impero attorno alla figura perchè dell’imperatore,infatti a questo scopo gli ultimi suoi anni furono caratterizzati dall’ultima grande persecuzione dei cristiani,nota come la “decima”,iniziò nel 303 a.C.
  • 18.
  • 19. Con una serie di editti imperiali decise la distruzione dei luoghi sacri e l’obbligo per i cristiani di offrire sacrifici agli dèi Scampato ad una grave malattiaemana insieme agli altri augusti (Costantino e Licinio) un Editto che riconosceva la religione cristiana come religio licita e di fatto equiparata agli altri culti
  • 20. Fu certamente il primo a comprendere l’importanza della nuova religione e della funzione positiva che poteva portare all’impero. La religione pagana non riusciva più a unificare le diverse anime dell’impero, inoltre la tendenza al sincretismo religioso portava a vedere nei diversi dèi l’espressione di un unico Dio.
  • 21. RIGUARDANO TESTI AGIOGRAFICI (HAGIOS=santo;GRAPHOS=scritto),HANNO POCA ATTENDIBILITA’ STORICA DOCUMENTI SUI PROCESSI CONTRO I MARTIRI HANNO UN’ATTENDIBILITA’ STORICA ALTA SCRITTI PRODOTTI DAI MARTIRI ALLE COMUNITA’ CRISTIANE , CON UNA BUONA ATTENDIBILITA’ MA TUTTAVIA DI PARTE
  • 22. -ateismo, nei confronti delle divinità tradizionali e dell'imperatore; -attività sociale non autorizzata,ma anche incesto cannibalismo, culti orgiastici -il fatto che la fede cristiana si presentava come unica vera religione; il loro Dio non è un Dio fra gli altri, ma l’unico, il solo Redentore del mondo . -I cristiani vivevano in disparte e a poco a poco apparvero come nemici del mondo pagano. -A tale atmosfera ostile si aggiunge la campagna lanciata dal mondo giudaico della diaspora, che non perdonavano ai cristiani l’apostasia della fede dei loro padri. Fondamentalmente non avevano delle accuse valide e concrete…. E alcune di queste erano addirittura delle supposizioni,delle scuse per dare “contro ai cristiani”. -ateismo, nei confronti delle divinità tradizionali e dell'imperatore; -attività sociale non autorizzata,ma anche incesto cannibalismo, culti orgiastici
  • 23. (Epistola X, 96, 1-9) Gaio Cecilio Plinio Secondo (61-112/113), nipote dello storiografo Plinio il Vecchio, fu allievo del famoso retore Quintiliano, avvocato, consulsuffectus e governatore della Bitinia e del Ponto. Queste lettere risalgono per lo più al periodo del governatorato di Plinio in Bitinia, ovvero agli anni 111-113, e sono una fonte documentaria di eccezionale importanza. “E’ per me un dovere, o signore, deferire a te tutte le questioni in merito alle quali sono incerto. Chi infatti può meglio dirigere la mia titubanza o istruire la mia incompetenza? 
Non ho mai preso parte ad istruttorie a carico dei Cristiani; pertanto, non so che cosa e fino a qual punto si sia soliti punire o inquisire. Ho anche assai dubitato se si debba tener conto di qualche differenza di anni; se anche i fanciulli della più tenera età vadano trattati diversamente dagli uomini nel pieno del vigore; se si conceda grazia in seguito al pentimento, o se a colui che sia stato comunque cristiano non giovi affatto l’aver cessato di esserlo; se vada punito il nome di per se stesso, pur se esente da colpe, oppure le colpe connesse al nome
  • 24. Nel frattempo, con coloro che mi venivano deferiti quali Cristiani, ho seguito questa procedura: chiedevo loro se fossero Cristiani. Se confessavano, li interrogavo una seconda e una terza volta, minacciandoli di pena capitale; quelli che perseveravano, li ho mandati a morte. Infatti non dubitavo che, qualunque cosa confessassero, dovesse essere punita la loro pertinacia e la loro cocciuta ostinazione. Ve ne furono altri affetti dalla medesima follia, i quali, poiché erano cittadini romani, ordinai che fossero rimandati a Roma. Venne messo in circolazione un libello anonimo che conteneva molti nomi. Coloro che negavano di essere cristiani, o di esserlo stati, ritenni di doverli rimettere in libertà, quando, dopo aver ripetuto quanto io formulavo, invocavano gli dei e veneravano la tua immagine, che a questo scopo avevo fatto portare assieme ai simulacri dei numi, e quando imprecavano contro Cristo, cosa che si dice sia impossibile ad ottenersi da coloro che siano veramente Cristiani
  • 25. Altri, denunciati da un delatore, dissero di essere cristiani, ma subito dopo lo negarono; lo erano stati, ma avevano cessato di esserlo, chi da tre anni, chi da molti anni prima, alcuni persino da vent’anni. Anche tutti costoro venerarono la tua immagine e i simulacri degli dei, e imprecarono contro Cristo Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell’esser soliti riunirsi prima dell’alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a perpetrare qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la restituzione di un deposito, qualora ne fossero richiesti. Fatto ciò, avevano la consuetudine di ritirarsi e riunirsi poi nuovamente per prendere un cibo, ad ogni modo comune e innocente, cosa che cessarono di fare dopo il mio editto nel quale, secondo le tue disposizioni, avevo proibito l’esistenza di sodalizi. Per questo, ancor più ritenni necessario l’interrogare due ancelle, che erano dette ministre, per sapere quale sfondo di verità ci fosse, ricorrendo pure alla tortura. Non ho trovato null’altro al di fuori di una superstizione balorda e smodata
  • 26. Perciò, differita l’istruttoria, mi sono affrettato a richiedere il tuo parere. Mi parve infatti cosa degna di consultazione, soprattutto per il numero di coloro che sono coinvolti in questo pericolo; molte persone di ogni età, ceto sociale e di entrambi i sessi, vengono trascinati, e ancora lo saranno, in questo pericolo. Né soltanto la città, ma anche i borghi e le campagne sono pervase dal contagio di questa superstizione; credo però che possa esser ancora fermata e riportata nella norma”(Epist. X, 96, 1-9). “Mio caro Plinio, nell’istruttoria dei processi di coloro che ti sono stati denunciati come Cristiani, hai seguito la procedura alla quale dovevi attenerti. Non può essere stabilita infatti una regola generale che abbia, per così dire, un carattere rigido. Non li si deve ricercare; qualora vengano denunciati e riconosciuti colpevoli, li si deve punire, ma in modo tale che colui che avrà negato di essere cristiano e lo avrà dimostrato con i fatti, cioè rivolgendo suppliche ai nostri dei, quantunque abbia suscitato sospetti in passato, ottenga il perdono per il suo ravvedimento. Quanto ai libelli anonimi messi in circolazione, non devono godere di considerazione in alcun processo; infatti è prassi di pessimo esempio, indegna dei nostri tempi” (Epist. X, 97).
  • 27.
  • 28. • Dal greco: martyr • Dal latino: màrtyrem • Dalla radice indoeuropea: Smar- ovvero“memoria”.
  • 29. Qualcuno da ricordare e dal cui ricordo si trae conoscenza perché è in grado di dare notizie. E si arriva così alla definizione di TESTIMONE.
  • 30. I martiri non sono solo Testimoni oculari, ma Testimoni della vera religione. Infatti i martiri furono coloro che si offrirono nel medesimo modo in cui si offrì Cristo per noi.
  • 31. Influenzarono la spiritualità della Chiesa nascente. • rappresentarono una minaccia concreta per i catecumeni.
  • 32. 1. introduzione della penitenza pubblica. Es) Lapsi cristiani che rinnegavano la loro religione per nonessere incarcerati. Venivano così dalla giovane struttura della Chiesa estromessi (cioè scomunicati). Intraprendevano, per la reintegrazione, un percorso di visita e l’assoluzione dei martiri incarcerati.
  • 33. 2. Come considerare i catecumeni che, per la loro fede venivano martirizzati? Erano Cristiani? La giovane Chiesa risponde distinguendo tra il Battesimo con l’acqua (che ti unisce a Cristo) e il Battesimo di sangue. Cristiano significa essere “colui che conserva il sigillo del battesimo”
  • 34. Il potere carismatico dei prigionieri in attesa di martirio entrò in conflitto con l’autorità ecclesiastica. • Venerazione dei martiri rischiava di inquinare l’unica adorazione per Cristo. 1. Impose regole. 2. Sviluppò TEOLOGIA domandandosi: Chi sono i E’ sufficiente morire martiri? per Cristo?
  • 35. Il martirio è una chiamata non una scelta.
  • 36. • E’ necessaria una vita esemplare. • “Noi chiamiamo martirio il compimento non perché l’uomo finisce con esso la propria vitacome tutti gli altri, ma perché…. • Il martire è colui che offre la sua vita per testimoniare Cristo, ma tale offerta è a coronamento di una vita retta, vissuta nell’umiltà, nella carità. Il martirio è una chiamata non una scelta.
  • 37. con il martirio egli compie l’opera perfetta d’Amore”