Carissimi parrocchiani,
è uno strano Natale questo del 2011. Il desiderio di festa e di gioia è
molto forte, ma ci sono tanti segnali che ci richiamano alla “dura realtà”..... Leggi tutto
Auguri Di Natale 2011 da Don Nicola Belli Don Giampietro e Don Duccio
1. Unità pastorale del Vanoi
Carissimi fratelli e sorelle,
abbiamo iniziato da alcuni giorni un nuovo cammino che renderà
ancora una volta concreta la salvezza di Dio. Il Dio lontano in Gesù
essere
Cristo si è fatto uomo ed è diventato uno di noi. Ha scelto di essere
l'Emmanuele, il Dio con noi: il compagno di viaggio nell'avventura
della vita per ogni uomo, libero o schiavo, ricco o povero, capace o
incapace, ottimista o pessimista, socievole o solitario. Una mano tesa per raccontare all'uomo
solo,
che non sarà mai solo, per quanto abbandonato da tutti. E allora anche noi ci stiamo
preparando a questo incontro perchè sia l'incontro che cambia per sempre la nostra vita.
Incontro che cambia la nostra vita dal nostro modo di vestire al nostro modo di vivere le
relazioni e di essere lievito per una società nuova. Sogno che rimarrà solamente utopia, se
non troveremo in noi il motivo giusto per lasciare in eredità (a chi verrà dopo di noi) quello
che a nostra volta abbiamo ricevuto.
dell’annuncio
Nella notte santa i pastori si sono fidati dell’annuncio dell’Angelo e si sono messi in
cammino verso Betlemme. Si sono messi in cammino e hanno incontrato un bambino che
gli ha riempiti di stupore e meraviglia. Loro, che per la società del tempo non erano nulla, si
sono sentiti riempiti di un amore grande, capace di donare loro senso nuovo.
Quanti fratelli e sorelle sono alla ricerca di un senso per la loro vita? Non solo i giovani,
ma anche adulti. Quanti (anche nella nostra valle) sperimentano un fallimento (anche
di
pesante) e non sono più capaci di rialzare lo sguardo? Quanti (e forse questo fa più male nel
vederlo) indossano la maschera dell’ipocrisia e della superficialità per non fare i conti con la
propria fragilità?
relazionale.
Ci troviamo in un periodo di forte crisi non solo economica, ma anche relazionale. Tante
famiglie non arrivano alla fine del mese, ma il dramma più grande è che vivono questa
difficoltà in profonda solitudine e questo rende tutto ancora duro. E forse nella nostra valle
altrove,
siamo troppo abituati a vedere famiglie che si trasferiscono altrove, perché non c’è nulla che le
convinca a rimanere e le faccia sperare nella concretezza del domani. Siamo relativamente
pochi in valle e quello che passa nell’anonimato in realtà più grandi, qui o fa scalpore o
cristiani
passa del tutto naturale. E noi come cristiani come reagiamo?
Dobbiamo prendere sul serio il fatto che sta dilagando un clima di
solitudine che rende incapace l’uomo di tendere la propria mano e di
chiedere aiuto all’altr0, che magari rimane indifferente.
Quel bambino, che nasce nella grotta di Betlemme, nasce povero,
indifeso e rifiutato. Ci ricordiamo benissimo tutti che per lui non c’era
posto nell’albergo. Il nostro Dio conosce benissimo la fatica del vivere
quotidiano. Non solo sa, ma la vive in prima persona, per donarci la
coraggio
forza e il coraggio di starci in ogni situazione della vita. Dio sta
sempre un passo avanti a noi perché noi lo possiamo incontrare presente
2. in ogni situazione della nostra esistenza e in quello che vive la nostra comunità.
dell’uomo
Il Dio di Gesù Cristo ha scelto la fragilità dell’uomo per raccontare la sua fedeltà di Dio.
Ha scelto di camminare con il passo dell’uomo perché ogni uomo possa comprendere sempre il
linguaggio di Dio. Ha scelto di amare e di perdonare perché l’uomo riscopra ogni giorno la
sua dignità di Figlio. … insomma un Dio che non si fa problemi ad amare e a condividere la
insomma
sua vita con ogni uomo. Sulla croce ha perdonato anche il ladrone e i suoi crocifissori.
Sceglie di amare e basta.
mass
Siamo messi di fronte alla nostra fragilità e il messaggio che passa per i mass media è
che da questa prigione è impossibile uscire. Il Dio (che per tanti rimane lontano e
indifferente) entra nella vita dell’uomo per abitare tutte le strade della vita dell’uomo e per
far vivificare anche le stanze del dolore e della morte. Solo in Dio troviamo il coraggio per
accogliere e accettare la nostra vita fino in fondo. Solo la grazia ci permette di prendere sul
serio anche i difetti e sapere che i nostri limiti sono dei ponti per creare legami con gli altri.
Ogni uomo ha fame di relazioni vere e concrete, che lasciano dentro di noi il volto vero del
vere
fratello che cammina accanto a noi. E i nostri pregiudizi e le nostre incomprensioni lo
rinchiudono nello stereotipo di un Dio giudice e bacchettone.
augurio
Allora giunga a voi il mio più caloroso augurio di un buon e santo
Natale, perché sia l’occasione per incontrare il Dio fatto bambino,
l’Emmanuele , il compagno di viaggio. Il Dio rivoluzionario nella storia del
mondo perché parte dall’accoglienza dell’altro per quello che è veramente
sincerità
nella sincerità degli atteggiamenti e dei progetti. Ecco il nostro Dio (!) che
riscatta la libertà dell’uomo, facendo della fragilità l’occasione per tendere
la mano e incontrare un'altra mano. Natale sia per tutti l’occasione per
mano sia
Cristo
riscoprire il volto del Dio di Gesù Cristo che ha i lineamenti della tenerezza,
la sicurezza nelle mani, il calore dell’abbraccio che regala dignità. Non un
Dio giudice, ma il Dio fedele. La speranza è che la stella cometa guidi anche
Betlemme.
noi ad incontrare Dio nella bellezza del bambino nato a Betlemme.
Ci accompagnino in questo cammino la Vergine Madre, patrona della nostra Valle e i
nostri santi patroni Bartolomeo e Giovanni Nepumuceno per giungere insieme ad abitare
stabilmente nel Cuore di Gesù e avere così gli stessi sentimenti di Dio.
Natale
Buon Natale e felice anno nuovo!
don Nicola
Solennità dell’Immacolata concezione di Maria, 8 dicembre 2011
3. Unità Pastorale Santi Pietro e Giorgio
A tutti voi, giunga un cordiale augurio di Buon Natale!
Che Gesù Cristo, il Dio fatto uomo, ritorni un'altra
volta per portare nei nostri cuori e nelle nostre
famiglie un po’ di serenità, nella certezza che non
siamo soli, abbandonati a noi stessi, ma che Egli è
presente nella nostra storia e si fa nostro compagno di
viaggio. Gesù si fa uno di noi, per condividere le
nostre gioie e dolori, attese e delusioni.
Viviamo in tempi di crisi, non solo economica ma
anche esistenziale e morale, dove sembrano venir
meno e sfaldarsi tanti riferimenti e valori. In questo
clima di individualismo esasperato, in tante persone
c’è un senso di sfiducia, di solitudine, di confusione e
insicurezza. Che questo Natale possa portarci un po’ di
speranza per riprendere con impegno e fiducia il
nostro cammino!
Buon Natale a tutti, soprattutto a coloro che stanno
attraversando un momento difficile. Auguri!
Il vostro parroco don Gianpietro
4. lo avvolse in fasce
e lo pose in una mangiatoia,
perché per loro non c'era posto nell'alloggio
Carissimi parrocchiani,
è uno strano Natale questo del 2011. Il desiderio di festa e di gioia è
molto forte, ma ci sono tanti segnali che ci richiamano alla “dura realtà”.
dura realtà
Sto pensando a due genitori che mi dicevano la loro preoccupazione
perché, a causa della crisi sul lavoro, non riescono più a dare ai figli quello
che gli davano prima… e questo li fa sentire dei cattivi genitori.
Oppure a quella signora che in un periodo difficile non ha trovato
signora,
conforto né sostegno, ma soltanto freddi consigli ed indicazioni di servizi: si
è sentita sola ad affrontare i suoi problemi.
Infine a quei giovani che fanno già discorsi da vecchi: pensiamo a sopravvivere… non troviamo un posto nella
società perché non c’è bisogno di noi… perché studiare, impegnarsi: con quali prospettive?... e via dicendo.
Sono segni di una povertà che avanza materiale, sociale, esistenziale.
avanza:
Come facciamo, in questa situazione, a parlare di festa e di gioia? Cosa possiamo dire del Natale?
Penso che sia proprio la povertà a parlarci del Natale di un Dio che è venuto sulla terra e si è fatto uomo come
Natale,
noi, rifuggendo ogni sfarzo ed ogni lusso. Anzi!
atale ci parla di una FAMIGLIA la Santa Famiglia, perché anche noi ricominciamo ad
FAMIGLIA,
a investire il nostro tempo e le nostre risorse nella famiglia.
atale ci parla di Dio che sceglie di APPARTENERE ad un popolo, ad una famiglia, in una
a precisa epoca storica, perché anche noi riscopriamo il senso dell’appartenenza al nostro mondo e
decidiamo di spenderci per il bene comune.
atale ci parla di un bimbo “avvolto in fasce e posto in una mangiatoia”, richiamando quanto,
a
SACRIFICIO,
trentatre anni dopo, sarebbe successo a quel bimbo, ormai diventato adulto: avvolto in un lenzuolo
e posto in un sepolcro. Perché la Vita non ha paura della morte, né della sofferenza, né del
SACRIFICIO ma ci è donata perché a nostra volta ne facciamo dono agli altri, ad ogni costo.
atale ci parla dell’essenziale: una famiglia, un bambino, una sistemazione di fortuna, una semplice
a
già tutto!”.
compagnia a far festa con loro, il canto della speranza, i segni della presenza di Dio. Perché
riscopriamo il valore della SOBRIETÀ “Non possiamo comprare più niente, perché abbiamo
SOBRIETÀ:
Oggi nasce Gesù ed “appare la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”. Dobbiamo coltivare la
speranza,
speranza perché lì dove ci sembra che tutto sia finito, Dio fa nascere vita nuova.
5. Ed ecco i miei auguri:
auguri
che ci lasciamo conquistare dalla povertà del Natale accogliendo i valori della famiglia, dell’appartenenza,
Natale,
del sacrificio e dell’essenzialità;
che riscopriamo la gioia dello stare insieme, dell’accoglierci con semplicità, del fare spazio a Dio nella
nostra vita;
che siamo capaci di scoprire le vere povertà mondiali, per fare festa con tutta l’umanità.
BUON NATALE a tutti, il vostro affezionatissimo parroco