1. Ecommerce
“Un branco di sardine è composto da decine di migliaia di pesci, e nel complesso
è più grande di una balena. Ma a dispetto delle apparenze la condotta del branco
non è mai del tutto omogenea: in ogni dato momento, una piccola minoranza
‘rema contro’ per cambiare direzione, per modificare la tendenza consolidata.
Quest’azione di disturbo crea disagio nel branco, ma un numero crescente di
sardine presterà attenzione alla nuova tendenza, e non appena almeno il 20% si
convincerà che la nuova direzione è meglio della vecchia, scatterà come un
meccanismo automatico, e tutto il branco compatto cambierà simultaneamente
direzione ed intraprenderà sorprendentemente la nuova rotta.”
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2. Web‐ecommerce nel mondo
Nord America con il 78,9% (272 milioni di persone)
.
Nel Vecchio Continente è connesso il 64,5% della
popolazione, ovvero 476 milioni di persone.
Tra 4 anni ci saranno 3 milliardi (oggi sono 2
miliardi) di persone collegate alla rete su vari
dispositivi, metà della popolazione mondiale, e
l'impatto di questo net‐boom sulle economie dei
Paesi sarà enorme. La vetrina online di
un'attività commerciale in Gran Bretagna già
incrementa l'acquisto dell'oggetto nel negozio
fisico dell'11,5% e il valore del (ROPO)
«researched online and then purchased offline»
tenderà ad aumentare in modo considerevole in
tutti i Paesi, Italia compresa.
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3. Web e ecommerce in Italia
Sono 26 milioni gli italiani on line e 13 milioni quelli
comprato on line, un milione e mezzo ha già
dichiarato che nei prossimi tre mesi intende effettuare
un acquisto on line. Oggi solo il 48% degli italiani
utilizza internet. Domani?
Oggi in Italia si può parlare di una continuativa
propensione al acquisto on line da parte del 30% degli
internauti, la media europea è in realtà del 60% con
paesi quali Inghilterra e Danimarca che toccano
80%.Domani?
Questi dati sconfortanti vedono l’Italia fanalino di coda
del europa, ma sono il segnale concreto che c’è un
bisogno latente non soddisfatto di ecommerce.
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4. Web e aziende
Dal lato aziendale la situazione appare
speculare, se negli UK otto aziende su dieci
utilizzano un modello distributivo ed un
sistema di vendita online realmente efficaci
e adeguati, in Italia soltanto due aziende su
dieci possono dirsi effettivamente attrezzate
a sostenere la sfida del commercio
elettronico su scala internazionale.
La scarsa adozione dell’eCommerce da parte
degli acquirenti italiani porta le aziende
italiane a sottovalutarne l’importanza e,
soprattutto, le potenzialità, commettendo
così degli errori di prospettiva: il mercato
dell’online per sua natura è globale e non
domestico.
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5. L’ostacolo da risolvere:
PMI e Internet
Le imprese attive nell'industria e nei
servizi in Italia sono circa 4,5
milioni. Il 95% di queste imprese ha
meno di 10 occupati ed impiega il
47% degli occupati totali. Il 65%
non hanno lavoratori dipendenti e
sono circa 3 milioni.
Solo il 25% di queste 4,5 milioni di
imprese ha un sito web, dato che
chiaramente scende al 20% tra
quelle con meno di 10 addetti.
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6. Ecommerce passaporto per export
L'industria del falso made in Italy è cresciuta
negli ultimi dieci anni di quasi il 2000% e ha
un fatturato globale stimabile in circa 700
miliardi di euro/anno. Una cifra enorme se
pensiamo che il fatturato italiano delle
aziende dei settori moda e alimentare in
Italia supera di poco i 200 miliardi di
euro/anno con un export pari a circa 60
miliardi. È un po’ come dire che in giro per il
mondo per ogni prodotto veramente italiano
ce ne sono più di dieci che si spacciano per
tali ma che italiani non sono. Un disastro
commerciale e fenomeno determinato dalla
scarsa accessibilità dei prodotti italiani.
Ecommerce dà questa’accessibilità.
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7. Che cosa sta cambiando in Italia
Il ROPO (Research on line, purchase of
line) è l'attività di cercare le cose ed
informazioni on line (Research on
line) per poi acquistare sul territorio
o nei negozi fisici (Purchase off
line), altrimenti detto info‐
commerce è molto diffuso in Italia
(87% naviganti, +o‐ 23 milioni di
persone in Italia).
Oggi chi compra on line non lo fa solo
per il prezzo più basso (27%), ma
soprattutto per la comodità (41%) e
per la gamma di scelta molto più
ampia (29%).
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