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Meccanismo anaerobico alattacido
è il sistema che libera una grande quantità di energia ma che ha una durata limitata a 10" - 15". è il meccanismo che
viene utilizzato in sforzi anche molto intensi ma brevi, come ad esempio in un salto, o in un lancio.
Caratteristiche principali
* è un sistema che agisce in assenza di ossigeno (anaerobico);
* non dà produzione di acido lattico (alattacido);
* dipende principalmente dalla presenza, nelle cellule, di fosfocreatina (CP), che cede il suo fosfato disponibile per la
ricarica attraverso questa reazione;
* è un sistema limitato dalla scarsa disponibilità di CP.
Ricapitolando
* potenza: è il sistema più potente;
* capacità: è il sitema meno capace, in quanto da un CP si genera ATP.

Per capire come i vari sport agiscono nelle aree di protezione occorre capire quali sono i
meccanismi energetici che sono alla base del gesto atletico. Il corpo umano possiede diversi
processi per produrre energia e i vari sport si distinguono anche in base al meccanismo di
produzione di energia privilegiato. Il tipo di benzina impiegato caratterizza la durata e
l'intensità dello sforzo sostenibili e quindi determina quali fattori di prevenzione vengono
attivati.
Contrariamente a quanto avviene in una casa dove per il riscaldamento si può usare energia
elettrica o termica, il nostro corpo impiega una forma meno visibile di energia, quella chimica.
Nell'organismo avvengono centinaia di reazioni, alcune delle quali possono cedere energia
mentre altre l'assorbono. L'energia introdotta con gli alimenti non viene usata direttamente,
ma impiegata per sintetizzare una sostanza immagazzinatrice di energia, l'ATP (o
adenosintrifosfato). Tale energia viene poi ceduta quando l'ATP si lega con l'acqua e viene
trasferita per l'utilizzo biologico (per esempio la contrazione di un muscolo). I processi
energetici possono essere aerobici o anaerobici. Un processo è aerobico quando la presenza
dell'ossigeno è indispensabile perché esso abbia luogo, è anaerobico quando può avvenire in
assenza di ossigeno. Per esempio la scissione dell'ATP può avvenire anche in presenza di
ossigeno, ma tale presenza non è indispensabile: si parla pertanto di reazione anaerobica. Un
processo energetico è inoltre caratterizzato dalla velocità con cui avviene.
I processi che portano alla produzione di ATP derivano dalla conversione dei macronutrienti
(carboidrati, lipidi, proteine) e ogni processo arriva al suo scopo (la produzione di ATP) con una
sua velocità, parametro di estrema importanza nella fisiologia dello sport, in particolare della
corsa. Esiste un altro meccanismo energetico molto rapido, quello del creatinfosfato (CP). Il CP
può produrre energia in assenza di ossigeno quando il gruppo fosfato si stacca dalla creatina. Il
processo è molto rapido e tipicamente viene usato dalle cellule quando si passa da una bassa a
un'elevata richiesta energetica; esempio classico sono le gare di sprint o gli scatti dei calciatori.
Per ogni sport e, come nel caso della corsa, per ogni disciplina, cambia la percentuale del
processo di produzione dell'energia privilegiato. Per esempio, nel calcio circa il 10%
dell'energia spesa in una partita deriva dal meccanismo CP. Nella corsa invece, per distanze
superiori a 1500 m, il meccanismo CP è praticamente nullo.
Un altro concetto che è bene ricordare subito è che le varie fonti energetiche lavorano in
parallelo, non in serie. Ciò significa che quando diciamo che sono coinvolti carboidrati, grassi e
proteine nella produzione di energia per una corsa a una certa velocità i meccanismi sono
contemporanei, non successivi: nella maratona il 20% di consumo di lipidi non inizia quando
termina il contributo dei carboidrati, ma nell'atleta allenato alla distanza già dai primi
chilometri un 20% dell'energia proviene dai grassi. È per questo che un soggetto che corre i
10000 m che vuole correre una maratona deve allenarsi a bruciare i grassi; con il suo
allenamento da specialista dei 10000 m brucerà probabilmente il 5% di grassi e il 95% di
carboidrati, con il risultato che arrivato al 30-35 km finirà le scorte di glicogeno e si bloccherà
vittima di una paurosa crisi.
Schematicamente sono cinque i principali meccanismi energetici:
a) meccanismo anaerobico alattacido (del creatinfosfato) in cui si produce energia in
assenza di ossigeno, utilizzando processi molto rapidi, ma che non possono durare a lungo
(tipicamente una decina di secondi). Viene usato per scatti, salti, attività di potenza come il
sollevamento pesi.
b) meccanismo anaerobico lattacido in cui si produce energia in assenza di ossigeno. Viene
usato negli sforzi brevi, ma sufficientemente lunghi da produrre un affanno nella respirazione,
per esempio una corsa di un chilometro. Si arriva a una situazione di crisi (dovuta all'accumulo
di lattato nel sangue) che costringe il soggetto a diminuire la velocità per ritornare in
equilibrio.
c) meccanismo aerobico glicidico in cui in presenza di ossigeno si bruciano
prevalentemente carboidrati. È usato negli sforzi intensi in cui comunque si raggiunge un certo
equilibrio, per esempio la corsa di una decina di chilometri.
d) meccanismo aerobico lipidico in cui in presenza di ossigeno si bruciano prevalentemente
lipidi (grassi). È usato in sforzi di modesta intensità (come il jogging parlando tranquillamente)
o in sforzi prolungati, dove affianca il meccanismo precedente (come nella maratona). La
biochimica insegna che i lipidi non possono essere praticamente utilizzati se finiscono le scorte
dei carboidrati (il classico "muro" del maratoneta).
e) meccanismo proteico in cui si bruciano le proteine per ottenere energia. Come il
precedente è un meccanismo che viene usato per ottenere energia quando i carboidrati
scarseggiano e diventa tanto più importante quanto lo sforzo è prolungato (per esempio
diverse ore). In questo caso si può dire che i muscoli vengono "smontati" per produrre energia.
Ognuno di noi può sfruttare i cinque meccanismi in maniera diversa, a seconda
dell'allenamento e delle caratteristiche individuali congenite o acquisite. È importante però
notare che ogni meccanismo comporta un'azione diversa nelle varie aree di intervento. Per
esempio se è prevalente il meccanismo CP (come nel saltatore in lungo) sarà massima l'azione
dell'efficienza muscolo-scheletrica, ma sarà pressoché nulla la protezione cardiovascolare
perché le durate sono troppo brevi per innescare i processi. Il meccanismo anaerobico lattacido
può esplicare un'utile azione ormonale, ma una modesta azione sul controllo del peso: gli sforzi
e gli allenamenti sono tali da bruciare una quantità tutto sommato modesta di calorie (per
esempio non certo paragonabili a quelle di un triathleta). Per fortuna ogni soggetto, nel suo
gesto atletico o negli allenamenti che sono finalizzati al miglioramento, non usa un solo
meccanismo energetico; ne consegue un beneficio globale che, pur essendo differente da sport
a sport, fa preferire dal punto di vista salutistico chi fa sport al sedentario.

Il sistema anaerobico alattacido
Nel sistema anaerobico alattacido l’organismo utilizza le normali scorte di creatinafosfato (CP) per i processi di
risintesi energetica. In altri termini, la CP presente nel muscolo, cede il suo fosfato inorganico (Pi) che, legandosi all’ADP
la riconverte in ATP, pronta a fornire nuova energia.
Questo processo è estremamente rapido, può contare su riserve di CP muscolari di circa 350/550 grammi, ed è in grado
di fornire grande energia ma per periodi di tempo molto brevi. Normalmente non superiori agli 8 secondi. E’ denominato
anaerobico in quanto l’ossigeno non interviene al fine di ossidare alcun substrato energetico. E’ definito alattacido in
quanto la tipologia del sistema non influenza il rilascio di acido lattico.

I sistemi energetici
Ciascun sistema energetico di rigenerazione dell’ATP ha caratteristiche proprie in termini di durata ed efficienza.
Due di questi sistemi sono in grado di “estrarre” il potenziale dai substrati energetici presenti nell’organismo o introdotti
a seguito dell’alimentazione.

Il sistema anaerobico alattacido
Nel sistema anaerobico alattacido l’organismo utilizza le normali scorte di creatinafosfato (CP) per i processi di
risintesi energetica. In altri termini, la CP presente nel muscolo, cede il suo fosfato inorganico (Pi) che, legandosi all’ADP
la riconverte in ATP, pronta a fornire nuova energia.

Questo processo è estremamente rapido, può contare su riserve di CP muscolari di circa 350/550 grammi, ed è in grado
di fornire grande energia ma per periodi di tempo molto brevi. Normalmente non superiori agli 8 secondi. E’ denominato
anaerobico in quanto l’ossigeno non interviene al fine di ossidare alcun substrato energetico. E’ definito alattacido in
quanto la tipologia del sistema non influenza il rilascio di acido lattico.

Il processo mediante il quale il gruppo fosforico idrolizzato dalla CF passa all’ADP è denominato mediato, al pari
dell’idrolisi dell’ATP, da un enzima (creatinchinasi).
Come è semplice ipotizzare, il trasferimento del fosfato inorganico è possibile poiché, la quantità di energia liberata
dall’idrolisi di CP è maggiore di quella richiesta per il legame P+ADP. Talmente superiore che, buona parte di essa, viene
conservata nel legame del fosfato con l’ADP, e diviene pronta ad essere liberata per le esigenze muscolari dell’individuo.

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Meccanismo anaerobico alattacido

  • 1. Meccanismo anaerobico alattacido è il sistema che libera una grande quantità di energia ma che ha una durata limitata a 10" - 15". è il meccanismo che viene utilizzato in sforzi anche molto intensi ma brevi, come ad esempio in un salto, o in un lancio. Caratteristiche principali * è un sistema che agisce in assenza di ossigeno (anaerobico); * non dà produzione di acido lattico (alattacido); * dipende principalmente dalla presenza, nelle cellule, di fosfocreatina (CP), che cede il suo fosfato disponibile per la ricarica attraverso questa reazione; * è un sistema limitato dalla scarsa disponibilità di CP. Ricapitolando * potenza: è il sistema più potente; * capacità: è il sitema meno capace, in quanto da un CP si genera ATP. Per capire come i vari sport agiscono nelle aree di protezione occorre capire quali sono i meccanismi energetici che sono alla base del gesto atletico. Il corpo umano possiede diversi processi per produrre energia e i vari sport si distinguono anche in base al meccanismo di produzione di energia privilegiato. Il tipo di benzina impiegato caratterizza la durata e l'intensità dello sforzo sostenibili e quindi determina quali fattori di prevenzione vengono attivati. Contrariamente a quanto avviene in una casa dove per il riscaldamento si può usare energia elettrica o termica, il nostro corpo impiega una forma meno visibile di energia, quella chimica. Nell'organismo avvengono centinaia di reazioni, alcune delle quali possono cedere energia mentre altre l'assorbono. L'energia introdotta con gli alimenti non viene usata direttamente, ma impiegata per sintetizzare una sostanza immagazzinatrice di energia, l'ATP (o adenosintrifosfato). Tale energia viene poi ceduta quando l'ATP si lega con l'acqua e viene trasferita per l'utilizzo biologico (per esempio la contrazione di un muscolo). I processi energetici possono essere aerobici o anaerobici. Un processo è aerobico quando la presenza dell'ossigeno è indispensabile perché esso abbia luogo, è anaerobico quando può avvenire in assenza di ossigeno. Per esempio la scissione dell'ATP può avvenire anche in presenza di ossigeno, ma tale presenza non è indispensabile: si parla pertanto di reazione anaerobica. Un processo energetico è inoltre caratterizzato dalla velocità con cui avviene. I processi che portano alla produzione di ATP derivano dalla conversione dei macronutrienti (carboidrati, lipidi, proteine) e ogni processo arriva al suo scopo (la produzione di ATP) con una sua velocità, parametro di estrema importanza nella fisiologia dello sport, in particolare della corsa. Esiste un altro meccanismo energetico molto rapido, quello del creatinfosfato (CP). Il CP può produrre energia in assenza di ossigeno quando il gruppo fosfato si stacca dalla creatina. Il processo è molto rapido e tipicamente viene usato dalle cellule quando si passa da una bassa a un'elevata richiesta energetica; esempio classico sono le gare di sprint o gli scatti dei calciatori. Per ogni sport e, come nel caso della corsa, per ogni disciplina, cambia la percentuale del processo di produzione dell'energia privilegiato. Per esempio, nel calcio circa il 10% dell'energia spesa in una partita deriva dal meccanismo CP. Nella corsa invece, per distanze superiori a 1500 m, il meccanismo CP è praticamente nullo. Un altro concetto che è bene ricordare subito è che le varie fonti energetiche lavorano in parallelo, non in serie. Ciò significa che quando diciamo che sono coinvolti carboidrati, grassi e proteine nella produzione di energia per una corsa a una certa velocità i meccanismi sono contemporanei, non successivi: nella maratona il 20% di consumo di lipidi non inizia quando termina il contributo dei carboidrati, ma nell'atleta allenato alla distanza già dai primi
  • 2. chilometri un 20% dell'energia proviene dai grassi. È per questo che un soggetto che corre i 10000 m che vuole correre una maratona deve allenarsi a bruciare i grassi; con il suo allenamento da specialista dei 10000 m brucerà probabilmente il 5% di grassi e il 95% di carboidrati, con il risultato che arrivato al 30-35 km finirà le scorte di glicogeno e si bloccherà vittima di una paurosa crisi. Schematicamente sono cinque i principali meccanismi energetici: a) meccanismo anaerobico alattacido (del creatinfosfato) in cui si produce energia in assenza di ossigeno, utilizzando processi molto rapidi, ma che non possono durare a lungo (tipicamente una decina di secondi). Viene usato per scatti, salti, attività di potenza come il sollevamento pesi. b) meccanismo anaerobico lattacido in cui si produce energia in assenza di ossigeno. Viene usato negli sforzi brevi, ma sufficientemente lunghi da produrre un affanno nella respirazione, per esempio una corsa di un chilometro. Si arriva a una situazione di crisi (dovuta all'accumulo di lattato nel sangue) che costringe il soggetto a diminuire la velocità per ritornare in equilibrio. c) meccanismo aerobico glicidico in cui in presenza di ossigeno si bruciano prevalentemente carboidrati. È usato negli sforzi intensi in cui comunque si raggiunge un certo equilibrio, per esempio la corsa di una decina di chilometri. d) meccanismo aerobico lipidico in cui in presenza di ossigeno si bruciano prevalentemente lipidi (grassi). È usato in sforzi di modesta intensità (come il jogging parlando tranquillamente) o in sforzi prolungati, dove affianca il meccanismo precedente (come nella maratona). La biochimica insegna che i lipidi non possono essere praticamente utilizzati se finiscono le scorte dei carboidrati (il classico "muro" del maratoneta). e) meccanismo proteico in cui si bruciano le proteine per ottenere energia. Come il precedente è un meccanismo che viene usato per ottenere energia quando i carboidrati scarseggiano e diventa tanto più importante quanto lo sforzo è prolungato (per esempio diverse ore). In questo caso si può dire che i muscoli vengono "smontati" per produrre energia. Ognuno di noi può sfruttare i cinque meccanismi in maniera diversa, a seconda dell'allenamento e delle caratteristiche individuali congenite o acquisite. È importante però notare che ogni meccanismo comporta un'azione diversa nelle varie aree di intervento. Per esempio se è prevalente il meccanismo CP (come nel saltatore in lungo) sarà massima l'azione dell'efficienza muscolo-scheletrica, ma sarà pressoché nulla la protezione cardiovascolare perché le durate sono troppo brevi per innescare i processi. Il meccanismo anaerobico lattacido può esplicare un'utile azione ormonale, ma una modesta azione sul controllo del peso: gli sforzi e gli allenamenti sono tali da bruciare una quantità tutto sommato modesta di calorie (per esempio non certo paragonabili a quelle di un triathleta). Per fortuna ogni soggetto, nel suo gesto atletico o negli allenamenti che sono finalizzati al miglioramento, non usa un solo meccanismo energetico; ne consegue un beneficio globale che, pur essendo differente da sport a sport, fa preferire dal punto di vista salutistico chi fa sport al sedentario. Il sistema anaerobico alattacido Nel sistema anaerobico alattacido l’organismo utilizza le normali scorte di creatinafosfato (CP) per i processi di risintesi energetica. In altri termini, la CP presente nel muscolo, cede il suo fosfato inorganico (Pi) che, legandosi all’ADP la riconverte in ATP, pronta a fornire nuova energia.
  • 3. Questo processo è estremamente rapido, può contare su riserve di CP muscolari di circa 350/550 grammi, ed è in grado di fornire grande energia ma per periodi di tempo molto brevi. Normalmente non superiori agli 8 secondi. E’ denominato anaerobico in quanto l’ossigeno non interviene al fine di ossidare alcun substrato energetico. E’ definito alattacido in quanto la tipologia del sistema non influenza il rilascio di acido lattico. I sistemi energetici Ciascun sistema energetico di rigenerazione dell’ATP ha caratteristiche proprie in termini di durata ed efficienza. Due di questi sistemi sono in grado di “estrarre” il potenziale dai substrati energetici presenti nell’organismo o introdotti a seguito dell’alimentazione. Il sistema anaerobico alattacido Nel sistema anaerobico alattacido l’organismo utilizza le normali scorte di creatinafosfato (CP) per i processi di risintesi energetica. In altri termini, la CP presente nel muscolo, cede il suo fosfato inorganico (Pi) che, legandosi all’ADP la riconverte in ATP, pronta a fornire nuova energia. Questo processo è estremamente rapido, può contare su riserve di CP muscolari di circa 350/550 grammi, ed è in grado di fornire grande energia ma per periodi di tempo molto brevi. Normalmente non superiori agli 8 secondi. E’ denominato anaerobico in quanto l’ossigeno non interviene al fine di ossidare alcun substrato energetico. E’ definito alattacido in quanto la tipologia del sistema non influenza il rilascio di acido lattico. Il processo mediante il quale il gruppo fosforico idrolizzato dalla CF passa all’ADP è denominato mediato, al pari dell’idrolisi dell’ATP, da un enzima (creatinchinasi). Come è semplice ipotizzare, il trasferimento del fosfato inorganico è possibile poiché, la quantità di energia liberata dall’idrolisi di CP è maggiore di quella richiesta per il legame P+ADP. Talmente superiore che, buona parte di essa, viene conservata nel legame del fosfato con l’ADP, e diviene pronta ad essere liberata per le esigenze muscolari dell’individuo.