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Università degli Studi di Siena
                      Facoltà di Lettere e Filosofia

     Corso di Laurea Specialistica in Teorie della Comunicazione
                e Tecniche dei Linguaggi Persuasivi




             Tesina in Semiotica dell'Arte Contemporanea
   Analisi semiotica delle vetrate del Santuario Maria Theotókos
                 Loppiano - Incisa in Val d’Arno (FI)




                                                 Studentessa: Lucia Ciciriello



Docenti: Omar Calabrese e Angela Mengoni




                         Anno accademico 2008-2009




                                                                            1
INDICE

Introduzione                                       Pag. 3

L’osservazione delle vetrate                       Pag. 4

Parte prima

Un opera collettiva                                Pag. 6

Il sistema delle vetrate, il nostro testo visivo   Pag. 6

Parte seconda

Il livello figurativo                              Pag. 9

Analisi del livello plastico                       Pag. 12

Categorie topologiche                              Pag. 12

Categorie eidetiche                                Pag. 13

Categorie cromatiche                               Pag. 13

Un significato complessivo: il flusso              Pag. 15

Parte terza

La tensività della luce                            Pag. 16

La spazializzazione                                Pag. 17



Bibliografia                                       Pag. 19




                                                             2
Introduzione

                                                            Visitare     il    Santuario       Maria
                                                            Theotókos               può       essere
                                                            un’esperienza           visivo-percettiva
                                                            di particolare fascino.

                                                            Di    seguito      alcune      premesse
                                                            necessarie        che     hanno    anche
                                                            l’obiettivo di definire i limiti in
                                                            cui si inserisce il lavoro qui
                                                            presentato.

Occorre fare una breve introduzione riguardo il contesto socio-culturale in cui ha
sede la costruzione del Santuario e a cui appartengono gli artisti che l’hanno
realizzata. La chiesa, infatti, si inserisce nella cittadella di Loppiano, località di
Incisa in Val d’Arno, provincia di Firenze. E’ una piccola cittadina in cui convivono,
in maniera permanente e temporanea, circa 900 persone appartenenti a diverse
nazionalità, culture e religioni. L’idea alla base è quella di una convivenza basata
sulla cosiddetta “Regola d’oro”1, è una comunità che si propone di essere un
laboratorio di dialogo tra popoli, culture e fedi religiose. Anche il Santuario, che si
trova nel centro della città, ospita una cappella ecumenica aperta alle differenti
confessioni cristiane: un elemento centrale non solo perché rappresenta lo stile di vita
proposto da Loppiano, di apertura culturale e dialogo interreligioso, ma soprattutto
perché realizza questa convivenza nel suo aspetto spirituale; nella cappella
ecumenica, infatti, potranno ritrovarsi protestanti, anglicani, ortodossi e cattolici a
pregare insieme. La cittadella di Loppiano è stata fondata dai Focolari, un
movimento laico nato nella Chiesa cattolica che ha come fine la fratellanza
universale. Ne consegue una precisa vocazione ecumenica oltre che al dialogo in altri
settori della cultura.
Il Santuario Maria Theotokos si inserisce quindi in un sistema di valori preciso e
determinato, visibile nei diversi aspetti, incluso quello artistico. Un contesto, tuttavia,
1
  «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa
infatti è la Legge e i Profeti » (Mt 7,12), si tratta di una Regola, presente, in forme diverse, in
tutti i libri sacri delle più importanti religioni.


                                                                                                   3
di cui non terremo conto nel nostro lavoro. L’obiettivo di questa ricerca, infatti, resta
quello di analizzare un testo visivo soffermandosi sulle relazioni e sugli effetti di
senso ad esso relativi.

Di particolare rilievo è la posizione in cui si erige la struttura architettonica. Essa è
situata su un altopiano dell’area territoriale, il che consente sia una visibilità da molti
punti della cittadella, sia di essere raggiunta dalla luce del sole in tutte le ore del
giorno con intensità.

Ricco il contesto visivo della costruzione popolato da diversi elementi, tutti
caratterizzati da una forte plasticità:

- la forma ellittica della chiesa con il tetto che si compone come un grande piano
 inclinato che nasce dal terreno e sale verso l’alto;

- la torre campanaria di 20 mt. coperta da una falda triangolare dorata;

- il grande tabernacolo inserito in un elemento scultoreo di bronzo dorato;

- l’ambone e l’altare realizzati in un unico blocco in pietra di Trani;

- la grande vetrata scorrevole del presbiterio che custodisce il tabernacolo;

- l’imponente portale in bronzo dell’ingresso centrale;

- le ampie vetrate laterali che si fondono con l’architettura della chiesa.

Di questi l’elemento che particolarmente ha catturato il mio interesse e di cui ho
cercato di analizzare alcuni aspetti in questo lavoro di ricerca è costituito dal sistema
delle vetrate.




L’osservazione delle vetrate

Un giorno mi trovai a passare dal Santuario e ad osservarle più da vicino. Quel
pomeriggio la luce del sole era forte; penetrava le vetrate e colorava le panche, il
pavimento, le mura bianche, la grande porta d’entrata. Sembrava di essere all’interno


                                                                                         4
di un caleidoscopio, uno spazio ampio e circolare dove luci e colori irrompevano con
vivacità e delicatezza insieme. Un continuo dinamismo tra cromatismo e luminosità
che ristabilivano momento per momento nuove forme e colori.

Il lavoro qui presentato tiene conto di questa esperienza: le vetrate contengono in sé
degli elementi figurativi e plastici che esprimono dei contenuti abbastanza precisi.
Tuttavia la luce del sole che penetra le vetrate pone ulteriori questioni semiotiche. Un




sostegno alla ricerca è giunto da Jacques Fontanille che approfondisce gli effetti di
senso derivanti dalla luce che qui ho ricercato per sviluppare l’analisi semiotica del
sistema delle vetrate.

Chiaramente il lavoro - come tutte le analisi semiotiche - non è esaustivo. Tuttavia
permette di interrogarsi su alcune questioni della semiotica visiva approfondendo in
particolare il rapporto tra la luce e il colore del testo visivo preso in esame.




                                                                                      5
Parte prima

Un’opera collettiva

La costruzione del Santuario Maria Theotokos è recente: è iniziata con gli scavi nel
maggio del 2002 ed è stato inaugurato il 30 ottobre 2004. L’intera realizzazione della
chiesa è ad opera del Centro Ave: un'équipe di artiste, architetti e designers che
realizzano ristrutturazioni, realizzazioni di opere d’arte e progetti di nuove chiese e
cappelle, edifici privati, sia in Italia che all’estero. Le artiste hanno un’esperienza
professionale di diversi anni e hanno sviluppato un’intensa attività in cui mettono
insieme le diverse competenze ed espressioni artistiche. Ogni volta realizzano un
progetto che ha un’architettura plastica in cui emerge la stessa essenzialità delle
sculture e pitture, dove forma e contenuto diventano inscindibili.




Il sistema delle vetrate, il nostro testo visivo

All’interno del Santuario sono presenti circa 85 mq di vetro colorato così
suddivisibile.

Vetrata 1 laterale - lato sinistro della chiesa.
Dedicata alla Passione di Gesù




                                                                                     6
Vetrata 2 laterale - lato destro della chiesa
Dedicata alla Via Mariae




Vetrata 3 centrale - vetrata del presbiterio
Dedicata al tema centrale del Santuario




                                                7
Vetrata 4 - fonte battesimale
Dedicata al rito del Battesimo.




                                  8
Parte seconda

Il livello figurativo

Anche un rapido sguardo ci permette di constatare la sostanziale differenza nel
livello plastico che vi è tra la vetrata 1, 2, 4 e la vetrata 3. Osservando invece le
vetrate sistemicamente ci si rende subito conto che sono tenute insieme dalla stessa
struttura discorsiva. La tematizzazione, non solo delle vetrate ma dell’intero
Santuario, è legata a Maria Theotókos (in greco Θεοτόκος; in latino Deipara o Dei
genetrix), un titolo della Beata Vergine Maria. Letteralmente significa colei che
genera Dio e spesso viene reso in italiano con Madre di Dio.

Le vetrate 1, 2 e 4 figurativizzano questo tema in due modalità:

- riproducendo le figure che riconducono ai momenti della nascita e della passione di
    Gesù nella tradizione cattolica con una densità interna di figuratività minima;

- utilizzando forme astratte per esprimere un momento della Passione di Gesù e tre
    caratteristiche della Madonna.




Scomponendo in porzioni le vetrate (che indichiamo di seguito con A, B, C...) e
osservandole, possiamo individuare la realizzazione di questa tematizzazione 2.




    A. Vetrata 1 - Preghiera di    B. Vetrata 1 - Gesù cade       C. Vetrata 1 - La luce del
       Gesù al Getsemani          durante la salita al Calvario        “dolore amato”


2
    Cfr. AA.VV., Libretto di presentazione del Santuario Santa Maria Theotókos, 2004


                                                                                               9
D. Vetrata 1 - La              E. Vetrata 1 - La               F. Vetrata 2
     Crocefissione:              Resurrezione di Gesù            L’Annunciazione
Gesù Abbandonato e Maria
        Desolata




 G. Vetrata 2 - La visita a    H. Vetrata 2 - La nascita di   I. Vetrata 2 - La realtà
        Elisabetta                        Gesù                    mistica di Maria




L. Vetrata 2 - La Pentecoste   M. Vetrata 2 - L’Assunzione    N. Vetrata 4 - Lo Spirito
                                                               Santo che discende
                                                                     sull’acqua




                                                                                          10
Le figure individuate sono definibili da Greimas “di grado zero”3: grazie alla
definizione dei segmenti di piombo che racchiudono porzioni di vetro colorato, si
costituiscono dei tratti visivi che costituiscono dei formanti figurativi. Questi
permettono un’interpretazione come rappresentante un oggetto del mondo naturale,
all’interno di una determinata griglia di lettura culturale: nel nostro caso si tratta
della tradizione della Chiesa cattolica. La doppia modalità di figurativizzazione (le
immagini C, I e L sono caratterizzate da un maggiore livello di astrazione rispetto a
tutte le altre) è data da una diversa densità figurativa da cui consegue un diverso
livello di verosomiglianza che ci permette comunque di riconoscerne il significato.

Nella corrispondente componente sintattica ogni porzione di vetrata compone un
momento della narrazione evangelica. Accenniamo in breve agli elementi principali
della sintassi discorsiva del testo visivo.

- Racconta una storia: quella di Gesù, quella di Maria e dell’umanità e invita lo
    spettatore ad “ascoltarla”, senza dare del “tu”, ma anzi evidenziando l’”egli”
    dell’autore nell’enunciazione.

- Rappresenta degli attori: Gesù, Maria e i due attori “minori”, quali San Giuseppe e
    Elisabetta. Presenziano la scena e - come sempre - “portano a compimento la loro
    missione”.

- Costruisce un tempo nelle vetrate laterali: sia una cronologia dei fatti del racconto,
    sia una collocazione temporale nella Storia. La vetrata laterale destra, infatti, è
    precedente alla vetrata di sinistra; inoltre in ogni singola vetrata quello che si trova
    alla periferia (più a destra nella vetrata 2 e più a sinistra nella vetrata 1) è l’inizio
    del racconto. Ogni porzione di vetrata è un frame di un film montato in ordine
    cronologico. Ma in quali anni è ambientato questo film? E’ un tempo storico
    appartenente al racconto, un momento in cui questi fatti narrati sono avvenuti. Non
    si riesce però a definire una data, è un tempo indefinibile, che ha valore sempre
    nella Storia, un tempo “eterno”.




3
 Cfr. Greimas, A. J., "Semiotica figurativa e semiotica plastica" in Fabbri e Marrone (eds.),
Semiotica in nuce. Volume II. Meltemi, Roma, 2001, pp. 196-210


                                                                                            11
- Definisce uno spazio: non vi è scenografia (per mantenere la metafora), tranne nella
    porzione A in cui sono riconoscibili gli alberi del giardino di Getsemani e nella D il
    cui formante marrone alla base richiama il Golgota. Non vi è prospettiva: quello
    che conta è ciò che è posto in primo piano.

La vetrata 3, invece, è sorretta da una semantica discorsiva differente: non è infatti
possibile scomporla, il senso si genera nella sua composizione totale. Si presenta con
un maggior livello di astrattismo, realizzato dai tratti cromatici: una zona gialla al
centro e una zona periferica sfumata tendente al blu che in un certo senso riassume
tutte le figure delle altre vetrate e del Santuario nel complesso: “Maria Theotókos, un
grande cielo azzurro che contiene il sole: Dio.”4




Analisi del livello plastico

La generazione del senso e l’indagine delle strutture testuali alla base del sistema
delle vetrate in analisi non può prescindere dal livello plastico.

Forte è infatti la componente topologica, eidetica e cromatica nella generazione del
senso del testo visivo. Osservando con attenzione le vetrate si possono subito
individuare le seguenti categorie plastiche, che come intravisto già nel livello
figurativo, possono essere raggruppate in maniera diversa: alcune categorie più
pertinenti nelle vetrate rettangolari 1, 2 e 4; altre nella vetrata semicircolare centrale
3.




Categorie topologiche

La disposizione dei formanti figurativi e plastici all’interno delle vetrate rettangolari
ci      consente      di    individuare     le    seguenti     opposizioni:     alto/basso;
ascendente/discendente; inglobato/inglobante.

Nella vetrata 1 ad esempio è possibile individuare almeno due livelli: uno alla base
costituito da colori terrosi che nella porzione E ascende; l’altro più eterogeneo

4
    Cfr. AA.VV., Libretto di presentazione del Santuario Santa Maria Theotókos, 2004


                                                                                        12
costituito dalle tonalità di azzurro - anch’esso che ascende nella porzione D e E - e
dalle tonalità del rosso presenti in alto. Si potrebbe affermare che il formante “colori
terrosi” rappresenti l’umanità che, con la Resurrezione, è destinata a redimersi. Allo
stesso modo che le tonalità del rosso rappresentano il dolore 5 e che l’azzurro
rappresenta la risposta d’amore dell’uomo.
Non è a caso inoltre la disposizione delle figure che, sia nella vetrata 1 che 2, sono
disposte in maniera ascendente. Vi sono infine alcune zone che evidenziano un
oggetto inglobato (ad esempio la rappresentazione astratta di Maria, realtà mistica,
nella porzione I) e uno sfondo inglobante: questo è percepibile soprattutto nella
vetrata centrale 3.




Categorie eidetiche

Le categorie eidetiche sono determinate dalle fasce di piombo curvilinee più o meno
spesse. Possiamo individuare tre utilizzi:

- fasce spesse di 10 cm che delimitano le porzioni rettangolari delle vetrate (ragione
    funzionale alle vetrate);

- fasce spesse 5 cm che attraversano in maniera trasversale le porzioni e le lega
    insieme;

- fasce più sottili che definiscono all’interno di ogni porzione i formanti figurativi.

Osservando le fasce di piombo è possibile individuare le seguenti categorie:
verticale/orizzontale, rettilineo/curvilineo e concavo/convesso. Nella vetrata 1 si
possono notare molte più verticalità soprattutto quelle gialle che rappresentano la
Luce Divina6 (ad esempio nella porzione C relativa alla natività dove vi sono tante
fasce gialle verticali). Le fasce sono tutte curvilinee, tranne quelle che rappresentano
la croce nella porzione H e L. Infine vi è un continuo gioco tra concavo e convesso
nell'intersezione delle linee. Interessanti le due linee che “racchiudono” Maria e
Elisabetta nella porzione G e nella porzione H la linea discendente che fa pensare ad

5
    Idem
6
    Idem


                                                                                          13
una capanna.
Appare chiaro come oltre alle figure, gli altri segmenti di piombo sostengono o
completano la figurativizzazione del testo.




Categorie cromatiche

La caratteristica principale delle vetrate qui in analisi è rappresentata dalla
cromaticità. Vasta la gamma dei colori pastello utilizzati con diversi livelli di
tonalità, luminosità e saturazione. I formanti cromatici inoltre creano un movimento
di flusso (orizzontale e verticale) che arricchisce i significati. E’ possibile individuare
pertanto le seguenti caratteristiche:

- la vetrata 1 si può scomporre cromaticamente in tre strati: un’ampia zona in alto in
 cui le tonalità di rosso si oppongono e sovrappongono con le tonalità di azzurro nel
 mezzo; alla base vi è un’area di colori terrosi tendente al verde, marrone e giallo;
 sembra rappresentare un flusso orizzontale da sinistra verso destra, che prima
 discende e poi scende;

- la vetrata 2 è più eterogenea, presenta maggiori tonalità di colori e in particolare vi
 sono qua e là tonalità di giallo presenti in ciascuna porzione di vetrata, zone di luce
 che caratterizzano ogni scena, ogni momento della vita di Maria. Più che un flusso
 orizzontale dà l’idea di circolarità, di vortice;

- la vetrata 4 comprende tutte le caratteristiche cromatiche delle vetrate 1 e 2:
 opposizione delle tonalità rosso/azzurro, presenza del giallo, movimento circolare e
 ascendente/discendente;

- la vetrata 3, infine, è caratterizzata da una minore saturazione dei colori rispetto alle
 altre vetrate e si basa su una struttura più semplice dove le tonalità di giallo sono al
 centro inglobate dalle tonalità di azzurro intorno, dando anche questa il senso della
 circolarità.

Da questa prima osservazione possiamo quindi definire le seguenti categorie
cromatiche all’interno del sistema delle vetrate che generano altre categorie



                                                                                        14
topologiche:     eterogeneità/omogeneità,       saturo/insaturo,     tonalità   azzurro-
rosso/tonalità giallo-marrone.




Un significato complessivo: il flusso

Non ci sembra di poter individuare in queste ultime categorie cromatiche
l’opposizione euforico/disforico di cui ci parla Goethe 7. La nostra ipotesi è che il
senso derivante dal livello plastico del testo visivo è da rintracciare nel sistema
complessivo delle vetrate: l’insieme delle categorie topologiche, eidetiche, e
cromatiche costruiscono un movimento, un flusso: le barre di piombo che ascendono
e discendono, i colori che colano in alcune zone e si estendono in altre, le figure che
dal basso si posizionano più in alto. Un flusso continuo tra il divino e l’umano nella
vetrata 1; tra la vita e la morte, l’amore e il dolore nella vetrata 2; tra il Cielo di
Maria e l’umanità di Gesù nella vetrata 3, tra lo Spirito (Cielo) e l’acqua (Terra) nella
vetrata 4.

Un concetto che esprime il sistema di valori in cui questo Santuario nasce. Come
accennato nell’Introduzione, infatti, Loppiano è una città internazionale dei Focolari:
questo Movimento (laico nato nella Chiesa Cattolica) basa la sua dottrina spirituale e
sociale su una frase che si presume sia stata pronunciata da Gesù, come si legge nel
Vangelo di Giovanni: “Dove due o più sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a
loro”8. Chiara Lubich, la fondatrice, così la interpreta: «Gesù fra noi, infatti, è una
sua direttiva da attuare (“dove due o più...”) ed è lo stesso Gesù che la dà. Questa
presenza di Gesù è un’attualità sorprendente. [...] Se noi poniamo Lui in mezzo a noi,
ecco che molti Lo possono incontrare ora, duemila anni dopo.»

Altrove9 Lubich spiega questa presenza divina nell’oggi e nelle comunità che
“agiscono in Suo nome”.

La realizzazione di un dialogo continuo quindi tra Cielo e Terra, un discendere di
Gesù nella vita di una comunità, un flusso continuo tra umano e divino: questo ci

7
  Calabrese, O., Come si legge un'opera d'arte, Mondadori, Milano, 2006
8
  Cfr. Lubich, C., Una via nuova, Città Nuova Editrice, Roma, 2002
9
  Lubich, C., La dottrina spirituale, Mondadori, Milano, 2001


                                                                                      15
sembra il concetto spirituale in cui si inserisce il significato complessivo del livello
plastico del sistema delle vetrate da noi analizzato.




                                                                                     16
Parte terza

La tensività della luce

Per aggiungere un elemento di analisi ulteriore del sistema delle vetrate ci sembra
importante considerare la caratteristica materica del nostro oggetto. Fino ad ora
abbiamo analizzato il testo visivo come se fosse su un supporto opaco. In realtà il
supporto di vetro ha una caratteristica fondamentale, ovvero la trasparenza (stessa
caratteristica dell’acqua, un liquido che rimanda al concetto di fluidità e movimento).

Il supporto vitreo pone due questioni:

- i colori cambiano a seconda della luce;

- la luce esterna del sole attraversa le vetrate e crea dei bagliori all’interno della
 chiesa; è come se il supporto materico si ampliasse estendendosi sul pavimento,
 sulle pareti, sulle panche.

Da qui ne deriva che:

- vi è un particolare rapporto tra la cromaticità e l’illuminazione di un testo visivo il
 cui supporto materico è trasparente;

- i bagliori occupano lo spazio dello spettatore.

Jacques Fontanille approfondisce nel suo studio relativo alla semiotica del visibile 10
l’istanza dell’enunciazione che deriva dalla configurazione della luce. In particolare
descrive i quattro effetti di senso costitutivi della configurazione: luminosità,
illuminazione, cromatismo e materia.

Date le caratteristiche del nostro oggetto di analisi (non è una tela in cui viene
rappresentata la luce o i suoi effetti dinamici sugli oggetti) ci soffermeremo sul
quarto effetto di senso relativo alla materia. A tal proposito Fontanille afferma:

«Le trouble dans l’espace substrat résulte par conséquent de la tension entre des
forces de cohésion et des forces de dispersion; c’est à dire que les effets de matière


10
     Fontanille, J., 1995b: Sémiotique du visible. Des mondes de lumière, Paris, P.U.F.


                                                                                          17
de la configuration sont à rattacher aux états dynamiques de la lumière dans
l’espace tensif où elle se diffuse.»11

                                    Anche Marc Chagall diceva: “La vetrata è aria e la
                                    sua materia è la luce”. Nel nostro caso la materia
                                    della luce è costituita dai raggi del sole che
                                    attraversano le vetrate e “colorandosi” proiettano
                                    delle luci di colori eterogenei sulle pareti, le panche
                                    e    quant’altro     incontrano      nel     percorso.
                                    L’illuminazione, l’attraversamento dinamico della
                                    luce esterna, modifica le proprietà cromatiche delle
                                    vetrate solvendo i colori, rendendoli cioè meno
                                    saturi. Queste d’altra parte vengono assorbite dalla
                                    luce che le proietta sul suo bersaglio ultimo. Si
                                    realizza così una composizione visiva sempre
                                    nuova che muta con il cambiare delle stagioni, del
                                    tempo atmosferico e delle ore; un continuo gioco
                                    tra trasparenze e opacità che diventa lotta tra la
forza solvente della luce e la forza di coesione della materia cromaticizzata.




La spazializzazione

Di grande interesse è l’effetto di riflesso cromatico che ne deriva. Lo spettatore
infatti mentre osserva le vetrate viene investito dai bagliori di luce colorata: è come
se il testo visivo si ampliasse, estendesse il suo spazio e in tal modo convocasse lo
spettatore. Potremmo infatti dire che questa illuminazione apre un’altra spazialità,
ovvero la profondità aldiqua del quadro: emerge un “qui” contrapposto/confuso con
un “là”.

Un flusso di luce che continua anche con lo spettatore, che non vuole rimanere
vincolata al supporto materico, ma che vuole invadere lo spazio e i soggetti presenti
in ogni tempo.
11
     idem pag. 35


                                                                                        18
Bibliografia

AA.VV., Libretto di presentazione del Santuario Santa Maria Theotókos, 2004

Calabrese, O., Come si legge un'opera d'arte, Mondadori, Milano, 2006

Calabrese, O., "Problemi di enunciazione astratta" in Corrain e Valenti (eds.), Leggere
l'opera d'arte, Esculapio, Bologna, 1991, pp. 161-164

Lubich, C., Una via nuova, Città Nuova Editrice, Roma, 2002

Lubich, C., La dottrina spirituale, Mondadori, Milano, 2001

Fontanille, J., 1995b: Sémiotique du visible. Des mondes de lumière, Paris, P.U.F.

Greimas, A. J., "Semiotica figurativa e semiotica plastica" in Fabbri e Marrone (eds.),
Semiotica in nuce. Volume II. Meltemi, Roma, 2001, pp. 196-210;

Schapiro, M., Per una semiotica del linguaggio visivo, Meltemi, Roma, 2002




                                                                                          19

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Santuario S.M.Theotòkos | Analisi semiotica delle vetrate

  • 1. Università degli Studi di Siena Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea Specialistica in Teorie della Comunicazione e Tecniche dei Linguaggi Persuasivi Tesina in Semiotica dell'Arte Contemporanea Analisi semiotica delle vetrate del Santuario Maria Theotókos Loppiano - Incisa in Val d’Arno (FI) Studentessa: Lucia Ciciriello Docenti: Omar Calabrese e Angela Mengoni Anno accademico 2008-2009 1
  • 2. INDICE Introduzione Pag. 3 L’osservazione delle vetrate Pag. 4 Parte prima Un opera collettiva Pag. 6 Il sistema delle vetrate, il nostro testo visivo Pag. 6 Parte seconda Il livello figurativo Pag. 9 Analisi del livello plastico Pag. 12 Categorie topologiche Pag. 12 Categorie eidetiche Pag. 13 Categorie cromatiche Pag. 13 Un significato complessivo: il flusso Pag. 15 Parte terza La tensività della luce Pag. 16 La spazializzazione Pag. 17 Bibliografia Pag. 19 2
  • 3. Introduzione Visitare il Santuario Maria Theotókos può essere un’esperienza visivo-percettiva di particolare fascino. Di seguito alcune premesse necessarie che hanno anche l’obiettivo di definire i limiti in cui si inserisce il lavoro qui presentato. Occorre fare una breve introduzione riguardo il contesto socio-culturale in cui ha sede la costruzione del Santuario e a cui appartengono gli artisti che l’hanno realizzata. La chiesa, infatti, si inserisce nella cittadella di Loppiano, località di Incisa in Val d’Arno, provincia di Firenze. E’ una piccola cittadina in cui convivono, in maniera permanente e temporanea, circa 900 persone appartenenti a diverse nazionalità, culture e religioni. L’idea alla base è quella di una convivenza basata sulla cosiddetta “Regola d’oro”1, è una comunità che si propone di essere un laboratorio di dialogo tra popoli, culture e fedi religiose. Anche il Santuario, che si trova nel centro della città, ospita una cappella ecumenica aperta alle differenti confessioni cristiane: un elemento centrale non solo perché rappresenta lo stile di vita proposto da Loppiano, di apertura culturale e dialogo interreligioso, ma soprattutto perché realizza questa convivenza nel suo aspetto spirituale; nella cappella ecumenica, infatti, potranno ritrovarsi protestanti, anglicani, ortodossi e cattolici a pregare insieme. La cittadella di Loppiano è stata fondata dai Focolari, un movimento laico nato nella Chiesa cattolica che ha come fine la fratellanza universale. Ne consegue una precisa vocazione ecumenica oltre che al dialogo in altri settori della cultura. Il Santuario Maria Theotokos si inserisce quindi in un sistema di valori preciso e determinato, visibile nei diversi aspetti, incluso quello artistico. Un contesto, tuttavia, 1 «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti » (Mt 7,12), si tratta di una Regola, presente, in forme diverse, in tutti i libri sacri delle più importanti religioni. 3
  • 4. di cui non terremo conto nel nostro lavoro. L’obiettivo di questa ricerca, infatti, resta quello di analizzare un testo visivo soffermandosi sulle relazioni e sugli effetti di senso ad esso relativi. Di particolare rilievo è la posizione in cui si erige la struttura architettonica. Essa è situata su un altopiano dell’area territoriale, il che consente sia una visibilità da molti punti della cittadella, sia di essere raggiunta dalla luce del sole in tutte le ore del giorno con intensità. Ricco il contesto visivo della costruzione popolato da diversi elementi, tutti caratterizzati da una forte plasticità: - la forma ellittica della chiesa con il tetto che si compone come un grande piano inclinato che nasce dal terreno e sale verso l’alto; - la torre campanaria di 20 mt. coperta da una falda triangolare dorata; - il grande tabernacolo inserito in un elemento scultoreo di bronzo dorato; - l’ambone e l’altare realizzati in un unico blocco in pietra di Trani; - la grande vetrata scorrevole del presbiterio che custodisce il tabernacolo; - l’imponente portale in bronzo dell’ingresso centrale; - le ampie vetrate laterali che si fondono con l’architettura della chiesa. Di questi l’elemento che particolarmente ha catturato il mio interesse e di cui ho cercato di analizzare alcuni aspetti in questo lavoro di ricerca è costituito dal sistema delle vetrate. L’osservazione delle vetrate Un giorno mi trovai a passare dal Santuario e ad osservarle più da vicino. Quel pomeriggio la luce del sole era forte; penetrava le vetrate e colorava le panche, il pavimento, le mura bianche, la grande porta d’entrata. Sembrava di essere all’interno 4
  • 5. di un caleidoscopio, uno spazio ampio e circolare dove luci e colori irrompevano con vivacità e delicatezza insieme. Un continuo dinamismo tra cromatismo e luminosità che ristabilivano momento per momento nuove forme e colori. Il lavoro qui presentato tiene conto di questa esperienza: le vetrate contengono in sé degli elementi figurativi e plastici che esprimono dei contenuti abbastanza precisi. Tuttavia la luce del sole che penetra le vetrate pone ulteriori questioni semiotiche. Un sostegno alla ricerca è giunto da Jacques Fontanille che approfondisce gli effetti di senso derivanti dalla luce che qui ho ricercato per sviluppare l’analisi semiotica del sistema delle vetrate. Chiaramente il lavoro - come tutte le analisi semiotiche - non è esaustivo. Tuttavia permette di interrogarsi su alcune questioni della semiotica visiva approfondendo in particolare il rapporto tra la luce e il colore del testo visivo preso in esame. 5
  • 6. Parte prima Un’opera collettiva La costruzione del Santuario Maria Theotokos è recente: è iniziata con gli scavi nel maggio del 2002 ed è stato inaugurato il 30 ottobre 2004. L’intera realizzazione della chiesa è ad opera del Centro Ave: un'équipe di artiste, architetti e designers che realizzano ristrutturazioni, realizzazioni di opere d’arte e progetti di nuove chiese e cappelle, edifici privati, sia in Italia che all’estero. Le artiste hanno un’esperienza professionale di diversi anni e hanno sviluppato un’intensa attività in cui mettono insieme le diverse competenze ed espressioni artistiche. Ogni volta realizzano un progetto che ha un’architettura plastica in cui emerge la stessa essenzialità delle sculture e pitture, dove forma e contenuto diventano inscindibili. Il sistema delle vetrate, il nostro testo visivo All’interno del Santuario sono presenti circa 85 mq di vetro colorato così suddivisibile. Vetrata 1 laterale - lato sinistro della chiesa. Dedicata alla Passione di Gesù 6
  • 7. Vetrata 2 laterale - lato destro della chiesa Dedicata alla Via Mariae Vetrata 3 centrale - vetrata del presbiterio Dedicata al tema centrale del Santuario 7
  • 8. Vetrata 4 - fonte battesimale Dedicata al rito del Battesimo. 8
  • 9. Parte seconda Il livello figurativo Anche un rapido sguardo ci permette di constatare la sostanziale differenza nel livello plastico che vi è tra la vetrata 1, 2, 4 e la vetrata 3. Osservando invece le vetrate sistemicamente ci si rende subito conto che sono tenute insieme dalla stessa struttura discorsiva. La tematizzazione, non solo delle vetrate ma dell’intero Santuario, è legata a Maria Theotókos (in greco Θεοτόκος; in latino Deipara o Dei genetrix), un titolo della Beata Vergine Maria. Letteralmente significa colei che genera Dio e spesso viene reso in italiano con Madre di Dio. Le vetrate 1, 2 e 4 figurativizzano questo tema in due modalità: - riproducendo le figure che riconducono ai momenti della nascita e della passione di Gesù nella tradizione cattolica con una densità interna di figuratività minima; - utilizzando forme astratte per esprimere un momento della Passione di Gesù e tre caratteristiche della Madonna. Scomponendo in porzioni le vetrate (che indichiamo di seguito con A, B, C...) e osservandole, possiamo individuare la realizzazione di questa tematizzazione 2. A. Vetrata 1 - Preghiera di B. Vetrata 1 - Gesù cade C. Vetrata 1 - La luce del Gesù al Getsemani durante la salita al Calvario “dolore amato” 2 Cfr. AA.VV., Libretto di presentazione del Santuario Santa Maria Theotókos, 2004 9
  • 10. D. Vetrata 1 - La E. Vetrata 1 - La F. Vetrata 2 Crocefissione: Resurrezione di Gesù L’Annunciazione Gesù Abbandonato e Maria Desolata G. Vetrata 2 - La visita a H. Vetrata 2 - La nascita di I. Vetrata 2 - La realtà Elisabetta Gesù mistica di Maria L. Vetrata 2 - La Pentecoste M. Vetrata 2 - L’Assunzione N. Vetrata 4 - Lo Spirito Santo che discende sull’acqua 10
  • 11. Le figure individuate sono definibili da Greimas “di grado zero”3: grazie alla definizione dei segmenti di piombo che racchiudono porzioni di vetro colorato, si costituiscono dei tratti visivi che costituiscono dei formanti figurativi. Questi permettono un’interpretazione come rappresentante un oggetto del mondo naturale, all’interno di una determinata griglia di lettura culturale: nel nostro caso si tratta della tradizione della Chiesa cattolica. La doppia modalità di figurativizzazione (le immagini C, I e L sono caratterizzate da un maggiore livello di astrazione rispetto a tutte le altre) è data da una diversa densità figurativa da cui consegue un diverso livello di verosomiglianza che ci permette comunque di riconoscerne il significato. Nella corrispondente componente sintattica ogni porzione di vetrata compone un momento della narrazione evangelica. Accenniamo in breve agli elementi principali della sintassi discorsiva del testo visivo. - Racconta una storia: quella di Gesù, quella di Maria e dell’umanità e invita lo spettatore ad “ascoltarla”, senza dare del “tu”, ma anzi evidenziando l’”egli” dell’autore nell’enunciazione. - Rappresenta degli attori: Gesù, Maria e i due attori “minori”, quali San Giuseppe e Elisabetta. Presenziano la scena e - come sempre - “portano a compimento la loro missione”. - Costruisce un tempo nelle vetrate laterali: sia una cronologia dei fatti del racconto, sia una collocazione temporale nella Storia. La vetrata laterale destra, infatti, è precedente alla vetrata di sinistra; inoltre in ogni singola vetrata quello che si trova alla periferia (più a destra nella vetrata 2 e più a sinistra nella vetrata 1) è l’inizio del racconto. Ogni porzione di vetrata è un frame di un film montato in ordine cronologico. Ma in quali anni è ambientato questo film? E’ un tempo storico appartenente al racconto, un momento in cui questi fatti narrati sono avvenuti. Non si riesce però a definire una data, è un tempo indefinibile, che ha valore sempre nella Storia, un tempo “eterno”. 3 Cfr. Greimas, A. J., "Semiotica figurativa e semiotica plastica" in Fabbri e Marrone (eds.), Semiotica in nuce. Volume II. Meltemi, Roma, 2001, pp. 196-210 11
  • 12. - Definisce uno spazio: non vi è scenografia (per mantenere la metafora), tranne nella porzione A in cui sono riconoscibili gli alberi del giardino di Getsemani e nella D il cui formante marrone alla base richiama il Golgota. Non vi è prospettiva: quello che conta è ciò che è posto in primo piano. La vetrata 3, invece, è sorretta da una semantica discorsiva differente: non è infatti possibile scomporla, il senso si genera nella sua composizione totale. Si presenta con un maggior livello di astrattismo, realizzato dai tratti cromatici: una zona gialla al centro e una zona periferica sfumata tendente al blu che in un certo senso riassume tutte le figure delle altre vetrate e del Santuario nel complesso: “Maria Theotókos, un grande cielo azzurro che contiene il sole: Dio.”4 Analisi del livello plastico La generazione del senso e l’indagine delle strutture testuali alla base del sistema delle vetrate in analisi non può prescindere dal livello plastico. Forte è infatti la componente topologica, eidetica e cromatica nella generazione del senso del testo visivo. Osservando con attenzione le vetrate si possono subito individuare le seguenti categorie plastiche, che come intravisto già nel livello figurativo, possono essere raggruppate in maniera diversa: alcune categorie più pertinenti nelle vetrate rettangolari 1, 2 e 4; altre nella vetrata semicircolare centrale 3. Categorie topologiche La disposizione dei formanti figurativi e plastici all’interno delle vetrate rettangolari ci consente di individuare le seguenti opposizioni: alto/basso; ascendente/discendente; inglobato/inglobante. Nella vetrata 1 ad esempio è possibile individuare almeno due livelli: uno alla base costituito da colori terrosi che nella porzione E ascende; l’altro più eterogeneo 4 Cfr. AA.VV., Libretto di presentazione del Santuario Santa Maria Theotókos, 2004 12
  • 13. costituito dalle tonalità di azzurro - anch’esso che ascende nella porzione D e E - e dalle tonalità del rosso presenti in alto. Si potrebbe affermare che il formante “colori terrosi” rappresenti l’umanità che, con la Resurrezione, è destinata a redimersi. Allo stesso modo che le tonalità del rosso rappresentano il dolore 5 e che l’azzurro rappresenta la risposta d’amore dell’uomo. Non è a caso inoltre la disposizione delle figure che, sia nella vetrata 1 che 2, sono disposte in maniera ascendente. Vi sono infine alcune zone che evidenziano un oggetto inglobato (ad esempio la rappresentazione astratta di Maria, realtà mistica, nella porzione I) e uno sfondo inglobante: questo è percepibile soprattutto nella vetrata centrale 3. Categorie eidetiche Le categorie eidetiche sono determinate dalle fasce di piombo curvilinee più o meno spesse. Possiamo individuare tre utilizzi: - fasce spesse di 10 cm che delimitano le porzioni rettangolari delle vetrate (ragione funzionale alle vetrate); - fasce spesse 5 cm che attraversano in maniera trasversale le porzioni e le lega insieme; - fasce più sottili che definiscono all’interno di ogni porzione i formanti figurativi. Osservando le fasce di piombo è possibile individuare le seguenti categorie: verticale/orizzontale, rettilineo/curvilineo e concavo/convesso. Nella vetrata 1 si possono notare molte più verticalità soprattutto quelle gialle che rappresentano la Luce Divina6 (ad esempio nella porzione C relativa alla natività dove vi sono tante fasce gialle verticali). Le fasce sono tutte curvilinee, tranne quelle che rappresentano la croce nella porzione H e L. Infine vi è un continuo gioco tra concavo e convesso nell'intersezione delle linee. Interessanti le due linee che “racchiudono” Maria e Elisabetta nella porzione G e nella porzione H la linea discendente che fa pensare ad 5 Idem 6 Idem 13
  • 14. una capanna. Appare chiaro come oltre alle figure, gli altri segmenti di piombo sostengono o completano la figurativizzazione del testo. Categorie cromatiche La caratteristica principale delle vetrate qui in analisi è rappresentata dalla cromaticità. Vasta la gamma dei colori pastello utilizzati con diversi livelli di tonalità, luminosità e saturazione. I formanti cromatici inoltre creano un movimento di flusso (orizzontale e verticale) che arricchisce i significati. E’ possibile individuare pertanto le seguenti caratteristiche: - la vetrata 1 si può scomporre cromaticamente in tre strati: un’ampia zona in alto in cui le tonalità di rosso si oppongono e sovrappongono con le tonalità di azzurro nel mezzo; alla base vi è un’area di colori terrosi tendente al verde, marrone e giallo; sembra rappresentare un flusso orizzontale da sinistra verso destra, che prima discende e poi scende; - la vetrata 2 è più eterogenea, presenta maggiori tonalità di colori e in particolare vi sono qua e là tonalità di giallo presenti in ciascuna porzione di vetrata, zone di luce che caratterizzano ogni scena, ogni momento della vita di Maria. Più che un flusso orizzontale dà l’idea di circolarità, di vortice; - la vetrata 4 comprende tutte le caratteristiche cromatiche delle vetrate 1 e 2: opposizione delle tonalità rosso/azzurro, presenza del giallo, movimento circolare e ascendente/discendente; - la vetrata 3, infine, è caratterizzata da una minore saturazione dei colori rispetto alle altre vetrate e si basa su una struttura più semplice dove le tonalità di giallo sono al centro inglobate dalle tonalità di azzurro intorno, dando anche questa il senso della circolarità. Da questa prima osservazione possiamo quindi definire le seguenti categorie cromatiche all’interno del sistema delle vetrate che generano altre categorie 14
  • 15. topologiche: eterogeneità/omogeneità, saturo/insaturo, tonalità azzurro- rosso/tonalità giallo-marrone. Un significato complessivo: il flusso Non ci sembra di poter individuare in queste ultime categorie cromatiche l’opposizione euforico/disforico di cui ci parla Goethe 7. La nostra ipotesi è che il senso derivante dal livello plastico del testo visivo è da rintracciare nel sistema complessivo delle vetrate: l’insieme delle categorie topologiche, eidetiche, e cromatiche costruiscono un movimento, un flusso: le barre di piombo che ascendono e discendono, i colori che colano in alcune zone e si estendono in altre, le figure che dal basso si posizionano più in alto. Un flusso continuo tra il divino e l’umano nella vetrata 1; tra la vita e la morte, l’amore e il dolore nella vetrata 2; tra il Cielo di Maria e l’umanità di Gesù nella vetrata 3, tra lo Spirito (Cielo) e l’acqua (Terra) nella vetrata 4. Un concetto che esprime il sistema di valori in cui questo Santuario nasce. Come accennato nell’Introduzione, infatti, Loppiano è una città internazionale dei Focolari: questo Movimento (laico nato nella Chiesa Cattolica) basa la sua dottrina spirituale e sociale su una frase che si presume sia stata pronunciata da Gesù, come si legge nel Vangelo di Giovanni: “Dove due o più sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro”8. Chiara Lubich, la fondatrice, così la interpreta: «Gesù fra noi, infatti, è una sua direttiva da attuare (“dove due o più...”) ed è lo stesso Gesù che la dà. Questa presenza di Gesù è un’attualità sorprendente. [...] Se noi poniamo Lui in mezzo a noi, ecco che molti Lo possono incontrare ora, duemila anni dopo.» Altrove9 Lubich spiega questa presenza divina nell’oggi e nelle comunità che “agiscono in Suo nome”. La realizzazione di un dialogo continuo quindi tra Cielo e Terra, un discendere di Gesù nella vita di una comunità, un flusso continuo tra umano e divino: questo ci 7 Calabrese, O., Come si legge un'opera d'arte, Mondadori, Milano, 2006 8 Cfr. Lubich, C., Una via nuova, Città Nuova Editrice, Roma, 2002 9 Lubich, C., La dottrina spirituale, Mondadori, Milano, 2001 15
  • 16. sembra il concetto spirituale in cui si inserisce il significato complessivo del livello plastico del sistema delle vetrate da noi analizzato. 16
  • 17. Parte terza La tensività della luce Per aggiungere un elemento di analisi ulteriore del sistema delle vetrate ci sembra importante considerare la caratteristica materica del nostro oggetto. Fino ad ora abbiamo analizzato il testo visivo come se fosse su un supporto opaco. In realtà il supporto di vetro ha una caratteristica fondamentale, ovvero la trasparenza (stessa caratteristica dell’acqua, un liquido che rimanda al concetto di fluidità e movimento). Il supporto vitreo pone due questioni: - i colori cambiano a seconda della luce; - la luce esterna del sole attraversa le vetrate e crea dei bagliori all’interno della chiesa; è come se il supporto materico si ampliasse estendendosi sul pavimento, sulle pareti, sulle panche. Da qui ne deriva che: - vi è un particolare rapporto tra la cromaticità e l’illuminazione di un testo visivo il cui supporto materico è trasparente; - i bagliori occupano lo spazio dello spettatore. Jacques Fontanille approfondisce nel suo studio relativo alla semiotica del visibile 10 l’istanza dell’enunciazione che deriva dalla configurazione della luce. In particolare descrive i quattro effetti di senso costitutivi della configurazione: luminosità, illuminazione, cromatismo e materia. Date le caratteristiche del nostro oggetto di analisi (non è una tela in cui viene rappresentata la luce o i suoi effetti dinamici sugli oggetti) ci soffermeremo sul quarto effetto di senso relativo alla materia. A tal proposito Fontanille afferma: «Le trouble dans l’espace substrat résulte par conséquent de la tension entre des forces de cohésion et des forces de dispersion; c’est à dire que les effets de matière 10 Fontanille, J., 1995b: Sémiotique du visible. Des mondes de lumière, Paris, P.U.F. 17
  • 18. de la configuration sont à rattacher aux états dynamiques de la lumière dans l’espace tensif où elle se diffuse.»11 Anche Marc Chagall diceva: “La vetrata è aria e la sua materia è la luce”. Nel nostro caso la materia della luce è costituita dai raggi del sole che attraversano le vetrate e “colorandosi” proiettano delle luci di colori eterogenei sulle pareti, le panche e quant’altro incontrano nel percorso. L’illuminazione, l’attraversamento dinamico della luce esterna, modifica le proprietà cromatiche delle vetrate solvendo i colori, rendendoli cioè meno saturi. Queste d’altra parte vengono assorbite dalla luce che le proietta sul suo bersaglio ultimo. Si realizza così una composizione visiva sempre nuova che muta con il cambiare delle stagioni, del tempo atmosferico e delle ore; un continuo gioco tra trasparenze e opacità che diventa lotta tra la forza solvente della luce e la forza di coesione della materia cromaticizzata. La spazializzazione Di grande interesse è l’effetto di riflesso cromatico che ne deriva. Lo spettatore infatti mentre osserva le vetrate viene investito dai bagliori di luce colorata: è come se il testo visivo si ampliasse, estendesse il suo spazio e in tal modo convocasse lo spettatore. Potremmo infatti dire che questa illuminazione apre un’altra spazialità, ovvero la profondità aldiqua del quadro: emerge un “qui” contrapposto/confuso con un “là”. Un flusso di luce che continua anche con lo spettatore, che non vuole rimanere vincolata al supporto materico, ma che vuole invadere lo spazio e i soggetti presenti in ogni tempo. 11 idem pag. 35 18
  • 19. Bibliografia AA.VV., Libretto di presentazione del Santuario Santa Maria Theotókos, 2004 Calabrese, O., Come si legge un'opera d'arte, Mondadori, Milano, 2006 Calabrese, O., "Problemi di enunciazione astratta" in Corrain e Valenti (eds.), Leggere l'opera d'arte, Esculapio, Bologna, 1991, pp. 161-164 Lubich, C., Una via nuova, Città Nuova Editrice, Roma, 2002 Lubich, C., La dottrina spirituale, Mondadori, Milano, 2001 Fontanille, J., 1995b: Sémiotique du visible. Des mondes de lumière, Paris, P.U.F. Greimas, A. J., "Semiotica figurativa e semiotica plastica" in Fabbri e Marrone (eds.), Semiotica in nuce. Volume II. Meltemi, Roma, 2001, pp. 196-210; Schapiro, M., Per una semiotica del linguaggio visivo, Meltemi, Roma, 2002 19