2. DEFINIZIONI E INTERPRETAZIONI
• HUMANITAS/PAIDEIA.Educazione/Formazione.
• HUMANISTA:cultore di
grammatica,retorica,poesia ,storia e filosofia
morale.
• UMANESIMO.DUE
INTERPRETAZIONI:P.O.Kristeller (1905/1999)e
E.Garin(1909/2004).
• Definizione di RINASCIMENTO.
INTERPRETAZIONI:J.BURCKHARDT (1818/1897) e
K.BURDACH (1959/1936).
3. KRISTELLER
• Tra gli storici moderni si incontrano due interpretazioni dell'Umanesimo italiano. La prima interpretazione
considera il movimento umanistico semplicemente come l'ascesa degli studi classici durante il Rinascimento [...].
[Ma gli umanisti] non furono filologi classici che per ragioni personali, ebbero la mania di fare discorsi, ma furono
retori di professione, eredi e successori dei retori medievali, tutti presi dalla convinzione, allora nuova e moderna,
che il mezzo migliore per raggiungere l'ideale dell'eloquenza era l'imitazione dei modelli classici, e quindi indotti a
studiare tali modelli e a fondare la filosofia classica [...].
• L'altra interpretazione dell'Umanesimo italiano che prevale specialmente tra gli storici della filosofia, e che è stata
accettata anche da molti altri studiosi, è piú ambiziosa, ma forse meno solida. Essa considera l'Umanesimo come
la filosofia nuova del Rinascimento che sorse in contrasto con la vecchia filosofia medievale, la Scolastica [...].
Credo che sia stata una tendenza a esagerare l'opposizione degli umanisti alla Scolastica, e di attribuire loro
un'importanza filosofica e scientifica che essi in realtà non possedettero. La reazione contro tale tendenza è stata
inevitabile. Quegli studiosi che lessero i trattati degli umanisti e si accorsero della relativa mancanza di pensiero
scientifico e filosofico arrivarono alla conclusione che gli umanisti furono cattivi scienziati e filosofi che non
adempirono alle loro pretese o a quelle dei loro difensori moderni. Io credo che gli umanisti italiani non siano stati
affatto dei filosofi, né buoni né cattivi. Infatti il movimento umanistico non sorse nel campo degli studi filosofici o
scientifici, ma in quello degli studi grammaticali e retorici [...]. La critica umanistica alla scienza medievale è spesso
radicale e violenta, ma non ne tocca i problemi e gli argomenti specifici [...]. Però se gli umanisti furono dei
dilettanti in giurisprudenza, teologia, medicina e perfino in filosofia, essi furono degli specialisti in una quantità di
altre materie. Il loro campo fu la grammatica, fu la retorica, la poesia, la storia, e lo studio degli autori greci e latini.
Essi penetrarono anche nel campo della filosofia morale, e fecero qualche tentativo di invadere quello della logica,
tentativo che fu anzitutto diretto a ridurre la logica alla retorica. Però gli umanisti non dettero contributi agli altri
rami della filosofia o della scienza.
4. GARIN
• Rivendica la VALENZA FILOSOFICA dell’UMANESIMO.
• Polemizza contro i detrattori degli umanisti. “Perché ciò di
cui si lamenta da tante parti la perdita, è proprio quello che
gli Umanisti vollero distrutto, e cioè la costruzione delle
grandi ‘cattedrali di idee’, delle grandi sistemazioni logico-
teologiche….A quella filosofia si sostituiscono indagini
concrete, definite,precise, nelle direzioni delle scienze
morali
(etica,politica,economia,estetica,logica,retorica) e delle
scienze della natura … coltivate ‘iuxta propria principia’, al
di fuori di ogni vincolo e di ogni ‘auctoritas’.
• FILOLOGIA/FILOSOFIA: un nesso nel SENSO DELLA STORIA.
Conquista dell’antico e scoperta dell’uomo.
6. BURCKHARDT
• La sua opera principale è Die Kultur der Renaissance in
Italien (La Civiltà del Rinascimento in Italia) (1860), dove
descrive il XV secolo come un’epoca di rinnovamento
radicale in tutti i campi dell’agire umano, totalmente
distaccata dalla precedente “oscurità” medievale. Il
Quattrocento di Burckhardt vede infatti l’affermazione
politica degli Stati nazionali, la critica razionale alle dottrine
ortodosse della Chiesa cattolica, l’ammirazione
incondizionata per la natura e per il mondo antico.
Un’autentica rivoluzione, riassumibile nello
slogan “riguadagnare il mondo” usato frequentemente alla
corte di Lorenzo de’ Medici, figura cardine di quella nuova
“età dell’oro” conclusasi ufficialmente con la scoperta
dell’America e la riforma protestante
7. BURDACH
• K. Burdach, dal medioevo alla Riforma, Prefazione
•
• Le due immagini nelle quali si annunciano i concetti di “Rinascimento” e “Riforma” rientrano l'una
nell'altra, anzi, formano un'unità [...]; si può dire che a fondamento delle due immagini stia quel
mistico concetto del “rinascere”, del venir ricreati, che ritroviamo nella antica liturgia pagana, e
nella liturgia sacramentale cristiana [...]. La mistica immagine della Rinascita e della Riforma aveva
vissuto, sotto entrambi i suoi aspetti, attraverso tutto il Medioevo [...] ora, dopo lo slancio religioso
del XII secolo [...] dopo Gioacchino, Francesco, Domenico, dopo l'illimitato flusso di entusiasmo
religioso, quell'immagine si muta nell'espressione di un sentimento e di un bisogno di tipo
puramente umano, che dapprima empie di sé solo singoli individui, poi anche ampi circoli, ed al
quale si mischiano la esigenza e l'immaginazione della fantasia, dell'anima sensibile. CosÍ diventa un
segno di riconoscimento del consapevole progresso sul piano secolare: nel campo politico e nel
campo sociale, e contemporaneamente nel campo poetico ed artistico. [...]
• Queste idee imperialistico-millenaristiche vivono attraverso tutto il Medioevo [...] ma dietro a tutte
sta l'incancellabile ricordo della grandezza soprannaturale di Roma, della sua potenza universale e
della sua civiltà, che a sua volta era solo l'erede del dominio mondiale e della civiltà universale
ellenistica ed orientale. E con questo ricordo si ravviva di nuovo la brama di ricreare per conto
proprio il perduto splendore di questo mondo sommerso, di fondare una nova Roma. [...] Cosí -
intendendo la parola Rinascimento nel suo significato ora abituale di “ravvivamento della cultura
antica” - si hanno piú Rinascimenti [...], [ma] la caratteristica del vero e proprio Rinascimento è solo
che in esso la riconquista della civiltà antica è un rinnovamento ed un elevamento di se stessi.
8. CUSANO
• N.CUSANO (1401/1464).
• LEGAMI COL NEOPLATONISMO.
• LA “DOTTA IGNORANZA”.L’Infinito sfugge ad ogni
proporzione.Strutturale SPROPORZIONE tra
MENTE UMANA,finita, e l’INFINITO.
• Nell’Infinito ha luogo la ‘COINCIDENTIA
OPPOSITORUM’.Esempi tratti dalla Geometria.
• Rapporto DIO-
MONDO:complicazione/esplicazione/contrazione.
9. CUSANO 2
• 1.COMPLICAZIONE:Dio contiene in sé tutte le cose.
• 2.ESPLICAZIONE: Dio è in tutte le cose. L’universo è IMMAGINE
dell’Assoluto.
• 2.CONTRAZIONE: nell’universo Dio è ‘contratto’ . Ciascun essere
riassume l’universo intero e Dio. Ritorno ad Anassagora.
• L’uomo come MICROSOMO.1 .a livello ONTOLOGICO perché
‘contrae’ tutte le cose.2. a livello GNOSEOLOGICO, perche la mente
umana è ‘implicazione’ delle immagini di tutte le cose.
• “La perfezione della totalità dell’universo risplende di più in quella
parte che si chiama UOMO,perciò l’uomo è un mondo
perfetto,sebbene sia un piccolo mondo e parte di un grande
mondo.” “ L’uomo è infatti Dio, anche se non assolutamente perché
uomo. E’ un Dio UMANO”.
11. MACHIAVELLI 2
• N.MACHIAVELLI ( 1469/1527).
• OPERE: ‘IL PRINCIPE’.
• LA POLITICA PER LA POLITICA. AUTONOMIA
DELLA SCIENZA POLITICA. DISTACCO DAL
MEDIOEVO.
• 1.REALISMO POLITICO. SCISSIONE TRA ESSERE
E DOVER ESSERE. DISTACCO DALLA MORALE.
• 2.NUOVO CONCETTO DI VIRTU’ DEL PRINCIPE.
RAPPORTO VIRTU’ / FORTUNA.
12. MACHIAVELLI 3
• METODO:” mi è parso più conveniente andare drieto
alla VERITA’ EFFETTUALE della cosa, che alla
IMMAGINAZIONE di essa.”
• VIRTU’ è vigore e salute, astuzia ed energia,volontà
che regola al caos e costruisce l’ORDINE.
• Questa virtù/libertà sa opporsi alla FORTUNA.”iudico
potere esser vero che la fortuna sia ARBITRA DELLA
META’ delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci
governare l’altra metà.”
• Ideale del M. è la VIRTU’ della REPUBBLICA ROMANA.
13. GIORDANO BRUNO
• B.TELESIO (1509/1586)
• OPERE :”De rerum natura iuxta propria
principia”. FILOSOFIA DELLA NATURA.
• G.BRUNO (1548/1600).
• OPERE:I “DIALOGHI ITALIANI”.
• IL PROCESSO E LA CONDANNA A MORTE.
• LA CIFRA BRUNIANA TRA MAGISMO
ERMETICO E NUOVA SCIENZA. DIBATTITO.
14. GIORDANO BRUNO 2
• BRUNO e CUSANO. Il Dio di Bruno è ARTEFICE
INTERNO,CAUSA E PRINCIPIO DI TUTTI I FENOMENI
NATURALI.
• DIO è INTELLETTO UNIVERSALE/ANIMA DEL MONDO.
• NELLA NATURA HA LUOGO LA COINCIDENZA DEGLI
OPPOSTI.
• RAPPORTO DIO-MONDO. All’infinità della causa deve
corrispondere l’infinità dell’effetto.
• BRUNO E COPERNICO. VERITA’ FISICA DELL’IPOTESI
COPERNICANA del ‘De rivolutionibus orbium”.
• Trasformazione dell’astronomia eliocentrica da problema
tecnico a problema filosofico. DISTRUZIONE
DELL’UNIVERSO CHIUSO ARISTOTELICO-TOLEMAICO.
15. BRUNO E COPERNICO
• La Cena de le ceneri rappresenta uno dei momenti più significativi della fortuna
di Copernico nel Cinquecento.
In quest’opera Bruno discute la teoria di Copernico dell’eliocentrismo, allargando
però il respiro della riflessione. Copernico a giudizio di Bruno non è riuscito a
«profondare dentro i sentimenti», è rimasto troppo vincolato al pensiero
matematico per diventare anche un buon filosofo: ha cominciato a muovere la
soma, ma non è stato in grado di portarla fino in fondo. Bruno fa esplodere
l’universo di Copernico in direzioni infinite, l’infinito universo pullula di infiniti
mondi: la causa infinita, cioè Dio, non può che avere un effetto infinito, l’universo.
«Mostra il modo della consistenza di corpi mondani, et dechiara essere infinita la
mole de l’universo; et che in vano si cerca il centro o la circonferenza del mondo
universale, come fusse un de corpi particulari […] afferma esser conformi in
materia questo mondo nostro ch’è detto globo della terra, con gli mondi che son
gli corpi de gli altri astri. Et che è cosa da fanciulli aver creduto, et credere
altrimente. Et che quei son tanti animali intellettuali: et che non meno in quelli
vegetano, et intendono molti et innumerabili individui semplici, et composti; che
veggiamo vivere et vegetar nel dorso di questo».