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MOTIVAZIONE DI UN’ESPERIENZA
               La proposta ha inteso
               favorire nei corsisti la
               consapevolezza di una
               maggiore attenzione e
               sensibilità    verso      le
               tematiche       ambientali,
               affrontate in un‟ottica
               multidisciplinare,      con
               l‟obiettivo di stimolare
               comportamenti quotidiani
               del cittadino di ogni età.
Il percorso, realizzato con la guida del
Dr. Sergio ORTESE, storico dell’arte,
ha avvicinato le corsiste (20 donne
disoccupate, dei Comuni di Cutrofiano e
Sogliano Cavour) ad alcuni monumenti
caratteristici delle forme d’arte e
architettura proprie del territorio
salentino.




   Sono state realizzate visite guidate nei siti architettonici selezionati,
   attraverso un ideale viaggio nel tempo e nello spazio, stimolando le corsiste
   a conservare memoria non solo dei documenti artistici visitati,ma anche ad
   ipotizzare forme di tutela, valorizzazione e promozione.
La convinzione guida è stata
                                   quella che la prima forma di
                                   promozione del territorio e di
                                   rispetto e valorizzazione delle
                                   risorse monumentali nasce dalla
                                   conoscenza.




Altrettanto forte è stato il
convincimento che dall’amore
per le cose belle nasce anche la
forza di intraprendere percorsi
nuovi di impegno e ricerca
Obiettivi
a) Favorire il lavoro attivo e cooperativo
dei corsisti
b) Sviluppare il piacere di scrivere, la
creatività e l’espressività
c) Unire prodotti diversi per realizzare
un lavoro comune
d) Rendere visibili, documentabili e
comunicabili le esperienze non solo
didattiche che vedono protagonisti gli
alunni.

Competenze attese:
 Esprimersi correttamente utilizzando i
vari codici linguistici
 Utilizzare correttamente fonti e
documenti
CASARANO

CARPIGNANO
SQUINZANO -
CERRATE
SANTA MARIA
DEL CASALE
GALATINA

OTRANTO

MURO LECCESE

SOLETO

NOCIGLIA
Carpignano Salentino

                       Questa Cripta bizantina è una delle perle
                       più preziose presenti nel territorio
                       salentino.

                       Il titolo di “Santa Cristina” è quello più
                       antico, ad esso, nel „400 fu sostituito
                       quello di “Madonna delle Grazie” o,
                       semplicemente, “della Grazia” a seguito di
                       una apparizione miracolosa della Vergine.

                       Dal 1782 questo titolo è divenuto quello
                       ufficiale.
Non solo per la loro antichità (X- XI sec.), ma
                     soprattutto perché nelle iscrizioni sono
                     custoditi i nomi dei committenti e dei pittori e
                     le date precise degli interventi pittorici.


                    La Cripta è interamente scavata in un banco
                    tufaceo che, certamente, ha ospitato anche altri
                    ambienti destinati ad usi abitativi e lavorativi.

 PIANTA CRIPTA      L'attuale struttura è frutto dei rimaneggiamenti
                    apportati con il definitivo passaggio dal rito
L’ipogeo conserva
                    greco a quello latino (XVIII sec.).
alcuni tra gli
affreschi più
                    La cripta in origine si presentava come un
importanti del
                    ambiente angusto, più basso e in penombra, un
periodo bizantino
                    vero percorso dello spirito per il fedele che
                    doveva "inchinarsi" per entrare dal basso ingresso
                    originale.
Recenti restauri hanno portato
alla luce altri notevoli affreschi
che hanno arricchito ancora di
più     il   patrimonio      delle
testimonianze bizantine nel
Salento.
   Parete settentrionale                                    Parete meridionale
                                                             Santa Cristina
                                                             (XIV-XV secolo)
   San Teodoro e, sulla sinistra,
    due santi anonimi (metà circa
    dell'XI secolo)
                                     Parete settentrionale
                                     Due immagini di Santa
                                     Cristina (XI sec.)
Cristo in Trono con la
                           Madonna Annunziata e
                           l‟Arcangelo Gabriele.




Madonna Annunziata (959)
Parete orientale
Arcangelo Gabriele   Particolare dell'iscrizione greca
 (959)               presso la figura del Cristo.

                     Pantocratore del 959 con i nomi
                     dei committenti Leone e la
                     moglie
                     Crisolea e del pittore Teofilatto
Cristo Pantocratore nell'abside,
l'Arcangelo Gabriele a destra e la Madonna Annunziata a
                      sinistra (959)
Parete orientale –
Cristo Pantocratore   Parete orientale -
                      Sant'Anna con la
                      Madonna bambina
                                         Parete
                                         occidentale -
                                         San Biagio
                                         (circa 1070)
A sinistra , Santa Caterina
A destra, probabilmente,
Santa Margherita
E‟ confermata anche dall‟impianto della cripta


Presenza del rito greco
                          che si presenta diviso in due ambienti,
                          l'endonartece dedicato a Santa Marina e avente
                          funzioni cimiteriali e il naos (il tempio vero e
                          proprio) destinato ai fedeli e dedicato a Santa
                          Cristina, diviso a sua volta dall'iconostasi e dal
                          vima, ambiente al quale potevano accedere solo
                          i sacerdoti durante la preparazione del rito.


                                 Vi si accede attraverso due scale,quella
                                 orientale aveva funzioni liturgiche,l‟altra di
                                 carattere funerario,come testimonia la
                                 presenza di una tomba ad arcosolio,
                                 accompagnata da una lunga iscrizione in greco
                                 databile intorno all‟ xi secolo.

                                 Questa iscrizione ci informa che la tomba era
                                 stata scavata per un notabile del posto, ma
                                 era, invece, servita per raccogliere le spoglie
                                 del figlio morto giovane.
San Nicola e
Santa Cristina

           Pilastro con San Nicola al centro, Santa
           Cristina a destra e, probabilmente,
           San Teodoro Studita a sinistra (prima metà
           dell'XI secolo)
Santa Cristina e a sinistra San Teodoro a cavallo
Altare settecentesco
intitolato alla Madonna delle
Grazie, nella cui nicchia
ovale si conserva un affresco
della Vergine col Bambino;
si tratta di un'opera
bizantina ritoccata più volte
nel corso dei secoli.
La chiesa presenta un
semplice      prospetto       a
capanna, con un piccolo
rosone      centrale,       che
illumina la sua navata,
sormontato da un ampio
arco di scarico a listelli.
Nella cupola si nota la
presenza di un unico
grande simbolo: la
Croce, posta          al
centro, contornata da
un    cielo    stellato,
racchiuso dai colori
dell‟arcobaleno, e da
decori floreali.
Nella navata
destra , si può
osservare la
“Deesis” con
“Cristo
Pantocratore”
Fra i più antichi
affreschi Santa
Barbara, di origine
bizantino-gotica del
XIV sec., rivenuta alla
luce con la tecnica
dello strappo.
ESEMPLARE ARCHITETTONICO
    DI STILE ROMANICO

       SQUINZANO
 ISTORIATOCON SCENE
 SU SEI CONCI CHE
 RACCONTANO LA
 STORIA DELLA
 VERGINE. AL CENTRO
 UNA
 STELLA,ALLUSIONE
 ALLA STELLA
 CADENTE.
   COPERTURA AD EMBRICI SOPRA
    DELLE TRAVI DI INCANNUNCIATO .
   LA CHIESA E‟ A TRE NAVATE DIVISE
    IN QUATTRO COLONNE PER LATO
    PIU‟ UNA SEMICOLONNA
    ADDOSSATA.
   LE COLONNE SONO IN PIETRA
    LECCESE SULLE QUALI SI
    SVILUPPANO LE ARCATE.
Sorta agli inizi del XIV secolo, poco
prima che si celebrasse il famoso
processo contro i cavalieri templari
(1310), la principesca chiesa di Santa
Maria del Casale presso Brindisi,
rappresenta una armoniosa sintesi tra
formule     architettoniche  romanico-
pugliesi e modelli gotici di ricercata
eleganza. Chiusa a capanna, la
maestosa facciata è caratterizzata da
una vivace bicromia a motivi geometrici
e da un singolare protiro pensile di
matrice islamica che racchiude il
portale, sormontato da una monofora e
da una teoria di archetti pensili
conchiusa a ogiva
L’interno concepito a navata unica con
transetto fortemente aggettante, coro
rettangolare e abside piatta coperta da
una volta a crociera costolonata,
risponde a uno schema icnografico di
matrice cistercense, ampiamente
adottato nell’architettura proto-angioina
della Campania e diffuso rapidamente
nel resto del Regno…
… soprattutto, il grandioso Giudizio Finale dipinto in
controfacciata, nei primissimi anni del Trecento. Autore se ne
dichiara il pittore Rinaldo da Taranto, un artista che nelle morbide
pennellate, nel fresco accostamento dei colori e nel variegato
impianto iconografico, riesce a stemperare la severa lezione di
Bisanzio, manifestando una timida adesione ai moduli della
cultura Centro-italiana e alla rivoluzione culturale approntata da
Giotto.
Alla mano di Rinaldo è
probabilmente
riconducibile l’Albero
della Croce campito
sulla parete
settentrionale e,
soprattutto, quel che
resta di un vivacissimo
Giudizio Universale
affrescato nella
cattedrale di Matera, a
dimostrazione di come
una delle fonti di
approvvigionamento
artistico lucano
pervenisse dal
principato di Taranto.
Di matrice spiccatamente
occidentale e dunque pienamente
riconducibili alla diffusione dello
stile gotico nel Salento sono,
invece, un ciclo Cristologico
dipinto nel coro, le Storie di
Santa Caterina d’Alessandria
affrescate nel transetto e una
moltitudine di pannelli devozionali
di gusto cavalleresco assiepati
nelle navate .
La Basilica di S.
                                                    Caterina d'Alessandria a
                                                    Galatina è uno dei più
                                                    importanti monumenti
                                                    di arte romana in
                                                    Puglia, fu realizzata tra
                                                    il 1383 e il 1391, per
                                                    volontà di Raimondo
                                                    Orsini Del Balzo.
La leggenda vuole che Raimondo, in uno dei suoi numerosi viaggi, si spinse
sulla sommità del Monte Sinai per rendere omaggio al corpo di S.Caterina e,
nel baciarle la mano, strappò con i denti, un dito.
Avendo questa reliquia, pensò di innalzare in suo onore, a Galatina, un tempio
in rito latino; doveva essere sontuoso per superare quelli di rito greco
esistenti nel posto.
La reliquia fu incastonata in un reliquario d'argento che si conserva, ancora
oggi, nel tesoro della Chiesa.
Particolare della facciata




La facciata si presenta con tre cuspidi, sottolineate da archetti ciechi trilobati. Il
portale maggiore ha il protiro sorretto da due colonne poggianti su leoni stilofori,
che sorreggono due aquile. Sull'architrave reca un bassorilievo raffigurante
Cristo tra gli Apostoli. Interessante è la decorazione delle tre fasce concentriche
del portale e del rosone finemente intagliato a raggiera.
L’ interno è tutto una
                                                     pinacoteca!
                                                     Pareti, pilastri, archivolti a
                                                     volta: affreschi dappertutto e
                                                     lo si può leggere in due modi:
                                                     composto da tre o da cinque
                                                     navate a seconda che si
                                                     considerino anche i corridoi.




La navata centrale si slancia verso l'alto sovrastando le navate laterali. Da questa
centrale, si accede ai deambulacri (corridoi) e da essi alle navate laterali per
mezzo di tre grandi archi a sesto acuto, ribassato. Fasci di sette colonne polistili
dividono la navata centrale in tre campate, mentre il presbiterio e il coro absidale
fanno parte a sé.
Ciò che maggiormente colpisce è la decorazione pittorica.
L'intero ciclo di affreschi si sviluppa da sinistra a destra, in senso rotatorio e si
presenta più interessante nella navata centrale.
.
Osserviamo gli affreschi e nella
prima campata è raffigurata la
storia dell'Apocalisse .
Non conosciamo l'autore del
dipinto, realizzato intorno al
1400, ma possiamo dire che si
è ispirato a due tavolette
realizzate nel 1300 e che oggi
sono conservate nel museo di
Stoccarda. Spieghiamo meglio:
Giotto fu presente a Napoli per
cinque anni, e affrescò la
Chiesa di Santa Chiara con
scene tratte dall'Apocalisse, un
pittore napoletano trascrisse
quelle scene su due tavolette
le quali, successivamente,
divennero fonte d'ispirazione
per molti pittori.
Nella seconda campata, nelle
pareti c'è il ciclo della Genesi: il
creatore ha dato vita al mare e
alla terra, la creazione dell'uomo,
la creazione degli animali, Adamo
nel Paradiso, Adamo ed Eva
tentati, poi cacciati, poi costretti a
lavorare, la costruzione dell'Arca,
ciò che scaturisce con il diluvio.

Sulle pareti della terza campata è
raffigurata la Storia di Cristo, sulle
vele compaiono le Gerarchie
angeliche.

                                         Cappella Orsini
La quarta campata è quella che forma il presbiterio sopraelevato, ed è raffigurato
il ciclo di S.Caterina d'Alessandria: c'è la sua opera di evangelizzazione, convince i
dotti dell'epoca a convertirsi al cristianesimo, e termina, in basso, con il martirio
sotto la ruota dentata.
La tradizione vuole che gli angeli siano intervenuti a salvarla, fu però poi
martirizzata per decapitazione.
Nella volta ci sono i Padri della Chiesa intenti a studiare le Sacre Scritture, e i
quattro Evangelisti.
OTRANTO




STORIA E CULTURA
IL PORTO




La storia millenaria di Otranto, per la sua proiezione ad est, e' stata
sempre caratterizzata dal suo rapporto con l'oriente, vissuto a volte
con terrore per le continue scorribande dei saraceni culminate con il
sacco della citta' del 1480. Fondata probabilmente da coloni greci,
provenienti dall'isola di Creta, divenne poi municipio romano, fino al
757, quando fu conquistata dai longobardi. Alcuni anni dopo, passò
sotto il dominio dei bizantini che nel secolo IX la elevarono a capitale
della Terra d'Otranto (cioè di quella parte del Salento rimasta in
possesso) e la fortificazione facendone una delle piazzeforti destinate
a difendere la regione dalla penetrazione dei Normanni. Nel 1068
venne occupata da Roberto il Guiscardo,che tolse ai Bizantini tutta la
Puglia meridionale.

Otranto conobbe allora un lungo periodo di prosperità economica,
derivante soprattutto dall'attività del suo porto, dalla posizione
geografica favorevole agli intensi traffici commerciali con l'Oriente ed
al transito dei Crociati diretti in Terrasanta.
Fondata dall’arcivescovo di Benevento, Roffrido,
nel 1088, sorse strategicamente ai margini
dell’antico abitato su un’area cimiteriale in
rapido declivio. L’andamento scosceso della
superficie impose la costruzione dell’abside sul
pendio - sì da compensare il dislivello -
sollevandola al di sopra di una cripta ad oratorio
di matrice cassinese, simile a quella della
cattedrale di Salerno, e fittamente corredata da
colonne e capitelli.

Nel 1384 fu conquistata dagli Angioini, poi dagli
Aragonesi, e nel 1480 fu assediata e poi
occupata dai turchi di Maometto II, che la
distrussero quasi completamente e ne
massacrarono gli abitanti. Sono noti gli 800
martiri uccisi sul Colle della Minerva,donne e
bambini     invece     si    rifugiarono    nella
Cattedrale,ma       vennero       raggiunti     e
barbaramente uccisi.
La Cattedrale di Otranto, edificata sui resti di una domus romana, è dedicata
all’Annunziata ed è stata consacrata al culto il primo agosto 1088 durante il papato
di Urbano II.
E’ decorata con elementi bizantini romanici e gotici. Sulla facciata della cattedrale si
può notare un portale barocco risalente al 1764 ed un rosone di epoca
rinascimentale formato da 16 colonnine in pietra leccese disposte intorno ad un
nucleo in stile gotico.
Di notevole pregio,sul lato sinistro della Cattedrale,il portale del ‘500
riccamente istoriato, al quale si accede superando una scalinata interamente
                     realizzata con materiali di reimpiego.
Il portale è definito da una
cornice interna finemente
scolpita e da due piedritti
laterali sui quali sono
scolpiti in bassorilievo le
figure di otto dignitari
ecclesiastici:    a    destra,
dall’alto in basso, sono
raffigurati i vescovi di
Otranto, di Ugento, di
Gallipoli e l’abate di Casole;
a     sinistra,    la   figura
dell’arcivescovo idruntino, di
Castro, di Lecce e di
Alessano.

Sull’architrave della fascia
interna vi è una lunga
iscrizione latina che ricorda
il committente     dell’opera,
l’Arcivescovo Serafino.
Tra il 1163 e il 1165 il presbitero Pantaleone,
            su committenza dell’arcivescovo di Otranto
            Jonatha, realizzò il grandioso mosaico
            pavimentale in opus tessellatum che occupa
            l’intera navata centrale e buona parte delle
            laterali: un immenso tappeto di preghiera
            dove Oriente e Occidente si intrecciano, a
            delineare una sorta d’omelia figurativa che dal
            Peccato originale dei progenitori, passando
            per il Peccato d’orgoglio compiuto da
            Alessandro Magno, conduce alla salvezza
            dell’uomo.


Tra le raffigurazioni desunte dall’Antico
e dal Nuovo Testamento spiccano
alcune immagine tratte dal notissimo
Phisyologus , dai Segni dello Zodiaco e
da alcune avvincenti Storie di re Artù,
quasi certamente tramandate da
un’antica tradizione orale.
Nonostante i numerosi sforzi
interpretativi, gran parte delle
figure      rappresentate   sul
mosaico             pavimentale,
rimangono ancorate al primo
livello di lettura.

In altre parole si possono
riconoscere soggetti umani,
bestiali, o ibridi, senza,
tuttavia, identificarne il loro
effettivo significato simbolico,
o il loro referente letterario-
fiabesco: l’asino che suona
l’arpa il gatto con i calzari o il
mostro con testa d’asino,
possono pertanto ricondursi
allo humour grottesco e
beffardo del Medioevo.
CHIESA BIZANTINA             GIOIELLO D’ARTE


L‟edificio si erge nel cuore
della città vecchia con le
piccole finestre che guardano
ad Oriente raccogliendone i
primi raggi, la piccola basilica
fu modello per molti luoghi di
culto ipogei del Salento e
della Puglia.

 E‟ uno dei pochi monumenti
del genere tutt‟ora esistenti
in Italia. Fu officiata dal clero
greco, che pacificamente
convisse per molti secoli con
quello latino di Otranto.
La chiesa di San Pietro, inizialmente attribuita al
 periodo normanno, sec. XI, da una più attenta lettura,
        oltre che dalla pianta a croce greca, dal corredo
iconografico e dalle testimonianze epigrafiche ha fatto
         spostare la data a fine sec. IX - inizio sec. X . La
      tradizione vuole che la fondazione della chiesa sia
     legata al passaggio di San Pietro in Otranto nel suo
                                       viaggio verso Roma.
L'interno a forma di
                                                         croce greca, a tre
                        La chiesa risulta inscritta in   navate, di cui una
                                                         centrale più larga, con
                           un rettangolo con lati
                                                         altrettanti          absidi
                        pressochè uguali tra di loro.    semicircolari,         otto
                                                         colonne, di cui quattro
                                                         con capitelli a pulvino
                                                         che sostengono la cupola
                                                         monolitica centrale, e le
                                                         altre     quattro     sono
                                                         semiglobate nelle pareti.
                                                         Nell'abside centrale è
                                                         presente      un     altare
                                                         barocco fatto erigere nel
La cupola centrale è                                     1841; quello sulla parete
                                                         nord è dedicato a San
supportata da piccole                                    Pietro      e     presenta
monofore lucifere                                        anch‟esso sovrastrutture
                                                         barocche.
                                                         Le     quattro     colonne
                                                         smontano              archi
                                                         tipicamente orientali e i
                                                         capitelli      presentano
                                                         affreschi     di     Santi,
                                                         Dottori o Padri della
                                                         Chiesa.
Sulla volta a
botte della
navata posta a
nord-ovest
campeggia la
"Lavanda dei
piedi”.
Cristo è
rappresentato
nell'atto di lavare
i piedi a San
Pietro. Questi è
raffigurato seduto
dinnanzi ad una
bacinella colma
d'acqua. Da
notare le
iscrizioni greche.
Come detto le pareti della Chiesa sono adorne di
affreschi, tutti di pregevole fattura. Nell'abside
sinistra vi è raffigurata la Madonna col bambino che
benedice con le prime tre dita della mano; in basso
la Vergine, San Nicola e San Francesco di Paola;
Sulla cupola dell'altare campeggia l'Annunciazione,
segue Maria Madre di Cristo. A destra della cupola
sono raffigurati gli Apostoli mentre a sinistra la
Resurrezione. Sui pennacchi della navata centrale
sono rimasti due Evangelisti. Alla sinistra della
navata c'e' "Il peccato originale", alla destra il
Battesimo di Gesu' con le tre Marie e Satana che si
tormenta.
Le pareti ospitano le figure di San Basilio, San
Leonardo, Santa Lucia ed altro ancora.



 La Chiesa greca di San Pietro
è come un libro di devozione,
 un autentico gioiello d‟arte.
La Chiesa di S. Marina, in Muro Leccese,
originariamente era intitolata a S. Nicola
di Mira e lo sappiamo dai cicli raffigurati
e dai registri di una visita pastorale.
Se la osserviamo esternamente vediamo
che la tessitura muraria in basso è
formata da grossi blocchi di reimpiego
della cinta muraria del paese.
In origine non c'era il campanile a vela
che è del 400.
L’edificio, di limitate
dimensioni, è a navata unica
con abside semi circolare.

All’origine non c’era un’unica
entrata, ma ne aveva un’altra
sul lato sinistro.

Il nartece e che precede la
navata, presenta in facciata
un arco decorato che inquadra
il portale d’ingresso e un
piccolo campanile in vela.
Nonostante         le     modeste
apparenze,      Santa        Marina
occupa un posto significativo
sia     per     le       peculiarità
architettoniche, sia per gli
affreschi che accoglie, segnati
da valenze anche storiche di
notevole portata. Gli affreschi
più    antichi       si    leggono
nell’abside, dove troviamo
immagini di San Nicola e
alcuni Padri Vescovi, Madonna
del    Rosario,        San     Vito,
Madonna col Bambino in
braccio.
La maggior parte dei dipinti è
dedicata a San Nicola, è
rappresentato nudo solo con
una lunga barba, insieme a
San Marco perché avevano
rinunciato a tutti i loro beni.
SOLETO
Facciata      molto     semplice,        era
affrescata in finto marmo.



Arricchita     con    archetti      pensili,
trilobati, ogivali.

Presenta un portale con decorazioni
di foglie d’acanto, sormontato da
lunetta      dedicatoria,   forse    a    S.
Stefano,con tracce di una croce,unica
fonte di luce,un rosone a forma di
ruota con otto raggi dove nel cerchio
c’è traccia dello stemma dei Balzo. In
cima un campanile a vela con bifora.
A navata unica,con
tetto a spioventi
presenta un interno
tutto affrescato,
accompagnato da
iscrizioni greche.
Fine trecento, situata
nell‟abside,raffigurante
Cristo( Sofia) che
benedice il calice e un
angelo con ventaglio e
quattro vescovi.
Nella calotta absidale
la scena della
Pentecoste,la Vergine
in trono con le spalle
rivolte alla città di
Gerusalemme e intorno
gli Apostoli.
 La controfacciata
 ospita il rosone
 con decorazione
 della Deèsis, al
 centro Gesù, con
 un suggestivo
 gioco di luce .
 Iltribunale degli
  Apostoli, l’Etimasia
  di Adamo e Eva, un
  Cardinale, un
  Vescovo, un Monaco
  vestito di bianco.
 A sinistra invece
  troviamo l’Inferno,
  con la presenza di
  un demonio in
  altorilievo.
Nociglia

           Santa Maria de Itri
All’inizio del secolo scorso la cappella era in
uno stato deplorevole tanto che, nel 1921, il
popolo fece costruire a sue spese un'altra
cappella davanti alla vecchia. Nella fattispecie
l’abside della nuova chiesa fu accorpata alla
facciata di quella antica con la dichiarata
volontà di perpetrarne oltre che la planimetria
anche il culto.

L’interno di limitate dimensioni presenta un
aula unica rettangolare terminante con una
sola abside orientata ad est e richiama alla
mente, in pianta e in alzato, lo schema
icnografico della chiesa di Santa Marina a
Muro Leccese, dalla quale differisce per la
presenza di una copertura a capriate.
L’accesso era garantito da due porte. La prima
ubicata ad ovest in asse con la navata, l’altra,
oggi murata, insisteva a sud verso il castello e
l’abitato.
La chiesetta moderna si
presenta con una semplice
facciata.




        L’interno a navata unica in
        fondo alla quale c’è
        l’altare maggiore.
Il programma decorativo può considerarsi senza soverchia difficoltà un
autentico palinsesto figurativo nel quale si possono percepire le mode ed i
cambiamenti del gusto registratisi dal Medioevo all’età Moderna.
Ad unica navata.
Terminante con
abside, con la
raffigurazione
della Vergine; di
probabile età
settecentesca.

Altare maggiore
con fregi floreali.
Santa Cesaria, lettura ricavata da un’antica
iscrizione frammentaria.
Figura femminile dallo sguardo malizioso,con
turbante alla orientale,è la più antica immagine
della Santa presente al mondo. In mano ha una
grotta simbolo del suo martirio.
L‟immagine centrale è la più
importante,dedicata a San Nicola
perché sino al seicento la chiesa
era a lui intitolata. Siede in trono
con in mano un libro e nei tondi
troviamo le sue iniziali,come se il
pittore si sia ispirato ad una
tavola per pitturare.
Ai suoi lati raffigurate Madonne
col Bambino.
   Al centro dell‟antica
    cappella,si trova
    l‟imboccatura di una botola
    con cripta sottostante,con
    funzione cimiteriale.
LA GENTE CHE ME GUSTA
                (La gente che mi piace)


Mi piace la gente che vibra,
che non devi continuamente sollecitare
e alla quale non c‟è bisogno di dire cosa fare
perché sa quello che bisogna fare e lo fa.



                Mi piace la gente che sa misurare
                le conseguenze delle proprie azioni,
                la gente che non lascia le soluzioni al caso.



 Mi piace la gente giusta e rigorosa,
 sia con gli altri che con se stessa,
 purché non perda di vista che siamo umani
 e che possiamo sbagliare.
Mi piace la gente che pensa
che il lavoro collettivo, fra amici,
è più produttivo dei caotici sforzi individuali.

         Mi piace la gente che conosce
         l’importanza dell’allegria.

                Mi piace la gente sincera e franca,
                capace di opporsi con argomenti sereni e
                ragionevoli.


                  Mi piace la gente di buon senso,
                  quella che non manda giù tutto,
                  quella che non si vergogna di riconoscere
                  che non sa qualcosa o si è sbagliata


                        Mi piace la gente che, nell’accettare i suoi errori,
                        si sforza genuinamente di non ripeterli.
Mi piace la gente capace di criticarmi
   costruttivamente e a viso aperto:
   questi li chiamo “i miei amici”.



                Mi piace la gente fedele e caparbia,
                che non si scoraggia quando si tratta
                di perseguire traguardi e idee.



Mi piace la gente che lavora per dei risultati.
Con gente come questa mi impegno a qualsiasi impresa,
giacché per il solo fatto di averla al mio fianco
mi considero ben ricompensato.

                                                  Mario Benedetti
                           Scrittore, poeta e saggista uruguaiano
                                                            (2009)
Grazie a…..

Simone Villani -         Copertina e progetto grafico Locandina



Michele Onorato -           foto utilizzate in molte slides e coperte da diritti d’autore




Tutte le mamme del corso Genitori
per aver creduto in se stesse e per aver deciso di mettersi in gioco

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L'Uomo e l'ambiente: un rapporto da ricreare

  • 1.
  • 2. MOTIVAZIONE DI UN’ESPERIENZA La proposta ha inteso favorire nei corsisti la consapevolezza di una maggiore attenzione e sensibilità verso le tematiche ambientali, affrontate in un‟ottica multidisciplinare, con l‟obiettivo di stimolare comportamenti quotidiani del cittadino di ogni età.
  • 3. Il percorso, realizzato con la guida del Dr. Sergio ORTESE, storico dell’arte, ha avvicinato le corsiste (20 donne disoccupate, dei Comuni di Cutrofiano e Sogliano Cavour) ad alcuni monumenti caratteristici delle forme d’arte e architettura proprie del territorio salentino. Sono state realizzate visite guidate nei siti architettonici selezionati, attraverso un ideale viaggio nel tempo e nello spazio, stimolando le corsiste a conservare memoria non solo dei documenti artistici visitati,ma anche ad ipotizzare forme di tutela, valorizzazione e promozione.
  • 4. La convinzione guida è stata quella che la prima forma di promozione del territorio e di rispetto e valorizzazione delle risorse monumentali nasce dalla conoscenza. Altrettanto forte è stato il convincimento che dall’amore per le cose belle nasce anche la forza di intraprendere percorsi nuovi di impegno e ricerca
  • 5. Obiettivi a) Favorire il lavoro attivo e cooperativo dei corsisti b) Sviluppare il piacere di scrivere, la creatività e l’espressività c) Unire prodotti diversi per realizzare un lavoro comune d) Rendere visibili, documentabili e comunicabili le esperienze non solo didattiche che vedono protagonisti gli alunni. Competenze attese:  Esprimersi correttamente utilizzando i vari codici linguistici  Utilizzare correttamente fonti e documenti
  • 6. CASARANO CARPIGNANO SQUINZANO - CERRATE SANTA MARIA DEL CASALE GALATINA OTRANTO MURO LECCESE SOLETO NOCIGLIA
  • 7. Carpignano Salentino Questa Cripta bizantina è una delle perle più preziose presenti nel territorio salentino. Il titolo di “Santa Cristina” è quello più antico, ad esso, nel „400 fu sostituito quello di “Madonna delle Grazie” o, semplicemente, “della Grazia” a seguito di una apparizione miracolosa della Vergine. Dal 1782 questo titolo è divenuto quello ufficiale.
  • 8. Non solo per la loro antichità (X- XI sec.), ma soprattutto perché nelle iscrizioni sono custoditi i nomi dei committenti e dei pittori e le date precise degli interventi pittorici. La Cripta è interamente scavata in un banco tufaceo che, certamente, ha ospitato anche altri ambienti destinati ad usi abitativi e lavorativi. PIANTA CRIPTA L'attuale struttura è frutto dei rimaneggiamenti apportati con il definitivo passaggio dal rito L’ipogeo conserva greco a quello latino (XVIII sec.). alcuni tra gli affreschi più La cripta in origine si presentava come un importanti del ambiente angusto, più basso e in penombra, un periodo bizantino vero percorso dello spirito per il fedele che doveva "inchinarsi" per entrare dal basso ingresso originale.
  • 9. Recenti restauri hanno portato alla luce altri notevoli affreschi che hanno arricchito ancora di più il patrimonio delle testimonianze bizantine nel Salento.
  • 10. Parete settentrionale Parete meridionale Santa Cristina (XIV-XV secolo)  San Teodoro e, sulla sinistra, due santi anonimi (metà circa dell'XI secolo) Parete settentrionale Due immagini di Santa Cristina (XI sec.)
  • 11. Cristo in Trono con la Madonna Annunziata e l‟Arcangelo Gabriele. Madonna Annunziata (959)
  • 12.
  • 13. Parete orientale Arcangelo Gabriele Particolare dell'iscrizione greca (959) presso la figura del Cristo. Pantocratore del 959 con i nomi dei committenti Leone e la moglie Crisolea e del pittore Teofilatto
  • 14. Cristo Pantocratore nell'abside, l'Arcangelo Gabriele a destra e la Madonna Annunziata a sinistra (959)
  • 15. Parete orientale – Cristo Pantocratore Parete orientale - Sant'Anna con la Madonna bambina Parete occidentale - San Biagio (circa 1070)
  • 16. A sinistra , Santa Caterina A destra, probabilmente, Santa Margherita
  • 17. E‟ confermata anche dall‟impianto della cripta Presenza del rito greco che si presenta diviso in due ambienti, l'endonartece dedicato a Santa Marina e avente funzioni cimiteriali e il naos (il tempio vero e proprio) destinato ai fedeli e dedicato a Santa Cristina, diviso a sua volta dall'iconostasi e dal vima, ambiente al quale potevano accedere solo i sacerdoti durante la preparazione del rito. Vi si accede attraverso due scale,quella orientale aveva funzioni liturgiche,l‟altra di carattere funerario,come testimonia la presenza di una tomba ad arcosolio, accompagnata da una lunga iscrizione in greco databile intorno all‟ xi secolo. Questa iscrizione ci informa che la tomba era stata scavata per un notabile del posto, ma era, invece, servita per raccogliere le spoglie del figlio morto giovane.
  • 18. San Nicola e Santa Cristina Pilastro con San Nicola al centro, Santa Cristina a destra e, probabilmente, San Teodoro Studita a sinistra (prima metà dell'XI secolo)
  • 19. Santa Cristina e a sinistra San Teodoro a cavallo
  • 20. Altare settecentesco intitolato alla Madonna delle Grazie, nella cui nicchia ovale si conserva un affresco della Vergine col Bambino; si tratta di un'opera bizantina ritoccata più volte nel corso dei secoli.
  • 21. La chiesa presenta un semplice prospetto a capanna, con un piccolo rosone centrale, che illumina la sua navata, sormontato da un ampio arco di scarico a listelli.
  • 22. Nella cupola si nota la presenza di un unico grande simbolo: la Croce, posta al centro, contornata da un cielo stellato, racchiuso dai colori dell‟arcobaleno, e da decori floreali.
  • 23. Nella navata destra , si può osservare la “Deesis” con “Cristo Pantocratore”
  • 24. Fra i più antichi affreschi Santa Barbara, di origine bizantino-gotica del XIV sec., rivenuta alla luce con la tecnica dello strappo.
  • 25. ESEMPLARE ARCHITETTONICO DI STILE ROMANICO SQUINZANO
  • 26.  ISTORIATOCON SCENE SU SEI CONCI CHE RACCONTANO LA STORIA DELLA VERGINE. AL CENTRO UNA STELLA,ALLUSIONE ALLA STELLA CADENTE.
  • 27. COPERTURA AD EMBRICI SOPRA DELLE TRAVI DI INCANNUNCIATO .  LA CHIESA E‟ A TRE NAVATE DIVISE IN QUATTRO COLONNE PER LATO PIU‟ UNA SEMICOLONNA ADDOSSATA.  LE COLONNE SONO IN PIETRA LECCESE SULLE QUALI SI SVILUPPANO LE ARCATE.
  • 28.
  • 29.
  • 30.
  • 31.
  • 32.
  • 33. Sorta agli inizi del XIV secolo, poco prima che si celebrasse il famoso processo contro i cavalieri templari (1310), la principesca chiesa di Santa Maria del Casale presso Brindisi, rappresenta una armoniosa sintesi tra formule architettoniche romanico- pugliesi e modelli gotici di ricercata eleganza. Chiusa a capanna, la maestosa facciata è caratterizzata da una vivace bicromia a motivi geometrici e da un singolare protiro pensile di matrice islamica che racchiude il portale, sormontato da una monofora e da una teoria di archetti pensili conchiusa a ogiva
  • 34. L’interno concepito a navata unica con transetto fortemente aggettante, coro rettangolare e abside piatta coperta da una volta a crociera costolonata, risponde a uno schema icnografico di matrice cistercense, ampiamente adottato nell’architettura proto-angioina della Campania e diffuso rapidamente nel resto del Regno…
  • 35. … soprattutto, il grandioso Giudizio Finale dipinto in controfacciata, nei primissimi anni del Trecento. Autore se ne dichiara il pittore Rinaldo da Taranto, un artista che nelle morbide pennellate, nel fresco accostamento dei colori e nel variegato impianto iconografico, riesce a stemperare la severa lezione di Bisanzio, manifestando una timida adesione ai moduli della cultura Centro-italiana e alla rivoluzione culturale approntata da Giotto.
  • 36. Alla mano di Rinaldo è probabilmente riconducibile l’Albero della Croce campito sulla parete settentrionale e, soprattutto, quel che resta di un vivacissimo Giudizio Universale affrescato nella cattedrale di Matera, a dimostrazione di come una delle fonti di approvvigionamento artistico lucano pervenisse dal principato di Taranto.
  • 37. Di matrice spiccatamente occidentale e dunque pienamente riconducibili alla diffusione dello stile gotico nel Salento sono, invece, un ciclo Cristologico dipinto nel coro, le Storie di Santa Caterina d’Alessandria affrescate nel transetto e una moltitudine di pannelli devozionali di gusto cavalleresco assiepati nelle navate .
  • 38. La Basilica di S. Caterina d'Alessandria a Galatina è uno dei più importanti monumenti di arte romana in Puglia, fu realizzata tra il 1383 e il 1391, per volontà di Raimondo Orsini Del Balzo. La leggenda vuole che Raimondo, in uno dei suoi numerosi viaggi, si spinse sulla sommità del Monte Sinai per rendere omaggio al corpo di S.Caterina e, nel baciarle la mano, strappò con i denti, un dito. Avendo questa reliquia, pensò di innalzare in suo onore, a Galatina, un tempio in rito latino; doveva essere sontuoso per superare quelli di rito greco esistenti nel posto. La reliquia fu incastonata in un reliquario d'argento che si conserva, ancora oggi, nel tesoro della Chiesa.
  • 39. Particolare della facciata La facciata si presenta con tre cuspidi, sottolineate da archetti ciechi trilobati. Il portale maggiore ha il protiro sorretto da due colonne poggianti su leoni stilofori, che sorreggono due aquile. Sull'architrave reca un bassorilievo raffigurante Cristo tra gli Apostoli. Interessante è la decorazione delle tre fasce concentriche del portale e del rosone finemente intagliato a raggiera.
  • 40. L’ interno è tutto una pinacoteca! Pareti, pilastri, archivolti a volta: affreschi dappertutto e lo si può leggere in due modi: composto da tre o da cinque navate a seconda che si considerino anche i corridoi. La navata centrale si slancia verso l'alto sovrastando le navate laterali. Da questa centrale, si accede ai deambulacri (corridoi) e da essi alle navate laterali per mezzo di tre grandi archi a sesto acuto, ribassato. Fasci di sette colonne polistili dividono la navata centrale in tre campate, mentre il presbiterio e il coro absidale fanno parte a sé. Ciò che maggiormente colpisce è la decorazione pittorica. L'intero ciclo di affreschi si sviluppa da sinistra a destra, in senso rotatorio e si presenta più interessante nella navata centrale. .
  • 41. Osserviamo gli affreschi e nella prima campata è raffigurata la storia dell'Apocalisse . Non conosciamo l'autore del dipinto, realizzato intorno al 1400, ma possiamo dire che si è ispirato a due tavolette realizzate nel 1300 e che oggi sono conservate nel museo di Stoccarda. Spieghiamo meglio: Giotto fu presente a Napoli per cinque anni, e affrescò la Chiesa di Santa Chiara con scene tratte dall'Apocalisse, un pittore napoletano trascrisse quelle scene su due tavolette le quali, successivamente, divennero fonte d'ispirazione per molti pittori.
  • 42. Nella seconda campata, nelle pareti c'è il ciclo della Genesi: il creatore ha dato vita al mare e alla terra, la creazione dell'uomo, la creazione degli animali, Adamo nel Paradiso, Adamo ed Eva tentati, poi cacciati, poi costretti a lavorare, la costruzione dell'Arca, ciò che scaturisce con il diluvio. Sulle pareti della terza campata è raffigurata la Storia di Cristo, sulle vele compaiono le Gerarchie angeliche. Cappella Orsini
  • 43. La quarta campata è quella che forma il presbiterio sopraelevato, ed è raffigurato il ciclo di S.Caterina d'Alessandria: c'è la sua opera di evangelizzazione, convince i dotti dell'epoca a convertirsi al cristianesimo, e termina, in basso, con il martirio sotto la ruota dentata. La tradizione vuole che gli angeli siano intervenuti a salvarla, fu però poi martirizzata per decapitazione. Nella volta ci sono i Padri della Chiesa intenti a studiare le Sacre Scritture, e i quattro Evangelisti.
  • 45. IL PORTO La storia millenaria di Otranto, per la sua proiezione ad est, e' stata sempre caratterizzata dal suo rapporto con l'oriente, vissuto a volte con terrore per le continue scorribande dei saraceni culminate con il sacco della citta' del 1480. Fondata probabilmente da coloni greci, provenienti dall'isola di Creta, divenne poi municipio romano, fino al 757, quando fu conquistata dai longobardi. Alcuni anni dopo, passò sotto il dominio dei bizantini che nel secolo IX la elevarono a capitale della Terra d'Otranto (cioè di quella parte del Salento rimasta in possesso) e la fortificazione facendone una delle piazzeforti destinate a difendere la regione dalla penetrazione dei Normanni. Nel 1068 venne occupata da Roberto il Guiscardo,che tolse ai Bizantini tutta la Puglia meridionale. Otranto conobbe allora un lungo periodo di prosperità economica, derivante soprattutto dall'attività del suo porto, dalla posizione geografica favorevole agli intensi traffici commerciali con l'Oriente ed al transito dei Crociati diretti in Terrasanta.
  • 46. Fondata dall’arcivescovo di Benevento, Roffrido, nel 1088, sorse strategicamente ai margini dell’antico abitato su un’area cimiteriale in rapido declivio. L’andamento scosceso della superficie impose la costruzione dell’abside sul pendio - sì da compensare il dislivello - sollevandola al di sopra di una cripta ad oratorio di matrice cassinese, simile a quella della cattedrale di Salerno, e fittamente corredata da colonne e capitelli. Nel 1384 fu conquistata dagli Angioini, poi dagli Aragonesi, e nel 1480 fu assediata e poi occupata dai turchi di Maometto II, che la distrussero quasi completamente e ne massacrarono gli abitanti. Sono noti gli 800 martiri uccisi sul Colle della Minerva,donne e bambini invece si rifugiarono nella Cattedrale,ma vennero raggiunti e barbaramente uccisi.
  • 47. La Cattedrale di Otranto, edificata sui resti di una domus romana, è dedicata all’Annunziata ed è stata consacrata al culto il primo agosto 1088 durante il papato di Urbano II. E’ decorata con elementi bizantini romanici e gotici. Sulla facciata della cattedrale si può notare un portale barocco risalente al 1764 ed un rosone di epoca rinascimentale formato da 16 colonnine in pietra leccese disposte intorno ad un nucleo in stile gotico.
  • 48. Di notevole pregio,sul lato sinistro della Cattedrale,il portale del ‘500 riccamente istoriato, al quale si accede superando una scalinata interamente realizzata con materiali di reimpiego.
  • 49. Il portale è definito da una cornice interna finemente scolpita e da due piedritti laterali sui quali sono scolpiti in bassorilievo le figure di otto dignitari ecclesiastici: a destra, dall’alto in basso, sono raffigurati i vescovi di Otranto, di Ugento, di Gallipoli e l’abate di Casole; a sinistra, la figura dell’arcivescovo idruntino, di Castro, di Lecce e di Alessano. Sull’architrave della fascia interna vi è una lunga iscrizione latina che ricorda il committente dell’opera, l’Arcivescovo Serafino.
  • 50. Tra il 1163 e il 1165 il presbitero Pantaleone, su committenza dell’arcivescovo di Otranto Jonatha, realizzò il grandioso mosaico pavimentale in opus tessellatum che occupa l’intera navata centrale e buona parte delle laterali: un immenso tappeto di preghiera dove Oriente e Occidente si intrecciano, a delineare una sorta d’omelia figurativa che dal Peccato originale dei progenitori, passando per il Peccato d’orgoglio compiuto da Alessandro Magno, conduce alla salvezza dell’uomo. Tra le raffigurazioni desunte dall’Antico e dal Nuovo Testamento spiccano alcune immagine tratte dal notissimo Phisyologus , dai Segni dello Zodiaco e da alcune avvincenti Storie di re Artù, quasi certamente tramandate da un’antica tradizione orale.
  • 51. Nonostante i numerosi sforzi interpretativi, gran parte delle figure rappresentate sul mosaico pavimentale, rimangono ancorate al primo livello di lettura. In altre parole si possono riconoscere soggetti umani, bestiali, o ibridi, senza, tuttavia, identificarne il loro effettivo significato simbolico, o il loro referente letterario- fiabesco: l’asino che suona l’arpa il gatto con i calzari o il mostro con testa d’asino, possono pertanto ricondursi allo humour grottesco e beffardo del Medioevo.
  • 52. CHIESA BIZANTINA GIOIELLO D’ARTE L‟edificio si erge nel cuore della città vecchia con le piccole finestre che guardano ad Oriente raccogliendone i primi raggi, la piccola basilica fu modello per molti luoghi di culto ipogei del Salento e della Puglia. E‟ uno dei pochi monumenti del genere tutt‟ora esistenti in Italia. Fu officiata dal clero greco, che pacificamente convisse per molti secoli con quello latino di Otranto.
  • 53. La chiesa di San Pietro, inizialmente attribuita al periodo normanno, sec. XI, da una più attenta lettura, oltre che dalla pianta a croce greca, dal corredo iconografico e dalle testimonianze epigrafiche ha fatto spostare la data a fine sec. IX - inizio sec. X . La tradizione vuole che la fondazione della chiesa sia legata al passaggio di San Pietro in Otranto nel suo viaggio verso Roma.
  • 54. L'interno a forma di croce greca, a tre La chiesa risulta inscritta in navate, di cui una centrale più larga, con un rettangolo con lati altrettanti absidi pressochè uguali tra di loro. semicircolari, otto colonne, di cui quattro con capitelli a pulvino che sostengono la cupola monolitica centrale, e le altre quattro sono semiglobate nelle pareti. Nell'abside centrale è presente un altare barocco fatto erigere nel La cupola centrale è 1841; quello sulla parete nord è dedicato a San supportata da piccole Pietro e presenta monofore lucifere anch‟esso sovrastrutture barocche. Le quattro colonne smontano archi tipicamente orientali e i capitelli presentano affreschi di Santi, Dottori o Padri della Chiesa.
  • 55. Sulla volta a botte della navata posta a nord-ovest campeggia la "Lavanda dei piedi”. Cristo è rappresentato nell'atto di lavare i piedi a San Pietro. Questi è raffigurato seduto dinnanzi ad una bacinella colma d'acqua. Da notare le iscrizioni greche.
  • 56.
  • 57.
  • 58.
  • 59. Come detto le pareti della Chiesa sono adorne di affreschi, tutti di pregevole fattura. Nell'abside sinistra vi è raffigurata la Madonna col bambino che benedice con le prime tre dita della mano; in basso la Vergine, San Nicola e San Francesco di Paola; Sulla cupola dell'altare campeggia l'Annunciazione, segue Maria Madre di Cristo. A destra della cupola sono raffigurati gli Apostoli mentre a sinistra la Resurrezione. Sui pennacchi della navata centrale sono rimasti due Evangelisti. Alla sinistra della navata c'e' "Il peccato originale", alla destra il Battesimo di Gesu' con le tre Marie e Satana che si tormenta. Le pareti ospitano le figure di San Basilio, San Leonardo, Santa Lucia ed altro ancora. La Chiesa greca di San Pietro è come un libro di devozione, un autentico gioiello d‟arte.
  • 60. La Chiesa di S. Marina, in Muro Leccese, originariamente era intitolata a S. Nicola di Mira e lo sappiamo dai cicli raffigurati e dai registri di una visita pastorale. Se la osserviamo esternamente vediamo che la tessitura muraria in basso è formata da grossi blocchi di reimpiego della cinta muraria del paese. In origine non c'era il campanile a vela che è del 400.
  • 61. L’edificio, di limitate dimensioni, è a navata unica con abside semi circolare. All’origine non c’era un’unica entrata, ma ne aveva un’altra sul lato sinistro. Il nartece e che precede la navata, presenta in facciata un arco decorato che inquadra il portale d’ingresso e un piccolo campanile in vela.
  • 62. Nonostante le modeste apparenze, Santa Marina occupa un posto significativo sia per le peculiarità architettoniche, sia per gli affreschi che accoglie, segnati da valenze anche storiche di notevole portata. Gli affreschi più antichi si leggono nell’abside, dove troviamo immagini di San Nicola e alcuni Padri Vescovi, Madonna del Rosario, San Vito, Madonna col Bambino in braccio. La maggior parte dei dipinti è dedicata a San Nicola, è rappresentato nudo solo con una lunga barba, insieme a San Marco perché avevano rinunciato a tutti i loro beni.
  • 64. Facciata molto semplice, era affrescata in finto marmo. Arricchita con archetti pensili, trilobati, ogivali. Presenta un portale con decorazioni di foglie d’acanto, sormontato da lunetta dedicatoria, forse a S. Stefano,con tracce di una croce,unica fonte di luce,un rosone a forma di ruota con otto raggi dove nel cerchio c’è traccia dello stemma dei Balzo. In cima un campanile a vela con bifora.
  • 65. A navata unica,con tetto a spioventi presenta un interno tutto affrescato, accompagnato da iscrizioni greche.
  • 66. Fine trecento, situata nell‟abside,raffigurante Cristo( Sofia) che benedice il calice e un angelo con ventaglio e quattro vescovi. Nella calotta absidale la scena della Pentecoste,la Vergine in trono con le spalle rivolte alla città di Gerusalemme e intorno gli Apostoli.
  • 67.  La controfacciata ospita il rosone con decorazione della Deèsis, al centro Gesù, con un suggestivo gioco di luce .
  • 68.  Iltribunale degli Apostoli, l’Etimasia di Adamo e Eva, un Cardinale, un Vescovo, un Monaco vestito di bianco.  A sinistra invece troviamo l’Inferno, con la presenza di un demonio in altorilievo.
  • 69. Nociglia Santa Maria de Itri
  • 70. All’inizio del secolo scorso la cappella era in uno stato deplorevole tanto che, nel 1921, il popolo fece costruire a sue spese un'altra cappella davanti alla vecchia. Nella fattispecie l’abside della nuova chiesa fu accorpata alla facciata di quella antica con la dichiarata volontà di perpetrarne oltre che la planimetria anche il culto. L’interno di limitate dimensioni presenta un aula unica rettangolare terminante con una sola abside orientata ad est e richiama alla mente, in pianta e in alzato, lo schema icnografico della chiesa di Santa Marina a Muro Leccese, dalla quale differisce per la presenza di una copertura a capriate. L’accesso era garantito da due porte. La prima ubicata ad ovest in asse con la navata, l’altra, oggi murata, insisteva a sud verso il castello e l’abitato.
  • 71. La chiesetta moderna si presenta con una semplice facciata. L’interno a navata unica in fondo alla quale c’è l’altare maggiore.
  • 72. Il programma decorativo può considerarsi senza soverchia difficoltà un autentico palinsesto figurativo nel quale si possono percepire le mode ed i cambiamenti del gusto registratisi dal Medioevo all’età Moderna.
  • 73. Ad unica navata. Terminante con abside, con la raffigurazione della Vergine; di probabile età settecentesca. Altare maggiore con fregi floreali.
  • 74. Santa Cesaria, lettura ricavata da un’antica iscrizione frammentaria. Figura femminile dallo sguardo malizioso,con turbante alla orientale,è la più antica immagine della Santa presente al mondo. In mano ha una grotta simbolo del suo martirio.
  • 75. L‟immagine centrale è la più importante,dedicata a San Nicola perché sino al seicento la chiesa era a lui intitolata. Siede in trono con in mano un libro e nei tondi troviamo le sue iniziali,come se il pittore si sia ispirato ad una tavola per pitturare. Ai suoi lati raffigurate Madonne col Bambino.
  • 76.
  • 77. Al centro dell‟antica cappella,si trova l‟imboccatura di una botola con cripta sottostante,con funzione cimiteriale.
  • 78. LA GENTE CHE ME GUSTA (La gente che mi piace) Mi piace la gente che vibra, che non devi continuamente sollecitare e alla quale non c‟è bisogno di dire cosa fare perché sa quello che bisogna fare e lo fa. Mi piace la gente che sa misurare le conseguenze delle proprie azioni, la gente che non lascia le soluzioni al caso. Mi piace la gente giusta e rigorosa, sia con gli altri che con se stessa, purché non perda di vista che siamo umani e che possiamo sbagliare.
  • 79. Mi piace la gente che pensa che il lavoro collettivo, fra amici, è più produttivo dei caotici sforzi individuali. Mi piace la gente che conosce l’importanza dell’allegria. Mi piace la gente sincera e franca, capace di opporsi con argomenti sereni e ragionevoli. Mi piace la gente di buon senso, quella che non manda giù tutto, quella che non si vergogna di riconoscere che non sa qualcosa o si è sbagliata Mi piace la gente che, nell’accettare i suoi errori, si sforza genuinamente di non ripeterli.
  • 80. Mi piace la gente capace di criticarmi costruttivamente e a viso aperto: questi li chiamo “i miei amici”. Mi piace la gente fedele e caparbia, che non si scoraggia quando si tratta di perseguire traguardi e idee. Mi piace la gente che lavora per dei risultati. Con gente come questa mi impegno a qualsiasi impresa, giacché per il solo fatto di averla al mio fianco mi considero ben ricompensato. Mario Benedetti Scrittore, poeta e saggista uruguaiano (2009)
  • 81. Grazie a….. Simone Villani - Copertina e progetto grafico Locandina Michele Onorato - foto utilizzate in molte slides e coperte da diritti d’autore Tutte le mamme del corso Genitori per aver creduto in se stesse e per aver deciso di mettersi in gioco