SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 20
Facoltà di Sociologia
     Corso di Laurea Magistrale in
“Turismo, Territorio e Sviluppo Locale”




         Elaborato per il corso di:

 Tecniche di comunicazione per il turismo



     “Il Marocco in pellicola”




                                        MAURIZIO ZANONI
                                          Matricola: 075041
INDICE

1. INTRODUZIONE                                  pag. 03

2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO                      pag. 05

3. INQUADRAMENTO STORICO DEL CINEMA IN MAROCCO   pag. 06

4. PROLOGO : IL CINETURISMO                      pag. 07

5. TOUR CINEMATOGRAFICO IN MAROCCO

     5.1 ANALISI E RACCOLTA DATI                 pag. 09

     5.2 APPROFONDIMENTO SULLA CLASSIFICAZIONE   pag. 09

     5.3 PELLICOLE PRESE IN ESAME                pag. 10

     5.4 SULLA VIA DEL CINEMA                    pag. 11

     5.5 UN VIAGGIO IN MAROCCO                   pag. 13

     5.6 IL TOUR IN UNA MAPPA                    pag. 19

6. CONCLUSIONI                                   pag. 20




                                                           2
1. INTRODUZIONE


Fin dai primissimi anni della metà del secolo scorso le molteplici caratteristiche endemiche del
Marocco – più o meno autentiche –, oggetto di interesse da parte di non pochi cineasti, hanno
contribuito indubbiamente alla creazione di una particolare fotografia, se vogliamo stereotipata – se
non altro da uno sguardo esterno – che, nel corso degli anni, ha assunto tipiche connotazioni
nell’immaginario collettivo occidentalizzato. Una serie di tratti distintivi che, attraverso
l’affermazione della pellicola, hanno fatto il giro del mondo e hanno reso al Marocco una
fisionomia unica nel suo genere. È stato, pertanto, l’occhio occidentale – sia europeo che
statunitense – a dipingere il paese africano del sol calante come destinazione a metà tra il mistero e
il fascino, dove agli affollati mercati si avvicendano arse e smisurate distese sabbiose. E, adesso,
molti di questi aspetti, proiettati e riproiettati più volte, sono stati interiorizzati dagli spettatori di
turno che siedono in sale al di fuori dei confini marocchini e potrebbero concorrere – anche se a mio
modo di vedere già incidono ampiamente – alla determinazione di una consistente domanda
turistica, o meglio cineturistica. Si è dunque andata a creare una branca turistica nei paesi sviluppati,
originata paradossalmente dai medesimi soggetti, che concorre alla definizione dell’appeal
marocchino.
Diverso è, invece, il discorso sull’immagine veicolata dal Cinema nazionale marocchino. Le storie
raccontate, quasi sicuramente più realistiche alla condizione precaria della popolazione, ricondotte a
un evidente tratto più concreto, divergono in maniera quasi assoluta dai cliché ostentati dal mondo
occidentale. Sono storie tristi, crude, che trattano un certo tipo di problematicità sociale, rivolte
quasi sicuramente a un’utenza autoctona che in esse ritrova affinità con i propri percorsi
esistenziali. A ogni modo, nonostante l’assenza dello sguardo d’occidente, di quella sorta di filtro
che catalizza e plasma a suo piacimento narrazioni e ambientazioni, esse possono ugualmente
concorrere alla formazione di un’offerta cineturistica poiché, pur dissimili che siano dagli standard
ai quali “noi” siamo abituati, appaiono comunque di forte impatto emotivo e vetrina di una realtà
probabilmente più veritiera che non può non sortire almeno un minimo interesse in un qualsivoglia
viaggiatore. A rafforzo di quanto sostenuto vi sono comunque altri elementi comuni ostentati tra i
due cinema che, fondamentalmente nella loro difformità, collimano in un trait d’union: basti
pensare ai colori del Marocco, all’abbigliamento dei suoi abitanti, alle architetture edilizie, alle
usanze locali ecc.
Infine, vi è una ultima categoria che, in chiave turistica, potrebbe essere considerata un valore
aggiunto: i film che per comodità/economicità sono stati realizzati in terra marocchina. Essi, benché
non ricoprano alcuna posizione rilevante sulla percezione dello spettatore, narrando di vicende che


                                                                                                         3
nulla hanno a che fare con il paese delle riprese, evitando quindi qualsiasi indottrinamento, possono
fungere da coronamento a un’offerta turistica che, alla fin fine, possa divenire ancora più completa
e integrata, in modo tale da soddisfare appieno desideri e curiosità del turista/spettatore, in altri
termini cineturista. In base a quanto finora detto si è quindi proceduto alla formulazione di un
potenziale tour turistico che, attraverso i luoghi del cinema marocchino, possa suscitare, seppure in
maniera congetturata, un presumibile interesse nel mercato turistico nei confronti di un target
occidentale.




                                                                                                   4
2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO


Il Marocco è uno stato situato all’estremità occidentale dell’Africa settentrionale, incluso nella
cosiddetta regione del Maghreb. Le sue coste sono lambite a nord dal Mar Mediterraneo e a ovest
dall’Oceano Atlantico. Gli stati che si affacciano, invece, sui suoi confini terreni sono: Algeria e il
territorio del Sahara Occidentale. Vige una monarchia costituzionale come forma di Governo a
conduzione della capitale Rabat e degli oltre trentatré milioni di abitanti che compongono la
popolazione.




               3. INQUADRAMENTO STORICO DEL CINEMA IN MAROCCO

                                                                                                     5
La storia del cinema in Marocco, contro ogni aspettativa, comincia fin dagli albori dei natali del
Cinema generalizzato, convenzionalmente riconosciuto con la prima proiezione in sala di una
pellicola stampata dinanzi a un pubblico pagante, nel lontano 28 dicembre 1885. Furono proprio gli
inventori del cinematografo Louis e Auguste Lumiere, coloro i quali, attraverso le loro scoperte,
hanno dato avvio a uno dei più grandi e significativi fenomeni del XX secolo, a recarvisi per la
prima volta nel 1896 con l’intento di riprendere i momenti della vita quotidiana. Da quel momento
in poi si può dirsi inaugurata la storia cinematografica dello stato più occidentale del Maghreb.
Passano gli anni e si succedono molti altri registi e operatori che danno vita a opere atipiche sulle
realtà del Regno del Marocco. Sono i primi passi di un nuovo genere, comunemente definito
"cinema coloniale", che vede i suoi momenti migliori proprio in Marocco, dove operano registi
provenienti da tutto il mondo. Il Marocco, pian piano, si trasforma in una sorta di spazio “esotico”
per registi occidentali, nella fattispecie per quelli francesi dal momento che nel 1912 il paese
diventa un protettorato della Francia. Durante tutto il periodo del protettorato vengono realizzati
solo film del genere coloniale, ma con l'arrivo di Orson Welles - che, con il suo Otello presentato
sotto le insegne del Marocco, vince la Palma d'oro di Cannes nel 1952 - ha inizio una nuova
stagione di cinema. Dopo Welles arrivano infatti Hitchcock (L'uomo che sapeva troppo), David
Lean (Lawrence d'Arabia), Joseph von Sternberg (Marocco), Jacques Becker (Ali-Baba), John
Huston (L'uomo che volle farsi re) 1. Cosicché, oggigiorno, a seguito dei rinomati capolavori di
celluloide, il Marocco viene considerato un paese di riferimento per cineasti provenienti da tutto il
mondo. Un lustro, al quale ha contribuito anche l’istituzione, nel 1944 de il “Centre
Cinématographique Marocain”(CCM) e gli “Studios du Souissi” di Rabat, che ha favorito – nel
periodo successivo alla seconda guerra mondiale – la crescita e l’affermazione anche di un nuovo
filone cinematografico: Il Cinema marocchino.




                                    4. PROLOGO: IL CINETURISMO

1
    Ahmed Boughaba, Cinema marocchino: quadro storico.

                                                                                                   6
Una volta assodata l’importanza delle riprese delle troupe occidentali avvicendatesi nei decenni,
alle finalità turistiche, per dirla banalmente riconducibili a una diffusione su scala globale di una
data immagine, in questo caso, verosimilmente meno imparziale che in altre situazioni – senza
addentrarci in elucubrazioni sulla neutralità assoluta – è dunque possibile focalizzare la nostra
attenzione sulla questione meramente legata al connubio tra cinema e luoghi delle riprese. Una
stretta correlazione, questa, che, in base a studi suppergiù abbastanza recenti – basti considerare che
la prima BILC (Borsa Internazionale delle Location e del Cineturismo) in Italia è stata realizzata nel
2003 – ha gettato le fondamenta per la comprensione di quella nuova forma di turismo, rientrante
nell’accezione di Cineturismo, che corrisponde al fenomeno relativo a chi si reca in visita alle
location cinematografiche o televisive, ossia i luoghi utilizzati per le riprese di un film o di una
serie televisiva 2, con l’intento di rivedere, forse meglio rivivere, quello che si è assaporato
comodamente sulla poltrona di un qualsiasi cinema. Una nuova modalità di fruire il territorio
scaturita dalle emozioni e dalla magia che la pellicola lascia intimamente nell’animo umano e che
molto condivide con i luoghi proiettati. Con il termine Cineturismo viene perciò definita l’influenza
della visione del film sul processo turistico in generale che può indifferentemente manifestarsi nella
fase del desiderio, durante la ricerca di informazioni, durante la visione del film o nella fase di
acquisto di un prodotto turistico. Esso determina quindi un incremento dei flussi turistici di una
località, derivanti dall’influenza esplicitata dalla visione di un film, che presuppone l’esistenza di
concrete e potenziali relazioni che congiungono le attività filmiche ai territori, alle economie locali
e al turismo. A questo punto è però corretto fare una legittima precisazione poiché le location,
interessate dal fenomeno cineturistico, sono tali nel momento in cui il fascino suscitato dal film, da
effimero e confinato al momento della visione, si trasformi in desiderio concreto di maggiore
conoscenza del luogo, con la conseguente volontà di intraprendere un viaggio atto a soddisfare
questo bisogno. Naturalmente questo desiderio di esperire la realtà filmica è confinato solo ad
alcune immagini, che per qualche aspetto soggettivo, sono risultate interessanti e seduttive agli
occhi dello spettatore. Non è possibile pertanto circoscrivere incontrovertibilmente quali siano gli
elementi e i meccanismi propulsori del fenomeno, visto e considerato il nodale carattere soggettivo
intriso nelle suddette decisioni. Sembrano allora più attuali e confacenti che mai le parole
dell’indimenticabile Ingrid Bergman: «Il film è come un sogno, è come musica. Nessuna
espressione artistica travolge la nostra coscienza allo stesso livello del film, perché giunge
direttamente ai nostri sentimenti, e alle camere più oscure della nostra anima».



2
    Wikipedia, l’enciclopedia libera

                                                                                                     7
Secondo quanto espresso finora, il Marocco ha nondimeno incarnato quella parte di immaginario –
almeno in base agli occhi di un semplice spettatore – in cui l’esotico è imperante e in esso mostra la
propria predominanza, se confrontato ad altri territori. Come sempre, esiste una spiegazione
ragionevole che permette di comprendere le dinamiche qualitative che hanno fatto del Marocco una
meta che si può dire cineturistica.
La scelta di registi di un certo calibro di girare in Marocco deriva dal fatto che se le sceneggiature
che andranno a produrre e dirigere sono ambientate al giorno d’oggi o sono immerse nel lontano
passato, le location marocchine riusciranno ad adattarsi perfettamente al periodo storico che si
vuole ricostruire. Inoltre coloro che scelgono di filmare i propri progetti o parte di essi in Marocco
sono consapevoli che i loro personaggi saranno circondati da un particolare esotismo che non
potranno trovare da nessun’altra parte. I paesaggi marocchini vengono perciò scelti
fondamentalmente perché rappresentano scenari esotici incontaminati, distese di sabbia infinite e
mari puliti. L’ambientazione in Marocco permette inoltre di descrivere, anche se non in primo
piano, vari aspetti di un paese che risulta tra i più interessanti per il contrasto tra la spinta decisa
verso il nuovo e i retaggi della tradizione. Tali aspetti diventano utili per raccontare temi
d’interesse universale, quali ad esempio il rapporto tra uomo e donna e tra padri e figli. Per di più
al giorno d’oggi questa regione africana appare come un paese che può costituire una sorta di
ponte tra mondo arabo e occidentale, un luogo dove il confronto può esprimersi in termini non
aspri ma di dialogo3. Per tutti questi motivi – e forse altri – il Marocco è diventato quello che è
diventato. Ma perché altri? È lampante che nella sotto categoria dei “film stranieri ambientati in
Marocco” dai noi concordati – per intenderci quelli prodotti da occidente – sia costante
l’onnipresenza del viaggio, di un movimento da e verso qualcosa. Tant’è che nella quasi totalità
delle pellicole analizzate la componente “on the road” sia quasi must con la quale ogni regista, a suo
gusto e piacere, ha scelto di confrontarsi. Qualche esempio: la spedizione di alcuni amici di vecchia
data alla volta di Marrakech in Marrakech Express; il tragitto avventuroso intrapreso da un gruppo
di giovani ragazzi in Last Minute Marocco, l’affascinante tour di Un Tè nel Deserto e tanti altri
come Un Treno per Marrakech, La Casa sulle Nuvole ecc… Vi è dunque una ricorrenza nella
componente del viaggio sullo schermo che si ripete continuamente nelle pellicole made in Europa e
USA. E come si sa è un elemento che gioca un ruolo non di poco conto sul plausibile immaginario
di uno spettatore/turista.




3
 Maurizio Zignale, Cineturismo. Valorizzazione del territorio attraverso la pellicola, Tesi di Dottorato di Ricerca in
Geografia.


                                                                                                                         8
5. TOUR CINEMATOGRAFICO IN MAROCCO


5.1 RACCOLTA E ANALISI DEI DATI


Finalmente, conclusi i doverosi preamboli del caso, possiamo passare alla fase prettamente pratica
in cui vengono sviscerate le mere questioni correlate al tour cineturistico in Marocco. Per prima
cosa si è proceduto a redigere una lista d’assieme con le precipue pellicole occidentali e non. È
bastato consultare i maggiori portali web di cinema per avere un quadro generale esaustivo sulla
filmografia del Marocco. In secondo luogo, una volta stabilite le pellicole di nostro interesse, sono
state individuate le caratteristiche basilari per una loro primaria classificazione secondo una logica
ripartizione tra i film girati per comodità/economicità in Marocco e quelli invece che presentavano
vicende ambientate al suo interno. A quest’ultima categoria è seguita una conseguente suddivisione
che diversificava sostanzialmente le produzioni locali da quelle provenienti da paesi esteri.


5.2 APPROFONDIMENTO CLASSIFICAZIONE


Ne abbiamo già dato qualche anticipazione in precedenza, è bene ora spendere qualche parola in più
per discernere, una volta per tutte, le cernite concernenti la classificazione delle pellicole prescelte
al fine di accrescere ulteriormente l’intelligibilità.


    •   FILM GIRATI PER COMODITÀ/ECONOMICITÀ IN MAROCCO
        In questa categoria rientra quella sfilza di pellicole che per tutta una serie di vantaggi
        economici o di altra natura – si pensi ad esempio alla comodità – ha privilegiato il Marocco
        come luogo per le proprie produzioni cinematografiche.


    •   FILM AMBIENTATI IN MAROCCO
        Nella summenzionata sezione sono stati invece inseriti i lungometraggi che vedono come
        ambientazione delle diverse trame il territorio marocchino. In verità, vi è stato un ulteriore
        passaggio: la separazione tra le produzioni occidentali e quelle autoctone. È lapalissiano che
        questa bipartizione fosse doverosa alla luce delle mastodontiche incongruenze di veduta
        delle produzioni in esame (sensibilità dei registi, i differenti punti di vista, interpretazione
        della cultura attraverso uno sguardo interno, in più casi, in antitesi con lo sguardo esterno
        degli stranieri ecc.).


                                                                                                      9
5.3 PELLICOLE PRESE IN ESAME

                FILM GIRATI PER COMODITÀ/ECONOMICITÀ IN MAROCCO

PELLICOLA                   ANNO          REGISTA                     TIPOLOGIA
OTELLO                             1952          Orson Welles               Film statunitense girato in
Marocco
LAWRENCE D’ARABIA           1962          David Lean                  Film europeo girato in Marocco
CLEOPATRA                   1963          Joseph L. Mankiewicz        Film statunitense girato in Marocco
L’UOMO CHE VOLLE FARSI RE   1975          John Huston                 Film statunitense girato in Marocco
GESÙ DI NAZARETH            1977          Franco Zeffirelli           Film europeo girato in Marocco
IL GIOIELLO DEL NILO        1985          Lewis Teague                Film statunitense girato in Marocco
KUNDUN                             1997            Martin Scorsese              Film statunitense girato in
Marocco
I GIARDINI DELL’EDEN        1998          Alessandro D’Alatri      Film europeo girato in Marocco
Il GLADIATORE               2000          Ridley Scott             Film statunitense girato in Marocco
BLACK HAWK DOWN             2001          Ridley Scott             Film statunitense girato in Marocco
LA MUMMIA – IL RITORNO             2001            Stephen Sommers           Film statunitense girato in
Marocco
SPY GAME                    2001          Tony Scott                  Film statunitense girato in Marocco
LE QUATTRO PIUME            2002          Shekhar Kapur               Film europeo girato in Marocco
ASTERIX E OBELIX            2002          Alain Chabat                Film europeo girato in Marocco
MISSIONE CLEOPATRA
LE CROCIATE                 2005          Ridley Scott                Film statunitense girato in Marocco
LE ROSE DEL DESERTO         2006          Mario Monicelli             Film europeo girato in Marocco
NESSUNA VERITÀ              2008          Ridley Scott                Film statunitense girato in Marocco
UOMINI DI DIO               2010          Xavier Beauvois             Film europeo girato in Marocco



                             FILM AMBIENTATI IN MAROCCO

   •   FILM MAROCCHINI

PELLICOLA                   ANNO          REGISTA                     TIPOLOGIA
 A CASABLANCA               2004          Mohamed Asli                Film marocchino ambientato in Marocco
 GLI ANGELI NON VOLANO
 IL PANE NUDO               2005          Rachid Benhadj              Coproduzione italo-franco-marocco-
                algerina
                                                                        ambientata in Marocco

   •   FILM STRANIERI

PELLICOLA                   ANNO          REGISTA                     TIPOLOGIA
CASABLANCA                  1942          Michael Curtiz              Film statunitense ambientato in Marocco (*)
AVVENTURA AL MAROCCO        1942          David Butler                Film statunitense ambientato in Marocco (*)
L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO    1956          Alfred Hitchcok             Film europeo ambientato in Marocco
IL VENTO E IL LEONE         1975          John Milius                 Film statunitense ambientato in Marocco (*)
MARRAKECH EXPRESS           1989          Gabriele Salvatores         Film europeo ambientato in Marocco
IL TÈ NEL DESERTO           1990          Bernardo Bertolucci         Film europeo ambientato in Marocco
UN TRENO PER MARRAKECH      1998          Gillies MacKinnon           Film europeo ambientato in Marocco
LAST MINUTE MAROCCO         2007          Francesco Falaschi          Film europeo ambientato in Marocco
THE BOURNE ULTIMATUM               2007             Paul Greengrass             Film statunitense ambientato in
Marocco


                                                                                                               10
LA CASA SULLE NUVOLE                     2008               Claudio Giovannei   Film europeo ambientato in Marocco
(*) Film realizzati interamente al di fuori dello stato marocchino.
5.4 SULLA VIA DEL CINEMA


Dopo attente riflessioni, e con un portafoglio cinematografico cospicuo, è giunto finalmente il
momento di procedere con la stesura del tour cineturistico in Marocco. Prima, però, della partenza
vera e propria vi è un ultima premessa da fare. Per facilitare le cose e avere un punto di riferimento
dal quale attingere celermente informazioni è stata costruita una tabella ad hoc che riporta i set
cinematografici dei film visionati, ripartiti per località, e una mappa che ne agevoli la lettura,
scommettendo sull’intuitività.




     •    TABELLA LOCATION CINEMATOGRAFICHE

AIT BEN HADDOU
        -     GESÙ DI NAZARETH
        -     I GIARDINI DELL’EDEN
        -     IL GLADIATORE
        -     IL TÈ NEL DESERTO
        -     LAWRENCE D’ARABIA
        -     LE QUATTRO PIUME
        -     L’UOMO CHE VOLLE FARSI RE
        -     IL GIOIELLO DEL NILO
AZROU
        -     UOMINI DI DIO
CASABLANCA
        -     NESSUNA VERITÀ
        -     SPY GAME
        -     IL PANE NUDO
        -     A CASABLANCA GLI ANGELI NON VOLANO
EL JADIDA
        - OTELLO (El Jadida Castle)
ERFOUD

                                                                                                                       11
-     I GIARDINI DELL’EDEN
ESSAOUIRA
         -     LAST MINUTE MAROCCO
         -     OTELLO
KENITRA
         -     BLACK HAWK DOWN (Kenitra airbase)
MARRAKECH
         -     HIDEUS KIMKY – UN TRENO PER MARRAKECH (Marrakech e Oumnast)
         -     I GIARDINI DELL’EDEN
         -     L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO
         -     LA CASA SULLE NUVOLE
         -     LA MUMMIA – IL RITORNO
         -     LAST MINUTE MAROCCO
         -     MARRAKECH EXPRESS
MEKNÈS
         -     IL GIOIELLO DEL NILO
MERZOUGA
         -     LE QUATTRO PIUME
         -     MARRAKECH EXPRESS
RABAT
         -     BLACK HAWK DOWN (Salé)
         -     BLACK HAWK DOWN (Sidi Moussa)
         -     IL PANE NUDO
         -     NESSUNA VERITÀ
OUARZAZATE (compresi gli Altlas Corporation Studios)
         -     ASTERIX E OBELIX: MISSIONE CLEOPATRA
         -     CLEOPATRA
         -     GESÙ DI NAZARETH
         -     I GIARDINI DELL’EDEN
         -     IL GIOIELLO DEL NILO
         -     IL GLADIATORE
         -     IL TÈ NEL DESERTO
         -     KUNDUN
         -     L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO
         -     L’UOMO CHE VOLLE FARSI RE
         -     LAST MINUTE MAROCCO
         -     LAWRENCE D’ARABIA
         -     LE CROCIATE
         -     LE QUATTRO PIUME (Oasi di Fint)
         -     LE ROSE DEL DESERTO
         -     NESSUNA VERITÀ
         -     SPY GAME
TANGERI
         -     IL TÈ NEL DESERTO
         -     THE BOURNE ULTIMATUM
CATENA MONTUOSA DELL’ATLANTE (MONTI ATLAS)
         -     KUNDUN
         -     L’UOMO CHE VOLLE FARSI RE
GIRATI INTERAMENTE AL DI FUORI DEL MAROCCO
         -     AVVENTURA AL MAROCCO
         -     CASABLANCA
         -     IL VENTO E IL LEONE
   •   MAPPA LOCATION CINEMATOGRAFICHE




                                                                             12
5.5 UN VIAGGIO IN MAROCCO
Secondo una logica geografica, nella quale si è tentato di mantenere una certa coerenza con il
posizionamento spaziale delle città interessate dal fenomeno cineturistico in studio, è stata stesa una
pianificazione del tour in Marocco che vede l’apertura del viaggio nella parte settentrionale della
regione, in particolare da Tangeri, città ampiamente servita da collegamenti sovranazionali
marittimi e aeroportuali. In seguito, proseguirà costeggiando tutta la costa occidentale, in direzione
opposta all’ago della bussola, fino all’estremità meridionale dell’ultima città impressa su cellulosa
per poi risalire nell’entroterra orientale.


TANGERI
Pur essendo una città dall’antico e storico passato, tant’è che le sue terre sono state occupate
rispettivamente da fenici, cartaginesi, romani e poi vandali, arabi, portoghesi, spagnoli, britannici,
Tangeri non ha sortito grande attenzione da parte del grande cinema internazionale. Sono, infatti,



                                                                                                    13
solamente due le pellicole che sono state ambientate tra le sue strade: The Bourne Ultimatum e Il Tè
nel Deserto.


KENITRA
Kenitra, capitale della regione Gharb-Chrarda-Beni Hssen, è una agglomerato urbano mediamente
abitato che ha destato interesse cineturistico solamente per il film Black Hawk Down. Alcune scene
del film sono state, di fatto, girate all’interno della base aerea militare locale.


RABAT
Anche la capitale Rabat, nonostante incarni il potere amministrativo del paese, non gode di luce
propria in ambito cinematografico. Unicamente il celebre regista inglese Ridley Scott ha deciso di
usufruire degli spazi che la città offre per realizzare le pellicole, peraltro con storie
decontestualizzate dall’ambito locale, Nessuna Verità e Black Hawk Down. Tuttavia, almeno per
una volta, anche il cinema marocchino, grazie al capolavoro di Rachid Benhadj, Il Pane Nudo, è
riuscito a uscire dagli schemi preimpostati del cinema e valicare i confini di stato, mostrando al
mondo la città da un’altra prospettiva. In realtà, parte del film è stato girato per comodità a Rabat
anche se, a dire il vero, la narrazione fa riferimento a Tangeri, Tétouan e Larache.


CASABLANCA
Chi, almeno per un momento, non ha sognato di trovarsi seduto al tavolo del Rick’s Café Américain
e assistere all’incontro tra Humphrey Bogart e Ingrid Bergman sulle note di As Time Goes By.
Come poi dimenticarsi della memorabile battuta: «Suonala ancora, Sam». Casablanca è stato e
sempre rimarrà uno dei migliori film di sempre, non a caso ha fatto mambassa di riconoscimenti e
premi . E, sebbene abbia reso celebre il nome della città marocchina, non presenta alcun interesse
dal punto di vista del turismo cinematografico poiché le riprese sono state girate esclusivamente
negli Stati Uniti. I titoli sono altri. I già summenzionati Nessuna Verità, Il Pane Nudo, l’autoctono
A Casablanca gli Angeli non volano – che mostra la drammaticità sociale e le difficoltà con cui
ogni giorno si devono misurare le persone che occupano le classi sociali più povere e modeste del
paese – e il capolavoro di azione e spionaggio di Tony Scott Spy Game. Quest’ultimo film, nel
quale recitano attori del calibro di Brad Pitt e Robert Redford utilizza la “Città Bianca” solamente
per una questione di risparmio economico/comodità in cui vengono rappresentate le sequenze
relative al Vietnam e Beirut.


EL JADIDA


                                                                                                  14
In questa cittadella della regione del Doukkala-Abda, nel castello del luogo, sono state girate alcune
scene dell’Otello, tratte dall’omonima tragedia di William Shakespeare, dal mai dimenticato Orson
Welles.


ESSAOUIRA
Ultima tappa atlantica prima di spingersi nell’entroterra. Essaouira, già di per sé sito di rilevanza
turistica ordinaria perché inserito nello World Heritage List dell’Unesco e location del “Festival
Gnaoua et Musiques du Monde” – che a metà degli anni ’60 richiamò artisti da tutto il mondo, uno
tra tutti: Jimi Hendrix – è stata la città dell’Otello di Orson Welles. Il regista statunitense nei
primissimi anni del ‘50 girò diverse sequenze a Essaouira. Ma non fu l’unico. A distanza di 55 anni
la città ritorna sul grande schermo grazie a una produzione italiana. Il film Last Minute Marocco,
diretto da Francesco Falaschi nel 2007, è una piacevole commedia che narra di una vacanza/viaggio
di alcuni amici tra le calde terre del Marocco.


MARRAKECH
Siamo finalmente entrati nel vivo del nostro tour. Marrakech, una delle location preferite dai
cineasti occidentali, si è costruita – con il passare del tempo e a suon di centinaia di metri di
cellulosa – una sorta di “reputazione” che l’ha caratterizzata agli occhi, e quindi fissata nella mente,
del pubblico cinematografico. Tutto è cominciato con L'uomo che sapeva troppo” di Alfred
Hitchcock nel 1956. Nella pellicola del “maestro del brivido” vengono mostrati squarci urbani e
edifici importanti della città come il leggendario hotel "La Mamounia", dove alloggiavano gli attori
protagonisti James Stewart e Doris Day, e la piazza Djemaa el Fna, il cuore pulsante di Marrakech.
Qualcosa di esotico già traspare. È poi il turno di un grande italiano: Gabriele Salvatores. Con la sua
tipicità narrativa tutta all’italiana, il penultimo del Belpaese a essere premiato con l’Oscar per il
miglior film straniero ha raccontato la storia di alcuni amici che si ritrovano insieme, dopo diversi
anni di lontananza, con il fine ultimo di salvare un compagno di datate avventure finito nei guai a
Marrakech. Il lungometraggio – peraltro facente parte della cosiddetta “Trilogia della Fuga”
assieme alle perle quali Turné e Mediterraneo – ha ingigantito esponenzialmente la fama della città,
se non altro nello scenario italiano, al punto tale che una sua sequenza è stata ripresa, in chiave
logicamente comica, dallo spassoso Tre Uomini e una Gamba di Aldo, Giovanni e Giacomo. Si
deve fare un altro salto in avanti. Anno 1998. Nel medesimo lustro vengono girati due pellicole: I
Giardini dell’Eden di Alessandro D’Alatri e Un Treno per Marrakech – Hideus Kimky di Gillies
MacKinnon. Proprio in quest’ultima pellicola, nella quale traspare un Marocco molto più autentico
dove i colori della città e gli schiamazzi dei suoi abitanti fanno da sfondo a un interessante racconto,


                                                                                                     15
si riesce ad assaporare la vera essenza di Marrakech. Il merito è della produzione indipendente che
ha mostrato di essere in possesso di una sensibilità più acuta. Risultato: la città, popolata da
singolari e strani personaggi, appare confusa, caotica, bizzarra. La magia però aleggia sopra tutto.
Rimangono infine i prodotti più recenti, nell’ordine cronologico, La Mummia il Ritorno, Last
Minute Marocco e La Casa sulle Nuvole. Entrambe le ultime due produzioni nostrane hanno ben
rinsaldato per l’ennesima volta, benché in una chiave meno onirica delle precedenti, l’istantanea di
Marrakech nel panorama filmico.


AIT BEN HADDOU
Sebbene la città di Ait Ben Haddou sia stata riproposta in diverse produzioni cinematografiche, non
gode della stessa aurea incantata di Marrakech. La location in questione ha infatti sì ospitato le
produzioni di Gesù di Nazareth, I Giardini dell’Eden, Il Gladiatore, Il Tè nel Deserto, Lawrence
d’Arabia, Le Quattro Piume, L’uomo che Volle Farsi Re, Il Gioiello del Nilo, ma solamente per
questioni legate all’economicità e alla comodità, almeno per la stragrande maggioranza delle
pellicole anzidette. Potrebbe, tuttavia, assumente nel tempo un importante ruolo nel nostro ipotetico
tour perché, attraverso una giusta progettazione, questo luogo potrebbe trasformarsi in un vero e
proprio studios a cielo aperto cui ogni qualsivoglia cinefilo non potrà far altro che rimanerne rapito.


OUARZAZATE
Ouarzazate è sicuramente un punto saldo della cinematografica internazionale. Proprio lì, grazie
anche agli Atlas Corporation Studios che hanno esercitato una cospicua forza magnetica di
attrazione, si è concentrata la maggior parte delle produzioni occidentali: Asterix e Obelix: Missione
Cleopatra, Cleopatra, Gesù di Nazareth, I Giardini dell’Eden, Il Gioiello del Nilo, Il Gladiatore, Il
Tè nel Deserto, Kundun, L’uomo che sapeva troppo, L’uomo che volle farsi re, Last Minute
Marocco, Lawrence D’Arabia, Le Crociate, Le Quattro Piume, Le Rose del Deserto, Nessuna
Verità, Spy Game.
“Allah Ouakbarh!”, “Dio è grande!”. A Ouarzazate, “grande” Dio lo è stato davvero. Non ci è
voluto molto: sono bastate una catena di cime montagnose innevate, oasi e dune a perdita d’occhio
per trasformare un pugno di casbah di color ocra in una delle città più ambite dall’industria
cinematografica mondiale. Hollywood ne è ormai sicura: La Mecca non si trova in Arabia Saudita,
ma in questo paesaggio da urlo immerso nel sud del Marocco. Tutto inizia nel lontano 1984,
quando i produttori de Il Gioiello del Nilo convincono Michael Douglas che la sua folle fuga dai
cartelli colombiani non si concluderà tra le piramidi di Luxor, ma a Ouarzazate. Apriti sesamo!
Oltre agli scenari naturali, gli americani scoprono una manodopera a buon mercato, tecnici


                                                                                                     16
discreti e un risparmio del 50 per cento sui costi di produzione. Le star hollywoodiane fanno la
coda: da Ridley Scott (Kingdom of Heaven) a Oliver Stone (Alexander), passando per Brad Pitt
(Babel) e Penelope Cruz (Sahara), negli ultimi vent’anni Ouarzazate ha accolto decine di
megaproduzioni che vedono in prima linea Dino de Laurentiis, proprietario di due studi di
produzione4. Qui, – ancora – si può immaginare di camminare per le strade della Gerusalemme
biblica, tra gli scenari tibetani ricreati da Martin Scorsese per “Kundun. Ciò, rappresenta – perciò
– un valido esempio di movie tour facilmente fruibile dagli eventuali film tourist interessati alle
location marocchine5.


MERZOUGA
Sosta a Merzouga. Dopo aver superato le tappe nodali del nostro tragitto sulle orme del grande
cinema, si passa ora a quello che viene considerato l’ultimo avamposto per l’escursioni turistiche
nel deserto sabbioso dell’Erg. Nell’oasi è stata girata l’emozionante scena finale di Marrakech
Express. Credo che l’associazione di una particolare sensazione a un determinato luogo sia uno
degli aspetti basilari per la promozione di un tour di questo genere. Un fattore critico di successo,
evidente in questo caso, che dovrebbe essere considerato leva per qualunque meccanismo
pianificatorio cinematografico. Nel medesimo luogo è stato girato parte del film di Shekhar Kapur
Le Quattro Piume.


ERFOUD
Il paese di Erfoud, nella regione di Meknès-Tafilalet, caratterizzato da edifici di sabbia rossa che
spiccano con impressionante contrasto con il resto circostante: palme verdi e deserto, ha dato
“alloggio” a un unico film: I giardini dell’Eden. Visto la vicinanza con Merzouga può essere
tranquillamente inserito nel viaggio come metà secondaria o facoltativa.


CATENA MONTUOSA DELL’ATLANTE (MONTI ATLAS)
La catena montuosa dell’Atlante o Atlas è un sistema montuoso dell’Africa Nord Occidentale,
condiviso tra lo stato marocchino, algerino e tunisino. È costituito da sette “sub catene” montuose
(Anti Atlante, Alto Atlante, Grande Atlante, Medio Atlante, Piccolo Atlante, Atlante Telliano e
Atlante Sahariano) ed è meta di grande interesse naturalistico.
Le montagne del Marocco sono state scoperte recentemente come meta turistica, i paesaggi sono
vari, come le bellissime foreste di cedri dove vivono ancora i leopardi del Marocco e i villaggi dei

4
 Joshua Massarenti, Ouarzazate, la nuova Hollywood è nel Maghreb, blog.panorama.it, 31 marzo 2008.
5
 Maurizio Zignale, Cineturismo. Valorizzazione del territorio attraverso la pellicola, Tesi di Dottorato di Ricerca in
Geografia.

                                                                                                                         17
Berberi che coltivano piccoli appezzamenti di terreno e allevano capre e cammelli. Si può sciare in
ogni stagione sulle nevi perenni, fare trekking e cavalcare le dune di sabbia in moto. I Monti Atlas
sono caratterizzati da un paesaggio contrastante ma al tempo stesso seducente, si raggiungono le
cime più alte salendo dal roccioso fondovalle lungo piccole strade sterrate, che scorrono in mezzo
ad enormi ammassi rocciosi e si arrampicano tra foreste di lecci. Lungo il percorso si incontrano
laghi ghiacciati, torrenti pietrosi e piccoli villaggi costruiti sulle rocce, fino ad arrivare sulle vette
innevate. Di tanto in tanto il paesaggio si fa più arido e spoglio, dove la montagna si apre in
vertiginosi canaloni6.
E proprio sopra quelle alte vette che i due temerari Sean Connery e Michael Caine si spingono,
mettendo a repentaglio le proprie esistenze, per conquistare il Kafiristan – odierno Nurestan, una
provincia dell’Afghanistan – in L'uomo che volle farsi re. Anche Kundun, diretto dal’esperto Martin
Scorsese, che riporta la storia del quattordicesimo Dalai Lama sul grande Schermo, è stato girato tra
le giogaie dell’Atlas. Quanto sarebbe facile legare dunque assieme, in questa area, una presumibile
attività escursionistica a una di “movie watching”? Il connubio potrebbe dare origine a una pratica
cineturistica con una sfaccettature alquanto interessanti.


AZROU
Siamo giunti quasi alla fine del nostro tour. Nella penultima fermata, stabilita ad Azrou, si può
andare a visitare il monastero di Tioumliline, dove Xavier Beauvois ha ambientato Uomini di Dio.
La narrazione – basata su una storia vera – tratta di otto monaci cistercensi di origine francese che
vivono in armonia con i loro fratelli musulmani in un villaggio isolato tra i monti dell'Algeria.
Tuttavia quando un attacco terroristico sconvolge la regione, la pace e tranquillità che
caratterizzavano la loro vita, sono in procinto di essere cancellate. Man mano che la violenza e il
terrore integralista della guerra civile si diffondono nella regione, i monaci si ritrovano davanti ad
un bivio: decidere se rimanere o ritornare in Francia. Nonostante anche l'invito delle autorità ad
andarsene, i monaci decidono di restare al loro posto pur di aiutare la popolazione locale,
mettendo così in grave pericolo la loro stessa vita per amore di Cristo7.
È interessante notare quali analogie presenta anche la storia del monastero marocchino. Nel 1952,
infatti, un gruppo di monaci benedettini ha lasciato il sud della Francia per andare a insediarsi
proprio vicino ad Arzou e costruire la prima comunità religiosa cristiana in Marocco, iniziando così
un cammino di preghiera, di impegno, di quiete e di austerità. Si evince quindi una lampante
somiglianza tra le due storie che potrebbero dare seguito a una sorta di esplorazione nel misticismo
religioso.
6
    Marocco... Monti Atlas viaggi e turismo. La Catena montuosa dell'Atlante, www.marocco.it.
7
    Uomini di Dio, Wikipedia, l’enciclopedia libera.

                                                                                                       18
MEKNES
Fine del viaggio. L’arrivo a Meknes, capoluogo della Prefettura di Meknes-El Menzeh, ha coinciso
con la conclusione del tour soprannominato “Il Marocco in Pellicola”. In questa città, che in passato
ricoprì addirittura il ruolo di capitale di Stato, sono state girate alcune scene de Il Gioiello del Nilo
di Lewis Teague che potrebbe suscitare curiosità tra i più appassionati del “genere avventuriero”.


5.6 IL TOUR IN UNA MAPPA
Qui, di seguito, è stata riportata la mappa – ricavata da Google Earth – dei luoghi cinematografici
marocchini analizzati, con l’obiettivo di far meglio comprendere al lettore dell’elaborato la
dislocazione geografica globale delle aree d’interesse prescelte e i relativi spostamenti che essa
prevede per la loro visita.




                                          6. CONCLUSIONI


                                                                                                        19
Attraverso questo elaborato si è voluto approfondire, sotto tutti i punti di vista, il tema del
magnetismo marocchino nell’immaginario cinematografico come fattore critico di successo
nell’attrazione turistica. È evidente, soprattutto dopo l’esegesi della svariate pellicole internazionali
girate in loco che sono state prese in esame, quanto la reputazione e la fama del paese africano del
sol calante sia accresciuta in questi ultimi decenni e quanto la sua immagine “esotica” sia radicata
nella mentalità di un qualsiasi pubblico occidentale. Non sarebbe quindi azzardato costruire
concretamente un pacchetto cineturistico, a grandi linee come è stato ipotizzato in questo lavoro –
anche perché vi sono già presenti testimonianze sul web di viaggiatori che si sono recati in alcuni
luoghi marocchini solamente perché impressi permanentemente sul tricetato, prima, e polietilene
tereftalato (PET), poi – senza considerare le avanguardie in tecnologie digitali – al fine di soddisfare
una potenziale domanda di mercato finora rimasta inascoltata.


                              7.1 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA


                                                SAGGI
Ahmed Boughaba, Cinema marocchino: quadro storico.
Maurizio Zignale, Cineturismo. Valorizzazione del territorio attraverso la pellicola, Tesi di
Dottorato di Ricerca in Geografia.
Gaja Gargioli, Il caso Marocco – Una cinematografia in espansione, Tesi di Laurea della Facoltà di
Lettere
                                        ARTICOLI SPECIFICI
Joshua Massarenti, Ouarzazate, la nuova Hollywood è nel Maghreb, blog.panorama.it.
Marocco... Monti Atlas viaggi e turismo. La Catena montuosa dell'Atlante, www.marocco.it.
Marocco e Cinema. Viaggio agli Atlas Studios – Ouarzazate, www.tgcom.mediaset.it.


                                         ARCHIVI ON-LINE
Corriere della sera                   Wikipedia, l’enciclopedia libera              www.scribd.com


                                 SITI INTERNET E PORTALI WEB
www.imdb.com                          www.sguardi.info               www.italianainmarocco.com
moroccofilmlocations.com              www.movie-locations.com www.cinemadelsilenzio.it
www.nobordersmagazine.org             www.visitmorocco.com           www.marocco.it




                                                                                                      20

Más contenido relacionado

Más de Maurizio Zanoni

Il confine come fattore di attrazione turistica
Il confine come fattore di attrazione turisticaIl confine come fattore di attrazione turistica
Il confine come fattore di attrazione turisticaMaurizio Zanoni
 
Torino - estetica della città europea -
Torino - estetica della città europea -Torino - estetica della città europea -
Torino - estetica della città europea -Maurizio Zanoni
 
sfilata nel regno dei tessuti
sfilata nel regno dei tessutisfilata nel regno dei tessuti
sfilata nel regno dei tessutiMaurizio Zanoni
 
Relazione Comunicazione Multimediale
Relazione Comunicazione MultimedialeRelazione Comunicazione Multimediale
Relazione Comunicazione MultimedialeMaurizio Zanoni
 
Promozione turistica di Terni
Promozione turistica di TerniPromozione turistica di Terni
Promozione turistica di TerniMaurizio Zanoni
 
dispense storia dell'arte contemporanea
dispense storia dell'arte contemporaneadispense storia dell'arte contemporanea
dispense storia dell'arte contemporaneaMaurizio Zanoni
 

Más de Maurizio Zanoni (9)

Sustainable tourism
Sustainable tourismSustainable tourism
Sustainable tourism
 
Il confine come fattore di attrazione turistica
Il confine come fattore di attrazione turisticaIl confine come fattore di attrazione turistica
Il confine come fattore di attrazione turistica
 
Torino - estetica della città europea -
Torino - estetica della città europea -Torino - estetica della città europea -
Torino - estetica della città europea -
 
sfilata nel regno dei tessuti
sfilata nel regno dei tessutisfilata nel regno dei tessuti
sfilata nel regno dei tessuti
 
Relazione Comunicazione Multimediale
Relazione Comunicazione MultimedialeRelazione Comunicazione Multimediale
Relazione Comunicazione Multimediale
 
Promozione turistica di Terni
Promozione turistica di TerniPromozione turistica di Terni
Promozione turistica di Terni
 
dispense storia dell'arte contemporanea
dispense storia dell'arte contemporaneadispense storia dell'arte contemporanea
dispense storia dell'arte contemporanea
 
Turismo in lombardia
Turismo in lombardiaTurismo in lombardia
Turismo in lombardia
 
milano città d arte
milano città d artemilano città d arte
milano città d arte
 

Il marocco in pellicola

  • 1. Facoltà di Sociologia Corso di Laurea Magistrale in “Turismo, Territorio e Sviluppo Locale” Elaborato per il corso di: Tecniche di comunicazione per il turismo “Il Marocco in pellicola” MAURIZIO ZANONI Matricola: 075041
  • 2. INDICE 1. INTRODUZIONE pag. 03 2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO pag. 05 3. INQUADRAMENTO STORICO DEL CINEMA IN MAROCCO pag. 06 4. PROLOGO : IL CINETURISMO pag. 07 5. TOUR CINEMATOGRAFICO IN MAROCCO 5.1 ANALISI E RACCOLTA DATI pag. 09 5.2 APPROFONDIMENTO SULLA CLASSIFICAZIONE pag. 09 5.3 PELLICOLE PRESE IN ESAME pag. 10 5.4 SULLA VIA DEL CINEMA pag. 11 5.5 UN VIAGGIO IN MAROCCO pag. 13 5.6 IL TOUR IN UNA MAPPA pag. 19 6. CONCLUSIONI pag. 20 2
  • 3. 1. INTRODUZIONE Fin dai primissimi anni della metà del secolo scorso le molteplici caratteristiche endemiche del Marocco – più o meno autentiche –, oggetto di interesse da parte di non pochi cineasti, hanno contribuito indubbiamente alla creazione di una particolare fotografia, se vogliamo stereotipata – se non altro da uno sguardo esterno – che, nel corso degli anni, ha assunto tipiche connotazioni nell’immaginario collettivo occidentalizzato. Una serie di tratti distintivi che, attraverso l’affermazione della pellicola, hanno fatto il giro del mondo e hanno reso al Marocco una fisionomia unica nel suo genere. È stato, pertanto, l’occhio occidentale – sia europeo che statunitense – a dipingere il paese africano del sol calante come destinazione a metà tra il mistero e il fascino, dove agli affollati mercati si avvicendano arse e smisurate distese sabbiose. E, adesso, molti di questi aspetti, proiettati e riproiettati più volte, sono stati interiorizzati dagli spettatori di turno che siedono in sale al di fuori dei confini marocchini e potrebbero concorrere – anche se a mio modo di vedere già incidono ampiamente – alla determinazione di una consistente domanda turistica, o meglio cineturistica. Si è dunque andata a creare una branca turistica nei paesi sviluppati, originata paradossalmente dai medesimi soggetti, che concorre alla definizione dell’appeal marocchino. Diverso è, invece, il discorso sull’immagine veicolata dal Cinema nazionale marocchino. Le storie raccontate, quasi sicuramente più realistiche alla condizione precaria della popolazione, ricondotte a un evidente tratto più concreto, divergono in maniera quasi assoluta dai cliché ostentati dal mondo occidentale. Sono storie tristi, crude, che trattano un certo tipo di problematicità sociale, rivolte quasi sicuramente a un’utenza autoctona che in esse ritrova affinità con i propri percorsi esistenziali. A ogni modo, nonostante l’assenza dello sguardo d’occidente, di quella sorta di filtro che catalizza e plasma a suo piacimento narrazioni e ambientazioni, esse possono ugualmente concorrere alla formazione di un’offerta cineturistica poiché, pur dissimili che siano dagli standard ai quali “noi” siamo abituati, appaiono comunque di forte impatto emotivo e vetrina di una realtà probabilmente più veritiera che non può non sortire almeno un minimo interesse in un qualsivoglia viaggiatore. A rafforzo di quanto sostenuto vi sono comunque altri elementi comuni ostentati tra i due cinema che, fondamentalmente nella loro difformità, collimano in un trait d’union: basti pensare ai colori del Marocco, all’abbigliamento dei suoi abitanti, alle architetture edilizie, alle usanze locali ecc. Infine, vi è una ultima categoria che, in chiave turistica, potrebbe essere considerata un valore aggiunto: i film che per comodità/economicità sono stati realizzati in terra marocchina. Essi, benché non ricoprano alcuna posizione rilevante sulla percezione dello spettatore, narrando di vicende che 3
  • 4. nulla hanno a che fare con il paese delle riprese, evitando quindi qualsiasi indottrinamento, possono fungere da coronamento a un’offerta turistica che, alla fin fine, possa divenire ancora più completa e integrata, in modo tale da soddisfare appieno desideri e curiosità del turista/spettatore, in altri termini cineturista. In base a quanto finora detto si è quindi proceduto alla formulazione di un potenziale tour turistico che, attraverso i luoghi del cinema marocchino, possa suscitare, seppure in maniera congetturata, un presumibile interesse nel mercato turistico nei confronti di un target occidentale. 4
  • 5. 2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO Il Marocco è uno stato situato all’estremità occidentale dell’Africa settentrionale, incluso nella cosiddetta regione del Maghreb. Le sue coste sono lambite a nord dal Mar Mediterraneo e a ovest dall’Oceano Atlantico. Gli stati che si affacciano, invece, sui suoi confini terreni sono: Algeria e il territorio del Sahara Occidentale. Vige una monarchia costituzionale come forma di Governo a conduzione della capitale Rabat e degli oltre trentatré milioni di abitanti che compongono la popolazione. 3. INQUADRAMENTO STORICO DEL CINEMA IN MAROCCO 5
  • 6. La storia del cinema in Marocco, contro ogni aspettativa, comincia fin dagli albori dei natali del Cinema generalizzato, convenzionalmente riconosciuto con la prima proiezione in sala di una pellicola stampata dinanzi a un pubblico pagante, nel lontano 28 dicembre 1885. Furono proprio gli inventori del cinematografo Louis e Auguste Lumiere, coloro i quali, attraverso le loro scoperte, hanno dato avvio a uno dei più grandi e significativi fenomeni del XX secolo, a recarvisi per la prima volta nel 1896 con l’intento di riprendere i momenti della vita quotidiana. Da quel momento in poi si può dirsi inaugurata la storia cinematografica dello stato più occidentale del Maghreb. Passano gli anni e si succedono molti altri registi e operatori che danno vita a opere atipiche sulle realtà del Regno del Marocco. Sono i primi passi di un nuovo genere, comunemente definito "cinema coloniale", che vede i suoi momenti migliori proprio in Marocco, dove operano registi provenienti da tutto il mondo. Il Marocco, pian piano, si trasforma in una sorta di spazio “esotico” per registi occidentali, nella fattispecie per quelli francesi dal momento che nel 1912 il paese diventa un protettorato della Francia. Durante tutto il periodo del protettorato vengono realizzati solo film del genere coloniale, ma con l'arrivo di Orson Welles - che, con il suo Otello presentato sotto le insegne del Marocco, vince la Palma d'oro di Cannes nel 1952 - ha inizio una nuova stagione di cinema. Dopo Welles arrivano infatti Hitchcock (L'uomo che sapeva troppo), David Lean (Lawrence d'Arabia), Joseph von Sternberg (Marocco), Jacques Becker (Ali-Baba), John Huston (L'uomo che volle farsi re) 1. Cosicché, oggigiorno, a seguito dei rinomati capolavori di celluloide, il Marocco viene considerato un paese di riferimento per cineasti provenienti da tutto il mondo. Un lustro, al quale ha contribuito anche l’istituzione, nel 1944 de il “Centre Cinématographique Marocain”(CCM) e gli “Studios du Souissi” di Rabat, che ha favorito – nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale – la crescita e l’affermazione anche di un nuovo filone cinematografico: Il Cinema marocchino. 4. PROLOGO: IL CINETURISMO 1 Ahmed Boughaba, Cinema marocchino: quadro storico. 6
  • 7. Una volta assodata l’importanza delle riprese delle troupe occidentali avvicendatesi nei decenni, alle finalità turistiche, per dirla banalmente riconducibili a una diffusione su scala globale di una data immagine, in questo caso, verosimilmente meno imparziale che in altre situazioni – senza addentrarci in elucubrazioni sulla neutralità assoluta – è dunque possibile focalizzare la nostra attenzione sulla questione meramente legata al connubio tra cinema e luoghi delle riprese. Una stretta correlazione, questa, che, in base a studi suppergiù abbastanza recenti – basti considerare che la prima BILC (Borsa Internazionale delle Location e del Cineturismo) in Italia è stata realizzata nel 2003 – ha gettato le fondamenta per la comprensione di quella nuova forma di turismo, rientrante nell’accezione di Cineturismo, che corrisponde al fenomeno relativo a chi si reca in visita alle location cinematografiche o televisive, ossia i luoghi utilizzati per le riprese di un film o di una serie televisiva 2, con l’intento di rivedere, forse meglio rivivere, quello che si è assaporato comodamente sulla poltrona di un qualsiasi cinema. Una nuova modalità di fruire il territorio scaturita dalle emozioni e dalla magia che la pellicola lascia intimamente nell’animo umano e che molto condivide con i luoghi proiettati. Con il termine Cineturismo viene perciò definita l’influenza della visione del film sul processo turistico in generale che può indifferentemente manifestarsi nella fase del desiderio, durante la ricerca di informazioni, durante la visione del film o nella fase di acquisto di un prodotto turistico. Esso determina quindi un incremento dei flussi turistici di una località, derivanti dall’influenza esplicitata dalla visione di un film, che presuppone l’esistenza di concrete e potenziali relazioni che congiungono le attività filmiche ai territori, alle economie locali e al turismo. A questo punto è però corretto fare una legittima precisazione poiché le location, interessate dal fenomeno cineturistico, sono tali nel momento in cui il fascino suscitato dal film, da effimero e confinato al momento della visione, si trasformi in desiderio concreto di maggiore conoscenza del luogo, con la conseguente volontà di intraprendere un viaggio atto a soddisfare questo bisogno. Naturalmente questo desiderio di esperire la realtà filmica è confinato solo ad alcune immagini, che per qualche aspetto soggettivo, sono risultate interessanti e seduttive agli occhi dello spettatore. Non è possibile pertanto circoscrivere incontrovertibilmente quali siano gli elementi e i meccanismi propulsori del fenomeno, visto e considerato il nodale carattere soggettivo intriso nelle suddette decisioni. Sembrano allora più attuali e confacenti che mai le parole dell’indimenticabile Ingrid Bergman: «Il film è come un sogno, è come musica. Nessuna espressione artistica travolge la nostra coscienza allo stesso livello del film, perché giunge direttamente ai nostri sentimenti, e alle camere più oscure della nostra anima». 2 Wikipedia, l’enciclopedia libera 7
  • 8. Secondo quanto espresso finora, il Marocco ha nondimeno incarnato quella parte di immaginario – almeno in base agli occhi di un semplice spettatore – in cui l’esotico è imperante e in esso mostra la propria predominanza, se confrontato ad altri territori. Come sempre, esiste una spiegazione ragionevole che permette di comprendere le dinamiche qualitative che hanno fatto del Marocco una meta che si può dire cineturistica. La scelta di registi di un certo calibro di girare in Marocco deriva dal fatto che se le sceneggiature che andranno a produrre e dirigere sono ambientate al giorno d’oggi o sono immerse nel lontano passato, le location marocchine riusciranno ad adattarsi perfettamente al periodo storico che si vuole ricostruire. Inoltre coloro che scelgono di filmare i propri progetti o parte di essi in Marocco sono consapevoli che i loro personaggi saranno circondati da un particolare esotismo che non potranno trovare da nessun’altra parte. I paesaggi marocchini vengono perciò scelti fondamentalmente perché rappresentano scenari esotici incontaminati, distese di sabbia infinite e mari puliti. L’ambientazione in Marocco permette inoltre di descrivere, anche se non in primo piano, vari aspetti di un paese che risulta tra i più interessanti per il contrasto tra la spinta decisa verso il nuovo e i retaggi della tradizione. Tali aspetti diventano utili per raccontare temi d’interesse universale, quali ad esempio il rapporto tra uomo e donna e tra padri e figli. Per di più al giorno d’oggi questa regione africana appare come un paese che può costituire una sorta di ponte tra mondo arabo e occidentale, un luogo dove il confronto può esprimersi in termini non aspri ma di dialogo3. Per tutti questi motivi – e forse altri – il Marocco è diventato quello che è diventato. Ma perché altri? È lampante che nella sotto categoria dei “film stranieri ambientati in Marocco” dai noi concordati – per intenderci quelli prodotti da occidente – sia costante l’onnipresenza del viaggio, di un movimento da e verso qualcosa. Tant’è che nella quasi totalità delle pellicole analizzate la componente “on the road” sia quasi must con la quale ogni regista, a suo gusto e piacere, ha scelto di confrontarsi. Qualche esempio: la spedizione di alcuni amici di vecchia data alla volta di Marrakech in Marrakech Express; il tragitto avventuroso intrapreso da un gruppo di giovani ragazzi in Last Minute Marocco, l’affascinante tour di Un Tè nel Deserto e tanti altri come Un Treno per Marrakech, La Casa sulle Nuvole ecc… Vi è dunque una ricorrenza nella componente del viaggio sullo schermo che si ripete continuamente nelle pellicole made in Europa e USA. E come si sa è un elemento che gioca un ruolo non di poco conto sul plausibile immaginario di uno spettatore/turista. 3 Maurizio Zignale, Cineturismo. Valorizzazione del territorio attraverso la pellicola, Tesi di Dottorato di Ricerca in Geografia. 8
  • 9. 5. TOUR CINEMATOGRAFICO IN MAROCCO 5.1 RACCOLTA E ANALISI DEI DATI Finalmente, conclusi i doverosi preamboli del caso, possiamo passare alla fase prettamente pratica in cui vengono sviscerate le mere questioni correlate al tour cineturistico in Marocco. Per prima cosa si è proceduto a redigere una lista d’assieme con le precipue pellicole occidentali e non. È bastato consultare i maggiori portali web di cinema per avere un quadro generale esaustivo sulla filmografia del Marocco. In secondo luogo, una volta stabilite le pellicole di nostro interesse, sono state individuate le caratteristiche basilari per una loro primaria classificazione secondo una logica ripartizione tra i film girati per comodità/economicità in Marocco e quelli invece che presentavano vicende ambientate al suo interno. A quest’ultima categoria è seguita una conseguente suddivisione che diversificava sostanzialmente le produzioni locali da quelle provenienti da paesi esteri. 5.2 APPROFONDIMENTO CLASSIFICAZIONE Ne abbiamo già dato qualche anticipazione in precedenza, è bene ora spendere qualche parola in più per discernere, una volta per tutte, le cernite concernenti la classificazione delle pellicole prescelte al fine di accrescere ulteriormente l’intelligibilità. • FILM GIRATI PER COMODITÀ/ECONOMICITÀ IN MAROCCO In questa categoria rientra quella sfilza di pellicole che per tutta una serie di vantaggi economici o di altra natura – si pensi ad esempio alla comodità – ha privilegiato il Marocco come luogo per le proprie produzioni cinematografiche. • FILM AMBIENTATI IN MAROCCO Nella summenzionata sezione sono stati invece inseriti i lungometraggi che vedono come ambientazione delle diverse trame il territorio marocchino. In verità, vi è stato un ulteriore passaggio: la separazione tra le produzioni occidentali e quelle autoctone. È lapalissiano che questa bipartizione fosse doverosa alla luce delle mastodontiche incongruenze di veduta delle produzioni in esame (sensibilità dei registi, i differenti punti di vista, interpretazione della cultura attraverso uno sguardo interno, in più casi, in antitesi con lo sguardo esterno degli stranieri ecc.). 9
  • 10. 5.3 PELLICOLE PRESE IN ESAME FILM GIRATI PER COMODITÀ/ECONOMICITÀ IN MAROCCO PELLICOLA ANNO REGISTA TIPOLOGIA OTELLO 1952 Orson Welles Film statunitense girato in Marocco LAWRENCE D’ARABIA 1962 David Lean Film europeo girato in Marocco CLEOPATRA 1963 Joseph L. Mankiewicz Film statunitense girato in Marocco L’UOMO CHE VOLLE FARSI RE 1975 John Huston Film statunitense girato in Marocco GESÙ DI NAZARETH 1977 Franco Zeffirelli Film europeo girato in Marocco IL GIOIELLO DEL NILO 1985 Lewis Teague Film statunitense girato in Marocco KUNDUN 1997 Martin Scorsese Film statunitense girato in Marocco I GIARDINI DELL’EDEN 1998 Alessandro D’Alatri Film europeo girato in Marocco Il GLADIATORE 2000 Ridley Scott Film statunitense girato in Marocco BLACK HAWK DOWN 2001 Ridley Scott Film statunitense girato in Marocco LA MUMMIA – IL RITORNO 2001 Stephen Sommers Film statunitense girato in Marocco SPY GAME 2001 Tony Scott Film statunitense girato in Marocco LE QUATTRO PIUME 2002 Shekhar Kapur Film europeo girato in Marocco ASTERIX E OBELIX 2002 Alain Chabat Film europeo girato in Marocco MISSIONE CLEOPATRA LE CROCIATE 2005 Ridley Scott Film statunitense girato in Marocco LE ROSE DEL DESERTO 2006 Mario Monicelli Film europeo girato in Marocco NESSUNA VERITÀ 2008 Ridley Scott Film statunitense girato in Marocco UOMINI DI DIO 2010 Xavier Beauvois Film europeo girato in Marocco FILM AMBIENTATI IN MAROCCO • FILM MAROCCHINI PELLICOLA ANNO REGISTA TIPOLOGIA A CASABLANCA 2004 Mohamed Asli Film marocchino ambientato in Marocco GLI ANGELI NON VOLANO IL PANE NUDO 2005 Rachid Benhadj Coproduzione italo-franco-marocco- algerina ambientata in Marocco • FILM STRANIERI PELLICOLA ANNO REGISTA TIPOLOGIA CASABLANCA 1942 Michael Curtiz Film statunitense ambientato in Marocco (*) AVVENTURA AL MAROCCO 1942 David Butler Film statunitense ambientato in Marocco (*) L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO 1956 Alfred Hitchcok Film europeo ambientato in Marocco IL VENTO E IL LEONE 1975 John Milius Film statunitense ambientato in Marocco (*) MARRAKECH EXPRESS 1989 Gabriele Salvatores Film europeo ambientato in Marocco IL TÈ NEL DESERTO 1990 Bernardo Bertolucci Film europeo ambientato in Marocco UN TRENO PER MARRAKECH 1998 Gillies MacKinnon Film europeo ambientato in Marocco LAST MINUTE MAROCCO 2007 Francesco Falaschi Film europeo ambientato in Marocco THE BOURNE ULTIMATUM 2007 Paul Greengrass Film statunitense ambientato in Marocco 10
  • 11. LA CASA SULLE NUVOLE 2008 Claudio Giovannei Film europeo ambientato in Marocco (*) Film realizzati interamente al di fuori dello stato marocchino. 5.4 SULLA VIA DEL CINEMA Dopo attente riflessioni, e con un portafoglio cinematografico cospicuo, è giunto finalmente il momento di procedere con la stesura del tour cineturistico in Marocco. Prima, però, della partenza vera e propria vi è un ultima premessa da fare. Per facilitare le cose e avere un punto di riferimento dal quale attingere celermente informazioni è stata costruita una tabella ad hoc che riporta i set cinematografici dei film visionati, ripartiti per località, e una mappa che ne agevoli la lettura, scommettendo sull’intuitività. • TABELLA LOCATION CINEMATOGRAFICHE AIT BEN HADDOU - GESÙ DI NAZARETH - I GIARDINI DELL’EDEN - IL GLADIATORE - IL TÈ NEL DESERTO - LAWRENCE D’ARABIA - LE QUATTRO PIUME - L’UOMO CHE VOLLE FARSI RE - IL GIOIELLO DEL NILO AZROU - UOMINI DI DIO CASABLANCA - NESSUNA VERITÀ - SPY GAME - IL PANE NUDO - A CASABLANCA GLI ANGELI NON VOLANO EL JADIDA - OTELLO (El Jadida Castle) ERFOUD 11
  • 12. - I GIARDINI DELL’EDEN ESSAOUIRA - LAST MINUTE MAROCCO - OTELLO KENITRA - BLACK HAWK DOWN (Kenitra airbase) MARRAKECH - HIDEUS KIMKY – UN TRENO PER MARRAKECH (Marrakech e Oumnast) - I GIARDINI DELL’EDEN - L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO - LA CASA SULLE NUVOLE - LA MUMMIA – IL RITORNO - LAST MINUTE MAROCCO - MARRAKECH EXPRESS MEKNÈS - IL GIOIELLO DEL NILO MERZOUGA - LE QUATTRO PIUME - MARRAKECH EXPRESS RABAT - BLACK HAWK DOWN (Salé) - BLACK HAWK DOWN (Sidi Moussa) - IL PANE NUDO - NESSUNA VERITÀ OUARZAZATE (compresi gli Altlas Corporation Studios) - ASTERIX E OBELIX: MISSIONE CLEOPATRA - CLEOPATRA - GESÙ DI NAZARETH - I GIARDINI DELL’EDEN - IL GIOIELLO DEL NILO - IL GLADIATORE - IL TÈ NEL DESERTO - KUNDUN - L’UOMO CHE SAPEVA TROPPO - L’UOMO CHE VOLLE FARSI RE - LAST MINUTE MAROCCO - LAWRENCE D’ARABIA - LE CROCIATE - LE QUATTRO PIUME (Oasi di Fint) - LE ROSE DEL DESERTO - NESSUNA VERITÀ - SPY GAME TANGERI - IL TÈ NEL DESERTO - THE BOURNE ULTIMATUM CATENA MONTUOSA DELL’ATLANTE (MONTI ATLAS) - KUNDUN - L’UOMO CHE VOLLE FARSI RE GIRATI INTERAMENTE AL DI FUORI DEL MAROCCO - AVVENTURA AL MAROCCO - CASABLANCA - IL VENTO E IL LEONE • MAPPA LOCATION CINEMATOGRAFICHE 12
  • 13. 5.5 UN VIAGGIO IN MAROCCO Secondo una logica geografica, nella quale si è tentato di mantenere una certa coerenza con il posizionamento spaziale delle città interessate dal fenomeno cineturistico in studio, è stata stesa una pianificazione del tour in Marocco che vede l’apertura del viaggio nella parte settentrionale della regione, in particolare da Tangeri, città ampiamente servita da collegamenti sovranazionali marittimi e aeroportuali. In seguito, proseguirà costeggiando tutta la costa occidentale, in direzione opposta all’ago della bussola, fino all’estremità meridionale dell’ultima città impressa su cellulosa per poi risalire nell’entroterra orientale. TANGERI Pur essendo una città dall’antico e storico passato, tant’è che le sue terre sono state occupate rispettivamente da fenici, cartaginesi, romani e poi vandali, arabi, portoghesi, spagnoli, britannici, Tangeri non ha sortito grande attenzione da parte del grande cinema internazionale. Sono, infatti, 13
  • 14. solamente due le pellicole che sono state ambientate tra le sue strade: The Bourne Ultimatum e Il Tè nel Deserto. KENITRA Kenitra, capitale della regione Gharb-Chrarda-Beni Hssen, è una agglomerato urbano mediamente abitato che ha destato interesse cineturistico solamente per il film Black Hawk Down. Alcune scene del film sono state, di fatto, girate all’interno della base aerea militare locale. RABAT Anche la capitale Rabat, nonostante incarni il potere amministrativo del paese, non gode di luce propria in ambito cinematografico. Unicamente il celebre regista inglese Ridley Scott ha deciso di usufruire degli spazi che la città offre per realizzare le pellicole, peraltro con storie decontestualizzate dall’ambito locale, Nessuna Verità e Black Hawk Down. Tuttavia, almeno per una volta, anche il cinema marocchino, grazie al capolavoro di Rachid Benhadj, Il Pane Nudo, è riuscito a uscire dagli schemi preimpostati del cinema e valicare i confini di stato, mostrando al mondo la città da un’altra prospettiva. In realtà, parte del film è stato girato per comodità a Rabat anche se, a dire il vero, la narrazione fa riferimento a Tangeri, Tétouan e Larache. CASABLANCA Chi, almeno per un momento, non ha sognato di trovarsi seduto al tavolo del Rick’s Café Américain e assistere all’incontro tra Humphrey Bogart e Ingrid Bergman sulle note di As Time Goes By. Come poi dimenticarsi della memorabile battuta: «Suonala ancora, Sam». Casablanca è stato e sempre rimarrà uno dei migliori film di sempre, non a caso ha fatto mambassa di riconoscimenti e premi . E, sebbene abbia reso celebre il nome della città marocchina, non presenta alcun interesse dal punto di vista del turismo cinematografico poiché le riprese sono state girate esclusivamente negli Stati Uniti. I titoli sono altri. I già summenzionati Nessuna Verità, Il Pane Nudo, l’autoctono A Casablanca gli Angeli non volano – che mostra la drammaticità sociale e le difficoltà con cui ogni giorno si devono misurare le persone che occupano le classi sociali più povere e modeste del paese – e il capolavoro di azione e spionaggio di Tony Scott Spy Game. Quest’ultimo film, nel quale recitano attori del calibro di Brad Pitt e Robert Redford utilizza la “Città Bianca” solamente per una questione di risparmio economico/comodità in cui vengono rappresentate le sequenze relative al Vietnam e Beirut. EL JADIDA 14
  • 15. In questa cittadella della regione del Doukkala-Abda, nel castello del luogo, sono state girate alcune scene dell’Otello, tratte dall’omonima tragedia di William Shakespeare, dal mai dimenticato Orson Welles. ESSAOUIRA Ultima tappa atlantica prima di spingersi nell’entroterra. Essaouira, già di per sé sito di rilevanza turistica ordinaria perché inserito nello World Heritage List dell’Unesco e location del “Festival Gnaoua et Musiques du Monde” – che a metà degli anni ’60 richiamò artisti da tutto il mondo, uno tra tutti: Jimi Hendrix – è stata la città dell’Otello di Orson Welles. Il regista statunitense nei primissimi anni del ‘50 girò diverse sequenze a Essaouira. Ma non fu l’unico. A distanza di 55 anni la città ritorna sul grande schermo grazie a una produzione italiana. Il film Last Minute Marocco, diretto da Francesco Falaschi nel 2007, è una piacevole commedia che narra di una vacanza/viaggio di alcuni amici tra le calde terre del Marocco. MARRAKECH Siamo finalmente entrati nel vivo del nostro tour. Marrakech, una delle location preferite dai cineasti occidentali, si è costruita – con il passare del tempo e a suon di centinaia di metri di cellulosa – una sorta di “reputazione” che l’ha caratterizzata agli occhi, e quindi fissata nella mente, del pubblico cinematografico. Tutto è cominciato con L'uomo che sapeva troppo” di Alfred Hitchcock nel 1956. Nella pellicola del “maestro del brivido” vengono mostrati squarci urbani e edifici importanti della città come il leggendario hotel "La Mamounia", dove alloggiavano gli attori protagonisti James Stewart e Doris Day, e la piazza Djemaa el Fna, il cuore pulsante di Marrakech. Qualcosa di esotico già traspare. È poi il turno di un grande italiano: Gabriele Salvatores. Con la sua tipicità narrativa tutta all’italiana, il penultimo del Belpaese a essere premiato con l’Oscar per il miglior film straniero ha raccontato la storia di alcuni amici che si ritrovano insieme, dopo diversi anni di lontananza, con il fine ultimo di salvare un compagno di datate avventure finito nei guai a Marrakech. Il lungometraggio – peraltro facente parte della cosiddetta “Trilogia della Fuga” assieme alle perle quali Turné e Mediterraneo – ha ingigantito esponenzialmente la fama della città, se non altro nello scenario italiano, al punto tale che una sua sequenza è stata ripresa, in chiave logicamente comica, dallo spassoso Tre Uomini e una Gamba di Aldo, Giovanni e Giacomo. Si deve fare un altro salto in avanti. Anno 1998. Nel medesimo lustro vengono girati due pellicole: I Giardini dell’Eden di Alessandro D’Alatri e Un Treno per Marrakech – Hideus Kimky di Gillies MacKinnon. Proprio in quest’ultima pellicola, nella quale traspare un Marocco molto più autentico dove i colori della città e gli schiamazzi dei suoi abitanti fanno da sfondo a un interessante racconto, 15
  • 16. si riesce ad assaporare la vera essenza di Marrakech. Il merito è della produzione indipendente che ha mostrato di essere in possesso di una sensibilità più acuta. Risultato: la città, popolata da singolari e strani personaggi, appare confusa, caotica, bizzarra. La magia però aleggia sopra tutto. Rimangono infine i prodotti più recenti, nell’ordine cronologico, La Mummia il Ritorno, Last Minute Marocco e La Casa sulle Nuvole. Entrambe le ultime due produzioni nostrane hanno ben rinsaldato per l’ennesima volta, benché in una chiave meno onirica delle precedenti, l’istantanea di Marrakech nel panorama filmico. AIT BEN HADDOU Sebbene la città di Ait Ben Haddou sia stata riproposta in diverse produzioni cinematografiche, non gode della stessa aurea incantata di Marrakech. La location in questione ha infatti sì ospitato le produzioni di Gesù di Nazareth, I Giardini dell’Eden, Il Gladiatore, Il Tè nel Deserto, Lawrence d’Arabia, Le Quattro Piume, L’uomo che Volle Farsi Re, Il Gioiello del Nilo, ma solamente per questioni legate all’economicità e alla comodità, almeno per la stragrande maggioranza delle pellicole anzidette. Potrebbe, tuttavia, assumente nel tempo un importante ruolo nel nostro ipotetico tour perché, attraverso una giusta progettazione, questo luogo potrebbe trasformarsi in un vero e proprio studios a cielo aperto cui ogni qualsivoglia cinefilo non potrà far altro che rimanerne rapito. OUARZAZATE Ouarzazate è sicuramente un punto saldo della cinematografica internazionale. Proprio lì, grazie anche agli Atlas Corporation Studios che hanno esercitato una cospicua forza magnetica di attrazione, si è concentrata la maggior parte delle produzioni occidentali: Asterix e Obelix: Missione Cleopatra, Cleopatra, Gesù di Nazareth, I Giardini dell’Eden, Il Gioiello del Nilo, Il Gladiatore, Il Tè nel Deserto, Kundun, L’uomo che sapeva troppo, L’uomo che volle farsi re, Last Minute Marocco, Lawrence D’Arabia, Le Crociate, Le Quattro Piume, Le Rose del Deserto, Nessuna Verità, Spy Game. “Allah Ouakbarh!”, “Dio è grande!”. A Ouarzazate, “grande” Dio lo è stato davvero. Non ci è voluto molto: sono bastate una catena di cime montagnose innevate, oasi e dune a perdita d’occhio per trasformare un pugno di casbah di color ocra in una delle città più ambite dall’industria cinematografica mondiale. Hollywood ne è ormai sicura: La Mecca non si trova in Arabia Saudita, ma in questo paesaggio da urlo immerso nel sud del Marocco. Tutto inizia nel lontano 1984, quando i produttori de Il Gioiello del Nilo convincono Michael Douglas che la sua folle fuga dai cartelli colombiani non si concluderà tra le piramidi di Luxor, ma a Ouarzazate. Apriti sesamo! Oltre agli scenari naturali, gli americani scoprono una manodopera a buon mercato, tecnici 16
  • 17. discreti e un risparmio del 50 per cento sui costi di produzione. Le star hollywoodiane fanno la coda: da Ridley Scott (Kingdom of Heaven) a Oliver Stone (Alexander), passando per Brad Pitt (Babel) e Penelope Cruz (Sahara), negli ultimi vent’anni Ouarzazate ha accolto decine di megaproduzioni che vedono in prima linea Dino de Laurentiis, proprietario di due studi di produzione4. Qui, – ancora – si può immaginare di camminare per le strade della Gerusalemme biblica, tra gli scenari tibetani ricreati da Martin Scorsese per “Kundun. Ciò, rappresenta – perciò – un valido esempio di movie tour facilmente fruibile dagli eventuali film tourist interessati alle location marocchine5. MERZOUGA Sosta a Merzouga. Dopo aver superato le tappe nodali del nostro tragitto sulle orme del grande cinema, si passa ora a quello che viene considerato l’ultimo avamposto per l’escursioni turistiche nel deserto sabbioso dell’Erg. Nell’oasi è stata girata l’emozionante scena finale di Marrakech Express. Credo che l’associazione di una particolare sensazione a un determinato luogo sia uno degli aspetti basilari per la promozione di un tour di questo genere. Un fattore critico di successo, evidente in questo caso, che dovrebbe essere considerato leva per qualunque meccanismo pianificatorio cinematografico. Nel medesimo luogo è stato girato parte del film di Shekhar Kapur Le Quattro Piume. ERFOUD Il paese di Erfoud, nella regione di Meknès-Tafilalet, caratterizzato da edifici di sabbia rossa che spiccano con impressionante contrasto con il resto circostante: palme verdi e deserto, ha dato “alloggio” a un unico film: I giardini dell’Eden. Visto la vicinanza con Merzouga può essere tranquillamente inserito nel viaggio come metà secondaria o facoltativa. CATENA MONTUOSA DELL’ATLANTE (MONTI ATLAS) La catena montuosa dell’Atlante o Atlas è un sistema montuoso dell’Africa Nord Occidentale, condiviso tra lo stato marocchino, algerino e tunisino. È costituito da sette “sub catene” montuose (Anti Atlante, Alto Atlante, Grande Atlante, Medio Atlante, Piccolo Atlante, Atlante Telliano e Atlante Sahariano) ed è meta di grande interesse naturalistico. Le montagne del Marocco sono state scoperte recentemente come meta turistica, i paesaggi sono vari, come le bellissime foreste di cedri dove vivono ancora i leopardi del Marocco e i villaggi dei 4 Joshua Massarenti, Ouarzazate, la nuova Hollywood è nel Maghreb, blog.panorama.it, 31 marzo 2008. 5 Maurizio Zignale, Cineturismo. Valorizzazione del territorio attraverso la pellicola, Tesi di Dottorato di Ricerca in Geografia. 17
  • 18. Berberi che coltivano piccoli appezzamenti di terreno e allevano capre e cammelli. Si può sciare in ogni stagione sulle nevi perenni, fare trekking e cavalcare le dune di sabbia in moto. I Monti Atlas sono caratterizzati da un paesaggio contrastante ma al tempo stesso seducente, si raggiungono le cime più alte salendo dal roccioso fondovalle lungo piccole strade sterrate, che scorrono in mezzo ad enormi ammassi rocciosi e si arrampicano tra foreste di lecci. Lungo il percorso si incontrano laghi ghiacciati, torrenti pietrosi e piccoli villaggi costruiti sulle rocce, fino ad arrivare sulle vette innevate. Di tanto in tanto il paesaggio si fa più arido e spoglio, dove la montagna si apre in vertiginosi canaloni6. E proprio sopra quelle alte vette che i due temerari Sean Connery e Michael Caine si spingono, mettendo a repentaglio le proprie esistenze, per conquistare il Kafiristan – odierno Nurestan, una provincia dell’Afghanistan – in L'uomo che volle farsi re. Anche Kundun, diretto dal’esperto Martin Scorsese, che riporta la storia del quattordicesimo Dalai Lama sul grande Schermo, è stato girato tra le giogaie dell’Atlas. Quanto sarebbe facile legare dunque assieme, in questa area, una presumibile attività escursionistica a una di “movie watching”? Il connubio potrebbe dare origine a una pratica cineturistica con una sfaccettature alquanto interessanti. AZROU Siamo giunti quasi alla fine del nostro tour. Nella penultima fermata, stabilita ad Azrou, si può andare a visitare il monastero di Tioumliline, dove Xavier Beauvois ha ambientato Uomini di Dio. La narrazione – basata su una storia vera – tratta di otto monaci cistercensi di origine francese che vivono in armonia con i loro fratelli musulmani in un villaggio isolato tra i monti dell'Algeria. Tuttavia quando un attacco terroristico sconvolge la regione, la pace e tranquillità che caratterizzavano la loro vita, sono in procinto di essere cancellate. Man mano che la violenza e il terrore integralista della guerra civile si diffondono nella regione, i monaci si ritrovano davanti ad un bivio: decidere se rimanere o ritornare in Francia. Nonostante anche l'invito delle autorità ad andarsene, i monaci decidono di restare al loro posto pur di aiutare la popolazione locale, mettendo così in grave pericolo la loro stessa vita per amore di Cristo7. È interessante notare quali analogie presenta anche la storia del monastero marocchino. Nel 1952, infatti, un gruppo di monaci benedettini ha lasciato il sud della Francia per andare a insediarsi proprio vicino ad Arzou e costruire la prima comunità religiosa cristiana in Marocco, iniziando così un cammino di preghiera, di impegno, di quiete e di austerità. Si evince quindi una lampante somiglianza tra le due storie che potrebbero dare seguito a una sorta di esplorazione nel misticismo religioso. 6 Marocco... Monti Atlas viaggi e turismo. La Catena montuosa dell'Atlante, www.marocco.it. 7 Uomini di Dio, Wikipedia, l’enciclopedia libera. 18
  • 19. MEKNES Fine del viaggio. L’arrivo a Meknes, capoluogo della Prefettura di Meknes-El Menzeh, ha coinciso con la conclusione del tour soprannominato “Il Marocco in Pellicola”. In questa città, che in passato ricoprì addirittura il ruolo di capitale di Stato, sono state girate alcune scene de Il Gioiello del Nilo di Lewis Teague che potrebbe suscitare curiosità tra i più appassionati del “genere avventuriero”. 5.6 IL TOUR IN UNA MAPPA Qui, di seguito, è stata riportata la mappa – ricavata da Google Earth – dei luoghi cinematografici marocchini analizzati, con l’obiettivo di far meglio comprendere al lettore dell’elaborato la dislocazione geografica globale delle aree d’interesse prescelte e i relativi spostamenti che essa prevede per la loro visita. 6. CONCLUSIONI 19
  • 20. Attraverso questo elaborato si è voluto approfondire, sotto tutti i punti di vista, il tema del magnetismo marocchino nell’immaginario cinematografico come fattore critico di successo nell’attrazione turistica. È evidente, soprattutto dopo l’esegesi della svariate pellicole internazionali girate in loco che sono state prese in esame, quanto la reputazione e la fama del paese africano del sol calante sia accresciuta in questi ultimi decenni e quanto la sua immagine “esotica” sia radicata nella mentalità di un qualsiasi pubblico occidentale. Non sarebbe quindi azzardato costruire concretamente un pacchetto cineturistico, a grandi linee come è stato ipotizzato in questo lavoro – anche perché vi sono già presenti testimonianze sul web di viaggiatori che si sono recati in alcuni luoghi marocchini solamente perché impressi permanentemente sul tricetato, prima, e polietilene tereftalato (PET), poi – senza considerare le avanguardie in tecnologie digitali – al fine di soddisfare una potenziale domanda di mercato finora rimasta inascoltata. 7.1 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA SAGGI Ahmed Boughaba, Cinema marocchino: quadro storico. Maurizio Zignale, Cineturismo. Valorizzazione del territorio attraverso la pellicola, Tesi di Dottorato di Ricerca in Geografia. Gaja Gargioli, Il caso Marocco – Una cinematografia in espansione, Tesi di Laurea della Facoltà di Lettere ARTICOLI SPECIFICI Joshua Massarenti, Ouarzazate, la nuova Hollywood è nel Maghreb, blog.panorama.it. Marocco... Monti Atlas viaggi e turismo. La Catena montuosa dell'Atlante, www.marocco.it. Marocco e Cinema. Viaggio agli Atlas Studios – Ouarzazate, www.tgcom.mediaset.it. ARCHIVI ON-LINE Corriere della sera Wikipedia, l’enciclopedia libera www.scribd.com SITI INTERNET E PORTALI WEB www.imdb.com www.sguardi.info www.italianainmarocco.com moroccofilmlocations.com www.movie-locations.com www.cinemadelsilenzio.it www.nobordersmagazine.org www.visitmorocco.com www.marocco.it 20