Anche Massimo Caputi di FEIDOS è tra i firmatari dell'appello di imprenditori, professionisti, analisti e gestori italiani ed esteri che non si riconoscono più con questa immagine dell'Italia sulla via del declino. Basta con il pessimismo e la depressione, serve un'iniezione di ottimismo. C'è bisogno di una doppia fiducia, quella a un nuovo governo e quella al Paese e ai suoi cittadini.
Rassegna Prelios Massimo Caputi- Convegno con Tremonti, Sadun, Luttwak, Fitou...
Appello BASTA PESSIMISMO - Massimo Caputi Feidos tra i firmatari del manifesto
1. Milano Finanza, 16/03/2013 pg.8 ed. Nazionale
BASTA DEPRESSIONE
Basta con il pessimismo. L'Italia ha un sistema produttivo solido,
ma continua a pagare un rischio Paese che ormai non è più
giustificato. Nonostante l'impasse post elettorale. L'Italia ha un
rapporto deficit/pil inferiore al 3%, ha uno dei regimi
previdenziali più solidi in Europa dopo la riforma e vanta un
avanzo primario del 2,5%, tra i più alti in Europa. Inoltre
l'indebitamento complessivo del Paese, che tiene conto di debito
pubblico e ricchezza privata, è tra i migliori in Europa. Oggi
quindi è necessario che per l'Italia ci sia un margine di
flessibilità nel valutare il peso degli investimenti sul deficit
pur nell'ambito della disciplina di bilancio. Le imprese italiane,
come dimostrano i bilanci delle quotate in Piazza Affari, hanno
saputo crescere nonostante il Paese in recessione e ora devono
poter contare su una maggiore fiducia per poter agganciare la
ripresa della crescita mondiale. Quindi basta con il pessimismo e
la depressione, serve un'iniezione di ottimismo. C'è bisogno di
una doppia fiducia, quella a un nuovo governo e quella al Paese e
ai suoi cittadini. È l'appello firmato da imprenditori,
professionisti, analisti e gestori italiani ed esteri che non si
2. riconoscono più con questa immagine dell'Italia sulla via del
declino. Un appello che fa seguito alla dura presa di posizione
dei Comuni italiani fermamente intenzionati a violare il Patto di
stabilità pur di sbloccare i crediti che le aziende vantano nei
loro confronti. Un appello che passa necessariamente anche
attraverso una riduzione della pressione fiscale, davvero
insostenibile sia per le imprese che per i cittadini. Perfino la
rigorosa Angela Merkel ha promosso i conti dell'Italia. È
«pienamente giusto» per la cancelliera tedesca che l'Italia, con
un rapporto deficit/pil inferiore al 3%, possa avere maggiore
spazio per gli investimenti, come previsto del patto di stabilità
e crescita. Una risposta alla lettera - invero piuttosto timida -
del premier uscente, Mario Monti, che ha chiesto di combinare il
rigore con la crescita. In effetti oggi sono in primo piano le
difficoltà per l'Italia di darsi un nuovo governo e un debito
pubblico che è tornato a sfondare i 2 mila miliardi, «ma nel
secondo trimestre del 2013 l'aspetto fondamentale da valutare sarà
la direzione delle misure programmatiche del governo. L'austerity
di Monti è una realtà i cui benefici iniziano solo ora a essere
percepiti. Per il sistema-Italia sarebbero sufficienti limitati
tagli di bilancio per raggiungere un punto di equilibrio e
bloccare così l'aumento del debito pubblico, diversamente dalla
difficile situazione di Spagna, Francia e Regno Unito, i cui
disavanzi di bilancio sfiorano il 10% del pil», dice Neil Dwane,
responsabile investimenti per l'Europa di Allianz global
investors. E poi l'Italia deve ancora giocare la carta del
Tagliadebito, un piano indispensabile cheè rimasto lettera morta
col governo Monti. Secondo il gestore, poi, «il settore bancario
italiano è meno esposto alle dinamiche incerte dei mercati
globali, in termini di volatilità e imprevedibilità, e può
ricoprire un ruolo fondamentale per l'economia italiana. Gli
istituti bancari si ritrovano con un settore privato forte e
conservativo, senza evidenze significative di bolle immobiliari».
Allianz Global Investors stima che il mercato italiano attualmente
sembra essere molto conveniente, con un rapporto prezzo utili
medio pari a 8, a fronte di 22 degli Usa, 16 del Giappone e 14
dell'indice Msci Europe. «Pensiamo che molti investitori
continuino a confondere le prospettive delle società italiane con
i problemi dell'Italia, ma questo è un errore perché quasi il 50%
degli utili di tali società deriva da business esteri. Noi
riteniamo che sia possibile individuare un buon numero di società
italiane che hanno una vera impronta globale e una limitata
dipendenza dalla crescita del pil italiano». Proprio il made in
Italy sale alla ribalta dall'analisi dei bilanci 2012 delle
quotate a Piazza Affari. Lo scorso anno infatti il fatturato delle
oltre 120 aziende industriali che finora hanno reso noto i propri
dati è balzato del 12,5% rispetto al 2011, con una redditività
delle vendite del 9,8%. L'utile è invece aumentato del 6,8% e
l'indebitamento finanziario netto è sceso del 6%. A brillare sono
soprattutto le blue chip che portano i grandi marchi italiani nel
mondo come Luxottica, Ferragamo, Pirelli, Campari, Prysmian e
Tod's. Società che sono pronte a scommettere sul futuro
dell'Italia. Come conferma proprio Brunello Cunicelli, ad e
3. presidente della società: «In questi mesi ho incontrato diversi
imprenditori e in loro ho trovato una comune voglia di reagire e
di provare che l'Italia è uno splendido Paese». Non a caso sono le
società che da inizio anno a Piazza Affari registrano performance
superiori alla media. A partire proprio da Salvatore Ferragamo,
miglior titolo del Ftse Mib con un rialzo da gennaio del 25,5%,
seguito da Luxottica (+23,9%). Sempre nel lusso spicca il 16,5% di
Tod's che ha sfondato la soglia dei 100 euro e ora quota 111 euro
ai massimi storici. «Quello che emerge è che abbiamo un sistema
produttivo solido, se si valuta la gestione in base al parametro
della cassa e delle attività a breve emerge un quadro positivo.
Dai bilanci emerge che il sistema Italia tiene, che sa puntare
sulle esportazioni e ha un buon grado di resistenza nonostante la
recessione. È un peccato che queste aziende paghino ancora un
rischio Italia», dice Mario Spreafico, responsabile investimenti
del private banking di Schroder. E proprio il rischio Italia fa sì
che le imprese quotate, nonostante i conti positivi, abbiano corso
meno in borsa dei competitor europei. «La borsa italiana è davvero
sottostimata rispetto alle altre borse e questo penalizza anche
aziende che crescono», dice Massimo Caputi, presidente di Feidos.
Certo, resta il nodo dei debiti di oltre 100 miliardi delle
aziende nei confronti dello Stato che pesa come un macigno sulle
società, un problema che riguarda non solo le quotate, ma tutto il
sistema Italia e che va risolto al più presto. Lo ha fatto nei
mesi scorsi la Spagna che in pochi mesi ha sbloccato pagamenti per
27 miliardi e anche l'Italia deve trovare le risorse necessarie
per farlo. Non solo. L'Italia deve diventare più attraente per gli
investitori esteri, che chiedono uno Stato più efficiente e un
quadro normativo che sia stabile nel tempo. (riproduzione
riservata)
L'ANDAMENTO DEI TITOLI DEL FTSE MIB DA INIZIO ANNO
Salvatore Ferragamo Luxottica Group Mediolanum Azimut Prysmian
Fiat Tod's Exor Impregilo Buzzi Unicem StMicroelectronics Fiat
Industrial Autogrill Enel Green Power Lottomatica Parmalat Terna
Pop. Emilia Romagna Unicredit Snam Campari Tenaris Popolare Milano
Eni Mediaset Mediobanca A2a Generali Intesa Sanpaolo Ansaldo Sts
Pirelli e C. Monte Paschi Siena Finmeccanica Ubi Banca Atlantia
Telecom Italia Diasorin Banco Popolare Enel Saipem
I BILANCI 2012 DELL'INDUSTRIA IN PIAZZA AFFARI
Eni Fiat (§) Enel Telecom Italia Fiat Industrial Saipem Edison
Saras Erg Tenaris (°) Prysmian (^) Luxottica STMicroelectronics
(°) A2A Autogrill Pirelli & C. CIR Cofide Italcementi Snam Acea
Atlantia Lottomatica Indesit Company Buzzi Unicem Enel Green Power
Astaldi Impregilo Esprinet Terna De'Longhi Piaggio & C. Brembo
Caltagirone Campari Sogefi Danieli (6 mesi - chiude al 30/6)
Ansaldo Sts Marr Sias Autostrade Safilo Group Salvatore Ferragamo
Ascopiave Cementir Holding Tod's Astm Carraro Amplifon Recordati
Ed. L'Espresso Geox Engineering Ima Sorin La Doria Gemina
Interpump Group Reply Reno de Medici Datalogic DiaSorin Elica
4. Biesse Yoox Emak Save - Aer. di Venezia Prima Industrie Beni
Stabili Cairo Communication Zignago Vetro Landi Renzo Nice Falck
Renewables (*) Fiera Milano Aeffe D'Amico Int. Shipping (°)
Poltrona Frau Telecom Italia Media Servizi Italia Caltagirone Ed.
Vianini Lavori El.En. Isagro Saes Getters Juventus (6 mesi -
chiude al 30/6) Exprivia Gefran Sabaf Tesmec Bolzoni Igd Siiq
Damiani (9 mesi - chiude al 31/3) It Way Cembre Centrale Latte
Torino Acotel Group Valsoia Cdc Dada Autostrade Meridion. Digital
Bros (6 mesi - chiude al 30/6) Risanamento TerniEnergia A.S. Roma
(6 mesi - chiude al 30/6) Cad It Olidata Aer. di Firenze Fidia Txt
e-Solutions Lazio (6 mesi - chiude al 30/6) Poligrafica S.Faustino
Piquadro (9 mesi - chiude al 31/3) Mutui Online MC-link (Aim)
Mittel (3 mesi - chiude al 30/9) Fullsix Vianini Industria Grandi
Viaggi (3 m. - chiude al 31/10) Primi sui Motori Bonifiche
Ferraresi Screen Service (3 m. - chiude al 30/9) Tamburi MolMed
Cell Therapeutic
CHI SOTTOSCRIVE LA FIDUCIA ALL'ITALIA
Paolo Ainio (ceo Banzai), Alberto Bartoli (ad Sabaf), Tommaso
Beolchini (Montezemolo&Partners sgr), Gianluca Beschi (Sabaf),
Giuseppe Bernoni (Managing Partner di Bernoni Grant Thornton),
Paolo Alessandro Bonazzi (presidente Service Trade), Antonio
Bottillo (Natixis Gam Succursale Italiana), Massimo Caputi
(presidente Feidos), Stefano Catalano (direttore finanza Dexia
Crediop), Leo Civelli (ad di Reag), Pietro Colucci (presidente e
ad di Kinexia), Matteo Cordero di Montezemolo (ad di
Montezemolo&Partners sgr), Roberto Crapelli (ad Roland Berger
Italia), Giancarlo Cremonesi (presidente Camera di Commercio di
Roma), Brunello Cucinelli (presidente e ad di Brunello Cucinelli),
Guido Damiani (presidente Damiani), Zeno D'Acquarone (Gwa Sim),
Carlo Daveri (presidente DVR Capital), Ambrogio Caccia Dominioni
(presidente e ad di Tesmec), Luca Dondi (Nomisma), Massimo
Ferretti (ceo e presidente di Aeffe), Alberto Franceschini
(presidente Ambromobiliare), Guido Galimberti (presidente Opera
Art Solutions), Furio Garbagnati (ceo Weber Shandwick), Anna
Gervasoni (dg Aifi), Stefano Gianti (Cmc Markets), Renato
Giallombardo (partner Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli &
Partners), Paolo Gualtieri (studio Gualtieri&Associati), Luciano
Jannelli (Mig Bank), Giovanni Landi (Anthilia), Isidoro Lucciola
(managing partner Lucciola & Partners), Riccardo Lupi (dg di
Imprebanca), Vincenzo Manes (presidente e ad Intek), Raimondo
Marcialis (consigliere delegato di Zenit), Giampiero Mazza (Cvc
Capital Partners), Roberto Mazzei (presidente Principia sgr),
Massimo Maurelli (partner di Mathema advisors), Flavia Daunia
Minutillo (Studio Simonelli&Associati), Luigi Monti (ad Formia
International), Gianfranco NegriClementi (Negri-Clementi studio
legale associato), Cosimo Pastore (Power Emprise), Ernesto
Preatoni (imprenditore), Fabio Regolo (presidente di Ventuno
group), Marco Rosati (ad Zenit sgr), Luca Sacilotto (dg gruppo
Randazzo), Marco Samaja (ad Lazard Italia), Massimiliano Sandri
(ad The Stealth Tee), Fabio Sattin (presidente di Private equity
partners), Claudio Scardovi (Università Bocconi), Claudio Sposito