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L’immigrazione
straniera:
opportunità,
risorse, problemi
Convegno «Il lavoro è cittadinanza»
12 novembre 2013, Milano
INTRODUZIONE

2
Fase qualitativa
Sono stati effettuati 4 focus group a ciascuno dei quali hanno partecipato 10
individui – 5 uomini e 5 donne – di età compresa tra 20 e 65 anni, misti per livello
d’istruzione e ceto sociale, selezionati in base alle seguenti caratteristiche:

Un gruppo a Milano con cittadini politicamente orientati al centro/centrodestra, di cui 7
professionalmente attivi e distribuiti tra le varie tipologie di lavoro dipendente, 3 in
condizione non professionale (pensionati, casalinghe, studenti).
Un gruppo a Roma con cittadini politicamente orientati a sinistra/centrosinistra, di cui 7
professionalmente attivi e distribuiti tra le varie tipologie di lavoro dipendente, 3 in
condizione non professionale (pensionati, casalinghe, studenti).
Un gruppo a Napoli con cittadini politicamente astensionisti o che avevano votato il
Movimento 5 Stelle nelle scorse elezioni politiche; 7 professionalmente attivi e distribuiti tra
le varie tipologie di lavoro dipendente, 3 in condizione non professionale (pensionati,
casalinghe, studenti).
Un gruppo a Verona con lavoratori autonomi: commercianti, artigiani, piccoli
imprenditori, consulenti d’azienda.
Le riunioni di gruppo hanno avuto una durata di 2 ore circa e sono state tenute nelle serate tra il
23 e il 25 ottobre dell’anno in corso.
3
Fase quantitativa

Universo di riferimento:

Individui residenti in Italia dai 18 anni in su
in famiglie con telefono fisso (circa
49.000.000 individui).

Campione:

stratificato e casuale, selezionato in base a
quote per sesso, età, titolo di studio,
condizione occupazionale, e zona di
residenza

Metodologia:

interviste telefoniche assistite da computer
(CATI)

Nr. Interviste eseguite:

1.000 casi

Data di esecuzione interviste:

5/6 novembre 2013

Margine di errore statistico:

compreso tra +/- 0,6% e +/- 3,1%
4
I RISULTATI

5
1

L’immigrazione
straniera:
percezione delle
dimensioni del
fenomeno e dei
problemi connessi

6
Quanti sono gli immigrati in Italia
IN GENERALE SI TENDE A SOPRAVVALUTARE
LA DIMENSIONE QUANTITATIVA DELL’IMMIGRAZIONE
Pur se pochi azzardano cifre precise, prevale l’impressione che gli immigrati in Italia siano una
quota consistente della popolazione, quota ritenuta eccessiva …
 rispetto alle opportunità di lavoro, che si sono ulteriormente ristrette con la crisi
 rispetto alle capacità organizzative e di gestione del fenomeno da parte degli organi
statali preposti
Non solo vengono sovrastimate le cifre degli immigrati regolari, ma si pensa che i clandestini
presenti sul territorio siano in numero uguale o addirittura superiore.

La sovrastima quantitativa dell’immigrazione, in particolare di quella clandestina, è
determinata anche dalla maggiore visibilità dei non occupati …
 quando si parla delle dimensioni del fenomeno, generalmente si assume come criterio il
numero di immigrati che si incontrano per strada senza un’occupazione chiaramente
definibile in ore in cui i cittadini sono generalmente al lavoro
7
Italia – Europa

L’IMPRESSIONE COMUNE È CHE L’ITALIA SIA LASCIATA SOLA AD AFFRONTARE
IL PROBLEMA DEI CLANDESTINI CHE DOVREBBE INVECE COINVOLGERE TUTTA
L’UNIONE EUROPEA

Il fenomeno immigrazione tocca infatti tutti
i paesi europei …

 da un lato perché molti immigrati che arrivano qui
intendono proseguire verso altri paesi
 dall’altro perché in una logica autenticamente
comunitaria l’Italia andrebbe considerata come una
frontiera europea e non solo nazionale

8
L’Unione Europea sta scaricando sull’Italia la soluzione del problema della
clandestinità, evitando di occuparsene come dovrebbe – grado di accordo
Analisi per aree geopolitiche
molto (voti 8-10)

abbastanza (voti 6-7)

Totale

48%

Nord Ovest

(non sa, non indica)

48%

Centro Nord

17%

Centro Sud

44%

Sud e Isole

44%

12%

18%

15%

21%

16%

19%

52%

per niente (voti 1-3)

13%

20%

54%

Nord Est

poco (voti 4-5)

14%

13%

8%

13%

13%

12%

27%

23%

27%
9
2 L’immigrazione
straniera: un costo
o una risorsa?

10
Contributi e costi dell’immigrazione
IN PRIMA BATTUTA PREVALE L’IDEA CHE GLI IMMIGRATI SIANO SOPRATTUTTO
UN COSTO ECONOMICO; SOLO IN SEGUITO SI ARRIVA A RICONOSCERE CHE
SONO ANCHE UNA RISORSA
Ancora un volta si pensa innanzi tutto al fenomeno della clandestinità e ai costi a fondo perduto per la
prima accoglienza e l’assistenza sanitaria.

 Qualcuno però introduce da subito una distinzione tra clandestini e regolari
definendo «i primi solo un costo e gli altri una ricchezza»
Tra gli intervistati politicamente orientati a destra e gli imprenditori c’è chi ritiene che il saldo tra i
contributi versati dagli immigrati forniti di permesso di soggiorno e il costo delle prestazioni sociali di cui
usufruiscono comporti un deficit per il bilancio pubblico perché una parte del loro reddito è

spesso in nero.
Da un punto di vista strettamente economico, si pensa che neppure gli immigrati assunti con regolare
contratto di lavoro rappresentino un risorsa: spendono poco nel nostro paese per trasferire gran parte
dei loro introiti alle famiglie di origine.

Gli immigrati rappresentano invece una risorsa …
 dal punto di vista contributivo, poiché i loro versamenti finanziano le
pensioni degli anziani italiani
 dal punto di vista demografico, perché contrastano il rischio di un paese
sempre più vecchio e a crescita zero
11
Immigrati e italiani: c’è concorrenza sul lavoro?
MALGRADO LA CRISI, GLI IMMIGRATI SEMBRANO SVOLGERE LAVORI CHE GLI ITALIANI
CONTINUANO A RIFIUTARE, ANCHE SE ALCUNI SEGNALI FANNO PENSARE CHE QUESTA
TENDENZA POTREBBE INVERTIRSI NEL FUTURO
Nessuno dubita del fatto che nel passato gli immigrati siano andati a ricoprire posti di lavoro a cui gli
italiani si sottraevano: per quanto riguarda lavori manuali in agricoltura, nell’industria manifatturiera,
nell’edilizia e nell’assistenza alla persona in ambiente domestico o ospedaliero, la presenza degli immigrati è
apparsa in costante crescita nel corso degli anni.

Da questo punto di vista gli immigrati hanno sicuramente rappresentato una risorsa non
solo per i privati cittadini ma anche per gli imprenditori locali che altrimenti non
avrebbero trovato manodopera.
E’ noto che gli immigrati, specie se irregolari, sono disposti ad accettare paghe e condizioni di lavoro meno
favorevoli: non si ritiene però che questo abbia finora avuto ripercussioni negative per gli italiani. Per due
motivi:


si attribuisce alla crisi la responsabilità del fatto che chi non ha lavoro spesso è costretto ad accettare
qualunque cosa;



e soprattutto su questi posti di lavoro non c’è concorrenza perché gli italiani non li prendono neanche
in considerazione

Tuttavia nell’ultimo periodo, per effetto del perdurare della crisi, si teme che si possa
generare una concorrenza tra lavoratori italiani e stranieri per l’accesso a posti di lavoro
non qualificati


con pochissime eccezioni, non ci sono evidenze del fatto che questo rappresenti una
tendenza già in atto, ma molti prevedono che si verificherà.
12
I problemi: la concorrenza nei servizi sociali
NELLE CITTÀ DEL NORD SI LAMENTA LA COMPETIZIONE TRA ITALIANI E
IMMIGRATI NELL’ACCESSO AI SERVIZI SOCIALI, IN PARTICOLARE SANITÀ,
ISTRUZIONE E CASE POPOLARI
 Per gli intervistati di Verona, questo è il principale problema provocato
dall’immigrazione, mentre a Roma e Napoli è ritenuto meno rilevante, ma
solo perché la situazione dei servizi è considerata insoddisfacente per tutti.

 Queste
osservazione
convivono
con
la
consapevolezza che effettivamente gli immigrati
sopportano in media condizioni di vita più disagiate
e hanno quindi formalmente più diritto ad usufruire
di servizi gratuiti; tuttavia, anche alla luce dell’attuale
crisi economica, il vissuto non sempre esplicito di
molti intervistati è che gli Italiani vengano così
deprivati di un diritto.

13
L’immagine dello straniero lavoratore dipendente
E’ DELINEATA TUTTA IN POSITIVO
Anche se dell’immigrazione la maggioranza individua diversi aspetti problematici, la
prospettiva si rovescia quando l’attenzione si concentra sulla figura dell’immigrato
lavoratore, descritto in termini molto favorevoli:
 Se ne apprezza innanzi tutto la disponibilità a collaborare anche al di fuori delle
proprie mansioni;
 Se ne sottolinea la dedizione al lavoro, la serietà e la motivazione, che spesso
sarebbero superiori a quelle degli italiani;
 Se ne segnalano l’onestà e la correttezza.
Nelle città dove c’è una maggiore familiarità con la fabbrica (Verona, Milano) il rapporto
degli immigrati con i colleghi di lavoro italiani è descritto in termini molto positivi.
 A Napoli prevale invece l’idea che nelle fabbriche del Nord gli immigrati vengano
discriminati, in maniera non diversa da quanto accadeva ai meridionali negli anni ’60.
14
L’immagine degli imprenditori immigrati
DIVERSAMENTE DAL LAVORATORE DIPENDENTE STRANIERO, L’IMMAGINE
DELL’IMPRENDITORE IMMIGRATO È DELINEATA CON LUCI E OMBRE.
In positivo gli imprenditori stranieri rappresentano un modello di
superare le difficoltà e migliorare la propria posizione.

determinazione e coraggio

nel

Invece la qualità dei servizi offerti è valutata in modo difforme nelle città considerate:


a Roma e Napoli il giudizio è mediamente favorevole, soprattutto sul rapporto qualità prezzo



a Milano e Verona prevalgono le perplessità

Su un punto i pareri sono concordi: gli imprenditori immigrati sono spesso carenti nel rispetto delle regole



assumendo in nero connazionali pagati poco e costretti ad orari prolungati



evadendo il fisco, non emettendo fatture e scontrini, non dichiarando i loro guadagni



non rispettando le regole della sicurezza

La ragione per cui gli imprenditori immigrati non rispettano le regole si deve, secondo
alcuni, al fatto che si preoccupano meno delle sanzioni perché hanno meno da
perdere


Inoltre molti imprenditori stranieri non avrebbero una prospettiva di lungo
termine, puntando a guadagnare il più possibile nel minor tempo: da questo
punto di vista sembrerebbero avere una mentalità poco imprenditoriale
15
Gli immigrati sono una risorsa irrinunciabile per la nostra economia
– grado di accordo
Analisi per aree geopolitiche
molto (voti 8-10)

Totale

abbastanza (voti 6-7)

(non sa, non indica)

24%

Nord Ovest

22%

Nord Est

30%

22%

Centro Nord

Centro Sud

Sud e Isole

24%

27%

29%

22%

17%

13%

30%

21%

22%

32%

29%

per niente (voti 1-3)

17%

32%

43%

29%

24%

poco (voti 4-5)

26%

29%

12%

18%
16
IRPEF, INPS e immigrati
IL CONTRIBUTO DEGLI IMMIGRATI NEL PAGAMENTO DI IRPEF E INPS È
IN GENERALE SOTTOVALUTATO POICHÉ SI PRESUME CHE LA QUOTA DI
IRREGOLARI SUL TOTALE DEGLI OCCUPATI SIA PREDOMINANTE
Non si esclude che la somma globale delle imposte sul reddito pagate dagli
immigrati sia consistente; tuttavia si tratterebbe di una cifra inferiore a quanto
sarebbe dovuto se tutti i lavoratori e gli imprenditori immigrati fossero in regola.
Suscita stupore l’informazione fornita nel corso degli incontri di gruppo - ricavata da
uno studio della Fondazione Leone Moressa - che stima in 87 milioni di euro la
perdita per il fisco in seguito alla partenza di molti lavoratori stranieri


È molto di più di quanto si sarebbe potuto immaginare



Indirettamente suggerisce a molti l’idea che la quota di immigrati in regola sia
superiore a quanto ipotizzato in un primo tempo

17
IRPEF, INPS e immigrati
 Alcuni intervistati si mostrano scettici sulla fondatezza di questa cifra, ritenuta
in contrasto con quanto si sa intorno alla diffusione dell’evasione fiscale e
contributiva fra gli immigrati


Altri ritengono che la perdita di 87 milioni sopportata dal fisco sia dovuta al
licenziamento di lavoratori in esubero e che da questo punto di vista sia del
tutto irrilevante il loro status di immigrati o di italiani

Più credibili sembrano invece i vantaggi dell’INPS, che incassa i contributi senza
erogare le pensioni a quei lavoratori migranti che decidono di tornare nel loro
paese prima di avere raggiunto il minimo.

 Ad alcuni il fenomeno era noto e
conferma l’idea che gli immigrati,
essendo una popolazione giovane,
contribuiscono in misura decisiva a
pagare le pensioni degli italiani

18
La partecipazione degli immigrati regolari alle finanze del nostro paese
attraverso tasse e contributi INPS è molto importante – grado di accordo
Analisi per aree geopolitiche
molto (voti 8-10)

Totale

abbastanza (voti 6-7)

(non sa, non indica)

poco (voti 4-5)

55%

Nord Ovest

53%

Nord Est

25%

54%

Centro Sud

Sud e Isole

15%

30%

23%

29%

5%

3%

9%

17%

57%

48%

13%

28%

65%

Centro Nord

per niente (voti 1-3)

7%

10%

6%

13%

6%

16%

5%
19
Immigrati che se ne vanno
QUASI NESSUNO IMMAGINAVA CHE FOSSE IN ATTO UN CONSISTENTE
RIENTRO DI IMMIGRATI NEI PAESI DI ORIGINE
Anche in questo caso i dati diffusi dalla fondazione Leone Moressa risultano abbastanza
sorprendenti, essendo quasi tutti convinti del costante aumento dei flussi.
 Da un lato sembra un’ulteriore prova della gravità della crisi attuale; dall’altro non si
esclude che alcuni dei lavoratori siano scomparsi dalle statistiche non perché
rientrati in patria ma perché passati al lavoro nero
Il quadro delineato, a parere di molti, rispecchia fedelmente lo stato attuale dell’economia
italiana, che ha subito un crollo nell’edilizia e nel manifatturiero
 L’aumento delle lavoratrici domestiche e delle badanti non viene considerato un
fattore del tutto positivo, evidenziando uno spostamento del lavoro dalla produzione
ai servizi alla persona

20
Molti immigrati con la crisi stanno lasciando l’Italia e tornando ai loro paesi
– grado di accordo
Analisi per aree geopolitiche
molto (voti 8-10)

abbastanza (voti 6-7)

(non sa, non indica)

Totale

37%

26%

Nord Ovest

37%

poco (voti 4-5)

27%

Nord Est

40%

Centro Nord

39%

Centro Sud

35%

Sud e Isole

35%

21%

22%

26%

24%

13%

11%

24%

16%

31%

24%

per niente (voti 1-3)

18%

22%

22%

9%

11%

16%
21
3 L’immigrazione e le
relazioni sociali

22
Le occasioni di scambio fra italiani e immigrati
QUANDO DALLE CONSIDERAZIONI SULL’IMMIGRAZIONE IN GENERALE SI
PASSA AL PIANO DELLE ESPERIENZE QUOTIDIANE, MOLTI PREGIUDIZI E
MOLTE DIFFIDENZE SI ATTENUANO, TALVOLTA FINO A SVANIRE
Gli ambiti del lavoro e dell’istruzione forniscono le principali occasioni d’incontro tra
italiani e immigrati.
 Chi ha avuto occasione di avere colleghi di lavoro, dipendenti o compagni di studi di
origine straniera ha spesso instaurato relazioni personali di autentico scambio
 Capita più raramente di fare conoscenza in contesti non professionali o non legati
allo studio; ancora meno frequenti sono le relazioni che investono la sfera del tempo
libero.

Si può dire che le condizioni che facilitano il rapporto con gli
immigrati sembrano essere le stesse che facilitano i rapporti
interpersonali in generale: la giovane età, l’inserimento in
contesti sociali lavorativi o di studio, la conoscenza delle lingue
straniere, la consuetudine a viaggiare e l’avere soggiornato
all’estero.

23
Come l’immigrazione ha inciso sullo stile di vita degli italiani
IL CONFRONTO CON CULTURE MOLTO DIVERSE DALLA NOSTRA HA PRODOTTO
EFFETTI RITENUTI QUASI SEMPRE POSITIVI
Rispetto ai padri e ai nonni ci si sente «più aperti mentalmente» e più consapevoli «del fatto
che il mondo non finisce in Italia»; si prevede che le generazioni dei figli non si porranno più il
problema dell’immigrazione, perché la società in cui vivranno sarà compiutamente multietnica
e multiculturale.
Sul piano pratico e nel quotidiano questa maggiore apertura
ha spinto gli italiani
 a sperimentare e apprezzare cucine diverse, aspetto
non irrilevante in un paese dove il cibo gode di grande
considerazione e lo sciovinismo culinario è piuttosto
radicato

 a conoscere meglio la geografia e la storia di altri paesi
 a studiare altre lingue, approcciando per questa via
culture diverse e lontane dalla nostra

24
E’ positivo che gli immigrati ci abbiano fatto conoscere nuovi cibi, culture,
comportamenti – grado di accordo
Analisi per aree geopolitiche
molto (voti 8-10)

abbastanza (voti 6-7)

46%

Totale

Nord Ovest

Nord Est

Sud e Isole

poco (voti 4-5)

26%

37%

46%

23%

17%

51%

22%

16%

12%

10%

11%

9%

34%

19%

10%

9%

21%

56%

45%

per niente (voti 1-3)

17%

30%

Centro Nord

Centro Sud

(non sa, non indica)

18%

11%
25
Lei quanto sarebbe d'accordo ad estendere la cittadinanza italiana ai figli di
immigrati stranieri nati nel nostro Paese?
Analisi per aree geopolitiche
molto (voti 8-10)

abbastanza (voti 6-7)

Centro Sud

Sud e Isole

15%

67%

Nord Ovest

Centro Nord

poco (voti 4-5)

64%

Totale

Nord Est

(non sa, non indica)

52%

61%

68%

66%

10%

12%

19%

per niente (voti 1-3)

10%

10%

11%

12%

20%

18%

7%

10%

12%

11%

8%

16%

9%

8%
26
Secondo lei l’Italia deve mantenere il reato di clandestinità fra le
sue leggi?
Analisi per aree geopolitiche
sì, deve mantenerlo

(non sa, non indica)

no, deve abolirlo

totale

50%

42%

nord ovest

51%

43%

53%

nord est

40%

centro nord

51%

40%

centro sud

52%

41%

sud e isole

42%

48%
27
Che cosa abbiamo imparato dagli immigrati
PER ENERGIA, CORAGGIO E DETERMINAZIONE GLI IMMIGRATI SEMBRANO A
VOLTE RAPPRESENTARE CIÒ CHE GLI ITALIANI NON SONO PIÙ
La sensazione di vivere in un paese che ha perso slancio ed entusiasmo e che non riesce a
dare risposte alla crisi che stiamo attraversando è molto diffusa tra gli intervistati; al
contrario, la storia che gli immigrati hanno alle spalle testimonia una capacità di reazione
alle difficoltà che gli italiani hanno perso per strada.

 Questo atteggiamento positivo verso la vita si
riflette anche in una maggiore propensione a
godere e accontentarsi di quello che si ha.
 La maggioranza degli intervistati pensa che
molti immigrati regolari dal canto loro abbiano
guadagnato, oltre che il benessere economico,
la possibilità di sperimentare la democrazia e la
pace.

28
In generale, a suo parere gli immigrati presenti in Italia rappresentano più
una risorsa o una minaccia per i cittadini italiani?
Analisi per aree geopolitiche
Una risorsa

61%

Totale

Una minaccia

28%

63%

Nord Ovest

Nord Est

(non sa, non indica)

51%

24%

34%

Centro Nord

60%

29%

Centro Sud

61%

30%

Sud e Isole

64%

27%
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L’immigrazione straniera: opportunità, risorse, problemi

  • 1. L’immigrazione straniera: opportunità, risorse, problemi Convegno «Il lavoro è cittadinanza» 12 novembre 2013, Milano
  • 3. Fase qualitativa Sono stati effettuati 4 focus group a ciascuno dei quali hanno partecipato 10 individui – 5 uomini e 5 donne – di età compresa tra 20 e 65 anni, misti per livello d’istruzione e ceto sociale, selezionati in base alle seguenti caratteristiche: Un gruppo a Milano con cittadini politicamente orientati al centro/centrodestra, di cui 7 professionalmente attivi e distribuiti tra le varie tipologie di lavoro dipendente, 3 in condizione non professionale (pensionati, casalinghe, studenti). Un gruppo a Roma con cittadini politicamente orientati a sinistra/centrosinistra, di cui 7 professionalmente attivi e distribuiti tra le varie tipologie di lavoro dipendente, 3 in condizione non professionale (pensionati, casalinghe, studenti). Un gruppo a Napoli con cittadini politicamente astensionisti o che avevano votato il Movimento 5 Stelle nelle scorse elezioni politiche; 7 professionalmente attivi e distribuiti tra le varie tipologie di lavoro dipendente, 3 in condizione non professionale (pensionati, casalinghe, studenti). Un gruppo a Verona con lavoratori autonomi: commercianti, artigiani, piccoli imprenditori, consulenti d’azienda. Le riunioni di gruppo hanno avuto una durata di 2 ore circa e sono state tenute nelle serate tra il 23 e il 25 ottobre dell’anno in corso. 3
  • 4. Fase quantitativa Universo di riferimento: Individui residenti in Italia dai 18 anni in su in famiglie con telefono fisso (circa 49.000.000 individui). Campione: stratificato e casuale, selezionato in base a quote per sesso, età, titolo di studio, condizione occupazionale, e zona di residenza Metodologia: interviste telefoniche assistite da computer (CATI) Nr. Interviste eseguite: 1.000 casi Data di esecuzione interviste: 5/6 novembre 2013 Margine di errore statistico: compreso tra +/- 0,6% e +/- 3,1% 4
  • 7. Quanti sono gli immigrati in Italia IN GENERALE SI TENDE A SOPRAVVALUTARE LA DIMENSIONE QUANTITATIVA DELL’IMMIGRAZIONE Pur se pochi azzardano cifre precise, prevale l’impressione che gli immigrati in Italia siano una quota consistente della popolazione, quota ritenuta eccessiva …  rispetto alle opportunità di lavoro, che si sono ulteriormente ristrette con la crisi  rispetto alle capacità organizzative e di gestione del fenomeno da parte degli organi statali preposti Non solo vengono sovrastimate le cifre degli immigrati regolari, ma si pensa che i clandestini presenti sul territorio siano in numero uguale o addirittura superiore. La sovrastima quantitativa dell’immigrazione, in particolare di quella clandestina, è determinata anche dalla maggiore visibilità dei non occupati …  quando si parla delle dimensioni del fenomeno, generalmente si assume come criterio il numero di immigrati che si incontrano per strada senza un’occupazione chiaramente definibile in ore in cui i cittadini sono generalmente al lavoro 7
  • 8. Italia – Europa L’IMPRESSIONE COMUNE È CHE L’ITALIA SIA LASCIATA SOLA AD AFFRONTARE IL PROBLEMA DEI CLANDESTINI CHE DOVREBBE INVECE COINVOLGERE TUTTA L’UNIONE EUROPEA Il fenomeno immigrazione tocca infatti tutti i paesi europei …  da un lato perché molti immigrati che arrivano qui intendono proseguire verso altri paesi  dall’altro perché in una logica autenticamente comunitaria l’Italia andrebbe considerata come una frontiera europea e non solo nazionale 8
  • 9. L’Unione Europea sta scaricando sull’Italia la soluzione del problema della clandestinità, evitando di occuparsene come dovrebbe – grado di accordo Analisi per aree geopolitiche molto (voti 8-10) abbastanza (voti 6-7) Totale 48% Nord Ovest (non sa, non indica) 48% Centro Nord 17% Centro Sud 44% Sud e Isole 44% 12% 18% 15% 21% 16% 19% 52% per niente (voti 1-3) 13% 20% 54% Nord Est poco (voti 4-5) 14% 13% 8% 13% 13% 12% 27% 23% 27% 9
  • 10. 2 L’immigrazione straniera: un costo o una risorsa? 10
  • 11. Contributi e costi dell’immigrazione IN PRIMA BATTUTA PREVALE L’IDEA CHE GLI IMMIGRATI SIANO SOPRATTUTTO UN COSTO ECONOMICO; SOLO IN SEGUITO SI ARRIVA A RICONOSCERE CHE SONO ANCHE UNA RISORSA Ancora un volta si pensa innanzi tutto al fenomeno della clandestinità e ai costi a fondo perduto per la prima accoglienza e l’assistenza sanitaria.  Qualcuno però introduce da subito una distinzione tra clandestini e regolari definendo «i primi solo un costo e gli altri una ricchezza» Tra gli intervistati politicamente orientati a destra e gli imprenditori c’è chi ritiene che il saldo tra i contributi versati dagli immigrati forniti di permesso di soggiorno e il costo delle prestazioni sociali di cui usufruiscono comporti un deficit per il bilancio pubblico perché una parte del loro reddito è spesso in nero. Da un punto di vista strettamente economico, si pensa che neppure gli immigrati assunti con regolare contratto di lavoro rappresentino un risorsa: spendono poco nel nostro paese per trasferire gran parte dei loro introiti alle famiglie di origine. Gli immigrati rappresentano invece una risorsa …  dal punto di vista contributivo, poiché i loro versamenti finanziano le pensioni degli anziani italiani  dal punto di vista demografico, perché contrastano il rischio di un paese sempre più vecchio e a crescita zero 11
  • 12. Immigrati e italiani: c’è concorrenza sul lavoro? MALGRADO LA CRISI, GLI IMMIGRATI SEMBRANO SVOLGERE LAVORI CHE GLI ITALIANI CONTINUANO A RIFIUTARE, ANCHE SE ALCUNI SEGNALI FANNO PENSARE CHE QUESTA TENDENZA POTREBBE INVERTIRSI NEL FUTURO Nessuno dubita del fatto che nel passato gli immigrati siano andati a ricoprire posti di lavoro a cui gli italiani si sottraevano: per quanto riguarda lavori manuali in agricoltura, nell’industria manifatturiera, nell’edilizia e nell’assistenza alla persona in ambiente domestico o ospedaliero, la presenza degli immigrati è apparsa in costante crescita nel corso degli anni. Da questo punto di vista gli immigrati hanno sicuramente rappresentato una risorsa non solo per i privati cittadini ma anche per gli imprenditori locali che altrimenti non avrebbero trovato manodopera. E’ noto che gli immigrati, specie se irregolari, sono disposti ad accettare paghe e condizioni di lavoro meno favorevoli: non si ritiene però che questo abbia finora avuto ripercussioni negative per gli italiani. Per due motivi:  si attribuisce alla crisi la responsabilità del fatto che chi non ha lavoro spesso è costretto ad accettare qualunque cosa;  e soprattutto su questi posti di lavoro non c’è concorrenza perché gli italiani non li prendono neanche in considerazione Tuttavia nell’ultimo periodo, per effetto del perdurare della crisi, si teme che si possa generare una concorrenza tra lavoratori italiani e stranieri per l’accesso a posti di lavoro non qualificati  con pochissime eccezioni, non ci sono evidenze del fatto che questo rappresenti una tendenza già in atto, ma molti prevedono che si verificherà. 12
  • 13. I problemi: la concorrenza nei servizi sociali NELLE CITTÀ DEL NORD SI LAMENTA LA COMPETIZIONE TRA ITALIANI E IMMIGRATI NELL’ACCESSO AI SERVIZI SOCIALI, IN PARTICOLARE SANITÀ, ISTRUZIONE E CASE POPOLARI  Per gli intervistati di Verona, questo è il principale problema provocato dall’immigrazione, mentre a Roma e Napoli è ritenuto meno rilevante, ma solo perché la situazione dei servizi è considerata insoddisfacente per tutti.  Queste osservazione convivono con la consapevolezza che effettivamente gli immigrati sopportano in media condizioni di vita più disagiate e hanno quindi formalmente più diritto ad usufruire di servizi gratuiti; tuttavia, anche alla luce dell’attuale crisi economica, il vissuto non sempre esplicito di molti intervistati è che gli Italiani vengano così deprivati di un diritto. 13
  • 14. L’immagine dello straniero lavoratore dipendente E’ DELINEATA TUTTA IN POSITIVO Anche se dell’immigrazione la maggioranza individua diversi aspetti problematici, la prospettiva si rovescia quando l’attenzione si concentra sulla figura dell’immigrato lavoratore, descritto in termini molto favorevoli:  Se ne apprezza innanzi tutto la disponibilità a collaborare anche al di fuori delle proprie mansioni;  Se ne sottolinea la dedizione al lavoro, la serietà e la motivazione, che spesso sarebbero superiori a quelle degli italiani;  Se ne segnalano l’onestà e la correttezza. Nelle città dove c’è una maggiore familiarità con la fabbrica (Verona, Milano) il rapporto degli immigrati con i colleghi di lavoro italiani è descritto in termini molto positivi.  A Napoli prevale invece l’idea che nelle fabbriche del Nord gli immigrati vengano discriminati, in maniera non diversa da quanto accadeva ai meridionali negli anni ’60. 14
  • 15. L’immagine degli imprenditori immigrati DIVERSAMENTE DAL LAVORATORE DIPENDENTE STRANIERO, L’IMMAGINE DELL’IMPRENDITORE IMMIGRATO È DELINEATA CON LUCI E OMBRE. In positivo gli imprenditori stranieri rappresentano un modello di superare le difficoltà e migliorare la propria posizione. determinazione e coraggio nel Invece la qualità dei servizi offerti è valutata in modo difforme nelle città considerate:  a Roma e Napoli il giudizio è mediamente favorevole, soprattutto sul rapporto qualità prezzo  a Milano e Verona prevalgono le perplessità Su un punto i pareri sono concordi: gli imprenditori immigrati sono spesso carenti nel rispetto delle regole  assumendo in nero connazionali pagati poco e costretti ad orari prolungati  evadendo il fisco, non emettendo fatture e scontrini, non dichiarando i loro guadagni  non rispettando le regole della sicurezza La ragione per cui gli imprenditori immigrati non rispettano le regole si deve, secondo alcuni, al fatto che si preoccupano meno delle sanzioni perché hanno meno da perdere  Inoltre molti imprenditori stranieri non avrebbero una prospettiva di lungo termine, puntando a guadagnare il più possibile nel minor tempo: da questo punto di vista sembrerebbero avere una mentalità poco imprenditoriale 15
  • 16. Gli immigrati sono una risorsa irrinunciabile per la nostra economia – grado di accordo Analisi per aree geopolitiche molto (voti 8-10) Totale abbastanza (voti 6-7) (non sa, non indica) 24% Nord Ovest 22% Nord Est 30% 22% Centro Nord Centro Sud Sud e Isole 24% 27% 29% 22% 17% 13% 30% 21% 22% 32% 29% per niente (voti 1-3) 17% 32% 43% 29% 24% poco (voti 4-5) 26% 29% 12% 18% 16
  • 17. IRPEF, INPS e immigrati IL CONTRIBUTO DEGLI IMMIGRATI NEL PAGAMENTO DI IRPEF E INPS È IN GENERALE SOTTOVALUTATO POICHÉ SI PRESUME CHE LA QUOTA DI IRREGOLARI SUL TOTALE DEGLI OCCUPATI SIA PREDOMINANTE Non si esclude che la somma globale delle imposte sul reddito pagate dagli immigrati sia consistente; tuttavia si tratterebbe di una cifra inferiore a quanto sarebbe dovuto se tutti i lavoratori e gli imprenditori immigrati fossero in regola. Suscita stupore l’informazione fornita nel corso degli incontri di gruppo - ricavata da uno studio della Fondazione Leone Moressa - che stima in 87 milioni di euro la perdita per il fisco in seguito alla partenza di molti lavoratori stranieri  È molto di più di quanto si sarebbe potuto immaginare  Indirettamente suggerisce a molti l’idea che la quota di immigrati in regola sia superiore a quanto ipotizzato in un primo tempo 17
  • 18. IRPEF, INPS e immigrati  Alcuni intervistati si mostrano scettici sulla fondatezza di questa cifra, ritenuta in contrasto con quanto si sa intorno alla diffusione dell’evasione fiscale e contributiva fra gli immigrati  Altri ritengono che la perdita di 87 milioni sopportata dal fisco sia dovuta al licenziamento di lavoratori in esubero e che da questo punto di vista sia del tutto irrilevante il loro status di immigrati o di italiani Più credibili sembrano invece i vantaggi dell’INPS, che incassa i contributi senza erogare le pensioni a quei lavoratori migranti che decidono di tornare nel loro paese prima di avere raggiunto il minimo.  Ad alcuni il fenomeno era noto e conferma l’idea che gli immigrati, essendo una popolazione giovane, contribuiscono in misura decisiva a pagare le pensioni degli italiani 18
  • 19. La partecipazione degli immigrati regolari alle finanze del nostro paese attraverso tasse e contributi INPS è molto importante – grado di accordo Analisi per aree geopolitiche molto (voti 8-10) Totale abbastanza (voti 6-7) (non sa, non indica) poco (voti 4-5) 55% Nord Ovest 53% Nord Est 25% 54% Centro Sud Sud e Isole 15% 30% 23% 29% 5% 3% 9% 17% 57% 48% 13% 28% 65% Centro Nord per niente (voti 1-3) 7% 10% 6% 13% 6% 16% 5% 19
  • 20. Immigrati che se ne vanno QUASI NESSUNO IMMAGINAVA CHE FOSSE IN ATTO UN CONSISTENTE RIENTRO DI IMMIGRATI NEI PAESI DI ORIGINE Anche in questo caso i dati diffusi dalla fondazione Leone Moressa risultano abbastanza sorprendenti, essendo quasi tutti convinti del costante aumento dei flussi.  Da un lato sembra un’ulteriore prova della gravità della crisi attuale; dall’altro non si esclude che alcuni dei lavoratori siano scomparsi dalle statistiche non perché rientrati in patria ma perché passati al lavoro nero Il quadro delineato, a parere di molti, rispecchia fedelmente lo stato attuale dell’economia italiana, che ha subito un crollo nell’edilizia e nel manifatturiero  L’aumento delle lavoratrici domestiche e delle badanti non viene considerato un fattore del tutto positivo, evidenziando uno spostamento del lavoro dalla produzione ai servizi alla persona 20
  • 21. Molti immigrati con la crisi stanno lasciando l’Italia e tornando ai loro paesi – grado di accordo Analisi per aree geopolitiche molto (voti 8-10) abbastanza (voti 6-7) (non sa, non indica) Totale 37% 26% Nord Ovest 37% poco (voti 4-5) 27% Nord Est 40% Centro Nord 39% Centro Sud 35% Sud e Isole 35% 21% 22% 26% 24% 13% 11% 24% 16% 31% 24% per niente (voti 1-3) 18% 22% 22% 9% 11% 16% 21
  • 22. 3 L’immigrazione e le relazioni sociali 22
  • 23. Le occasioni di scambio fra italiani e immigrati QUANDO DALLE CONSIDERAZIONI SULL’IMMIGRAZIONE IN GENERALE SI PASSA AL PIANO DELLE ESPERIENZE QUOTIDIANE, MOLTI PREGIUDIZI E MOLTE DIFFIDENZE SI ATTENUANO, TALVOLTA FINO A SVANIRE Gli ambiti del lavoro e dell’istruzione forniscono le principali occasioni d’incontro tra italiani e immigrati.  Chi ha avuto occasione di avere colleghi di lavoro, dipendenti o compagni di studi di origine straniera ha spesso instaurato relazioni personali di autentico scambio  Capita più raramente di fare conoscenza in contesti non professionali o non legati allo studio; ancora meno frequenti sono le relazioni che investono la sfera del tempo libero. Si può dire che le condizioni che facilitano il rapporto con gli immigrati sembrano essere le stesse che facilitano i rapporti interpersonali in generale: la giovane età, l’inserimento in contesti sociali lavorativi o di studio, la conoscenza delle lingue straniere, la consuetudine a viaggiare e l’avere soggiornato all’estero. 23
  • 24. Come l’immigrazione ha inciso sullo stile di vita degli italiani IL CONFRONTO CON CULTURE MOLTO DIVERSE DALLA NOSTRA HA PRODOTTO EFFETTI RITENUTI QUASI SEMPRE POSITIVI Rispetto ai padri e ai nonni ci si sente «più aperti mentalmente» e più consapevoli «del fatto che il mondo non finisce in Italia»; si prevede che le generazioni dei figli non si porranno più il problema dell’immigrazione, perché la società in cui vivranno sarà compiutamente multietnica e multiculturale. Sul piano pratico e nel quotidiano questa maggiore apertura ha spinto gli italiani  a sperimentare e apprezzare cucine diverse, aspetto non irrilevante in un paese dove il cibo gode di grande considerazione e lo sciovinismo culinario è piuttosto radicato  a conoscere meglio la geografia e la storia di altri paesi  a studiare altre lingue, approcciando per questa via culture diverse e lontane dalla nostra 24
  • 25. E’ positivo che gli immigrati ci abbiano fatto conoscere nuovi cibi, culture, comportamenti – grado di accordo Analisi per aree geopolitiche molto (voti 8-10) abbastanza (voti 6-7) 46% Totale Nord Ovest Nord Est Sud e Isole poco (voti 4-5) 26% 37% 46% 23% 17% 51% 22% 16% 12% 10% 11% 9% 34% 19% 10% 9% 21% 56% 45% per niente (voti 1-3) 17% 30% Centro Nord Centro Sud (non sa, non indica) 18% 11% 25
  • 26. Lei quanto sarebbe d'accordo ad estendere la cittadinanza italiana ai figli di immigrati stranieri nati nel nostro Paese? Analisi per aree geopolitiche molto (voti 8-10) abbastanza (voti 6-7) Centro Sud Sud e Isole 15% 67% Nord Ovest Centro Nord poco (voti 4-5) 64% Totale Nord Est (non sa, non indica) 52% 61% 68% 66% 10% 12% 19% per niente (voti 1-3) 10% 10% 11% 12% 20% 18% 7% 10% 12% 11% 8% 16% 9% 8% 26
  • 27. Secondo lei l’Italia deve mantenere il reato di clandestinità fra le sue leggi? Analisi per aree geopolitiche sì, deve mantenerlo (non sa, non indica) no, deve abolirlo totale 50% 42% nord ovest 51% 43% 53% nord est 40% centro nord 51% 40% centro sud 52% 41% sud e isole 42% 48% 27
  • 28. Che cosa abbiamo imparato dagli immigrati PER ENERGIA, CORAGGIO E DETERMINAZIONE GLI IMMIGRATI SEMBRANO A VOLTE RAPPRESENTARE CIÒ CHE GLI ITALIANI NON SONO PIÙ La sensazione di vivere in un paese che ha perso slancio ed entusiasmo e che non riesce a dare risposte alla crisi che stiamo attraversando è molto diffusa tra gli intervistati; al contrario, la storia che gli immigrati hanno alle spalle testimonia una capacità di reazione alle difficoltà che gli italiani hanno perso per strada.  Questo atteggiamento positivo verso la vita si riflette anche in una maggiore propensione a godere e accontentarsi di quello che si ha.  La maggioranza degli intervistati pensa che molti immigrati regolari dal canto loro abbiano guadagnato, oltre che il benessere economico, la possibilità di sperimentare la democrazia e la pace. 28
  • 29. In generale, a suo parere gli immigrati presenti in Italia rappresentano più una risorsa o una minaccia per i cittadini italiani? Analisi per aree geopolitiche Una risorsa 61% Totale Una minaccia 28% 63% Nord Ovest Nord Est (non sa, non indica) 51% 24% 34% Centro Nord 60% 29% Centro Sud 61% 30% Sud e Isole 64% 27% 29