2. Salone d’Impresa Survey “Le Imprese Liquide” maggio 2012
Salone d’Impresa Survey “Le
Imprese Liquide” maggio
2012
Salone d’Impresa ha condotto una ricerca finalizzata ad individuare un panel di aziende del Veneto
che nel periodo 2008-2012 sono cresciute in termini di fatturato, di mercati, di dipendenti, di
prodotti.
L’obiettivo dichiarato della Ricerca è stato quello di individuare ed intervistare (nel periodo
novembre 2011-aprile 2012) 20 aziende che, per i tassi di crescita (nei fatturati, nei dipendenti,
nei mercati) registrati, avessero un modello di sviluppo diverso (ed in questo caso definito “liquido”)
di crescita: cercando di cogliere/scoprire non come avessero reagito alla crisi ma come si fossero
strutturate per reggere ai mercati sempre più inquieti e caotici.
L’approccio non è stato dunque di tipo quantitativo bensì qualitativo e, per talune parti, anche
antropologico, perché ha avuto il significato di “andare alla ricerca” di imprese (di dimensioni
piccole e piccole-medie) che stessero crescendo andando controcorrente rispetto al sistema italiano,
europeo e mondiale.
L’analogia è stata quella di analizzare gli scritti di Zygmunt Baumann che, in Vita Liquida, scrive
“Una sociètà può essere definita “liquido-moderna” se le situazioni in cui agiscono gli uomini si
modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. […]
In una società liquido-moderna gli individui non possono concretizzare i propri risultati in beni duraturi:
in un attimo, infatti, le attività si traducono in passività e le capacità in incapacità. Le condizioni in cui si
opera e le strategie formulate in risposta a tali condizioni invecchiano rapidamente e diventano obsolete
prima che gli attori abbiano avuto una qualche possibilità di apprenderle correttamente. E’ incauto
dunque trarre lezioni dall’esperienza e fare affidamento sulle strategie e le tattiche utilizzate con
successo in passato: anche se qualcosa ha funzionato, le circostanze cambiano in fretta e in modo
imprevisto (e, forse, imprevedibile). Provare a capire come andrà in futuro sulla base di esperienze
pregresse diventa sempre più azzardato e sin troppo fuorviante. Fare ipotesi attendibili diventa via via
più difficile, e le previsioni infallibili sono ormai fuori dal mondo: le variabili dell’equazione sono tutte,
o quasi, incognite e non esistono stime delle loro tendenze future che si possano considerare
completamente e realmente affidabili” (“Vita Liquida”, pp. VII-VIII, 2005)
Parimenti le imprese possono dunque essere definite liquide utilizzando lo schema proposto da
Baumann fatto cioè di:
1. Capacità di modificarsi
2. Capacità di creare nuove strategie e nuove condizioni di mercato
Questi driver dunque sono stati i fattori veri di ricerca, ovvero cogliere e capire dalla viva voce dei
protagonisti (imprenditori e responsabili) quali sono fossero i fattori liquidi della loro realtà
aziendale e, di conseguenza, quali fossero i risultati riportati.
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Settori considerati ed imprese
analizzate
Le imprese analizzate appartengono ai principali settori manifatturieri ed agroalimentari.
Le aziende sono:
1. Angeloni srl di Quarto d’Altino (Ve) Prodotto principale: prodotti in carbonio
2. App Tech di Mestrino (Pd) Prodotto principale: Cerchi in lega
3. BFT spa di Schio (Vi) Prodotto principale: cancelli automatici
4. Contarini spa di Vazzola (Tv) Prodotto principale: Prosecco
5. Design & Consulting srl di Noale (Ve) Prodotto principale: progettazione prodotti e macchinari
6. E-Group srl di Biadene di Montebelluna (Tv) Prodotto principale: capi di abbigliamento tecnico
sportivo e fashion-luxury
7. European Industrial Engineering srl di Venezia Mestre Prodotto principale: telescopi
8. F.I.V.E. srl di Martellago (Ve) Prodotto principale: etichette
9. Garbellotto spa di Conegliano Veneto (Tv) Prodotto principale: botti
10. Gruppo Novello di Pianiga (Ve) Prodotto principale: costruzioni elettriche
11. Gruppo SME di Cessalto (Tv) Prodotto principale: prodotti per la casa
12. Img spa di Riese Pio X (Tv) Prodotto principale: perni e boccole destinati alla produzione di
catene per macchine movimento terra
13. Italneon srl di Villorba (Tv) Prodotto principale: insegne luminose
14. Italfile srl di Creazzo (Vi) Prodotto principale: telecomandi
15. Lavina Costruzioni srl di (Bl) Prodotto principale: costruzioni edili
16. Pasta Zara spa di Riese Pio X (Tv) Prodotto principale: pasta
17. Pegoraro Gas Technologies srl di Vicenza Prodotto principale: Apparecchiature ed Impianti
per il gas
18. Rigoni di Asiago spa di Asiago (Vi) Prodotto principale: marmellate
19. Saiv spa di Vicenza Prodotto principale: Infrastrutture e servizi di data center
20. Texa spa di Monastier (Tv) Prodotto principale: strumenti di autodiagnosi per macchine e
camion
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Aree di indagine nell’incontro
in azienda
Le aree di indagine erano rivolte:
Al percorso strategico intrapreso
Ai mercati raggiunti
Ai prodotti/servizi offerti
Le domande (tutte di tipo aperto) erano:
1. Descrivetemi la vs. storia in breve
2. Cosa avete fatto in questi ultimi 4 anni di diverso rispetto al passato?
3. Cosa avete deciso di non perseguire?
4. Quali sono stati i fattori su cui avete basato la vs. crescita?
Le principali risultanze:
1. Descrivetemi la vs. Le aziende hanno settori e storie assolutamente diverse. Dalla
storia in breve Garbellotto spa (azienda di 200 anni di storia) all’Italfile srl start up
vicentina passando per IMG spa e Pasta Zara spa di 50 anni. Ciò che
emerso è stato il ruolo imprenditoriale e le formule “a grappolo” nel
passaggio generazionale
2. Cosa avete fatto in Tutte le aziende hanno dichiarato, in realtà, di aver proseguito su una
questi ultimi 4 anni di strada che avevano imboccato anni or sono: quella della forte
diverso rispetto al attenzione al cliente ed ai suoi bisogni espressi o inespressi.
passato? Studiando ed anticipando i cambiamenti epocali e rivoluzionari (ad es.
la Texa ha introdotto l’elettronica nei suoi strumenti di diagnosi)
Mutando radicalmente talora anche il portafoglio prodotti/clienti.
Perseguendo strategie di alleanze con i competitori oppure con grandi
e piccoli clienti
Talune hanno intrapreso una strada di forte e profonda
internazionalizzazione; talaltre invece si sono radicate profondamente
nel territorio del Nord Est (ad esempio Gruppo SME) dall’arrivo di
grandi competitor
3. Cosa avete deciso di La finanza creativa o, meglio, facendo investimenti propri e non con
non perseguire? fondi di terzi.
La quotazione in Borsa come ricorso ad importanti capitali
4. Quali sono stati i Le persone dello staff come risorse chiave
fattori su cui avete I clienti
basato la vs. crescita? Le tecnologie
Pochi principi aziendali
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Il Modello emergente
dell’Impresa Liquida
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Il Percorso Strategico:
Le Imprese analizzate ed intervistate hanno avuto percorsi strategici ovviamente molto differenti.
Le più grandi hanno dovuto sopporto rare una concorrenza interna molto forte (ad es. Gruppo SME con la
presenza di competitor in Veneto) oppure esterna altrettanto forte (Pasta Zara) mentre le più piccole hanno
operato secondo logiche di ricerca di nicchie e di nuovi mercati.
Talune (come Italenon srl) hanno cambiato modello di business, altre (Italfile srl) hanno creato ex novo un
nuovo modello di business
I Mercati raggiunti:
Anche su questo fattore le risposte sono state molto differenti le une dalle altre.
Talune (e non sempre con la logica della dimensione) hanno internazionalizzato in paesi importanti (BRIC)
oppure meno conosciuti e battuti dalla competizione (ad es. SAIV Spa ha toccato l’Algeria e l’ Arabia) altre
invece si sono radicate profondamente nel territorio del Nord Est (Design & Consulting, Gruppo SME).
I Prodotti/Servizi offerti:
Talune imprese hanno diversificato radicalmente gamma di prodotti (IMG Spa e Italneon per esempio)
affiancandosi ai clienti per fornire nuove soluzioni sia tecniche che realizzative, Altre invece hanno proseguito
nell’approfondimento di gamma dei prodotti già esistenti (Contarini spa, Lavina srl, Garbellotto spa,)
I Fattori critici di successo:
Per tutti direi l’attenzione alle richieste (espresse o meno) del cliente spostandosi sulla catena del valore al
fine di accorciare i tempi di produzione e di consegna senza creare scorte.
Inoltre la creazione di squadre di lavoro ovvero un team forte e coeso a fianco dell’imprenditore
Conclusioni. Verso un nuovo modello di piccola-media impresa
Cosa c’è di nuovo rispetto a quello che sempre si dice sulla piccola e media impresa: cioè è veloce,
elastica, ha poche persone ma si adatta rapidamente alle esigenze del cliente? Dall’analisi delle venti
imprese emergono con forza:
1- nuove specifiche tipologie di impresa;
2- nuove configurazioni di piccola e media impresa;
3- nuove regole per la crescita delle piccole e medie imprese.
1- Per quanto concerne le nuove tipologie di impresa intendiamo evidenziare:
a) l’impresa “specializzata” (App Tech srl, BFT Spa, Contarini spa, E-Group srl, FIVE Srl, Garbellotto spa, IMG
Spa, Italfile srl, Pasta Zara spa, Rigoni di Asiago spa, SAIV Spa) che rappresenta un percorso evolutivo di
profondità di prodotti e di servizi;
b) l’impresa “plurispecializzata” (Angeloni srl, Design & Consulting srl, Gruppo SME, Italneon srl, Lavina
Costruzioni srl, Pegoraro Gas Technologies srl, Texa spa) che hanno prodotti e servizi diversi a seconda
delle tipologie di clienti seguiti;
c) l’impresa “a rete” (European Industrial Engineering srl, Gruppo Novello) che si interconnettono con diverse
realtà internazionali commerciali e logistico-produttive.
2- Per quanto concerne le nuove configurazioni di piccola e media impresa, dall’analisi dei casi possiamo
dire che comprendono numerosi aspetti (vedi Tavola I di sintesi);
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a- la visione strategica: si sta sempre più passando ad uno sguardo oltre il breve periodo, ovvero verso i tre
anni con una forte attenzione a tutti i segnali quotidiani;
b- il ruolo dell’imprenditore: la successione generazionale è avvenuta in talune aziende (citiamo solo a titolo
d’esempio tra le altre Italneon, Contarini, Pasta Zara, IMG) che hanno cambiato profondamente la figura
dell’imprenditore. I figli hanno cambiato il ruolo dell’imprenditore rispetto ai loro genitori. I caratteri
essenziali dei “nuovi” imprenditori sono:
“giocatori di squadra” questo perché vi è
A- la Molteplicità: dall’imprenditore unico si è passati – grazie ad una compiuta evoluzione aziendale –
a 2, 3, 4 o addirittura 5 figli
B- La specializzazione: mentre il padre conosceva tutto dell’impresa, i figli si specializzano in singole
aree di competenza
C- L’integrazione: i figli si integrano rapidamente. Sono abituati a dialogare tra loro ed a lavorare in
fiducia e flessibilità di ruoli
“partecipativi”
I figli sono ormai cresciuti e sono divenuti la 2^ o la 3^ generazione al comando. Hanno una cultura di
base molto spesso universitaria (prevalentemente economia o ingegneria) talvolta supportata da
master in business administration e sono abituati, in modo naturale, a dialogare, a confrontarsi tra
loro e con i collaboratori
“aperti ed estesi”
Proprio perché laureati, i nuovi imprenditori sono portati al dialogo con le università ed il mondo
della ricerca
“innovativi”
La nuova generazione dialoga ed opera – a differenza della generazione precedente – in modo
naturale con le nuove tecnologie
basati sul tempo. Il tempo dedicato al lavoro da parte delle nuove generazioni è sempre minore di
quello delle generazioni precedenti, anche perché lo sforzo accomunato di 2 e 3 o 4 figli risulta essere
sempre maggiore di quello di un unico padre. Ma soprattutto le nuove generazioni sono sempre più
attente al tempo (e alla qualità della vita).
basati sul rischio. Le nuove generazioni al comando sono costituite da persone che hanno tra i 40 ed i
50 anni di età e sviluppano nuove business idea o nuove attività (commerciali, produttive, di prodotti,
ecc.) con tecniche manageriali (business plan) o partner esterni (consulenti, merchant bank) che
rappresentano dei rischi ma rappresentano – di fatto - la crescita presente o prossima dell’impresa da
piccola ad una maggiore dimensione.
c- lo stile di leadership dell’imprenditore: sempre più abituato al dialogo, al confronto, alla comunicazione e
alla condivisione di idee, progetti, soluzioni;
d- l’orientamento alla crescita: la crescita è progettata, spesso insieme ai clienti, ed a piccoli passi;
e- l’orientamento al cliente: il rapporto con il cliente è sempre cruciale, con una logica personalizzata e poco
massificata;
f- l’organizzazione interna: è piatta, reattiva, informale ed orientata ai processi;
g- l’orientamento all’internazionalizzazione: presenza su più paesi esteri con diverse forme organizzative;
h- l’orientamento all’innovazione: collaborazione interna ed esterna per avere nuovi prodotti o processi;
i- l’orientamento alla Società: sempre più orientata ad una logica di scambio di conoscenza con Università,
Parchi Scientifici, Centri di Ricerca, Enti Pubblici, Mass Media.
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Tavola 1. Le principali caratteristiche delle piccole e medie imprese analizzate
Aspetti Caratteristiche
a- la visione strategica Da breve a breve-medio periodo
b- il ruolo dell’imprenditore Da interno ad esterno
Da “centro di potere” a “team manager”
Da paron1 a ingegnere
c- lo stile di leadership Da autoritario ad autorevole, partecipativo e
dell’imprenditore comunicativo
Dal fare al progettare
d- l’orientamento alla crescita Crescita su progetti definiti e sulla soddisfazione del
cliente, oltrechè a quella economica
e- l’orientamento al cliente Logica della personalizzazione (rapporto one to one) e
della rapidità per la soddisfazione delle esigenze del
cliente
f- l’organizzazione interna Piatta, flessibile e veloce, incentrata sui processi con
relazioni informali, orientata al cliente
g- l’orientamento all’internazionaliz- Da locale ad internazionale
zazione
h- l’orientamento all’innovazione Prodotti e processi
i- l’orientamento alla Società Apertura a scambi e ricerche con Università, Parchi
Scientifici, Centri di Ricerca nazionali ed internazionali,
Enti Pubblici, con Mass Media
3- Per quanto riguarda le nuove regole per la crescita delle piccole e medie imprese, possiamo
schematicamente segnalare:
a) la forza dello sciame: la pmi deve continuare a “cercare” insieme alle altre opportunità e vincoli
presenti nella “rete” del mercato globale, rete che non ha centro, né orbita, né certezza in una
complessità caotica2 e tutto ciò imprime nuove forze ai soggetti decentrati;
b) la velocità dell’interconnessione: la pmi proiettata nel mercato globale si interconnette facilmente con
nodi, agenzie, centri che distribuiscono non solo prodotti o servizi, ma anche informazioni e conoscenza.
Interconnettersi significa dunque proseguire nella velocità neuronale delle reti sempre più estese ma
anche sempre più pregne di opportunità;
c) il sistema liquido: la pmi è, per definizione, un sistema aperto ed interconnesso alla velocità del mercato
nel quale opera. Deve continuare a mantenere questa apertura di “fonti sorgenti”, poiché ciò le imprime
velocità continua ma, soprattutto, mantiene l’attenzione al mercato (di informazioni, di prodotti, di servizi,
di tecnologie, di conoscenze) senza rinchiudersi in un (eventuale) vantaggio competitivo “volatile”;
d) la comunicazione “emotiva”: la pmi deve sviluppare la capacità emotiva di cogliere le tecnologie più
potenti (Internet in primis) per intensificare, moltiplicare e sviluppare relazioni di tutti i tipi;
e) il modello “a grappolo”: la forza del gruppo imprenditoriale è quella di avere più componenti fidati,
conosciuti, specializzati, zippati nel tempo e nello spazio.
1
Paron è un termine veneto con il quale si designa la figura ed il carattere dell’imprenditore. Letteralmente significa
“padrone”.
2
La rete come forza per la decentralizzazione è un concetto espresso da K. Kelly in “Nuove regole per un nuovo
mondo”, 1999, Ponte alle Grazie, Milano.
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