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ESPOSTO DENUNCIA


                                                                   Alla Procura della Repubblica di Napoli
                                                                     Gent. Mo Dottor Giovanni Colangelo


                                                         Alla Procura della Corte dei Conti della Campania
                                                                       Gent. Mo Dottor Tommaso Cottone




Il sottoscritto Crescenzio Rivellini espone e denuncia quanto segue:


Il progetto di Città della Scienza a Bagnoli nasce nell’ambito degli studi volti alla redazione del
Preliminare di Piano , strumento urbanistico di indirizzo varato dalla giunta Lezzi (PSI) nel gennaio
1988 e redatto da un Comitato Tecnico Scientifico .


Il preliminare individua tra le strategie la ricostruzione della base economica urbana e per attuarla il
progetto-obiettivo “parchi scientifici e tecnologici”. Tale progetto viene delineato in base ad uno
studio redatto a supporto del Preliminare dal titolo “Progetto di sviluppo per la realizzazione di un
Parco scientifico e Tecnologico a Napoli”.Lo studio viene redatto a cura di un gruppo di lavoro di cui ne
fanno parte il futuro presidente dell’allora Associazione Idis (poi Fondazione) e uno dei componenti
del futuro consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo della Fondazione .


Il Preliminare di Piano presentato nel dicembre 1990 diventa documento ufficiale dell’amministrazione
con una presa d’atto in Consiglio Comunale nell’agosto del 1991, che però vede il congelamento delle
quantità edificatorie individuate nei ‘progetti-obiettivo’ le quali vengono rimandate all’elaborazione di
strumenti urbanistici esecutivi .


Sfuma qui a livello locale la realizzazione diretta del progetto “parchi scientifici e tecnologici” a
Bagnoli attraverso Accordi di Programma, un progetto che però, prendendo il nome di Città della
Scienza, trova a livello nazionale, la strada per realizzarsi.
A rafforzare le scelte del Preliminare di Piano vi era un’Intesa Istituzionale di Programma - sottoscritta
9 giorni prima della presentazione del Preliminare nel dicembre 1990 - da tre ministri (Murst,
Mezzogiorno e Bilancio) avente per oggetto “Lo sviluppo dei Parchi Scientifici e Tecnologici nelle aree
meridionali.
A seguito del quale vengono invitati tutti gli attori interessati a presentare dei progetti.


Alla scadenza per la presentazione dei progetti, nel luglio 1992, sono 31 le proposte presentate.
Fra queste proposte vi è quella dell’Associazione Idis con il progetto di Città della Scienza a Bagnoli,
che ricalcando il Progetto Obiettivo del Preliminare di Piano (oramai documento ufficiale ma non
direttamente esecutivo dei progetti) si colloca nell’area siderurgica dell’Ilva in via di dismissione. Per
rafforzare la scelta dell’area di Bagnoli l’Associazione Idis coinvolge Iri, proprietaria dell’area
siderurgica, nella realizzazione della manifestazione “Futuro Remoto - un viaggio tra Scienza e
Fantascienza” e apre, nel maggio 1992, lo Spazio Idis (incubatore d’impresa) a Via Coroglio.




                      L'area della Federconsorzi e sviluppo del progetto




Le realizzazione del progetto nelle aree dell’impianto siderugico Ilva si presenta peró complessa, così
contemporaneamente alla tangentopoli napoletana (il sindaco, nel febbraio 1993, prima si dimette e
poi, a marzo, viene arrestato) l’Associazione Idis, nel febbraio 1993, elabora un nuovo progetto sulle
aree della ex Federconsorzi (azienda in liquidazione) che presenta in Regione.


Nel febbraio ’93 l’Associazione non è ancora proprietaria delle aree Federconsorzi (l’acquisizione
avverrà il 21 dicembre ’93).


Ad agevolare l’acquisto interviene la Regione Campania attraverso due atti:


1) Nel luglio ’93 riconosce la trasformazione dell’Associazione in Fondazione e dunque istituzione di
interesse pubblico.


2) Nel settembre '93 dispone, attraverso una delibera regionale, il finanziamento 10 miliardi
(recuperati dalle risorse dal Fesr-programma speciale siderurgia) per la realizzazione del primo lotto
del progetto. Tale delibera consente alla neonata Fondazione di gareggiare per l’acquisizione delle
aree, aprendo linee di credito bancarie.


Acquisite la aree (21 dicembre), seguono altre due delibere della Regione:


3) il 29 dicembre '93, sono impegnati i fondi prima solo "disposti"


4) Nel luglio 94’ approva in linea tecnica ed economica il progetto di massima e il primo stralcio
esecutivo ( I Lotto = parte bruciata) prevedendo la stipula di una convenzione che avverrà nel febbraio
'95 ( la stipula avverrà nel '95 perché i finanziamenti stanziati dalla Regione però non possono essere
svincolati fino a quando la Commissione edilizia del Comune non avrà rilasciato almeno la
concessione per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura. (La
concessione viene rilasciata nel novembre del 1994)


[Il finanziamento di 10 mld della Regione nel '93 é stato vitale perché nell'aprile del '93 si era cambiato
Governo (Ciampi) e le delibere dei tre ministri del governo precedente erano state congelate, inoltre,
dal nuovo Ministro dell'Università era stato istituito un nuovo comitato di esperti a cui la Fondazione
Idis dovrà ripresentare il progetto di Città della Scienza.]


Fra Febbraio e Marzo 94, il progetto di Città della Scienza viene presentato pubblicamente , discusso in
un tavolo tra governo e amministrazioni locali (a cui partecipa anche il nuovo sindaco Bassolino) e
definitivamente approvato dal Murst con Decreto ministeriale (D.M. 255 del 25 marzo 1994) il
Programma d’intervento per la realizzazione di una rete di parchi scientifici e tecnologici nel
Mezzogiorno, con il titolo “Divulgazione della cultura scientifica ed imprenditoriale – Città della
Scienza”.
Successivamente a tale approvazione da parte del MUST il progetto di Città della scienza diventa,
nell’aprile 1994, progetto direttamente attuabile nell’ambito del programma triennale di interventi
1994-96 del piano regionale di sviluppo della Regione Campania.
Attuazione del progetto


Versante Nazionale: ad aprile 1994, il progetto di Città della Scienza è approvato dal Cipe come
progetto direttamente attuabile nell’ambito del programma triennale di interventi 1994-1996.
Il Cipe, a seguito della delibera dell’aprile 1994, con una nuova delibera del 20 dicembre 1994
approva il finanziamento per il progetto della “Città della Scienza”, per un importo complessivo di lire
104.811 milioni.


I fondi sono così ripartiti: 7 Mld a carico del soggetto attuatore Fondazione Idis;
10 Mld a carico della Regione Campania, giacenze del Fesr per attività sostitutive dell’industria
siderurgica; 38 Mld dallo Stato, provengono dalla legge 80/84 e sono quelli stanziati con la delibera
Cipe di Aprile 1994 perché non utilizzati dalla Regione; 49 Mld a valere sulle risorse derivanti dal
cofinanziamento comunitario.


Si stabilisce che i finanziamenti cosí identificati siano legati alla stipula di accordi di programma tra i
Ministeri, le autorità regionali e provinciali e quelle comunali oltre ai soggetti attuatori.


Versante Comunale: nel giugno 1994, la nuova amministrazione guidata da Bassolino, presenta e
adotta il documento Indirizzi per la pianificazione urbanistica che delinea a grandi linee il futuro della
Città. Fra gli obiettivi prioritari vi è quello del recupero del rapporto con il mare da realizzarsi
attraverso il parco che a partire dalle aree dimesse più interne arriva fino alla linea di costa,
"valutando la possibilità di ricostruire l’arenile e di ripristinare le condizioni per la balneabilità".


                          Compatibilità e validità tecnica


Dal punto di vista procedurale, per ciò che riguarda l’intesa di programma, il Progetto di Città della
scienza sulle aree della federconsorzi viene definitivamente approvato quando la fondazione è già
proprietaria delle aree. Inoltre il finanziamento del progetto prevedendo l’uso di accordi di
programma poteva essere anche in variante alle disposizioni del PRG esistente.


- Mentre appare non del tutto chiaro sotto il profilo tecnico la delibera regionale del settembre del 93
che dispone il finanziamento 10 miliardi per la realizzazione del primo lotto del progetto in un’area
non ancora acquisita dalla Fondazione(che, come si è detto, avviene solo nel 21 dicembre 93). e
utilizzando dei fondi reperiti da un programma europeo esclusivamente dedicato al recupero e
trasformazione di aree siderurgiche (Fers-programma speciale siderurgia)


- Inoltre, Il progetto presentato dalla Fondazione e approvato dalla delibera regionale del luglio 94’
che approva in linea tecnica ed economica il progetto di massima e il primo stralcio esecutivo (il I lotto
del progetto) appare in contrasto con il piano regolatore del 1972 vigente. Tale piano regolatore è
stato modificato da una delibera comunale del 6 dicembre 1978 n. 2, che varia le prescrizioni
contenute all’art.18 -zona N del prg del 72, riservando l’intera area industriale della Zona orientale di
Napoli alle “attività industriali esistenti e a quelle complementari e connesse. Su tali aree è consentita
la realizzazione di opere per l’ammodernamento, integrazione e ampliamento degli impianti e delle
loro attività complementari esistenti, e fin quando esistenti”.


→ L’attività della Federconsorzi, in dismissione a seguito di concordato preventivo, era cessata da
tempo e dunque gli interventi sugli immobili non potevano rientrare tra quelli previsti dalla normativa
del piano regolatore.


Ne consegue quindi che le opere di costruzione del lotto I del progetto Città della Scienza siano state
effettuate in contrasto con il piano regolatore del '72 cosí come modificato da delibera comunale del
'78 nella misura in cui non riconducibili "alla realizzazione di opere per l’ammodernamento,
integrazione e ampliamento degli impianti e delle loro attività complementari esistenti, e fin quando
esistenti";,


→ Quand'anche poi si possa ipotizzare la continuità ovvero la complementarietà industriale tra ex
Federconsorzi e la Fondazione Idis e quindi la relativa conformità del piano approvato dalla delibera
regionale di cui sopra rispetto al piano regolatore, rimane tuttavia da rilevare, come la concessione
rilasciata dal Comune di Napoli nel '94 ( che di fatto costituisce il momento centrale dello "sblocco" dei
fondi regionali) avesse autorizzato solo ed esclusivamente interventi di ordinaria e straordinaria
manutenzione ( lettera b L. 457/78 art 31) e che non sono riconducibili agli interventi effettivamente
realizzati sulle strutture ( che di fatto sono ascrivibili ad attività di restauro e risanamento
conservativo (lettera c L 457/78 art 31).
(l'illecito non é stato rilevato dalle competenti autorità comunali e pertanto non dichiarato)
→ Le concessione per la realizzazione del primo lotto di Città della Scienza concessa dal Comune nel 94
risulta in contrasto anche con la variante della zona occidentale adottata dalla stesso Comune di
Napoli con delibera n. 14 nel Gennaio del '96 con la quale il Comune conferma l'obiettivo di restituire il
tratto di costa ad uso balneare e di realizzare il parco in continuità con la linea di costa, il che richiede
«l’eliminazione degli immobili che sono attualmente insediati fra la spiaggia e le vie Coroglio e
Pozzuoli» e dunque «le attività di ricerca e le residenze presenti sulla spiaggia saranno trasferite dopo
la predisposizione di idonea sistemazione alternativa nell’ambito del nuovo insediamento previsto per
Coroglio» salvo solo il capannone posto al confine est indicato alla tav. W11 ( campania innovazione
etc) del quale é consentita la ristrutturazione urbanistica.


Ne consegue che i restanti edifici della Federconsorzi della Fondazione Idis destinati alla Città della
Scienza dovranno essere distrutti e le relative volumetrie (pari a 222.000 mc), le cui attività sono
compatibili con quelle degli insediamenti urbani integrati, saranno spostate e re insediate dal piano
particolareggiato esecutivo . Comunque, per gli edifici situati in queste aree sono consentiti, nelle
more di approvazione del piano particolareggiato, interventi di manutenzione ordinaria e
straordinaria.


Il quadro si complica:


Dopo l'adozione in Consiglio comunale della Variante ( non ancora operativa in quanto mancante
dell'approvazione definitiva da parte della Regione avvenuta nel 1998), viene firmato nell’agosto 1996
il I Accordo di Programma tra il Ministro del Bilancio e della programmazione economica, il presidente
della Regione Campania, il Presidente della Provincia di Napoli, il sindaco di Napoli e il presidente della
Fondazione IDIS. L’accordo è finalizzato a sbloccare i fondi di cui alla delibera Cipe (per un totale di
104,811 miliardi)
Il 16 ottobre 1996 viene inaugurato dal presidente della repubblica il primo lotto di Città della Scienza
Per riprendere i lavori su tutta l’area della Federconsorzi bisogna però ratificare in consiglio comunale
l’accordo di programma, in quanto il progetto risulta “in variante con la strumentazione urbanistica
vigente”.
→ Ciò comporta la stipula di un secondo accordo di programma volto alla variazione dello strumento
urbanistico.
Il II Accordo di Programma è stipulato l’11 marzo 1997 e porta la firma del presidente della Regione
Campania, del Presidente della Provincia di Napoli, del sindaco di Napoli e del presidente della
Fondazione IDIS.


Nel II accordo di programma il progetto della Città della Scienza si configura come variante al Prg
vigente del 72, ma coerente con la variante della zona occidentale in corso di approvazione definitiva.
Infatti, per quanto riguarda la delocalizzazione dei manufatti oggetto di ristrutturazione si stabilisce
che «tale trasferimento non potrà avere luogo fino a quando non si abbia l’ammortamento degli
investimenti relativi alla ristrutturazione degli immobili stessi» . Per la definizione di questo periodo
(poi stimati in circa 60 anni) l’accordo rimanda alla redazione di appositi studi economici da parte
della regione (di concerto con il comune).


Pertanto la stipula del II accordo di programma non è tanto volta alla variazione dello strumento
urbanistico del 72, ma piuttosto in concreto a modificare la variante della zona occidentale. Giacché
tuttavia II Accordo riconosce che la delocalizzazione dei manufatti non potrà avere luogo fino a
quando non sia abbia l’ammortamento degli investimenti relativi alla ristrutturazione degli immobili
stessi, questa non potrà avvenire fino a completo ammortamento.
Inoltre dal momento che Il 16 maggio 2005 è stato approvato con deliberazione del Consiglio
comunale n° 40 il Piano urbanistico esecutivo di Bagnoli - Coroglio (PUA Bagnoli - Coroglio). Il Pua in
coerenza con quanto prescritto dalla Variante prevede il reisediamento di 606.500 volumi tra cui
parte di quelli Città della Scienza SOLO DOPO AMMORTAMENTO.


Ne consegue che:


a) Secondo quanto espressamente previsto dal II accordo di programma la permanenza della Città
della Scienza nel sito attualmente identificato è vincolata all’ammortamento dei costi


b) La distruzione dei manufatti ( grossomodo corrispondenti al Primo lotto) non permette il
funzionamento della struttura e di fatto non consente di procedere agli ammortamenti rimanenti


                                             ↓
Salvo diverso dispositivo che modifichi il Piano urbanistico esecutivo, la ricostruzione del sito nella
medesima aree non é da considerarsi di per sé consentita in quanto contrario alle statuizioni dettate
nel II Accordo di programma e al successivo piano urbanistico esecutivo di Bagnoli-Coroglio del 2005.




Perciò non è privo di rilievo:


1) Verificare se sussisteva in capo alla Regione nel 94 l'obbligo di certificare la conformità con il Piano
regolatore prima di approvare il progetto


2) Verificare se il piano presentato dalla Fondazione Idis per ottenere la concessione per le opere di
costruzione fosse limitato alla manutenzione ordinaria e straordinaria


3) verificare che il Sindaco di Napoli modifichi il piano urbanistico esecutivo affinché l'area ora
distrutta possa ospitare gli stessi edifici, senza questa modifica ogni costruzione sullo stesso suolo
volta a ripristinare gli edifici di Città della Scienza andati distrutti sarebbe illegittima e non conforme al
piano regolatore.


Pertanto si rimette alla valutazione competente di questa Procura della Repubblica e della Corte dei
Conti verificare se ricorrano fattispecie di reato e quindi perseguirle ai sensi delle vigenti disposizioni di
legge.




                                                                                        In fede

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Esposto Città della Scienza

  • 1. ESPOSTO DENUNCIA Alla Procura della Repubblica di Napoli Gent. Mo Dottor Giovanni Colangelo Alla Procura della Corte dei Conti della Campania Gent. Mo Dottor Tommaso Cottone Il sottoscritto Crescenzio Rivellini espone e denuncia quanto segue: Il progetto di Città della Scienza a Bagnoli nasce nell’ambito degli studi volti alla redazione del Preliminare di Piano , strumento urbanistico di indirizzo varato dalla giunta Lezzi (PSI) nel gennaio 1988 e redatto da un Comitato Tecnico Scientifico . Il preliminare individua tra le strategie la ricostruzione della base economica urbana e per attuarla il progetto-obiettivo “parchi scientifici e tecnologici”. Tale progetto viene delineato in base ad uno studio redatto a supporto del Preliminare dal titolo “Progetto di sviluppo per la realizzazione di un Parco scientifico e Tecnologico a Napoli”.Lo studio viene redatto a cura di un gruppo di lavoro di cui ne fanno parte il futuro presidente dell’allora Associazione Idis (poi Fondazione) e uno dei componenti del futuro consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo della Fondazione . Il Preliminare di Piano presentato nel dicembre 1990 diventa documento ufficiale dell’amministrazione con una presa d’atto in Consiglio Comunale nell’agosto del 1991, che però vede il congelamento delle quantità edificatorie individuate nei ‘progetti-obiettivo’ le quali vengono rimandate all’elaborazione di strumenti urbanistici esecutivi . Sfuma qui a livello locale la realizzazione diretta del progetto “parchi scientifici e tecnologici” a Bagnoli attraverso Accordi di Programma, un progetto che però, prendendo il nome di Città della Scienza, trova a livello nazionale, la strada per realizzarsi.
  • 2. A rafforzare le scelte del Preliminare di Piano vi era un’Intesa Istituzionale di Programma - sottoscritta 9 giorni prima della presentazione del Preliminare nel dicembre 1990 - da tre ministri (Murst, Mezzogiorno e Bilancio) avente per oggetto “Lo sviluppo dei Parchi Scientifici e Tecnologici nelle aree meridionali. A seguito del quale vengono invitati tutti gli attori interessati a presentare dei progetti. Alla scadenza per la presentazione dei progetti, nel luglio 1992, sono 31 le proposte presentate. Fra queste proposte vi è quella dell’Associazione Idis con il progetto di Città della Scienza a Bagnoli, che ricalcando il Progetto Obiettivo del Preliminare di Piano (oramai documento ufficiale ma non direttamente esecutivo dei progetti) si colloca nell’area siderurgica dell’Ilva in via di dismissione. Per rafforzare la scelta dell’area di Bagnoli l’Associazione Idis coinvolge Iri, proprietaria dell’area siderurgica, nella realizzazione della manifestazione “Futuro Remoto - un viaggio tra Scienza e Fantascienza” e apre, nel maggio 1992, lo Spazio Idis (incubatore d’impresa) a Via Coroglio. L'area della Federconsorzi e sviluppo del progetto Le realizzazione del progetto nelle aree dell’impianto siderugico Ilva si presenta peró complessa, così contemporaneamente alla tangentopoli napoletana (il sindaco, nel febbraio 1993, prima si dimette e poi, a marzo, viene arrestato) l’Associazione Idis, nel febbraio 1993, elabora un nuovo progetto sulle aree della ex Federconsorzi (azienda in liquidazione) che presenta in Regione. Nel febbraio ’93 l’Associazione non è ancora proprietaria delle aree Federconsorzi (l’acquisizione avverrà il 21 dicembre ’93). Ad agevolare l’acquisto interviene la Regione Campania attraverso due atti: 1) Nel luglio ’93 riconosce la trasformazione dell’Associazione in Fondazione e dunque istituzione di interesse pubblico. 2) Nel settembre '93 dispone, attraverso una delibera regionale, il finanziamento 10 miliardi (recuperati dalle risorse dal Fesr-programma speciale siderurgia) per la realizzazione del primo lotto
  • 3. del progetto. Tale delibera consente alla neonata Fondazione di gareggiare per l’acquisizione delle aree, aprendo linee di credito bancarie. Acquisite la aree (21 dicembre), seguono altre due delibere della Regione: 3) il 29 dicembre '93, sono impegnati i fondi prima solo "disposti" 4) Nel luglio 94’ approva in linea tecnica ed economica il progetto di massima e il primo stralcio esecutivo ( I Lotto = parte bruciata) prevedendo la stipula di una convenzione che avverrà nel febbraio '95 ( la stipula avverrà nel '95 perché i finanziamenti stanziati dalla Regione però non possono essere svincolati fino a quando la Commissione edilizia del Comune non avrà rilasciato almeno la concessione per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura. (La concessione viene rilasciata nel novembre del 1994) [Il finanziamento di 10 mld della Regione nel '93 é stato vitale perché nell'aprile del '93 si era cambiato Governo (Ciampi) e le delibere dei tre ministri del governo precedente erano state congelate, inoltre, dal nuovo Ministro dell'Università era stato istituito un nuovo comitato di esperti a cui la Fondazione Idis dovrà ripresentare il progetto di Città della Scienza.] Fra Febbraio e Marzo 94, il progetto di Città della Scienza viene presentato pubblicamente , discusso in un tavolo tra governo e amministrazioni locali (a cui partecipa anche il nuovo sindaco Bassolino) e definitivamente approvato dal Murst con Decreto ministeriale (D.M. 255 del 25 marzo 1994) il Programma d’intervento per la realizzazione di una rete di parchi scientifici e tecnologici nel Mezzogiorno, con il titolo “Divulgazione della cultura scientifica ed imprenditoriale – Città della Scienza”. Successivamente a tale approvazione da parte del MUST il progetto di Città della scienza diventa, nell’aprile 1994, progetto direttamente attuabile nell’ambito del programma triennale di interventi 1994-96 del piano regionale di sviluppo della Regione Campania.
  • 4. Attuazione del progetto Versante Nazionale: ad aprile 1994, il progetto di Città della Scienza è approvato dal Cipe come progetto direttamente attuabile nell’ambito del programma triennale di interventi 1994-1996. Il Cipe, a seguito della delibera dell’aprile 1994, con una nuova delibera del 20 dicembre 1994 approva il finanziamento per il progetto della “Città della Scienza”, per un importo complessivo di lire 104.811 milioni. I fondi sono così ripartiti: 7 Mld a carico del soggetto attuatore Fondazione Idis; 10 Mld a carico della Regione Campania, giacenze del Fesr per attività sostitutive dell’industria siderurgica; 38 Mld dallo Stato, provengono dalla legge 80/84 e sono quelli stanziati con la delibera Cipe di Aprile 1994 perché non utilizzati dalla Regione; 49 Mld a valere sulle risorse derivanti dal cofinanziamento comunitario. Si stabilisce che i finanziamenti cosí identificati siano legati alla stipula di accordi di programma tra i Ministeri, le autorità regionali e provinciali e quelle comunali oltre ai soggetti attuatori. Versante Comunale: nel giugno 1994, la nuova amministrazione guidata da Bassolino, presenta e adotta il documento Indirizzi per la pianificazione urbanistica che delinea a grandi linee il futuro della Città. Fra gli obiettivi prioritari vi è quello del recupero del rapporto con il mare da realizzarsi attraverso il parco che a partire dalle aree dimesse più interne arriva fino alla linea di costa, "valutando la possibilità di ricostruire l’arenile e di ripristinare le condizioni per la balneabilità". Compatibilità e validità tecnica Dal punto di vista procedurale, per ciò che riguarda l’intesa di programma, il Progetto di Città della scienza sulle aree della federconsorzi viene definitivamente approvato quando la fondazione è già proprietaria delle aree. Inoltre il finanziamento del progetto prevedendo l’uso di accordi di programma poteva essere anche in variante alle disposizioni del PRG esistente. - Mentre appare non del tutto chiaro sotto il profilo tecnico la delibera regionale del settembre del 93 che dispone il finanziamento 10 miliardi per la realizzazione del primo lotto del progetto in un’area non ancora acquisita dalla Fondazione(che, come si è detto, avviene solo nel 21 dicembre 93). e
  • 5. utilizzando dei fondi reperiti da un programma europeo esclusivamente dedicato al recupero e trasformazione di aree siderurgiche (Fers-programma speciale siderurgia) - Inoltre, Il progetto presentato dalla Fondazione e approvato dalla delibera regionale del luglio 94’ che approva in linea tecnica ed economica il progetto di massima e il primo stralcio esecutivo (il I lotto del progetto) appare in contrasto con il piano regolatore del 1972 vigente. Tale piano regolatore è stato modificato da una delibera comunale del 6 dicembre 1978 n. 2, che varia le prescrizioni contenute all’art.18 -zona N del prg del 72, riservando l’intera area industriale della Zona orientale di Napoli alle “attività industriali esistenti e a quelle complementari e connesse. Su tali aree è consentita la realizzazione di opere per l’ammodernamento, integrazione e ampliamento degli impianti e delle loro attività complementari esistenti, e fin quando esistenti”. → L’attività della Federconsorzi, in dismissione a seguito di concordato preventivo, era cessata da tempo e dunque gli interventi sugli immobili non potevano rientrare tra quelli previsti dalla normativa del piano regolatore. Ne consegue quindi che le opere di costruzione del lotto I del progetto Città della Scienza siano state effettuate in contrasto con il piano regolatore del '72 cosí come modificato da delibera comunale del '78 nella misura in cui non riconducibili "alla realizzazione di opere per l’ammodernamento, integrazione e ampliamento degli impianti e delle loro attività complementari esistenti, e fin quando esistenti";, → Quand'anche poi si possa ipotizzare la continuità ovvero la complementarietà industriale tra ex Federconsorzi e la Fondazione Idis e quindi la relativa conformità del piano approvato dalla delibera regionale di cui sopra rispetto al piano regolatore, rimane tuttavia da rilevare, come la concessione rilasciata dal Comune di Napoli nel '94 ( che di fatto costituisce il momento centrale dello "sblocco" dei fondi regionali) avesse autorizzato solo ed esclusivamente interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione ( lettera b L. 457/78 art 31) e che non sono riconducibili agli interventi effettivamente realizzati sulle strutture ( che di fatto sono ascrivibili ad attività di restauro e risanamento conservativo (lettera c L 457/78 art 31). (l'illecito non é stato rilevato dalle competenti autorità comunali e pertanto non dichiarato)
  • 6. → Le concessione per la realizzazione del primo lotto di Città della Scienza concessa dal Comune nel 94 risulta in contrasto anche con la variante della zona occidentale adottata dalla stesso Comune di Napoli con delibera n. 14 nel Gennaio del '96 con la quale il Comune conferma l'obiettivo di restituire il tratto di costa ad uso balneare e di realizzare il parco in continuità con la linea di costa, il che richiede «l’eliminazione degli immobili che sono attualmente insediati fra la spiaggia e le vie Coroglio e Pozzuoli» e dunque «le attività di ricerca e le residenze presenti sulla spiaggia saranno trasferite dopo la predisposizione di idonea sistemazione alternativa nell’ambito del nuovo insediamento previsto per Coroglio» salvo solo il capannone posto al confine est indicato alla tav. W11 ( campania innovazione etc) del quale é consentita la ristrutturazione urbanistica. Ne consegue che i restanti edifici della Federconsorzi della Fondazione Idis destinati alla Città della Scienza dovranno essere distrutti e le relative volumetrie (pari a 222.000 mc), le cui attività sono compatibili con quelle degli insediamenti urbani integrati, saranno spostate e re insediate dal piano particolareggiato esecutivo . Comunque, per gli edifici situati in queste aree sono consentiti, nelle more di approvazione del piano particolareggiato, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Il quadro si complica: Dopo l'adozione in Consiglio comunale della Variante ( non ancora operativa in quanto mancante dell'approvazione definitiva da parte della Regione avvenuta nel 1998), viene firmato nell’agosto 1996 il I Accordo di Programma tra il Ministro del Bilancio e della programmazione economica, il presidente della Regione Campania, il Presidente della Provincia di Napoli, il sindaco di Napoli e il presidente della Fondazione IDIS. L’accordo è finalizzato a sbloccare i fondi di cui alla delibera Cipe (per un totale di 104,811 miliardi) Il 16 ottobre 1996 viene inaugurato dal presidente della repubblica il primo lotto di Città della Scienza Per riprendere i lavori su tutta l’area della Federconsorzi bisogna però ratificare in consiglio comunale l’accordo di programma, in quanto il progetto risulta “in variante con la strumentazione urbanistica vigente”.
  • 7. → Ciò comporta la stipula di un secondo accordo di programma volto alla variazione dello strumento urbanistico. Il II Accordo di Programma è stipulato l’11 marzo 1997 e porta la firma del presidente della Regione Campania, del Presidente della Provincia di Napoli, del sindaco di Napoli e del presidente della Fondazione IDIS. Nel II accordo di programma il progetto della Città della Scienza si configura come variante al Prg vigente del 72, ma coerente con la variante della zona occidentale in corso di approvazione definitiva. Infatti, per quanto riguarda la delocalizzazione dei manufatti oggetto di ristrutturazione si stabilisce che «tale trasferimento non potrà avere luogo fino a quando non si abbia l’ammortamento degli investimenti relativi alla ristrutturazione degli immobili stessi» . Per la definizione di questo periodo (poi stimati in circa 60 anni) l’accordo rimanda alla redazione di appositi studi economici da parte della regione (di concerto con il comune). Pertanto la stipula del II accordo di programma non è tanto volta alla variazione dello strumento urbanistico del 72, ma piuttosto in concreto a modificare la variante della zona occidentale. Giacché tuttavia II Accordo riconosce che la delocalizzazione dei manufatti non potrà avere luogo fino a quando non sia abbia l’ammortamento degli investimenti relativi alla ristrutturazione degli immobili stessi, questa non potrà avvenire fino a completo ammortamento. Inoltre dal momento che Il 16 maggio 2005 è stato approvato con deliberazione del Consiglio comunale n° 40 il Piano urbanistico esecutivo di Bagnoli - Coroglio (PUA Bagnoli - Coroglio). Il Pua in coerenza con quanto prescritto dalla Variante prevede il reisediamento di 606.500 volumi tra cui parte di quelli Città della Scienza SOLO DOPO AMMORTAMENTO. Ne consegue che: a) Secondo quanto espressamente previsto dal II accordo di programma la permanenza della Città della Scienza nel sito attualmente identificato è vincolata all’ammortamento dei costi b) La distruzione dei manufatti ( grossomodo corrispondenti al Primo lotto) non permette il funzionamento della struttura e di fatto non consente di procedere agli ammortamenti rimanenti ↓
  • 8. Salvo diverso dispositivo che modifichi il Piano urbanistico esecutivo, la ricostruzione del sito nella medesima aree non é da considerarsi di per sé consentita in quanto contrario alle statuizioni dettate nel II Accordo di programma e al successivo piano urbanistico esecutivo di Bagnoli-Coroglio del 2005. Perciò non è privo di rilievo: 1) Verificare se sussisteva in capo alla Regione nel 94 l'obbligo di certificare la conformità con il Piano regolatore prima di approvare il progetto 2) Verificare se il piano presentato dalla Fondazione Idis per ottenere la concessione per le opere di costruzione fosse limitato alla manutenzione ordinaria e straordinaria 3) verificare che il Sindaco di Napoli modifichi il piano urbanistico esecutivo affinché l'area ora distrutta possa ospitare gli stessi edifici, senza questa modifica ogni costruzione sullo stesso suolo volta a ripristinare gli edifici di Città della Scienza andati distrutti sarebbe illegittima e non conforme al piano regolatore. Pertanto si rimette alla valutazione competente di questa Procura della Repubblica e della Corte dei Conti verificare se ricorrano fattispecie di reato e quindi perseguirle ai sensi delle vigenti disposizioni di legge. In fede