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Periodico della comunità parrocchiale di Villa d’Adda (Bg) - N. 239 - Gennaio/Febbraio 2012




                                                                                              dial gare
                                                                                                        Gennaio



                                                                                               n. 239
                                                                                                           2012
                                                                                                        Febbraio
SANTE MESSE
Festive                                                         1° Venerdì del mese
	        18.00 prefestiva                                             15.00 - 17.00 Adorazione in parrocchia
	        7.30 - 10.30 - 18.00 (9.15 all’Istituto)               Ogni domenica
Feriali                                                               16.00 Adorazione Eucaristica presso 	
	        Lunedì - Martedì - Mercoledì:                                l’Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera
		                  ore 8.30 in parrocchia
	        Giovedì: ore 9.00 Messa a San Martirio
                                                                Per la richiesta di celebrazione di Sante Messe rivol-
	        Venerdì: ore 17.00 in parrocchia                       gersi in sacrestia, dopo la liturgia; oppure passare
Feriali (all’Istituto)                                          presso la segreteria parrocchiale (lunedì - venerdì,
	        Lun.- Mar.- Mer.- Ven.- Sab.: ore 7.00                 ore 9.30 - 12.00).
	        Giovedì: ore 17.00                                     Per questioni organizzative di calendario si consiglia
	        Giovedì: ore 16.00 Adorazione                          di non prenotare telefonicamente.


BATTESIMI                                                       CONFESSIONI
Domenica 15 Aprile 2012, ore 10.30                              Sabato, ore 17.00 - 18.00
La celebrazione chiede un incontro con i genitori, il           Prima o dopo la Messa feriale.
padrino e la madrina concordato con il parroco.                 Per i ragazzi una volta al mese.
MATRIMONI                                                       Per gli ammalati e gli anziani, al primo venerdì del
I fidanzati sono invitati a presentarsi in parrocchia           mese (e delle feste) e a richiesta.
per i documenti almeno tre mesi prima del matrimo-
nio, possibilmente nella giornata di sabato.                    FUNERALI
                                                                I parenti del defunto sono invitati a comunicare alla
VISITE AGLI AMMALATI E UNZIONE SANTA                            parrocchia l’avvenuto decesso.
La famiglia che desidera la visita per l’Eucarestia e           Si eviti che l’avviso giunga in parrocchia da parte
per l’Unzione santa è pregata di avvisare il parroco o          dell’agenzia funebre.
la segreteria parrocchiale.                                     La data del funerale deve essere concordata con la
VISITE NEGLI OSPEDALI                                           parrocchia: per esigenze pastorali, può essere scel-
Chi ha piacere di ricevere la visita dei sacerdoti della        to qualsiasi giorno, in mattinata e nel pomeriggio,
parrocchia è pregato di far conoscere agli stessi il no-        esclusi il sabato pomeriggio e i giorni festivi.
minativo dell’ammalato e il luogo di degenza.


Don Diego Nodari: Via del Borgo, 2 - Tel. e Fax 035 792115 - e-mail: d.diegonodari@virgilio.it
Don Gian Maria Berta: Via del Borgo, 2
Segreteria Oratorio: Via San Carlo, 3 - Tel. 035 4380113 - e-mail: oratorio.villadadda@alice.it
Scuola materna “T. Frigerio”: Tel. 035 792014 - e-mail: maternatf.villadadda@alice.it
Istituto San Giuseppe: Tel. 035 791057
Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera: Tel. 035 791228



dial gare                                                                                 Pubblicità: Tel. 035 792115
                                                                                            (segreteria parrocchiale)
Direttore editoriale: don Diego Nodari                                Distribuzione: Maria Milani - Tel. 035 784608
Redazione: don Gian Maria Berta, Lucia Baroncelli,
                                                                Ritiro fotografie: Liliana Chiappa - Tel. 035 791625
Davide Chiari, Luisa Dinale, Stefania Fetti,
Mara Fuoco, Sara Marchetti, Giovanni Nervi,                                      Stampa: Tipografia dell'Isola s.n.c.
Gabriele Sala, Giusi Spreafico.                                                 Tel. 035 4940845 -Terno d'Isola (Bg)
Hanno collaborato: Gabriele Gambirasio,                                                  e-mail: tipografia@bisnet.it
Ema­ uele Mangili, Alberto Marchetti, Ilaria Posa,
    n
Antonella Sangalli, Davide Turani.
Direttore responsabile: Maria Luisa Giovanzana                                              Iscrizione al Registro stampa
Periodico della comunità parrocchiale di Villa d'Adda (Bg)             del Tribunale di Bergamo n. 26 del 22 luglio 1985
Via del Borgo, 2 - n. 239 - Gennaio/Febbraio 2012 - Anno XXIX           Abbonamento annuo € 20,00 - Una copia € 3,50


 In copertina: Piotr Fafrowicz, Polonia, La nostra meravigliosa terra, in “Terra! I colori del Sacro”, Padova, 2009
3                                Gennaio/Febbraio 2012




                        Nuovo o… “lavato con Perlana”?

             C    ome “l’abito non fa il monaco”, così la nuova veste grafica con la quale trovate il dialogare
                  di questo 2012, non credo cambi la sostanza; che è quella di uno strumento semplice, che
             vuole collegare le nostre famiglie, raccontare le cose che succedono nella nostra comunità,
             le fatiche che facciamo, come pure le gioie che sperimentiamo. Un giornale col quale potere
             aiutare tutti a fare due riflessioni sulla nostra vita, sulla nostra fede, sull’educazione dei nostri
             ragazzi, sulla testimonianza che riusciamo a dare come comunità cristiana…

             Sappiamo però anche che la forma non è l’abito esteriore di qualcosa; che la forma è anche
             contenuto nel momento in cui diventa attenzione a chi prenderà in mano questo strumento e
             lo leggerà.
             La stampa è colore, forma dei caratteri, è disposizione e divisione delle pagine e tutto questo è
             emozione, prima che significato di quanto ci possiamo leggere…, ed è per questo che di fronte
             al dialogare che avete tra le mani, potete anche dire “mi piace” o “non mi piace”. Ma questi
             cambiamenti, che creeranno un minimo di disagio per la necessità di abituarci a uno stile diver-
             so, non sono fini a sé stessi; al contrario vorrebbero avvicinare le persone, rendere i lettori più
             curiosi rispetto a una parola che vorremmo fosse sempre almeno un po’ eco della Sua Parola e
             che troppo spesso rischiamo di percepire come già sentita, già conosciuta, insomma, ripetitiva.

             Accanto a quelli più visibili, ci sono poi cambiamenti che non si vedono e che stanno dietro il
             dialogare che arriva così nelle vostre case: dopo l’appello fatto nei mesi scorsi, si è costituito un
             gruppetto che da qui in avanti costituirà la redazione; nell’intenzione ci sarebbe anche quello
             di mettere maggiormente in dialogo anche ciò che si stampa con ciò che circola nella rete
             internet, almeno sui siti che fanno riferimento all’Oratorio. Anche l’Oratorio stesso vorremmo
             avesse uno spazio proprio.
             Vorremmo infine dare un tema a ogni numero, anche per non disperdere i tanti interventi o
             comunque ridurli a voci isolate. Vorremmo che queste voci riuscissero a completarsi, in un mo-
             vimento armonico…

             Accanto alle novità legate a questo giornale, ce ne sono altre che riguardano la parrocchia e in
             particolare il Consiglio pastorale. Finora ci siamo trovati due sole volte, per definire un po’ al-
             cune scadenze dell’anno liturgico, nella seconda soprattutto. Il Consiglio è composto prevalen-
             temente da rappresentanti dei gruppi parrocchiali, e questo, se da un lato favorisce una certa
             facilità di comunicazione circa le cose da fare, dall’altra rischia di dimenticare che la maggior
             parte dei cristiani di Villa d’Adda non fa parte di alcun gruppo parrocchiale e di dare l’idea che
             la parrocchia vera sia solo quella di chi si impegna in parrocchia… Così ho pensato nei prossimi
editoriale




             mesi di chiedere anche ad altre persone di far parte del Consiglio, così da renderlo davvero
             espressione di come è la nostra comunità e avere anche punti di vista differenti rispetto alle
             questioni pastorali che lì si affrontano.

             Insomma, qua e là qualche novità, senza però dimenticare che l’anno liturgico, con la Quaresi-
             ma alle porte, e l’Eucarestia che ogni domenica celebriamo, non hanno bisogno di cambiamen-
             ti, ma solo di rendere più vero il nostro cammino.

             Insomma, qualche novità, ma non al punto di non essere più riconoscibili. Un tempo si sarebbe
             detto: “Nuovo? No, lavato con Perlana”. Speriamo di aver trovato “l’ammorbidente” giusto!

                                                                                                       don Diego
dial gare                                                 4




                      In preparazione alla Quaresima
 Mercoledì delle Ceneri, 22 febbraio, inizio della Quaresima
 nella chiesa dell’Istituto	     ore 9,30	 S. Messa con imposizione delle ceneri
 nella chiesa parrocchiale	      ore 14,30	 Confessioni per i ragazzi di 1ª e 2ª media
 	                               ore 16,00	 Liturgia della Parola e imposizione delle ceneri
 	                               ore 20,30	 S. Messa con imposizione delle ceneri

 Giornate Eucaristiche
 Giovedì 23 febbraio	            nella chiesina dell’Istituto (come tutti i giovedì dell’anno)
 	                               ore 16,00	 Adorazione
 	                               ore 17,00	 S. Messa
 Venerdì 24 febbraio	            nella chiesa parrocchiale
 	                               ore 15,00	 Esposizione del Ss. Sacramento
 	                               ore 16,00	 Adorazione ragazzi delle scuole MEDIE
 	                               ore 20,30	 Reposizione e S. Messa
 	                               N.B. L’Oratorio nel pomeriggio resterà chiuso
 Sabato 25 febbraio	             ore 9,00	 Esposizione del Ss. Sacramento
 	                               ore 9,15	 Confessioni per i ragazzi di 4ª e 5ª elementare
 	                               ore 10,30	 Adorazione per bambini di 2ª e 3ª elementare
 	                               ore 18,00	 Reposizione e S. Messa
 	                               N.B. L’Eucaristia resterà esposta da mattina a sera senza interruzioni
 	                               e la chiesa resterà aperta tutto il giorno

 Domenica 26 febbraio	 La mattina le Messe sono all’orario solito
 	                               ore 15,00	 Esposizione Ss. Sacramento, Vespri e Benedizione Eucaristica
 	                               ore 18,00	 Reposizione e S. Messa
 	                               N.B. L’Oratorio aprirà alle ore 16,00

 INOLTRE
 Per i ragazzi delle elementari e delle medie ci sarà la possibilità, prima della scuola di fare un momento di pre-
 ghiera e la colazione insieme. Il giorno è il martedì: 28 febbraio; 6, 13, 20 e 27 marzo.
 - ore 7,10	 presso la sala camino Colazione Medie
 - ore 7,30	 nell’aula video Preghiera per Elementari e Medie
 - ore 7,45	 nella sala camino Colazione Elementari

 Giovedì 1 marzo all’Oratorio, ore 20,30 ci troviamo a preparare la Settimana Santa.
 Tutti possono dare il loro contributo.

 In chiesa è possibile trovare un sussidio per la preghiera in famiglia, durante la Quaresima. Il percorso si affian-
 ca alle schede che verranno date ai ragazzi della catechesi e riprende i quadri che faranno da filo conduttore
 anche nella Messa delle ore 10,30 delle domeniche di Quaresima.

 In ultima di copertina si trova il calendario delle stazioni quaresimali che avranno luogo dal venerdì 2 marzo in
 avanti, con i gruppi ai quali è chiesto di animare i momenti di preghiera.

 Si ricordano ai genitori dei ragazzi della catechesi i prossimi incontri per loro all’Oratorio:
 - per i genitori dei ragazzi di 5ª elementare, 1ª e 2ª media VENERDI 24 FEBBRAIO ORE 20,30
 - per i genitori dei bambini di 2ª, 3ª e 4ª elementare DOMENICA 4 MARZO ORE 15,00
5                                           Gennaio/Febbraio 2012




                                   Famiglia, lavoro e festa
                                                     (3ª e ultima parte)


       Continua la pubblicazione dei temi riguardanti l’oggetto del Convegno mondiale delle famiglie,
                              che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno.
                  In questo numero affrontiamo il tema della Festa tratto da un intervento
                               del vescovo monsignor Franco Giulio Brambilla


3. La festa: umanizzare il tempo                                    come un momento prezioso per dare senso al tempo li-
                                                                    bero. Non è il tempo di riposo che fa la festa, ma è la fe-
Il terzo modo con cui abitare il mondo della vita quo-              sta che riempie il tempo libero. Le relazioni con gli altri e
tidiana è lo stile con cui viviamo la festa. È questo uno           con Dio, la festa in casa e nella comunità, la celebrazione
degli indicatori più forti dello stile di famiglia. L’aspetto       eucaristica della domenica, lo spazio della carità e della
oggi divenuto difficile nella condizione postmoderna è              condivisione sono le note che fanno del tempo libero non
riuscire a vivere la domenica come tempo della festa.               un momento vuoto, ma celebrano la gioia della festa.
Probabilmente il racconto di altre culture e di altri con-          Infatti, la vita come un dono è ciò che viene celebrato nel
tinenti ci aiuterà a non perdere il senso originario della          giorno della festa. Il debito originario nei confronti degli
festa. L’uomo moderno ha inventato il tempo libero, ma              altri e dell’Altro è lo spazio per abitare la festa, per dare
sembra aver dimenticato la festa. La domenica è vissuta             senso anche al lavoro delle mani dell’uomo. Il tempo fe-
socialmente come “tempo libero”, nel quadro del “fine               riale non sta senza il giorno della festa, da essa riceve il
settimana” (weekend) che tende a dilatarsi sempre più e             suo significato.
ad assumere tratti di dispersione e di evasione. Il tempo           L’opera dell’uomo non vive senza il dono che la rende
del riposo è vissuto come un intervallo tra due fatiche,            possibile. E, inversamente, la festa dispiega la sua luce
l’interruzione dell’attività lavorativa, un diversivo alla          e la sua forza nei giorni feriali, allo stesso modo che
professione. Privilegia il divertimento, la fuga dalle città.       il dono di Dio, il dono della generazione, il dono della
Spesso il sabato e la domenica si trasformano in tempi di           vita dischiude lo spazio alla libertà per essere accolta e
dispersione e di frammentazione. La sospensione dal la-             spesa. Per questo il rapporto tra la festa e il lavoro è di
voro è vissuta come pausa, in cui cambiare ritmo rispet-            uno a sei: l’uomo impiega sei giorni per rendere il dono
to al tempo produttivo, ma senza che diventi un momen-              di Dio opera propria, ma l’agire dell’uomo si concentra
to di ricupero del senso della festa, della libertà che sa          nel giorno primo e ultimo per accogliere il dono di Dio
stare-con, concedere tempo agli altri, aprirsi all’ascolto e        e dell’altro.
al dono, alla prossimità e alla comunione. La festa come            Il testo della preghiera sulle offerte conclude in modo
un tempo dell’uomo e per l’uomo sembra eclissarsi.                  sorprendente così: “e Tu donaci in cambio Te stesso”. La
La domenica di conseguenza stenta ad assumere una                   preghiera della liturgia chiede in cambio non solo la sa-
dimensione familiare: è vissuta più come un tempo                   lute, la serenità, la gioia, ma nientemeno che l’incontro
“individuale” che come uno spazio “personale” e “so-                con Dio stesso. Il senso della fatica feriale è di trasforma-
ciale”. Il tempo libero seleziona spazi, tempo e persone            re il nostro lavoro in offerta grata, in riconoscimento del
per costruire una pausa separata e alternativa alla fatica          debito verso il dono che ci è stato fatto: la vita, il coniuge,
quotidiana, mentre la festa genera prossimità all’altro. Il         i figli, la salute, il lavoro, le nostre realizzazioni, le nostre
tempo libero fa riposare (o fa evadere) l’animale uomo              cadute e riprese. Di più il senso della fatica feriale è quel-
per rimetterlo a produrre, mentre il tempo della festa              lo di dire che l’uomo non è solo l’essere del bisogno, ma
dà senso al tempo feriale. L’estensione del tempo libero            l’essere della relazione. Per questo, l’uomo e la donna,
non significa quindi subito un ritorno e un ricupero della          ma soprattutto la famiglia, hanno bisogno di iscrivere nel
festa. E, tuttavia, abbiamo visto come la nuova organiz-            loro stile il senso della festa, non solo pensandosi come
zazione del lavoro, con la diversa dislocazione tra tempo           una società di bisogno, ma come la comunità dell’incon-
di produzione, tempo di formazione e tempo di riposo,               tro con l’altro.
aprirà nuovi spazi per la responsabilità dei membri della           Nello scambio con l’altro diventa possibile l’incontro con
famiglia, per ritrovare i momenti per celebrare la festa            Dio che è il cuore della festa. “Tu donaci in cambio Te
nella comunità e favorire l’incontro nella società. La di-          stesso”, termina in modo ardito la preghiera! L’uomo osa
latazione del tempo di riposo e del tempo libero non è              chiedere in cambio di varcare la soglia per vedere il volto
subito il ricupero del tempo della festa: se prima questo           di Dio, per entrare nella luce della sua comunione. Ciò
era affidato al calendario, oggi si apre uno spazio di scelta       fa ritrovare a ciascuno il proprio volto, non solo il volto
più grande per vivere la festa, in particolare la domenica,         di chi dà una mano, ma il volto della persona, il volto
dial gare   6


                della promessa, il volto della pace e della gioia.
                Per questo la mensa della domenica è diversa
                da quella di ogni giorno: quella di ogni giorno
                serve per sopravvivere, quella della domenica
                per vivere la gioia e l’incontro. Solo in questo
                modo si trova tempo per Dio, spazio per l’a-
                scolto e la comunione, disponibilità per l’in-
                contro e la carità.
                Nella liturgia domenicale e nel suo culmine
                che è l’Eucaristia del giorno del Signore, Dio ci
                approva e ci accoglie. Siamo amati da lui nono-
                stante le nostre differenze e le barriere che noi
                costruiamo. La liturgia ci “rapisce” - dice il filo-
                sofo Pieper - dal processo lavorativo e dai suoi
                legami, e ci introduce nel regno della libertà
                e dell’amore. Quei legami asservono l’uomo al
                giogo della necessità, quelli istituiti dalla co-
                munità eucaristica sono legami che ci fanno
                uguali, anzi ci rendono fratelli. Essi ci tolgono
                dal regime dell’uti (dell’utile) e ci immettono
                nella circolazione benefica del frui (del com-
                piacimento): l’altro diventa luogo d’incontro
                e di gioia. Il tempo e il rito della domenica è
                - soprattutto per la famiglia - il momento per
                uno sguardo nuovo sulle relazioni familiari,
                anzi per alimentarsi al dono del Pane di vita,
                sorgente di energia per accogliersi, perdonar-
                si, amarsi di nuovo, aprire il cuore alla carità
                e alla missione. La celebrazione dell’Eucaristia
                può essere tutto questo soltanto se si dispone
                ad “accogliere in cambio” nientemeno che Dio
                stesso. Il Dio che non può essere oggetto di
                scambio, nella condiscendenza del suo Figlio,
                morto e risorto, si dà in cambio, sta in mezzo
                a noi come uno che serve, perché ciascuno ri-
                trovi il proprio posto. La domenica il Signore
                “ridistribuisce” i posti alla sua mensa scompa-
                ginando le nostre distanze umane; nel Giorno
                del Signore la famiglia ridisegna i suoi rapporti
                e li rigenera nutrendoli al corpo dato e al san-
                gue versato. Così anche alla mensa di casa la
                famiglia potrà mangiare il pane dell’amicizia e
                bere il vino della gioia.
                La domenica (dies dominicus) diventa, allora,
                figura della speranza cristiana, giorno del Si-
                gnore Risorto. Il tempo della festa è il tempo
                della gratuità, che dà senso al ritmo feriale. La
                domenica non è un giorno accanto agli altri,
                ma il senso dei giorni dell’uomo, è il “signore”
                dei giorni, l’attesa del tempo escatologico. E da
                qui si irradiano anche tutte le altre feste che
                costellano l’anno liturgico e civile e che decli-
                nano il tempo come un tempo dell’uomo, con
                le sue stagioni, non solo della natura, ma an-
                che della vita.
Nell’incontro con don Michele Falabretti una riflessione sull’abitare l’Oratorio


                            Una casa in cui ri-conoscersi

D    on Michele Falabretti, direttore dell’UPEE (Ufficio
     Pastorale Età Evolutiva) della Diocesi di Bergamo, ha
accolto l’invito per un incontro serale nella nostra Setti-
mana dell’Oratorio intitolata Una casa da abitare.
Con parole calme e un entusiasmo sincero, ha introdotto
il senso del verbo “abitare” a partire dalla possibilità di
“non passare frettolosamente”.
Nella quotidianità ci accorgiamo di quanto facilmente si
vivano gli impegni senza momenti in cui ciascuno si pos-
sa fermare, nella corsa al rispettare gli orari dell’agenda,
della campanella scolastica, dei mezzi pubblici o dell’in-
gresso nei luoghi di lavoro.
Si fa per questo fatica a rallentare, o forse si preferisce
inconsapevolmente non farlo. Serve certo coraggio per
trovare uno spazio per noi stessi: quei momenti in cui         Ecco così la necessità, a partire dai più piccoli, di spe-
ci si mette completamente in discussione, rileggendo           rimentare l’opportunità di incontrarsi e ritrovarsi in un
lentamente quella vita che invece sembra sempre tra-           luogo, come appunto l’Oratorio, in cui si sentano a casa.
volgerci.
                                                               Mai da soli, ma con adulti che diano loro
“Stare dentro” l’Oratorio diviene il tempo                     limpide testimonianze sul fatto che la vita
per confrontarsi sullo stile con cui si indos-                 non tradisce e che ha un senso. E soprat-
sano le proprie esperienze quotidiane.                         tutto che ci sia la possibilità di trovare del
Per gli adulti, o chi può attingere preziosamente al pro-
                                                               tempo da spendere nell’ascolto e nella
prio passato, è l’occasione per un confronto con, e per, i     condivisione.
più giovani.
Consapevoli che nell’“oggi” questo scambio possa risul-        Nel pensare alla nascita di ciascuno, il primo forte sforzo
tare più difficile, quando, per esempio, si trova qualcuno     inspiratorio viene a volte accompagnato da un pianto,
che dica con consapevolezza che “non ci sono più i gio-        nella fatica del passaggio dal caldo ventre materno al
vani di una volta”.                                            mondo.
Le persone, in passato, si ritrovavano più facilmente a        Ma le lacrime e la paura riescono ad attenuarsi immedia-
parlare la stessa lingua, permeata dal rispetto di ordini a    tamente, quando qualcuno ci prende fra le sue braccia.
cui non si poneva critica per un forte senso dell’autorità.    Quando, specialmente la mamma, ci fa intuire che per
Come se gli adulti ponessero delle regole e i giovani non      tutta la nostra esistenza qualcuno si prenderà cura di noi.
potessero opporsi, in cui ci si poteva porre il dubbio sulle
                                                               L’esperienza della gratuità dei grandi, può così essere ri-
reali convinzioni di ciascuno.
                                                               assaporata dentro l’Oratorio in un abbraccio fatto dalla
Oggi, a partire da un cambiamento culturale, ci ritrovia-
                                                               cura del bar, dell’animazione, delle pulizie o di qualsiasi
mo nella società del Talk show in cui tutti non solo posso-
                                                               altra attività che dica a gran voce che ogni persona che
no, ma hanno il diritto di dire la propria opinione.
Questa libertà nasconde però l’insidia che tra tutte le        viene posta al nostro fianco è segno del Suo prendersi
differenti proposte, risulti difficile per ciascuno arrivare   cura di noi.
alla verità.                                                   I bambini hanno la possibilità di vedere la presenza di chi
Nella confusione delle lingue fra giovani e meno giovani,      si spende non solo per sé e i propri impegni, convinti che
dire loro quello che conta o quello che potrebbero fare        Lui ci voglia bene.
alla ricerca del Bene evidentemente non basta, immersi         Un giorno, divenuti adolescenti, potranno così assapora-
tra innumerevoli proposte e motivazioni che si incontra-       re la trasformazione dall’essere oggetto di questa cura,
no nel quotidiano.                                             al poter essere loro stessi una ricchezza per tutti.
Sperimentando per esempio il CRE estivo, riescono a sentire
che quella promessa li può davvero coinvolgere fino in fon-        Abitare è un verbo che
do. Che il prendersi delle responsabilità possa cambiare la        usiamo di solito per indicare un luogo nel
vita. «Dopo l’estate in Oratorio, la cosa più bella è che quan-    quale non solo passiamo, ma ci fermiamo;
do sono in paese i bambini mi salutano!», dicono.                  un luogo che diventa quasi un vestito,
                                                                   un abito, che dice qualcosa di noi…
Ecco la meraviglia di essere nel mondo non                         Possiamo dire di abitare l’Oratorio così?
per caso, ma chiamati per nome.                                    Possiamo dire che questo luogo parla di noi,
                                                                   della nostra comunità?
Riconosciuti dai piccoli che raccontano le avventure del
Centro Estivo, ma che hanno scritto nel cuore il legame con        Ecco spiegato il titolo di questa Settimana,
gli animatori con qualche anno in più.                             che vorrebbe essere un’occasione per
Il cammino personale di ogni adolescente si intreccia così         riappropriarci di un sogno, di un progetto,
con le scelte di tutte le persone che vivono l’Oratorio come
                                                                   che leghi l’impegno delle tante persone
una grande casa. Lo stare nel cortile, abitandolo attraverso
la complessità della persona intera, con la spiritualità vissu-    che già lavorano dentro l’Oratorio
ta anche attraverso il corpo e le azioni di ogni giorno.           e ne conquisti di nuove.
                                                                   Vorrebbe essere un tempo speciale di
“Uno spazio buono, è uno spazio                                    “prova” in cui i nostri ragazzi e adolescenti
in cui il bambino si riconosce”. (D. Winnicott)
                                                                   possano sentire la bellezza di qualcuno
                                                  Sara Marchetti   che pensa a loro, e per tutti invece la
                                                                   possibilità di sentirci un po’ più a casa
                                                                   e di casa all’Oratorio.
                                                                   Certo, un conto è abitare da soli,
                                                                   e un altro abitare insieme…
                                                                   E un conto è condividere degli spazi
                                                                   e un conto è condividere un “sogno”,
                                                                   direbbe san Giovanni Bosco.

                                                                   La Settimana dell’Oratorio si intreccia
                                                                   sempre ogni anno anche con la Giornata
                                                                   per la Vita, che già da 34 anni i vescovi
                                                                   italiani pongono all’attenzione delle
                                                                   nostre comunità cristiane.
                                                                   Il titolo di quest’anno “Giovani aperti alla vita”
                                                                   sottolinea la necessità di unire la difesa
                                                                   della vita all’impegno educativo,
                                                                   perché testimonianze generose di adulti
                                                                   aiutino i nostri ragazzi a non chiudersi su di sé
                                                                   e a fidarsi della vita come dono di Dio.
                                                                   Il fatto poi che quest’anno
                                                                   ci stiamo preparando ad accogliere
                                                                   don Andrea che diventerà sacerdote,
                                                                   è un motivo in più a pensare l’Oratorio
                                                                   come il luogo decisivo in cui aprirsi alla vita
                                                                   e trovare il coraggio di “spenderla”.

                                                                                                          don Diego
31 gennaio - San Giovanni Bosco
                                  “Oratorio, una casa da abitare... Una casa dove
                                  abitano sogni, condivisione e allegria.”




O     gnuno di noi ha una casa. La casa
      è l’ambiente dove cresciamo, dove
impariamo, dove stiamo bene. Quando
qualcuno viene a casa nostra, con or-
goglio diciamo: «Questa è casa mia!».
Durante l’omelia, Giovanni Bosco ci
ha invitati ad entrare nella casa dove
è cresciuto da bambino, per scoprire
qualcosa in più di lui: «La mia casa era
molto povera e i miei genitori, France-
sco e Margherita, erano semplici con-
tadini, eppure dietro queste mura sono
nati grandi sogni. Nella mia cameretta,
quando avevo appena nove anni, ho
fatto un sogno che mi è rimasto im-
presso tutta la vita: “Ecco il tuo campo, ecco dove devi      vizio, attenzione all’altro. D’inverno, per esempio, veniva
lavorare. Renditi umile, forte e robusto e ciò che vedi       spesso a bussare alla nostra porta un mendicante; c’era
succedere a questi animali, tu dovrai farlo per i miei fi-    neve e chiedeva di dormire nel fienile. La mamma, prima
gli”. Un sogno molto strano, che piano piano ha preso         di lasciarlo salire, gli dava un piatto di brodo caldo e gli
tutta la mia vita. L’ambiente più familiare della mia casa    avvolgeva i piedi, ridotti male, con pezzi di panno, per-
era la cucina. In essa poche cose ma molta condivisione.      ché non aveva un paio di zoccoli da regalargli. Lì, intorno
Dalla mia mamma Margherita ho imparato che, nono-             a quella tavola, ho desiderato per me e per i miei giova-
stante la povertà, c’è sempre spazio per l’accoglienza. Ho    ni, la bellezza dello spezzare insieme il pane. Intorno a
imparato il segreto della carità, fatta di generosità, ser-   quella tavola ho imparato cos’è la fraternità, e così, più
                                                                                            tardi, ho deciso di fare delle
                                                                                            mie scuole e dei miei oratori
                                                                                            una casa, un luogo dove ogni
                                                                                            ragazzo potesse sentirsi a suo
                                                                                            agio come nella propria cuci-
                                                                                            na, in un luogo familiare.
                                                                                            Fin da piccolo mi sono di-
                                                                                            vertito a fare il giocoliere, il
                                                                                            saltimbanco, il prestigiatore,
                                                                                            per far felici i miei molti ami-
                                                                                            ci, e soprattutto per renderli
                                                                                            amici di Gesù. Diventato pre-
                                                                                            te, ho speso tutta la mia vita
                                                                                            perché ogni giovane potesse
                                                                                            essere felice sapendo di esse-
                                                                                            re amato da Dio. Per ciascu-
                                                                                            no sono stato padre, maestro
                                                                                            e amico. Per i miei ragazzi
                                                                                            ho fondato l’oratorio dove in
                                                                                            grandi cortili si salta, si gioca,
                                                                                            si corre, si vive in allegria».
Nella Settimana, colazione tutti insieme!
A    bitare l’oratorio.
     È quello che ci è stato chiesto durante la Settimana
dell’Oratorio. È bello vivere l’oratorio da adolescente: ci
si sente coccolati dai più grandi mentre si inizia a impara-
re a dare attenzioni ai più piccoli. È stata una settimana
volta all’attenzione di ognuno di noi, a partire dalle cola-
zioni che i nostri educatori ci hanno fatto trovare alla fer-
mata del pullman. Basta poco per sentirsi accuditi, anche
un semplice bicchiere di tè e una brioche sono sufficien-
ti. Per abitare una casa non basta viverci, accendere le
luci, stare un’eternità sotto la doccia calda… per abitare
una casa c’è bisogno di condividere con altre persone la
propria vita, le esperienze e mettersi in gioco per vive-


                                                                  re in un’unica comunità. L’oratorio è la casa di tutti noi.
                                                                  Ognuno di noi, quando entra, porta un pezzetto della sua
                                                                  vita e la condivide con gli altri. Il venerdì delle colazioni,
                                                                  la mia sveglia è suonata prima perché volevo iniziare la
                                                                  mia giornata con i miei edu e, ovviamente, mangiando
                                                                  una brioche che è sempre buona! È stato un modo di
                                                                  vivere una parte della mia quotidianità con persone che
                                                                  non vedo tutti i giorni ma che so che ci sono. Arrivare
                                                                  alla fermata del pullman e vedere tanti volti infreddoliti
                                                                  e sorridenti pronti a darmi il buongiorno per iniziare al
                                                                  meglio la giornata è stato bellissimo.
                                                                  Un po’ come succede a casa.
                                                                                                                     Ilaria Posa

Educatori impavidi: mercoledì 1° febbraio,
alla fermata del pullman sotto la chiesa,
sfidando un’autentica bufera di neve,
gli educatori hanno portato la colazione
agli adolescenti che partivano
per andare a scuola.
                                  Per gli studenti più piccoli,
                         l’oratorio ha aperto la propria casa
                                         martedì 31 gennaio e
                                 giovedì 2 febbraio, alle 7.30.
                        Preghiera, colazione e… via a scuola,
                                  accompagnati dai volontari
                                      della Protezione Civile.
Scuola dell’Infanzia e Oratorio… due seconde case!




          I bambini della Scuola dell’Infanzia ascoltano don Diego raccontare la storia del piccolo Giovanni Bosco.




L   a Settimana dell’Oratorio non ha mancato di riserva-
    re sorprese per ogni fascia d’età e anche alla Scuo-
la dell’Infanzia don Diego è venuto per raccontare una
                                                                loro piccoli e quanto ci fa piacere sentircelo dire... con-
                                                                siderato che quella della casa è una tematica molto cara
                                                                al mondo infantile, tanto da essere uno degli elementi
storia speciale che noi già conosciamo, ma che i bam-           maggiormente presenti, sin da piccolissimi, nei loro di-
bini hanno ascoltato con curiosità e attenzione; quella         segni.
del piccolo Giovanni Bosco, focalizzando in particolare         Per ogni bambino, infatti, la casa costituisce un enorme
la narrazione sul sogno che gli cambiò la vita, gli inse-       vissuto emotivo, che lo rappresenta nel suo mondo inte-
gnamenti della mamma Margherita e alla sua più bella            riore, nel suo ruolo in rapporto alla famiglia e al mondo
“creazione”: l’Oratorio. E questa sua bella eredità ci pia-     circostante e nel suo modo di prepararsi per affrontare il
ce così tanto da aver brindato con tè e biscotti proprio in     futuro. Ognuno di noi ha la sua casa e essa ci rappresen-
suo onore...                                                    ta come poco altro.
Vogliamo pertanto condividere con voi delle riflessioni         Per noi adulti lo è allo stesso modo: essere a casa, tor-
che questa occasione ci ha permesso di fare. Sono po-           nare a casa, sentirsi a casa, sono tutte espressioni che
che e senza pretese e cominciano proprio dalla lettura          indicano quanto essa rappresenti un profondo senso di
della locandina di presentazione delle attività di questa       agio personale e di benessere con sé e l’esterno.
speciale settimana.                                             L’Oratorio e la Scuola dell’Infanzia, sotto questa luce,
“L’oratorio, una casa da abitare”… Dando una prima              ci sembrano ancora più vicini e simili di quanto si pos-
veloce scorsa al tema della festa, non abbiamo potuto           sa percepire solo superficialmente: si tratta, infatti, di
che sorridere piacevolmente... quante volte le mamme            due luoghi di accoglienza, di cura, di accompagnamen-
dicono che la Scuola dell’Infanzia è la seconda casa dei        to nella crescita che consentono l’incontro e l’ascolto
tra coloro che li frequentano. Due luoghi
                                 in cui si realizza un’educazione che ricono-
                                 sce, trasmette e condivide valori e principi
                                 importanti per i nostri bambini e ragazzi.
                                 Due luoghi di accompagnamento della co-
                                 munità per le famiglie che scelgono di con-
                                 tinuare ad assumersi gli impegni presi nel
                                 giorno del Battesimo dei loro bambini.
                                 Insieme, essi sono espressione delle cure
                                 della comunità educante del nostro pae-
                                 se per le nuove generazioni; una comuni-
                                 tà che si impegna a essere, immaginare e
                                 creare uno spazio educativo, segno di pas-
                                 sione e di amore per i suoi piccoli, fatto di
                                 esperienze ed emozioni che “tirano fuori”
                                 il bello che c’è in loro, contribuendo al loro
                                 sviluppo. Sia nella Scuola che nell’Oratorio
                                 si incrociano, infatti, la pedagogia del Van-
                                 gelo con la pedagogia della “buona cittadi-
                                 nanza”, unione di intenti di cui don Bosco
                                 fu uno dei primi sostenitori “onesti cittadi-
                                 ni e buoni cristiani”.
                                 Soprattutto, vediamo più chiaramente
                                 l’Oratorio e la Scuola dell’Infanzia uniti in
                                 un unico sforzo per portare avanti la sfida
                                 educativa di oggi insieme alle famiglie e ai
                                 vari soggetti educanti.
                                 I soggetti, le esperienze, i progetti cambia-
                                 no, il ruolo dell’educatore in gioco cambia,
                                 ma l’attenzione, la dedizione, l’amore sui
                                 bambini e i ragazzi no: sia l’oratorio, sia
                                 la scuola con i loro grandi cortili, dove si
                                 vive insieme in allegria, costruiscono una
                                 grande famiglia che aiuta a crescere nella
                                 vita e nella fede ogni ragazzo e ogni bam-
                                 bino, che in questi luoghi può sentirsi bene
                                 come a casa, nella propria famiglia.
                                 Allora i sogni, da quelli più piccoli a quelli
                                 più importanti - come quello di Giovannino
                                 - possono trovare terreno fertile per cre-
                                 scere sempre di più.
                                 Oggi, come ai tempi di Valdocco, valgono
                                 gli ingredienti di questa “ricetta” a cui non
                                 può mancare l’impronta cristiana, senza la
                                 quale la nostra Scuola e il nostro Oratorio
                                 non avrebbero senso di esistere, perché
                                 come diceva don Bosco «l’educazione è
                                 cosa del cuore» e nulla, come il Vangelo
                                 e le buone testimonianze, ne insegnano
                                 l’arte.
                                 Vi salutiamo con un brindisi a tutti coloro
                                 che si impegnano, come don Bosco, a so-
                                 stenere e aiutare i nostri ragazzi, cammi-
                                 nando insieme a loro… cin cin!

Il momento del brindisi finale                                  Le insegnanti
La Corrida 2012


                   “Scherzi da prete”




                                   Dietro le quinte



       rza media
te                                                                I	magnifi	ci	3	presentatori:
                                                                      Lela, Desi e Luca
  Don Dante legge su
   Vanity Prete il test
     “Che prete sei?”                                      N     ella serata di sabato 4 Febbraio si è
                                                                 conclusa ufficialmente presso il cine-
                                                           teatro San Carlo la Settimana dell’Oratorio
                                                           con la messa in scena, come ogni anno,
                                                           dell’immancabile Corrida. I ragazzi delle
                                                           varie fasce d’età (a partire dalla terza me-
Sarà	un	prete	fi
              	losofo?
                                                           dia fino ad arrivare a noi “vecchi” di quinta
                                                           superiore) hanno presentato una scenetta
                                                           a testa, basandosi sul tema comune dei sa-
                                                           cerdoti, proposto dallo stesso don Diego:
                                                           non per niente lo spettacolo, coordinato
                                                           e presentato dai ragazzi di terza e quarta
                                                           superiore, si intitolava “Scherzi da prete”.
                                                           Uno alla volta, ogni gruppo ha esposto la
                                                           propria visione della classe clericale, imi-
                                                           tando comportamenti più o meno veri-
           …un prete aggressivo                            tieri dei nostri preti, inscenando funzioni
                                                           sacre (ricercando ovviamente la verosimi-
                                                           glianza con la realtà) e riprendendo passo
                                                           a passo il percorso compiuto dal nostro
                                                           parroco per giungere alla nostra parroc-
                                  …un prete standard




                                                                   Juan Carlos e Chiara
 …o un prete moderno?                                       prima	di	diventare	giudici	infl
                                                                                         	essibili
chia; da ricordare anche gli intermezzi comici
       seconda e terza                                 e giocosi, ben gestiti dai tre fantastici condut-
                                                       tori Emanuela, Desirée e Luca. Al termine dello
            superiore                                  spettacolo e delle premiazioni, che hanno vi-
                                                       sto trionfare i neo-giunti di terza media, gra-
                                                       zie all’approvazione del gruppo della Rosa Blu,
                                                       giuria incontestabile di questo evento, ognuno
                                                       ha fatto ritorno a casa propria, rallegrato dal-
                                                       la comicità dello spettacolo. Proprio tutti? Un
                                                       gruppo di circa trenta coraggiosi ragazzi, non
                                                       contenti delle fatiche sopportate nel preparare
                                                       e mettere in scena la Corrida, si è fermato in
                                                       Oratorio per condividere non solo la serata, ma
                                                       l’intera nottata con i propri compagni. Dopo
                                                       aver fatto tardi con giochi vari quali calcio ba-
                                                       lilla, carte e ping pong (con annesso cedimen-
Una	setti
       		mana	da	prete                                 to del tavolo da gioco), don Diego ci ha guidati
      per Luca…                                        nella preghiera con una riflessione riguardo
                                                       alla vita in comunità (e in Oratorio in particola-
                                                       re) e all’importanza di agire per il bene di tutti,
tra	corsi	fi
          	danzati,
                 	                                     riassumendo il tutto nella massima: “l’Oratorio
                                                       è un luogo dove si impara il bene, facendolo”.
                                                       Al termine della preghiera, gli educatori han-
                                                       no mandato tutti a letto... pardon, nei sacchi
                                                       a pelo, spegnendo tutte le luci e obbligandoci
                                                       a stare buoni fino al mattino successivo, cosa
                                                       accaduta puntualmente. No, dai, a chi voglio
                                                       darla a bere? Se c’è una cosa che non si è senti-
                                                       ta (almeno fino alle 7 del mattino) è stato pro-
                              partite	in	oratorio
                                  	                    prio il silenzio, interrotto dai nostri schiamazzi
                                                       e dalle nostre chiacchierate. La nostra voglia di
                                                       fare, di agire non poteva essere soppressa così
                                                       facilmente, nonostante le lamentele di coloro
e	confessioni
                                                       (pochi) che volevano dormire e le “dimostra-
                                                       zioni di forza” dei nostri educatori (degna di
                                                       menzione è l’eccellente performance di Bom-
                                                       ba nei panni di cecchino, temuto da tutti, vicini
                                                       o lontani che fossero). Finalmente, ecco che


                                                       prima
                                                           superiore
             La Rosa Blu, giudice della serata,
        dichiara	vincitore	il	gruppo	di	Terza	Media!




                                                                     Don	Diego	dal	Vescovo!
al sorgere dell’alba tutti quanti cedemmo a
  una forza per noi insormontabile, soprattutto         quarta e quinta
  dopo una notte bianca: il sonno e la stanchez-
  za accumulata nelle ore precedenti. Dopo 50
  minuti scarsi di sonno, ecco la sveglia ufficiale,
                                                        superiore
  stabilita al momento da alcuni mattacchioni
  (fin troppo arzilli per rimanere quieti per più
  di un’ora) che avevano cominciato a giocare
  al calcio balilla. Immaginate la gioia degli as-
  sonnati nel venir svegliati dal dolce suono del-
  la pallina che rimbalzava sulla dura superficie
  del campo! Dopo aver preparato le borse e
  aver apparecchiato per la colazione, abbiamo
  consumato il primo pasto in compagnia, tra
  latte, tè e dolci vari serviti dai nostri amore-
  voli educatori. Infine, atteso con impazienza                          Don	Matteo	e	il	suo	diacono!
                                                                                	
  questo momento (certo, come no!), ci siamo
  incamminati verso la chiesa per terminare            un matrimonio e un
  quella breve ma comunque intensa esperien-
  za. In sintesi, un’esperienza unica, (superata                       funerale
  soltanto dai campi estivi o invernali che sia-
  no) e da vivere senza esitazioni, nonostante
  la notte trascorsa quasi insonne, ben descritta
                                                                                                         ial
  nella prima lettura della Messa domenicale:
                                                                                                     Spec :
  “La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi                                                         t
  fino all’alba”. Libro di Giobbe 7, 4                                                                gues
                             Gabriele Gambirasio                       I	fedeli…




                                                                                                                  iere
                                                                                                         il Barb iglia
                                                                                                             di Siv
                                                                     ...	momenti  	
                             	Mario	Bros
      Immancabile	Super                                                di	euforia


e l’arrivo di don diego a villa D’ADDA
Don	Renato	dal	Vescovo!                                                       L’arrivo a Villa d’Adda, in bici???




                                   La voce dell’addio di don Diego
                                       si sparge a Valbondione
5 febbraio 2012: Giornata per la Vita




       Foto di gruppo per i bambini nati nell’anno 2011 che con le loro famiglie hanno partecipato alla Messa delle 10.30


Il messaggio dei vescovi                                          In questi anni non solo gli indici demografici, ma anche
per la 34a Giornata nazionale per la Vita                         ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte
                                                                  di tanti ragazzi, hanno angustiato l’animo di quanti prova-
                                                                  no rispetto e ammirazione per il dono dell’esistenza.
“Giovani aperti alla vita”
                                                                  Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa dei
La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude        quali questo dono è vilipeso, avvilito, caricato di fardelli
alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono     spesso duri da sopportare. Educare i giovani alla vita si-
- a volte misterioso e delicato - e da chi si dispone a esser-    gnifica offrire esempi, testimonianze e cultura che diano
ne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. Del        sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si
resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come “servo”        accende appena trovano adulti disposti a condividerlo.
(cfr Lc 22,27), secondo la profezia dell’Antico Testamento.
Chi vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo.            Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti
                                                                  del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo,
Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compier-        il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del diver-
ne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una       timento fine a se stesso.
sfida oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e
dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si fini-     I giovani di oggi sono spesso in balia di strumenti - creati e
sce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla de-       manovrati da adulti e fonte di lauti guadagni - che tendono
riva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di       a soffocare l’impegno nella realtà e la dedizione all’esisten-
chi fa più fatica. L’aborto e l’eutanasia sono le conseguen-      za. Eppure quegli stessi strumenti possono essere usati
ze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la           proficuamente per testimoniare una cultura della vita.
vita, finisce per farli apparire come il male minore: in re-
altà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi         Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e so-
compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è           ciale, non aspettano altro che un adulto carico di simpa-
debole e indifeso.                                                tia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e
senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante            entra più in gioco il valore della persona. Ci sono curve
avventura della vita.                                                 della storia che incutono in tutti, ma soprattutto nei più
                                                                      giovani, un senso di inquietudine e di smarrimento. Chi
È una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui                 ama la vita non nega le difficoltà: si impegna, piuttosto,
oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per questo,          a educare i giovani a scoprire che cosa rende più aperti
la rilancia a tutti - adulti, istituzioni e corpi sociali -, perché   al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui
chi ama la vita avverta la propria responsabilità verso il fu-        tutti anelano, magari a tentoni. Nasce così un atteggia-
turo. Molte e ammirevoli sono le iniziative in difesa della           mento di servizio e di dedizione alla vita degli altri che
vita, promosse da singoli, associazioni e movimenti. È un             non può non commuovere e stimolare anche gli adulti.
servizio spesso silenzioso e discreto, che però può otte-
nere risultati prodigiosi. È un esempio dell’Italia migliore,         La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono del-
pronta ad aiutare chiunque versi in difficoltà.                       la vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo
                                                                      misterioso di Dio.
Gli anni recenti, segnati dalla crisi economica, hanno evi-
denziato come sia illusoria e fragile l’idea di un progresso                                        Roma, 4 novembre 2011
illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui                                      Memoria di San Carlo Borromeo




                                                     L’Oratorio è il luogo
                                                        dove si insegna
                                                       il bene della vita,
                                                           facendolo
dial gare                                                   20



                     Michael Agazzi: dietro il campione

E   ccoci finalmente a inaugurare questa nuova rubrica
    che cerca, attraverso una chiacchierata con un perso-
naggio sportivo e “famoso” del nostro paese, di mettere
in luce la vita e i segreti del campione, ma anche il suo
lato umano. Iniziamo con il personaggio forse più cono-
sciuto grazie allo sport più seguito in Italia, il calcio.

Nome: Michael Agazzi
Età: 27 anni
Ruolo: portiere di calcio

Dove ha avuto inizio la tua carriera? Hai sempre fatto
il portiere?
Sin da piccolo amavo buttarmi, quindi, da quando ho
iniziato a giocare mi hanno subito messo in porta. Ho
esordito e giocato per 5 anni nel Carvico e poi, a 10 anni,
Angelo Gamba ha portato me e Matteo Moranda a fare
dei provini al campo militare a Bergamo. Dopo 3 provi-
ni sono entrato a far parte degli esordienti dell’Atalanta.
Per 2 anni mi sono allenato al campo militare e il martedì         Nel 2006-2007 sono andato in prestito al Sassuolo, in se-
andavo a Zingonia con Bonifaccio, mentre poi per 8 anni            rie C1, dove ho giocato 20 partite e dove per poco non
mi sono allenato con il preparatore dei portieri Massimo           andiamo in serie B (persa la finale play-off), mentre l’an-
Biffi.                                                             no dopo vado al Foggia: con i pugliesi gioco 25 partite e
                                                                   pure qui perdiamo le semifinali play-off con la Cremo-
Cosa vuol dire far parte dell’Atalanta durante l’adole-            nese.
scenza?                                                            Nella stagione 2008-2009 ritorno alla Triestina, nella
Durante l’adolescenza uscivo di casa alle 6 di mattina e           quale gioco tutte le 42 partite di campionato da titolare.
rientravo alle 19.30, tutti i giorni.                              Nel 2009 vengo acquistato dal Cagliari che mi lascia a
Prima la scuola, poi pranzo alla “Casa del giovane”, tra-          Trieste fino a quando, nell’ultimo giorno della sessione
sferimento a Zingonia, allenamento e poi il rientro a              di mercato 2009-2010, riscatta completamente il mio
casa. Una volta arrivato in “Primavera” ero pure il terzo          cartellino.
portiere della prima squadra e quindi avevo allenamen-
ti tutti i giorni. E naturalmente nei week-end c’erano le          L’anno più bello?
varie partite.                                                     L’anno a Sassuolo è stato il migliore, quello che mi ha
                                                                   fatto crescere maggiormente sia dal punto di vista pro-
Prime esperienze fuori casa?                                       fessionale, perché ho giocato di più e con continuità, sia
Nel 2003 sono andato un anno in C2 nel Sud Tirol. Come             dal lato umano.
prima esperienza fuori casa è stata veramente dramma-              Ricordo con molto affetto il mio amico Prospero, un si-
tica: io non sapevo fare nulla, ma Marco Fabbris - mio             gnore del posto che faceva il barista e che mi ha accolto
compagno di squadra e di casa - mi ha insegnato a fare             come fossi suo figlio.
un po’ tutto quello che serve in casa, e lui era diventa-
to la mia seconda famiglia. Durante quella stagione ho             Altre persone di cui ci vuoi parlare?
giocato pochissimo (2 partite), ma a fine anno ho pianto           Ho pochi amici nel mondo del calcio, ma uno di questi è
perché avevo trovato veramente un gruppo stupendo.                 sicuramente Generoso Rossi.
                                                                   Era il primo portiere della Triestina nei primi due anni in
Quindi non sei rimasto nel Sud Tirol?                              cui ci ho giocato ed è grazie a lui che ho esordito in serie
Al termine della stagione sono tornato all’Atalanta, per           B e sono riuscito a disputare 5 partite.
essere nuovamente mandato in prestito.
Questa volta vado alla Triestina, in serie B, dove non             Com’è andato il tuo trasferimento dalla Triestina al Ca-
colleziono nessuna presenza. Nella stagione successiva             gliari?
vengo acquistato definitivamente dagli “Alabardati” di             Quella sera ero a cena con il mio procuratore e mi chiama
Trieste e gioco cinque gare, subendo sette reti.                   Dei (il secondo portiere della Triestina) dicendomi che la
21                                        Gennaio/Febbraio 2012



società stava cercando un portiere.                                                     partite successive ho pagato questo
A quel punto sento mister Somma                                                         atteggiamento e mi è servito. A mie
il quale mi conferma l’acquisto di                                                      spese ho capito che in ogni partita
Calderoni e lì ho capito che, vista la                                                  devi far bene, non devi sentirti “ar-
situazione di Marchetti, il Cagliari                                                    rivato” altrimenti la prendi sotto
mi aveva cercato. Confesso che ero                                                      gamba e la paghi.
indeciso, ma la squadra mi convince                                                     Io gioco perché mi diverto, perché
e vado in Sardegna.                                                                     do emozioni alla mia famiglia e non
Prima di lasciare la squadra, chiedo                                                    perché la gente mi conosce.
se sanno contro chi gioca il Caglia-                                                    Per riprendermi da quel momento è
ri quella domenica e la risposta mi                                                     stato decisivo il rigore parato contro
ha lasciato basito: «Contro l’Inter! A                                                  il Bari nella terza di ritorno, anche
San Siro!».                                                                             perché ho parato anche la ribattuta
In quel momento ho capito che                                                           e questo dopo aver fatto un prece-
quella domenica si sarebbe realizza-                                                    dente errore sul goal di Okaka.
to uno dei miei sogni: giocare in quello stadio dove da
piccolo andavo con il papà e il nonno.                            Altri sogni nel cassetto?
                                                                  Sogno la Nazionale, ma soprattutto non voglio avere il
Che brividi entrare a San Siro…                                   dubbio di non avere dato il massimo.
Emozioni forti sì! Sia per me che per le persone che mi           Ho tanti obiettivi, ma come mi hanno insegnato i miei
vogliono bene. Però a dire la verità le emozioni più forti        genitori, per i quali nutro un grande rispetto, ne affronto
le ho provate l’ultima di campionato quando in casa del           uno alla volta.
Milan campione d’Italia e davanti a 80 mila persone sa-
pevo che i miei genitori erano lì per vedermi.                    E un altro sogno?
Al momento dell’entrata in campo ho pensato a loro: il            Beh, ovviamente, sogno di giocare nell’A.S.D. Oratorio
mio calcio è questo, è proprio per questi momenti che             San Carlo.
gioco a calcio!
                                                                  Ringraziamo veramente di cuore Michael per la dispo-
Ogni domenica una grande emozione. Sei in serie A,                nibilità, l’amicizia e l’attenzione che ha nei confronti del-
quella che sognano tutti i giocatori…                             la nostra società sportiva e vi diamo un’anteprima sulla
Quando sei giovane uno stadio vale l’altro. C’è stato un          prossima intervista: lo sport è il tiro al piattello!
momento del campionato in cui, a livello mentale, non                                                             Davide Chiari
provavo più emozioni, mi sentivo fortissimo e nelle tre                          e la dirigenza dell’A.S.D. Oratorio San Carlo
dial gare                                                  22



I mestér
di noscc vecc
L  ’anno scorso abbiamo trattato la
   toponomastica di Villa d’Adda,
quest’anno vorremmo parlare dei
vari “mestieri” che i nostri “vecchi”
praticavano.
Prenderemo lo spunto da ciò che
un gruppo di parrocchiani di Fiume-
nero non solo ha detto o scritto ma
ha pure rappresentato nel presepe
vivente, visitato da alcuni di noi su
invito di don Diego.
Attingeremo anche a ciò che ha
scritto Pino Capellini (giornalista de
L’Eco di Bergamo dal 1959 e mio
compagno di liceo) sull’Enciclopedia
Bergamasca Illustrata Rebelòt.
Prima di entrare nei dettagli delle
varie professioni, sottoponiamo alla        Francesco Chiappa al suo desco da ciabattino (da Villa d’Adda, il fiume-il confine)
vostra attenzione un piccolo voca-
bolarietto delle voci dialettali in vil-
ladaddese dei vari mestieri.
                                           Ol resciulì = il selciatore                 	 (A chi ha un mestiere in mano non
Ol mulèta = l’arrotino                     Ol sotramòrt = il becchino                     mancherà mai un tozzo di pane)
Ol drughér = il droghiere                  Ol scarpulì = il calzolaio                  -	 Ü mestér per vèss bé imparàt,
L’umbrélér = l’ombrellaio                  Ol müradùr = il muratore                    	 al va rubàt.
L’ustér = l’oste                           Ol bòcia = l’apprendista                    	 (Un mestiere per essere ben ap-
Ol strascér = lo straccivendolo            Ol magüt = l’aiutante del muratore             preso va rubato, cioè seguito con
L’urés = l’orefice                         Ol purtinér = il portinaio                     grande impegno)
Ol magnà = lo stagnino                     Ol marmurì = il marmista                    -	 Fa l’ustér e circà sö,
Ol frér = il fabbro                        Ol barbér = il barbiere                     	 i è mestèr che se desmèt pió.
Ol sbianchì = l’imbianchino                La laandéra = la lavandaia                  	 (Fare l’oste e chiedere la carità
Ol marengù = il falegname                  La filandéra = la filandaia                    sono mestieri che non si smettono
La cumar = l’ostetrica                     Ol mülinér = il mugnaio                        più)
Ol masciàder = il merciaio                 Ol pastùr = il pastore
L’aucàt = l’avvocato                       Ol caretér = il carrettiere                 Il proverbio è un modo di dire sem-
Ol sensér = il sensale                     Ol sertùr = il sarto                        plice, sintetico, spesso arguto, che
Ol dutùr = il medico                       Ol spazzacamì = lo spazzacamino             tramanda la saggezza e l’esperienza
Ol marusér = il mediatore                  Ol campér = il custode dei campi e          dei nostri vecchi sul modo di conce-
Ol spiziér = il farmacista                 dei boschi                                  pire la vita. Inoltre è l’espressione
Ol fatùr = il fattore                      Ol stremascì = il materassaio               della nostra cultura ancor più perché
Ol nudér = il notaio                                                                   in dialetto. E, lo si voglia o no, le pa-
Ol masér = il massaio                      Ci auguriamo che questa paginetta           role in dialetto sono le nostre radici
Ol furnér = il fornaio                     di dialogare sia per noi bergamaschi        e danno colore, forza ed espressività
La maséra = la massaia                     uno strumento interessante per mi-          alla nostra parlata.
Ol bechér = il macellaio                   gliorare la conoscenza della nostra         Purtroppo diventa sempre più sbia-
Ol paisà = il contadino                    identità e per i non villadaddesi, che      dito e rischia di scomparire; bisogna
Ol frütaröl = il fruttivendolo             tuttavia si sono integrati nel nostro       “voler bene” al dialetto, perché vuol
Ol mecànech = il meccanico                 contesto sociale, sia una occasione         dire voler bene a quella gente, a
Ol pularöl = il pollivendolo               per arricchire la loro conoscenza           quelle persone che prima di noi han-
Ol trumbér = l’idraulico                   della terra che li ospita e dei suoi        no vissuto, sofferto, amato, sempre
Ol pessér = il pescivendolo                abitanti.                                   fortemente convinte, per fede, che
Ol tulér = il lattoniere                   Ecco anche alcuni proverbi che ri-          la vita è un gran bel dono!
Ol vedriér = il vetraio                    guardano i mestieri:
Ol bergamì = il mandriano                  -	 A chi g’ha ü mestér in ma,
Ol stradì = lo stradino                    	 mancherà mai ü tocch de pa.                                        Giovanni Nervi
23                    Gennaio/Febbraio 2012



                                                    Settimana dall’11 al 18 marzo
                                                             Con il Libro dei Salmi

                                     casa di incontro              animatore

                                    Colombelli Luigina
                                     Via San Carlo, 10
                                                              Fiorangela Bolognini     Lunedì ore 14,30

                                     Carrara Ardelia          Assunta Pirovano e
                                      Via Caderico            Marilena Regazzoni       Lunedì ore 20,30

                                Mazzoleni Sala Giuseppina
                                    Via Marconi, 11
                                                                Marilena Clapis        Lunedì ore 20,30

                                Bellese Oscar e Maria Rosa
                                      Via Cadernoldo
                                                                  Anna Luppi          Martedì ore 14,30

                                      Previtali Elisa
centri d’ascolto della parola




                                       Via Fossa, 5
                                                                   suor Elsa          Martedì ore 14,30

                                        Biffi Elisa
                                      Via Chioso, 2
                                                                Vanna Colombo         Martedì ore 14,30

                                  Milani Adriano e Carla
                                      Via Ludrini, 36
                                                              Marilena Regazzoni      Martedì ore 20,30

                                      Laini Palmina
                                       Via Parscera
                                                                suor Giovanna         Mercoledì ore 14,30

                                   Sala Aldo e Donata
                                      Via Mazzo, 2
                                                               Luciana Bettinelli     Mercoledì ore 15,30

                                  Milani Pietro e Franca
                                       Via Cuna, 2
                                                                  Anna Luppi           Giovedì ore 14,30

                                      Longhi Gilda
                                    Via del Borgo, 12
                                                               Luciana Bettinelli      Giovedì ore 14,30

                                     Medaglia Cecilia
                                   Piazzetta Villa Bassa
                                                               Adalgisa Locatelli      Giovedì ore 20,30

                                  Istituto San Giuseppe          suor Francisca        Giovedì ore 20,30

                                      Panzeri Dalida
                                    Via Casenuove, 10
                                                                Marilena Clapis        Giovedì ore 20,30

                                  Anna Chiappa - Comi
                                    Via Volpino, 20
                                                                don Gian Maria         Venerdì ore 20,30
dial gare                                                   24


                    Apostolato della Preghiera
                                                                                        La	Scuola	dell’infanzia	“Tranquilla	Frigerio”
                    Il Vescovo di Bergamo ha indicato per l’anno 2012 le                                  ricorda la
                    intenzioni di preghiera legate alla vita della nostra dio-
                    cesi; pubblichiamo quelle dei primi tre mesi:
                    Gennaio: Per i sacerdoti, perché avvertano l’esigenza
                                                                                         CHIUSURA DELLE ISCRIZIONI
                    di una permanente conversione.                                             per l’anno scolastico 2012-2013
                    Febbraio: Per le persone consacrate, perché siano te-                         in data 28 febbraio 2012
                    stimoni della meraviglia del Vangelo.
                                                                                                        Per informazioni
                    Marzo: Per gli ammalati, perché la loro sofferenza                           chiamare il numero 035 79.20.14
                    non diventi disperazione.
                    Le altre intenzioni verranno pubblicate sul prossimo
                    dialogare.                                                         Tour in Puglia centrale e Salento
                    25 marzo 2012 incontro di formazione, dalle ore 15                 dall’1 al 10 giugno
                    alle ore 18, presso i Preti del Sacro Cuore in via Gari-
                                                                                       Si sta organizzando un periodo di vacanza in Puglia:
                    baldi 10, in città, tenuto da don Giambattista Ferrari
                                                                                       il programma di massima è qui indicato. Coloro che
                    sul tema: “Il sacramento del matrimonio”; seguiranno
                                                                                       volessero iscriversi o avere maggiori informazioni e il
                    l’Adorazione e la Santa Messa.
                                                                                       programma dettagliato possono rivolgersi, entro il 27
                                                                                       febbraio, a:
                    Da Antananarivo (Madagascar)                                       Ermanno Fantini tel. 035 78.46.08
                    le Piccole Serve del Sacro Cuore                                   Eugenio Mora        tel. 035 79.30.82
                    ringraziano                                                                             Programma
                    Carissimi,                                                          1º giorno:    Partenza da Villa d’Adda alle ore 20
                        con grande gioia veniamo a voi in occasione del                               viaggio notturno
                    Natale. La vitalità di Dio ci è compagna dei giorni, è              2º giorno:    pranzo in Hotel - pomeriggio libero
                    energia che sale, dilata dentro, mette gemme di luce, ci                          cena e pernottamento
                    offre le sue mani perché riposiamo e riprendiamo fiato              3º giorno:    Ostuni - Alberobello
                    e coraggio.                                                         4º giorno:    Matera - Altamura
                    Così possiamo sperimentare la tenerezza di Dio e tra-               5º giorno:    pensione completa in villaggio
                    smettere la gioia, l’amore e la libertà della luce del Na-          6º giorno:    Lecce - Otranto
                    tale. Che il nuovo anno 2012 sia un tempo di grazia in              7º giorno:    Cisternino - Locorotondo
                    cui possiamo sperimentare l’amicizia del Signore per vi-            8º giorno:    pensione completa in villaggio
                    vere in serenità e pace la sua volontà, a volte misteriosa.         9º giorno:    Castellana Grotte - Martina Franca
                    Mentre rinnoviamo gli auguri a voi tutti, ringraziamo              10º giorno:    partenza per il rientro;
                    riconoscenti la vostra generosità a favore dei più pic-                           pranzo a San Benedetto del Tronto.
                    coli e vi salutiamo cordialmente.                                                 Arrivo in serata a Villa d’Adda
a villa d’adda...




                    In unità di ideali e di preghiera, con affetto fraterno,
                                                                                           Quota individuale € 755 - minimo 40 persone
                                             La Comunità delle Piccole Serve
                                                                                           Quota individuale € 835 - minimo 30 persone
                                            del Sacro Cuore di Antananarivo
                                                                                                   Supplemento singola € 130
                                        e i fratelli Malgasci - suor M. Agnès
25                                 Gennaio/Febbraio 2012



Dai Bigacc de Ëla per “Telethon 2011”                                                ORATORIO SAN CARLO - VILLA D’ADDA

Il gruppo podistico “Bigacc de Ëla” nel ringraziare chi ha contribuito con le
proprie offerte alla raccolta fondi pro “Telethon 2011”, organizzata dal Grup-
po nei giorni 14-18 dicembre scorso, comunica che è stata raccolta la somma
di € 962,00. Di questo importo, 495 Euro sono stati consegnati alla UILDM di
Lecco come fondi raccolti nella distribuzione dei panettoni e 467 Euro alla
UILDM di Bergamo in occasione della “Staffetta Telethon dell’Isola”.
Ringraziando ancora tutti, il Gruppo ricorda - per chi fosse interessato - che
tutte le domeniche organizza uscite per partecipare, previa prenotazione en-
tro sabato, a camminate non competitive dei calendari C.S.I. e F.I.A.S.P.
Prossimi appuntamenti
• 19 Febbraio: 35ª Marcia classica caluschese
               km. 7-12-18-27 - Calusco d’Adda (Bg)
• 26 febbraio: 11ª Marcia della Croce Bianca
               km. 7-12-16-21 - Boltiere (Bg)
                                                                                     Domenica 4 Marzo 2012 - ore 15
• 4 Marzo:       17ª Marcia per la vita
                                                                                       Ingresso intero € 6 - ridotto € 4
                 km. 7-12-15-21 - Medolago (Bg)
• 11 Marzo:      2ª Camminata tra Adda e Brembo                                      ORATORIO SAN CARLO - VILLA D’ADDA
                 km. 8-14-21 - Canonica d’adda (Bg)
• 18 Marzo:      28ª So e gio per Sota ol Munt
                 km. 8-15-26 - Sotto il monte (Bg)
• 25 Marzo:      24ª Strabrembate
                 km. 8-15-21 - Brembate di sopra (Bg)
• 1 Aprile:      13ª Tra i Santuari di Cenate
                 km. 6-8-16-22-27 - Cenate Sotto (Bg)
• 15 Aprile:     2º Giro del Monte Canto
                 km. 6-10-18 - Carvico (Bg)
• 22 Aprile:     34ª Camminata a Monteveccia
                 km. 6-12-20 - Montevecchia (Lc)
Per prenotazioni e informazioni rivolgersi a:
Fiorenzo Paggi: Tel. 035 79.33.06 - Anna Maria Locatelli: Tel. 035 78.41.04
Umberto Chiari: Tel. 035 79.28.92 - per Carvico Luigi Rota: Tel. 035 79.80.60        Domenica 25 Marzo 2012 - ore 15
                                                                                       Ingresso intero € 6 - ridotto € 4
Per motivi organizzativi si prega di telefonare dalle 12.00 alle 14.00 del sabato.
                        Il prossimo numero di dial gare è previsto per il 1º aprile


                                                                                  Concerto del 7 gennaio 2012
                                                                       di	canti	natalizi	in	chiesa	parrocchiale
                                                                                	
                                                                  con la corale “Sant’Andrea” di Villa d’Adda
                                                                           e il coro della parrocchia di Ranica
dial gare                                                                     26




                                                        Offerte per l’Oratorio:
                       Dicembre 2011                                                                       Gennaio 2012
Una famiglia.................................................... €	500             N.N.................................................................... €	20
Due famiglie (€ 100 ciascuna)......................... €	200                       N.N.................................................................... €	30

N.N.................................................................. €	100        N.N. In memoria di un defunto.........................€	30

N.N.................................................................. €	5          N.N.................................................................... €	50

N.N. In memoria dei propri defunti................. €	50                           Una famiglia in memoria dei propri defunti......€	300

In memoria di don Angelo Bosio..................... €	200                          Una famiglia in memoria dei propri defunti......€	50
                                                                                   In memoria di Angelo Biffi.................................€	50
Gruppo Amiche............................................... €	100
                                                                                   In memoria di Piera Longhi:
In memoria di Ermellina Biffi:
                                                                                   - sorella, fratelli, cognato, cognate....................€	130
-	i familiari....................................................... €	100
                                                                                   - i nipoti: Locatelli, Longhi, Paggi, Viscardi.........€	150
-	i dipendenti del supermercato
                                                                                   - i vicini di casa di via Rossera............................€	50
	 Billa di Calusco.............................................. €	200
                                                                                   In memoria di Giuseppe Sala:
In memoria di Ambrogio Viscardi e Piera Longhi:                                    - i familiari......................................................... €	100
- la Corale S. Andrea........................................ €	260                - Biffi Giacomo e figli.........................................€	150
In memoria di Piera Longhi:                                                        - gli amici........................................................... €	200
- la cugina Anna Longhi................................... €	50                    Gruppo di Volontariato sociale..........................€	185
In memoria di Aldo Bassani:                                                        Una ditta............................................................ €	571
- i parenti......................................................... €	210
                                                                                   Offerte varie...................................................... €	250
I coscritti del 1941........................................... €	100
                                                                                   Dagli Ammalati.................................................. €	411
Da sottoscrizione
(dolci e frutta 8 - 11 dicembre)........................ €	1.905                   Mostra dei Presepi (Avis-Villa d’Adda)...............€	370
                                                                                   Bussolotto in chiesa...........................................€	85
Da gruppo Alpini e Volontari (taglio erba)....... €	6.000
                                                                                   Totale.............................................................€	3.182
Assoc. Volontariato sociale e Protez. civile...... €	100
Dagli Ammalati................................................ €	605               Giornata Del Dono - 6 Gennaio
Bussolotto in chiesa......................................... €	225                -	buste rientrate n. 316
                                                                                   	 di cui 1 busta di € 5.000,00
Totale........................................................... €	10.910         Totale....................................................... €	15.422,80
27                                   Gennaio/Febbraio 2012




                                   La nostra comunità ricorda
           i piccoli appena battezzati
           L’8 Gennaio:	   Giulia Marie Rigamonti
           	               di Maurizio e Audrey Marie Dibarbora
           Il 12 Febbraio:	 Matilde Fumagalli di Oscar Luigi e Manuela Sala
           	                Andrea Turani di Luca e Tania Ferrari
           	                Matilde Magnani di Mirko e Elisabetta Turani


           i novelli sposi
           Peter John O’Rooke con Alice Farris, a Hull-East Yorkshire (Regno Unito Inghilterra), il 9 luglio 2011
           Fabio Amigoni con Mariangela Panzeri, a Villa d’Adda, il 28 dicembre 2011



           e prega per i fratelli defunti
                                   ALDO BASSANI, di anni 83, deceduto il 17 dicembre

                                   Dal profondo a te grido, o Signore;         L’anima mia attende il Signore,
                                   Signore, ascolta la mia voce.               più che le sentinelle l’aurora.
                                   Siano i tuoi orecchi attenti                Israele attenda il Signore,
                                   alla voce della mia preghiera.              perché presso il Signore è la misericordia,
                                   Se consideri le colpe, Signore,             grande è presso di lui la redenzione;
                                   Signore, chi potrà sussistere?              egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
                                   Ma presso di te è il perdono,               Tendi l’orecchio,
                                   perciò avremo il tuo timore.                ascolta la mia parola,
                                   Io spero nel Signore,                       custodiscimi nell’ombra delle tue ali.
                                   l’anima mia spera nella tua parola.                                       (dal Salmo 51)

                                   Sei andato in pace, secondo la parola del Signore: i tuoi occhi hanno veduto la sua salvezza.
                                   Solo perché i tuoi occhi hanno visto la sua grazia, anticipata nei beni della vita, hai potuto
                                   avanzare con fiducia verso il Padre.	                                                I tuoi cari


                                   ANNUNCIATA STUCCHI in Villa, di anni 77, deceduta il 28 dicembre
                                   O Cristo redentore,
                                   guida da morte a vita
                                   chi spera nel tuo nome.
                                   Quando verrai per le nozze,
                                   fa’ che ognuno ti attenda
                                   con la lampada accesa.
                                   Accogli i tuoi fratelli
anagrafe




                                   nel regno dei beati
                                   per la gloria del Padre. (dalla liturgia)


                                   TERESA CHIAPPA vedova Caseri, di anni 88, deceduta il 1° gennaio

                                   Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
                                   vada in pace secondo la tua parola;
                                   perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
                                   preparata da te davanti a tutti i popoli,
                                   luce per illuminare le genti
                                   e gloria del tuo popolo Israele.
                                   	                                     Lc 2, 29-32
dial gare                                                 28


                                    ANNAMARIA MASSERINI vedova Bonsaglia, di anni 69, deceduta il 12 gennaio

                                    Alla fine hai raggiunto il papà… tranquilla, serena…
                                    Ci hai salutato tutti con il tuo affetto, la tua serenità, la tua gioia di vivere nonostante tutto…
                                    Tutti i tuoi nipotini porteranno sempre nel cuore la loro nonna.
                                    Un bacio da tutti i tuoi cari.




                                    GIUSEPPE SALA, di anni 78, deceduto il 20 gennaio

                                    Il tuo fare un po’ risoluto, talvolta scontroso, nascondeva un grande cuore, un animo tan-
                                    to buono quanto generoso, non solo con i tuoi affetti più cari, ma anche con chi in taluni
                                    momenti era nel bisogno. La tua voglia di vivere sempre, le tue battute scherzose ma mai
                                    irriverenti, la forza della positività che ci hai sempre dimostrato, resteranno un ricordo
                                    indelebile che ci accompagneranno nel nostro cammino.
                                    Ciao, ci manchi e ci mancherai sempre, ma ci consola che la luce di Dio ti illumina e risplen-
                                    derà per l’eternità nella tua anima.
                                                                                                                   La tua famiglia
                                    MARIO VILLA, di anni 79, deceduto l’11 febbraio

                                    Gli eletti vedranno la faccia del Signore e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà
                                    più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signo-
                                    re Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
                                                                                                                            Ap 22, 4-5




           gli anniversari




            Palma Manzoni                    Anna Bonanomi                  Elena Viscardi in Biffi                Antonella Biffi
            17.12.94 17.12.11                 28.12.08 28.12.11                 31.12.97 31.12.11                    8.1.08 8.1.12
anagrafe




             Adele Turani             Giovanni Battista Sala                 Sperandio Aldeni                    Don Angelo Bosio
             17.1.02 17.1.12              16.8.08 16.8.11                       2.3.07 2.3.12                       17.3.93 17.3.12


                               Avviso: da gennaio 2012 il costo per la foto degli anniversari è di € 20,00
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dialogare N. 239 gennaio - febbraio

  • 1. Periodico della comunità parrocchiale di Villa d’Adda (Bg) - N. 239 - Gennaio/Febbraio 2012 dial gare Gennaio n. 239 2012 Febbraio
  • 2. SANTE MESSE Festive 1° Venerdì del mese 18.00 prefestiva 15.00 - 17.00 Adorazione in parrocchia 7.30 - 10.30 - 18.00 (9.15 all’Istituto) Ogni domenica Feriali 16.00 Adorazione Eucaristica presso Lunedì - Martedì - Mercoledì: l’Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera ore 8.30 in parrocchia Giovedì: ore 9.00 Messa a San Martirio Per la richiesta di celebrazione di Sante Messe rivol- Venerdì: ore 17.00 in parrocchia gersi in sacrestia, dopo la liturgia; oppure passare Feriali (all’Istituto) presso la segreteria parrocchiale (lunedì - venerdì, Lun.- Mar.- Mer.- Ven.- Sab.: ore 7.00 ore 9.30 - 12.00). Giovedì: ore 17.00 Per questioni organizzative di calendario si consiglia Giovedì: ore 16.00 Adorazione di non prenotare telefonicamente. BATTESIMI CONFESSIONI Domenica 15 Aprile 2012, ore 10.30 Sabato, ore 17.00 - 18.00 La celebrazione chiede un incontro con i genitori, il Prima o dopo la Messa feriale. padrino e la madrina concordato con il parroco. Per i ragazzi una volta al mese. MATRIMONI Per gli ammalati e gli anziani, al primo venerdì del I fidanzati sono invitati a presentarsi in parrocchia mese (e delle feste) e a richiesta. per i documenti almeno tre mesi prima del matrimo- nio, possibilmente nella giornata di sabato. FUNERALI I parenti del defunto sono invitati a comunicare alla VISITE AGLI AMMALATI E UNZIONE SANTA parrocchia l’avvenuto decesso. La famiglia che desidera la visita per l’Eucarestia e Si eviti che l’avviso giunga in parrocchia da parte per l’Unzione santa è pregata di avvisare il parroco o dell’agenzia funebre. la segreteria parrocchiale. La data del funerale deve essere concordata con la VISITE NEGLI OSPEDALI parrocchia: per esigenze pastorali, può essere scel- Chi ha piacere di ricevere la visita dei sacerdoti della to qualsiasi giorno, in mattinata e nel pomeriggio, parrocchia è pregato di far conoscere agli stessi il no- esclusi il sabato pomeriggio e i giorni festivi. minativo dell’ammalato e il luogo di degenza. Don Diego Nodari: Via del Borgo, 2 - Tel. e Fax 035 792115 - e-mail: d.diegonodari@virgilio.it Don Gian Maria Berta: Via del Borgo, 2 Segreteria Oratorio: Via San Carlo, 3 - Tel. 035 4380113 - e-mail: oratorio.villadadda@alice.it Scuola materna “T. Frigerio”: Tel. 035 792014 - e-mail: maternatf.villadadda@alice.it Istituto San Giuseppe: Tel. 035 791057 Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera: Tel. 035 791228 dial gare Pubblicità: Tel. 035 792115 (segreteria parrocchiale) Direttore editoriale: don Diego Nodari Distribuzione: Maria Milani - Tel. 035 784608 Redazione: don Gian Maria Berta, Lucia Baroncelli, Ritiro fotografie: Liliana Chiappa - Tel. 035 791625 Davide Chiari, Luisa Dinale, Stefania Fetti, Mara Fuoco, Sara Marchetti, Giovanni Nervi, Stampa: Tipografia dell'Isola s.n.c. Gabriele Sala, Giusi Spreafico. Tel. 035 4940845 -Terno d'Isola (Bg) Hanno collaborato: Gabriele Gambirasio, e-mail: tipografia@bisnet.it Ema­ uele Mangili, Alberto Marchetti, Ilaria Posa, n Antonella Sangalli, Davide Turani. Direttore responsabile: Maria Luisa Giovanzana Iscrizione al Registro stampa Periodico della comunità parrocchiale di Villa d'Adda (Bg) del Tribunale di Bergamo n. 26 del 22 luglio 1985 Via del Borgo, 2 - n. 239 - Gennaio/Febbraio 2012 - Anno XXIX Abbonamento annuo € 20,00 - Una copia € 3,50 In copertina: Piotr Fafrowicz, Polonia, La nostra meravigliosa terra, in “Terra! I colori del Sacro”, Padova, 2009
  • 3. 3 Gennaio/Febbraio 2012 Nuovo o… “lavato con Perlana”? C ome “l’abito non fa il monaco”, così la nuova veste grafica con la quale trovate il dialogare di questo 2012, non credo cambi la sostanza; che è quella di uno strumento semplice, che vuole collegare le nostre famiglie, raccontare le cose che succedono nella nostra comunità, le fatiche che facciamo, come pure le gioie che sperimentiamo. Un giornale col quale potere aiutare tutti a fare due riflessioni sulla nostra vita, sulla nostra fede, sull’educazione dei nostri ragazzi, sulla testimonianza che riusciamo a dare come comunità cristiana… Sappiamo però anche che la forma non è l’abito esteriore di qualcosa; che la forma è anche contenuto nel momento in cui diventa attenzione a chi prenderà in mano questo strumento e lo leggerà. La stampa è colore, forma dei caratteri, è disposizione e divisione delle pagine e tutto questo è emozione, prima che significato di quanto ci possiamo leggere…, ed è per questo che di fronte al dialogare che avete tra le mani, potete anche dire “mi piace” o “non mi piace”. Ma questi cambiamenti, che creeranno un minimo di disagio per la necessità di abituarci a uno stile diver- so, non sono fini a sé stessi; al contrario vorrebbero avvicinare le persone, rendere i lettori più curiosi rispetto a una parola che vorremmo fosse sempre almeno un po’ eco della Sua Parola e che troppo spesso rischiamo di percepire come già sentita, già conosciuta, insomma, ripetitiva. Accanto a quelli più visibili, ci sono poi cambiamenti che non si vedono e che stanno dietro il dialogare che arriva così nelle vostre case: dopo l’appello fatto nei mesi scorsi, si è costituito un gruppetto che da qui in avanti costituirà la redazione; nell’intenzione ci sarebbe anche quello di mettere maggiormente in dialogo anche ciò che si stampa con ciò che circola nella rete internet, almeno sui siti che fanno riferimento all’Oratorio. Anche l’Oratorio stesso vorremmo avesse uno spazio proprio. Vorremmo infine dare un tema a ogni numero, anche per non disperdere i tanti interventi o comunque ridurli a voci isolate. Vorremmo che queste voci riuscissero a completarsi, in un mo- vimento armonico… Accanto alle novità legate a questo giornale, ce ne sono altre che riguardano la parrocchia e in particolare il Consiglio pastorale. Finora ci siamo trovati due sole volte, per definire un po’ al- cune scadenze dell’anno liturgico, nella seconda soprattutto. Il Consiglio è composto prevalen- temente da rappresentanti dei gruppi parrocchiali, e questo, se da un lato favorisce una certa facilità di comunicazione circa le cose da fare, dall’altra rischia di dimenticare che la maggior parte dei cristiani di Villa d’Adda non fa parte di alcun gruppo parrocchiale e di dare l’idea che la parrocchia vera sia solo quella di chi si impegna in parrocchia… Così ho pensato nei prossimi editoriale mesi di chiedere anche ad altre persone di far parte del Consiglio, così da renderlo davvero espressione di come è la nostra comunità e avere anche punti di vista differenti rispetto alle questioni pastorali che lì si affrontano. Insomma, qua e là qualche novità, senza però dimenticare che l’anno liturgico, con la Quaresi- ma alle porte, e l’Eucarestia che ogni domenica celebriamo, non hanno bisogno di cambiamen- ti, ma solo di rendere più vero il nostro cammino. Insomma, qualche novità, ma non al punto di non essere più riconoscibili. Un tempo si sarebbe detto: “Nuovo? No, lavato con Perlana”. Speriamo di aver trovato “l’ammorbidente” giusto! don Diego
  • 4. dial gare 4 In preparazione alla Quaresima Mercoledì delle Ceneri, 22 febbraio, inizio della Quaresima nella chiesa dell’Istituto ore 9,30 S. Messa con imposizione delle ceneri nella chiesa parrocchiale ore 14,30 Confessioni per i ragazzi di 1ª e 2ª media ore 16,00 Liturgia della Parola e imposizione delle ceneri ore 20,30 S. Messa con imposizione delle ceneri Giornate Eucaristiche Giovedì 23 febbraio nella chiesina dell’Istituto (come tutti i giovedì dell’anno) ore 16,00 Adorazione ore 17,00 S. Messa Venerdì 24 febbraio nella chiesa parrocchiale ore 15,00 Esposizione del Ss. Sacramento ore 16,00 Adorazione ragazzi delle scuole MEDIE ore 20,30 Reposizione e S. Messa N.B. L’Oratorio nel pomeriggio resterà chiuso Sabato 25 febbraio ore 9,00 Esposizione del Ss. Sacramento ore 9,15 Confessioni per i ragazzi di 4ª e 5ª elementare ore 10,30 Adorazione per bambini di 2ª e 3ª elementare ore 18,00 Reposizione e S. Messa N.B. L’Eucaristia resterà esposta da mattina a sera senza interruzioni e la chiesa resterà aperta tutto il giorno Domenica 26 febbraio La mattina le Messe sono all’orario solito ore 15,00 Esposizione Ss. Sacramento, Vespri e Benedizione Eucaristica ore 18,00 Reposizione e S. Messa N.B. L’Oratorio aprirà alle ore 16,00 INOLTRE Per i ragazzi delle elementari e delle medie ci sarà la possibilità, prima della scuola di fare un momento di pre- ghiera e la colazione insieme. Il giorno è il martedì: 28 febbraio; 6, 13, 20 e 27 marzo. - ore 7,10 presso la sala camino Colazione Medie - ore 7,30 nell’aula video Preghiera per Elementari e Medie - ore 7,45 nella sala camino Colazione Elementari Giovedì 1 marzo all’Oratorio, ore 20,30 ci troviamo a preparare la Settimana Santa. Tutti possono dare il loro contributo. In chiesa è possibile trovare un sussidio per la preghiera in famiglia, durante la Quaresima. Il percorso si affian- ca alle schede che verranno date ai ragazzi della catechesi e riprende i quadri che faranno da filo conduttore anche nella Messa delle ore 10,30 delle domeniche di Quaresima. In ultima di copertina si trova il calendario delle stazioni quaresimali che avranno luogo dal venerdì 2 marzo in avanti, con i gruppi ai quali è chiesto di animare i momenti di preghiera. Si ricordano ai genitori dei ragazzi della catechesi i prossimi incontri per loro all’Oratorio: - per i genitori dei ragazzi di 5ª elementare, 1ª e 2ª media VENERDI 24 FEBBRAIO ORE 20,30 - per i genitori dei bambini di 2ª, 3ª e 4ª elementare DOMENICA 4 MARZO ORE 15,00
  • 5. 5 Gennaio/Febbraio 2012 Famiglia, lavoro e festa (3ª e ultima parte) Continua la pubblicazione dei temi riguardanti l’oggetto del Convegno mondiale delle famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. In questo numero affrontiamo il tema della Festa tratto da un intervento del vescovo monsignor Franco Giulio Brambilla 3. La festa: umanizzare il tempo come un momento prezioso per dare senso al tempo li- bero. Non è il tempo di riposo che fa la festa, ma è la fe- Il terzo modo con cui abitare il mondo della vita quo- sta che riempie il tempo libero. Le relazioni con gli altri e tidiana è lo stile con cui viviamo la festa. È questo uno con Dio, la festa in casa e nella comunità, la celebrazione degli indicatori più forti dello stile di famiglia. L’aspetto eucaristica della domenica, lo spazio della carità e della oggi divenuto difficile nella condizione postmoderna è condivisione sono le note che fanno del tempo libero non riuscire a vivere la domenica come tempo della festa. un momento vuoto, ma celebrano la gioia della festa. Probabilmente il racconto di altre culture e di altri con- Infatti, la vita come un dono è ciò che viene celebrato nel tinenti ci aiuterà a non perdere il senso originario della giorno della festa. Il debito originario nei confronti degli festa. L’uomo moderno ha inventato il tempo libero, ma altri e dell’Altro è lo spazio per abitare la festa, per dare sembra aver dimenticato la festa. La domenica è vissuta senso anche al lavoro delle mani dell’uomo. Il tempo fe- socialmente come “tempo libero”, nel quadro del “fine riale non sta senza il giorno della festa, da essa riceve il settimana” (weekend) che tende a dilatarsi sempre più e suo significato. ad assumere tratti di dispersione e di evasione. Il tempo L’opera dell’uomo non vive senza il dono che la rende del riposo è vissuto come un intervallo tra due fatiche, possibile. E, inversamente, la festa dispiega la sua luce l’interruzione dell’attività lavorativa, un diversivo alla e la sua forza nei giorni feriali, allo stesso modo che professione. Privilegia il divertimento, la fuga dalle città. il dono di Dio, il dono della generazione, il dono della Spesso il sabato e la domenica si trasformano in tempi di vita dischiude lo spazio alla libertà per essere accolta e dispersione e di frammentazione. La sospensione dal la- spesa. Per questo il rapporto tra la festa e il lavoro è di voro è vissuta come pausa, in cui cambiare ritmo rispet- uno a sei: l’uomo impiega sei giorni per rendere il dono to al tempo produttivo, ma senza che diventi un momen- di Dio opera propria, ma l’agire dell’uomo si concentra to di ricupero del senso della festa, della libertà che sa nel giorno primo e ultimo per accogliere il dono di Dio stare-con, concedere tempo agli altri, aprirsi all’ascolto e e dell’altro. al dono, alla prossimità e alla comunione. La festa come Il testo della preghiera sulle offerte conclude in modo un tempo dell’uomo e per l’uomo sembra eclissarsi. sorprendente così: “e Tu donaci in cambio Te stesso”. La La domenica di conseguenza stenta ad assumere una preghiera della liturgia chiede in cambio non solo la sa- dimensione familiare: è vissuta più come un tempo lute, la serenità, la gioia, ma nientemeno che l’incontro “individuale” che come uno spazio “personale” e “so- con Dio stesso. Il senso della fatica feriale è di trasforma- ciale”. Il tempo libero seleziona spazi, tempo e persone re il nostro lavoro in offerta grata, in riconoscimento del per costruire una pausa separata e alternativa alla fatica debito verso il dono che ci è stato fatto: la vita, il coniuge, quotidiana, mentre la festa genera prossimità all’altro. Il i figli, la salute, il lavoro, le nostre realizzazioni, le nostre tempo libero fa riposare (o fa evadere) l’animale uomo cadute e riprese. Di più il senso della fatica feriale è quel- per rimetterlo a produrre, mentre il tempo della festa lo di dire che l’uomo non è solo l’essere del bisogno, ma dà senso al tempo feriale. L’estensione del tempo libero l’essere della relazione. Per questo, l’uomo e la donna, non significa quindi subito un ritorno e un ricupero della ma soprattutto la famiglia, hanno bisogno di iscrivere nel festa. E, tuttavia, abbiamo visto come la nuova organiz- loro stile il senso della festa, non solo pensandosi come zazione del lavoro, con la diversa dislocazione tra tempo una società di bisogno, ma come la comunità dell’incon- di produzione, tempo di formazione e tempo di riposo, tro con l’altro. aprirà nuovi spazi per la responsabilità dei membri della Nello scambio con l’altro diventa possibile l’incontro con famiglia, per ritrovare i momenti per celebrare la festa Dio che è il cuore della festa. “Tu donaci in cambio Te nella comunità e favorire l’incontro nella società. La di- stesso”, termina in modo ardito la preghiera! L’uomo osa latazione del tempo di riposo e del tempo libero non è chiedere in cambio di varcare la soglia per vedere il volto subito il ricupero del tempo della festa: se prima questo di Dio, per entrare nella luce della sua comunione. Ciò era affidato al calendario, oggi si apre uno spazio di scelta fa ritrovare a ciascuno il proprio volto, non solo il volto più grande per vivere la festa, in particolare la domenica, di chi dà una mano, ma il volto della persona, il volto
  • 6. dial gare 6 della promessa, il volto della pace e della gioia. Per questo la mensa della domenica è diversa da quella di ogni giorno: quella di ogni giorno serve per sopravvivere, quella della domenica per vivere la gioia e l’incontro. Solo in questo modo si trova tempo per Dio, spazio per l’a- scolto e la comunione, disponibilità per l’in- contro e la carità. Nella liturgia domenicale e nel suo culmine che è l’Eucaristia del giorno del Signore, Dio ci approva e ci accoglie. Siamo amati da lui nono- stante le nostre differenze e le barriere che noi costruiamo. La liturgia ci “rapisce” - dice il filo- sofo Pieper - dal processo lavorativo e dai suoi legami, e ci introduce nel regno della libertà e dell’amore. Quei legami asservono l’uomo al giogo della necessità, quelli istituiti dalla co- munità eucaristica sono legami che ci fanno uguali, anzi ci rendono fratelli. Essi ci tolgono dal regime dell’uti (dell’utile) e ci immettono nella circolazione benefica del frui (del com- piacimento): l’altro diventa luogo d’incontro e di gioia. Il tempo e il rito della domenica è - soprattutto per la famiglia - il momento per uno sguardo nuovo sulle relazioni familiari, anzi per alimentarsi al dono del Pane di vita, sorgente di energia per accogliersi, perdonar- si, amarsi di nuovo, aprire il cuore alla carità e alla missione. La celebrazione dell’Eucaristia può essere tutto questo soltanto se si dispone ad “accogliere in cambio” nientemeno che Dio stesso. Il Dio che non può essere oggetto di scambio, nella condiscendenza del suo Figlio, morto e risorto, si dà in cambio, sta in mezzo a noi come uno che serve, perché ciascuno ri- trovi il proprio posto. La domenica il Signore “ridistribuisce” i posti alla sua mensa scompa- ginando le nostre distanze umane; nel Giorno del Signore la famiglia ridisegna i suoi rapporti e li rigenera nutrendoli al corpo dato e al san- gue versato. Così anche alla mensa di casa la famiglia potrà mangiare il pane dell’amicizia e bere il vino della gioia. La domenica (dies dominicus) diventa, allora, figura della speranza cristiana, giorno del Si- gnore Risorto. Il tempo della festa è il tempo della gratuità, che dà senso al ritmo feriale. La domenica non è un giorno accanto agli altri, ma il senso dei giorni dell’uomo, è il “signore” dei giorni, l’attesa del tempo escatologico. E da qui si irradiano anche tutte le altre feste che costellano l’anno liturgico e civile e che decli- nano il tempo come un tempo dell’uomo, con le sue stagioni, non solo della natura, ma an- che della vita.
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  • 8. Nell’incontro con don Michele Falabretti una riflessione sull’abitare l’Oratorio Una casa in cui ri-conoscersi D on Michele Falabretti, direttore dell’UPEE (Ufficio Pastorale Età Evolutiva) della Diocesi di Bergamo, ha accolto l’invito per un incontro serale nella nostra Setti- mana dell’Oratorio intitolata Una casa da abitare. Con parole calme e un entusiasmo sincero, ha introdotto il senso del verbo “abitare” a partire dalla possibilità di “non passare frettolosamente”. Nella quotidianità ci accorgiamo di quanto facilmente si vivano gli impegni senza momenti in cui ciascuno si pos- sa fermare, nella corsa al rispettare gli orari dell’agenda, della campanella scolastica, dei mezzi pubblici o dell’in- gresso nei luoghi di lavoro. Si fa per questo fatica a rallentare, o forse si preferisce inconsapevolmente non farlo. Serve certo coraggio per trovare uno spazio per noi stessi: quei momenti in cui Ecco così la necessità, a partire dai più piccoli, di spe- ci si mette completamente in discussione, rileggendo rimentare l’opportunità di incontrarsi e ritrovarsi in un lentamente quella vita che invece sembra sempre tra- luogo, come appunto l’Oratorio, in cui si sentano a casa. volgerci. Mai da soli, ma con adulti che diano loro “Stare dentro” l’Oratorio diviene il tempo limpide testimonianze sul fatto che la vita per confrontarsi sullo stile con cui si indos- non tradisce e che ha un senso. E soprat- sano le proprie esperienze quotidiane. tutto che ci sia la possibilità di trovare del Per gli adulti, o chi può attingere preziosamente al pro- tempo da spendere nell’ascolto e nella prio passato, è l’occasione per un confronto con, e per, i condivisione. più giovani. Consapevoli che nell’“oggi” questo scambio possa risul- Nel pensare alla nascita di ciascuno, il primo forte sforzo tare più difficile, quando, per esempio, si trova qualcuno inspiratorio viene a volte accompagnato da un pianto, che dica con consapevolezza che “non ci sono più i gio- nella fatica del passaggio dal caldo ventre materno al vani di una volta”. mondo. Le persone, in passato, si ritrovavano più facilmente a Ma le lacrime e la paura riescono ad attenuarsi immedia- parlare la stessa lingua, permeata dal rispetto di ordini a tamente, quando qualcuno ci prende fra le sue braccia. cui non si poneva critica per un forte senso dell’autorità. Quando, specialmente la mamma, ci fa intuire che per Come se gli adulti ponessero delle regole e i giovani non tutta la nostra esistenza qualcuno si prenderà cura di noi. potessero opporsi, in cui ci si poteva porre il dubbio sulle L’esperienza della gratuità dei grandi, può così essere ri- reali convinzioni di ciascuno. assaporata dentro l’Oratorio in un abbraccio fatto dalla Oggi, a partire da un cambiamento culturale, ci ritrovia- cura del bar, dell’animazione, delle pulizie o di qualsiasi mo nella società del Talk show in cui tutti non solo posso- altra attività che dica a gran voce che ogni persona che no, ma hanno il diritto di dire la propria opinione. Questa libertà nasconde però l’insidia che tra tutte le viene posta al nostro fianco è segno del Suo prendersi differenti proposte, risulti difficile per ciascuno arrivare cura di noi. alla verità. I bambini hanno la possibilità di vedere la presenza di chi Nella confusione delle lingue fra giovani e meno giovani, si spende non solo per sé e i propri impegni, convinti che dire loro quello che conta o quello che potrebbero fare Lui ci voglia bene. alla ricerca del Bene evidentemente non basta, immersi Un giorno, divenuti adolescenti, potranno così assapora- tra innumerevoli proposte e motivazioni che si incontra- re la trasformazione dall’essere oggetto di questa cura, no nel quotidiano. al poter essere loro stessi una ricchezza per tutti.
  • 9. Sperimentando per esempio il CRE estivo, riescono a sentire che quella promessa li può davvero coinvolgere fino in fon- Abitare è un verbo che do. Che il prendersi delle responsabilità possa cambiare la usiamo di solito per indicare un luogo nel vita. «Dopo l’estate in Oratorio, la cosa più bella è che quan- quale non solo passiamo, ma ci fermiamo; do sono in paese i bambini mi salutano!», dicono. un luogo che diventa quasi un vestito, un abito, che dice qualcosa di noi… Ecco la meraviglia di essere nel mondo non Possiamo dire di abitare l’Oratorio così? per caso, ma chiamati per nome. Possiamo dire che questo luogo parla di noi, della nostra comunità? Riconosciuti dai piccoli che raccontano le avventure del Centro Estivo, ma che hanno scritto nel cuore il legame con Ecco spiegato il titolo di questa Settimana, gli animatori con qualche anno in più. che vorrebbe essere un’occasione per Il cammino personale di ogni adolescente si intreccia così riappropriarci di un sogno, di un progetto, con le scelte di tutte le persone che vivono l’Oratorio come che leghi l’impegno delle tante persone una grande casa. Lo stare nel cortile, abitandolo attraverso la complessità della persona intera, con la spiritualità vissu- che già lavorano dentro l’Oratorio ta anche attraverso il corpo e le azioni di ogni giorno. e ne conquisti di nuove. Vorrebbe essere un tempo speciale di “Uno spazio buono, è uno spazio “prova” in cui i nostri ragazzi e adolescenti in cui il bambino si riconosce”. (D. Winnicott) possano sentire la bellezza di qualcuno Sara Marchetti che pensa a loro, e per tutti invece la possibilità di sentirci un po’ più a casa e di casa all’Oratorio. Certo, un conto è abitare da soli, e un altro abitare insieme… E un conto è condividere degli spazi e un conto è condividere un “sogno”, direbbe san Giovanni Bosco. La Settimana dell’Oratorio si intreccia sempre ogni anno anche con la Giornata per la Vita, che già da 34 anni i vescovi italiani pongono all’attenzione delle nostre comunità cristiane. Il titolo di quest’anno “Giovani aperti alla vita” sottolinea la necessità di unire la difesa della vita all’impegno educativo, perché testimonianze generose di adulti aiutino i nostri ragazzi a non chiudersi su di sé e a fidarsi della vita come dono di Dio. Il fatto poi che quest’anno ci stiamo preparando ad accogliere don Andrea che diventerà sacerdote, è un motivo in più a pensare l’Oratorio come il luogo decisivo in cui aprirsi alla vita e trovare il coraggio di “spenderla”. don Diego
  • 10. 31 gennaio - San Giovanni Bosco “Oratorio, una casa da abitare... Una casa dove abitano sogni, condivisione e allegria.” O gnuno di noi ha una casa. La casa è l’ambiente dove cresciamo, dove impariamo, dove stiamo bene. Quando qualcuno viene a casa nostra, con or- goglio diciamo: «Questa è casa mia!». Durante l’omelia, Giovanni Bosco ci ha invitati ad entrare nella casa dove è cresciuto da bambino, per scoprire qualcosa in più di lui: «La mia casa era molto povera e i miei genitori, France- sco e Margherita, erano semplici con- tadini, eppure dietro queste mura sono nati grandi sogni. Nella mia cameretta, quando avevo appena nove anni, ho fatto un sogno che mi è rimasto im- presso tutta la vita: “Ecco il tuo campo, ecco dove devi vizio, attenzione all’altro. D’inverno, per esempio, veniva lavorare. Renditi umile, forte e robusto e ciò che vedi spesso a bussare alla nostra porta un mendicante; c’era succedere a questi animali, tu dovrai farlo per i miei fi- neve e chiedeva di dormire nel fienile. La mamma, prima gli”. Un sogno molto strano, che piano piano ha preso di lasciarlo salire, gli dava un piatto di brodo caldo e gli tutta la mia vita. L’ambiente più familiare della mia casa avvolgeva i piedi, ridotti male, con pezzi di panno, per- era la cucina. In essa poche cose ma molta condivisione. ché non aveva un paio di zoccoli da regalargli. Lì, intorno Dalla mia mamma Margherita ho imparato che, nono- a quella tavola, ho desiderato per me e per i miei giova- stante la povertà, c’è sempre spazio per l’accoglienza. Ho ni, la bellezza dello spezzare insieme il pane. Intorno a imparato il segreto della carità, fatta di generosità, ser- quella tavola ho imparato cos’è la fraternità, e così, più tardi, ho deciso di fare delle mie scuole e dei miei oratori una casa, un luogo dove ogni ragazzo potesse sentirsi a suo agio come nella propria cuci- na, in un luogo familiare. Fin da piccolo mi sono di- vertito a fare il giocoliere, il saltimbanco, il prestigiatore, per far felici i miei molti ami- ci, e soprattutto per renderli amici di Gesù. Diventato pre- te, ho speso tutta la mia vita perché ogni giovane potesse essere felice sapendo di esse- re amato da Dio. Per ciascu- no sono stato padre, maestro e amico. Per i miei ragazzi ho fondato l’oratorio dove in grandi cortili si salta, si gioca, si corre, si vive in allegria».
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  • 12. Nella Settimana, colazione tutti insieme! A bitare l’oratorio. È quello che ci è stato chiesto durante la Settimana dell’Oratorio. È bello vivere l’oratorio da adolescente: ci si sente coccolati dai più grandi mentre si inizia a impara- re a dare attenzioni ai più piccoli. È stata una settimana volta all’attenzione di ognuno di noi, a partire dalle cola- zioni che i nostri educatori ci hanno fatto trovare alla fer- mata del pullman. Basta poco per sentirsi accuditi, anche un semplice bicchiere di tè e una brioche sono sufficien- ti. Per abitare una casa non basta viverci, accendere le luci, stare un’eternità sotto la doccia calda… per abitare una casa c’è bisogno di condividere con altre persone la propria vita, le esperienze e mettersi in gioco per vive- re in un’unica comunità. L’oratorio è la casa di tutti noi. Ognuno di noi, quando entra, porta un pezzetto della sua vita e la condivide con gli altri. Il venerdì delle colazioni, la mia sveglia è suonata prima perché volevo iniziare la mia giornata con i miei edu e, ovviamente, mangiando una brioche che è sempre buona! È stato un modo di vivere una parte della mia quotidianità con persone che non vedo tutti i giorni ma che so che ci sono. Arrivare alla fermata del pullman e vedere tanti volti infreddoliti e sorridenti pronti a darmi il buongiorno per iniziare al meglio la giornata è stato bellissimo. Un po’ come succede a casa. Ilaria Posa Educatori impavidi: mercoledì 1° febbraio, alla fermata del pullman sotto la chiesa, sfidando un’autentica bufera di neve, gli educatori hanno portato la colazione agli adolescenti che partivano per andare a scuola. Per gli studenti più piccoli, l’oratorio ha aperto la propria casa martedì 31 gennaio e giovedì 2 febbraio, alle 7.30. Preghiera, colazione e… via a scuola, accompagnati dai volontari della Protezione Civile.
  • 13. Scuola dell’Infanzia e Oratorio… due seconde case! I bambini della Scuola dell’Infanzia ascoltano don Diego raccontare la storia del piccolo Giovanni Bosco. L a Settimana dell’Oratorio non ha mancato di riserva- re sorprese per ogni fascia d’età e anche alla Scuo- la dell’Infanzia don Diego è venuto per raccontare una loro piccoli e quanto ci fa piacere sentircelo dire... con- siderato che quella della casa è una tematica molto cara al mondo infantile, tanto da essere uno degli elementi storia speciale che noi già conosciamo, ma che i bam- maggiormente presenti, sin da piccolissimi, nei loro di- bini hanno ascoltato con curiosità e attenzione; quella segni. del piccolo Giovanni Bosco, focalizzando in particolare Per ogni bambino, infatti, la casa costituisce un enorme la narrazione sul sogno che gli cambiò la vita, gli inse- vissuto emotivo, che lo rappresenta nel suo mondo inte- gnamenti della mamma Margherita e alla sua più bella riore, nel suo ruolo in rapporto alla famiglia e al mondo “creazione”: l’Oratorio. E questa sua bella eredità ci pia- circostante e nel suo modo di prepararsi per affrontare il ce così tanto da aver brindato con tè e biscotti proprio in futuro. Ognuno di noi ha la sua casa e essa ci rappresen- suo onore... ta come poco altro. Vogliamo pertanto condividere con voi delle riflessioni Per noi adulti lo è allo stesso modo: essere a casa, tor- che questa occasione ci ha permesso di fare. Sono po- nare a casa, sentirsi a casa, sono tutte espressioni che che e senza pretese e cominciano proprio dalla lettura indicano quanto essa rappresenti un profondo senso di della locandina di presentazione delle attività di questa agio personale e di benessere con sé e l’esterno. speciale settimana. L’Oratorio e la Scuola dell’Infanzia, sotto questa luce, “L’oratorio, una casa da abitare”… Dando una prima ci sembrano ancora più vicini e simili di quanto si pos- veloce scorsa al tema della festa, non abbiamo potuto sa percepire solo superficialmente: si tratta, infatti, di che sorridere piacevolmente... quante volte le mamme due luoghi di accoglienza, di cura, di accompagnamen- dicono che la Scuola dell’Infanzia è la seconda casa dei to nella crescita che consentono l’incontro e l’ascolto
  • 14. tra coloro che li frequentano. Due luoghi in cui si realizza un’educazione che ricono- sce, trasmette e condivide valori e principi importanti per i nostri bambini e ragazzi. Due luoghi di accompagnamento della co- munità per le famiglie che scelgono di con- tinuare ad assumersi gli impegni presi nel giorno del Battesimo dei loro bambini. Insieme, essi sono espressione delle cure della comunità educante del nostro pae- se per le nuove generazioni; una comuni- tà che si impegna a essere, immaginare e creare uno spazio educativo, segno di pas- sione e di amore per i suoi piccoli, fatto di esperienze ed emozioni che “tirano fuori” il bello che c’è in loro, contribuendo al loro sviluppo. Sia nella Scuola che nell’Oratorio si incrociano, infatti, la pedagogia del Van- gelo con la pedagogia della “buona cittadi- nanza”, unione di intenti di cui don Bosco fu uno dei primi sostenitori “onesti cittadi- ni e buoni cristiani”. Soprattutto, vediamo più chiaramente l’Oratorio e la Scuola dell’Infanzia uniti in un unico sforzo per portare avanti la sfida educativa di oggi insieme alle famiglie e ai vari soggetti educanti. I soggetti, le esperienze, i progetti cambia- no, il ruolo dell’educatore in gioco cambia, ma l’attenzione, la dedizione, l’amore sui bambini e i ragazzi no: sia l’oratorio, sia la scuola con i loro grandi cortili, dove si vive insieme in allegria, costruiscono una grande famiglia che aiuta a crescere nella vita e nella fede ogni ragazzo e ogni bam- bino, che in questi luoghi può sentirsi bene come a casa, nella propria famiglia. Allora i sogni, da quelli più piccoli a quelli più importanti - come quello di Giovannino - possono trovare terreno fertile per cre- scere sempre di più. Oggi, come ai tempi di Valdocco, valgono gli ingredienti di questa “ricetta” a cui non può mancare l’impronta cristiana, senza la quale la nostra Scuola e il nostro Oratorio non avrebbero senso di esistere, perché come diceva don Bosco «l’educazione è cosa del cuore» e nulla, come il Vangelo e le buone testimonianze, ne insegnano l’arte. Vi salutiamo con un brindisi a tutti coloro che si impegnano, come don Bosco, a so- stenere e aiutare i nostri ragazzi, cammi- nando insieme a loro… cin cin! Il momento del brindisi finale Le insegnanti
  • 15. La Corrida 2012 “Scherzi da prete” Dietro le quinte rza media te I magnifi ci 3 presentatori: Lela, Desi e Luca Don Dante legge su Vanity Prete il test “Che prete sei?” N ella serata di sabato 4 Febbraio si è conclusa ufficialmente presso il cine- teatro San Carlo la Settimana dell’Oratorio con la messa in scena, come ogni anno, dell’immancabile Corrida. I ragazzi delle varie fasce d’età (a partire dalla terza me- Sarà un prete fi losofo? dia fino ad arrivare a noi “vecchi” di quinta superiore) hanno presentato una scenetta a testa, basandosi sul tema comune dei sa- cerdoti, proposto dallo stesso don Diego: non per niente lo spettacolo, coordinato e presentato dai ragazzi di terza e quarta superiore, si intitolava “Scherzi da prete”. Uno alla volta, ogni gruppo ha esposto la propria visione della classe clericale, imi- tando comportamenti più o meno veri- …un prete aggressivo tieri dei nostri preti, inscenando funzioni sacre (ricercando ovviamente la verosimi- glianza con la realtà) e riprendendo passo a passo il percorso compiuto dal nostro parroco per giungere alla nostra parroc- …un prete standard Juan Carlos e Chiara …o un prete moderno? prima di diventare giudici infl essibili
  • 16. chia; da ricordare anche gli intermezzi comici seconda e terza e giocosi, ben gestiti dai tre fantastici condut- tori Emanuela, Desirée e Luca. Al termine dello superiore spettacolo e delle premiazioni, che hanno vi- sto trionfare i neo-giunti di terza media, gra- zie all’approvazione del gruppo della Rosa Blu, giuria incontestabile di questo evento, ognuno ha fatto ritorno a casa propria, rallegrato dal- la comicità dello spettacolo. Proprio tutti? Un gruppo di circa trenta coraggiosi ragazzi, non contenti delle fatiche sopportate nel preparare e mettere in scena la Corrida, si è fermato in Oratorio per condividere non solo la serata, ma l’intera nottata con i propri compagni. Dopo aver fatto tardi con giochi vari quali calcio ba- lilla, carte e ping pong (con annesso cedimen- Una setti mana da prete to del tavolo da gioco), don Diego ci ha guidati per Luca… nella preghiera con una riflessione riguardo alla vita in comunità (e in Oratorio in particola- re) e all’importanza di agire per il bene di tutti, tra corsi fi danzati, riassumendo il tutto nella massima: “l’Oratorio è un luogo dove si impara il bene, facendolo”. Al termine della preghiera, gli educatori han- no mandato tutti a letto... pardon, nei sacchi a pelo, spegnendo tutte le luci e obbligandoci a stare buoni fino al mattino successivo, cosa accaduta puntualmente. No, dai, a chi voglio darla a bere? Se c’è una cosa che non si è senti- ta (almeno fino alle 7 del mattino) è stato pro- partite in oratorio prio il silenzio, interrotto dai nostri schiamazzi e dalle nostre chiacchierate. La nostra voglia di fare, di agire non poteva essere soppressa così facilmente, nonostante le lamentele di coloro e confessioni (pochi) che volevano dormire e le “dimostra- zioni di forza” dei nostri educatori (degna di menzione è l’eccellente performance di Bom- ba nei panni di cecchino, temuto da tutti, vicini o lontani che fossero). Finalmente, ecco che prima superiore La Rosa Blu, giudice della serata, dichiara vincitore il gruppo di Terza Media! Don Diego dal Vescovo!
  • 17. al sorgere dell’alba tutti quanti cedemmo a una forza per noi insormontabile, soprattutto quarta e quinta dopo una notte bianca: il sonno e la stanchez- za accumulata nelle ore precedenti. Dopo 50 minuti scarsi di sonno, ecco la sveglia ufficiale, superiore stabilita al momento da alcuni mattacchioni (fin troppo arzilli per rimanere quieti per più di un’ora) che avevano cominciato a giocare al calcio balilla. Immaginate la gioia degli as- sonnati nel venir svegliati dal dolce suono del- la pallina che rimbalzava sulla dura superficie del campo! Dopo aver preparato le borse e aver apparecchiato per la colazione, abbiamo consumato il primo pasto in compagnia, tra latte, tè e dolci vari serviti dai nostri amore- voli educatori. Infine, atteso con impazienza Don Matteo e il suo diacono! questo momento (certo, come no!), ci siamo incamminati verso la chiesa per terminare un matrimonio e un quella breve ma comunque intensa esperien- za. In sintesi, un’esperienza unica, (superata funerale soltanto dai campi estivi o invernali che sia- no) e da vivere senza esitazioni, nonostante la notte trascorsa quasi insonne, ben descritta ial nella prima lettura della Messa domenicale: Spec : “La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi t fino all’alba”. Libro di Giobbe 7, 4 gues Gabriele Gambirasio I fedeli… iere il Barb iglia di Siv ... momenti Mario Bros Immancabile Super di euforia e l’arrivo di don diego a villa D’ADDA Don Renato dal Vescovo! L’arrivo a Villa d’Adda, in bici??? La voce dell’addio di don Diego si sparge a Valbondione
  • 18. 5 febbraio 2012: Giornata per la Vita Foto di gruppo per i bambini nati nell’anno 2011 che con le loro famiglie hanno partecipato alla Messa delle 10.30 Il messaggio dei vescovi In questi anni non solo gli indici demografici, ma anche per la 34a Giornata nazionale per la Vita ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte di tanti ragazzi, hanno angustiato l’animo di quanti prova- no rispetto e ammirazione per il dono dell’esistenza. “Giovani aperti alla vita” Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa dei La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude quali questo dono è vilipeso, avvilito, caricato di fardelli alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono spesso duri da sopportare. Educare i giovani alla vita si- - a volte misterioso e delicato - e da chi si dispone a esser- gnifica offrire esempi, testimonianze e cultura che diano ne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. Del sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come “servo” accende appena trovano adulti disposti a condividerlo. (cfr Lc 22,27), secondo la profezia dell’Antico Testamento. Chi vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo. Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compier- il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del diver- ne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una timento fine a se stesso. sfida oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si fini- I giovani di oggi sono spesso in balia di strumenti - creati e sce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla de- manovrati da adulti e fonte di lauti guadagni - che tendono riva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di a soffocare l’impegno nella realtà e la dedizione all’esisten- chi fa più fatica. L’aborto e l’eutanasia sono le conseguen- za. Eppure quegli stessi strumenti possono essere usati ze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la proficuamente per testimoniare una cultura della vita. vita, finisce per farli apparire come il male minore: in re- altà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e so- compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è ciale, non aspettano altro che un adulto carico di simpa- debole e indifeso. tia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e
  • 19. senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante entra più in gioco il valore della persona. Ci sono curve avventura della vita. della storia che incutono in tutti, ma soprattutto nei più giovani, un senso di inquietudine e di smarrimento. Chi È una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui ama la vita non nega le difficoltà: si impegna, piuttosto, oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per questo, a educare i giovani a scoprire che cosa rende più aperti la rilancia a tutti - adulti, istituzioni e corpi sociali -, perché al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui chi ama la vita avverta la propria responsabilità verso il fu- tutti anelano, magari a tentoni. Nasce così un atteggia- turo. Molte e ammirevoli sono le iniziative in difesa della mento di servizio e di dedizione alla vita degli altri che vita, promosse da singoli, associazioni e movimenti. È un non può non commuovere e stimolare anche gli adulti. servizio spesso silenzioso e discreto, che però può otte- nere risultati prodigiosi. È un esempio dell’Italia migliore, La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono del- pronta ad aiutare chiunque versi in difficoltà. la vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio. Gli anni recenti, segnati dalla crisi economica, hanno evi- denziato come sia illusoria e fragile l’idea di un progresso Roma, 4 novembre 2011 illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui Memoria di San Carlo Borromeo L’Oratorio è il luogo dove si insegna il bene della vita, facendolo
  • 20. dial gare 20 Michael Agazzi: dietro il campione E ccoci finalmente a inaugurare questa nuova rubrica che cerca, attraverso una chiacchierata con un perso- naggio sportivo e “famoso” del nostro paese, di mettere in luce la vita e i segreti del campione, ma anche il suo lato umano. Iniziamo con il personaggio forse più cono- sciuto grazie allo sport più seguito in Italia, il calcio. Nome: Michael Agazzi Età: 27 anni Ruolo: portiere di calcio Dove ha avuto inizio la tua carriera? Hai sempre fatto il portiere? Sin da piccolo amavo buttarmi, quindi, da quando ho iniziato a giocare mi hanno subito messo in porta. Ho esordito e giocato per 5 anni nel Carvico e poi, a 10 anni, Angelo Gamba ha portato me e Matteo Moranda a fare dei provini al campo militare a Bergamo. Dopo 3 provi- ni sono entrato a far parte degli esordienti dell’Atalanta. Per 2 anni mi sono allenato al campo militare e il martedì Nel 2006-2007 sono andato in prestito al Sassuolo, in se- andavo a Zingonia con Bonifaccio, mentre poi per 8 anni rie C1, dove ho giocato 20 partite e dove per poco non mi sono allenato con il preparatore dei portieri Massimo andiamo in serie B (persa la finale play-off), mentre l’an- Biffi. no dopo vado al Foggia: con i pugliesi gioco 25 partite e pure qui perdiamo le semifinali play-off con la Cremo- Cosa vuol dire far parte dell’Atalanta durante l’adole- nese. scenza? Nella stagione 2008-2009 ritorno alla Triestina, nella Durante l’adolescenza uscivo di casa alle 6 di mattina e quale gioco tutte le 42 partite di campionato da titolare. rientravo alle 19.30, tutti i giorni. Nel 2009 vengo acquistato dal Cagliari che mi lascia a Prima la scuola, poi pranzo alla “Casa del giovane”, tra- Trieste fino a quando, nell’ultimo giorno della sessione sferimento a Zingonia, allenamento e poi il rientro a di mercato 2009-2010, riscatta completamente il mio casa. Una volta arrivato in “Primavera” ero pure il terzo cartellino. portiere della prima squadra e quindi avevo allenamen- ti tutti i giorni. E naturalmente nei week-end c’erano le L’anno più bello? varie partite. L’anno a Sassuolo è stato il migliore, quello che mi ha fatto crescere maggiormente sia dal punto di vista pro- Prime esperienze fuori casa? fessionale, perché ho giocato di più e con continuità, sia Nel 2003 sono andato un anno in C2 nel Sud Tirol. Come dal lato umano. prima esperienza fuori casa è stata veramente dramma- Ricordo con molto affetto il mio amico Prospero, un si- tica: io non sapevo fare nulla, ma Marco Fabbris - mio gnore del posto che faceva il barista e che mi ha accolto compagno di squadra e di casa - mi ha insegnato a fare come fossi suo figlio. un po’ tutto quello che serve in casa, e lui era diventa- to la mia seconda famiglia. Durante quella stagione ho Altre persone di cui ci vuoi parlare? giocato pochissimo (2 partite), ma a fine anno ho pianto Ho pochi amici nel mondo del calcio, ma uno di questi è perché avevo trovato veramente un gruppo stupendo. sicuramente Generoso Rossi. Era il primo portiere della Triestina nei primi due anni in Quindi non sei rimasto nel Sud Tirol? cui ci ho giocato ed è grazie a lui che ho esordito in serie Al termine della stagione sono tornato all’Atalanta, per B e sono riuscito a disputare 5 partite. essere nuovamente mandato in prestito. Questa volta vado alla Triestina, in serie B, dove non Com’è andato il tuo trasferimento dalla Triestina al Ca- colleziono nessuna presenza. Nella stagione successiva gliari? vengo acquistato definitivamente dagli “Alabardati” di Quella sera ero a cena con il mio procuratore e mi chiama Trieste e gioco cinque gare, subendo sette reti. Dei (il secondo portiere della Triestina) dicendomi che la
  • 21. 21 Gennaio/Febbraio 2012 società stava cercando un portiere. partite successive ho pagato questo A quel punto sento mister Somma atteggiamento e mi è servito. A mie il quale mi conferma l’acquisto di spese ho capito che in ogni partita Calderoni e lì ho capito che, vista la devi far bene, non devi sentirti “ar- situazione di Marchetti, il Cagliari rivato” altrimenti la prendi sotto mi aveva cercato. Confesso che ero gamba e la paghi. indeciso, ma la squadra mi convince Io gioco perché mi diverto, perché e vado in Sardegna. do emozioni alla mia famiglia e non Prima di lasciare la squadra, chiedo perché la gente mi conosce. se sanno contro chi gioca il Caglia- Per riprendermi da quel momento è ri quella domenica e la risposta mi stato decisivo il rigore parato contro ha lasciato basito: «Contro l’Inter! A il Bari nella terza di ritorno, anche San Siro!». perché ho parato anche la ribattuta In quel momento ho capito che e questo dopo aver fatto un prece- quella domenica si sarebbe realizza- dente errore sul goal di Okaka. to uno dei miei sogni: giocare in quello stadio dove da piccolo andavo con il papà e il nonno. Altri sogni nel cassetto? Sogno la Nazionale, ma soprattutto non voglio avere il Che brividi entrare a San Siro… dubbio di non avere dato il massimo. Emozioni forti sì! Sia per me che per le persone che mi Ho tanti obiettivi, ma come mi hanno insegnato i miei vogliono bene. Però a dire la verità le emozioni più forti genitori, per i quali nutro un grande rispetto, ne affronto le ho provate l’ultima di campionato quando in casa del uno alla volta. Milan campione d’Italia e davanti a 80 mila persone sa- pevo che i miei genitori erano lì per vedermi. E un altro sogno? Al momento dell’entrata in campo ho pensato a loro: il Beh, ovviamente, sogno di giocare nell’A.S.D. Oratorio mio calcio è questo, è proprio per questi momenti che San Carlo. gioco a calcio! Ringraziamo veramente di cuore Michael per la dispo- Ogni domenica una grande emozione. Sei in serie A, nibilità, l’amicizia e l’attenzione che ha nei confronti del- quella che sognano tutti i giocatori… la nostra società sportiva e vi diamo un’anteprima sulla Quando sei giovane uno stadio vale l’altro. C’è stato un prossima intervista: lo sport è il tiro al piattello! momento del campionato in cui, a livello mentale, non Davide Chiari provavo più emozioni, mi sentivo fortissimo e nelle tre e la dirigenza dell’A.S.D. Oratorio San Carlo
  • 22. dial gare 22 I mestér di noscc vecc L ’anno scorso abbiamo trattato la toponomastica di Villa d’Adda, quest’anno vorremmo parlare dei vari “mestieri” che i nostri “vecchi” praticavano. Prenderemo lo spunto da ciò che un gruppo di parrocchiani di Fiume- nero non solo ha detto o scritto ma ha pure rappresentato nel presepe vivente, visitato da alcuni di noi su invito di don Diego. Attingeremo anche a ciò che ha scritto Pino Capellini (giornalista de L’Eco di Bergamo dal 1959 e mio compagno di liceo) sull’Enciclopedia Bergamasca Illustrata Rebelòt. Prima di entrare nei dettagli delle varie professioni, sottoponiamo alla Francesco Chiappa al suo desco da ciabattino (da Villa d’Adda, il fiume-il confine) vostra attenzione un piccolo voca- bolarietto delle voci dialettali in vil- ladaddese dei vari mestieri. Ol resciulì = il selciatore (A chi ha un mestiere in mano non Ol mulèta = l’arrotino Ol sotramòrt = il becchino mancherà mai un tozzo di pane) Ol drughér = il droghiere Ol scarpulì = il calzolaio - Ü mestér per vèss bé imparàt, L’umbrélér = l’ombrellaio Ol müradùr = il muratore al va rubàt. L’ustér = l’oste Ol bòcia = l’apprendista (Un mestiere per essere ben ap- Ol strascér = lo straccivendolo Ol magüt = l’aiutante del muratore preso va rubato, cioè seguito con L’urés = l’orefice Ol purtinér = il portinaio grande impegno) Ol magnà = lo stagnino Ol marmurì = il marmista - Fa l’ustér e circà sö, Ol frér = il fabbro Ol barbér = il barbiere i è mestèr che se desmèt pió. Ol sbianchì = l’imbianchino La laandéra = la lavandaia (Fare l’oste e chiedere la carità Ol marengù = il falegname La filandéra = la filandaia sono mestieri che non si smettono La cumar = l’ostetrica Ol mülinér = il mugnaio più) Ol masciàder = il merciaio Ol pastùr = il pastore L’aucàt = l’avvocato Ol caretér = il carrettiere Il proverbio è un modo di dire sem- Ol sensér = il sensale Ol sertùr = il sarto plice, sintetico, spesso arguto, che Ol dutùr = il medico Ol spazzacamì = lo spazzacamino tramanda la saggezza e l’esperienza Ol marusér = il mediatore Ol campér = il custode dei campi e dei nostri vecchi sul modo di conce- Ol spiziér = il farmacista dei boschi pire la vita. Inoltre è l’espressione Ol fatùr = il fattore Ol stremascì = il materassaio della nostra cultura ancor più perché Ol nudér = il notaio in dialetto. E, lo si voglia o no, le pa- Ol masér = il massaio Ci auguriamo che questa paginetta role in dialetto sono le nostre radici Ol furnér = il fornaio di dialogare sia per noi bergamaschi e danno colore, forza ed espressività La maséra = la massaia uno strumento interessante per mi- alla nostra parlata. Ol bechér = il macellaio gliorare la conoscenza della nostra Purtroppo diventa sempre più sbia- Ol paisà = il contadino identità e per i non villadaddesi, che dito e rischia di scomparire; bisogna Ol frütaröl = il fruttivendolo tuttavia si sono integrati nel nostro “voler bene” al dialetto, perché vuol Ol mecànech = il meccanico contesto sociale, sia una occasione dire voler bene a quella gente, a Ol pularöl = il pollivendolo per arricchire la loro conoscenza quelle persone che prima di noi han- Ol trumbér = l’idraulico della terra che li ospita e dei suoi no vissuto, sofferto, amato, sempre Ol pessér = il pescivendolo abitanti. fortemente convinte, per fede, che Ol tulér = il lattoniere Ecco anche alcuni proverbi che ri- la vita è un gran bel dono! Ol vedriér = il vetraio guardano i mestieri: Ol bergamì = il mandriano - A chi g’ha ü mestér in ma, Ol stradì = lo stradino mancherà mai ü tocch de pa. Giovanni Nervi
  • 23. 23 Gennaio/Febbraio 2012 Settimana dall’11 al 18 marzo Con il Libro dei Salmi casa di incontro animatore Colombelli Luigina Via San Carlo, 10 Fiorangela Bolognini Lunedì ore 14,30 Carrara Ardelia Assunta Pirovano e Via Caderico Marilena Regazzoni Lunedì ore 20,30 Mazzoleni Sala Giuseppina Via Marconi, 11 Marilena Clapis Lunedì ore 20,30 Bellese Oscar e Maria Rosa Via Cadernoldo Anna Luppi Martedì ore 14,30 Previtali Elisa centri d’ascolto della parola Via Fossa, 5 suor Elsa Martedì ore 14,30 Biffi Elisa Via Chioso, 2 Vanna Colombo Martedì ore 14,30 Milani Adriano e Carla Via Ludrini, 36 Marilena Regazzoni Martedì ore 20,30 Laini Palmina Via Parscera suor Giovanna Mercoledì ore 14,30 Sala Aldo e Donata Via Mazzo, 2 Luciana Bettinelli Mercoledì ore 15,30 Milani Pietro e Franca Via Cuna, 2 Anna Luppi Giovedì ore 14,30 Longhi Gilda Via del Borgo, 12 Luciana Bettinelli Giovedì ore 14,30 Medaglia Cecilia Piazzetta Villa Bassa Adalgisa Locatelli Giovedì ore 20,30 Istituto San Giuseppe suor Francisca Giovedì ore 20,30 Panzeri Dalida Via Casenuove, 10 Marilena Clapis Giovedì ore 20,30 Anna Chiappa - Comi Via Volpino, 20 don Gian Maria Venerdì ore 20,30
  • 24. dial gare 24 Apostolato della Preghiera La Scuola dell’infanzia “Tranquilla Frigerio” Il Vescovo di Bergamo ha indicato per l’anno 2012 le ricorda la intenzioni di preghiera legate alla vita della nostra dio- cesi; pubblichiamo quelle dei primi tre mesi: Gennaio: Per i sacerdoti, perché avvertano l’esigenza CHIUSURA DELLE ISCRIZIONI di una permanente conversione. per l’anno scolastico 2012-2013 Febbraio: Per le persone consacrate, perché siano te- in data 28 febbraio 2012 stimoni della meraviglia del Vangelo. Per informazioni Marzo: Per gli ammalati, perché la loro sofferenza chiamare il numero 035 79.20.14 non diventi disperazione. Le altre intenzioni verranno pubblicate sul prossimo dialogare. Tour in Puglia centrale e Salento 25 marzo 2012 incontro di formazione, dalle ore 15 dall’1 al 10 giugno alle ore 18, presso i Preti del Sacro Cuore in via Gari- Si sta organizzando un periodo di vacanza in Puglia: baldi 10, in città, tenuto da don Giambattista Ferrari il programma di massima è qui indicato. Coloro che sul tema: “Il sacramento del matrimonio”; seguiranno volessero iscriversi o avere maggiori informazioni e il l’Adorazione e la Santa Messa. programma dettagliato possono rivolgersi, entro il 27 febbraio, a: Da Antananarivo (Madagascar) Ermanno Fantini tel. 035 78.46.08 le Piccole Serve del Sacro Cuore Eugenio Mora tel. 035 79.30.82 ringraziano Programma Carissimi, 1º giorno: Partenza da Villa d’Adda alle ore 20 con grande gioia veniamo a voi in occasione del viaggio notturno Natale. La vitalità di Dio ci è compagna dei giorni, è 2º giorno: pranzo in Hotel - pomeriggio libero energia che sale, dilata dentro, mette gemme di luce, ci cena e pernottamento offre le sue mani perché riposiamo e riprendiamo fiato 3º giorno: Ostuni - Alberobello e coraggio. 4º giorno: Matera - Altamura Così possiamo sperimentare la tenerezza di Dio e tra- 5º giorno: pensione completa in villaggio smettere la gioia, l’amore e la libertà della luce del Na- 6º giorno: Lecce - Otranto tale. Che il nuovo anno 2012 sia un tempo di grazia in 7º giorno: Cisternino - Locorotondo cui possiamo sperimentare l’amicizia del Signore per vi- 8º giorno: pensione completa in villaggio vere in serenità e pace la sua volontà, a volte misteriosa. 9º giorno: Castellana Grotte - Martina Franca Mentre rinnoviamo gli auguri a voi tutti, ringraziamo 10º giorno: partenza per il rientro; riconoscenti la vostra generosità a favore dei più pic- pranzo a San Benedetto del Tronto. coli e vi salutiamo cordialmente. Arrivo in serata a Villa d’Adda a villa d’adda... In unità di ideali e di preghiera, con affetto fraterno, Quota individuale € 755 - minimo 40 persone La Comunità delle Piccole Serve Quota individuale € 835 - minimo 30 persone del Sacro Cuore di Antananarivo Supplemento singola € 130 e i fratelli Malgasci - suor M. Agnès
  • 25. 25 Gennaio/Febbraio 2012 Dai Bigacc de Ëla per “Telethon 2011” ORATORIO SAN CARLO - VILLA D’ADDA Il gruppo podistico “Bigacc de Ëla” nel ringraziare chi ha contribuito con le proprie offerte alla raccolta fondi pro “Telethon 2011”, organizzata dal Grup- po nei giorni 14-18 dicembre scorso, comunica che è stata raccolta la somma di € 962,00. Di questo importo, 495 Euro sono stati consegnati alla UILDM di Lecco come fondi raccolti nella distribuzione dei panettoni e 467 Euro alla UILDM di Bergamo in occasione della “Staffetta Telethon dell’Isola”. Ringraziando ancora tutti, il Gruppo ricorda - per chi fosse interessato - che tutte le domeniche organizza uscite per partecipare, previa prenotazione en- tro sabato, a camminate non competitive dei calendari C.S.I. e F.I.A.S.P. Prossimi appuntamenti • 19 Febbraio: 35ª Marcia classica caluschese km. 7-12-18-27 - Calusco d’Adda (Bg) • 26 febbraio: 11ª Marcia della Croce Bianca km. 7-12-16-21 - Boltiere (Bg) Domenica 4 Marzo 2012 - ore 15 • 4 Marzo: 17ª Marcia per la vita Ingresso intero € 6 - ridotto € 4 km. 7-12-15-21 - Medolago (Bg) • 11 Marzo: 2ª Camminata tra Adda e Brembo ORATORIO SAN CARLO - VILLA D’ADDA km. 8-14-21 - Canonica d’adda (Bg) • 18 Marzo: 28ª So e gio per Sota ol Munt km. 8-15-26 - Sotto il monte (Bg) • 25 Marzo: 24ª Strabrembate km. 8-15-21 - Brembate di sopra (Bg) • 1 Aprile: 13ª Tra i Santuari di Cenate km. 6-8-16-22-27 - Cenate Sotto (Bg) • 15 Aprile: 2º Giro del Monte Canto km. 6-10-18 - Carvico (Bg) • 22 Aprile: 34ª Camminata a Monteveccia km. 6-12-20 - Montevecchia (Lc) Per prenotazioni e informazioni rivolgersi a: Fiorenzo Paggi: Tel. 035 79.33.06 - Anna Maria Locatelli: Tel. 035 78.41.04 Umberto Chiari: Tel. 035 79.28.92 - per Carvico Luigi Rota: Tel. 035 79.80.60 Domenica 25 Marzo 2012 - ore 15 Ingresso intero € 6 - ridotto € 4 Per motivi organizzativi si prega di telefonare dalle 12.00 alle 14.00 del sabato. Il prossimo numero di dial gare è previsto per il 1º aprile Concerto del 7 gennaio 2012 di canti natalizi in chiesa parrocchiale con la corale “Sant’Andrea” di Villa d’Adda e il coro della parrocchia di Ranica
  • 26. dial gare 26 Offerte per l’Oratorio: Dicembre 2011 Gennaio 2012 Una famiglia.................................................... € 500 N.N.................................................................... € 20 Due famiglie (€ 100 ciascuna)......................... € 200 N.N.................................................................... € 30 N.N.................................................................. € 100 N.N. In memoria di un defunto.........................€ 30 N.N.................................................................. € 5 N.N.................................................................... € 50 N.N. In memoria dei propri defunti................. € 50 Una famiglia in memoria dei propri defunti......€ 300 In memoria di don Angelo Bosio..................... € 200 Una famiglia in memoria dei propri defunti......€ 50 In memoria di Angelo Biffi.................................€ 50 Gruppo Amiche............................................... € 100 In memoria di Piera Longhi: In memoria di Ermellina Biffi: - sorella, fratelli, cognato, cognate....................€ 130 - i familiari....................................................... € 100 - i nipoti: Locatelli, Longhi, Paggi, Viscardi.........€ 150 - i dipendenti del supermercato - i vicini di casa di via Rossera............................€ 50 Billa di Calusco.............................................. € 200 In memoria di Giuseppe Sala: In memoria di Ambrogio Viscardi e Piera Longhi: - i familiari......................................................... € 100 - la Corale S. Andrea........................................ € 260 - Biffi Giacomo e figli.........................................€ 150 In memoria di Piera Longhi: - gli amici........................................................... € 200 - la cugina Anna Longhi................................... € 50 Gruppo di Volontariato sociale..........................€ 185 In memoria di Aldo Bassani: Una ditta............................................................ € 571 - i parenti......................................................... € 210 Offerte varie...................................................... € 250 I coscritti del 1941........................................... € 100 Dagli Ammalati.................................................. € 411 Da sottoscrizione (dolci e frutta 8 - 11 dicembre)........................ € 1.905 Mostra dei Presepi (Avis-Villa d’Adda)...............€ 370 Bussolotto in chiesa...........................................€ 85 Da gruppo Alpini e Volontari (taglio erba)....... € 6.000 Totale.............................................................€ 3.182 Assoc. Volontariato sociale e Protez. civile...... € 100 Dagli Ammalati................................................ € 605 Giornata Del Dono - 6 Gennaio Bussolotto in chiesa......................................... € 225 - buste rientrate n. 316 di cui 1 busta di € 5.000,00 Totale........................................................... € 10.910 Totale....................................................... € 15.422,80
  • 27. 27 Gennaio/Febbraio 2012 La nostra comunità ricorda i piccoli appena battezzati L’8 Gennaio: Giulia Marie Rigamonti di Maurizio e Audrey Marie Dibarbora Il 12 Febbraio: Matilde Fumagalli di Oscar Luigi e Manuela Sala Andrea Turani di Luca e Tania Ferrari Matilde Magnani di Mirko e Elisabetta Turani i novelli sposi Peter John O’Rooke con Alice Farris, a Hull-East Yorkshire (Regno Unito Inghilterra), il 9 luglio 2011 Fabio Amigoni con Mariangela Panzeri, a Villa d’Adda, il 28 dicembre 2011 e prega per i fratelli defunti ALDO BASSANI, di anni 83, deceduto il 17 dicembre Dal profondo a te grido, o Signore; L’anima mia attende il Signore, Signore, ascolta la mia voce. più che le sentinelle l’aurora. Siano i tuoi orecchi attenti Israele attenda il Signore, alla voce della mia preghiera. perché presso il Signore è la misericordia, Se consideri le colpe, Signore, grande è presso di lui la redenzione; Signore, chi potrà sussistere? egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. Ma presso di te è il perdono, Tendi l’orecchio, perciò avremo il tuo timore. ascolta la mia parola, Io spero nel Signore, custodiscimi nell’ombra delle tue ali. l’anima mia spera nella tua parola. (dal Salmo 51) Sei andato in pace, secondo la parola del Signore: i tuoi occhi hanno veduto la sua salvezza. Solo perché i tuoi occhi hanno visto la sua grazia, anticipata nei beni della vita, hai potuto avanzare con fiducia verso il Padre. I tuoi cari ANNUNCIATA STUCCHI in Villa, di anni 77, deceduta il 28 dicembre O Cristo redentore, guida da morte a vita chi spera nel tuo nome. Quando verrai per le nozze, fa’ che ognuno ti attenda con la lampada accesa. Accogli i tuoi fratelli anagrafe nel regno dei beati per la gloria del Padre. (dalla liturgia) TERESA CHIAPPA vedova Caseri, di anni 88, deceduta il 1° gennaio Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele. Lc 2, 29-32
  • 28. dial gare 28 ANNAMARIA MASSERINI vedova Bonsaglia, di anni 69, deceduta il 12 gennaio Alla fine hai raggiunto il papà… tranquilla, serena… Ci hai salutato tutti con il tuo affetto, la tua serenità, la tua gioia di vivere nonostante tutto… Tutti i tuoi nipotini porteranno sempre nel cuore la loro nonna. Un bacio da tutti i tuoi cari. GIUSEPPE SALA, di anni 78, deceduto il 20 gennaio Il tuo fare un po’ risoluto, talvolta scontroso, nascondeva un grande cuore, un animo tan- to buono quanto generoso, non solo con i tuoi affetti più cari, ma anche con chi in taluni momenti era nel bisogno. La tua voglia di vivere sempre, le tue battute scherzose ma mai irriverenti, la forza della positività che ci hai sempre dimostrato, resteranno un ricordo indelebile che ci accompagneranno nel nostro cammino. Ciao, ci manchi e ci mancherai sempre, ma ci consola che la luce di Dio ti illumina e risplen- derà per l’eternità nella tua anima. La tua famiglia MARIO VILLA, di anni 79, deceduto l’11 febbraio Gli eletti vedranno la faccia del Signore e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signo- re Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli. Ap 22, 4-5 gli anniversari Palma Manzoni Anna Bonanomi Elena Viscardi in Biffi Antonella Biffi 17.12.94 17.12.11 28.12.08 28.12.11 31.12.97 31.12.11 8.1.08 8.1.12 anagrafe Adele Turani Giovanni Battista Sala Sperandio Aldeni Don Angelo Bosio 17.1.02 17.1.12 16.8.08 16.8.11 2.3.07 2.3.12 17.3.93 17.3.12 Avviso: da gennaio 2012 il costo per la foto degli anniversari è di € 20,00