1. Periodico della comunità parrocchiale di Villa d’Adda (Bg) - N. 239 - Gennaio/Febbraio 2012
dial gare
Gennaio
n. 239
2012
Febbraio
2. SANTE MESSE
Festive 1° Venerdì del mese
18.00 prefestiva 15.00 - 17.00 Adorazione in parrocchia
7.30 - 10.30 - 18.00 (9.15 all’Istituto) Ogni domenica
Feriali 16.00 Adorazione Eucaristica presso
Lunedì - Martedì - Mercoledì: l’Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera
ore 8.30 in parrocchia
Giovedì: ore 9.00 Messa a San Martirio
Per la richiesta di celebrazione di Sante Messe rivol-
Venerdì: ore 17.00 in parrocchia gersi in sacrestia, dopo la liturgia; oppure passare
Feriali (all’Istituto) presso la segreteria parrocchiale (lunedì - venerdì,
Lun.- Mar.- Mer.- Ven.- Sab.: ore 7.00 ore 9.30 - 12.00).
Giovedì: ore 17.00 Per questioni organizzative di calendario si consiglia
Giovedì: ore 16.00 Adorazione di non prenotare telefonicamente.
BATTESIMI CONFESSIONI
Domenica 15 Aprile 2012, ore 10.30 Sabato, ore 17.00 - 18.00
La celebrazione chiede un incontro con i genitori, il Prima o dopo la Messa feriale.
padrino e la madrina concordato con il parroco. Per i ragazzi una volta al mese.
MATRIMONI Per gli ammalati e gli anziani, al primo venerdì del
I fidanzati sono invitati a presentarsi in parrocchia mese (e delle feste) e a richiesta.
per i documenti almeno tre mesi prima del matrimo-
nio, possibilmente nella giornata di sabato. FUNERALI
I parenti del defunto sono invitati a comunicare alla
VISITE AGLI AMMALATI E UNZIONE SANTA parrocchia l’avvenuto decesso.
La famiglia che desidera la visita per l’Eucarestia e Si eviti che l’avviso giunga in parrocchia da parte
per l’Unzione santa è pregata di avvisare il parroco o dell’agenzia funebre.
la segreteria parrocchiale. La data del funerale deve essere concordata con la
VISITE NEGLI OSPEDALI parrocchia: per esigenze pastorali, può essere scel-
Chi ha piacere di ricevere la visita dei sacerdoti della to qualsiasi giorno, in mattinata e nel pomeriggio,
parrocchia è pregato di far conoscere agli stessi il no- esclusi il sabato pomeriggio e i giorni festivi.
minativo dell’ammalato e il luogo di degenza.
Don Diego Nodari: Via del Borgo, 2 - Tel. e Fax 035 792115 - e-mail: d.diegonodari@virgilio.it
Don Gian Maria Berta: Via del Borgo, 2
Segreteria Oratorio: Via San Carlo, 3 - Tel. 035 4380113 - e-mail: oratorio.villadadda@alice.it
Scuola materna “T. Frigerio”: Tel. 035 792014 - e-mail: maternatf.villadadda@alice.it
Istituto San Giuseppe: Tel. 035 791057
Istituto Sacro Cuore - Villa Peschiera: Tel. 035 791228
dial gare Pubblicità: Tel. 035 792115
(segreteria parrocchiale)
Direttore editoriale: don Diego Nodari Distribuzione: Maria Milani - Tel. 035 784608
Redazione: don Gian Maria Berta, Lucia Baroncelli,
Ritiro fotografie: Liliana Chiappa - Tel. 035 791625
Davide Chiari, Luisa Dinale, Stefania Fetti,
Mara Fuoco, Sara Marchetti, Giovanni Nervi, Stampa: Tipografia dell'Isola s.n.c.
Gabriele Sala, Giusi Spreafico. Tel. 035 4940845 -Terno d'Isola (Bg)
Hanno collaborato: Gabriele Gambirasio, e-mail: tipografia@bisnet.it
Ema uele Mangili, Alberto Marchetti, Ilaria Posa,
n
Antonella Sangalli, Davide Turani.
Direttore responsabile: Maria Luisa Giovanzana Iscrizione al Registro stampa
Periodico della comunità parrocchiale di Villa d'Adda (Bg) del Tribunale di Bergamo n. 26 del 22 luglio 1985
Via del Borgo, 2 - n. 239 - Gennaio/Febbraio 2012 - Anno XXIX Abbonamento annuo € 20,00 - Una copia € 3,50
In copertina: Piotr Fafrowicz, Polonia, La nostra meravigliosa terra, in “Terra! I colori del Sacro”, Padova, 2009
3. 3 Gennaio/Febbraio 2012
Nuovo o… “lavato con Perlana”?
C ome “l’abito non fa il monaco”, così la nuova veste grafica con la quale trovate il dialogare
di questo 2012, non credo cambi la sostanza; che è quella di uno strumento semplice, che
vuole collegare le nostre famiglie, raccontare le cose che succedono nella nostra comunità,
le fatiche che facciamo, come pure le gioie che sperimentiamo. Un giornale col quale potere
aiutare tutti a fare due riflessioni sulla nostra vita, sulla nostra fede, sull’educazione dei nostri
ragazzi, sulla testimonianza che riusciamo a dare come comunità cristiana…
Sappiamo però anche che la forma non è l’abito esteriore di qualcosa; che la forma è anche
contenuto nel momento in cui diventa attenzione a chi prenderà in mano questo strumento e
lo leggerà.
La stampa è colore, forma dei caratteri, è disposizione e divisione delle pagine e tutto questo è
emozione, prima che significato di quanto ci possiamo leggere…, ed è per questo che di fronte
al dialogare che avete tra le mani, potete anche dire “mi piace” o “non mi piace”. Ma questi
cambiamenti, che creeranno un minimo di disagio per la necessità di abituarci a uno stile diver-
so, non sono fini a sé stessi; al contrario vorrebbero avvicinare le persone, rendere i lettori più
curiosi rispetto a una parola che vorremmo fosse sempre almeno un po’ eco della Sua Parola e
che troppo spesso rischiamo di percepire come già sentita, già conosciuta, insomma, ripetitiva.
Accanto a quelli più visibili, ci sono poi cambiamenti che non si vedono e che stanno dietro il
dialogare che arriva così nelle vostre case: dopo l’appello fatto nei mesi scorsi, si è costituito un
gruppetto che da qui in avanti costituirà la redazione; nell’intenzione ci sarebbe anche quello
di mettere maggiormente in dialogo anche ciò che si stampa con ciò che circola nella rete
internet, almeno sui siti che fanno riferimento all’Oratorio. Anche l’Oratorio stesso vorremmo
avesse uno spazio proprio.
Vorremmo infine dare un tema a ogni numero, anche per non disperdere i tanti interventi o
comunque ridurli a voci isolate. Vorremmo che queste voci riuscissero a completarsi, in un mo-
vimento armonico…
Accanto alle novità legate a questo giornale, ce ne sono altre che riguardano la parrocchia e in
particolare il Consiglio pastorale. Finora ci siamo trovati due sole volte, per definire un po’ al-
cune scadenze dell’anno liturgico, nella seconda soprattutto. Il Consiglio è composto prevalen-
temente da rappresentanti dei gruppi parrocchiali, e questo, se da un lato favorisce una certa
facilità di comunicazione circa le cose da fare, dall’altra rischia di dimenticare che la maggior
parte dei cristiani di Villa d’Adda non fa parte di alcun gruppo parrocchiale e di dare l’idea che
la parrocchia vera sia solo quella di chi si impegna in parrocchia… Così ho pensato nei prossimi
editoriale
mesi di chiedere anche ad altre persone di far parte del Consiglio, così da renderlo davvero
espressione di come è la nostra comunità e avere anche punti di vista differenti rispetto alle
questioni pastorali che lì si affrontano.
Insomma, qua e là qualche novità, senza però dimenticare che l’anno liturgico, con la Quaresi-
ma alle porte, e l’Eucarestia che ogni domenica celebriamo, non hanno bisogno di cambiamen-
ti, ma solo di rendere più vero il nostro cammino.
Insomma, qualche novità, ma non al punto di non essere più riconoscibili. Un tempo si sarebbe
detto: “Nuovo? No, lavato con Perlana”. Speriamo di aver trovato “l’ammorbidente” giusto!
don Diego
4. dial gare 4
In preparazione alla Quaresima
Mercoledì delle Ceneri, 22 febbraio, inizio della Quaresima
nella chiesa dell’Istituto ore 9,30 S. Messa con imposizione delle ceneri
nella chiesa parrocchiale ore 14,30 Confessioni per i ragazzi di 1ª e 2ª media
ore 16,00 Liturgia della Parola e imposizione delle ceneri
ore 20,30 S. Messa con imposizione delle ceneri
Giornate Eucaristiche
Giovedì 23 febbraio nella chiesina dell’Istituto (come tutti i giovedì dell’anno)
ore 16,00 Adorazione
ore 17,00 S. Messa
Venerdì 24 febbraio nella chiesa parrocchiale
ore 15,00 Esposizione del Ss. Sacramento
ore 16,00 Adorazione ragazzi delle scuole MEDIE
ore 20,30 Reposizione e S. Messa
N.B. L’Oratorio nel pomeriggio resterà chiuso
Sabato 25 febbraio ore 9,00 Esposizione del Ss. Sacramento
ore 9,15 Confessioni per i ragazzi di 4ª e 5ª elementare
ore 10,30 Adorazione per bambini di 2ª e 3ª elementare
ore 18,00 Reposizione e S. Messa
N.B. L’Eucaristia resterà esposta da mattina a sera senza interruzioni
e la chiesa resterà aperta tutto il giorno
Domenica 26 febbraio La mattina le Messe sono all’orario solito
ore 15,00 Esposizione Ss. Sacramento, Vespri e Benedizione Eucaristica
ore 18,00 Reposizione e S. Messa
N.B. L’Oratorio aprirà alle ore 16,00
INOLTRE
Per i ragazzi delle elementari e delle medie ci sarà la possibilità, prima della scuola di fare un momento di pre-
ghiera e la colazione insieme. Il giorno è il martedì: 28 febbraio; 6, 13, 20 e 27 marzo.
- ore 7,10 presso la sala camino Colazione Medie
- ore 7,30 nell’aula video Preghiera per Elementari e Medie
- ore 7,45 nella sala camino Colazione Elementari
Giovedì 1 marzo all’Oratorio, ore 20,30 ci troviamo a preparare la Settimana Santa.
Tutti possono dare il loro contributo.
In chiesa è possibile trovare un sussidio per la preghiera in famiglia, durante la Quaresima. Il percorso si affian-
ca alle schede che verranno date ai ragazzi della catechesi e riprende i quadri che faranno da filo conduttore
anche nella Messa delle ore 10,30 delle domeniche di Quaresima.
In ultima di copertina si trova il calendario delle stazioni quaresimali che avranno luogo dal venerdì 2 marzo in
avanti, con i gruppi ai quali è chiesto di animare i momenti di preghiera.
Si ricordano ai genitori dei ragazzi della catechesi i prossimi incontri per loro all’Oratorio:
- per i genitori dei ragazzi di 5ª elementare, 1ª e 2ª media VENERDI 24 FEBBRAIO ORE 20,30
- per i genitori dei bambini di 2ª, 3ª e 4ª elementare DOMENICA 4 MARZO ORE 15,00
5. 5 Gennaio/Febbraio 2012
Famiglia, lavoro e festa
(3ª e ultima parte)
Continua la pubblicazione dei temi riguardanti l’oggetto del Convegno mondiale delle famiglie,
che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno.
In questo numero affrontiamo il tema della Festa tratto da un intervento
del vescovo monsignor Franco Giulio Brambilla
3. La festa: umanizzare il tempo come un momento prezioso per dare senso al tempo li-
bero. Non è il tempo di riposo che fa la festa, ma è la fe-
Il terzo modo con cui abitare il mondo della vita quo- sta che riempie il tempo libero. Le relazioni con gli altri e
tidiana è lo stile con cui viviamo la festa. È questo uno con Dio, la festa in casa e nella comunità, la celebrazione
degli indicatori più forti dello stile di famiglia. L’aspetto eucaristica della domenica, lo spazio della carità e della
oggi divenuto difficile nella condizione postmoderna è condivisione sono le note che fanno del tempo libero non
riuscire a vivere la domenica come tempo della festa. un momento vuoto, ma celebrano la gioia della festa.
Probabilmente il racconto di altre culture e di altri con- Infatti, la vita come un dono è ciò che viene celebrato nel
tinenti ci aiuterà a non perdere il senso originario della giorno della festa. Il debito originario nei confronti degli
festa. L’uomo moderno ha inventato il tempo libero, ma altri e dell’Altro è lo spazio per abitare la festa, per dare
sembra aver dimenticato la festa. La domenica è vissuta senso anche al lavoro delle mani dell’uomo. Il tempo fe-
socialmente come “tempo libero”, nel quadro del “fine riale non sta senza il giorno della festa, da essa riceve il
settimana” (weekend) che tende a dilatarsi sempre più e suo significato.
ad assumere tratti di dispersione e di evasione. Il tempo L’opera dell’uomo non vive senza il dono che la rende
del riposo è vissuto come un intervallo tra due fatiche, possibile. E, inversamente, la festa dispiega la sua luce
l’interruzione dell’attività lavorativa, un diversivo alla e la sua forza nei giorni feriali, allo stesso modo che
professione. Privilegia il divertimento, la fuga dalle città. il dono di Dio, il dono della generazione, il dono della
Spesso il sabato e la domenica si trasformano in tempi di vita dischiude lo spazio alla libertà per essere accolta e
dispersione e di frammentazione. La sospensione dal la- spesa. Per questo il rapporto tra la festa e il lavoro è di
voro è vissuta come pausa, in cui cambiare ritmo rispet- uno a sei: l’uomo impiega sei giorni per rendere il dono
to al tempo produttivo, ma senza che diventi un momen- di Dio opera propria, ma l’agire dell’uomo si concentra
to di ricupero del senso della festa, della libertà che sa nel giorno primo e ultimo per accogliere il dono di Dio
stare-con, concedere tempo agli altri, aprirsi all’ascolto e e dell’altro.
al dono, alla prossimità e alla comunione. La festa come Il testo della preghiera sulle offerte conclude in modo
un tempo dell’uomo e per l’uomo sembra eclissarsi. sorprendente così: “e Tu donaci in cambio Te stesso”. La
La domenica di conseguenza stenta ad assumere una preghiera della liturgia chiede in cambio non solo la sa-
dimensione familiare: è vissuta più come un tempo lute, la serenità, la gioia, ma nientemeno che l’incontro
“individuale” che come uno spazio “personale” e “so- con Dio stesso. Il senso della fatica feriale è di trasforma-
ciale”. Il tempo libero seleziona spazi, tempo e persone re il nostro lavoro in offerta grata, in riconoscimento del
per costruire una pausa separata e alternativa alla fatica debito verso il dono che ci è stato fatto: la vita, il coniuge,
quotidiana, mentre la festa genera prossimità all’altro. Il i figli, la salute, il lavoro, le nostre realizzazioni, le nostre
tempo libero fa riposare (o fa evadere) l’animale uomo cadute e riprese. Di più il senso della fatica feriale è quel-
per rimetterlo a produrre, mentre il tempo della festa lo di dire che l’uomo non è solo l’essere del bisogno, ma
dà senso al tempo feriale. L’estensione del tempo libero l’essere della relazione. Per questo, l’uomo e la donna,
non significa quindi subito un ritorno e un ricupero della ma soprattutto la famiglia, hanno bisogno di iscrivere nel
festa. E, tuttavia, abbiamo visto come la nuova organiz- loro stile il senso della festa, non solo pensandosi come
zazione del lavoro, con la diversa dislocazione tra tempo una società di bisogno, ma come la comunità dell’incon-
di produzione, tempo di formazione e tempo di riposo, tro con l’altro.
aprirà nuovi spazi per la responsabilità dei membri della Nello scambio con l’altro diventa possibile l’incontro con
famiglia, per ritrovare i momenti per celebrare la festa Dio che è il cuore della festa. “Tu donaci in cambio Te
nella comunità e favorire l’incontro nella società. La di- stesso”, termina in modo ardito la preghiera! L’uomo osa
latazione del tempo di riposo e del tempo libero non è chiedere in cambio di varcare la soglia per vedere il volto
subito il ricupero del tempo della festa: se prima questo di Dio, per entrare nella luce della sua comunione. Ciò
era affidato al calendario, oggi si apre uno spazio di scelta fa ritrovare a ciascuno il proprio volto, non solo il volto
più grande per vivere la festa, in particolare la domenica, di chi dà una mano, ma il volto della persona, il volto
6. dial gare 6
della promessa, il volto della pace e della gioia.
Per questo la mensa della domenica è diversa
da quella di ogni giorno: quella di ogni giorno
serve per sopravvivere, quella della domenica
per vivere la gioia e l’incontro. Solo in questo
modo si trova tempo per Dio, spazio per l’a-
scolto e la comunione, disponibilità per l’in-
contro e la carità.
Nella liturgia domenicale e nel suo culmine
che è l’Eucaristia del giorno del Signore, Dio ci
approva e ci accoglie. Siamo amati da lui nono-
stante le nostre differenze e le barriere che noi
costruiamo. La liturgia ci “rapisce” - dice il filo-
sofo Pieper - dal processo lavorativo e dai suoi
legami, e ci introduce nel regno della libertà
e dell’amore. Quei legami asservono l’uomo al
giogo della necessità, quelli istituiti dalla co-
munità eucaristica sono legami che ci fanno
uguali, anzi ci rendono fratelli. Essi ci tolgono
dal regime dell’uti (dell’utile) e ci immettono
nella circolazione benefica del frui (del com-
piacimento): l’altro diventa luogo d’incontro
e di gioia. Il tempo e il rito della domenica è
- soprattutto per la famiglia - il momento per
uno sguardo nuovo sulle relazioni familiari,
anzi per alimentarsi al dono del Pane di vita,
sorgente di energia per accogliersi, perdonar-
si, amarsi di nuovo, aprire il cuore alla carità
e alla missione. La celebrazione dell’Eucaristia
può essere tutto questo soltanto se si dispone
ad “accogliere in cambio” nientemeno che Dio
stesso. Il Dio che non può essere oggetto di
scambio, nella condiscendenza del suo Figlio,
morto e risorto, si dà in cambio, sta in mezzo
a noi come uno che serve, perché ciascuno ri-
trovi il proprio posto. La domenica il Signore
“ridistribuisce” i posti alla sua mensa scompa-
ginando le nostre distanze umane; nel Giorno
del Signore la famiglia ridisegna i suoi rapporti
e li rigenera nutrendoli al corpo dato e al san-
gue versato. Così anche alla mensa di casa la
famiglia potrà mangiare il pane dell’amicizia e
bere il vino della gioia.
La domenica (dies dominicus) diventa, allora,
figura della speranza cristiana, giorno del Si-
gnore Risorto. Il tempo della festa è il tempo
della gratuità, che dà senso al ritmo feriale. La
domenica non è un giorno accanto agli altri,
ma il senso dei giorni dell’uomo, è il “signore”
dei giorni, l’attesa del tempo escatologico. E da
qui si irradiano anche tutte le altre feste che
costellano l’anno liturgico e civile e che decli-
nano il tempo come un tempo dell’uomo, con
le sue stagioni, non solo della natura, ma an-
che della vita.
7.
8. Nell’incontro con don Michele Falabretti una riflessione sull’abitare l’Oratorio
Una casa in cui ri-conoscersi
D on Michele Falabretti, direttore dell’UPEE (Ufficio
Pastorale Età Evolutiva) della Diocesi di Bergamo, ha
accolto l’invito per un incontro serale nella nostra Setti-
mana dell’Oratorio intitolata Una casa da abitare.
Con parole calme e un entusiasmo sincero, ha introdotto
il senso del verbo “abitare” a partire dalla possibilità di
“non passare frettolosamente”.
Nella quotidianità ci accorgiamo di quanto facilmente si
vivano gli impegni senza momenti in cui ciascuno si pos-
sa fermare, nella corsa al rispettare gli orari dell’agenda,
della campanella scolastica, dei mezzi pubblici o dell’in-
gresso nei luoghi di lavoro.
Si fa per questo fatica a rallentare, o forse si preferisce
inconsapevolmente non farlo. Serve certo coraggio per
trovare uno spazio per noi stessi: quei momenti in cui Ecco così la necessità, a partire dai più piccoli, di spe-
ci si mette completamente in discussione, rileggendo rimentare l’opportunità di incontrarsi e ritrovarsi in un
lentamente quella vita che invece sembra sempre tra- luogo, come appunto l’Oratorio, in cui si sentano a casa.
volgerci.
Mai da soli, ma con adulti che diano loro
“Stare dentro” l’Oratorio diviene il tempo limpide testimonianze sul fatto che la vita
per confrontarsi sullo stile con cui si indos- non tradisce e che ha un senso. E soprat-
sano le proprie esperienze quotidiane. tutto che ci sia la possibilità di trovare del
Per gli adulti, o chi può attingere preziosamente al pro-
tempo da spendere nell’ascolto e nella
prio passato, è l’occasione per un confronto con, e per, i condivisione.
più giovani.
Consapevoli che nell’“oggi” questo scambio possa risul- Nel pensare alla nascita di ciascuno, il primo forte sforzo
tare più difficile, quando, per esempio, si trova qualcuno inspiratorio viene a volte accompagnato da un pianto,
che dica con consapevolezza che “non ci sono più i gio- nella fatica del passaggio dal caldo ventre materno al
vani di una volta”. mondo.
Le persone, in passato, si ritrovavano più facilmente a Ma le lacrime e la paura riescono ad attenuarsi immedia-
parlare la stessa lingua, permeata dal rispetto di ordini a tamente, quando qualcuno ci prende fra le sue braccia.
cui non si poneva critica per un forte senso dell’autorità. Quando, specialmente la mamma, ci fa intuire che per
Come se gli adulti ponessero delle regole e i giovani non tutta la nostra esistenza qualcuno si prenderà cura di noi.
potessero opporsi, in cui ci si poteva porre il dubbio sulle
L’esperienza della gratuità dei grandi, può così essere ri-
reali convinzioni di ciascuno.
assaporata dentro l’Oratorio in un abbraccio fatto dalla
Oggi, a partire da un cambiamento culturale, ci ritrovia-
cura del bar, dell’animazione, delle pulizie o di qualsiasi
mo nella società del Talk show in cui tutti non solo posso-
altra attività che dica a gran voce che ogni persona che
no, ma hanno il diritto di dire la propria opinione.
Questa libertà nasconde però l’insidia che tra tutte le viene posta al nostro fianco è segno del Suo prendersi
differenti proposte, risulti difficile per ciascuno arrivare cura di noi.
alla verità. I bambini hanno la possibilità di vedere la presenza di chi
Nella confusione delle lingue fra giovani e meno giovani, si spende non solo per sé e i propri impegni, convinti che
dire loro quello che conta o quello che potrebbero fare Lui ci voglia bene.
alla ricerca del Bene evidentemente non basta, immersi Un giorno, divenuti adolescenti, potranno così assapora-
tra innumerevoli proposte e motivazioni che si incontra- re la trasformazione dall’essere oggetto di questa cura,
no nel quotidiano. al poter essere loro stessi una ricchezza per tutti.
9. Sperimentando per esempio il CRE estivo, riescono a sentire
che quella promessa li può davvero coinvolgere fino in fon- Abitare è un verbo che
do. Che il prendersi delle responsabilità possa cambiare la usiamo di solito per indicare un luogo nel
vita. «Dopo l’estate in Oratorio, la cosa più bella è che quan- quale non solo passiamo, ma ci fermiamo;
do sono in paese i bambini mi salutano!», dicono. un luogo che diventa quasi un vestito,
un abito, che dice qualcosa di noi…
Ecco la meraviglia di essere nel mondo non Possiamo dire di abitare l’Oratorio così?
per caso, ma chiamati per nome. Possiamo dire che questo luogo parla di noi,
della nostra comunità?
Riconosciuti dai piccoli che raccontano le avventure del
Centro Estivo, ma che hanno scritto nel cuore il legame con Ecco spiegato il titolo di questa Settimana,
gli animatori con qualche anno in più. che vorrebbe essere un’occasione per
Il cammino personale di ogni adolescente si intreccia così riappropriarci di un sogno, di un progetto,
con le scelte di tutte le persone che vivono l’Oratorio come
che leghi l’impegno delle tante persone
una grande casa. Lo stare nel cortile, abitandolo attraverso
la complessità della persona intera, con la spiritualità vissu- che già lavorano dentro l’Oratorio
ta anche attraverso il corpo e le azioni di ogni giorno. e ne conquisti di nuove.
Vorrebbe essere un tempo speciale di
“Uno spazio buono, è uno spazio “prova” in cui i nostri ragazzi e adolescenti
in cui il bambino si riconosce”. (D. Winnicott)
possano sentire la bellezza di qualcuno
Sara Marchetti che pensa a loro, e per tutti invece la
possibilità di sentirci un po’ più a casa
e di casa all’Oratorio.
Certo, un conto è abitare da soli,
e un altro abitare insieme…
E un conto è condividere degli spazi
e un conto è condividere un “sogno”,
direbbe san Giovanni Bosco.
La Settimana dell’Oratorio si intreccia
sempre ogni anno anche con la Giornata
per la Vita, che già da 34 anni i vescovi
italiani pongono all’attenzione delle
nostre comunità cristiane.
Il titolo di quest’anno “Giovani aperti alla vita”
sottolinea la necessità di unire la difesa
della vita all’impegno educativo,
perché testimonianze generose di adulti
aiutino i nostri ragazzi a non chiudersi su di sé
e a fidarsi della vita come dono di Dio.
Il fatto poi che quest’anno
ci stiamo preparando ad accogliere
don Andrea che diventerà sacerdote,
è un motivo in più a pensare l’Oratorio
come il luogo decisivo in cui aprirsi alla vita
e trovare il coraggio di “spenderla”.
don Diego
10. 31 gennaio - San Giovanni Bosco
“Oratorio, una casa da abitare... Una casa dove
abitano sogni, condivisione e allegria.”
O gnuno di noi ha una casa. La casa
è l’ambiente dove cresciamo, dove
impariamo, dove stiamo bene. Quando
qualcuno viene a casa nostra, con or-
goglio diciamo: «Questa è casa mia!».
Durante l’omelia, Giovanni Bosco ci
ha invitati ad entrare nella casa dove
è cresciuto da bambino, per scoprire
qualcosa in più di lui: «La mia casa era
molto povera e i miei genitori, France-
sco e Margherita, erano semplici con-
tadini, eppure dietro queste mura sono
nati grandi sogni. Nella mia cameretta,
quando avevo appena nove anni, ho
fatto un sogno che mi è rimasto im-
presso tutta la vita: “Ecco il tuo campo, ecco dove devi vizio, attenzione all’altro. D’inverno, per esempio, veniva
lavorare. Renditi umile, forte e robusto e ciò che vedi spesso a bussare alla nostra porta un mendicante; c’era
succedere a questi animali, tu dovrai farlo per i miei fi- neve e chiedeva di dormire nel fienile. La mamma, prima
gli”. Un sogno molto strano, che piano piano ha preso di lasciarlo salire, gli dava un piatto di brodo caldo e gli
tutta la mia vita. L’ambiente più familiare della mia casa avvolgeva i piedi, ridotti male, con pezzi di panno, per-
era la cucina. In essa poche cose ma molta condivisione. ché non aveva un paio di zoccoli da regalargli. Lì, intorno
Dalla mia mamma Margherita ho imparato che, nono- a quella tavola, ho desiderato per me e per i miei giova-
stante la povertà, c’è sempre spazio per l’accoglienza. Ho ni, la bellezza dello spezzare insieme il pane. Intorno a
imparato il segreto della carità, fatta di generosità, ser- quella tavola ho imparato cos’è la fraternità, e così, più
tardi, ho deciso di fare delle
mie scuole e dei miei oratori
una casa, un luogo dove ogni
ragazzo potesse sentirsi a suo
agio come nella propria cuci-
na, in un luogo familiare.
Fin da piccolo mi sono di-
vertito a fare il giocoliere, il
saltimbanco, il prestigiatore,
per far felici i miei molti ami-
ci, e soprattutto per renderli
amici di Gesù. Diventato pre-
te, ho speso tutta la mia vita
perché ogni giovane potesse
essere felice sapendo di esse-
re amato da Dio. Per ciascu-
no sono stato padre, maestro
e amico. Per i miei ragazzi
ho fondato l’oratorio dove in
grandi cortili si salta, si gioca,
si corre, si vive in allegria».
11.
12. Nella Settimana, colazione tutti insieme!
A bitare l’oratorio.
È quello che ci è stato chiesto durante la Settimana
dell’Oratorio. È bello vivere l’oratorio da adolescente: ci
si sente coccolati dai più grandi mentre si inizia a impara-
re a dare attenzioni ai più piccoli. È stata una settimana
volta all’attenzione di ognuno di noi, a partire dalle cola-
zioni che i nostri educatori ci hanno fatto trovare alla fer-
mata del pullman. Basta poco per sentirsi accuditi, anche
un semplice bicchiere di tè e una brioche sono sufficien-
ti. Per abitare una casa non basta viverci, accendere le
luci, stare un’eternità sotto la doccia calda… per abitare
una casa c’è bisogno di condividere con altre persone la
propria vita, le esperienze e mettersi in gioco per vive-
re in un’unica comunità. L’oratorio è la casa di tutti noi.
Ognuno di noi, quando entra, porta un pezzetto della sua
vita e la condivide con gli altri. Il venerdì delle colazioni,
la mia sveglia è suonata prima perché volevo iniziare la
mia giornata con i miei edu e, ovviamente, mangiando
una brioche che è sempre buona! È stato un modo di
vivere una parte della mia quotidianità con persone che
non vedo tutti i giorni ma che so che ci sono. Arrivare
alla fermata del pullman e vedere tanti volti infreddoliti
e sorridenti pronti a darmi il buongiorno per iniziare al
meglio la giornata è stato bellissimo.
Un po’ come succede a casa.
Ilaria Posa
Educatori impavidi: mercoledì 1° febbraio,
alla fermata del pullman sotto la chiesa,
sfidando un’autentica bufera di neve,
gli educatori hanno portato la colazione
agli adolescenti che partivano
per andare a scuola.
Per gli studenti più piccoli,
l’oratorio ha aperto la propria casa
martedì 31 gennaio e
giovedì 2 febbraio, alle 7.30.
Preghiera, colazione e… via a scuola,
accompagnati dai volontari
della Protezione Civile.
13. Scuola dell’Infanzia e Oratorio… due seconde case!
I bambini della Scuola dell’Infanzia ascoltano don Diego raccontare la storia del piccolo Giovanni Bosco.
L a Settimana dell’Oratorio non ha mancato di riserva-
re sorprese per ogni fascia d’età e anche alla Scuo-
la dell’Infanzia don Diego è venuto per raccontare una
loro piccoli e quanto ci fa piacere sentircelo dire... con-
siderato che quella della casa è una tematica molto cara
al mondo infantile, tanto da essere uno degli elementi
storia speciale che noi già conosciamo, ma che i bam- maggiormente presenti, sin da piccolissimi, nei loro di-
bini hanno ascoltato con curiosità e attenzione; quella segni.
del piccolo Giovanni Bosco, focalizzando in particolare Per ogni bambino, infatti, la casa costituisce un enorme
la narrazione sul sogno che gli cambiò la vita, gli inse- vissuto emotivo, che lo rappresenta nel suo mondo inte-
gnamenti della mamma Margherita e alla sua più bella riore, nel suo ruolo in rapporto alla famiglia e al mondo
“creazione”: l’Oratorio. E questa sua bella eredità ci pia- circostante e nel suo modo di prepararsi per affrontare il
ce così tanto da aver brindato con tè e biscotti proprio in futuro. Ognuno di noi ha la sua casa e essa ci rappresen-
suo onore... ta come poco altro.
Vogliamo pertanto condividere con voi delle riflessioni Per noi adulti lo è allo stesso modo: essere a casa, tor-
che questa occasione ci ha permesso di fare. Sono po- nare a casa, sentirsi a casa, sono tutte espressioni che
che e senza pretese e cominciano proprio dalla lettura indicano quanto essa rappresenti un profondo senso di
della locandina di presentazione delle attività di questa agio personale e di benessere con sé e l’esterno.
speciale settimana. L’Oratorio e la Scuola dell’Infanzia, sotto questa luce,
“L’oratorio, una casa da abitare”… Dando una prima ci sembrano ancora più vicini e simili di quanto si pos-
veloce scorsa al tema della festa, non abbiamo potuto sa percepire solo superficialmente: si tratta, infatti, di
che sorridere piacevolmente... quante volte le mamme due luoghi di accoglienza, di cura, di accompagnamen-
dicono che la Scuola dell’Infanzia è la seconda casa dei to nella crescita che consentono l’incontro e l’ascolto
14. tra coloro che li frequentano. Due luoghi
in cui si realizza un’educazione che ricono-
sce, trasmette e condivide valori e principi
importanti per i nostri bambini e ragazzi.
Due luoghi di accompagnamento della co-
munità per le famiglie che scelgono di con-
tinuare ad assumersi gli impegni presi nel
giorno del Battesimo dei loro bambini.
Insieme, essi sono espressione delle cure
della comunità educante del nostro pae-
se per le nuove generazioni; una comuni-
tà che si impegna a essere, immaginare e
creare uno spazio educativo, segno di pas-
sione e di amore per i suoi piccoli, fatto di
esperienze ed emozioni che “tirano fuori”
il bello che c’è in loro, contribuendo al loro
sviluppo. Sia nella Scuola che nell’Oratorio
si incrociano, infatti, la pedagogia del Van-
gelo con la pedagogia della “buona cittadi-
nanza”, unione di intenti di cui don Bosco
fu uno dei primi sostenitori “onesti cittadi-
ni e buoni cristiani”.
Soprattutto, vediamo più chiaramente
l’Oratorio e la Scuola dell’Infanzia uniti in
un unico sforzo per portare avanti la sfida
educativa di oggi insieme alle famiglie e ai
vari soggetti educanti.
I soggetti, le esperienze, i progetti cambia-
no, il ruolo dell’educatore in gioco cambia,
ma l’attenzione, la dedizione, l’amore sui
bambini e i ragazzi no: sia l’oratorio, sia
la scuola con i loro grandi cortili, dove si
vive insieme in allegria, costruiscono una
grande famiglia che aiuta a crescere nella
vita e nella fede ogni ragazzo e ogni bam-
bino, che in questi luoghi può sentirsi bene
come a casa, nella propria famiglia.
Allora i sogni, da quelli più piccoli a quelli
più importanti - come quello di Giovannino
- possono trovare terreno fertile per cre-
scere sempre di più.
Oggi, come ai tempi di Valdocco, valgono
gli ingredienti di questa “ricetta” a cui non
può mancare l’impronta cristiana, senza la
quale la nostra Scuola e il nostro Oratorio
non avrebbero senso di esistere, perché
come diceva don Bosco «l’educazione è
cosa del cuore» e nulla, come il Vangelo
e le buone testimonianze, ne insegnano
l’arte.
Vi salutiamo con un brindisi a tutti coloro
che si impegnano, come don Bosco, a so-
stenere e aiutare i nostri ragazzi, cammi-
nando insieme a loro… cin cin!
Il momento del brindisi finale Le insegnanti
15. La Corrida 2012
“Scherzi da prete”
Dietro le quinte
rza media
te I magnifi ci 3 presentatori:
Lela, Desi e Luca
Don Dante legge su
Vanity Prete il test
“Che prete sei?” N ella serata di sabato 4 Febbraio si è
conclusa ufficialmente presso il cine-
teatro San Carlo la Settimana dell’Oratorio
con la messa in scena, come ogni anno,
dell’immancabile Corrida. I ragazzi delle
varie fasce d’età (a partire dalla terza me-
Sarà un prete fi
losofo?
dia fino ad arrivare a noi “vecchi” di quinta
superiore) hanno presentato una scenetta
a testa, basandosi sul tema comune dei sa-
cerdoti, proposto dallo stesso don Diego:
non per niente lo spettacolo, coordinato
e presentato dai ragazzi di terza e quarta
superiore, si intitolava “Scherzi da prete”.
Uno alla volta, ogni gruppo ha esposto la
propria visione della classe clericale, imi-
tando comportamenti più o meno veri-
…un prete aggressivo tieri dei nostri preti, inscenando funzioni
sacre (ricercando ovviamente la verosimi-
glianza con la realtà) e riprendendo passo
a passo il percorso compiuto dal nostro
parroco per giungere alla nostra parroc-
…un prete standard
Juan Carlos e Chiara
…o un prete moderno? prima di diventare giudici infl
essibili
16. chia; da ricordare anche gli intermezzi comici
seconda e terza e giocosi, ben gestiti dai tre fantastici condut-
tori Emanuela, Desirée e Luca. Al termine dello
superiore spettacolo e delle premiazioni, che hanno vi-
sto trionfare i neo-giunti di terza media, gra-
zie all’approvazione del gruppo della Rosa Blu,
giuria incontestabile di questo evento, ognuno
ha fatto ritorno a casa propria, rallegrato dal-
la comicità dello spettacolo. Proprio tutti? Un
gruppo di circa trenta coraggiosi ragazzi, non
contenti delle fatiche sopportate nel preparare
e mettere in scena la Corrida, si è fermato in
Oratorio per condividere non solo la serata, ma
l’intera nottata con i propri compagni. Dopo
aver fatto tardi con giochi vari quali calcio ba-
lilla, carte e ping pong (con annesso cedimen-
Una setti
mana da prete to del tavolo da gioco), don Diego ci ha guidati
per Luca… nella preghiera con una riflessione riguardo
alla vita in comunità (e in Oratorio in particola-
re) e all’importanza di agire per il bene di tutti,
tra corsi fi
danzati,
riassumendo il tutto nella massima: “l’Oratorio
è un luogo dove si impara il bene, facendolo”.
Al termine della preghiera, gli educatori han-
no mandato tutti a letto... pardon, nei sacchi
a pelo, spegnendo tutte le luci e obbligandoci
a stare buoni fino al mattino successivo, cosa
accaduta puntualmente. No, dai, a chi voglio
darla a bere? Se c’è una cosa che non si è senti-
ta (almeno fino alle 7 del mattino) è stato pro-
partite in oratorio
prio il silenzio, interrotto dai nostri schiamazzi
e dalle nostre chiacchierate. La nostra voglia di
fare, di agire non poteva essere soppressa così
facilmente, nonostante le lamentele di coloro
e confessioni
(pochi) che volevano dormire e le “dimostra-
zioni di forza” dei nostri educatori (degna di
menzione è l’eccellente performance di Bom-
ba nei panni di cecchino, temuto da tutti, vicini
o lontani che fossero). Finalmente, ecco che
prima
superiore
La Rosa Blu, giudice della serata,
dichiara vincitore il gruppo di Terza Media!
Don Diego dal Vescovo!
17. al sorgere dell’alba tutti quanti cedemmo a
una forza per noi insormontabile, soprattutto quarta e quinta
dopo una notte bianca: il sonno e la stanchez-
za accumulata nelle ore precedenti. Dopo 50
minuti scarsi di sonno, ecco la sveglia ufficiale,
superiore
stabilita al momento da alcuni mattacchioni
(fin troppo arzilli per rimanere quieti per più
di un’ora) che avevano cominciato a giocare
al calcio balilla. Immaginate la gioia degli as-
sonnati nel venir svegliati dal dolce suono del-
la pallina che rimbalzava sulla dura superficie
del campo! Dopo aver preparato le borse e
aver apparecchiato per la colazione, abbiamo
consumato il primo pasto in compagnia, tra
latte, tè e dolci vari serviti dai nostri amore-
voli educatori. Infine, atteso con impazienza Don Matteo e il suo diacono!
questo momento (certo, come no!), ci siamo
incamminati verso la chiesa per terminare un matrimonio e un
quella breve ma comunque intensa esperien-
za. In sintesi, un’esperienza unica, (superata funerale
soltanto dai campi estivi o invernali che sia-
no) e da vivere senza esitazioni, nonostante
la notte trascorsa quasi insonne, ben descritta
ial
nella prima lettura della Messa domenicale:
Spec :
“La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi t
fino all’alba”. Libro di Giobbe 7, 4 gues
Gabriele Gambirasio I fedeli…
iere
il Barb iglia
di Siv
... momenti
Mario Bros
Immancabile Super di euforia
e l’arrivo di don diego a villa D’ADDA
Don Renato dal Vescovo! L’arrivo a Villa d’Adda, in bici???
La voce dell’addio di don Diego
si sparge a Valbondione
18. 5 febbraio 2012: Giornata per la Vita
Foto di gruppo per i bambini nati nell’anno 2011 che con le loro famiglie hanno partecipato alla Messa delle 10.30
Il messaggio dei vescovi In questi anni non solo gli indici demografici, ma anche
per la 34a Giornata nazionale per la Vita ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte
di tanti ragazzi, hanno angustiato l’animo di quanti prova-
no rispetto e ammirazione per il dono dell’esistenza.
“Giovani aperti alla vita”
Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa dei
La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude quali questo dono è vilipeso, avvilito, caricato di fardelli
alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono spesso duri da sopportare. Educare i giovani alla vita si-
- a volte misterioso e delicato - e da chi si dispone a esser- gnifica offrire esempi, testimonianze e cultura che diano
ne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. Del sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si
resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come “servo” accende appena trovano adulti disposti a condividerlo.
(cfr Lc 22,27), secondo la profezia dell’Antico Testamento.
Chi vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo. Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti
del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo,
Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compier- il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del diver-
ne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una timento fine a se stesso.
sfida oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e
dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si fini- I giovani di oggi sono spesso in balia di strumenti - creati e
sce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla de- manovrati da adulti e fonte di lauti guadagni - che tendono
riva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di a soffocare l’impegno nella realtà e la dedizione all’esisten-
chi fa più fatica. L’aborto e l’eutanasia sono le conseguen- za. Eppure quegli stessi strumenti possono essere usati
ze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la proficuamente per testimoniare una cultura della vita.
vita, finisce per farli apparire come il male minore: in re-
altà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e so-
compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è ciale, non aspettano altro che un adulto carico di simpa-
debole e indifeso. tia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e
19. senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante entra più in gioco il valore della persona. Ci sono curve
avventura della vita. della storia che incutono in tutti, ma soprattutto nei più
giovani, un senso di inquietudine e di smarrimento. Chi
È una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui ama la vita non nega le difficoltà: si impegna, piuttosto,
oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per questo, a educare i giovani a scoprire che cosa rende più aperti
la rilancia a tutti - adulti, istituzioni e corpi sociali -, perché al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui
chi ama la vita avverta la propria responsabilità verso il fu- tutti anelano, magari a tentoni. Nasce così un atteggia-
turo. Molte e ammirevoli sono le iniziative in difesa della mento di servizio e di dedizione alla vita degli altri che
vita, promosse da singoli, associazioni e movimenti. È un non può non commuovere e stimolare anche gli adulti.
servizio spesso silenzioso e discreto, che però può otte-
nere risultati prodigiosi. È un esempio dell’Italia migliore, La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono del-
pronta ad aiutare chiunque versi in difficoltà. la vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo
misterioso di Dio.
Gli anni recenti, segnati dalla crisi economica, hanno evi-
denziato come sia illusoria e fragile l’idea di un progresso Roma, 4 novembre 2011
illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui Memoria di San Carlo Borromeo
L’Oratorio è il luogo
dove si insegna
il bene della vita,
facendolo
20. dial gare 20
Michael Agazzi: dietro il campione
E ccoci finalmente a inaugurare questa nuova rubrica
che cerca, attraverso una chiacchierata con un perso-
naggio sportivo e “famoso” del nostro paese, di mettere
in luce la vita e i segreti del campione, ma anche il suo
lato umano. Iniziamo con il personaggio forse più cono-
sciuto grazie allo sport più seguito in Italia, il calcio.
Nome: Michael Agazzi
Età: 27 anni
Ruolo: portiere di calcio
Dove ha avuto inizio la tua carriera? Hai sempre fatto
il portiere?
Sin da piccolo amavo buttarmi, quindi, da quando ho
iniziato a giocare mi hanno subito messo in porta. Ho
esordito e giocato per 5 anni nel Carvico e poi, a 10 anni,
Angelo Gamba ha portato me e Matteo Moranda a fare
dei provini al campo militare a Bergamo. Dopo 3 provi-
ni sono entrato a far parte degli esordienti dell’Atalanta.
Per 2 anni mi sono allenato al campo militare e il martedì Nel 2006-2007 sono andato in prestito al Sassuolo, in se-
andavo a Zingonia con Bonifaccio, mentre poi per 8 anni rie C1, dove ho giocato 20 partite e dove per poco non
mi sono allenato con il preparatore dei portieri Massimo andiamo in serie B (persa la finale play-off), mentre l’an-
Biffi. no dopo vado al Foggia: con i pugliesi gioco 25 partite e
pure qui perdiamo le semifinali play-off con la Cremo-
Cosa vuol dire far parte dell’Atalanta durante l’adole- nese.
scenza? Nella stagione 2008-2009 ritorno alla Triestina, nella
Durante l’adolescenza uscivo di casa alle 6 di mattina e quale gioco tutte le 42 partite di campionato da titolare.
rientravo alle 19.30, tutti i giorni. Nel 2009 vengo acquistato dal Cagliari che mi lascia a
Prima la scuola, poi pranzo alla “Casa del giovane”, tra- Trieste fino a quando, nell’ultimo giorno della sessione
sferimento a Zingonia, allenamento e poi il rientro a di mercato 2009-2010, riscatta completamente il mio
casa. Una volta arrivato in “Primavera” ero pure il terzo cartellino.
portiere della prima squadra e quindi avevo allenamen-
ti tutti i giorni. E naturalmente nei week-end c’erano le L’anno più bello?
varie partite. L’anno a Sassuolo è stato il migliore, quello che mi ha
fatto crescere maggiormente sia dal punto di vista pro-
Prime esperienze fuori casa? fessionale, perché ho giocato di più e con continuità, sia
Nel 2003 sono andato un anno in C2 nel Sud Tirol. Come dal lato umano.
prima esperienza fuori casa è stata veramente dramma- Ricordo con molto affetto il mio amico Prospero, un si-
tica: io non sapevo fare nulla, ma Marco Fabbris - mio gnore del posto che faceva il barista e che mi ha accolto
compagno di squadra e di casa - mi ha insegnato a fare come fossi suo figlio.
un po’ tutto quello che serve in casa, e lui era diventa-
to la mia seconda famiglia. Durante quella stagione ho Altre persone di cui ci vuoi parlare?
giocato pochissimo (2 partite), ma a fine anno ho pianto Ho pochi amici nel mondo del calcio, ma uno di questi è
perché avevo trovato veramente un gruppo stupendo. sicuramente Generoso Rossi.
Era il primo portiere della Triestina nei primi due anni in
Quindi non sei rimasto nel Sud Tirol? cui ci ho giocato ed è grazie a lui che ho esordito in serie
Al termine della stagione sono tornato all’Atalanta, per B e sono riuscito a disputare 5 partite.
essere nuovamente mandato in prestito.
Questa volta vado alla Triestina, in serie B, dove non Com’è andato il tuo trasferimento dalla Triestina al Ca-
colleziono nessuna presenza. Nella stagione successiva gliari?
vengo acquistato definitivamente dagli “Alabardati” di Quella sera ero a cena con il mio procuratore e mi chiama
Trieste e gioco cinque gare, subendo sette reti. Dei (il secondo portiere della Triestina) dicendomi che la
21. 21 Gennaio/Febbraio 2012
società stava cercando un portiere. partite successive ho pagato questo
A quel punto sento mister Somma atteggiamento e mi è servito. A mie
il quale mi conferma l’acquisto di spese ho capito che in ogni partita
Calderoni e lì ho capito che, vista la devi far bene, non devi sentirti “ar-
situazione di Marchetti, il Cagliari rivato” altrimenti la prendi sotto
mi aveva cercato. Confesso che ero gamba e la paghi.
indeciso, ma la squadra mi convince Io gioco perché mi diverto, perché
e vado in Sardegna. do emozioni alla mia famiglia e non
Prima di lasciare la squadra, chiedo perché la gente mi conosce.
se sanno contro chi gioca il Caglia- Per riprendermi da quel momento è
ri quella domenica e la risposta mi stato decisivo il rigore parato contro
ha lasciato basito: «Contro l’Inter! A il Bari nella terza di ritorno, anche
San Siro!». perché ho parato anche la ribattuta
In quel momento ho capito che e questo dopo aver fatto un prece-
quella domenica si sarebbe realizza- dente errore sul goal di Okaka.
to uno dei miei sogni: giocare in quello stadio dove da
piccolo andavo con il papà e il nonno. Altri sogni nel cassetto?
Sogno la Nazionale, ma soprattutto non voglio avere il
Che brividi entrare a San Siro… dubbio di non avere dato il massimo.
Emozioni forti sì! Sia per me che per le persone che mi Ho tanti obiettivi, ma come mi hanno insegnato i miei
vogliono bene. Però a dire la verità le emozioni più forti genitori, per i quali nutro un grande rispetto, ne affronto
le ho provate l’ultima di campionato quando in casa del uno alla volta.
Milan campione d’Italia e davanti a 80 mila persone sa-
pevo che i miei genitori erano lì per vedermi. E un altro sogno?
Al momento dell’entrata in campo ho pensato a loro: il Beh, ovviamente, sogno di giocare nell’A.S.D. Oratorio
mio calcio è questo, è proprio per questi momenti che San Carlo.
gioco a calcio!
Ringraziamo veramente di cuore Michael per la dispo-
Ogni domenica una grande emozione. Sei in serie A, nibilità, l’amicizia e l’attenzione che ha nei confronti del-
quella che sognano tutti i giocatori… la nostra società sportiva e vi diamo un’anteprima sulla
Quando sei giovane uno stadio vale l’altro. C’è stato un prossima intervista: lo sport è il tiro al piattello!
momento del campionato in cui, a livello mentale, non Davide Chiari
provavo più emozioni, mi sentivo fortissimo e nelle tre e la dirigenza dell’A.S.D. Oratorio San Carlo
22. dial gare 22
I mestér
di noscc vecc
L ’anno scorso abbiamo trattato la
toponomastica di Villa d’Adda,
quest’anno vorremmo parlare dei
vari “mestieri” che i nostri “vecchi”
praticavano.
Prenderemo lo spunto da ciò che
un gruppo di parrocchiani di Fiume-
nero non solo ha detto o scritto ma
ha pure rappresentato nel presepe
vivente, visitato da alcuni di noi su
invito di don Diego.
Attingeremo anche a ciò che ha
scritto Pino Capellini (giornalista de
L’Eco di Bergamo dal 1959 e mio
compagno di liceo) sull’Enciclopedia
Bergamasca Illustrata Rebelòt.
Prima di entrare nei dettagli delle
varie professioni, sottoponiamo alla Francesco Chiappa al suo desco da ciabattino (da Villa d’Adda, il fiume-il confine)
vostra attenzione un piccolo voca-
bolarietto delle voci dialettali in vil-
ladaddese dei vari mestieri.
Ol resciulì = il selciatore (A chi ha un mestiere in mano non
Ol mulèta = l’arrotino Ol sotramòrt = il becchino mancherà mai un tozzo di pane)
Ol drughér = il droghiere Ol scarpulì = il calzolaio - Ü mestér per vèss bé imparàt,
L’umbrélér = l’ombrellaio Ol müradùr = il muratore al va rubàt.
L’ustér = l’oste Ol bòcia = l’apprendista (Un mestiere per essere ben ap-
Ol strascér = lo straccivendolo Ol magüt = l’aiutante del muratore preso va rubato, cioè seguito con
L’urés = l’orefice Ol purtinér = il portinaio grande impegno)
Ol magnà = lo stagnino Ol marmurì = il marmista - Fa l’ustér e circà sö,
Ol frér = il fabbro Ol barbér = il barbiere i è mestèr che se desmèt pió.
Ol sbianchì = l’imbianchino La laandéra = la lavandaia (Fare l’oste e chiedere la carità
Ol marengù = il falegname La filandéra = la filandaia sono mestieri che non si smettono
La cumar = l’ostetrica Ol mülinér = il mugnaio più)
Ol masciàder = il merciaio Ol pastùr = il pastore
L’aucàt = l’avvocato Ol caretér = il carrettiere Il proverbio è un modo di dire sem-
Ol sensér = il sensale Ol sertùr = il sarto plice, sintetico, spesso arguto, che
Ol dutùr = il medico Ol spazzacamì = lo spazzacamino tramanda la saggezza e l’esperienza
Ol marusér = il mediatore Ol campér = il custode dei campi e dei nostri vecchi sul modo di conce-
Ol spiziér = il farmacista dei boschi pire la vita. Inoltre è l’espressione
Ol fatùr = il fattore Ol stremascì = il materassaio della nostra cultura ancor più perché
Ol nudér = il notaio in dialetto. E, lo si voglia o no, le pa-
Ol masér = il massaio Ci auguriamo che questa paginetta role in dialetto sono le nostre radici
Ol furnér = il fornaio di dialogare sia per noi bergamaschi e danno colore, forza ed espressività
La maséra = la massaia uno strumento interessante per mi- alla nostra parlata.
Ol bechér = il macellaio gliorare la conoscenza della nostra Purtroppo diventa sempre più sbia-
Ol paisà = il contadino identità e per i non villadaddesi, che dito e rischia di scomparire; bisogna
Ol frütaröl = il fruttivendolo tuttavia si sono integrati nel nostro “voler bene” al dialetto, perché vuol
Ol mecànech = il meccanico contesto sociale, sia una occasione dire voler bene a quella gente, a
Ol pularöl = il pollivendolo per arricchire la loro conoscenza quelle persone che prima di noi han-
Ol trumbér = l’idraulico della terra che li ospita e dei suoi no vissuto, sofferto, amato, sempre
Ol pessér = il pescivendolo abitanti. fortemente convinte, per fede, che
Ol tulér = il lattoniere Ecco anche alcuni proverbi che ri- la vita è un gran bel dono!
Ol vedriér = il vetraio guardano i mestieri:
Ol bergamì = il mandriano - A chi g’ha ü mestér in ma,
Ol stradì = lo stradino mancherà mai ü tocch de pa. Giovanni Nervi
23. 23 Gennaio/Febbraio 2012
Settimana dall’11 al 18 marzo
Con il Libro dei Salmi
casa di incontro animatore
Colombelli Luigina
Via San Carlo, 10
Fiorangela Bolognini Lunedì ore 14,30
Carrara Ardelia Assunta Pirovano e
Via Caderico Marilena Regazzoni Lunedì ore 20,30
Mazzoleni Sala Giuseppina
Via Marconi, 11
Marilena Clapis Lunedì ore 20,30
Bellese Oscar e Maria Rosa
Via Cadernoldo
Anna Luppi Martedì ore 14,30
Previtali Elisa
centri d’ascolto della parola
Via Fossa, 5
suor Elsa Martedì ore 14,30
Biffi Elisa
Via Chioso, 2
Vanna Colombo Martedì ore 14,30
Milani Adriano e Carla
Via Ludrini, 36
Marilena Regazzoni Martedì ore 20,30
Laini Palmina
Via Parscera
suor Giovanna Mercoledì ore 14,30
Sala Aldo e Donata
Via Mazzo, 2
Luciana Bettinelli Mercoledì ore 15,30
Milani Pietro e Franca
Via Cuna, 2
Anna Luppi Giovedì ore 14,30
Longhi Gilda
Via del Borgo, 12
Luciana Bettinelli Giovedì ore 14,30
Medaglia Cecilia
Piazzetta Villa Bassa
Adalgisa Locatelli Giovedì ore 20,30
Istituto San Giuseppe suor Francisca Giovedì ore 20,30
Panzeri Dalida
Via Casenuove, 10
Marilena Clapis Giovedì ore 20,30
Anna Chiappa - Comi
Via Volpino, 20
don Gian Maria Venerdì ore 20,30
24. dial gare 24
Apostolato della Preghiera
La Scuola dell’infanzia “Tranquilla Frigerio”
Il Vescovo di Bergamo ha indicato per l’anno 2012 le ricorda la
intenzioni di preghiera legate alla vita della nostra dio-
cesi; pubblichiamo quelle dei primi tre mesi:
Gennaio: Per i sacerdoti, perché avvertano l’esigenza
CHIUSURA DELLE ISCRIZIONI
di una permanente conversione. per l’anno scolastico 2012-2013
Febbraio: Per le persone consacrate, perché siano te- in data 28 febbraio 2012
stimoni della meraviglia del Vangelo.
Per informazioni
Marzo: Per gli ammalati, perché la loro sofferenza chiamare il numero 035 79.20.14
non diventi disperazione.
Le altre intenzioni verranno pubblicate sul prossimo
dialogare. Tour in Puglia centrale e Salento
25 marzo 2012 incontro di formazione, dalle ore 15 dall’1 al 10 giugno
alle ore 18, presso i Preti del Sacro Cuore in via Gari-
Si sta organizzando un periodo di vacanza in Puglia:
baldi 10, in città, tenuto da don Giambattista Ferrari
il programma di massima è qui indicato. Coloro che
sul tema: “Il sacramento del matrimonio”; seguiranno
volessero iscriversi o avere maggiori informazioni e il
l’Adorazione e la Santa Messa.
programma dettagliato possono rivolgersi, entro il 27
febbraio, a:
Da Antananarivo (Madagascar) Ermanno Fantini tel. 035 78.46.08
le Piccole Serve del Sacro Cuore Eugenio Mora tel. 035 79.30.82
ringraziano Programma
Carissimi, 1º giorno: Partenza da Villa d’Adda alle ore 20
con grande gioia veniamo a voi in occasione del viaggio notturno
Natale. La vitalità di Dio ci è compagna dei giorni, è 2º giorno: pranzo in Hotel - pomeriggio libero
energia che sale, dilata dentro, mette gemme di luce, ci cena e pernottamento
offre le sue mani perché riposiamo e riprendiamo fiato 3º giorno: Ostuni - Alberobello
e coraggio. 4º giorno: Matera - Altamura
Così possiamo sperimentare la tenerezza di Dio e tra- 5º giorno: pensione completa in villaggio
smettere la gioia, l’amore e la libertà della luce del Na- 6º giorno: Lecce - Otranto
tale. Che il nuovo anno 2012 sia un tempo di grazia in 7º giorno: Cisternino - Locorotondo
cui possiamo sperimentare l’amicizia del Signore per vi- 8º giorno: pensione completa in villaggio
vere in serenità e pace la sua volontà, a volte misteriosa. 9º giorno: Castellana Grotte - Martina Franca
Mentre rinnoviamo gli auguri a voi tutti, ringraziamo 10º giorno: partenza per il rientro;
riconoscenti la vostra generosità a favore dei più pic- pranzo a San Benedetto del Tronto.
coli e vi salutiamo cordialmente. Arrivo in serata a Villa d’Adda
a villa d’adda...
In unità di ideali e di preghiera, con affetto fraterno,
Quota individuale € 755 - minimo 40 persone
La Comunità delle Piccole Serve
Quota individuale € 835 - minimo 30 persone
del Sacro Cuore di Antananarivo
Supplemento singola € 130
e i fratelli Malgasci - suor M. Agnès
25. 25 Gennaio/Febbraio 2012
Dai Bigacc de Ëla per “Telethon 2011” ORATORIO SAN CARLO - VILLA D’ADDA
Il gruppo podistico “Bigacc de Ëla” nel ringraziare chi ha contribuito con le
proprie offerte alla raccolta fondi pro “Telethon 2011”, organizzata dal Grup-
po nei giorni 14-18 dicembre scorso, comunica che è stata raccolta la somma
di € 962,00. Di questo importo, 495 Euro sono stati consegnati alla UILDM di
Lecco come fondi raccolti nella distribuzione dei panettoni e 467 Euro alla
UILDM di Bergamo in occasione della “Staffetta Telethon dell’Isola”.
Ringraziando ancora tutti, il Gruppo ricorda - per chi fosse interessato - che
tutte le domeniche organizza uscite per partecipare, previa prenotazione en-
tro sabato, a camminate non competitive dei calendari C.S.I. e F.I.A.S.P.
Prossimi appuntamenti
• 19 Febbraio: 35ª Marcia classica caluschese
km. 7-12-18-27 - Calusco d’Adda (Bg)
• 26 febbraio: 11ª Marcia della Croce Bianca
km. 7-12-16-21 - Boltiere (Bg)
Domenica 4 Marzo 2012 - ore 15
• 4 Marzo: 17ª Marcia per la vita
Ingresso intero € 6 - ridotto € 4
km. 7-12-15-21 - Medolago (Bg)
• 11 Marzo: 2ª Camminata tra Adda e Brembo ORATORIO SAN CARLO - VILLA D’ADDA
km. 8-14-21 - Canonica d’adda (Bg)
• 18 Marzo: 28ª So e gio per Sota ol Munt
km. 8-15-26 - Sotto il monte (Bg)
• 25 Marzo: 24ª Strabrembate
km. 8-15-21 - Brembate di sopra (Bg)
• 1 Aprile: 13ª Tra i Santuari di Cenate
km. 6-8-16-22-27 - Cenate Sotto (Bg)
• 15 Aprile: 2º Giro del Monte Canto
km. 6-10-18 - Carvico (Bg)
• 22 Aprile: 34ª Camminata a Monteveccia
km. 6-12-20 - Montevecchia (Lc)
Per prenotazioni e informazioni rivolgersi a:
Fiorenzo Paggi: Tel. 035 79.33.06 - Anna Maria Locatelli: Tel. 035 78.41.04
Umberto Chiari: Tel. 035 79.28.92 - per Carvico Luigi Rota: Tel. 035 79.80.60 Domenica 25 Marzo 2012 - ore 15
Ingresso intero € 6 - ridotto € 4
Per motivi organizzativi si prega di telefonare dalle 12.00 alle 14.00 del sabato.
Il prossimo numero di dial gare è previsto per il 1º aprile
Concerto del 7 gennaio 2012
di canti natalizi in chiesa parrocchiale
con la corale “Sant’Andrea” di Villa d’Adda
e il coro della parrocchia di Ranica
26. dial gare 26
Offerte per l’Oratorio:
Dicembre 2011 Gennaio 2012
Una famiglia.................................................... € 500 N.N.................................................................... € 20
Due famiglie (€ 100 ciascuna)......................... € 200 N.N.................................................................... € 30
N.N.................................................................. € 100 N.N. In memoria di un defunto.........................€ 30
N.N.................................................................. € 5 N.N.................................................................... € 50
N.N. In memoria dei propri defunti................. € 50 Una famiglia in memoria dei propri defunti......€ 300
In memoria di don Angelo Bosio..................... € 200 Una famiglia in memoria dei propri defunti......€ 50
In memoria di Angelo Biffi.................................€ 50
Gruppo Amiche............................................... € 100
In memoria di Piera Longhi:
In memoria di Ermellina Biffi:
- sorella, fratelli, cognato, cognate....................€ 130
- i familiari....................................................... € 100
- i nipoti: Locatelli, Longhi, Paggi, Viscardi.........€ 150
- i dipendenti del supermercato
- i vicini di casa di via Rossera............................€ 50
Billa di Calusco.............................................. € 200
In memoria di Giuseppe Sala:
In memoria di Ambrogio Viscardi e Piera Longhi: - i familiari......................................................... € 100
- la Corale S. Andrea........................................ € 260 - Biffi Giacomo e figli.........................................€ 150
In memoria di Piera Longhi: - gli amici........................................................... € 200
- la cugina Anna Longhi................................... € 50 Gruppo di Volontariato sociale..........................€ 185
In memoria di Aldo Bassani: Una ditta............................................................ € 571
- i parenti......................................................... € 210
Offerte varie...................................................... € 250
I coscritti del 1941........................................... € 100
Dagli Ammalati.................................................. € 411
Da sottoscrizione
(dolci e frutta 8 - 11 dicembre)........................ € 1.905 Mostra dei Presepi (Avis-Villa d’Adda)...............€ 370
Bussolotto in chiesa...........................................€ 85
Da gruppo Alpini e Volontari (taglio erba)....... € 6.000
Totale.............................................................€ 3.182
Assoc. Volontariato sociale e Protez. civile...... € 100
Dagli Ammalati................................................ € 605 Giornata Del Dono - 6 Gennaio
Bussolotto in chiesa......................................... € 225 - buste rientrate n. 316
di cui 1 busta di € 5.000,00
Totale........................................................... € 10.910 Totale....................................................... € 15.422,80
27. 27 Gennaio/Febbraio 2012
La nostra comunità ricorda
i piccoli appena battezzati
L’8 Gennaio: Giulia Marie Rigamonti
di Maurizio e Audrey Marie Dibarbora
Il 12 Febbraio: Matilde Fumagalli di Oscar Luigi e Manuela Sala
Andrea Turani di Luca e Tania Ferrari
Matilde Magnani di Mirko e Elisabetta Turani
i novelli sposi
Peter John O’Rooke con Alice Farris, a Hull-East Yorkshire (Regno Unito Inghilterra), il 9 luglio 2011
Fabio Amigoni con Mariangela Panzeri, a Villa d’Adda, il 28 dicembre 2011
e prega per i fratelli defunti
ALDO BASSANI, di anni 83, deceduto il 17 dicembre
Dal profondo a te grido, o Signore; L’anima mia attende il Signore,
Signore, ascolta la mia voce. più che le sentinelle l’aurora.
Siano i tuoi orecchi attenti Israele attenda il Signore,
alla voce della mia preghiera. perché presso il Signore è la misericordia,
Se consideri le colpe, Signore, grande è presso di lui la redenzione;
Signore, chi potrà sussistere? egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
Ma presso di te è il perdono, Tendi l’orecchio,
perciò avremo il tuo timore. ascolta la mia parola,
Io spero nel Signore, custodiscimi nell’ombra delle tue ali.
l’anima mia spera nella tua parola. (dal Salmo 51)
Sei andato in pace, secondo la parola del Signore: i tuoi occhi hanno veduto la sua salvezza.
Solo perché i tuoi occhi hanno visto la sua grazia, anticipata nei beni della vita, hai potuto
avanzare con fiducia verso il Padre. I tuoi cari
ANNUNCIATA STUCCHI in Villa, di anni 77, deceduta il 28 dicembre
O Cristo redentore,
guida da morte a vita
chi spera nel tuo nome.
Quando verrai per le nozze,
fa’ che ognuno ti attenda
con la lampada accesa.
Accogli i tuoi fratelli
anagrafe
nel regno dei beati
per la gloria del Padre. (dalla liturgia)
TERESA CHIAPPA vedova Caseri, di anni 88, deceduta il 1° gennaio
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele.
Lc 2, 29-32
28. dial gare 28
ANNAMARIA MASSERINI vedova Bonsaglia, di anni 69, deceduta il 12 gennaio
Alla fine hai raggiunto il papà… tranquilla, serena…
Ci hai salutato tutti con il tuo affetto, la tua serenità, la tua gioia di vivere nonostante tutto…
Tutti i tuoi nipotini porteranno sempre nel cuore la loro nonna.
Un bacio da tutti i tuoi cari.
GIUSEPPE SALA, di anni 78, deceduto il 20 gennaio
Il tuo fare un po’ risoluto, talvolta scontroso, nascondeva un grande cuore, un animo tan-
to buono quanto generoso, non solo con i tuoi affetti più cari, ma anche con chi in taluni
momenti era nel bisogno. La tua voglia di vivere sempre, le tue battute scherzose ma mai
irriverenti, la forza della positività che ci hai sempre dimostrato, resteranno un ricordo
indelebile che ci accompagneranno nel nostro cammino.
Ciao, ci manchi e ci mancherai sempre, ma ci consola che la luce di Dio ti illumina e risplen-
derà per l’eternità nella tua anima.
La tua famiglia
MARIO VILLA, di anni 79, deceduto l’11 febbraio
Gli eletti vedranno la faccia del Signore e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà
più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signo-
re Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
Ap 22, 4-5
gli anniversari
Palma Manzoni Anna Bonanomi Elena Viscardi in Biffi Antonella Biffi
17.12.94 17.12.11 28.12.08 28.12.11 31.12.97 31.12.11 8.1.08 8.1.12
anagrafe
Adele Turani Giovanni Battista Sala Sperandio Aldeni Don Angelo Bosio
17.1.02 17.1.12 16.8.08 16.8.11 2.3.07 2.3.12 17.3.93 17.3.12
Avviso: da gennaio 2012 il costo per la foto degli anniversari è di € 20,00