3. Nome di un tipico dolce napoletano che fa riferimento
ad Alì Babà, protagonista della nota storia delle Mille e
una notte. Leggenda vuole che questo fosse il libro
preferito dell‟inventore del babà ovvero Stanislao
Leszczinski, re di Polonia, vissuto nel XVII secolo, in
esilio in Lorena. Questi casualmente aggiunse del
rhum ad un dolce tipico della zona: il Kugelhupf.
Il Babà fu poi introdotto a Parigi. E da qui grazie
ai cuochi francesi a servizio presso i nobili di
Napoli arrivò nella città dove assunse la forma
definitiva, a fungo.
4. La bistecca guarnita con uova porta il nome
del principe Otto von Bismarck-Shoenhausen,
cancelliere del Secondo Reich germanico.
In Germania, però, questo illustre
nome indica anche una miscela di
champagne e birra scura, trangugiata per
combattere i postumi dell‟ubriachezza.
5. Piatto tipico piemontese il cui nome rimanda alla
giacca, detta appunto finanziera, indossata dai
rappresentanti dell‟Alta Finanza nella Torino
dell‟‟800. Questo riferimento nasce dal fatto che
la finanziera era diventata, all‟epoca, un piatto
da “ricchi”. Nonostante la ricetta
appartenesse alla cucina povera visto
che usa degli scarti di macellazione
dei bovini e dei polli.
6. Mescolanza di frutta varia, con liquore e
zucchero: scherzosa allusione alle stirpi
eterogenee che popolano la regione
macedone.
7. Il termine, secondo il mito, deriva dal nome della
ninfa Minta. Di questa Ninfa si era innamorato
Plutone, dio degli Inferi. Proserpina, moglie di
Plutone, per gelosia aveva tramutato la ninfa in
pianta, di menta appunto, permettendole così
di danzare tra i boschi solo mediante il suo
profumo. Attualmente tale parola
indica una pianta aromatica nota per le
sue proprietà salutari, e usata anche
in cucina.
8. Il nome di questo panino deriva dal suo ispiratore, un
nobile vissuto nel „700: John Montague, conte di
Sandwich. Questi era un accanito giocatore di carte,
tanto da non mangiare pur di non abbandonare il
tavolo da gioco. Perciò il suo cuoco ideò per lui
un cibo che si potesse mangiare anche giocando
a carte. Si trattava di due fette di pane
con una pietanza nel mezzo, quello
che in italiano è detto
tramezzino.