1. Seminario in:
DECISION THEORY
Paolo Alessandro Grieco
Università degli Studi di Genova
Dipartimento di Filosofia
Corso di Filosofia della Scienza
30-31 Marzo 2010
2. Decision Theory
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
3. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
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4. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono
affiancati altri approcci da parte di:
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5. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono
affiancati altri approcci da parte di:
• scienze sociali
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6. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono
affiancati altri approcci da parte di:
• scienze sociali
• scienze politiche
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7. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono
affiancati altri approcci da parte di:
• scienze sociali
• scienze politiche
• scienze statistiche
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8. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono
affiancati altri approcci da parte di:
• scienze sociali
• scienze politiche
• scienze statistiche
• studi manageriali
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9. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono
affiancati altri approcci da parte di:
• scienze sociali
• scienze politiche
• scienze statistiche
• studi manageriali
• psicologia
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10. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono
affiancati altri approcci da parte di:
• scienze sociali
• scienze politiche
• scienze statistiche
• studi manageriali
• psicologia
• della filosofia
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11. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono
affiancati altri approcci da parte di:
• scienze sociali
• scienze politiche
• scienze statistiche
• studi manageriali
• psicologia
• della filosofia
• della matematica applicata
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12. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
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13. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
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14. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
Indagare sulla decisione significa indagare su buona parte delle attività umane, ma in Decision
Theory si pongono dei limiti agli oggetti di studio che devono risultare:
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15. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
Indagare sulla decisione significa indagare su buona parte delle attività umane, ma in Decision
Theory si pongono dei limiti agli oggetti di studio che devono risultare:
• attività consapevoli
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16. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
Indagare sulla decisione significa indagare su buona parte delle attività umane, ma in Decision
Theory si pongono dei limiti agli oggetti di studio che devono risultare:
• attività consapevoli
• comportamenti indirizzati verso uno scopo in presenza di varie opzioni.
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17. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
Indagare sulla decisione significa indagare su buona parte delle attività umane, ma in Decision
Theory si pongono dei limiti agli oggetti di studio che devono risultare:
• attività consapevoli
• comportamenti indirizzati verso uno scopo in presenza di varie opzioni.
In questa materia, si parla di scelta solo quando si vuole raggiungere uno scopo preciso e la via per
far ciò non è univoca, ma sono praticabili varie opzioni ciascuna con effetti e costi da stimare.
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18. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
Indagare sulla decisione significa indagare su buona parte delle attività umane, ma in Decision
Theory si pongono dei limiti agli oggetti di studio che devono risultare:
• attività consapevoli
• comportamenti indirizzati verso uno scopo in presenza di varie opzioni.
In questa materia, si parla di scelta solo quando si vuole raggiungere uno scopo preciso e la via per
far ciò non è univoca, ma sono praticabili varie opzioni ciascuna con effetti e costi da stimare.
La scelta studiata è proprio il processo attraverso il quale vari percorsi possibili sono considerati al
fine di intraprenderne uno (o nessuno) in vista dello scopo prefissato.
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19. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
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20. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
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21. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
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22. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
TEORIE NORMATIVE: come bisogna prendere una decisione perché questa possa dirsi
razionale?
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23. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
TEORIE NORMATIVE: come bisogna prendere una decisione perché questa possa dirsi
razionale?
• ciò significa indicare un percorso che riesca ad ottenere il risultato ottimale con il minor impiego di
risorse.
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24. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
TEORIE NORMATIVE: come bisogna prendere una decisione perché questa possa dirsi
razionale?
• ciò significa indicare un percorso che riesca ad ottenere il risultato ottimale con il minor impiego di
risorse.
• Si avvalgono di strumenti logico-matematici.
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25. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
TEORIE NORMATIVE: come bisogna prendere una decisione perché questa possa dirsi
razionale?
• ciò significa indicare un percorso che riesca ad ottenere il risultato ottimale con il minor impiego di
risorse.
• Si avvalgono di strumenti logico-matematici.
• La nozione di normatività implicata da queste teorie non ha nessun valore etico. La Teoria della
Decisione interviene solo dopo che le coordinate morali sono state fissate
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26. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
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27. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
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28. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
TEORIE DESCRITTIVE: come realmente prendiamo delle decisioni?
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29. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
TEORIE DESCRITTIVE: come realmente prendiamo delle decisioni?
• si avvalgono spesso di evidenze empiriche.
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30. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
DT si divide in:
TEORIE DESCRITTIVE: come realmente prendiamo delle decisioni?
• si avvalgono spesso di evidenze empiriche.
La distinzione fra teorie descrittive e teorie normative non è sempre netta, ci sono casi di teorie
descrittive proposte come confutanti teorie normative, e casi di teorie normative presentate come
“descrittivamente plausibili”, e viceversa.
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31. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
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32. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
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33. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
Sven Ove Hansson, per chiarire la distinzione, ha proposto dei criteri di falsificazione diversi per le teorie
normative e per quelle descrittive.
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34. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
Sven Ove Hansson, per chiarire la distinzione, ha proposto dei criteri di falsificazione diversi per le teorie
normative e per quelle descrittive.
“una Teoria della Decisione è falsificata in quanto teoria descrittiva, se può essere trovato un problema
decisionale per il quale molti soggetti si comportano in contraddizione con tale teoria.”
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35. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
Sven Ove Hansson, per chiarire la distinzione, ha proposto dei criteri di falsificazione diversi per le teorie
normative e per quelle descrittive.
“una Teoria della Decisione è falsificata in quanto teoria descrittiva, se può essere trovato un problema
decisionale per il quale molti soggetti si comportano in contraddizione con tale teoria.”
“una Teoria della Decisione è debolmente falsificata come teoria normativa se può essere trovato un
problema decisionale per il quale un agente possa comportarsi in contraddizione con la teoria senza
risultare irrazionale.”
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36. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
Sven Ove Hansson, per chiarire la distinzione, ha proposto dei criteri di falsificazione diversi per le teorie
normative e per quelle descrittive.
“una Teoria della Decisione è falsificata in quanto teoria descrittiva, se può essere trovato un problema
decisionale per il quale molti soggetti si comportano in contraddizione con tale teoria.”
“una Teoria della Decisione è debolmente falsificata come teoria normativa se può essere trovato un
problema decisionale per il quale un agente possa comportarsi in contraddizione con la teoria senza
risultare irrazionale.”
“una Teoria della Decisione è fortemente falsificata come teoria normativa se può essere trovato un
problema decisionale per il quale un agente che si comporti in accordo con la teoria non possa essere un
agente razionale.”1 (Hansson 1994)
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37. Decision Theory
COSA È LA DECISION THEORY
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38.
39. INDICE
1.TEORIE NORMATIVE
1.1.LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
1.2.LA PREFERENZA
1.3.EXPECTED UTILITY VALUE
2.TEORIE DESCRITTIVE
2.1.IL PROCESSO DECISIONALE
2.2.I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA E LA RAZIONALITÀ LIMITATA
2.3.GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE
2.4.LA TEORIA DEL PROSPETTO
2.5.NEUROECONOMIA
40.
41. Decision Theory
TEORIE NORMATIVE
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42. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
Come dobbiamo decidere per essere razionali?
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43. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
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44. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
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45. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
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46. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
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47. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
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48. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
di solito umano, è colui che prende la
decisione
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49. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
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50. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
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51. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
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52. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
individuato dall’agente, per risolvere il quale
si deve prendere una decisione. Il problema
include obiettivi da raggiungere.
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53. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
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54. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
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55. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
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56. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
le variabili ambientali che influenzano la
decisione e che non sono totalmente
conosciuti dall'agente. Per esempio le
condizioni meteorologiche di fronte la scelta
di prendere o meno l’ombrello;
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57. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
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58. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
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59. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
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60. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
È l’insieme di alternative possibili all'interno del quale l'agente ritrova le
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
varie opzioni disponibili per la sua scelta.
E LA TEORIA DELLAdei casi le alternative sonoscelta e questa esclude
Nella maggior parte SCELTA RAZIONALE
escludentisi, cioè solo un'alternativa può essere
ritenute mutualmente
Nelle teorie della tutte le altre, in modo tale intenzionale possiamo possono essere
scelta individuale che due possibilità di scelta non
realizzate entrambe nello stesso momento.
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente; L'insieme è
• aperto quando è possibile aggiungere nuove alternative, che vengono
• un problema; inventate o scoperte dall'agente durante il processo decisionale. Un set
di alternative aperto risponde, ad esempio, alla domanda “dove passare
• lo Stato del Mondo;prossime vacanze estive?”.
le
• chiuso se non possono essere aggiunte nuove possibilità di scelta,
• le alternative; come nella scelta di voto durante le elezioni politiche. Gli insiemi di
alternative chiusi possono essere ulteriormente divisi in insiemi
• volontariamente chiusi, quando l'agente decide volontariamente di
restringere le varie opzioni praticabili: “questa sera o vado a teatro o
vado al cinema e nulla oltre queste due alterative”;
• involontariamente chiusi, quando le alternative sono limitate da
circostanze esterne e non dalla volontà dell'agente, come nel caso
delle alternative di voto.
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61. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
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62. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
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63. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
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64. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
le conseguenzeintenzionale possiamo sono
Nelle teorie della scelta individuale delle azioni disponibili
valutate fondamentali informazioni che l'agente
rintracciare degli elementi attraverso le
• l'agente;
possiede e le operazioni di calcolo che lo stesso
opera. L'agente compila un ordinamento seriale
• un problema;
che specifica quale conseguenza sia migliore di
• lo Stato del Mondo; un'altra.
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
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65. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
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66. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
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67. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
•i vincoli;
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68. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
interferiscono nella scelta, per
•i vincoli; esempio i vincoli di bilancio per le
aziende, di budget per i
consumatori, ecc.
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69. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
•i vincoli;
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70. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
•i vincoli;
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71. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
•i vincoli;
• le informazioni;
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72. Decision Theory TEORIE dall'agente.
L'insieme delle informazioni è la parte dello stato del mondo che è conosciuta
NORMATIVE
È il “materiale” con il quale l'agente elabora tutta la sua strategia di scelta.
LAla valutazione delle conseguenze di ogni alternativa realizzabile e la compilazione
Influenza
TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
dell'ordine di preferenza delle stesse;.
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciarequantità e il tipo di informazione posseduta, si possono operare le seguenti
Valutando la degli elementi fondamentali
• l'agente;fra ambiti di processi decisionali che saranno sotto:
distinzioni
i. Certezza se è noto che ogni azione porti invariabilmente ad una specifica conseguenza;
• un problema;
ii.Rischio se ogni azione porta ad un insieme di specifiche possibili conseguenze ognuna
• lo Stato del Mondo; solo stimata. Si assume che le probabilità siano conosciute
con una probabilità
• le alternative; Per esempio, un'azione nell'ambito del rischio può essere considerata una
dall'agente.
scommessa sul lancio di una moneta non truccata, con costi e premi a seconda del
• l'ordine delle conseguenze;
risultato. La certezza può essere considerata un caso estremo del rischio, cioè quando le
•i vincoli;
probabilità sono 0 o 1 (nulle o certe);
• le informazioni; tutte le azioni hanno come conseguenza un insieme di specifiche possibili
iii.Incertezza se
conseguenze, ma la loro probabilità è totalmente sconosciuta;
iv.Ignoranza, se non c'è nessuna conoscenza probabilistica.
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73. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
•i vincoli;
• le informazioni;
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74. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
•i vincoli;
• le informazioni;
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75. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
•i vincoli;
• le informazioni;
• un criterio di scelta;
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76. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente; Il criterio che guida la scelta, diverso a seconda dei casi e dei contesti.
• un problema; La teoria della scelta individuale, che rappresenta il paradigma dominante
in microeconomia, afferma che gli agenti si comportano in modo tale da
• lo Stato del Mondo;
massimizzare il loro bene e minimizzare i costi delle azioni, con un
calcolo costi-benefici delle conseguenze delle possibili strategie di
• le alternative; comportamento.
Nelle teorie economiche spesso il criterio sottinteso è ottenere il massimo
• l'ordine delle conseguenze; con il minor costo. Nella maggior parte degli altri
vantaggio per sé
esempi di scelta, il criterio è ottenere la maggiore utilità con il minor
•i vincoli; costo.
• le informazioni;
• un criterio di scelta;
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77. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE
E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo
rintracciare degli elementi fondamentali
• l'agente;
• un problema;
• lo Stato del Mondo;
• le alternative;
• l'ordine delle conseguenze;
•i vincoli;
• le informazioni;
• un criterio di scelta;
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78. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
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79. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
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80. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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81. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Come esprimiamo la
preferenza?
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82. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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83. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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84. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
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85. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Nel linguaggio comune si indicano le preferenze con espressioni quali “è meglio di”, “è
peggio di”, “è buono almeno quanto”, “è uguale a”, “la scelta fra A e B è indifferente”, ecc..
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86. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Nel linguaggio comune si indicano le preferenze con espressioni quali “è meglio di”, “è
peggio di”, “è buono almeno quanto”, “è uguale a”, “la scelta fra A e B è indifferente”, ecc..
Questi termini comparativi sono relazioni binarie, che nella logica della preferenza sono
espresse con i simboli:
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87. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Nel linguaggio comune si indicano le preferenze con espressioni quali “è meglio di”, “è
peggio di”, “è buono almeno quanto”, “è uguale a”, “la scelta fra A e B è indifferente”, ecc..
Questi termini comparativi sono relazioni binarie, che nella logica della preferenza sono
espresse con i simboli:
• (>, <) preferenza stretta: “A>B” significa “A è migliore di B”, “A<B” significa “A è peggiore
di B”. Spesso si ritiene che “A>B” significa sia “A è migliore di B”, sia “B è peggiore di A”.
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88. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Nel linguaggio comune si indicano le preferenze con espressioni quali “è meglio di”, “è
peggio di”, “è buono almeno quanto”, “è uguale a”, “la scelta fra A e B è indifferente”, ecc..
Questi termini comparativi sono relazioni binarie, che nella logica della preferenza sono
espresse con i simboli:
• (>, <) preferenza stretta: “A>B” significa “A è migliore di B”, “A<B” significa “A è peggiore
di B”. Spesso si ritiene che “A>B” significa sia “A è migliore di B”, sia “B è peggiore di A”.
• (≥, ≤) preferenza debole: “A≥B” e “A≤B” sostituiscono rispettivamente le espressioni “A
è buono almeno quanto B”, “A è cattivo almeno quanto B”.
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89. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Nel linguaggio comune si indicano le preferenze con espressioni quali “è meglio di”, “è
peggio di”, “è buono almeno quanto”, “è uguale a”, “la scelta fra A e B è indifferente”, ecc..
Questi termini comparativi sono relazioni binarie, che nella logica della preferenza sono
espresse con i simboli:
• (>, <) preferenza stretta: “A>B” significa “A è migliore di B”, “A<B” significa “A è peggiore
di B”. Spesso si ritiene che “A>B” significa sia “A è migliore di B”, sia “B è peggiore di A”.
• (≥, ≤) preferenza debole: “A≥B” e “A≤B” sostituiscono rispettivamente le espressioni “A
è buono almeno quanto B”, “A è cattivo almeno quanto B”.
• (≡) indifferenza: “A è indifferente rispetto B”, o “A è buono/cattivo quanto B e viceversa”.
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90. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
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91. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
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92. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Le regole di interconnessione fra i tre operatori sono le seguenti:
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93. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Le regole di interconnessione fra i tre operatori sono le seguenti:
i. A è meglio di B se e solo se A è buono almeno quanto B, ma B non è buono almeno
quanto A:
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94. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Le regole di interconnessione fra i tre operatori sono le seguenti:
i. A è meglio di B se e solo se A è buono almeno quanto B, ma B non è buono almeno
quanto A:
[A > B [(A ≥ B) & ¬ (B ≥ A)]]
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95. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Le regole di interconnessione fra i tre operatori sono le seguenti:
i. A è meglio di B se e solo se A è buono almeno quanto B, ma B non è buono almeno
quanto A:
[A > B [(A ≥ B) & ¬ (B ≥ A)]]
ii. A è buono quanto B se e solo se A è buono almeno quanto B e B è buono almeno
quanto A”:
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96. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Le regole di interconnessione fra i tre operatori sono le seguenti:
i. A è meglio di B se e solo se A è buono almeno quanto B, ma B non è buono almeno
quanto A:
[A > B [(A ≥ B) & ¬ (B ≥ A)]]
ii. A è buono quanto B se e solo se A è buono almeno quanto B e B è buono almeno
quanto A”:
[A ≡ B [(A ≥ B) & (B ≥ A)]]
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97. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1 La logica della Preferenza
Le regole di interconnessione fra i tre operatori sono le seguenti:
i. A è meglio di B se e solo se A è buono almeno quanto B, ma B non è buono almeno
quanto A:
[A > B [(A ≥ B) & ¬ (B ≥ A)]]
ii. A è buono quanto B se e solo se A è buono almeno quanto B e B è buono almeno
quanto A”:
[A ≡ B [(A ≥ B) & (B ≥ A)]]
Grazie a queste due regole tutte le preferenze sono esprimibili con la preferenza
debole, rendendo non necessari (>) e (≡).
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98. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
1
Le regole di interconnessione fra i tre operatori sono le seguenti:
i. A è meglio di B se e solo se A è buono almeno quanto B, ma B non è buono almeno
quanto A:
[A > B [(A ≥ B) & ¬ (B ≥ A)]]
ii. A è buono quanto B se e solo se A è buono almeno quanto B e B è buono almeno
quanto A”:
[A ≡ B [(A ≥ B) & (B ≥ A)]]
Grazie a queste due regole tutte le preferenze sono esprimibili con la preferenza
debole, rendendo non necessari (>) e (≡).
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99. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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100. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
2 Oltre alle relazioni di preferenza, l'ordine delle valutazioni può essere indicato
assegnando un valore numerico per ogni conseguenza.
La numerazione è arbitraria e indica solamente un ordine fra le opzioni, “pesa la
soddisfazione” che l'agente ricaverà da ogni scelta possibile in termini di utilità.
Per esempio Lorenzo vuole acquistare un libro che lo aiuti nella sua tesi in filosofia del
linguaggio e compila quest'ordine di preferenza degli autori di filosofia:
Wittgenstein 10
Russel 10
Quine 8
Heidegger 1
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101. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
2
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102. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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103. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
3 Un altro modo di indicare le possibilità sono le matrici che indicano le alternative
nelle righe e lo stato del mondo nelle colonne:
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104. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
3 Un altro modo di indicare le possibilità sono le matrici che indicano le alternative
nelle righe e lo stato del mondo nelle colonne:
Piove Non piove
Uscire con l'ombrello 4 1
Uscire senza l'ombrello 0 3
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105. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
3
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106. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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107. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Le reazioni di preferenza godono di molte proprietà:
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108. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Le reazioni di preferenza godono di molte proprietà:
asimmetria della preferenza stretta: A > B → ¬ ( B > A)
irriflessività della preferenza stretta: ¬(A>A)
simmetria dell’indifferenza: A≡B→B≡A
riflessività dell'indifferenza: A≡A
incompatibilità di indifferenza e preferenza stretta: A>B→¬(A≡B)
completezza (o della connessione): A≥BvB≥A
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109. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA Questa proprietà indica che tutte le
alternative possibili possono essere comparate e
Le reazioni di preferenza godono di molte proprietà:
messe in un ordine di preferenza fra loro senza
escluderne alcuna. Anche se utile in molte
asimmetria della preferenza stretta: A > B → ¬ ( B > A)
applicazioni della logica della preferenza, la
irriflessività della preferenza stretta:completezza non sempre si rivela cognitivamente
¬(A>A)
plausibile. In molte esperienze della vita quotidiana
simmetria dell’indifferenza: A≡B→B≡A
si riscontrano casi in cui questa proprietà non è
riflessività dell'indifferenza: soddisfatta. A≡A
incompatibilità di indifferenza e preferenza stretta: A>B→¬(A≡B)
completezza (o della connessione): A≥BvB≥A
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110. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Le reazioni di preferenza godono di molte proprietà:
asimmetria della preferenza stretta: A > B → ¬ ( B > A)
irriflessività della preferenza stretta: ¬(A>A)
simmetria dell’indifferenza: A≡B→B≡A
riflessività dell'indifferenza: A≡A
incompatibilità di indifferenza e preferenza stretta: A>B→¬(A≡B)
completezza (o della connessione): A≥BvB≥A
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111. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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112. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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113. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Una delle proprietà più discusse dei concetti della logica della preferenza è
sicuramente la proprietà della transitività:
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114. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Una delle proprietà più discusse dei concetti della logica della preferenza è
sicuramente la proprietà della transitività:
transitività della preferenza debole: (A ≥ B) & (B ≥ C) → A ≥ C
transitività dell'indifferenza: (A ≡ B) & (B ≡ C) → (A ≡ C)
transitività della preferenza stretta: (A > B) & (B > C) → A > C
IP-transitivity: (A ≡ B) & (B > C) → A > C
PI-transitivity: (A > B) & (B ≡ C) → A>C
non c'è nessuna serie di alternative tali che
aciclicità:
A1>...An > A1
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115. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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116. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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117. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Ma davvero nell’effettività delle nostre preferenze, quotidianamente, rispettiamo
queste proprietà?
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118. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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119. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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120. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
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121. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
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122. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e
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123. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e
• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.
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124. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e
• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.
• Dato che la differenza di sapore fra tazzine consecutive non è percepibile, non ci saranno preferenze fra le
tazzine in generale.
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125. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e
• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.
• Dato che la differenza di sapore fra tazzine consecutive non è percepibile, non ci saranno preferenze fra le
tazzine in generale.
• Ma la differenza di sapore è sicuramente percepibile fra la prima tazzina C0, con un solo granello di
zucchero, e l'ultima C999, con mille granelli di zucchero, e fra le due ci sarà di certo una preferenza, a
seconda dei gusti, per esempio a favore della tazzina meno dolce, cosicché C0 > C999.
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126. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e
• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.
• Dato che la differenza di sapore fra tazzine consecutive non è percepibile, non ci saranno preferenze fra le
tazzine in generale.
• Ma la differenza di sapore è sicuramente percepibile fra la prima tazzina C0, con un solo granello di
zucchero, e l'ultima C999, con mille granelli di zucchero, e fra le due ci sarà di certo una preferenza, a
seconda dei gusti, per esempio a favore della tazzina meno dolce, cosicché C0 > C999.
• Ciò contraddice la proprietà della transitività
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127. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e
• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.
• Dato che la differenza di saporedell'indifferenza: (A ≡ B) & (B ≡ C) → saranno preferenze fra le
transitività fra tazzine consecutive non è percepibile, non ci (A ≡ C)
tazzine in generale.
transitività della preferenza debole: (A ≥ B) & (B ≥ C) → A ≥ C
• Ma la differenza di sapore è sicuramente percepibile fra la prima tazzina C0, con un solo granello di
zucchero, e l'ultima C999, con mille granelli di zucchero, e fra le due ci sarà di certo una preferenza, a
seconda dei gusti, per esempio a favore della tazzina meno dolce, cosicché C0 > C999.
• Ciò contraddice la proprietà della transitività
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128. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di
alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.
• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.
• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e
• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.
• Dato che la differenza di sapore fra tazzine consecutive non è percepibile, non ci saranno preferenze fra le
tazzine in generale.
• Ma la differenza di sapore è sicuramente percepibile fra la prima tazzina C0, con un solo granello di
zucchero, e l'ultima C999, con mille granelli di zucchero, e fra le due ci sarà di certo una preferenza, a
seconda dei gusti, per esempio a favore della tazzina meno dolce, cosicché C0 > C999.
• Ciò contraddice la proprietà della transitività
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129. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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130. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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131. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
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132. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
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133. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha
1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio
provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha
una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando
10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e
la perdita di tutta la somma accumulata fino a quel punto. In questo modo probabilmente raggiungerà
una regolazione dell'apparecchio che gli provocherà un dolore insopportabile, tale da costringerlo a
tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.
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134. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha
1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio
provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha
una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando
10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e
la perdita di tutta la somma accumulata fino a quel punto. In questo modo probabilmente raggiungerà
una regolazione dell'apparecchio che gli provocherà un dolore insopportabile, tale da costringerlo a
tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.
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135. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha
1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio
provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha
una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando
10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e
la perdita di tutta la somma accumulata fino a quel punto. In questo modo probabilmente raggiungerà
una regolazione dell'apparecchio che gli provocherà un dolore insopportabile, tale da costringerlo a
tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.
In questo paradosso viene contraddetta la transitività dell'indifferenza debole fra le alternative
consecutive per quanto ci sia preferenza stretta tra alternative distanti.
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
136. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha
1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio
provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha
una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando
10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e
la perdita di tutta la somma accumulata fino a (A ≥punto. In questo modo probabilmente raggiungerà
transitività della preferenza debole: quel B) & (B ≥ C) → A ≥ C
una regolazionedella preferenza stretta: (A > B) & (B >insopportabile, tale da costringerlo a
transitività dell'apparecchio che gli provocherà un dolore C) → A > C
tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.
In questo paradosso viene contraddetta la transitività dell'indifferenza debole fra le alternative
consecutive per quanto ci sia preferenza stretta tra alternative distanti.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
137. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].
Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha
1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio
provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha
una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando
10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e
la perdita di tutta la somma accumulata fino a quel punto. In questo modo probabilmente raggiungerà
una regolazione dell'apparecchio che gli provocherà un dolore insopportabile, tale da costringerlo a
tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.
In questo paradosso viene contraddetta la transitività dell'indifferenza debole fra le alternative
consecutive per quanto ci sia preferenza stretta tra alternative distanti.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
138. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
139. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
140. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Shumm (1987): controesempio alla transitività della preferenza stretta.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
141. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Shumm (1987): controesempio alla transitività della preferenza stretta.
• Un agente che deve scegliere una fra tre scatole contenenti ciascuna tre palline: una rossa (R),
una blu (B) e una verde (V).
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
142. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Shumm (1987): controesempio alla transitività della preferenza stretta.
• Un agente che deve scegliere una fra tre scatole contenenti ciascuna tre palline: una rossa (R),
una blu (B) e una verde (V).
• Si
indichino le scatole con i vettori (R1, B1, V1) per la prima scatola, (R2, B2, V2) per la seconda,
(R3, B3, V3) per la terza.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
143. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Shumm (1987): controesempio alla transitività della preferenza stretta.
• Un agente che deve scegliere una fra tre scatole contenenti ciascuna tre palline: una rossa (R),
una blu (B) e una verde (V).
• Si
indichino le scatole con i vettori (R1, B1, V1) per la prima scatola, (R2, B2, V2) per la seconda,
(R3, B3, V3) per la terza.
• L'agentepreferisce con una preferenza stretta la scatola 1 alla scatola 2, perché a suo parere
esse contengono le palline blu e verdi uguali, ma la scatola 1 ha una pallina rossa migliore.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
144. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Shumm (1987): controesempio alla transitività della preferenza stretta.
• Un agente che deve scegliere una fra tre scatole contenenti ciascuna tre palline: una rossa (R),
una blu (B) e una verde (V).
• Si
indichino le scatole con i vettori (R1, B1, V1) per la prima scatola, (R2, B2, V2) per la seconda,
(R3, B3, V3) per la terza.
• L'agentepreferisce con una preferenza stretta la scatola 1 alla scatola 2, perché a suo parere
esse contengono le palline blu e verdi uguali, ma la scatola 1 ha una pallina rossa migliore.
• L'agentepreferisce la scatola 2 alla scatola 3 perché esse sono eguali eccetto che per la pallina
verde che è migliore nella scatola 2.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
145. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Shumm (1987): controesempio alla transitività della preferenza stretta.
• Un agente che deve scegliere una fra tre scatole contenenti ciascuna tre palline: una rossa (R),
una blu (B) e una verde (V).
• Si
indichino le scatole con i vettori (R1, B1, V1) per la prima scatola, (R2, B2, V2) per la seconda,
(R3, B3, V3) per la terza.
• L'agentepreferisce con una preferenza stretta la scatola 1 alla scatola 2, perché a suo parere
esse contengono le palline blu e verdi uguali, ma la scatola 1 ha una pallina rossa migliore.
• L'agentepreferisce la scatola 2 alla scatola 3 perché esse sono eguali eccetto che per la pallina
verde che è migliore nella scatola 2.
• L'agente preferisce la scatola 3 alla scatola 1, perché a suo dire sono eguali eccetto che per la
migliore pallina blu della scatola 3.
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146. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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147. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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Marzo 2010
148. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
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Marzo 2010
149. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
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Marzo 2010
150. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ≡ R3 ≡ R1;
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Marzo 2010
151. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ≡ R3 ≡ R1;
V1 ≡ V2 > V3 ≡ V1;
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
152. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ≡ R3 ≡ R1;
V1 ≡ V2 > V3 ≡ V1;
B1 ≡ B2 ≡ B3 > B1;
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
153. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ≡ R3 ≡ R1;
V1 ≡ V2 > V3 ≡ V1;
B1 ≡ B2 ≡ B3 > B1;
(R1, B1, V1) > (R2, B2, V2) > (R3, B3, V3) > (R1, B1, V1)
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
154. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ≡ R3 ≡ R1;
V1 ≡ V2 > V3 ≡ V1;
B1 ≡ B2 ≡ B3 > B1;
(R1, B1, V1) > (R2, B2, V2) > (R3, B3, V3) > (R1, B1, V1)
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
155. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ≡ R3 ≡ R1;
V1 ≡ V2 > V3 ≡ V1;
B1 ≡ B2 ≡ B3 > B1;
(R1, B1, V1) > (R2, B2, V2) > (R3, B3, V3) > (R1, B1, V1)
Ciò porta ad una preferenza ciclica con una contraddizione della proprietà
della transitività della preferenza stretta.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
156. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ≡ R3 ≡ R1;
transitività della preferenza stretta:V3 ≡ V1; & (B > C) → A > C
V1 ≡ V2 > (A > B)
aciclicità: non c'è nessuna ≡ B2 di B3 > B1; tali che A1>...An > A1
B1 serie ≡ alternative
(R1, B1, V1) > (R2, B2, V2) > (R3, B3, V3) > (R1, B1, V1)
Ciò porta ad una preferenza ciclica con una contraddizione della proprietà
della transitività della preferenza stretta.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
157. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Quindi le preferenze espresse sono le seguenti:
R1 > R2 ≡ R3 ≡ R1;
V1 ≡ V2 > V3 ≡ V1;
B1 ≡ B2 ≡ B3 > B1;
(R1, B1, V1) > (R2, B2, V2) > (R3, B3, V3) > (R1, B1, V1)
Ciò porta ad una preferenza ciclica con una contraddizione della proprietà
della transitività della preferenza stretta.
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Marzo 2010
158. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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Marzo 2010
159. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
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Marzo 2010
160. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso di Condorcet:
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
161. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso di Condorcet:
Il problema presentato da Shumm era stato già posto da
Condorcet,
filosofo che nel XVII sec. si dedicò –probabilmente per primo in
maniera
metodica– allo studio della decisione analizzando i problemi della
costituente francese del 1793.
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Marzo 2010
162. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso di Condorcet:
Ci sono tre individui i1, i2 E i3, che vogliono partire per un
viaggio insieme.
Essi hanno tre possibilità di scelta: (A) Argentina, (B) Bolivia e (C)
Colombia.
La loro scelta sarà presa per maggioranza.
Le preferenze di i1 sono: A > B > C;
le preferenze di i2 sono: B > C > A;
le preferenze di i3 sono invece: C > A > B.
Con questo tipo di preferenze non è possibile arrivare ad una
scelta: sommando le preferenze non si forma una maggioranza
ma una catena di preferenze ciclica e che non gode della
proprietà transitiva.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
163. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Paradosso di Condorcet:
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
164. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
165. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
166. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Tversky (1969): controesempio alla transitività fra preferenze nei
casi di scelte multidimensionali.
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Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
167. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Tversky (1969): controesempio alla transitività fra preferenze nei
casi di scelte multidimensionali.
Un'azienda deve scegliere un nuovo impiegato fra tre candidati.
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
168. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Tversky (1969): controesempio alla transitività fra preferenze nei
casi di scelte multidimensionali.
Un'azienda deve scegliere un nuovo impiegato fra tre candidati.
I criteri di scelta prevedono che:
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
169. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Tversky (1969): controesempio alla transitività fra preferenze nei
casi di scelte multidimensionali.
Un'azienda deve scegliere un nuovo impiegato fra tre candidati.
I criteri di scelta prevedono che:
• sela differenza tra i candidati rispetto alla dimensione I (ad esempio l'intelligenza) è
superiore ad una grandezza x, allora sarà scelto il candidato con la dimensione I maggiore.
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
170. Decision Theory TEORIE NORMATIVE
LA PREFERENZA
Tversky (1969): controesempio alla transitività fra preferenze nei
casi di scelte multidimensionali.
Un'azienda deve scegliere un nuovo impiegato fra tre candidati.
I criteri di scelta prevedono che:
• sela differenza tra i candidati rispetto alla dimensione I (ad esempio l'intelligenza) è
superiore ad una grandezza x, allora sarà scelto il candidato con la dimensione I maggiore.
• Se invece la differenza è minore di x, allora sarà scelto il candidato con la dimensione II
(ad esempio la specializzazione) maggiore.
UniGe - Filosofia della Scienza 30-31
Paolo Alessandro Grieco
Marzo 2010
Notas del editor
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
INIZIALI STUDI ECONOMICI: decisione concetto-comportamento onnipervasivo: le altre scienze hanno cominciato dopo a studiare la decisione in maniera esplicita e consapevole, come il vero oggetto di ricerca
CONCETTO DI RAZIONALIT&#xE0; &#xE8; IL FULCRO DELLE RICERCHE FILOSOFICHE IN DT
CONCETTO DI RAZIONALIT&#xE0; &#xE8; IL FULCRO DELLE RICERCHE FILOSOFICHE IN DT
CONCETTO DI RAZIONALIT&#xE0; &#xE8; IL FULCRO DELLE RICERCHE FILOSOFICHE IN DT
CONCETTO DI RAZIONALIT&#xE0; &#xE8; IL FULCRO DELLE RICERCHE FILOSOFICHE IN DT
CONCETTO DI RAZIONALIT&#xE0; &#xE8; IL FULCRO DELLE RICERCHE FILOSOFICHE IN DT
CONCETTO DI RAZIONALIT&#xE0; &#xE8; IL FULCRO DELLE RICERCHE FILOSOFICHE IN DT
cosa &#xE8; la razionalit&#xE0; nelle teorie normative (economia)?: raggiungere il risultato ottimo minimizzando i costi
cosa &#xE8; la razionalit&#xE0; nelle teorie normative (economia)?: raggiungere il risultato ottimo minimizzando i costi
cosa &#xE8; la razionalit&#xE0; nelle teorie normative (economia)?: raggiungere il risultato ottimo minimizzando i costi
cosa &#xE8; la razionalit&#xE0; nelle teorie normative (economia)?: raggiungere il risultato ottimo minimizzando i costi
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
Le teorie della scelta sono state inizialmente elaborata in ambito economico partendo soprattutto dalle teorizzazioni sulla scelta individuale intenzionale. L'intenzionalit&#xE0; del processo decisionale non indica solo una restrizione del campo di interesse che escluda l&#x2019;azione involontaria, ma spesso sottolinea la presenza di una riflessione ponderata da parte degli agenti. In queste teorie l'intenzionalit&#xE0; indica che la scelta &#xE8; presa seguendo delle regole e principi di razionalit&#xE0;, cio&#xE8; che massimizzano il benessere o la ricchezza con il minimo costo.
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come esprimiamo la preferenza da un punto di vista formale?
conseguenze di una logica della preferenza confrontata al nostro decidere effettivo-descrittivo
come esprimiamo la preferenza da un punto di vista formale?
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Il paradosso del sorite (dal greco antico &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3AF;&#x3C4;&#x3B7;&#x3C2; s&#x14D;rit&#x113;s aggettivo di &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3CC;&#x3C2; s&#x14D;ros, che significa "mucchio") &#xE8; un paradosso generalmente attribuito al filosofo greco Eubulide di Mileto, noto anche per una formulazione del paradosso del mentitore.
Dato un mucchio di sabbia, se eliminiamo un granello dal mucchio avremo ancora un mucchio. Eliminiamo poi un altro granello: &#xE8; ancora un mucchio. Eliminiamo ancora un granello, e poi ancora uno: il mucchio diventer&#xE0; sempre pi&#xF9; piccolo, finch&#xE9; rimarr&#xE0; un solo granello di sabbia. &#xC8; ancora un mucchio, quando rimane un solo granello? E se un solo granello non &#xE8; un mucchio, allora in quale momento quel mucchio iniziale non &#xE8; pi&#xF9; un mucchio?
Il paradosso del sorite (dal greco antico &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3AF;&#x3C4;&#x3B7;&#x3C2; s&#x14D;rit&#x113;s aggettivo di &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3CC;&#x3C2; s&#x14D;ros, che significa "mucchio") &#xE8; un paradosso generalmente attribuito al filosofo greco Eubulide di Mileto, noto anche per una formulazione del paradosso del mentitore.
Dato un mucchio di sabbia, se eliminiamo un granello dal mucchio avremo ancora un mucchio. Eliminiamo poi un altro granello: &#xE8; ancora un mucchio. Eliminiamo ancora un granello, e poi ancora uno: il mucchio diventer&#xE0; sempre pi&#xF9; piccolo, finch&#xE9; rimarr&#xE0; un solo granello di sabbia. &#xC8; ancora un mucchio, quando rimane un solo granello? E se un solo granello non &#xE8; un mucchio, allora in quale momento quel mucchio iniziale non &#xE8; pi&#xF9; un mucchio?
Il paradosso del sorite (dal greco antico &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3AF;&#x3C4;&#x3B7;&#x3C2; s&#x14D;rit&#x113;s aggettivo di &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3CC;&#x3C2; s&#x14D;ros, che significa "mucchio") &#xE8; un paradosso generalmente attribuito al filosofo greco Eubulide di Mileto, noto anche per una formulazione del paradosso del mentitore.
Dato un mucchio di sabbia, se eliminiamo un granello dal mucchio avremo ancora un mucchio. Eliminiamo poi un altro granello: &#xE8; ancora un mucchio. Eliminiamo ancora un granello, e poi ancora uno: il mucchio diventer&#xE0; sempre pi&#xF9; piccolo, finch&#xE9; rimarr&#xE0; un solo granello di sabbia. &#xC8; ancora un mucchio, quando rimane un solo granello? E se un solo granello non &#xE8; un mucchio, allora in quale momento quel mucchio iniziale non &#xE8; pi&#xF9; un mucchio?
Il paradosso del sorite (dal greco antico &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3AF;&#x3C4;&#x3B7;&#x3C2; s&#x14D;rit&#x113;s aggettivo di &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3CC;&#x3C2; s&#x14D;ros, che significa "mucchio") &#xE8; un paradosso generalmente attribuito al filosofo greco Eubulide di Mileto, noto anche per una formulazione del paradosso del mentitore.
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Dato un mucchio di sabbia, se eliminiamo un granello dal mucchio avremo ancora un mucchio. Eliminiamo poi un altro granello: &#xE8; ancora un mucchio. Eliminiamo ancora un granello, e poi ancora uno: il mucchio diventer&#xE0; sempre pi&#xF9; piccolo, finch&#xE9; rimarr&#xE0; un solo granello di sabbia. &#xC8; ancora un mucchio, quando rimane un solo granello? E se un solo granello non &#xE8; un mucchio, allora in quale momento quel mucchio iniziale non &#xE8; pi&#xF9; un mucchio?
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Il paradosso del sorite (dal greco antico &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3AF;&#x3C4;&#x3B7;&#x3C2; s&#x14D;rit&#x113;s aggettivo di &#x3C3;&#x3C9;&#x3C1;&#x3CC;&#x3C2; s&#x14D;ros, che significa "mucchio") &#xE8; un paradosso generalmente attribuito al filosofo greco Eubulide di Mileto, noto anche per una formulazione del paradosso del mentitore.
Dato un mucchio di sabbia, se eliminiamo un granello dal mucchio avremo ancora un mucchio. Eliminiamo poi un altro granello: &#xE8; ancora un mucchio. Eliminiamo ancora un granello, e poi ancora uno: il mucchio diventer&#xE0; sempre pi&#xF9; piccolo, finch&#xE9; rimarr&#xE0; un solo granello di sabbia. &#xC8; ancora un mucchio, quando rimane un solo granello? E se un solo granello non &#xE8; un mucchio, allora in quale momento quel mucchio iniziale non &#xE8; pi&#xF9; un mucchio?
Il passaggio da modelli sequenziali a modelli paralleli &#xE8; un che si trova molti punti di contatto con il passaggio dal funzionalismo al connessionismo delle reti neurali che si completa nel decennio seguente nell&#x2019;ambito dell'intelligenza artificiale e delle scienze cognitive. Il connessionismo nasce 10 anni dopo con Rumelhart & McClelland (1986). Questa teoria sviluppa l&#x2019;idea che l&#x2019;attivit&#xE0; del cervello si esplicita su operazioni che si attivano in parallelo in aree diverse e non in una sequenza rigida. Per il connessionismo, le attivit&#xE0; cognitive si sviluppano sul modello delle reti neurali. Le reti neurali sono modelli dell&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva che riprendono le caratteristiche neurofisiologiche del cervello. Esse sono reti costituite da nodi che parallelamente in ogni istante mantengono una base di eccitazione pi&#xF9; o meno elevata. I nodi sono collegati fra loro da collegamenti che trasmettono e moltiplicano l&#x2019;attivazione dei nodi. Il sistema ha la capacit&#xE0; di modificare le modalit&#xE0; di connessione e di relazione fra i nodi. Si lascia in questo modo che l&#x2019;attivazione viaggi fra i nodi e si arrivi ad un punto di equilibrio del sistema quando i valori di uscita di ceri nodi rappresentano il risultato del calcolo.
Il connessionismo, seppur mantenendo un approccio computazionale all&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva, critica l&#x2019;approccio logico-linguistico del funzionalismo con molteplici argomenti.. L&#x2019;architettura in parallelo e l&#x2019;assenza di una dimensione logico-linguistica (i nodi non possiedono qualit&#xE0; logico linguistiche ma si situano ad un livello molto inferiore rispetto alle competenze logiche successive) secondo il funzionalismo, consegna al sistema una pi&#xF9; netta plausibilit&#xE0; biologica e spiega molto meglio attivit&#xE0; complesse e veloci di cui il cervello e capace, e che sarebbero molto pi&#xF9; macchinose ed inefficaci se affrontate con modelli algoritmici sequenziali e centralizzati su una memoria ed una unit&#xE0; di calcolo uniche. Nel modello in parallelo invece i compiti sono semplici e distribuiti fra i nodi e le reti di nodi. Il modello delle reti replica, secondo i connessionisti, la struttura del cervello, i limiti biologici e soprattutto le esigenze che l&#x2019;ambiente e l&#x2019;evoluzione hanno presentato allo sviluppo del cervello: elasticit&#xE0;, velocit&#xE0;, adattabilit&#xE0;, ecc. (per un approfondimento si rimanda a Di Francesco 2002)
Il passaggio da modelli sequenziali a modelli paralleli &#xE8; un che si trova molti punti di contatto con il passaggio dal funzionalismo al connessionismo delle reti neurali che si completa nel decennio seguente nell&#x2019;ambito dell'intelligenza artificiale e delle scienze cognitive. Il connessionismo nasce 10 anni dopo con Rumelhart & McClelland (1986). Questa teoria sviluppa l&#x2019;idea che l&#x2019;attivit&#xE0; del cervello si esplicita su operazioni che si attivano in parallelo in aree diverse e non in una sequenza rigida. Per il connessionismo, le attivit&#xE0; cognitive si sviluppano sul modello delle reti neurali. Le reti neurali sono modelli dell&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva che riprendono le caratteristiche neurofisiologiche del cervello. Esse sono reti costituite da nodi che parallelamente in ogni istante mantengono una base di eccitazione pi&#xF9; o meno elevata. I nodi sono collegati fra loro da collegamenti che trasmettono e moltiplicano l&#x2019;attivazione dei nodi. Il sistema ha la capacit&#xE0; di modificare le modalit&#xE0; di connessione e di relazione fra i nodi. Si lascia in questo modo che l&#x2019;attivazione viaggi fra i nodi e si arrivi ad un punto di equilibrio del sistema quando i valori di uscita di ceri nodi rappresentano il risultato del calcolo.
Il connessionismo, seppur mantenendo un approccio computazionale all&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva, critica l&#x2019;approccio logico-linguistico del funzionalismo con molteplici argomenti.. L&#x2019;architettura in parallelo e l&#x2019;assenza di una dimensione logico-linguistica (i nodi non possiedono qualit&#xE0; logico linguistiche ma si situano ad un livello molto inferiore rispetto alle competenze logiche successive) secondo il funzionalismo, consegna al sistema una pi&#xF9; netta plausibilit&#xE0; biologica e spiega molto meglio attivit&#xE0; complesse e veloci di cui il cervello e capace, e che sarebbero molto pi&#xF9; macchinose ed inefficaci se affrontate con modelli algoritmici sequenziali e centralizzati su una memoria ed una unit&#xE0; di calcolo uniche. Nel modello in parallelo invece i compiti sono semplici e distribuiti fra i nodi e le reti di nodi. Il modello delle reti replica, secondo i connessionisti, la struttura del cervello, i limiti biologici e soprattutto le esigenze che l&#x2019;ambiente e l&#x2019;evoluzione hanno presentato allo sviluppo del cervello: elasticit&#xE0;, velocit&#xE0;, adattabilit&#xE0;, ecc. (per un approfondimento si rimanda a Di Francesco 2002)
Il passaggio da modelli sequenziali a modelli paralleli &#xE8; un che si trova molti punti di contatto con il passaggio dal funzionalismo al connessionismo delle reti neurali che si completa nel decennio seguente nell&#x2019;ambito dell'intelligenza artificiale e delle scienze cognitive. Il connessionismo nasce 10 anni dopo con Rumelhart & McClelland (1986). Questa teoria sviluppa l&#x2019;idea che l&#x2019;attivit&#xE0; del cervello si esplicita su operazioni che si attivano in parallelo in aree diverse e non in una sequenza rigida. Per il connessionismo, le attivit&#xE0; cognitive si sviluppano sul modello delle reti neurali. Le reti neurali sono modelli dell&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva che riprendono le caratteristiche neurofisiologiche del cervello. Esse sono reti costituite da nodi che parallelamente in ogni istante mantengono una base di eccitazione pi&#xF9; o meno elevata. I nodi sono collegati fra loro da collegamenti che trasmettono e moltiplicano l&#x2019;attivazione dei nodi. Il sistema ha la capacit&#xE0; di modificare le modalit&#xE0; di connessione e di relazione fra i nodi. Si lascia in questo modo che l&#x2019;attivazione viaggi fra i nodi e si arrivi ad un punto di equilibrio del sistema quando i valori di uscita di ceri nodi rappresentano il risultato del calcolo.
Il connessionismo, seppur mantenendo un approccio computazionale all&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva, critica l&#x2019;approccio logico-linguistico del funzionalismo con molteplici argomenti.. L&#x2019;architettura in parallelo e l&#x2019;assenza di una dimensione logico-linguistica (i nodi non possiedono qualit&#xE0; logico linguistiche ma si situano ad un livello molto inferiore rispetto alle competenze logiche successive) secondo il funzionalismo, consegna al sistema una pi&#xF9; netta plausibilit&#xE0; biologica e spiega molto meglio attivit&#xE0; complesse e veloci di cui il cervello e capace, e che sarebbero molto pi&#xF9; macchinose ed inefficaci se affrontate con modelli algoritmici sequenziali e centralizzati su una memoria ed una unit&#xE0; di calcolo uniche. Nel modello in parallelo invece i compiti sono semplici e distribuiti fra i nodi e le reti di nodi. Il modello delle reti replica, secondo i connessionisti, la struttura del cervello, i limiti biologici e soprattutto le esigenze che l&#x2019;ambiente e l&#x2019;evoluzione hanno presentato allo sviluppo del cervello: elasticit&#xE0;, velocit&#xE0;, adattabilit&#xE0;, ecc. (per un approfondimento si rimanda a Di Francesco 2002)
Il passaggio da modelli sequenziali a modelli paralleli &#xE8; un che si trova molti punti di contatto con il passaggio dal funzionalismo al connessionismo delle reti neurali che si completa nel decennio seguente nell&#x2019;ambito dell'intelligenza artificiale e delle scienze cognitive. Il connessionismo nasce 10 anni dopo con Rumelhart & McClelland (1986). Questa teoria sviluppa l&#x2019;idea che l&#x2019;attivit&#xE0; del cervello si esplicita su operazioni che si attivano in parallelo in aree diverse e non in una sequenza rigida. Per il connessionismo, le attivit&#xE0; cognitive si sviluppano sul modello delle reti neurali. Le reti neurali sono modelli dell&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva che riprendono le caratteristiche neurofisiologiche del cervello. Esse sono reti costituite da nodi che parallelamente in ogni istante mantengono una base di eccitazione pi&#xF9; o meno elevata. I nodi sono collegati fra loro da collegamenti che trasmettono e moltiplicano l&#x2019;attivazione dei nodi. Il sistema ha la capacit&#xE0; di modificare le modalit&#xE0; di connessione e di relazione fra i nodi. Si lascia in questo modo che l&#x2019;attivazione viaggi fra i nodi e si arrivi ad un punto di equilibrio del sistema quando i valori di uscita di ceri nodi rappresentano il risultato del calcolo.
Il connessionismo, seppur mantenendo un approccio computazionale all&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva, critica l&#x2019;approccio logico-linguistico del funzionalismo con molteplici argomenti.. L&#x2019;architettura in parallelo e l&#x2019;assenza di una dimensione logico-linguistica (i nodi non possiedono qualit&#xE0; logico linguistiche ma si situano ad un livello molto inferiore rispetto alle competenze logiche successive) secondo il funzionalismo, consegna al sistema una pi&#xF9; netta plausibilit&#xE0; biologica e spiega molto meglio attivit&#xE0; complesse e veloci di cui il cervello e capace, e che sarebbero molto pi&#xF9; macchinose ed inefficaci se affrontate con modelli algoritmici sequenziali e centralizzati su una memoria ed una unit&#xE0; di calcolo uniche. Nel modello in parallelo invece i compiti sono semplici e distribuiti fra i nodi e le reti di nodi. Il modello delle reti replica, secondo i connessionisti, la struttura del cervello, i limiti biologici e soprattutto le esigenze che l&#x2019;ambiente e l&#x2019;evoluzione hanno presentato allo sviluppo del cervello: elasticit&#xE0;, velocit&#xE0;, adattabilit&#xE0;, ecc. (per un approfondimento si rimanda a Di Francesco 2002)
Il passaggio da modelli sequenziali a modelli paralleli &#xE8; un che si trova molti punti di contatto con il passaggio dal funzionalismo al connessionismo delle reti neurali che si completa nel decennio seguente nell&#x2019;ambito dell'intelligenza artificiale e delle scienze cognitive. Il connessionismo nasce 10 anni dopo con Rumelhart & McClelland (1986). Questa teoria sviluppa l&#x2019;idea che l&#x2019;attivit&#xE0; del cervello si esplicita su operazioni che si attivano in parallelo in aree diverse e non in una sequenza rigida. Per il connessionismo, le attivit&#xE0; cognitive si sviluppano sul modello delle reti neurali. Le reti neurali sono modelli dell&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva che riprendono le caratteristiche neurofisiologiche del cervello. Esse sono reti costituite da nodi che parallelamente in ogni istante mantengono una base di eccitazione pi&#xF9; o meno elevata. I nodi sono collegati fra loro da collegamenti che trasmettono e moltiplicano l&#x2019;attivazione dei nodi. Il sistema ha la capacit&#xE0; di modificare le modalit&#xE0; di connessione e di relazione fra i nodi. Si lascia in questo modo che l&#x2019;attivazione viaggi fra i nodi e si arrivi ad un punto di equilibrio del sistema quando i valori di uscita di ceri nodi rappresentano il risultato del calcolo.
Il connessionismo, seppur mantenendo un approccio computazionale all&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva, critica l&#x2019;approccio logico-linguistico del funzionalismo con molteplici argomenti.. L&#x2019;architettura in parallelo e l&#x2019;assenza di una dimensione logico-linguistica (i nodi non possiedono qualit&#xE0; logico linguistiche ma si situano ad un livello molto inferiore rispetto alle competenze logiche successive) secondo il funzionalismo, consegna al sistema una pi&#xF9; netta plausibilit&#xE0; biologica e spiega molto meglio attivit&#xE0; complesse e veloci di cui il cervello e capace, e che sarebbero molto pi&#xF9; macchinose ed inefficaci se affrontate con modelli algoritmici sequenziali e centralizzati su una memoria ed una unit&#xE0; di calcolo uniche. Nel modello in parallelo invece i compiti sono semplici e distribuiti fra i nodi e le reti di nodi. Il modello delle reti replica, secondo i connessionisti, la struttura del cervello, i limiti biologici e soprattutto le esigenze che l&#x2019;ambiente e l&#x2019;evoluzione hanno presentato allo sviluppo del cervello: elasticit&#xE0;, velocit&#xE0;, adattabilit&#xE0;, ecc. (per un approfondimento si rimanda a Di Francesco 2002)
Il passaggio da modelli sequenziali a modelli paralleli &#xE8; un che si trova molti punti di contatto con il passaggio dal funzionalismo al connessionismo delle reti neurali che si completa nel decennio seguente nell&#x2019;ambito dell'intelligenza artificiale e delle scienze cognitive. Il connessionismo nasce 10 anni dopo con Rumelhart & McClelland (1986). Questa teoria sviluppa l&#x2019;idea che l&#x2019;attivit&#xE0; del cervello si esplicita su operazioni che si attivano in parallelo in aree diverse e non in una sequenza rigida. Per il connessionismo, le attivit&#xE0; cognitive si sviluppano sul modello delle reti neurali. Le reti neurali sono modelli dell&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva che riprendono le caratteristiche neurofisiologiche del cervello. Esse sono reti costituite da nodi che parallelamente in ogni istante mantengono una base di eccitazione pi&#xF9; o meno elevata. I nodi sono collegati fra loro da collegamenti che trasmettono e moltiplicano l&#x2019;attivazione dei nodi. Il sistema ha la capacit&#xE0; di modificare le modalit&#xE0; di connessione e di relazione fra i nodi. Si lascia in questo modo che l&#x2019;attivazione viaggi fra i nodi e si arrivi ad un punto di equilibrio del sistema quando i valori di uscita di ceri nodi rappresentano il risultato del calcolo.
Il connessionismo, seppur mantenendo un approccio computazionale all&#x2019;attivit&#xE0; cognitiva, critica l&#x2019;approccio logico-linguistico del funzionalismo con molteplici argomenti.. L&#x2019;architettura in parallelo e l&#x2019;assenza di una dimensione logico-linguistica (i nodi non possiedono qualit&#xE0; logico linguistiche ma si situano ad un livello molto inferiore rispetto alle competenze logiche successive) secondo il funzionalismo, consegna al sistema una pi&#xF9; netta plausibilit&#xE0; biologica e spiega molto meglio attivit&#xE0; complesse e veloci di cui il cervello e capace, e che sarebbero molto pi&#xF9; macchinose ed inefficaci se affrontate con modelli algoritmici sequenziali e centralizzati su una memoria ed una unit&#xE0; di calcolo uniche. Nel modello in parallelo invece i compiti sono semplici e distribuiti fra i nodi e le reti di nodi. Il modello delle reti replica, secondo i connessionisti, la struttura del cervello, i limiti biologici e soprattutto le esigenze che l&#x2019;ambiente e l&#x2019;evoluzione hanno presentato allo sviluppo del cervello: elasticit&#xE0;, velocit&#xE0;, adattabilit&#xE0;, ecc. (per un approfondimento si rimanda a Di Francesco 2002)
Gli assiomi della teoria dell'utilit&#xE0; attesa sono violati anche a causa di altri processi cognitivi. Uno di questi &#xE8; l'effetto di incorniciamento (framing effect, Tversky e Kahneman 1981). L'incorniciamento raccoglie gli effetti del contesto e del modo in cui viene presentato il problema decisionale. Il processo decisionale pu&#xF2; essere diviso in due parti: l'incorniciamento, in cui l'agente effettua un'analisi preliminare del problema decisionale, organizza le informazioni, calcola alternative ed effetti: questa fase semplifica il problema e offre elementi per la fase successiva della valutazione. Tversky e Kahneman (1981), grazie ad alcuni esperimenti, dimostrano che l'incorniciamento pu&#xF2; avere conseguenze profonde sulla scelta fino a cambiarne gli esiti. In uno di questi esperimenti si dimostra che la valutazione di alcune alternative di una scelta dipende dal modo in cui queste vengono presentate.
Gli assiomi della teoria dell'utilit&#xE0; attesa sono violati anche a causa di altri processi cognitivi. Uno di questi &#xE8; l'effetto di incorniciamento (framing effect, Tversky e Kahneman 1981). L'incorniciamento raccoglie gli effetti del contesto e del modo in cui viene presentato il problema decisionale. Il processo decisionale pu&#xF2; essere diviso in due parti: l'incorniciamento, in cui l'agente effettua un'analisi preliminare del problema decisionale, organizza le informazioni, calcola alternative ed effetti: questa fase semplifica il problema e offre elementi per la fase successiva della valutazione. Tversky e Kahneman (1981), grazie ad alcuni esperimenti, dimostrano che l'incorniciamento pu&#xF2; avere conseguenze profonde sulla scelta fino a cambiarne gli esiti. In uno di questi esperimenti si dimostra che la valutazione di alcune alternative di una scelta dipende dal modo in cui queste vengono presentate.
Gli assiomi della teoria dell'utilit&#xE0; attesa sono violati anche a causa di altri processi cognitivi. Uno di questi &#xE8; l'effetto di incorniciamento (framing effect, Tversky e Kahneman 1981). L'incorniciamento raccoglie gli effetti del contesto e del modo in cui viene presentato il problema decisionale. Il processo decisionale pu&#xF2; essere diviso in due parti: l'incorniciamento, in cui l'agente effettua un'analisi preliminare del problema decisionale, organizza le informazioni, calcola alternative ed effetti: questa fase semplifica il problema e offre elementi per la fase successiva della valutazione. Tversky e Kahneman (1981), grazie ad alcuni esperimenti, dimostrano che l'incorniciamento pu&#xF2; avere conseguenze profonde sulla scelta fino a cambiarne gli esiti. In uno di questi esperimenti si dimostra che la valutazione di alcune alternative di una scelta dipende dal modo in cui queste vengono presentate.
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Seppur si verifichi il caso contenuto nel conseguente B, non &#xE8; detto che sia stato proprio il verificarsi dell&#x2019;antecedente A a scaturire il verificarsi del conseguente B. Sarebbero potute intervenire altre potenziali cause o altri eventi correlati con B invece di quelli contenuti in A. Il ragionamento nell&#x2019;esempio non regge perch&#xE9; il magistrato potrebbe inquisire dei politici per molteplici cause, per esempio perch&#xE9; il comportamento di questi politici lascia ipotizzare dei reati commessi dagli stessi su cui &#xE8; bene indagare, o perch&#xE9; ci sono state delle denunce che li citano, ecc.. In questo modo il politico getta discredito sull&#x2019;onest&#xE0; della magistratura per sminuire anche l&#x2019;entit&#xE0; delle accuse rivolte alla sua persona. Questo ragionamento potrebbe convincere l&#x2019;elettorato che l&#x2019;introduzione di una legge che impedisca ai magistrati di indagare sui politici in carica possa essere una atto di giustizia, che riporti la magistratura all&#x2019;ordine e lasci i politici liberi lavorare pi&#xF9; fruttuosamente per il paese. Questo argomento fallace potrebbe, quindi, spostare delle preferenze elettorali a favore del politico indagato per corruzione.
Seppur si verifichi il caso contenuto nel conseguente B, non &#xE8; detto che sia stato proprio il verificarsi dell&#x2019;antecedente A a scaturire il verificarsi del conseguente B. Sarebbero potute intervenire altre potenziali cause o altri eventi correlati con B invece di quelli contenuti in A. Il ragionamento nell&#x2019;esempio non regge perch&#xE9; il magistrato potrebbe inquisire dei politici per molteplici cause, per esempio perch&#xE9; il comportamento di questi politici lascia ipotizzare dei reati commessi dagli stessi su cui &#xE8; bene indagare, o perch&#xE9; ci sono state delle denunce che li citano, ecc.. In questo modo il politico getta discredito sull&#x2019;onest&#xE0; della magistratura per sminuire anche l&#x2019;entit&#xE0; delle accuse rivolte alla sua persona. Questo ragionamento potrebbe convincere l&#x2019;elettorato che l&#x2019;introduzione di una legge che impedisca ai magistrati di indagare sui politici in carica possa essere una atto di giustizia, che riporti la magistratura all&#x2019;ordine e lasci i politici liberi lavorare pi&#xF9; fruttuosamente per il paese. Questo argomento fallace potrebbe, quindi, spostare delle preferenze elettorali a favore del politico indagato per corruzione.
Seppur si verifichi il caso contenuto nel conseguente B, non &#xE8; detto che sia stato proprio il verificarsi dell&#x2019;antecedente A a scaturire il verificarsi del conseguente B. Sarebbero potute intervenire altre potenziali cause o altri eventi correlati con B invece di quelli contenuti in A. Il ragionamento nell&#x2019;esempio non regge perch&#xE9; il magistrato potrebbe inquisire dei politici per molteplici cause, per esempio perch&#xE9; il comportamento di questi politici lascia ipotizzare dei reati commessi dagli stessi su cui &#xE8; bene indagare, o perch&#xE9; ci sono state delle denunce che li citano, ecc.. In questo modo il politico getta discredito sull&#x2019;onest&#xE0; della magistratura per sminuire anche l&#x2019;entit&#xE0; delle accuse rivolte alla sua persona. Questo ragionamento potrebbe convincere l&#x2019;elettorato che l&#x2019;introduzione di una legge che impedisca ai magistrati di indagare sui politici in carica possa essere una atto di giustizia, che riporti la magistratura all&#x2019;ordine e lasci i politici liberi lavorare pi&#xF9; fruttuosamente per il paese. Questo argomento fallace potrebbe, quindi, spostare delle preferenze elettorali a favore del politico indagato per corruzione.
Seppur si verifichi il caso contenuto nel conseguente B, non &#xE8; detto che sia stato proprio il verificarsi dell&#x2019;antecedente A a scaturire il verificarsi del conseguente B. Sarebbero potute intervenire altre potenziali cause o altri eventi correlati con B invece di quelli contenuti in A. Il ragionamento nell&#x2019;esempio non regge perch&#xE9; il magistrato potrebbe inquisire dei politici per molteplici cause, per esempio perch&#xE9; il comportamento di questi politici lascia ipotizzare dei reati commessi dagli stessi su cui &#xE8; bene indagare, o perch&#xE9; ci sono state delle denunce che li citano, ecc.. In questo modo il politico getta discredito sull&#x2019;onest&#xE0; della magistratura per sminuire anche l&#x2019;entit&#xE0; delle accuse rivolte alla sua persona. Questo ragionamento potrebbe convincere l&#x2019;elettorato che l&#x2019;introduzione di una legge che impedisca ai magistrati di indagare sui politici in carica possa essere una atto di giustizia, che riporti la magistratura all&#x2019;ordine e lasci i politici liberi lavorare pi&#xF9; fruttuosamente per il paese. Questo argomento fallace potrebbe, quindi, spostare delle preferenze elettorali a favore del politico indagato per corruzione.
Seppur si verifichi il caso contenuto nel conseguente B, non &#xE8; detto che sia stato proprio il verificarsi dell&#x2019;antecedente A a scaturire il verificarsi del conseguente B. Sarebbero potute intervenire altre potenziali cause o altri eventi correlati con B invece di quelli contenuti in A. Il ragionamento nell&#x2019;esempio non regge perch&#xE9; il magistrato potrebbe inquisire dei politici per molteplici cause, per esempio perch&#xE9; il comportamento di questi politici lascia ipotizzare dei reati commessi dagli stessi su cui &#xE8; bene indagare, o perch&#xE9; ci sono state delle denunce che li citano, ecc.. In questo modo il politico getta discredito sull&#x2019;onest&#xE0; della magistratura per sminuire anche l&#x2019;entit&#xE0; delle accuse rivolte alla sua persona. Questo ragionamento potrebbe convincere l&#x2019;elettorato che l&#x2019;introduzione di una legge che impedisca ai magistrati di indagare sui politici in carica possa essere una atto di giustizia, che riporti la magistratura all&#x2019;ordine e lasci i politici liberi lavorare pi&#xF9; fruttuosamente per il paese. Questo argomento fallace potrebbe, quindi, spostare delle preferenze elettorali a favore del politico indagato per corruzione.
Seppur si verifichi il caso contenuto nel conseguente B, non &#xE8; detto che sia stato proprio il verificarsi dell&#x2019;antecedente A a scaturire il verificarsi del conseguente B. Sarebbero potute intervenire altre potenziali cause o altri eventi correlati con B invece di quelli contenuti in A. Il ragionamento nell&#x2019;esempio non regge perch&#xE9; il magistrato potrebbe inquisire dei politici per molteplici cause, per esempio perch&#xE9; il comportamento di questi politici lascia ipotizzare dei reati commessi dagli stessi su cui &#xE8; bene indagare, o perch&#xE9; ci sono state delle denunce che li citano, ecc.. In questo modo il politico getta discredito sull&#x2019;onest&#xE0; della magistratura per sminuire anche l&#x2019;entit&#xE0; delle accuse rivolte alla sua persona. Questo ragionamento potrebbe convincere l&#x2019;elettorato che l&#x2019;introduzione di una legge che impedisca ai magistrati di indagare sui politici in carica possa essere una atto di giustizia, che riporti la magistratura all&#x2019;ordine e lasci i politici liberi lavorare pi&#xF9; fruttuosamente per il paese. Questo argomento fallace potrebbe, quindi, spostare delle preferenze elettorali a favore del politico indagato per corruzione.
Seppur si verifichi il caso contenuto nel conseguente B, non &#xE8; detto che sia stato proprio il verificarsi dell&#x2019;antecedente A a scaturire il verificarsi del conseguente B. Sarebbero potute intervenire altre potenziali cause o altri eventi correlati con B invece di quelli contenuti in A. Il ragionamento nell&#x2019;esempio non regge perch&#xE9; il magistrato potrebbe inquisire dei politici per molteplici cause, per esempio perch&#xE9; il comportamento di questi politici lascia ipotizzare dei reati commessi dagli stessi su cui &#xE8; bene indagare, o perch&#xE9; ci sono state delle denunce che li citano, ecc.. In questo modo il politico getta discredito sull&#x2019;onest&#xE0; della magistratura per sminuire anche l&#x2019;entit&#xE0; delle accuse rivolte alla sua persona. Questo ragionamento potrebbe convincere l&#x2019;elettorato che l&#x2019;introduzione di una legge che impedisca ai magistrati di indagare sui politici in carica possa essere una atto di giustizia, che riporti la magistratura all&#x2019;ordine e lasci i politici liberi lavorare pi&#xF9; fruttuosamente per il paese. Questo argomento fallace potrebbe, quindi, spostare delle preferenze elettorali a favore del politico indagato per corruzione.
Seppur si verifichi il caso contenuto nel conseguente B, non &#xE8; detto che sia stato proprio il verificarsi dell&#x2019;antecedente A a scaturire il verificarsi del conseguente B. Sarebbero potute intervenire altre potenziali cause o altri eventi correlati con B invece di quelli contenuti in A. Il ragionamento nell&#x2019;esempio non regge perch&#xE9; il magistrato potrebbe inquisire dei politici per molteplici cause, per esempio perch&#xE9; il comportamento di questi politici lascia ipotizzare dei reati commessi dagli stessi su cui &#xE8; bene indagare, o perch&#xE9; ci sono state delle denunce che li citano, ecc.. In questo modo il politico getta discredito sull&#x2019;onest&#xE0; della magistratura per sminuire anche l&#x2019;entit&#xE0; delle accuse rivolte alla sua persona. Questo ragionamento potrebbe convincere l&#x2019;elettorato che l&#x2019;introduzione di una legge che impedisca ai magistrati di indagare sui politici in carica possa essere una atto di giustizia, che riporti la magistratura all&#x2019;ordine e lasci i politici liberi lavorare pi&#xF9; fruttuosamente per il paese. Questo argomento fallace potrebbe, quindi, spostare delle preferenze elettorali a favore del politico indagato per corruzione.
Seppur si verifichi il caso contenuto nel conseguente B, non &#xE8; detto che sia stato proprio il verificarsi dell&#x2019;antecedente A a scaturire il verificarsi del conseguente B. Sarebbero potute intervenire altre potenziali cause o altri eventi correlati con B invece di quelli contenuti in A. Il ragionamento nell&#x2019;esempio non regge perch&#xE9; il magistrato potrebbe inquisire dei politici per molteplici cause, per esempio perch&#xE9; il comportamento di questi politici lascia ipotizzare dei reati commessi dagli stessi su cui &#xE8; bene indagare, o perch&#xE9; ci sono state delle denunce che li citano, ecc.. In questo modo il politico getta discredito sull&#x2019;onest&#xE0; della magistratura per sminuire anche l&#x2019;entit&#xE0; delle accuse rivolte alla sua persona. Questo ragionamento potrebbe convincere l&#x2019;elettorato che l&#x2019;introduzione di una legge che impedisca ai magistrati di indagare sui politici in carica possa essere una atto di giustizia, che riporti la magistratura all&#x2019;ordine e lasci i politici liberi lavorare pi&#xF9; fruttuosamente per il paese. Questo argomento fallace potrebbe, quindi, spostare delle preferenze elettorali a favore del politico indagato per corruzione.
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L&#x2019;euristica della disponibilit&#xE0; &#xE8; utilizzata quando, nel fornire una stima riguardo al possibile accadere di eventi futuri, gli agenti utilizzano la loro esperienza relativa al verificarsi di eventi simili in passato. Ritrovare nella memoria di esempi passati gli strumenti per la soluzione di problemi da affrontare e l&#x2019;interpretazione di eventi che accadono nel presente &#xE8; una strategia cognitiva molto potente. La memoria conserva gli esiti di osservazioni e interpretazioni di eventi del passato, questi creano un database di casi fitto di connessioni, pronto per rilevare una certa regolarit&#xE0; negli accadimenti e quindi una forte capacit&#xE0; di &#x201C;predire&#x201D; gli esiti di eventi futuri. La memoria conserva gli strumenti teorici e pratici per affrontare i nuovi problemi1. &#xC9; quella facolt&#xE0; chiamata &#x201C;esperienza&#x201D; nel linguaggio comune.
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