1. PROGETTO
CARCERE
Gruppo: Chiara Boschelle, Alessia De Lorenzi,
Barbara Galeazzo, Miriam Rizzi, Giulia Salvò,
Elena Simonato.
Liceo Duca D’Aosta
Anno 2012/2013
Classe V I -
Prof. Gabriella Peracchi
4. • ORGANIZZAZIONE sul territorio di Padova:
10 assistenti sociali 2 non vanno in carcere
8 vanno in carcere
TRE STRUTTURE CARCERARIE
DUE CASE CIRCONDARIALI:
(Padova, Rovigo)
Detenuti che aspettano la pena
UNA CASA DI RECLUSIONE:
Detenuti che scontano la pena
5. • L’assistente sociale va in media, in carcere, una
volta a settimana e riesce a fare circa tre o
quattro colloqui al giorno, in quanto sono
estremamente pesanti a livello emotivo.
• L’assistente sociale deve essere in grado di
provare empatia per il detenuto, ma allo stesso
tempo non deve rischiare di “affezionarsi”.
• L’assistente sociale deve mantenere la propria
professionalità perché non può abbandonare il
caso, cosa che possono fare gli educatori e gli
psicologi quando si trovano in difficoltà.
6. • ATTIVITA’:
1. Colloquio con i detenuti (numero limitato)
2. Visite domiciliari (alle famiglie o al detenuto stesso)
3. Contatto con enti territoriali (Sert, Servizi Psichiatrici,
Comuni)
4. Visite sul posto di lavoro dei detenuti
5. Stesura relazioni
6. Incontri équipe (educatori, esperto psicologo, medico,
polizia penitenziaria, psichiatra, quando richiesto)
7. • COMPITI:
1. Gli assistenti sociali svolgono un ruolo di aiuto nei confronti dei
carcerati, cercano di far terminare la pena del detenuto al di
fuori del carcere, con le misure alternative
2. Devono preservare il rapporto con il detenuto da possibili
deterioramenti e mantenere uno stato di lucidità per non
essere coinvolti emotivamente
3. Attenzione alle vittime (evitare che la vittima o i suoi familiari
entrino direttamente in contatto con il detenuto che ha recato
il danno, es: stupro)
4. Attività riparativa: prescrizione disposta dal Magistrato nel
momento in cui la misura alternativa viene concessa. Il
detenuto svolge attività utili per la collettività (volontariato)
5. La consulenza degli assistenti è differente da quella degli
educatori, perché questi seguono il detenuto durante la loro
detenzione
8. •
1.
2.
3.
4.
5.
INTERVENTI:
Tribunale di Sorveglianza: richiede agli assistenti una
inchiesta socio-familiare, una relazione per orientare la sua
decisione di concedere o meno la misura alternativa al
detenuto
Il Tribunale concede la misura alternativa e il carcerato passa
sotto la responsabilità dell’assistente sociale che ha il
compito di aiuto, di controllo e monitoraggio della misura
alternativa
Collaborazione con il Carcere: il detenuto viene sottoposto
all’osservazione scientifica della personalità, svolta
dall’équipe degli operatori penitenziari
Relazione di sintesi: parere in merito alle attività che si
possono intraprendere con il detenuto (culturali, scolastiche,
lavorative)
Le relazioni vengono consegnate al Magistrato di
9. LE NOSTRE RIFLESSIONI
• Siamo rimasti sorpresi da alcuni dati che ci ha fornito
la Prof.ssa Ornella Favero: il numero di assistenti
sociali, psicologi ed educatori non è proporzionato al
numero dei carcerati.
Crediamo sia necessario alzare il numero degli
operatori affinché si possano attuare dei percorsi di
rieducazione adeguati e per non lasciare solo il
carcerato in questo suo percorso.