IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
Presentazione di Andrea Ichino - Roma, 14/04/2011
1. Cosa sta accadendo in un grande ateneo italiano “post gelmini” Tutto cambia affinché nulla cambi Andrea Ichino
2. • “ Incentivazione della qualità ed efficienza del sistema universitario” • Meccanismi internazionalmente accettati per il reclutamento dei docenti • “ Tenure track system” per l’inizio della carriera accademica • Valutazione della didattica e della ricerca • Elementi di disciplina finanziaria per gli atenei • Abolizione dell’inefficiente “contrapposizione” tra facoltà e dipartimenti • Nuovo statuto e nuova “governance” per gli atenei Lo statuto ha per ora attratto tutta l’attenzione dato il termine del 29 luglio. Elementi “potenzialmente” positivi della Riforma Gelmini
3. Il dibattito coinvolge solo chi ha gestito l’ateneo in passato e non vuole cambiare. Poiché i finanziamenti statali agli atenei sono ancora prevalentemente legati allo “ storico”, la didattica, e non la ricerca, é l’oggetto delle maggiori preoccupazioni. Il problema fondamentale di cui tutti discutono é la transizione da un sistema fondato sulle facoltá a un sistema fondato sui dipartimenti: lotta di potere Non vengono affrontate le questioni preliminari più importanti: • Teaching college o research university? Quali sono gli obiettivi dell’ateneo? • Controlli ex ante e dirigismo centralizzato e burocratico? • Oppure sistema fondato su: obiettivi! autonomia! valutazione ! fondi? • Come verranno valutate la didattica e la ricerca? Sono gli stessi errori che vediamo a livello di Paese: il nodo dell ANVUR. Il dibattito sullo statuto é partito con il piede sbagliato
4. Per una “Research University” la logica della riforma dovrebbe essere (come nel sistema anglosassone): • I dipartimenti si formano per libera aggregazione di ricercatori a fini di ricerca. • La didattica dei dipartimenti consegue direttamente dalla buona ricerca. • La struttura dei corsi é quindi decisa autonomamente dai dipartimenti. • Il reclutamento avviene principalmente per motivi di ricerca e subordinatamente per coprire insegnamenti. • Eventuali insegnamenti scoperti in altre discipline vengono coperti sul mercato esterno o attraverso l’attività di coordinamento delle scuole • Gli obiettivi di ricerca e didattica e la valutazione dei risultati guidano il comportamento dei dipartimenti: il centro d`a poche regole e molta autonomia. Dipartimenti, facoltà/scuole : la logica della riforma
5. Tre mesi prima della Legge 240/10, il DM 17/10 prescrive i requisiti necessari per l’attivazione dei corsi di studio: • obiettivo annunciato: limitare la proliferazione dei corsi di laurea inutili; • realtà: pessimo esempio di gestione centralistica ex ante, in contrasto con il binomio autonomia-valutazione ex post. Il DM 17/10 sostanzialmente impone: • quali materie debbano essere insegnate per ogni corso di laurea; • da quali settori disciplinari debbano venire i docenti; • solo 30% max dei corsi può essere commissionato all’esterno. Il DM 17/10 é in grave contrasto con la logica della Legge 240/10: • l’esempio di veterinaria • l’esempio di economia La mano sinistra della Gelmini non conosce la destra
6. Cosa si può fare per cercare di ridurre i danni? Prevedo mesi di discussioni tra chi ha tempo da buttare per queste cose al fine di ottenere che “Tutto cambi affinché nulla cambi”. Il gruppo 2003 sta mettendo in piedi un Osservatorio Internet sull’Università con i seguenti scopi: • Monitorare l’attvit à dell’ANVUR. • Denunciare le incongruenze e le assurdità legislative che impediscono ai dipartimenti e ai ricercatori di lavorare bene. • Mettere in evidenza esperienze virtuose: – realizzate; – auspicabili (con particolare riferimento agli statuti). • Mostrare come l’apporto dei privati all’università possa essere positivo e costruttivo.
7. Questo sistema universitario è una pianta quasi secca che difficilmente potrà dare frutti. Bisogna pensare ad un nuovo sistema parallelo su basi interamente nuove e soprattutto affidato a persone diverse da quelle che gestiscono il sistema attuale. Il problema principale sono i professori stessi che all’interno degli atenei frenano il cambiamento. Forse si può ricominciare da tre, come diceva Troisi. Ma quel tre di buono che oggi possiamo trovare va inserito in un sistema radicalmente nuovo. La valutazione della ricerca (ANVUR) è la pietra angolare da cui partire. Il mio timore, dopo 3 mesi di dibattito a Bologna