fisiologia del peritoneale propedeutico alla dialisi peritoneale CAPD
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Metodologia in clinica esiste ancora? gin-a33_v6_00248_17
Alberghini fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
1. Fisiologia del peritoneo
ISTITUTI CLINICI DI PERFEZIONAMENTO
P.O. BASSINI-Cinisello Balsamo
Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi
Elena Alberghini
XV CONVEGNO NAZIONALE DEL GRUPPO DI STUDIO DI DIALISI PERITONEALE
Bari 18/03/2010-20/03/2010
2. La cavità peritoneale
Caratteristiche
•Ampia superficie
•Ampio flusso ematico
totale splancnico
•Trasporto di acqua +
molecole tra sangue e
cavità
Utilizzo “parafisiologico” a
scopo clinico.
3. Membrana peritoneale “anatomica”: componenti
1- CELLULE MESOTELIALI
PAVIMENTOSE: rivestite da microvilli, carica
negativa, secernono fosfatidilcolina (lubrificante)
2- M.B. SOTTOMESOTELIALE:
collagene IV, laminina, fibronectina, proteoglicani
3- STRATO SOTTOMESOTELIALE
PAUCICELLULARE:
arterie, vene, linfatici e fibre nervose
immerse in una matrice connettivale (sostanza
fondamentale con acido ialuronico, fibre elastiche,
collagene I e III).
Peritoneo parietale (ME x 100)
“Atlas of Peritoneal Hystology”, N. Di Paolo, G. Sacchi et al. Perit Dial Int Vol. 20,
Suppl. 3, 2000
Si distinguono:
P. parietale (10%): 0.1-0.2 mm.
P. viscerale (90%): 0.05 mm.
4. MEMBRANA PERITONEALE
Membrana Peritoneale parietale (EE x 100)
Superf. anatomica = Superf.
cutanea = 1,5-2 mq (Wegner 1877)
Superficie funzionale = area di
contatto con sol. dialisi < 1mq
(Henderson /Flessner 2001 MPf = 41% MPa)
SUPERFICIE EFFETTIVA
6. Il trasporto dei soluti avviene attraverso la rete di capillari
peritoneali post-arteriolari disposti in serie: normalmente è
perfuso solo il 20%;
il N° dei capillari perfusi, la superficie endoteliale e la permeabilità
possono variare a seconda dei casi (es. peritoniti, infiammazione
del peritoneo).
I vasi di grosso e medio calibro hanno una scarsa rilevanza negli
scambi.
Comparto ematico
Il flusso effettivo capillare disponibile per gli scambi stimato
circa 60-70 ml/min
8. MODELLO MATEMATICO
“MEMBRANA PERITONEALE”.
MP assimilata al filtro extracorporeo
(contatto diretto DIALISATO/MEMBRANA che lo
separa dal sangue).
Nella cavità peritoneale il sangue intracapillare
circola nel tessuto che circonda la cavità,
separato dalla soluzione dialitica da una distanza
superiore quindi la clearance dei piccoli soluti
(urea) corrisponde in realtà ad una frazione di
quella ottenibile con l’ ED
Rispetto al filtro extracorporeo le proteine e
le macromolecole transitano più facilmente
Cр
Cв
ΔX
Liq perit.
sangue
9. MODELLO MATEMATICO
“DISTRIBUTIVO” (Nolph & Coll.)
Il trasporto di fluidi dalla cavità peritoneale al
sangue avviene con meccanismo diffusivo e
convettivo, attraverso il mesotelio,con
passaggio nei
capillari DISTRIBUITI in tutto l’interstizio ,
Tra sangue e cavità peritoneale vi sono
almeno 6 “resistenze anatomiche” di cui 3
solo 3 quantificabili:
CAPILLARI, MESOTELIO ,INTERSTIZIO
10. Resistenze al flusso
Lume
capillare Interstizio Cavità
peritoneale
R1: strati di plasma
stagnante a ridosso della
parete capillare
R2: endotelio capillare
(spt. per soluti grossi)
R3: membrana
basale capillare
R4: interstizio (spt. per
soluti piccoli)
R5: mesotelio
peritoneale
R6: strati di liquido
stagnante nella cavità
peritoneale
11. MODELLO DEI 2 PORI
• Trasporto di soluti piccoli (< 6000Da)
:indentificazione pori con raggio di 4-6 nm
• Trasporto di macromolecole attraverso pori con
diametro > 20nm
CRITICA:
1.non spiegava in modo completo il flusso di acqua e soluti.
2.mancata corrispondenza tra S-coeff dei capillari (0.95-0.98) e quello
della “membrana peritoneale”(0.6_0.7)
12. Trasporto dei soluti attraverso il peritoneo
IL MODELLO A TRE PORI Rippe e Stelin
La membrana
peritoneale è costituita
da tre principali
barriere:
1. la parete capillare
2. l'interstizio
3. il mesotelio
Lo studio della cinetica dei soluti riflette lo stato del sistema vascolare della
membrana peritoneale
(modello matematico dei “tre pori”)
13. La parete capillare è il maggior sito di resistenza al trasporto di fluido e soluti.
Il trasporto attraverso la parete capillare si verifica attraverso tre differenti tipi
di pori: pori larghi, pori piccoli ed acquapori.
14. Il numero di pori larghi determina la perdita di proteine durante
la dialisi peritoneale.
trasporto
acqua urea
&
creatinina
glucosio proteine
PORI LARGHI - 0.1% (raggio 250 Å)
15. Il numero di pori piccoli è il principale fattore che determina il trasporto
di liquido e dei soluti a basso PM
trasporto
acqua urea
&
creatinina
glucosio proteine
PORI PICCOLI - 90-93%(raggio 40-50 Å)
16. Il numero di acquaporine (canali tranendoteliali) influenza il trasporto
dei liquidi trasporto
acqua urea
&
creatinina
glucosio proteine
ACQUAPORI : ultrasmall pores (raggio 3-5 A)
17. aquapori
raggio 0.5 nm
pori larghi
raggio 25 nm
pori piccoli
raggio 5 nm
Area relativa ai
pori larghi
Area relativa ai
pori piccoli
Area relativa agli
acquapori
Determinano il
trasporto dei soluti
18. aquapori
raggio 0.5 nm
pori larghi
raggio 25 nm
pori piccoli
raggio 5 nm
Area relativa ai
pori larghi
Area relativa ai
pori piccoli
Importante per
l’Ultrafiltrazione
Area relativa agli
acquapori
19. CINETICA DEI SOLUTI
I meccanismi fisiologici che governano il trasporto
transperitoneale di acqua e soluti dal sangue alla
cavità e viceversa, sono gli stessi.
Le forze che guidano il meccanismo dipendono dalla
direzione del trasporto
La cinetica è regolata dai fenomeni di
1- diffusione
2- convezione
3- ultrafiltrazione/osmosi.
22. Quando non c’è diffusione non si ha trasporto soluti atteverso pori piccoli.
L’acqua transita sia dai pori interendoteliali che dai canali acquosi
Trasporto acqua > trasporto convettivo dei soluti
il soluto nel liquido di dialisi sarà meno concentrato rispetto al plasma
PARAMETRO DI PERMEABILITA’ CONVETTIVA
Coeff. di Sieving = D/Pquando trasporto diffusivo è nullo
Coeff S=0 il soluto è troppo grande per un trasporto convettivo
Coeff S=1 la membrana non oppone ostacoli al trasporto convettivo
Coeff S piccole molecole = 0.7
23. σ=0 il soluto non ha effetto osmotico ,attraversa la M senza
opposizione
σ=1 il soluto Non atttraversa la M = M semipermeabile ideale
In dialsi peritoneale il “σ del glucosio” dipende dal N° e dalla
funzionalità dei canali acquosi
DA NON CONFONDERE con
COEFF. RIFLESSIONE σ
resistenza che la membrana esercita sul trasporto di un agente
osmotico
24. Movimento dei fluidi attraverso i
capillari
Estremità arteriosa
Pressione in uscita
Pressione idrostatica
capillare ≈ 35 mmhg
Pressione in entrata
Pressione oncotica
proteica ≈ 25 mmhg
Pressione netta in
uscita ≈ 10mmhg
Estremità venosa
Pressione in uscita
Pressione idrostatica
capillare ≈ 15 mmhg
Pressione in entrata
Pressione oncotica
proteica ≈ 25 mmhg
Pressione netta in
Ingresso ≈ 10mmhg
Vaso linfatico
Capillare
Proteine plasmatiche
“Forze di Starling”
27. ICODESTRINA
POLIMERI DEL GLUCOSIO: PMm=16.800 D
• Induce COLLOIDOSMOSI: trasporto di acqua attraverso una M
permeabile ai piccoli soluti, nella direzione dell’eccesso dei soluti
ad alto PM, piuttosto che secondo gradiente di concentrazione
Induce il trasporto di acqua attraverso i pori piccoli (scarso nei canali
acquosi x > R delle acquaporine, relativa al loro raggio)
Il gradiente si mantiene per molte ore per lo scarso assorbimento dal
dialisato
In condizioni basali la cavità P rappresenta uno spazio virtuale che circonda i visceri addominali. Eccellente porta di ingresso per farmaci e soluti verso il circolo ematico generale, dai nefrologi per la rimozione dei metaboliti uremici
Area di contatto
Nell’interstizio PREVALE LA p idrostatica capillare su quella interstiziale trasporto unidirezionale convettivo verso l’esterno del capillare. Le MACROMOLECOLE non possono passare interstizio sangue ma transitano dai LINFATICI PER TORNARE AL SISTEMA VENOSO
Modelli concettuali elaborati nei passati 40 anni per la valutazione della membrana peritoneale come membrana dialitica Le 3 barriere mesotelio/interstizio/capillari sono raggruppati nello spessore della MP Δ X attraverso cui si esercita il gradiente di concentrazione
Sovrapponibile al meccanismo fisiologico del trasporto
Formulazione iniziale della teoria dei pori fu applicata ai piccoli soluti. Il trasporto delle macromolecole era noto ma non il meccanismo. Sieving rapporto tra concentrazione di un soluto D/ concentrazione P quando ilgradiente diffusivo è nullo.
Poiché la P intracapillare (9mmHg)è > P pericapillare interstiziale (0.4-0.5mmHg) il trasporto delle proteine è unidirezionale, convettivo ,asimmetrico quindi le macromolecole non possono essere trasportate dall’interstizio al sangue direttamente ma transitano dal sistema linfatico per tornare al sistema venoso centrale. Perdita proteine=5-10g/die (50%Alb)
Consente trasporto dell’acqua ma respinge il passaggio dei soluti. le A-soprattutto del tipo A1- sono verosimilmente le proteine che costituiscono questi canali transendoteliali dell’acqua. Durante uno scambio con G ipertonico il 50% dell’UF transita attraverso le a, mentre il rimanenete 50% attraverso i piccoli pori.
MTAC: massima teorica clearance diffussiva al tempo 0. Trasporto diffusivo è proporzionale al gradiente di concentrazione
Il paramentro di permeabilità convettiva è il coeff S. Il coeff.R esprime la resistenza della M al trasporto di un agente osmotico (0-1) dove 1= non c’è passaggio-0= nessuna barriera , nessun effetto osmotico. IL Coeff R per il glucosio molto basso nei pori intercellulari , ma =1.0 nei canali dell’acqua. QS ne spiega l’effetto come agente osmotico nella PD nonostante le piccole dimensioni
la filtrazione attraverso la membrana dei capillari è determinata dalla pressione idrostatica cui si oppone la pressione osmotica (oncotica delle proteine). Pertanto a livello della estremità arteriosa del capillare dove la pressione idrostatica supera la pressione oncotica, il liquido passa dai capillari negli spazi interstiziali. All'estremità venosa del capillare invece, dove la pressione oncotica supera la pressione idrostatica, il liquido rientra nei capillari.
Coefficiente di R per il glucosio a livello dei pori intercellulari è molto basso ma =1 a livello dei canali acquosi. Qundi spiega l’efficacia deln G come agente osmotico.