1. In questo momento, in tutto il mondo, si stanno combattendo
migliaia di guerre.
Da quando l’’’’umanità esiste, esiste la guerra dell’’’’uomo contro
l’’’’uomo, (che poi diventa guerra contro ogni essere vivente e
contro la Terra stessa). Solo l’’’’uomo ha questo istinto.
Noi bambini vogliamo cambiarlo.
Non conosco nessuna specie animale che si comporti così. Nessun
topo costruirebbe una trappola per topi.
Albert Einstein
Molte persone, uscite vive dall’incubo della guerra, hanno
testimoniato dei suoi orrori.
Dal Salmo dei deportati di David Maria Turoldo
Tornavamo dai lagers
come torrenti in piena
verso la terra del sole.
Tutti i volti erano in pianto
e il cuore impazziva
nella paura di sentirci liberi.
Un nembo solo di cenere
avvolgeva morti e vivi
in cammino sulle strade d'Europa,
2. Ma non sapevamo, Signore,
quanto è difficile essere liberi.
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un’intera nottata buttato vicino
a un compagno massacrato
con la sua bocca digrignata
volta al plenilunio
con la congestione delle sue mani
penetrata nel mio silenzio
ho scritto lettere piene d’amore.
Non sono mai stato tanto
attaccato alla vita.
Giuseppe Ungaretti
Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete fratelli?
Parola tremante
nella notte.
Foglia appena nata,
nell’aria spasimante,
involontaria rivolta dell’uomo
presente alla sua fragilità.
Fratelli .
Giuseppe Ungaretti
San Martino del Carso
Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916
3. Di queste case
non è rimasto
che qualche brandello di muro.
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto.
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E'il mio cuore
il paese più straziato
Giuseppe Ungaretti
La guerra e la violenza nascono quando le ideologie uccidono il
pensiero e l’uomo rinuncia a riflettere e ad ascoltare
l’umanità che ha dentro di sé.
Generale, il tuo carro armato
è una macchina potente.
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.
Bertolt Brecht
4. La guerra dei nostri giorni si chiama anche terrorismo e non è meno
violenta e feroce di quelle passate.
Il terrorismo è la nuova forma della guerra, è il modo di fare la
guerra degli ultimi sessant’anni: contro le popolazioni, prima ancora
che tra eserciti o combattenti. La guerra che si può fare con migliaia
di tonnellate di bombe o con l’embargo, con lo strangolamento
economico o con i kamikaze sugli aerei o sugli autobus. La guerra che
genera guerra, un terrorismo contro l’altro, tanto a pagare saranno
poi sempre i civili inermi.
Gino Strada
Perché uccidiamo persone che stanno uccidendo persone per
dimostrare che uccidere è sbagliato?
La guerra era vita di trincea, assalti, privazioni, sofferenze atroci.
“Se la trincea era dura, l’assalto era un incubo”: la vita in trincea
era dura, rischiosa ma, a confronto dell’assolto, accettabile. Ecco
alcune brevi considerazioni di Mario Silvestri.
“Uscire dalla protezione della trincea e lanciarsi nel vuoto, verso le armi
che sputavano fuoco secondo uno schema studiato da mesi; la
sopravvivenza determinata da un fatto puramente statistico: il non
trovarsi sul percorso di una pallottola; una decimazione ripetuta tante
volte, che alla fine di una serie di attacchi solo un piccolo gruppo di
superstiti si guardava smarrito e terrorizzato: questo toccava il limite
delle possibilità di sopportazione dell’uomo normale. Ogni volta che un
essere umano era sottoposto ad una simile prova, perdeva una parte della
sua personalità, una parte della capacità di intendere e di volere. Dopo un
certo numero di queste esperienze il giovane combattente era
trasformato in un essere psichicamente malato. Si diedero casi di
suicidio, per la paura di dover andare all’assalto. La pazzia improvvisa era
molto frequente.
5. Violenza per il terrore di essere uccisi, ma anche violenza per il
terrore di dover uccidere, anche i propri compagni, se disubbidivano
agli ordini.
Lettera di G. Molinari
alla moglie, agosto 1916
«Ma fra di me tengo una cosa che non mi dimenticherò più: giorni indietro
proprio a me e a sei dei miei compagni ci è toccato andare a fucilare uno
della nostra compagnia; devi sapere che questo qui quando eravamo sul
Podigara, si era allontanato dalla compagnia due volte proprio in quei
giorni che bisognava avanzare; poverino, si vede che non aveva proprio
coraggio, e per questo ha avuto la fucilazione al petto; l'hanno fatto
sedere su di una pietra e là è bisognato spararci per forza perché dietro
di noi c'era la mitragliatrice, e poi si è comandati non bisogna rifiutarsi,
ma per questo io son molto dispiaciuto, ben che ne ho visti tanti di morti,
ma così mi ha fatto senso, all'età di 34 anni... bisogna anche essere
assassini».
I soldati avevano le sembianze di Gesù
Tutti avevano la faccia del Cristo
nella livida aureola dell'elmetto.
Tutti portavano l'insegna del supplizio
nella croce della baionetta.
E nelle tasche il pane dell'ultima cena
e nella gola il pianto dell'ultimo addio.
6. Ma i bambini vogliono portare alla Terra e al suo cuore
profondo, là dove giungono le radici degli alberi, risa e canti
di pace.
Le voci dei bimbi il vento raccoglie
e poi le sparpaglia tra i rami e le foglie
di alberi antichi, con grosse radici
che sanno ascoltare le cose che dici
per poi raccontarle, giù... giù... nel profondo
al Cuore che batte al centro del mondo.
Se un bimbo sorride, sorride anche il Cuore
ed ecco spuntare in un prato un bel fiore.
Se un bimbo è felice, il Cuore è contento
e nascon farfalle che danzan col vento.
Ma, a volte, le risa diventano pianti:
le lacrime scendono, calde e pesanti,
colpiscon la Terra che trema, impaurita,
vedendo la morte mischiarsi alla vita.
Ossezia, Israele, Iraq, Palestina...
tra bombe e fucili la morte cammina,
portando con sé ceceni, afghani
e tanti, tantissimi bimbi africani!
7. Bombardano, sparano e parlan di pace,
al Cuore del mondo ‘sta cosa non piace:
«Se di odio e violenza riempite la Terra,
non siate bugiardi: chiamatela guerra!
La pace è sorridere, darsi la mano,
dormire tranquilli, guardare lontano
e in fondo vedere, nel cielo sereno,
i sette colori dell’arcobaleno.
Soltanto se spargi la voglia di amare
il vento sorride e può allora portare
agli alberi antichi e alle loro radici
le voci ed i sogni di bimbi felici!»
Elio Giacone
La pace è l’unica risposta ai bisogni di ogni uomo.
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
8. per esempio, la guerra.
Gianni Rodari
"Nessuno è nato per essere schiavo, né signore, né per vivere in miseria o
in ricchezza, ma tutti siamo nati per essere fratelli"
Nelson Mandela
''La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d'animo, una
disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia.''
Baruch Spinoza
Abbiamo imparato a nuotare come pesci, a volare come uccelli, ma non a
vivere come fratelli.
Martin Luter King
Noi bambini sogniamo una Terra che sia di tutti, unita come
è unito il cielo e non divisa in pezzettini, e un’umanità che
impari finalmente a vivere come una sola famiglia in
un’unica, meravigliosa casa.
Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell'ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c'è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
9. Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa o in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti.