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[object Object],John Locke
Chi era John Locke? ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Saggio sull'intelletto umano LIBRO II LIBRO I LIBRO III LIBRO IV L’opera di maggior successo e spessore di John Locke è appunto il  Saggio sull’intelletto umano , scritta nel 1690, quest’opera divisa in quattro libri, sono affrontati i temi più rilevanti delle riflessioni del filosofo, si vede chiaramente l’indole empiristica  di  Locke quando afferma come il processo di apprendimento prenda avvio dall'esperienza, che può essere interna o esterna al soggetto, la quale attraverso l'associazione di idee semplici, porta alla formulazione di idee complesse e di un giudizio. Si può ben vedere come questa tesi abbia un valore pedagogico ma anche un fondamento psicologico infatti viene messa anche l’esperienza alla base dell’apprendimento l’esperienza oltre alla percezione e all'esercizio. Analizziamo il saggio attraverso i suoi quattro libri.
-Il libro è una critica aspra all'innatismo -La principale critica mossa all’innatismo si muove seguendo la certezza che non esiste alcuna verità sulla quale tutti siano unanimemente concordi; egli ha modo di contestare una serie di affermazioni che i razionalisti offrono come verità universalmente accettate, ad esempio il principio di identità, evidenziando che sia i bambini che gli idioti sono spesso inconsapevoli di tali affermazioni. LIBRO 1
LIBRO 2 -Il libro si apre con la spiegazione delle idee derivate dalle sensazioni e dalla riflessione. -Poi Locke devia sul discorso sull’esistenza di un essere intelligente,dicendo " Quindi, dalla considerazione di noi stessi e di quello che crediamo infallibile, la ragione ci conduce alla conoscenza delle verità evidenti che vi sia un eterno ,potente e più sapiente essere; non importa che sia o no chiamato Dio ". Locke argomenta che è irrazionale concludere altrimenti -Locke separa quindi l’idea di dio dalla teologia giudeo-cristiana il che spiega il motivo per cui molti dei fondatori degli Stati Uniti, furono convinti sostenitori del pensiero di Locke e del suo metodo retorico e poterono mantenere una ferma fede senza abbracciare la tradizionale teologia Cristiana.
Dio non ci ha dato idee innate di sé, non ha stampato caratteri originali nel nostro spirito, nei quali possiamo leggere la sua esistenza; tuttavia, avendoci forniti delle facoltà di cui il nostro spirito è dotato, non ci ha lasciato senza una testimonianza di se stesso: dal momento che abbiamo senso, percezione e ragione, non possiamo mancare di una chiara prova della sua esistenza, fino a quando portiamo  noi stessi  con noi. Non c’è verità piú evidente che questa, che  qualcosa  deve esistere  dall’eternità . ma fede senza abbracciare la tradizionale teologia Cristiana. Non ho mai sentito parlare di nessuno cosí irragionevole o che potesse supporre una contraddizione cosí manifesta come un tempo nel quale non ci fosse assolutamente nulla. Perché questa è la piú grande di tutte le assurdità, immaginare che il puro nulla, la perfetta negazione e assenza di tutte le cose producano mai qualche esistenza reale. Se, allora, ci deve essere qualcosa di eterno, vediamo quale specie di essere deve essere. E a questo riguardo è assolutamente ovvio ragionare che debba necessariamente essere un essere pensante. Infatti pensare che una semplice materia non pensante produca un essere pensante intelligente è altrettanto impossibile quanto pensare che il nulla produca da se stesso materia. Grande Antologia Filosofica  , Marzorati, Milano, 1968, vol. XIII, pag. 655
LIBRO 3 -Le idee complesse e il problema della comunicazione di esse, -Creazione dellle idee generali che si realizzano quando raggruppiamo insieme, secondo il principio della scienza di generalizzare e categorizzare ogni cosa, le idee simili particolari, mettendo da parte le differenze (astrazione) fino ad ottenere solo le idee simili.
LIBRO 4 ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Ora andremo ad approfondire le idee trattate nel Saggio sull'intelletto umano.
Nel Seicento dominavano due principali correnti di pensiero: il Razionalismo, sostenuto da Cartesio), e l’Empirismo, al quale aderivano Locke, Hume e Berkeley. L’Empirismo lockiano non escludeva l’importanza della ragione ma sosteneva che questa era limitata dall’esperienza, che era l’unico mezzo per la conoscenza. Infatti per Locke, come tutti i filosofi a lui precedenti a partire da Cartesio, la componente più importante era la gnoseologia. John Locke stipula una concezione delle idee in contrapposizione all'interpretazione cartesiana che sta prendendo piede in quel periodo in Inghilterra:  Prima di analizzare la sua idea andiamo a vedere il motivo per cui è in disaccordo con la teoria cartesiana : sono due gli argomenti principali della sua critica, il più famoso è quello che critica la presunta universalità di alcune idee, che dimostrerebbe l'indipendenza dall'esperienza, possiamo notare come sia in forte contrasto con la concezione empiristica, infatti Locke la critica dicendo che se tali idee fossero innate dovrebbero essere note anche agli idioti e ai bambini. La seconda invece dice che se le idee possono essere spiegate senza presupporlo, dal momento che abbiamo i mezzi per acquisirle, sarebbe illogico concepirle come innate. Quindi Locke critica la visione dell'idea innata a favore dell'idea che viene percepita ed elaborata tramite l'esperienza. Nel secondo libro del  Saggio sull'intelletto umano  Locke abbiamo visto il problema delle idee che divide in due blocchi le idee semplice e le idee complesse.
Idee Semplici Sensazione Riflessione  Si dividono in Idee Complesse Sostanza Relazione Modo generano
Le idee semplici J.L inizia introducendo l’esistenza dell'esperienza intera da cui deriva alcune idee, premettendo che queste sono riconducibili all'esperienza esterna, poiché in assenza di contenuto non c'è materiale da rielaborare, quindi le idee di sensazione operano su quelle derivate dalla sensazione; quindi per L. il pensiero non è più una cosa come per Cartesio bensì è un'insieme di operazioni derivate da un materiale di origine empirica. Le idee semplici però hanno delle distinzioni a seconda se sono oggettive, qualità primarie, e le seconde soggettive, qualità secondarie, quest'ultime sono modificazioni dei nostri organi di senso tramite gli atomi(termine non usato da Locke che li definisce particelle impercettibili singolarmente). Le idee semplici sono divise anche secondo la loro origine: le idee ottenute da un solo senso, ottenute con più sensi, con la riflessione e con riflessione e sensazione insieme. Le idee che provengono appunto o dalla riflessione o dalla sensazione sono semplici e derivano dai sensi, elebarando queste la mente produce le idee complesse.
Le Idee complesse Le idee complesse nascono da diverse rielaborazioni, che vedremo in seguito, delle idee semplici trattenute dalla memoria. Queste operazioni che la mente svolge per rielaborare le idee semplici sono di 3 tipi: di unione, di relazione e di astrazione. -L'operazione di unione può articolarsi in due modi diversi, una è la formazione di concetti attraverso l'associazione di qualità comuni (Albero) , mentre l'altra è la formazione di un'idea di oggetto tramita l'unione di più idee semplici (Arancia), con il processo di unione nascono le  idee di sostanza . Tutte le idee complesse non hanno una corrispondenza con la realtà esterna , questo porta una novità nella filosofia sull'interpretazione della sostanza. Appunto le idee di sostanze portano a considerare la sostanza prodotta dalla nostra mentre tramite le idee semplici a sua volta semplice, ma questo porta a concepire la sostanza come realmente esistente oggettivamente, mentre la sostanza non è esiste come prodotto oggettivo ma è bensì prodotta dal soggetto è quindi priva di dimostrabile fondamento; anche l'idea di Dio è frutto di idee semplici.
-L'operazione di relazione invece fa si che si stabilisca una connessione tra due idee, senza l'unione e così si creano le  idee di relazione. - Mentre dall'operazione di astrazione si separa un'idea da quelle a cui è solitamente associata in questo modo si formano le  idee di modo . Le idee di modo si dividono in modi semplici e misti, le prime derivano dalla ripetizione di più idee semplici mentre le seconde dalla separazione di alcune qualità. Tramite l'analisi del tempo e dello spazio come idee di modo, si aprono molteplici dibattiti visto che in quegli anni Newton enuncia l'assolutismo di tempo e spazio; trova Locke in completo disaccordo infatti, lui li considerava prodotti della nostra mente e quindi prodotti dal soggetto. Anche con Cartesio ci sono dei confronti infatti L. critica l'identificazione dello spazio con l'estensione fisica, mentre per lui sono idee distinte, cosa che gli permettere di affermare l'esistenza di uno spazio vuoto.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Lettera sulla tolleranza
Il pensiero Politico John Locke, così come Hobbes teorizzò l'assolutismo, fu quello che teorizzò le innovazioni introdotte con la gloriosa rivoluzione, che sancì alla fine l'inizio del principio inglese "Il re regna ma non governa" . Locke riteneva che lo stato nascesse da un  pactum societatis  dettato non dallo stato di guerra ma dalla protezione della proprietà privata. Inizialmente gli uomini vivevano in branco, poi per sopravvivere gli uomini capiscono l'importanza dell'individualità: dalla titolarità di se stessi e del proprio lavoro nacque la proprietà privata. Essa era inizialmente limitata e quindi non c'erano disuguaglianze, che si vennero poi a creare con l'introduzione del denaro. Pertanto i proprietari fecero un patto, valutando i vantaggi e gli svantaggi di uno stato, rinunciando alla propria libertà assoluta, ceduta allo stato, ma conservando lo  ius resistentiae , cioè la possibilità del cittadino di resistere al potere del capo di tale stato, sovrano, e di mantenere i propri diritti fondamentali. In cambio lo stato deve mantenere la pace, la felicità e permettere la fruizione delle proprietà private, che doveva anche difendere. I noltre si doveva impegnare a far applicare il diritto naturale , esistente appunto in natura, ma che nello stato di natura non trovava applicazione perché non c'erano poteri forti come quelli statali in grado di farlo rispettare. Inoltre Locke fu il primo a teorizzare l'indipendenza dei tre poteri: esecutivo, giudiziario e legislativo. Questo ci fa vedere la modernità del personaggio, che anticipò un concetto che è alla base di tutte le democrazie liberali occidentali. Affermò anche l'esigenza di una tolleranza religiosa, che però egli stesso non riservava agli atei, ritenuti destabilizzanti per lo stato, e ai cattolici, che egli chiama "papisti", perché più fedeli alla chiesa di Roma che allo stato.
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  • 1.
  • 2.
  • 3. Saggio sull'intelletto umano LIBRO II LIBRO I LIBRO III LIBRO IV L’opera di maggior successo e spessore di John Locke è appunto il Saggio sull’intelletto umano , scritta nel 1690, quest’opera divisa in quattro libri, sono affrontati i temi più rilevanti delle riflessioni del filosofo, si vede chiaramente l’indole empiristica di Locke quando afferma come il processo di apprendimento prenda avvio dall'esperienza, che può essere interna o esterna al soggetto, la quale attraverso l'associazione di idee semplici, porta alla formulazione di idee complesse e di un giudizio. Si può ben vedere come questa tesi abbia un valore pedagogico ma anche un fondamento psicologico infatti viene messa anche l’esperienza alla base dell’apprendimento l’esperienza oltre alla percezione e all'esercizio. Analizziamo il saggio attraverso i suoi quattro libri.
  • 4. -Il libro è una critica aspra all'innatismo -La principale critica mossa all’innatismo si muove seguendo la certezza che non esiste alcuna verità sulla quale tutti siano unanimemente concordi; egli ha modo di contestare una serie di affermazioni che i razionalisti offrono come verità universalmente accettate, ad esempio il principio di identità, evidenziando che sia i bambini che gli idioti sono spesso inconsapevoli di tali affermazioni. LIBRO 1
  • 5. LIBRO 2 -Il libro si apre con la spiegazione delle idee derivate dalle sensazioni e dalla riflessione. -Poi Locke devia sul discorso sull’esistenza di un essere intelligente,dicendo " Quindi, dalla considerazione di noi stessi e di quello che crediamo infallibile, la ragione ci conduce alla conoscenza delle verità evidenti che vi sia un eterno ,potente e più sapiente essere; non importa che sia o no chiamato Dio ". Locke argomenta che è irrazionale concludere altrimenti -Locke separa quindi l’idea di dio dalla teologia giudeo-cristiana il che spiega il motivo per cui molti dei fondatori degli Stati Uniti, furono convinti sostenitori del pensiero di Locke e del suo metodo retorico e poterono mantenere una ferma fede senza abbracciare la tradizionale teologia Cristiana.
  • 6. Dio non ci ha dato idee innate di sé, non ha stampato caratteri originali nel nostro spirito, nei quali possiamo leggere la sua esistenza; tuttavia, avendoci forniti delle facoltà di cui il nostro spirito è dotato, non ci ha lasciato senza una testimonianza di se stesso: dal momento che abbiamo senso, percezione e ragione, non possiamo mancare di una chiara prova della sua esistenza, fino a quando portiamo noi stessi con noi. Non c’è verità piú evidente che questa, che qualcosa deve esistere dall’eternità . ma fede senza abbracciare la tradizionale teologia Cristiana. Non ho mai sentito parlare di nessuno cosí irragionevole o che potesse supporre una contraddizione cosí manifesta come un tempo nel quale non ci fosse assolutamente nulla. Perché questa è la piú grande di tutte le assurdità, immaginare che il puro nulla, la perfetta negazione e assenza di tutte le cose producano mai qualche esistenza reale. Se, allora, ci deve essere qualcosa di eterno, vediamo quale specie di essere deve essere. E a questo riguardo è assolutamente ovvio ragionare che debba necessariamente essere un essere pensante. Infatti pensare che una semplice materia non pensante produca un essere pensante intelligente è altrettanto impossibile quanto pensare che il nulla produca da se stesso materia. Grande Antologia Filosofica , Marzorati, Milano, 1968, vol. XIII, pag. 655
  • 7. LIBRO 3 -Le idee complesse e il problema della comunicazione di esse, -Creazione dellle idee generali che si realizzano quando raggruppiamo insieme, secondo il principio della scienza di generalizzare e categorizzare ogni cosa, le idee simili particolari, mettendo da parte le differenze (astrazione) fino ad ottenere solo le idee simili.
  • 8.
  • 9. Ora andremo ad approfondire le idee trattate nel Saggio sull'intelletto umano.
  • 10. Nel Seicento dominavano due principali correnti di pensiero: il Razionalismo, sostenuto da Cartesio), e l’Empirismo, al quale aderivano Locke, Hume e Berkeley. L’Empirismo lockiano non escludeva l’importanza della ragione ma sosteneva che questa era limitata dall’esperienza, che era l’unico mezzo per la conoscenza. Infatti per Locke, come tutti i filosofi a lui precedenti a partire da Cartesio, la componente più importante era la gnoseologia. John Locke stipula una concezione delle idee in contrapposizione all'interpretazione cartesiana che sta prendendo piede in quel periodo in Inghilterra: Prima di analizzare la sua idea andiamo a vedere il motivo per cui è in disaccordo con la teoria cartesiana : sono due gli argomenti principali della sua critica, il più famoso è quello che critica la presunta universalità di alcune idee, che dimostrerebbe l'indipendenza dall'esperienza, possiamo notare come sia in forte contrasto con la concezione empiristica, infatti Locke la critica dicendo che se tali idee fossero innate dovrebbero essere note anche agli idioti e ai bambini. La seconda invece dice che se le idee possono essere spiegate senza presupporlo, dal momento che abbiamo i mezzi per acquisirle, sarebbe illogico concepirle come innate. Quindi Locke critica la visione dell'idea innata a favore dell'idea che viene percepita ed elaborata tramite l'esperienza. Nel secondo libro del Saggio sull'intelletto umano Locke abbiamo visto il problema delle idee che divide in due blocchi le idee semplice e le idee complesse.
  • 11. Idee Semplici Sensazione Riflessione Si dividono in Idee Complesse Sostanza Relazione Modo generano
  • 12. Le idee semplici J.L inizia introducendo l’esistenza dell'esperienza intera da cui deriva alcune idee, premettendo che queste sono riconducibili all'esperienza esterna, poiché in assenza di contenuto non c'è materiale da rielaborare, quindi le idee di sensazione operano su quelle derivate dalla sensazione; quindi per L. il pensiero non è più una cosa come per Cartesio bensì è un'insieme di operazioni derivate da un materiale di origine empirica. Le idee semplici però hanno delle distinzioni a seconda se sono oggettive, qualità primarie, e le seconde soggettive, qualità secondarie, quest'ultime sono modificazioni dei nostri organi di senso tramite gli atomi(termine non usato da Locke che li definisce particelle impercettibili singolarmente). Le idee semplici sono divise anche secondo la loro origine: le idee ottenute da un solo senso, ottenute con più sensi, con la riflessione e con riflessione e sensazione insieme. Le idee che provengono appunto o dalla riflessione o dalla sensazione sono semplici e derivano dai sensi, elebarando queste la mente produce le idee complesse.
  • 13. Le Idee complesse Le idee complesse nascono da diverse rielaborazioni, che vedremo in seguito, delle idee semplici trattenute dalla memoria. Queste operazioni che la mente svolge per rielaborare le idee semplici sono di 3 tipi: di unione, di relazione e di astrazione. -L'operazione di unione può articolarsi in due modi diversi, una è la formazione di concetti attraverso l'associazione di qualità comuni (Albero) , mentre l'altra è la formazione di un'idea di oggetto tramita l'unione di più idee semplici (Arancia), con il processo di unione nascono le idee di sostanza . Tutte le idee complesse non hanno una corrispondenza con la realtà esterna , questo porta una novità nella filosofia sull'interpretazione della sostanza. Appunto le idee di sostanze portano a considerare la sostanza prodotta dalla nostra mentre tramite le idee semplici a sua volta semplice, ma questo porta a concepire la sostanza come realmente esistente oggettivamente, mentre la sostanza non è esiste come prodotto oggettivo ma è bensì prodotta dal soggetto è quindi priva di dimostrabile fondamento; anche l'idea di Dio è frutto di idee semplici.
  • 14. -L'operazione di relazione invece fa si che si stabilisca una connessione tra due idee, senza l'unione e così si creano le idee di relazione. - Mentre dall'operazione di astrazione si separa un'idea da quelle a cui è solitamente associata in questo modo si formano le idee di modo . Le idee di modo si dividono in modi semplici e misti, le prime derivano dalla ripetizione di più idee semplici mentre le seconde dalla separazione di alcune qualità. Tramite l'analisi del tempo e dello spazio come idee di modo, si aprono molteplici dibattiti visto che in quegli anni Newton enuncia l'assolutismo di tempo e spazio; trova Locke in completo disaccordo infatti, lui li considerava prodotti della nostra mente e quindi prodotti dal soggetto. Anche con Cartesio ci sono dei confronti infatti L. critica l'identificazione dello spazio con l'estensione fisica, mentre per lui sono idee distinte, cosa che gli permettere di affermare l'esistenza di uno spazio vuoto.
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  • 16. Il pensiero Politico John Locke, così come Hobbes teorizzò l'assolutismo, fu quello che teorizzò le innovazioni introdotte con la gloriosa rivoluzione, che sancì alla fine l'inizio del principio inglese "Il re regna ma non governa" . Locke riteneva che lo stato nascesse da un pactum societatis dettato non dallo stato di guerra ma dalla protezione della proprietà privata. Inizialmente gli uomini vivevano in branco, poi per sopravvivere gli uomini capiscono l'importanza dell'individualità: dalla titolarità di se stessi e del proprio lavoro nacque la proprietà privata. Essa era inizialmente limitata e quindi non c'erano disuguaglianze, che si vennero poi a creare con l'introduzione del denaro. Pertanto i proprietari fecero un patto, valutando i vantaggi e gli svantaggi di uno stato, rinunciando alla propria libertà assoluta, ceduta allo stato, ma conservando lo ius resistentiae , cioè la possibilità del cittadino di resistere al potere del capo di tale stato, sovrano, e di mantenere i propri diritti fondamentali. In cambio lo stato deve mantenere la pace, la felicità e permettere la fruizione delle proprietà private, che doveva anche difendere. I noltre si doveva impegnare a far applicare il diritto naturale , esistente appunto in natura, ma che nello stato di natura non trovava applicazione perché non c'erano poteri forti come quelli statali in grado di farlo rispettare. Inoltre Locke fu il primo a teorizzare l'indipendenza dei tre poteri: esecutivo, giudiziario e legislativo. Questo ci fa vedere la modernità del personaggio, che anticipò un concetto che è alla base di tutte le democrazie liberali occidentali. Affermò anche l'esigenza di una tolleranza religiosa, che però egli stesso non riservava agli atei, ritenuti destabilizzanti per lo stato, e ai cattolici, che egli chiama "papisti", perché più fedeli alla chiesa di Roma che allo stato.
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