4. PIETRO DI FIORE Presidente Nazionale SOCIETA’ ITALIANA ALIMENTAZIONE e SPORT Uno stile di vita sedentario rappresenta un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari. (Fletcher 1992) ATTIVITA’ FISICA COME MODIFICAZIONE DELLO STILE DI VITA
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6. 1 interno telefonico = 100 km a piedi/ anno = 10.000 kcal = 1.5 kg di grasso = 2.5 kg di peso corporeo 20 driiing!!
7. PIETRO DI FIORE Presidente Nazionale SOCIETA’ ITALIANA ALIMENTAZIONE e SPORT Gli italiani e l’attività fisica fonte ISTAT %
8. PIETRO DI FIORE Presidente Nazionale SOCIETA’ ITALIANA ALIMENTAZIONE e SPORT Tempo passato quotidianamente alla TV da ragazzi 6-14 anni % fonte ISTAT
9. PIETRO DI FIORE Presidente Nazionale SOCIETA’ ITALIANA ALIMENTAZIONE e SPORT Tempo quotidiano dedicato alla TV e rischio di obesità in bambini di 6-10 anni Dati pareggiati per livello socioeconomico Rischio
10. PIETRO DI FIORE Presidente Nazionale SOCIETA’ ITALIANA ALIMENTAZIONE e SPORT Quale attività fisica?
11. PIETRO DI FIORE Presidente Nazionale SOCIETA’ ITALIANA ALIMENTAZIONE e SPORT Attività fisica a intensità moderata: migliora il tono dell'umore e aumenta il benessere psichico, migliora l'autostima e aumenta la resistenza allo stress, migliora l'autoconsiderazione e combatte la depressione Attività fisica a intensità elevata: innalza la tensione, sviluppa l'ansia e favorisce la fatica
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14. ACE/AACE , 2003 Studi prospettici di intervento hanno dimostrato che la combinazione “ perdita di peso/incremento dell’attività fisica ” può ridurre significativamente lo sviluppo di diabete mellito di tipo 2 in individui ad alto rischio
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22. PIETRO DI FIORE Presidente Nazionale SOCIETA’ ITALIANA ALIMENTAZIONE e SPORT Grazie per l'attenzione e buon lavoro a tutti...
Notas del editor
L’attività fisica, altra componente dell’approccio multidisciplinare all’obesità, viene vista, soprattutto al di fuori della comunità medico-scientifica, esclusivamente in funzione del riequilibrio della bilancia introito alimentare - consumo energetico. In realtà i benefici che il paziente obeso ricava, da un aumento dell’attività fisica e dal contrasto della “naturale” tendenza alla sedentarietà, vanno ben oltre il semplice aumento della spesa energetica.
Sul piano psicologico i benefici dell’attività fisica si estendono a sfere particolarmente importanti per il paziente obeso: si rileva, infatti, un miglioramento dell’autostima e dell’autoconsiderazione. Questo aspetto non è da sottovalutare perché consente di interrompere il circolo vizioso che di frequente ha portato l’obeso a cercare rifugio nel cibo come compenso di insuccessi nella vita quotidiana. L’attività fisica deve però essere regolata ed a livelli proporzionali alle capacità dell’individuo, poiché si rischia di perdere del tutto i benefici, aggravando il quadro clinico.